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    Di Francesco: “Inter? Qui a Frosinone partita diversa dal Sassuolo…”

    “Abbiamo trovato solidità, prendere 5 gol dà fastidio. Ha dato forza ad una squadra libera mentalmente, è venuta qui a fare una partita diversa da quella precedente dal lato mentale e poi avevano tutti i riflettori addosso. E’ stato “penalizzante” perché loro erano liberi mentalmente, sta a noi concretizzare. Chi ha giocato a calcio sa che può succedere. Certe partite bisogna gestirle diversamente. Reinier? Ha dato buone situazioni, non siamo riusciti a prenderli nelle loro uscite perché uscivamo a 4 anziché a 3. Poi loro ogni volta che ripartono ci hanno fatto gol, a livello psicologico è normale ci sia un calo”. L’allenatore del Frosinone ha aggiunto: “Analizziamo la sconfitta, il Sassuolo ha vinto con l’Inter creando pochissimo facendo una partita totalmente differente. Sta a noi capire cosa è successo, una sconfitta è una sconfitta, 1-0 o 5-0 non cambia. Ovvio che non sono assolutamente contento ma il risultato è bugiardo. Osanniamo l’Inter per quello che ha fatto ma è andata difficoltà in fase difensiva per quello che abbiamo creato. Poi, se non facciamo gol che dobbiamo fare?”.
    Il Frosinone si salverà?
    Secondo Di Francesco il Frosinone si salverà perchè “ha dimostrato di meritare la A, ha un pubblico fantastico, abbiamo mostrato coraggio giocandoci le partite. I risultati possono essere roboanti, dispiace ma fa parte delle caratteristiche di una squadra di giovani. Abbiamo fatto giocare più millennial in Europa”. LEGGI TUTTO

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    Pescara-Juve Next Gen: diretta playoff Serie C, formazioni e dove vederla in tv

    La sfida tra Pescara e Juventus Next Gen, valida per il secondo turno dei playoff del Campionato Serie C del Girone B, sarà visibile in diretta su Rai Sport e, come sempre, su Sky Sport oltre alle App dedicate (Rai Play e Sky Go), scaricabili su tutte le piattaforme: pc, smartphon e tablet. In alternativa è possibile seguire l’evento con la diretta testuale sul sito di Tuttosport.com. 
    Pescara-Juve Next Gen, probabili formazioni
    Pescara (4-3-3): Plizzari, Floriani Mussolini, Brosco, Mesik, Milani, Aloi, Squizzato, Tunjov, Merola, Cuppone, Accornero. All. Cascione.
    Juventus Next Gen (3-4-2-1): Daffara, Savona, Pedro Felipe, Muharemovic, Comenencia, Damiani, Hasa, Rouhi, Nonge, Sekulov, Guerra. All. Brambilla. LEGGI TUTTO

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    Toro, prenotato il successore di Juric: Vanoli è a un passo

