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    Simic, il piccolo gigante di Pioli che non ha paura del Real

    Centrale serbo ma di passaporto tedesco, classe 2005: con il Madrid è stato lanciato dal primo minuto e ha risposto con un’ottima prestazione. E contro la Juve…

    Dal nostro inviato Luca Bianchin
    24 luglio

    – PASADENA (STATI UNITI)

    Jan-Carlo Simic, questo è il nome. I milanisti che sono rimasti svegli a vedere la vera “prima” stagionale contro il Real Madrid scrivono di lui come se lo conoscessero da sempre. In realtà, per molti è una scoperta. E in realtà, il rischio qui è di esagerare. Con ordine, identikit. Simic è un giovane difensore del Milan, è nato nel 2005 e nella notte ha giocato da titolare contro il Real Madrid. Prima volta con i grandi. È andata così: Pioli pensava di far giocare Gabbia vicino a Tomori, poi Matteo ha trovato l’accordo di massima col Villarreal e assieme al club ha deciso di non giocare. Troppo rischioso. Pioli al mattino ha chiamato Simic e gli ha detto: cominci tu. LEGGI TUTTO

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    Juve, Elkann, Del Piero, Allegri, Zidane: tutti ricordano gli Agnelli

    Cento anni in cui è cambiato praticamente tutto, ma con determinati valori rimasti capisaldi anche oggi, sempre nel segno della famiglia Agnelli. In occasione di questa particolare ricorrenza, tanti personaggi del mondo Juventus hanno voluto lasciare un messaggio ai canali ufficiali bianconeri.
    Cent’anni di Agnelli, i ricordi delle leggende Juve
    A partire da chi la Juventus l’ha vissuta da calciatore. Tra questi non poteva ovviamente mancare Alessandro Del Piero: “In quella mano sulla spalla si sente la forza, il supporto, la responsabilità di essere Juventus da cento anni. Un secolo insieme, il Club e la Famiglia Agnelli. C’è una foto, scattata al campo d’allenamento al vecchio Comunale nei primi anni 2000, che mi lega particolarmente all’Avvocato, che ho conosciuto, così come il dottor Umberto, fin dai miei primi giorni alla Juventus. E’ in quelle conversazioni, in quei momenti, che ho visto cosa significassero quei colori per la Famiglia Agnelli. Sono tifoso della Juventus, sono stato 19 anni in bianconero, e questo mi ha dato la possibilità di fare parte di una grande storia e di capire cosa significa questo amore che dura da un secolo. Perché ci sono storie che non possono finire”.
    Anche Zinedine Zidane ha voluto lasciare il proprio messaggio: “Juve. Tante emozioni: come non pensare all’Avvocato, sempre attento a me, alle sue telefonate all’alba dopo una partita vinta, alle sue apparizioni agli allenamenti… il mondo si fermava! La Juve è stata più di una famiglia, è stata un luogo in cui ho imparato davvero cosa significava “competitività” come giocatore, e che mi ha spinto anche nella mia vita di uomo e in famiglia”. Giorgio Chiellini ha invece rimarcato che: “La Juventus è storia, passione, orgoglio, sacrificio e vittoria. La Juventus è famiglia. La Juventus è più grande di tutto, di tutti, per sempre”.
    Anche Claudio Marchisio, che ha trascorso tutta la carriera in bianconero, ha salutato il mondo Juve: “Sono 100 anni esatti che la famiglia Agnelli è legata alla Juventus. Si tratta di qualcosa di unico al mondo. Non esiste un club sportivo di qualsiasi disciplina che possa vantare una proprietà così longeva. Essere juventino è qualcosa di profondo: è orgoglio, è passione, è voglia di non arrendersi mai. È la storia di una famiglia, ma è diventata anche la storia di ognuno di noi. UNICI. Proprio come quello che siamo stati. Come quello che siamo. Come quello che saremo, #FinoAllaFine”.
    Nella storia della Juve resterà anche Sara Gama, capitano della Juventus Women: “La Juventus per me è l’insieme di identità, dedizione e vicinanza continue nel tempo per scrivere pagine di sport uniche. Ho l’onore e il privilegio di esserne il Capitano dall’inizio dell’avventura femminile, alzare trofei è il nostro unico obiettivo, seguendo e mettendo in campo sempre i tre valori cardine elencati”. LEGGI TUTTO

