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    I 50 allenatori più forti del mondo per Espn: tre italiani in Top 10, Motta…

    Competenza nell’allenamento: 16/20Stile: 16/20Gestione delle persone: 19/20Comunicazione: 19/20Storia/successi: 7/10Fattore X: 8/10
    “Pochi allenatori possono sognare di lasciare un’eredità come quella che Klopp ha lasciato al Liverpool. I suoi primi successi al Mainz (sigillando la promozione in massima serie per la prima volta in assoluto) e al Borussia Dortmund (due titoli della Bundesliga e una finale di UCL) hanno suggerito la sua classe. Ma ha cambiato tutto in nove anni al Merseyside, poiché ha notoriamente riportato il titolo di campionato dopo un’attesa di 30 anni e ha vinto un trofeo della Champions League, più tre coppe nazionali, sullo sfondo di rivali che hanno speso circa il doppio del suo budget in quel periodo.
    Klopp ha eccezionali doti motivazionali, una fiducia incrollabile nei suoi giocatori e un chiaro sistema 4-3-3/4-2-3-1 orientato all’offensiva che implica un livello di intensità estremamente elevato. Un esponente chiave del Gegenpressing , si potrebbe sostenere che il Liverpool avrebbe potuto fare con un approccio più paziente a volte. Ma è un difficile atto di equilibrio da eseguire per un allenatore il cui mantra era tutto incentrato sul martellare l’avversario. La scorsa stagione, il Liverpool ha registrato il maggior numero di tiri, calci d’angolo, cross, passaggi filtranti e passaggi progressivi in ??Premier League.
    L’eredità di Klopp non si ferma all’argenteria, però. Con una personalità così carismatica e un talento per la comprensione della cultura di Liverpool, Klopp ha conquistato i cuori e le menti dei tifosi e dei giocatori. Visti i suoi legami indistruttibili con il club, sembra che la nazionale sia la più probabile per lui”.
    Il 2° posto va a “Re” Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid. Espn ha motivato il punteggio di 87 su 100 assegnato al tecnico italiano:
    Competenza nell’allenamento: 17/20Stile: 16/20Gestione dei calciatori: 20/20Comunicazione: 17/20Storia/successi: 10/10Fattore X: 7/10
    “Avendo iniziato la sua carriera da allenatore nel 1992, ci sono pochi allenatori con più esperienza di Ancelotti. Con club affermati come Parma, Milan, Juventus, Chelsea, Paris Saint-Germain, Bayern Monaco e Napoli nel suo curriculum, l’italiano ha raccolto 29 riconoscimenti in una carriera con molti alti e bassi. Ma quando ha accettato l’incarico all’Everton nel 2019, nessuno avrebbe pensato che avrebbe vinto di nuovo la Champions League con il Real Madrid qualche anno dopo, il che ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere sulla sua resilienza.
    Alcuni allenatori, in particolare quelli più giovani, si impegnano troppo e troppo presto e vogliono mostrare le loro idee all’avanguardia appena acquisite. Ancelotti, tuttavia, tende ad attenersi a ciò che è stato provato e testato: costruire la squadra dal basso, mettere i giocatori nelle loro posizioni migliori, attaccare spietatamente lo spazio e consentire libertà in avanti, ma senza dimenticare la responsabilità difensiva. Tutto con il mantra di “fidati dei tuoi giocatori”. Si fida anche dei suoi assistenti per eseguire i suoi piani.
    Ciò non dovrebbe sminuire l’impatto tattico di Ancelotti (il successo in Champions League nel suo secondo periodo con il Madrid la scorsa stagione ha dimostrato ampiamente la sua astuzia), ma dimostra che la leadership di successo si presenta in molte forme e dimensioni. La sua “leadership silenziosa” spesso lo vede ottenere di più con un sopracciglio alzato che con urla e grida, ed è un’abilità che non si è esaurita con il tempo.
    La gestione non deve essere troppo complicata se hai la personalità per eseguirla. E questo è probabilmente il punto in cui Ancelotti si trova in una classe a sé stante: gestione del personale e straordinarie capacità interpersonali (che spiegano in parte perché continua ad ottenere i posti migliori in primo luogo)”.
    Guida la speciale classifica, al 1° posto, Pep Guardiola, allenatore del Manchester City. Il suo punteggio, che si attesta a 89 punti su 100 è stato così suddiviso:
    Competenza nell’allenamento: 18/20Stile: 18/20Gestione dei calciatori: 17/20Comunicazione: 18/20Storia/successi: 9/10Fattore X: 9/10
    “Mentre Guardiola entra nell’ultimo anno del suo contratto con il Manchester City, ci sono pochi segnali che il tre volte vincitore della Champions League stia esaurendo le idee o la motivazione. Nessuno dei suoi pari può eguagliare il suo talento nel costruire squadre al punto da farle apparire come un organismo.
    Dopo una carriera di successo come giocatore, principalmente al Barcellona, ??Guardiola ha avuto il piacere di gestire in esclusiva i migliori club riconosciuti — Barcellona, ??Bayern Monaco e ora City — con giocatori come Lionel Messi, Thomas Müller e Kevin De Bruyne a sua disposizione nel momento di massimo splendore della loro carriera. Ma questo privilegio ha una ragione.
    Nel corso dei suoi 16 anni da allenatore della prima squadra, Guardiola ha costantemente evoluto e reinventato il suo stile, passando dall’essere più diretto al Bayern, al sostenere l’ibrido terzino destro invertito e difensore centrale/centrocampista centrale in Inghilterra, o addirittura abbandonando il “falso numero 9″ per un classico centravanti come Erling Haaland , senza mai rinunciare al suo innato DNA del Barcellona, ??fatto di calcio offensivo, fluido, basato sul possesso palla e sul tocco di prima.
    Ovviamente il lusso di costruire squadre con budget elevati aiuta (anche se il suo record di accompagnamento dei laureati dell’accademia è impressionante e spesso dimenticato), ma crea anche pressione. E mentre molti altri manager sono soffocati sotto le aspettative che le enormi spese inevitabilmente creano, la posizione di Guardiola è inattaccabile come sempre”. LEGGI TUTTO