    È solo questione di tempo. E di tragitto. C’è un percorso, davanti agli occhi: più o meno lungo, più o meno breve. Ordunque, se questo percorso si svilupperà senza più colpi di scena (leggi: inversioni a “u” nelle scelte di Italiano, l’allenatore in uscita dalla Fiorentina, o di Palladino, in partenza da Monza), a tempo debito Vanoli potrà diventare il nuovo allenatore del Torino al posto di Juric. Davanti al tecnico del Venezia si distende infatti un’autostrada libera, quasi senza… casello. Se non compariranno ostacoli al momento davvero non previsti o preventivabili, un giorno Vanoli arriverà a destinazione nel porto granata. Oggi come oggi, è infatti già formalmente a un passo dal Toro: diciamo che è nei fatti è già stato “prenotato” dal Torino. Ma quando lo compirà questo passo che ancora manca? E come mai questa accelerata nei suoi confronti proprio in questi ultimi giorni? E Italiano? E Palladino? E Gilardino?
    Insulti a Superga, le scuse della squadra
    Italiano, Palladino e Gilardino: come stanno le cose
    Ecco, cominciamo da qui, da questi ultimi tre allenatori che il Torino ha inseguito, corteggiato, ricoperto di sondaggi nelle ultime settimane, come più volte narrato su queste pagine. Potenzialmente, l’obiettivo preferito di Cairo e Vagnati (lo sanno tutti, lo hanno capito tutti da tempo…) è (o meglio: sarebbe) Italiano, autore di un gran ciclo a Firenze dopo le soddisfazioni e i successi conquistati a Trapani e Spezia. E ora Italiano è approdato anche in finale di Conference, in programma a fine maggio: come l’anno scorso, quando arrivò anche in finale di Coppa Italia, pur perdendole poi tutte e due. Vagnati aveva anche incontrato Italiano nei giorni scorsi: l’allenatore in uscita da Firenze (decisione già presa e comunicata con Barone ancora vivo) si è detto molto inorgoglito e contento di godere di una stima così forte da parte di Vagnati e di Cairo, con sul tavolo in bella vista la panchina futura del Torino. Ma Italiano è oggetto da molto tempo anche dell’interesse precipuo del Napoli (che già lo voleva la scorsa estate per il dopo Spalletti: però la Fiorentina non era disposta a liberarlo) e del Bologna (un’altra variabile, poi, potrebbe essere la Juventus, se si separasse da Allegri ma senza riuscire a prendere Thiago Motta, a sua volta destinato molto probabilmente a lasciare il club emiliano per compiere un salto di qualità in un top club italiano o straniero: lo cercano anche dall’Inghilterra, tanto per capirci…).
    Juric e i 5 che hanno tradito la fiducia
    Italiano e le condizioni per il rinnovo
    In tale scenario, Italiano ha (fondamentalmente) comunicato questo a Vagnati: potrei prendere in esame concretamente la vostra offerta solo una volta chiusa la stagione della Fiorentina e valutata con grande attenzione la mia situazione a 360 gradi. Tutte le carte a disposizione, insomma. Una risposta molto cortese, rispettosa del Torino e dei suoi vertici, e non solo diplomatica. Ma tradotta in giornalistichese (e nella realtà) diventa: se dopo la finale di Conference (29 maggio) le squadre più ricche, potenti e ambiziose e/o in Champions (dal Napoli al Bologna e via dicendo) evaporeranno davanti agli occhi di Italiano, allora l’opzione Torino, inferiore di livello seppur comunque intrigante, potrebbe improvvisamente decollare. Ma c’è il rischio che nasca comunque un’altra complicazione grossa per il Torino, strada facendo… Se infatti la Fiorentina vincerà la Conference o in ogni caso conquisterà l’Europa League attraverso il piazzamento finale in campionato, scatterà automaticamente un rinnovo automatico sino al 2025 per Italiano. A quel punto Cairo dovrebbe pagare una penale a Commisso pur di sperare di liberare Italiano. E i rapporti tra Torino e Fiorentina sono grandemente deteriorati da un paio di anni, come ben si sa. Morale: continuare a inseguire Italiano appare correre dietro a un miraggio, più che a un sogno.