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    Il secolo degli Agnelli: il ricordo speciale della Juventus

    È un legame inscindibile quello tra la Juventus e la famiglia Agnelli. Una sorta di binomio che va avanti fin dagli albori del club, diventato negli anni uno tra i più blasonati al mondo. Un amore reciproco, duraturo, sempre ardente e vivo.
    Esattamente 100 anni fa, il 24 luglio 1923, nasceva la prima Juventus targata Agnelli. Edoardo acquistò il club ereditando il ruolo di presidente da Gino Olivetti e diventando il dodicesimo timoniere di Madama. Nel giorno del centenario, la società ha voluto ricordare questo storico passaggio di consegne con un comunicato sul sito ufficiale. 
    In 100 anni di Agnelli una sola filosofia Juve
    Tutti gli Agnelli alla presidenza della Juventus

    “È una storia che inizia esattamente un secolo fa. Una storia di visione, progetti, vittorie, crescita, futuro, ma principalmente, una grande, infinita, storia d’amore – si legge -. Il 24 luglio 1923 Edoardo Agnelli diventava Presidente della Juventus: il primo, della famiglia Agnelli, a legare il suo nome ai colori bianconeri. Edoardo, poi Gianni, l’Avvocato, Umberto, il Dottore, e infine Andrea. Sono i nomi di coloro che hanno guidato la Juventus in prima persona, come Presidenti, ma il legame fra il Club e la famiglia non si è mai spezzato. Ed è, anche oggi, fortissimo”.
    Platini, la Juve e 100 anni con gli Agnelli: “L’Avvocato e il Pallone d’oro”
    Guarda la galleryJuve, 100 anni con gli Agnelli: dieci frasi per capirne il senso
    Juventus-Agnelli: un legame nel segno dell’amore 

    “Quante cose accadono, in un Secolo: cambia letteralmente il mondo. Se pensiamo alla storia, e ovviamente anche alla nostra, in questi 100 anni, vengono davvero le vertigini: si susseguono generazioni, la vita delle persone si modifica di continuo, la società è sempre diversa, in evoluzione. Praticamente niente, di quello che esisteva 100 anni fa, è rimasto uguale. Anche la Juventus è in continua evoluzione: da Fidanzata d’Italia a Signora, da club italiano a brand mondiale, all’interno di un universo, quello del calcio, che anche lui non è mai uguale a sé stesso – continua la nota -. È bello, però, pensare che c’è qualcosa che, in questi decenni non è cambiato: magari si è rinforzato, si è alimentato, è cresciuto, ma non è cambiato. Parliamo dell’amore di un popolo verso i suoi colori. Quell’amore che ti fa stare unito, sempre, nei mari calmi e nelle tempeste, nelle vittorie e nei momenti meno facili, nei trionfi e nelle fasi in cui, tutti insieme, si lavora per tornare al nostro posto. Il primo. Quell’amore, che il popolo della Juve, la grande famiglia della Juve, ci tributa ogni giorno con una forza che non si può discutere, e che è lo stesso che da 100 anni guida i passi della famiglia Agnelli in bianconero. L’amore. Perché alla fine, il senso è tutto qui”. LEGGI TUTTO

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    Bayern, Sommer stamani non si è allenato, ma è partito per il Giappone e vuole l’Inter

    Oggi i bavaresi sono partiti per il Giappone, il portiere c’è ma la seduta saltata è un campanello d’allarme: vuole raggiungere in fretta in nerazzurri e chiede uno sconto per il suo cartellino. Siamo al braccio di ferro