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    Lautaro-Inter, arriva la fumata nerazzurra: rinnovo ufficiale, i dettagli

    MILANO – Era nell’aria da tempo, ma ora ci sono i crismi dell’ufficialità. Lautaro Martinez, nell’ultima stagione capocannoniere prima in Serie A e poi in Coppa America, competizioni vinte con le maglie dell’Inter e della nazionale argentina, ha rinnovato il proprio contratto con la società nerazzurra fino al 30 giugno 2029. A darne l’annuncio, sul proprio sito e sui propri canali social, è stato lo stesso club meneghino per mezzo di un comunicato.
    La nota dell’Inter
    “FC Internazionale Milano comunica di aver raggiunto un accordo per il prolungamento di contratto del giocatore Lautaro Martinez: l’attaccante classe 1997 sarà nerazzurro fino al 30 giugno 2029”, si legge nella nota diramata dall’Inter sul proprio sito ufficiale, che aggiunge poi in un approfondimento: “Un cammino straordinario in cui è cresciuto, si è affermato ed è diventato il capitano e trascinatore dell’Inter. Un percorso che oggi prosegue nel segno del duro lavoro e del senso di appartenenza. Lautaro Martinez e l’Inter insieme fino al 2029. Il prolungamento del rapporto è una conseguenza naturale delle sei stagioni in nerazzurro dell’attaccante argentino che ha collezionato complessivamente 282 presenze, condite da 129 reti. La sua storia è legata indissolubilmente a Bahia Blanca, città portuale argentina, dove tutto è iniziato. Lautaro è nato il 22 agosto 1997 in un luogo dove essere dinamici fa parte del proprio DNA, dove ogni giorno tutto è in mutazione grazie anche al mare che si ritira, prende la rincorsa e va a toccare dolcemente il bagnasciuga. Ed è da questo moto perpetuo impetuoso che prende ispirazione, facendo della determinazione e dell’instancabile lavoro le sue principali caratteristiche. Il suo percorso calcistico inizia a Liniers.
    Nei primi anni nel Settore Giovanile gioca in difesa, poi nel tempo sempre più avanti a fare gol, a creare l’imprevedibile, a diventare uno degli attaccanti più forti del mondo. Gioca per 4 stagioni al Racing ed è lì che inizia la sua favola interista, un segno del destino inequivocabile: nel giorno del suo esordio in prima squadra con il Racing a dargli il cambio è Diego Milito, il Principe nerazzurro. Dopo gli anni in Argentina approda all’Inter e nella sua prima stagione -2018/19-, colleziona 35 presenze, segnando 9 reti. Osserva, studia e impara. Chi nasce in una città di mare lo sa: è un luogo tosto e duro, ma allo stesso tempo ti aiuta a non aver timore di cosa ci sia dietro l’orizzonte. Il suo impatto con la maglia nerazzurra è un climax ascendente. Nel secondo anno realizza 21 gol ed è protagonista nella cavalcata fino alla finale di Europa League. Nella stagione 2020-21 arriva il primo importantissimo titolo, quello più sognato: il 19° Scudetto conquistato da protagonista con 17 gol in campionato e un’importante e determinante firma sul tricolore. La sua è una crescita costante, abbinata alla capacità innata di ribaltare calcisticamente il significato delle parole sacrificio e sofferenza, nobilitandole e facendole diventare i suoi più importanti valori umani. Al suo quarto anno con la maglia dell’Inter colleziona 49 presenze e mette a segno 25 reti importantissime nella conquista della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana.