    Palladino e Gilardino no, Vanoli vicino
    Di Palladino e Gilardino è presto detto. Il primo (da tempo già corteggiato dal Bologna in alternativa a Italiano) si è detto al momento non interessato a valutare altre squadre del livello del Torino. Penserà solo al Monza sino a fine campionato, è stata la risposta non certo accomodante ricevuta da Vagnati. E Gilardino, nei giorni scorsi, si è pubblicamente promesso al Genoa anche per il futuro: rinnovo biennale del contratto solo da firmare e annunciare. Morale: anche Palladino e Gila non risultano più essere obiettivi realistici, per il Torino (si aggiunga poi che anche Gattuso si è già tirato fuori dal “giro granata”). Altri allenatori non vengono concretamente presi in esame dal Torino. Senza soluzioni credibili dietro l’angolo, Vagnati ha così premuto sull’acceleratore, tornando ripetutamente a incontrare chi cura gli interesse del tecnico del Venezia, uno specifico pallino del dt granata (in esclusiva, si svelò su queste colonne l’interesse del Torino per Vanoli già a gennaio). A 51 anni, Vanoli è un allenatore emergente, di successo: alle spalle, i tanti anni da ct o vicect delle nazionali giovanili azzurre (con trofei alzati), da viceallenatore con Conte al Chelsea e all’Inter (Coppa d’Inghilterra e scudetto) e da tecnico “primo” (la Coppa di Russia vinta con lo Spartak Mosca nel ‘22, quindi il biennio travolgente col Venezia in B: preso da subentrato in zona retrocessione e portato ai playoff, l’anno scorso, e ora di nuovo in corsa per la A).
    Venezia in corsa per la Serie A
    Stasera (ultima giornata di B) il Venezia giocherà sul campo dello Spezia, 15° ma non ancora salvo, mentre il Como (2° in classifica, 2 punti sopra ai veneti) ospiterà il Cosenza, 10° e senza più obiettivi. Sulla carta, dunque, ci possiamo aspettare un Como promosso stanotte in A come già il Parma, e il Venezia ai playoff da 3°: il 20 e il 24 maggio giocherebbe le semifinali, il 30 e il 2 giugno le eventuali finali di andata e ritorno. Addirittura dopo la finale di Conference!, verrebbe da dire. Ma c’è una differenza enorme: Italiano non si è promesso al Torino, anzi, mentre Vagnati ha già in tasca la disponibilità di Vanoli a trasferirsi in granata con grandi motivazioni, a tempo debito. C’è poi un’ulteriore tessera da aggiungere al mosaico: il Venezia sta già valutando nuovi allenatori per la prossima stagione. Ma siccome Vanoli può, deve e vuole pensare solo ai destini sportivi del suo Venezia, per adesso (mani decisamente più libere ha invece chi lo rappresenta), gli incontri con Cairo e Vagnati e le trattative finali per la definizione del suo contratto col Torino potranno svilupparsi solo dopo che il Venezia avrà chiuso ufficialmente la stagione (stasera, oppure dopo i playoff). Ultimo pro memoria: Vanoli (sotto contratto sino al 2026) ha una clausola rescissoria da 500 mila euro in B e da un milione in A. Intanto, però, il Torino lo ha già “prenotato”, per l’appunto. E così Vagnati può stare tranquillo, nell’attesa: lunga o breve che sia. LEGGI TUTTO

