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    Inzaghi verso i 50 anni: “La mia vita me la sarei disegnata proprio così”

    Vive di calcio come quando faceva notte con il fratello Simone sul campo di cemento dietro la scuola. Mercoledì Pippo festeggia la mezza età, “ma i miei figli mi fanno sentire giovane”. Bilancio di una vita felice “che mi sono meritato lottando”. E segnando.​”E se tornassi indietro, vorrei giocare di più con Totti e Baggio”

    Il segreto per non invecchiare non esiste. Il segreto per invecchiare lentamente è restare se stessi. Tra quattro giorni, mercoledì 9 agosto, Pippo Inzaghi festeggerà i 50 anni e a fregarlo sono solo i capelli: il ciuffo è sempre quello, le sfumature bianche raccontano lo scorrere del tempo. Da quando, molto giovane, Pippo entrò di prepotenza nelle cronache sportive, è cambiato tutto: il calcio, il mondo, la sua vita visto che nel frattempo è diventato allenatore, padre di Edoardo ed Emilia e il 24 giugno 2024 sposerà Angela Robusti. Ma non è cambiato lui: trascinante, generoso, leale, innamorato del pallone, fedele ai valori trasmessi dai suoi genitori. E adesso si guarda indietro. Si guarda dentro.  LEGGI TUTTO

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    Atalanta, progetto Europa: con Scamacca e De Ketelaere l’attacco che piace a Gasperini

    Il tecnico è accontentato: l’azzurro è a un passo, la Dea tratta il belga in uscita dal Milan

    un progetto Europa ambizioso anche senza Hojlund. E, anzi, anche grazie a Hojlund. Con un super attacco come piace a Gasperini. Questo aveva pianificato l’Atalanta a giugno, alla fine della scorsa stagione, nel faccia a faccia finale con Gasperini che aveva sancito la prosecuzione (con allungamento) del rapporto con il tecnico. E questo piano sta portando avanti, con una politica sul mercato in linea con quelle idee condivise ad inizio giugno. Che è anche cambiata rispetto al passato: i fatti dicono che non è più così automatica, o comunque vincolante, l’equazione “si compra per quanto si vende”. Kolasinac è arrivato prima dell’addio di Demiral, Palomino (e magari Okoli); Bakker è nerazzurro dall’inizio di luglio, nonostante oggi l’Atalanta abbia in rosa altri sei esterni; su Touré il club nerazzurro ha investito 31 milioni di euro senza ancora avere la sicurezza di incassarne 75+10 da Hojlund e oggi tratta De Ketelaere e Scamacca prima di avere certezze sulle uscite di uno o più fra i vari Zapata, Muriel, Miranchuk, Latte Lath e Cambiaghi. Anche se è chiaro che pure la missione cessioni è, e sarà, un’urgenza da non sottovalutare, per sfoltire una rosa al momento extralarge. Ma c’è cessione e cessione: quella di Hojlund era programmata e “inevitabile”, data l’offerta. Ma – a dimostrazione di certe ambizioni – quelle degli altri due “gioielli”, Scalvini e Koopmeiners, non sono all’ordine del giorno. Sull’olandese c’è forte il Napoli, ma solo un’offerta di almeno 40 milioni può, forse, far vacillare il club nerazzurro.

    L’AGENTE DI CDK—  L’obiettivo non è sbandierato, ma è chiaro. E caro pure agli azionisti americani, che hanno “scommesso” sull’Atalanta anche contando su un suo Dna sempre più internazionale: ovvero, fare bene in Italia e in Europa (League). Dove la Dea è tornata dopo un anno di purgatorio, e punta a restarci anche nella prossima stagione, grazie ad un campionato da primi sette posti. E tanto meglio se dovesse essere uno dei primi quattro. Senza dimenticare che ogni anno l’Atalanta vede nella Coppa Italia un’occasione per tornare a vincere un trofeo. Così si spiega l’offensiva anche su Scamacca, apparentemente sorprendente, tanto più considerando che è arrivata negli stessi giorni in cui il club nerazzurro ha concluso con il Milan la trattativa per il prestito (oneroso, con diritto di riscatto) di De Ketelaere. Un altro giocatore comunque offensivo, dal quale il club aspetta ora l’ok a vestire la maglia nerazzurra. I contatti di ieri sono stati positivi, il belga sembra preferire l’ipotesi Italia alla Premier (si è inserito il Fulham) e alla Liga (Real Sociedad): la Dea confida che nelle prossime ore, dopo un incontro con gli agenti del giocatore, possa arrivare l’ultimo sì. LEGGI TUTTO

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    Giuseppe Rossi: “Nonostante tutto, è stato un sogno”

    L’ex attaccante si racconta: “Sono orgoglioso di aver detto basta quando l’ho voluto io. Non perché mi mancassero le offerte o per via di nuovi guai fisici”