    La stagione 2022/23 è un’annata entusiasmante, vissuta con passione gara dopo gara, chiusa con altri due trofei e la finale di Champions League a Istanbul. Saranno tanti i gol pesanti. Da quello nella finalissima di Supercoppa Italiana contro il Milan a quello nell’euroderby sempre contro i rossoneri, fino alla decisiva doppietta nella finale di Coppa Italia contro la Fiorentina che gli permette di raggiungere e superare il traguardo delle 100 reti in nerazzurro. Termina la stagione con 28 gol in 57 gare, stabilendo il suo primato personale di gol in una singola annata. Sempre pronto a lottare, sempre pronto a difendere il gruppo, la squadra e i compagni. Caratteristiche che sposano bene la responsabilità e l’onore di indossare la fascia di capitano al braccio, con un piglio da leader e tanta generosità. Lautaro Martinez nell’anno della storica Seconda Stella ha scritto una pagina importante della storia nerazzurra, entrando nella top 10 dei cannonieri all time dell’Inter, -in cui occupa attualmente l’ottava posizione-, e ha dato assoluto spettacolo con alcune reti straordinarie. Dal destro a giro contro l’Atalanta al gol contro la Juventus, fino al capolavoro contro il Bologna.
    In questo torneo ha raggiunto il traguardo delle 100 reti, arrivato nella gara vinta contro il Lecce ed ha trionfato nella classifica cannonieri con 24 centri. Il suo talento ha trovato immense soddisfazioni anche con la nazionale argentina con cui nel 2022 ha realizzato il sogno di ogni calciatore: diventare campione del mondo. L’anno prima aveva già partecipato al trionfo in Copa America e si è ripetuto quest’estate, diventando grazie alle sue pesanti reti uno degli assoluti protagonisti e capocannoniere della rassegna. Sua la rete decisiva nella finalissima contro la Colombia. Con l’Albiceleste ha segnato 29 reti in 64 apparizioni. Il Toro in maglia nerazzurra ha conquistato 2 Scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane. Vittorie che nascono anche dal coraggio di un capitano che ha per sempre lasciato un solco profondo nella storia di questo club, con cui ha raggiunto le 250 presenze. E la storia continua”.
    Le parole di Lautaro Martinez
    “Cari nerazzurri, i nostri cuori continueranno a battere insieme”. Si apre così il messaggio di Lautaro Martinez, pubblicato sul suo account Instagram dopo il rinnovo di contratto con l’Inter fino al 2029. “Sono molto felice di aver prolungato il mio contratto con la nostra Inter – prosegue l’attaccante argentino – e sono orgoglioso di avere il privilegio di continuare ad indossare la fascia di capitano per difendere i nostri colori come ho sempre fatto sin dal giorno in cui sono arrivato a Milano. Ci aspetta una stagione lunga e abbiamo bisogno di tutti voi. Grazie mille per il supporto, l’affetto e l’amore che mi avete sempre dimostrato. Ci vediamo presto”.
    Gioca a FANTACUP! Parte il nuovo gioco di Tuttosport, in palio premi da urlo! LEGGI TUTTO

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    Atalanta, i convocati per il Real Madrid: la decisione su Koopmeiners