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    Conceicao-Porto, siamo ai saluti: dopo la Coppa c’è il Milan

    Dunque, dopo l’addio a Lopetegui che si è accasato al West Ham e le dichiarazioni di Ruben Amorim, che ha detto di voler rimanere allo Sporting Lisbona, ecco che la rosa dei nomi che Furlani, Ibrahimovic, Moncada e D’Ottavio hanno in mano si assottiglia. O almeno così sembra. Perché non è da escludere in alcun modo il fatto che la dirigenza milanista abbia fatto alzare la cortina di fumo attorno all’obiettivo principale, tenendo vivi tanti profili interessanti.
    Conceiçao per il post Pioli
    Tra i papibli che, però, non rientrano nell’ipotetico bluff strategico c’è Sergio Conceiçao del Porto. Ieri c’è stato il tanto atteso faccia a faccia con André Villas-Boas presso il centro d’allenamento dei Dragoes, ma da quanto emerso, non si è parlato di futuro con l’impegno di farlo dopo la finale di Coppa del Portogallo contro lo Sporting Lisbona che si giocherà domenica 26 maggio. I giorni successivi saranno quelli nei quali Conceiçao e Villas-Boas affronteranno il discorso relativo al contratto valido fino al 30 giugno 2028 che l’ex esterno di Lazio, Parma e Inter aveva firmato poco prima delle elezioni presidenziali con l’ormai ex numero uno Pinto da Costa, del quale Conceiçao era un sostenitore.
    Insomma, a livello prettamente cronistico, non si sono registrati movimenti di un certo tipo e quello che sembrava essere un summit decisivo, in realtà, si è trasformato nel primo incontro ufficiale tra il nuovo presidente e l’attuale allenatore. Il silenzio sembra essere diventato un punto focale dentro le strategie milaniste, che continua a lavorare nell’ombra anche nel rispetto di Pioli, che dovrà guidare la squadra nelle prossime tre partite che, in qualche modo, dovranno consegnare al Milan il secondo posto in classifica.
    Milan alla finestra anche per Motta
    Sullo sfondo si staglia sempre il profilo di Thiago Motta. L’allenatore del Bologna, che è fortemente in orbita Juventus in caso di sostituzione di Massimiliano Allegri, è un profilo che piace alla piazza milanista per quanto fatto con i rossoblù in questa annata e potrebbe ritrovare a Milanello quel Joshua Zirkzee che è il primo obiettivo milanista per il ruolo di attaccante centrale. Suggestioni, indiscrezioni, voci che galoppano selvagge mentre il numero uno dei desiderata dei tifosi milanisti rimane Antonio Conte che, ad oggi, non è nei piani della dirigenza che ha sempre guardato a profili diversi rispetto a quello dell’allenatore salentino.
    Chissà se in mezzo alla nebbia rossonera, che non è quella dei fumogeni dei tifosi che domani potrebbero proseguire la loro fase di astensione dal tifo come già avvenuto in occasione di Milan-Genoa, non ci sia anche un profilo di un allenatore poco spinto in queste settimane. Tra quelli citati c’è quello di Marco Rose del Lipsia, che è un nome che stuzzica la dirigenza, mentre è nelle retrovie Marcelo Gallardo, che ha vinto tutto con il River Plate e che adesso allena l’Al-Ittihad in Arabia Saudita.
    Il nuovo allenatore del Milan, qualora il club dovesse riuscire a iscrivere la formazione Under 23 al prossimo campionato di Serie C (serve che si crei un buco nell’organico delle squadre aventi diritto alla categoria), dovrebbe far a meno di Daniele Bonera visto che l’attuale collaboratore tecnico è stato individuato come la guida giusta per questo progetto, mentre Ignazio Abate proseguirà il suo percorso in Primavera, con la quale ha raggiunto la finale dell’ultima edizione della Uefa Youth League. LEGGI TUTTO

