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    Youth League, Juve-City 1-1: niente testa di serie, chi sfida ai sedicesimi

    Juventus-Manchester City, il raccontro del match

    CLICC QUI PER RIVIVERE LA DIRETTA

    92′ – L’arbitro fischia due volte, Juve-City termina 1-1. 

    91′ – OCCASIONE JUVE!Ventre viene lanciato in contropiede da Savio, l’esterno poi trova Pugno che di prima calcia bene, ma trova la deviazione vincente di un difensore.

    90′ – Concessi due minuti di recupero.

    90′ – Altro cambio nel Manchester City: Gray fa posto a Braithwaite.

    89′ – Finocchiaro converge bene dalla sinistra e con un destro potente impegna il portiere.

    88′ – Sostituzione nella Juve: dentro Finocchiaro per Vacca.

    87′ – Cambio nel City: fuori Oboavwoduo dentro Warhurst.

    86′ – OCCASIONE JUVE!Ventre si invola verso la porta e a tu per tu con il portiere, il suo tiro viene intercettato sulla linea da Alleyne.

    82′ – Troppo aggressivo McAidoo che stende Gil e si prende il giallo.

    75′ – Cambi nella Juve: dentro Ventre e Florea per Biliboc e Keutgen.

    67′ – Il Manchester City aumenta i giri del motore soprattutto sulla destra: Alfa-Ruprecht sterza, si libera di Pagnucco, ma calcia alto.

    60′ – Gil ferma un’azione promettente e viene ammonito.

    54′ – OCCASIONE JUVE!Bianconeri pericolosi dagli sviluppi di un corner: Boufandar prende il tempo a tutti, ma la sua girata di testa è di poco imprecisa.

    50′ – Meglio gli inglesi in questa prima parte del secondo tempo, ma i bianconeri si difendono bene ed evitano pericoli.

    46′ – Il Manchester City dà il via alla ripresa.

    FINE PRIMO TEMPO

    45’+1′ – L’arbitro fischia due volte, il primo tempo termina 1-1.

    45′ – Concesso un minuto di recupero.

    40′ – Vacca si libera ancora una volta bene al limite e fa partire un destro a giro, che Brits respinge in angolo.

    33′ – GOL DEL MANCHESTER CITY!Alla prima occasione gli inglesi passano in vantaggio con Samuel, che si libera bene in area e pesca l’incrocio dei pali.

    25′ – Dopo un grande inizio della Juve, inizia ad aumentare il palleggio anche il Manchester City, ma senza pungere.

    19′ – GOL DELLA JUVENTUS!Dagli sviluppi del calcio d’angolo, un colpo di testa di Gil viene deviato, la palla finisce sui piedi di Mazur e fa centro.

    18′ – Altra iniziativa di Pugno, che prova il tiro in area, ma il suo destro viene ribattuto.

    17′ – Bel cross di Biliboc dalla destra, Pugno si libera bene e colpisce il palo, ma a gioco fermo per fuorigioco.

    9′ – Intervento in scivolata di Pugno, che si prende il primo giallo del match.

    5′ – Si accende Vacca, che salta un uomo e conquista una buona punizione dal limite. Sul pallone si presenta Biliboc, ma centra la barriera.

    4′ – Possesso bianconero in questi primi minuti di gioco.

    1′ – La Juventus muove il primo pallone del match.

    Juve-Manchester City, dove vederla

    Alle ore 14 a Vinovo la Juventus scenderà in campo per la sfida contro il Manchester City. La gara sarà possibile vederla su Sky Sport Calcio (202), sul canale della Uefa Tv o sul sito della Juventus. In alternativa è possibile seguire la diretta testuale sul sito Tuttosport. 

    Juve-Manchester City: le formazioni ufficiali

    Juventus (3-4-2-1): Radu; Savio, Gil Puche, Bruno Martinez; Biliboc, Boufandar, Mazur, Pagnucco; Keutgen, Vacca; Pugno. A disp.: Zelezny, Nisci, Ventre, Montero, Scienza, Finocchiaro, Florea, Merola, Lopez. All. Magnanelli

    Manchester City (4-3-3): Brits; Samuel, Alleyne, Noble, Mfuni; Heskey, Gray, Oboavwoduo; Alfa-Ruprecht, McAidoo, Heskey R. A disp.: Hudson, Braithwaite, Henderson-Hall, Warhurst, Fapetu, Batty. All. Wilkinson LEGGI TUTTO