    Tra i nuovi arrivati c’è Mateo Retegui che sarà della partita. L’ex attaccante del Genoa, arrivato a Bergamo nei giorni scorsi, si è subito messo a disposizione di Gasperini per farsi trovare pronto al debutto stagionale. Il suo compito sarà quello di sostituire l’infortunato Gianluca Scamacca.
    Real Madrid-Atalanta, i convocati
    Di seguito la lista dei convocati da mister Gasperini per la sfida con i campioni d’Europa del Real Madrid.
    Bakker Mitchel, Carnesecchi Marco, Cassa Federico, Comi Pietro, De Ketelaere Charles, de Roon Marten, Djimsiti Berat, Éderson, Godfrey Ben, Hien Isak, Kolašinac Sead,, Lookman Ademola, Manzoni Alessio, Mendicino Leonardo, Musso Juan, Palestra Marco, Pašali? Mario, Retegui Mateo, Rossi Francesco, Ruggeri Matteo, Sulemana Ibrahim, Tornaghi Pietro, Vavassori Dominic, Zappacosta Davide.
    Per il Real Madrid di Carlo Ancelotti prima convocazione per Mbappè ed Endrick:
    Courtois, Lunin y Fran, Carvajal, Militão, Alaba, Lucas V., Vallejo, Fran García, Rüdiger, F. Mendy y Jacobo, Bellingham, Camavinga, Valverde, Modri?, Tchouameni, Arda Güler y Ceballos, Vini Jr., Mbappé, Rodrygo, Endrick, Brahim. LEGGI TUTTO

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    Pagelle Torino: Milinkovic-Savic, il volo giusto. Personalità da Ricci

    Milinkovic Savic 7: La parata che sfodera su Fumagalli è il biglietto da visita col quale si presenta ai tifosi per la nuova stagione. Gesto tecnico importante, perché consente al Toro di vivere una notte serena: pesa come un gol.
    Vojvoda 6: Il nuovo ruolo sembra un abito più adatto alle sue caratteristiche. Si è presentato con un piglio diverso, più di altri aveva bisogno di un cambio in panchina: in questa versione sarà una risorsa, soprattutto se riuscirà a limare qualche piccola sbavatura ancora persistente nelle sue prestazioni.
    Coco 6.5: Gli vengono chieste cose diverse rispetto a Buongiorno: tiene la posizione, imposta e non si appiccica sull’uomo. Esordio brillante.
    Masina 6.5:  Il livello di attenzione è molto alto. Non ha ancora la statura tecnica di Rodriguez, ma il Toro non sembra aver bisogno di un titolare nella sua posizione, semmai di una valida alternativa.-Dellavalle (42′ st) ng
    Bellanova 6: Ricordate l’avvio con Juric? Un incubo. Evidentemente le prime uscite non sono la sua materia: sbaglia qualche scelta, arriva col fiato corto sul fondo ed è impreciso. Meglio nella ripresa, quando coglie anche un palo.-Dembelé (20′ st) 6: Impatto positivo sul match: la corsia di destra è coperta.
    Linetty 6.5: Solito lavoro intelligente, con alcune mansioni più vicine al suo percorso pre-Toro: qualche inserimento interessante, qualche incursione più offensiva, abitudine consolidata negli anni alla Sampdoria. Anche Vanoli si affezionerà al polacco.- Tameze (21′ st) 6 Garantisce ordine.
    Ricci 7: Testa alta, visione dell’azione sempre nitida. Samuele ha tanto da conquistare: la cabina di regia del Toro, la nazionale da protagonista e un futuro radioso. Responsabilizzato rende ancora di più: non è più un giovane, ma una colonna granata. Il suo piglio lo dimostra.
    Ilic 6.5: Il mercato non esiste più. E lui si comporta da professionista serissimo, calato perfettamente nel contesto. La partecipazione nell’azione dell’autogol è la sua medaglia di serata: peccato per qualche fischio ricevuto al momento del cambio.-Karamoh (37′ st) ng
    Lazaro 6: Gli viene chiesto di stare di più dentro al campo. Ci prova, ma pare ancora un po’ frastornato. Non è facile convivere con le voci di mercato, ma è evidente che il Toro abbia bisogno di altro sulla sua fascia.
    Sanabria 5.5: La difesa del Cosenza gli legge ogni singola giocata. Così sparisce inesorabilmente dal campo.-Adams (20′ st) 7 Si gode un assaggino di calcio italiano: sono sempre in due su di lui. Eppure prende e porta a casa un assist, quello per Zapata: se non altro aumenterà la pressione su Sanabria.
    Zapata 7: Ingessato dai carichi di lavoro, il capitano si vede poco. Ma in area comanda sempre lui: il 2-0 è figlio di un innato senso del gol, che non sparisce nemmeno quando la condizione non è la migliore.
    All. Vanoli 6.5: Il Toro è ancora una materia oscura, una massa informe. Qualche idea del suo calcio si vede già, soprattutto nella valorizzazione di Ricci. Però bisogna tirare di più: il Cosenza ha corso pochi pericoli. LEGGI TUTTO