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    Fondazione Vialli e Mauro Golf Cup: sport e solidarietà al Royal Park I Roveri

    Professionisti, celebrities e amateurs di nuovo insieme, sullo stesso green, per una giornata di sport e solidarietà: lunedì 3 giugno il Royal Park I Roveri di Fiano Torinese, gioiello immerso nella splendida cornice del Parco Naturale La Mandria e già teatro di numerosi eventi internazionali, ospita la XIX edizione della Fondazione Vialli e Mauro Golf Cup, la competizione che dal 2004 rappresenta un prezioso strumento per promuovere la raccolta fondi a favore della Ricerca sulla SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica, obiettivo che sta alla base dell’impegno della Onlus torinese.
    Nomi di lusso
    Sono 30 le squadre che si sfideranno sul percorso a 18 buche, come da tradizione composte da un professionista del DP World Tour, da una celebrity del mondo dello sport e dello spettacolo e da due amateurs. Hanno già confermato la loro presenza Michel Platini, Christian Panucci, Mauro Tassotti, Simone Pepe e il campione in carica Borja Valero, mentre tra i PRO saranno presenti: Adrian Otaegui, fresco vincitore del Volvo China Open e di altri quattro titoli del DP World Tour, Rafa Cabrera Bello, anche lui vincitore di quattro titoli del DP World Tour e Honorary Golf Board Member della Fondazione Vialli e Mauro Golf Cup, Guido Migliozzi, che vanta tre vittorie da professionista tra cui l’Open di Francia 2022 e il recentissimo secondo posto al Volvo China Open, Jorge Campillo, tre volte campione dell’European Tour, e Stephen Gallacher, quattro vittorie nel DP World Tour e Junior Ryder Cup Captain.
    Mauro: l’attesa
    «Siamo felici di riportare per la settima volta al Royal Park I Roveri questo evento: si tratta di uno dei circoli più belli d’Italia, oltre che strategico dal punto di vista logistico, e il riscontro dei partecipanti ne è stata la conferma – le parole di Massimo Mauro -. Un ritorno accompagnato anche da una nota malinconica, in realtà: l’ultima volta che la competizione si è svolta su quel green era il 2019, da poco eravamo venuti a conoscenza della malattia di Luca e durante quel torneo lui aveva già iniziato il suo percorso di cura. Era lì con noi sofferente, ma allo stesso tempo combattivo, capace di affrontare la malattia con quella forza e anche quell’ironia con se stesso e con gli altri che non l’ha mai abbandonato. Proprio per questo motivo la Golf Cup, così come tutte le altre iniziative promosse dalla Fondazione, vuole essere un evento che permetta a tutti di continuare a ricordarlo con il sorriso, festeggiando e condividendo quello spirito che lui stesso ci ha insegnato».
    Oltre 6 milioni raccolti
    L’obiettivo benefico è molto ambizioso: i fondi raccolti saranno, infatti, destinati al finanziamento del Bando di ricerca sulla SLA 2024 di Fondazione AriSLA – di cui la Fondazione Vialli e Mauro è uno dei fondatori – e all’acquisto di un innovativo macchinario di endoscopia finalizzato al progetto di diagnosi dei tumori pancreatici per l’Istituto di Ricerca IRCCS di Candiolo, centro specializzato nel trattamento delle patologie oncologiche. Ad oggi la Fondazione Vialli e Mauro ha raccolto 6.025.000 euro.
    Pensare in modo vincente
    Anche per questa edizione la Fondazione Vialli e Mauro può contare sul supporto di una vera e propria squadra di amici e sostenitori, a partire dai Presenting Partner dell’evento RF Celada S.p.A. ed ERG S.p.A., due eccellenze del mondo imprenditoriale italiano che condividono gli obiettivi dell’iniziativa. Guido Celada, CEO RF Celada S.p.A.: «La Golf Cup, cui partecipiamo da anni, resta un appuntamento straordinario soprattutto per l’obiettivo che si prefigge: essere di aiuto e supporto alla ricerca sulla SLA. Il nostro intento è quello di far sì che sia la Fondazione Vialli e Mauro a vincere e incontreremo i nostri avversari sul green con questo spirito, lo stesso che ha animato Gianluca. “L’importante non è vincere, è pensare in modo vincente”, come era solito dire».
    Sostenibilità e solidarietà
    Il pensiero di Edoardo Garrone, Presidente ERG S.p.A.: «Noi di ERG sentiamo gli scopi della Fondazione Vialli e Mauro Golf Club, alla quale siamo vicini sin dalla prima edizione, interpretare sempre più genuinamente lo spirito della nostra azienda. È frutto della concretezza di questa iniziativa: lo scorso anno, in gruppo con i generosi contributori dell’iniziativa, abbiamo aggiunto altri 240 mila euro alla già più che considerevole cifra di 4 milioni che la Fondazione ha raccolto nel corso degli anni, destinandola alla ricerca sulla SLA. L’operato della Fondazione Vialli e Mauro, credibile ed efficace, è sempre più affine al nostro modello, ormai solidamente improntato all’applicazione dei principi della sostenibilità e dei valori della solidarietà e della responsabilità sociale aziendale. Valori che fanno parte della nostra storia imprenditoriale, lunga quasi novanta anni, attraverso i quali ci siamo impegnati e continueremo a impegnarci per contribuire con la nostra crescita a creare un futuro migliore, generando valore sostenibile, trasmettendo la nostra passione, affrontando con coraggio le sfide di un mercato in continuo e veloce cambiamento in scenari difficili e complessi». LEGGI TUTTO

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    Toro e il nuovo attacco: piace la velocità di Noslin. E Praet si propone ai granata