    Yann Sommer vuole andare all’Inter a tutti i costi. Leggere il suo nome tra i convocati per la tournée del Bayern Monaco in Giappone e Corea del Sud non lo ha demoralizzato né, tanto meno, si è rassegnato a restare a Monaco fino ad agosto inoltrato, quando Neuer sarà recuperato del tutto. E così, dopo aver saltato l’amichevole della scorsa settimana vinta dalla formazione di Tuchel per 27-0 contro il Rottach-Egern, stamattina non si è allenato con i compagni. Piccolo particolare: oggi pomeriggio il charter dei tedeschi è partito verso il Giappone per iniziare il tour. Quello di Sommer, dunque, è un vero e proprio messaggio alla dirigenza, una specie di… “voi mi tenete qui perché non avete ancora comprato un altro portiere, ma non potete costringermi a giocare”. Vale la pena di tenere monitorata la situazione.

    MENO SOLDI—  Sommer sta anche lavorando perché il club di Monaco abbassi le sue pretese economiche per liberarlo: non i 6 milioni della clausola (che ora non è utilizzabile), ma 3-4 come offre l’Inter. Il Bayern aveva messo nel mirino come nuovo portiere Mamardashvili del Valencia, ma la trattativa pare saltata a causa del prezzo. E Sommer è bloccato anche se non certo rassegnato. LEGGI TUTTO

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    Retegui, nel nome di Milito, Stabile e dell’asse Genoa-Boca

    Mateo: “Diego mi ha parlato della squadra e mi ha convinto”. Storia di un legame speciale

    In viaggio verso l’Italia. Mateo Retegui, l’italo-argentino centravanti della Nazionale, “scovato” da Roberto Mancini in Sudamerica, ha scelto il Genoa. Non ci sono ancora le firme, ma l’attaccante è partito con Genova come destinazione finale e lui stesso, prima di lasciare l’Argentina, ha confermato di aver accettato la proposta del Grifone, la squadra di Diego Milito, centravanti mito del passato prossimo rossoblù e argentino come Retegui. Il Boca, proprietario del cartellino, e il Genoa hanno trovato l’accordo.  LEGGI TUTTO

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    Paura prima di Milan-Real Madrid: commentatore colpito da malore crolla a terra

    Shaka Hislop, ex portiere di West Ham, Newcastle e della nazionale di Trinidad e Tobago, ha avuto un mancamento nella diretta pre partita dell’amichevole

    l’intervento dei medici—  Thomas avrebbe immediatamente segnalato alla sicurezza l’accaduto, richiamando quindi il personale medico sul campo. Proprio il collega avrebbe poi comunicato sui social che Hislop era di nuovo cosciente e che “i medici si stavano prendendo cura di lui”. Durante l’intervallo, Thomas ha raccontato che i familiari di Hislop erano stati informati, ribadendo che il collega si era ripreso e stava meglio. LEGGI TUTTO

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    Dubbi, mercato e pubalgia: la strana estate di Vlahovic

    Finora ha toccato solo il pallone da football, tra guai fisici e voci di cessione. Allegri dice di volerlo preservare, nel frattempo…

    dalla nostra inviata Fabiana Della Valle
    24 luglio

    – los angeles 

    L’unico pallone che ha toccato è stato quello ovale del football americano. Il primo allenamento in terra Usa di Dusan Vlahovic è scivolato via a bordo campo, in tuta e scarpe da tennis, tra un lancio e l’altro con i compagni di squadra Pogba, Milik e McKennie e una sbirciatina al prato del Levi’s Stadium, dove la squadra stava facendo esercitazioni tattiche. Se Barcellona-Juventus si fosse giocata regolarmente, l’attaccante serbo l’avrebbe guardata dalla panchina e in questo caso il mercato non c’entra. “Vlahovic va gestito – ha spiegato Massimiliano Allegri in un’intervista alla Gazzetta dello Sport – è reduce dalla pubalgia e lo stiamo preservando perché arrivi al meglio all’inizio della stagione”. Che poi sia con la Juventus o altrove è ancora tutto da stabilire, perché la sessione estiva è ancora lunga e DV9, nonostante gli acciacchi, resta comunque un giocatore molto appetibile.  LEGGI TUTTO