    Nell’estate dei giocatori Usa di gran moda in Serie A – da Christian Pulisic al Milan a Timothy Weah alla Juventus – uno dei più famosi italo-americani lascia il calcio: Giuseppe Rossi ha detto basta nei giorni scorsi. “Adesso posso ammetterlo: ho realizzato il sogno italo-americano mio e di tanti bambini come me cresciuti negli Stati Uniti”, racconta l’ex attaccante di Parma, Manchester United, Villarreal e Fiorentina. Pepito si ritira dopo 363 partite e 132 gol a livello di club, 30 partite e 7 reti con la maglia dell’Italia nonostante otto interventi chirurgici alle ginocchia. “Mi sarei potuto fermare prima dell’ultima esperienza alla Spal della scorsa stagione. Me lo hanno consigliato in molti dopo i vari infortuni di questi anni. Ma sono orgoglioso di aver detto basta quando l’ho voluto io. Non perché mi mancassero le offerte o per via di nuovi guai fisici. No, dico basta perché, a 36 anni e con la famiglia che vive in America, non avverto più quella voglia di sacrificarmi che mi ha permesso di arrivare alla Nazionale italiana pur crescendo nel New Jersey, in mezzo ad amici e compagni di scuola che giocavano a baseball, basket, football americano… A qualsiasi sport, tranne il calcio”.  LEGGI TUTTO

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    Weah uomo chiave della Juve: più gol e velocità per la squadra di Allegri

    È qualcosa di più di un bel biglietto da visita, il gol con cui Timothy Weah ha firmato il 2-0 della Juventus sul Real Madrid nell’ultima amichevole della tournée bianconera negli Stati Uniti. È una sorta di scena pilota di un film ancora tutto da girare, ma riguardo alla cui riuscita proprio quella scena invita all’ottimismo. Fuori dalla metafora cinematografica, quel gol è un incoraggiante esempio di come gli inserimenti di Weah potranno essere preziosi per alzare l’incisività bianconera in area avversaria, uno dei principali problemi della squadra di Massimiliano Allegri nella passata stagione.

    La rete al Real è stata frutto, oltre che dell’ottima azione costruita dai compagni, dell’intelligenza e della velocità dello statunitense nel seguirla e dell’astuzia nell’approfittare del movimento verso la porta con cui Kean ha abbassato la difesa madridista, per inserirsi nello spazio liberatosi alle spalle del compagno e dei difensori. Movimento da attaccante quale Weah era fino a due anni fa, come da attaccante è stata la conclusione: da quella posizione con un po’ di fortuna si può segnare semplicemente impattando la palla, ma il bianconero ha aperto il piede destro per piazzarla nell’angolo più lontano da Courtois che si stava spostando per coprire lo specchio. LEGGI TUTTO

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    Alex Sandro nuovo vice capitano, i tifosi della Juve: “Tutti ma non lui!”

    Sembra tutta un’altra Juve quella vista nella tournèe estiva, con i tifosi bianconeri che sperano di poterla ritrovare totalmente rivoluzionata rispetto alla passata stagione. Il mercato ha portato delle novità importanti e molte altre, potrebbero essere rilevate nei prossimi giorni di un agosto che, si preannuncia più bollente del solito. Ma delle novità ci sono anche per quel che riguarda il campo, o meglio, le gerarchie della scuderia Allegri. Già, perchè con l’uscita di scena di Leonardo Bonucci, il nuovo e definitivo capitano sarà il brasiliano Danilo, con il suo connazionale Alex Sandro pronto a fargli da vice. Scelta che non è stata affatto gradita dal tifo di fede bianconera, che sui social ha manifestato il suo dissenso, con commenti come: ‘Andavano bene tutti, ma non lui’, oppure: ‘Ancora un’altra stagione, basta!’. Insomma, il pensiero è universale e nella Gallery seguente seguiranno alcuni post.  Carica altri LEGGI TUTTO

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    Magnanelli, mister pressing: la nuova filosofia nella Juve di Allegri

    Chi ha potuto assistere agli allenamenti della Juventus in territorio americano si è reso conto di quanto confermato poi a parola dai giocatori nelle varie interviste, prima e dopo le partite e durante il lavoro quotidiano: il livello delle sedute è salito in maniera vertiginosa rispetto a un anno fa, così come è cresciuta la richiesta di attenzione e concentrazione su ogni pallone. Parola d’ordine: intensità. Da sprigionare sempre, spingendo al massimo.

    È una nuova filosofia che accompagna i concetti che, secondo Massimiliano Allegri, sono un po’ quelli di sempre, però interpretati sotto una nuova luce: soprattutto nel caldo secco di Los Angeles la Juventus ha messo nei muscoli un lavoro prezioso sotto il profilo atletico, nell’ottica di arrivare subito al top per la prima di campionato. LEGGI TUTTO