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    Diretta Giana Erminio-Juve Next Gen ore 18: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    Giana Erminio-Juve Next Gen: orario e dove vederla
    Giana Erminio e Juventus Next Gen, primo turno della Coppa Italia di Serie C, scenderanno in campo alle ore 18 e non sarà possibile seguire la partita in diretta Tv e nemmeno in streaming. 
    Le formazioni ufficiali di Giana Erminio-Juventus Next Gen
    Giana Erminio: Moro, Caferri, Ferri, Piazza, Previtali, Marotta, Pinto, Lamesta, Ballabio, Spaviero, Trombetta. A disposizione: Pirola, Buzzi G., Buzzi E., Scaringi, Alborghetti, Muzio, Colombara, Pala, Pirotta, Marchesi, Avinci, Montipo’ All. Chiappella 
    Juventus Next Gen (3-4-2-1): Scaglia S., Savio, Pedro Felipe, Scaglia F., Comenencia, Owusu, Peeters, Cudrig, Guerra, Ledonne, Mancini. A disposizione: Fuscaldo, Daffara, Macca, Anghelè, Amaradio, Da Graca, Palumbo, Citi, Quattrocchi, Puczka, Stivanello, Maressa. All. Montero LEGGI TUTTO

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    “Zapata al centro di tutto. Adams? Può essere il nuovo Lookman”

    Simone Tiribocchi, oltre a conoscere bene il mondo Toro, sapeva benissimo come si faceva gol. In Serie A ha messo a segno 39 reti in 148 partite, in B 83 in 258 gare. Ha conosciuto Antonio Conte ai tempi dell’Atalanta e adesso osserva con curiosità i granata del discepolo Paolo Vanoli. Tanta la curiosità del “Tir” sul parco attaccanti a disposizione dell’erede di Juric: Zapata, Sanabria, Pellegri, Karamoh e anche l’ultimo arrivato Adams. Tiribocchi, in vista di Toro-Cosenza in programma domenica sera, analizza il momento in casa Toro.
    Tiribocchi, in attacco Zapata è la certezza: chi vede come partner ideale del colombiano fra Sanabria e Adams?
    «Intanto sono curioso di vedere come giocherà Vanoli, che impronta darà alla squadra: passa tutto dalle idee del nuovo allenatore, che a Venezia ha fatto un lavoro eccezionale con Pohjanpalo. Bisogna dare continuità alle due punte: Juric ci ha provato con fortune alterne, ma con Vanoli le cose possono cambiare in meglio. Zapata capitano è un segnale forte al campionato: tutti ruoteranno in attacco, ma non lui, che ha la stoffa per prendersi sulle spalle l’intero fronte offensivo. Parliamo di un giocatore che in Serie A farà la differenza ancora per un po’, nonostante l’età che avanza. A me piace molto Sanabria, ma attenzione anche a Karamoh: è un tipo di giocatore duttile, che può adattarsi anche in più posizioni. Non è detto che il Toro lo lasci andare».
    Vanoli vuole due punte che giochino vicine: queste le indicazioni provenienti dalle amichevoli disputate finora dal Toro. Cambia così tanto rispetto all’impostazione data da Juric?
    «Sì, totalmente. Vanoli arriva dalla scuola di Conte, che pretende due attaccanti sempre molto vicini. Alle difese danno fastidio due riferimenti che si muovono in continuazione. Il gioco del Toro può beneficiarne, ma bisognerà dare tempo al nuovo mister: non è immediato cambiare filosofia di gioco da un anno all’altro. Ci vorrà un po’ di pazienza, anche da parte dei giocatori».
    E Adams? Che idea si è fatto di questo ragazzo?
    «Per prima cosa deve conoscere i compagni, la lingua, ma soprattutto il modo in cui marcano gli avversari. In Italia è tutto diverso rispetto al campionato inglese, per cui la fase di adattamento dovrà essere rapida. Chi ha qualità, però, ci mette poco a lasciare il segno: basti pensare al percorso di Lookman all’Atalanta. Segna di più in Italia che in Premier League: bravo Gasperini, ma i meriti maggiori vanno dati al giocatore per aver capito subito la Serie A».
    Anche Vlasic è atteso da un salto di qualità. Radonjic si è incartato con la numero 10, che ora passa al croato. Sensazioni?
    «Parliamo di un giocatore di grande qualità, che però arriva da due anni di luci e ombre. Non basta la maglia numero 10 a farti svoltare, ma sicuramente dovrà essere lui la chiave del gioco del Toro. Ha tutto per essere una grande mezzala offensiva e sono sicuro che con Vanoli possa esplodere. Deve scrollarsi di dosso l’etichetta di giocatore poco continuo: è scomoda e lascia il segno, per cui tutti si aspettano una grande stagione da parte del croato. Dopo l’infortunio lo vedremo all’opera».
    Infine, il capitolo mercato. Gosens è davvero l’innesto giusto per la corsia di sinistra?
    «Il Toro con lui farebbe un grande salto di qualità per quanto riguarda il versante mancino. Gosens ha spessore internazionale e anche negli allenamenti alzerebbe il livello di competitività di tutta la squadra. Ha giocato le Coppe, è esperto e conosce tutti i segreti del calcio italiano. Sarebbe un rinforzo eccellente, perché permetterebbe anche a tutto l’ambiente di ragionare in maniera più ambiziosa. E il Toro ne avrebbe bisogno come il pane». LEGGI TUTTO

