consigliato per te

  • in

    “Santità, lei è come il Milan”, “Ronaldo a Lourdes”, “Gli arbitri di sinistra”: le frasi storiche

    La storia del Milan è cambiata per sempre una mattina piovosa d’estate. È il 1986, all’Arena Civica, il vecchio stadio rossonero nel mezzo di Parco Sempione, ci sono 10.000 tifosi senza ombrelli e con gli occhi spalancati. Seduto in tribuna, tra gli altri, c’è pure Gianni Brera. Alle 10.30 del 18 luglio, tre elicotteri si avvicinano allo stadio, parte in filodiffusione la Cavalcata delle Valchirie di Wagner. Giovanni Galli dirà: “Sembrava di essere in Apocalypse Now”. In uno dei velivoli, c’è Silvio Berlusconi. Atterra col boato del pubblico e inizia la presentazione della squadra. In uno dei suoi primi discorsi da presidente, farà capire a tutti chi è: “Il Milan è un affare di cuore, costoso. Ma anche le belle donne costano”. LEGGI TUTTO

  • in

    Maglia, soldi, sponsor: il nuovo Milan gira tutto intorno a Leao

    Il Diavolo ruota sempre più attorno al portoghese: in sede prevedono un boom commerciale, lui intanto prepara una stagione da numeri recordNel calcio di un tempo, non si sarebbe nemmeno posto il problema: avrebbe giocato con la numero 11. Nel calcio di oggi invece succede – spesso – che un numero vada decisamente oltre i semplici significati di campo. E così Rafael Leao che legittimamente chiede e ottiene la maglia numero 10 compie un gesto che contiene un mondo intero. Il suo, nobilitato dal numero più elegante che il pallone possa proporre, e quello del Milan, che si sfrega le mani e già immagina numeri sfacciati nel reparto marketing. LEGGI TUTTO

  • in

    Rabiot, un altro anno a Torino? I dettagli dell’offerta Juve

    L’input della proprietà è di tagliare gli ingaggi, ma per lui si fa un’eccezione: alla mamma-agente proposto un contratto annualeNiente straordinari per Adrien Rabiot: dopo aver chiuso la stagione in bianconero con 4214 minuti giocati (l’unico ad averne fatti di più nella Juventus è stato Danilo, che ha toccato quota 4645) salterà i prossimi due impegni con la Francia contro Gibilterra e Grecia (16 e 19 giugno). Il centrocampista ieri ha lasciato il centro sportivo dei blues per un problema al polpaccio: gli esami hanno evidenziato una lesione che lo costringerà a fermarsi. Nel frattempo la mamma-agente Veronique, avvistata nei giorni scorsi nel ritiro della Francia, continuerà a occuparsi del suo futuro, che i tifosi della Signora si augurano non sia lontano da Torino. LEGGI TUTTO

  • in

    Mazzocchi, da fruttivendolo a terzino che piace alla Juve

    TORINO – La Juve insegue per la fascia destra Pasquale Mazzocchi, classe ‘95, terzino della Salernitana che viene considerato un talismano tra promozioni (quattro, dalla D alla A con il Parma, poi una col Venezia) e salvezze miracolose, come quella con i campani. Proviamo a conoscerlo meglio…
    Le origini
    Pasquale (detto pako) Mazzocchi è nato a Barra, quartiere difficile di Napoli. A 12 anni si mette a fare il fruttivendolo, dopo la scuola, per portare a casa qualche soldo. Così arriva sfinito agli allenamenti e il suo allenatore, Giuseppe Araimo, gli chiede il motivo. Saputa la paga che gli danno, gli dice: «Da domani basta, ti do io la stessa somma per ogni gol che segnerai». Araimo è per Pasquale un secondo padre, e il quartiere Barra è rimasto nel suo cuore. Appena può ci ritorna, soprattutto quando c’è la festa dei Gigli. «Nel mio quartiere entri nei circoli e si parla sempre delle paranze di questa festa. Io sono della paranza Mondiale e ne sono orgoglioso».
    Gli amori
    Un anno fa ha sposato, dopo 10 anni di fidanzamento, Tonia La Magna, ha un labrador e ama le cose semplici: andare in giro con la moglie a fare shopping, rilassarsi a casa guardando un film sul divano, portare a spasso il suo cagnone. Nelle interviste ringrazia sempre i genitori che lo hanno sostenuto nella sua lunga gavetta.
    La fede
    La famiglia Mazzocchi è molto credente. Pasquale e Tonia si sono conosciuti in un movimento giovanile domenicano che frequentavano entrambi. A Capodanno 2020 il terzino ha postato sui social il suo nuovo tatuaggio, il volto di Gesù con la corona di spine sulla fronte che gli copre tutta la schiena. Accanto alla foto il messaggio, «Che questo 2020 ci porti tanta benedizione».
    I tatuaggi
    I tatoo sono una vera passione per Mazzocchi, che ha il corpo ricoperto di tatuaggi. Non soltanto il volto di Gesù: sul ginocchio sinistro ha impresso il numero 7, sulla mano la parola passione, sul pettorale sinistro, proprio sopra il cuore, il volto di un amico fraterno morto a 9 anni per meningite, sul pettorale destro due putti, e al centro, altezza sterno, una croce in negativo, con i contorni neri e sfumati che la rendono luminosa. Ma non è finita qui: l’immagine dell’attore Will Smith sulla gamba sinistra, un adulto che abbraccia un ragazzo, con una nuvoletta da fumetto in cui è scritto un lungo messaggio sullo stinco sinistro, sei numeri della tombola sul costato, un gufo, un cane, il leone, dei guerrieri, un diamante nero, dei fiori, altri volti femminile e maschili, la data della salvezza con la Salernitana (22-5-222) con la percentuale, 7%, dei bookmaker. LEGGI TUTTO