    I numeri di Noslin
    Ebbene poco dopo essere sbarcato in Italia, e presosi il tempo per comprendere la nuova realtà, il gialloblù dalla quarta presenza in campionato ha iniziato a sfornare gol e assist. Quattro i primi, e rifilati a Juve, Milan, Atalanta e Fiorentina (nell’ultimo turno): le prime due sono destinate a disputare la prossima edizione della Champions, come forse l’Atalanta e a differenza di una Fiorentina che, però, ha buone chance di entrare nelle coppe vincendo la Conference (oggi dalle 18.45 il ritorno della semifinale contro il Club Brugge.
    Si parte dal 3-2 per i viola maturato nella gara d’andata al Franchi), o attraverso una classifica che vede la squadra di Italiano nona, a un punto da Napoli ottavo e con una gara da recuperare contro l’Atalanta. Insomma, a Noslin non solo piace segnare, l’olandese ha anche gusto per le vittime illustri. E, considerata la ritrosia dei granata a centrare colpi contro le grandi (fin qui, tra andata e ritorno, soltanto due sono stati i successi con le prime nove della classe: 3-0 sia all’Atalanta che al Napoli). Si diceva, invece, dei due assist: uno, recapitato a Lazovic, lo ha visto protagonista ancora contro i nerazzurri, l’altro, invece, ha mandato in rete Bonazzoli a Cagliari.
    Domenica la sfida al Toro
    I 4 gol e 2 assist sono quindi arrivati nelle ultime undici giornate (detto che, giusto per mettere le cose in chiaro, alla prima presenza con il Verona aveva conquistato il calcio di rigore poi sbagliato da Duda contro il Frosinone). Numeri importanti, e che tra i granata il solo Zapata può vantare. Oltretutto Noslin è stato anche impiegato prima punta, dal tecnico dei veneti Baroni, ma ha spesso occupato pure la posizione alle spalle del centravanti o ha attaccato partendo dalla corsia. Segno dell’eclettismo di un elemento che ha fatto vedere di poter giocare in ogni posizione del reparto offensivo. Decisivo, il suo contributo, per aiutare i gialloblù a salire a quota 34 punti (quattro in più dell’Udinese terz’ultima a tre giornate dal termine della stagione): e nel prossimo turno la rivale del Verona sarà proprio il Toro. Un’occasione, per la dirigenza granata, di vedere all’opera e dal vivo il talento di nazionalità olandese (e magari di scambiare qualche riflessione con gli uomini mercato veronesi). Che, opportuno ricordarlo, al suo attuale club di appartenenza non è costato. O meglio, il Fortuna Sittard ha girato al Verona il cartellino di Noslin a compensazione di un pregresso debito contratto dalla società olandese con quella di Setti. E relativa alla cessione del portiere Pandur dai gialloblù agli olandesi.
    Le mosse di Vagnati
    Vagnati, che in attesa di sciogliere le riserve sul nome dell’allenatore che prenderà il posto di Juric non può certo mantenersi immobile sul mercato, sta seguendo Noslin con grande attenzione, e consapevole del fatto che adesso servano circa 6 milioni, per prendere il giocatore. Immaginare la velocità di Noslin messa a disposizione della forza esplosiva di Zapata (ma occhio al sondaggio, per il colombiano, da parte dei messicani del Cruz Azul) è indubbiamente interessante, guardando al Toro che verrà. E che in attacco subirà una rivoluzione.
    Pellegri è in partenza, Okereke non sarà riscattato (è di proprietà della Cremonese) e Sanabria pure ha un piede e mezzo fuori dal Fila. Serviranno tanti volti nuovi, sia tra i titolari che tra le alternative. In tal senso vanno registrate le parole di Praet, in granata nel 2021-22, il primo con Juric in panchina: “Mi piacerebbe tornare in Serie A – ha dichiarato ai microfoni di Het Nieuwsblad – il Torino mi aveva ricercato, ma al Leicester pensavano fossi troppo bravo e versatile per concedere il mio cartellino a poco. Non sono polemico, né uno che si agita per trasferirsi, però sì, una proposta del Torino la ascolterei anche adesso”, ha dichiarato il belga candidandosi tra le alternative della squadra granata per il 2024-25. LEGGI TUTTO

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    Italiano su Bruges-Fiorentina e il tifo: “Molto esigenti, ma…”