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    Lampi di Juve col Brest, ma è 2-2: Vlahovic, Danilo e Douglas Luiz protagonisti

    84′: Dentro Rouhi, Sekulov e Adzic al posto di Cambiaso, Weah e Thuram

    83′: Camblan trova il pari per il Brest! Il classe 2003 si fa trovare pronto e segna il gol del 2-2, beffando la difesa bianconera

    81′: Weah tenta l’ingresso in area per  servire Vlahovic ma la difesa del Brest allontana il pallone

    71′: Juve in vantaggio! Decisiva la deviazione di testa di Danilo su angolo di Douglas Luiz

    70′: Ancora un errore di Thuram in fase di impostazione. Palla persa, il Brest ne approfitta ma Perim blocca sicuro

    61′: Tre cambi Juve: fuori Savona per Danilo, Douglas Luiz sostituisce Fagioli e Bremer prende il posto di Gatti

    57′: Pari immediato della Juve! Locatelli viene atterrato in area e Vlahovic non sbaglia dal dischetto. Arriva così il primo gol dell’era Thiago Motta

    51′: Brest in vantaggio con Camara! Inserimento perfetto del francese che batte Perin a botta sicura. Si scaldano i brasiliani Danilo, Bremer e Douglas Luiz

    47′: Inizia la ripresa, dentro Perin e Yildiz, fuori Di Gregorio e Mbangula

    45′: Senza recupero, finisce qui la prima frazione di gioco: punteggio fermo sullo 0-0

    42′: Weah fermato in fallo laterale dopo una verticalizzazione di Thuram

    34′: Castillo cerca di inserirsi centralmente, ma senza successo

    27′: Ancora in difficoltà Thuram che sbaglia passaggi abbastanza elementari: il francese non sta di certo brillando in mediana

    23:’ Juve vicina al vantaggio: cross di Cambiaso e di testa Vlahovic spreca clamorosamente a lato

    22′: Ci prova Weah dalla lunga distanza ma lo statunitense trova la risposta di un attendo Coudert

    17′: Errore in costruzione di Thuram: il regista bianconero consegna il possesso al Brest con un passaggio in orizzontale. Poi la Juve si salva.

    8′: Sale la pressione del Brest: Di Gregorio rischia troppo nella costruzione dal basso, Camara calcia approfittando del disimpegno errato di Fagioli con la palla che va a lato

    2′: Buona l’azione in solitaria di Mbangula che nel momento del tiro si lo fa respingere da Coudert

    Riscaldamento per i bianconeri che tra poco scenderanno in campo con la maglia da trasferta di colore giallo oro.

