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    Giuntoli, e poi? Juve, come cambia la squadra dirigenziale

    L’arrivo del nuovo uomo mercato cambia l’organizzazione bianconera: i ruoli di Manna, Cherubini e…

    L’arrivo di Cristiano Giuntoli alla Juventus apre una nuova era del club. L’ex dirigente del napoli andrà a capo dell’area sportiva bianconera, con una visione quasi esclusiva – almeno nel primo periodo – sulla prima squadra. Il suo ingresso in società sarà graduale e andrà avanti per priorità: il primo nodo da sciogliere per il neo direttore sarà riportare la Signora a una dimensione vincente. Ovviamente per opera dell’allenatore che dovrà supportare e della squadra che – conti alla mano – dovrà mettere nelle condizioni di essere competitiva nonostante un ridimensionamento dei costi. LEGGI TUTTO

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    D’Amico, talento espresso solo in minima parte. Era il ragazzino della Lazio ’74

    Per il campione scomparso il calcio e la vita andavano presi con leggerezza e divertimento. Amatissimo dai tifosi, è il giocatore forse più sottovalutato del calcio italiano

    Vincenzo D’amico, 68 anni, bandiera della Lazio – con cui ha vinto lo scudetto nel ’74 – è scomparso ieri a Roma. Gran parte della sua carriera è stata con la maglia biancoceleste, con ben 336 presenze e 49 gol. Ma ha giocato anche nel Torino, che aveva puntato forte sul suo talento. All’inizio di maggio aveva annunciato su Facebook di avere un tumore. “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate. Io ci sto provando”.  LEGGI TUTTO

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    Da Re Cecconi a D’Amico, Lazio campione e maledetta

    Tra i biancocelesti che conquistarono lo storico scudetto del 1974 sono tanti quelli scomparsi troppo presto: è la più straziante Spoon River del calcio italiano

    Di maledetto c’è solo il destino. Quella Lazio, quella squadra. Una formazione-calvario, da recitare sottovoce, con il groppo in gola, l’anima rigata e le lacrime a invadere gli occhi. Dormono sulla collina, dormono in tanti, troppi, tutti strappati con violenza dall’album dei ricordi, figurine scollate dalla vita, fiori recisi in un campo seminato a dolore. Quella Lazio, la più straziante Spoon River del calcio italiano. LEGGI TUTTO

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    Capitano coraggioso dalla tecnica sopraffina: la carriera di D’Amico

    Vincenzo D’Amico è scomparso a 68 anni. All’inizio di maggio aveva annunciato su Facebook di avere un tumore. Campione d’Italia nel 1974 con la grande Lazio di Maestrelli e Chinaglia, D’Amico è stato una bandiera biancoceleste per sedici anni (dal 1971 al 1986 con solo una breve parentesi nel Torino) con ben 336 presenze e 49 gol: ripercorriamo la sua carriera LEGGI TUTTO

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    Samaden: “Dal provino a Cassano al sogno Donnarumma, vi racconto la mia Inter”

    L’ex responsabile del settore giovanile passa all’Atalanta dopo tre decenni ai nerazzurri cominciati come allenatore degli Esordienti: “Qui i ragazzi possono crescere serenamente, è il segreto per vincere. E quei cross di Dimarco…”

    Ieri sera ha fatto come sempre: è rimasto a lavorare nel suo ufficio al Centro Giacinto Facchetti fino alle 18, poi è uscito chiudendo la porta. Per l’ultima volta perché, dopo 33 anni trascorsi tra panchina (16) e ruoli dirigenziali (17), Roberto Samaden ha lasciato l’Inter. In nerazzurro ha vinto 17 scudetti e giocato 24 finali, ha scoperto e/o fatto crescere nel vivaio talenti come Federico Dimarco, Federico Bonazzoli, Cristiano Biraghi, Nicolò Zaniolo, Andrea Pinamonti, Davide Faraoni, Cesare Casadei, Alfred Duncan, Daniel Bessa, Marco Benassi, Wilfried Gnonto, Giovanni Fabbian e Michele Di Gregorio oltre ai fratelli Esposito e ai fratelli Carboni. LEGGI TUTTO

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    Scalpita l’esercito dei prestiti: da oggi l’Inter ha 26 giocatori in più

    Il 1° luglio è il giorno in cui rientrano ufficialmente alla base tutti i calciatori che anno trascorso la stagione altrove a titolo temporaneo: quasi nessuno resterà nerazzurro nella prossima stagione e altri sono già stati ceduti

    Presi tutti insieme sarebbero troppi per formare una sola rosa, figuriamoci a completamento di quella che già è a disposizione di Simone Inzaghi. Oggi è il 1° luglio e rientra ufficialmente alla base tutta la trentina di calciatori che l’Inter ha mandato in prestito nella scorsa stagione. Alcuni di loro sono già partiti a titolo definitivo senza passare dal via, ma i 28 restanti sono ancora troppi e molti di loro saranno ceduti anche in virtù delle sempre più stringenti limitazioni sui prestiti. LEGGI TUTTO

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    Mercato, gioco e rapporti: Giuntoli-Allegri, le tappe per costruire il nuovo asse Juve

    Il primo nodo da sciogliere è relativo al progetto tattico. L’intenzione di Allegri, trapelata da alcuni incontri di mercato, sarebbe quella di dare continuità al 3-5-2, cioè il modulo che nella passata stagione ha ridato equilibrio alla squadra. Con questo sistema, il tecnico ha ottimizzato le caratteristiche di Bremer e rimediato con Alex Sandro all’assenza di un difensore mancino. Il restyling sulle corsie è già stato avviato ma va ora rifinito, Giuntoli dovrà poi prendersi carico della trasformazione dell’attacco: dopo la cessione di Di Maria, anche Vlahovic e Chiesa non sembrano così certi di rimanere a Torino. E allora bisogna capire prima di tutto come si vuole giocare il prossimo anno, per preparare le contromisure senza dover poi schierare giocatori fuori ruolo. LEGGI TUTTO