    Bruges-Fiorentina, la conferenza di Italiano
    “Il pensiero è di riuscire ad arrivare come lo scorso anno a completare questo percorso per avere la possibilità di giocarci questo trofeo. Dovremo cercare di essere concreti e non sbagliare e dovremo portarli dalla nostra parte giocando con testa e disciplina, sia quando avremo il pallone che quando non ce l’avremo” – ha spiegato Italiano. Poi ha proseguito: “Queste sono partite in cui gli episodi condizionano tanto. Vedi l’espulsione di Bergamo, dove non stavamo facendo una brutta gara. Poi se rimani in inferiorità è chiaro che tutto cambia. Dobbiamo si sfruttare il gol di vantaggio, ma senza farci condizionare e continuando a fare le giocate che ci hanno permesso di arrivare qua. Dovremo cercare di metterli in difficoltà come all’andata. Nonostante i due gol su nostri errori abbiamo fatto una grande partita. Serviranno i soliti aspetti che a volte abbandoniamo: attenzione, applicazione e sapere a cosa andiamo incontro. Come sta Bonaventura? Vediamo domani. Oggi ha fatto lavoro a parte, vediamo come starà, sentiremo le sue sensazioni e decideremo. Tutto rimandato a domani”.
    Poi sul tifo: “Il primo pensiero è che Firenze è una piazza davvero molto esigente, una piazza che mette quella sana pressione, che dà lo stimolo per tenere alta l’attenzione. E’ normale che tutti si debba migliorare, io per primo che sono giovane e ho tanto davanti per crescere e migliorare. Ma posso solo dire che allenare a Firenze è un privilegio, la maglia viola è qualcosa di fantastico e la possibilità di dargli qualcosa di straordinario è bello. Non abbiamo ancora finito. Il percorso è positivo, poi è normale che tutti chiedano di più… Firenze chiede tanto, ma per me è tutto a posto”.
    Italiano: “Castrovilli fuori lista? Devo ripensare a cosa è successo”
    Italiano ha poi fatto un’analisi della stagione della Fiorentina: “Il percorso fin qui è positivo, siamo arrivati ad un’altra semifinale. Poi vediamo quello che accadrà domani, ma essere arrivati al 7 maggio con la possibilità di giocarci un trofeo è comunque qualcosa di straordinario. Questa competizione ci ha visto per due anni protagonisti, abbiamo regalato emozioni ai nostri tifosi e vogliamo continuare. Ma fin qui il percorso fatto in Europa è stato più che positivo”. Su Castrovilli fuori dalla lista per l’Europa: “Dovrei ripensare a ciò che era accaduto in quei giorni. Non ricordo perché non siamo riusciti ad inserirlo. Ma se devo spendere parole su Gaetano lo faccio volentieri: sta dimostrando di essere un ragazzo serio, con grande disponibilità. Nel momento in cui verrà recuperato al 100% tornerà il giocatore che tutti conoscevamo. Dispiace per Sottil: stava iniziando a sentire la porta, ad essere più incisivo, poi si è fatto male. Quest’anno fra pali, traverse, risultati sbagliati è stato strano, succede, abbiamo sempre trovato soluzioni e lo faremo anche domani”.
    Poi ha proseguito: “L’esperienza europea è bellissima e sono felice di averla affrontata con questi ragazzi, per noi ogni partita è vita o morte. Quando mi hanno chiamato e dato la possibilità di allenare la Fiorentina è stato bello, quando la affrontavo da calciatore era appassionante. E ripeto, essere l’allenatore della viola è un privilegio esagerato”. Su Nzola: “All’andata quando è entrato fin dal primo pallone si è visto un altro spirito e un’altra voglia. Con l’Hellas secondo me ha disputato un’altra ottima gara, poteva anche segnare. Per me è recuperato dal punto di vista mentale, se sta bene fisicamente può dare tanto per stazza e velocità. Queste sono partite importanti e averlo a disposizione, a posto mentalmente, può aiutarci e darci tanto. La sua presenza può aggiungere qualcosa a questo finale di stagione”.
    Bruges-Fiorentina, la conferenza di Martinez Quarta
    Queste le parole di Martinez Quarta: “Le partite ad eliminazione diretta si preparano in modo diverso. Siamo felici di ciò che abbiamo fatto, siamo in semifinale da due anni e abbiamo sfiorato la finale di Coppa Italia. Domani cercheremo di portare la Fiorentina ad un’altra finale, sarà una bella partita, siamo carichi e cercheremo di dare il massimo. Io goleador? Sono felice di aiutare la squadra, spero di segnarne ancora tanti da qui alla fine. Paragoni con Passarella per il record di gol (gliene mancano due)? Non ci ho mai parlato, ma è motivo di orgoglio anche solo avere la possibilità di poterlo raggiungere. Questa è una spinta personale, ma voglio solo aiutare la squadra. Spero che domani si possa fare una grande partita, vogliamo partire forte e non importa chi fa gol, conta solo vincere e raggiungere un’altra finale”. Poi ha concluso: “Sarebbe bellissimo vincere un trofeo, per quello che rappresenta il club, per il fatto che sono tantissimi anni che manca. Sarebbe bellissimo poter portare un titolo alla città e questo gruppo lo merita nonostante qualche critica di troppo”. LEGGI TUTTO