    Tutto pronto allo stadio Adriatico per l’amichevole della nuova Juventus di Thiago Motta che a Pescara sfida il Brest. LEGGI TUTTO

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    Diretta Juventus-Brest ore 21: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    La Juventus torna in campo per il secondo test estivo dopo il ko contro il Norimberga di Miroslav Klose. I bianconeri sono attesi allo Stadio Adriatico per la sfida amichevole contro il Brest di Eric Roy, formazione reduce dalla storica qualificazione in Champions con l’inaspettato 3º posto guadagnato alle spalle di Psg e Monaco. Rispetto alla trasferta in Germania, Thiago Motta ha a disposizone tra gli altri Yildiz, Bremer, Danilo e l’attesissimo Douglas Luiz. In Italia, i francesi hanno già sfidato il Napoli di Antonio Conte, che si è aggiudicato l’incontro grazie al gol di Raspadori – uno degli obiettivi di Cristiano Giuntoli – . A Pescara, il nuovo tecnico della Juve potrebbe chiamare in campo Adzic, a occupare la posizione di sottopunta alle spalle di Vlahovic. Il centrocampista classe 2006 si è fatto notare a Norimberga – dove è subetranto a Miretti – inventando la giocata che ha provocato il rigore poi fallito dal serbo. Insomma, l’amichevole contro i bretoni è la prima sfida prestagionale di spessore, che può dire molto sulla preparazione all’inizio del campionato. Poi toccherà all’Atletico Madrid.
    Segui la diretta di Juventus-Brest su Tuttosport.com
    Juventus-Brest 2-2, la diretta
    84′: Dentro Rouhi, Sekulov e Adzic al posto di Cambiaso, Weah e Thuram
    83′: Camblan trova il pari per il Brest! Il classe 2003 si fa trovare pronto e segna il gol del 2-2, beffando la difesa bianconera
    81′: Weah tenta l’ingresso in area per  servire Vlahovic ma la difesa del Brest allontana il pallone
    71′: Juve in vantaggio! Decisiva la deviazione di testa di Danilo su angolo di Douglas Luiz
    70′: Ancora un errore di Thuram in fase di impostazione. Palla persa, il Brest ne approfitta ma Perim blocca sicuro
    61′: Tre cambi Juve: fuori Savona per Danilo, Douglas Luiz sostituisce Fagioli e Bremer prende il posto di Gatti
    57′: Pari immediato della Juve! Locatelli viene atterrato in area e Vlahovic non sbaglia dal dischetto. Arriva così il primo gol dell’era Thiago Motta
    51′: Brest in vantaggio con Camara! Inserimento perfetto del francese che batte Perin a botta sicura. Si scaldano i brasiliani Danilo, Bremer e Douglas Luiz
    47′: Inizia la ripresa, dentro Perin e Yildiz, fuori Di Gregorio e Mbangula
    45′: Senza recupero, finisce qui la prima frazione di gioco: punteggio fermo sullo 0-0
    42′: Weah fermato in fallo laterale dopo una verticalizzazione di Thuram
    34′: Castillo cerca di inserirsi centralmente, ma senza successo
    27′: Ancora in difficoltà Thuram che sbaglia passaggi abbastanza elementari: il francese non sta di certo brillando in mediana
    23:’ Juve vicina al vantaggio: cross di Cambiaso e di testa Vlahovic spreca clamorosamente a lato
    22′: Ci prova Weah dalla lunga distanza ma lo statunitense trova la risposta di un attendo Coudert
    17′: Errore in costruzione di Thuram: il regista bianconero consegna il possesso al Brest con un passaggio in orizzontale. Poi la Juve si salva.
    8′: Sale la pressione del Brest: Di Gregorio rischia troppo nella costruzione dal basso, Camara calcia approfittando del disimpegno errato di Fagioli con la palla che va a lato
    2′: Buona l’azione in solitaria di Mbangula che nel momento del tiro si lo fa respingere da Coudert
    Riscaldamento per i bianconeri che tra poco scenderanno in campo con la maglia da trasferta di colore giallo oro.
    Tutto pronto allo stadio Adriatico per l’amichevole della nuova Juventus di Thiago Motta che a Pescara sfida il Brest. LEGGI TUTTO