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    “Torino, rinforzati così a gennaio e affidati a Che Adams per restare a galla”

    Camolese, mezzo pieno o mezzo vuoto il bicchiere granata dopo il pari di Marassi? «Ho visto alcune cose interessanti da cui ripartire. Il Toro ha fatto una buona prestazione, dimostrando compattezza e unione di squadra. Sul piano del gioco ha concesso poco al Genoa e avrebbe meritato di più. Al di là della rete annullata nel finale, se c’è una formazione meritevole del successo era proprio il Torino. Ai granata sabato è mancato solo il gol».
    Un problema che rischia di diventare atavico: il Toro ha segnato appena un gol nelle ultime 6 giornate. «Naturalmente pesa tantissimo l’infortunio di Zapata. Duvan faceva la differenza e garantiva un bel numero di reti. La sua assenza ha depotenziato parecchio la squadra, questo credo sia indubbio e indiscutibile. Quando perdi il miglior giocatore, diventa difficile per qualsiasi club ripartire e ottenere risultati importanti. Tra poco si aprirà il mercato e naturalmente mi aspetto l’arrivo di un nuovo attaccante».
    Che tipo di punta serve a gennaio? «Un centravanti che sia strutturato e abbia una presenza fisica importante all’interno dell’area di rigore. Serve uno che là davanti faccia reparto e ovviamente veda la porta».
    Si parla di nomi importanti in uscita da big come Arnautovic (Inter), Simeone (Napoli), Beto (Everton), Jovic (Milan). Possono fare al caso del Toro? «Sono tutti ottimi attaccanti, seppur con caratteristiche diverse tra loro. Secondo me c’è un fattore importante da non trascurare nelle valutazioni…».
    Quale? «Conta come vengono qui e con che spirito lasciano le loro squadre per abbracciare un nuovo progetto. Il Torino necessita di un attaccante importante e che faccia la differenza; perché ciò accada serve venire al Toro con la voglia e la testa giusta. Le motivazioni sono fondamentali».
    Vista la stagione anonima, il mercato resta l’ancora di salvezza a cui si aggrappano i tifosi del Toro. Oltre all’attacco dove bisogna intervenire? «Dipende da che modulo vuole adottare l’allenatore. Se Vanoli continuerà con il 3-5-2, gli esterni sono fondamentali per sviluppare quel tipo di gioco. A quel punto anche sulle fasce si può migliorare e rinforzare l’organico con degli innesti in quel ruolo, dove qualcosa manca».
    I tifosi intanto sono preoccupati: questo Toro, reduce da 4 sconfitte nelle ultime 6 gare, rischia di essere risucchiato in zona retrocessione? «Non bisogna guardarsi alle spalle e pensare agli altri, ma fare punti in fretta. Il Toro visto a Marassi ha lottato e tenuto bene il campo, oltre ad aver avuto le occasioni per vincere. Pertanto coi giusti correttivi a gennaio può dare delle soddisfazioni ai tifosi e non rischiare nulla, evitando così possibili sofferenze».
    Da che giocatore si aspetta uno step di crescita per risalire in classifica? «Un elemento che mi piace e ritengo molto interessante è Che Adams. Lo scozzese era partito benissimo, però adesso lo vedo un po’ in difficoltà. Continuerei a dargli fiducia: ha le doti per aiutare il Torino a conquistare punti importanti».
    Il top player granata resta Samuele Ricci, che fa gola alle big italiane e inglesi. Seguirà anche lui le orme di Buongiorno? «Ricci è forte e l’ho detto in tempi non sospetti. Non a caso è entrato in pianta stabile nel giro della Nazionale. Ha tutte le doti per arrivare ai massimi livelli. Inoltre mi sembra un ragazzo molto intelligente e con la testa sulle spalle. Il suo futuro in un top club, però, passa inevitabilmente dalla stagione che disputerà col Torino. Più aiuterà il Toro a ottenere risultati importanti e più ci saranno interessamenti nei suoi confronti. A quel punto in estate di fronte a una grande offerta, soddisfacente per tutti, potrebbe partire anche lui, come accaduto con Buongiorno». LEGGI TUTTO

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    Buffon sta con Motta: “Abituato a certe pressioni. Certo, sostituire Allegri…”

    Il sostegno a Thiago Motta
    “Io ho una stima enorme in Thiago, l’ho avuta da giocatore, l’ho avuta come persona e ce l’ho anche da allenatore, perché tre anni fa quando ogni tanto parlavo col Presidente, si vociferava di un cambio allenatore, di un voler cambiare rotta così, allora si parlava e mi chiedeva, ma tu che prenderesti? Io ho detto, io vedendo il Fisic du Rol, vedendo come ha passato determinati momenti difficili e come li ha gestiti, seppur in piazze piccole come lo Speza all’epoca così, ho detto per me Thiago Motta non può non diventare un allenatore della grande squadra. E quando la Juve l’ha preso, sono stato veramente felice, perché a me piace, anche adesso, al di là delle difficoltà del caso, io penso che lui abbia qualcosa di buono da trasmettere e abbia anche un passato da giocatore che praticamente lui è abituato a stare in certi posti e a gestire determinate pressioni. Quindi, devo dire, io ho grande fiducia in lui – aggiunge – però devo aggiungere anche una cosa, secondo me il suo ruolo è molto difficile, perché al di là di quello che puoi pensare te, io credo che lui va a sostituire un mostro sacro, perché poi chi possa piacere non può piacere, però venire dopo una figura come Allegri è veramente complicato la Juve”.
    L’allenatore mai avuto
    “Conoscendolo da vicino devo dire che Spalletti è un allenatore che mi sarebbe piaciuto avere. Perché mi ritrovo tanto in certe sue considerazioni, in certi suoi pensieri, per il suo coraggio. Anche se alcune volte, come dice lui, ho fatto casino, però ha sempre dimostrato di avere coraggio e di voler dare al gruppo sempre la predominanza e l’importanza superiore, magari a discapito anche di qualche singolo. E questo è sinonimo di una persona che lotta per un’uguaglianza, che poi nel calcio non ci può mai essere fino in fondo perché ci sono i campioni e ci sono quelli meno campioni, come in tutti i lavori, sono gli architetti e gli operai”.
    L’affetto verso Mandzukic
    “Mario era particolare, era particolare perché il primo giorno gli danno un armadietto in mezzo allo spogliatoio, lui dice ‘no, no, no good, no good’, perché no good è stata l’unica parola che diceva fra italiano, perché c’era il no che si dice in tutte le lingue del mondo, il good in inglese per farsi capire, per cui le sue due parole erano ‘no good’ per cinque anni, sei anni, e si è messo in un angolo da solo, cioè si è messo nell’angolino, uno entrava e vedeva in un angolo uno così, era Mario Manzukic, però era un finto burbero, è classico che aveva un cuore veramente d’oro, era un altruista e soprattutto era uno sul quale potevi contare, cioè quando i palloni diventavano pesanti, quando la gara incominciava a essere maschia, tu sapevi che avere Marionone dalla tua parte era qualcosa di molto positivo”.
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    Perin mental coach Juve: “Il nostro giocare in piccolo non serve…”

    La Juventus sta vivendo una situazione difficile, come la sta gestendo il mister e come la sta vivendo Perin? “Vedo questo momento come un’opportunità. Ne parlavamo prima: nei momenti di crisi è lì che si tira fuori il meglio, è lì che si migliora, uscendo da quella crisi e avendo dato. Ovviamente devi lavorare perché poi passa da lì, bisogna lavorare e bisogna essere professionali, bisogna sapersi connettere tra noi giocatori, ed è una cosa che sono sicuro stiamo già facendo e miglioreremo. Il mister la sta gestendo con massima tranquillità e ci dà grande serenità. Questa è la cosa più importante, sappiamo benissimo ed è un dato di fatto che abbiamo vissuto comunque un periodo difficile per via delle assenze, non ci piangiamo addosso, l’ho detto l’altro giorno dopo Lecce e noi siamo andati a Lecce per vincere e volevamo vincere, giochiamo col Bologna anche se siamo in undici noi giochiamo per vincere, non solo perché siamo la Juventus ma perché crediamo in quello che facciamo.
    E crediamo di essere un gruppo forte che si deve migliorare, che deve crescere e che deve puntare a vincere passando anche attraverso questi momenti qui. Hai fatto l’esempio dell’Atalanta, ha seminato e seminato e poi ha vinto. Noi in questo momento dobbiamo seminare, lo so che la Juventus ha abituato a vincere da subito, è il più grande club d’Italia insieme all’Inter e al Milan, ma è un dato di fatto che ci vuole tempo. I nostri tifosi sono abituati molto bene ed è giusto che sia così, perché siamo la Juventus, ci vuole solo un po’ di pazienza in questo momento qui perché siamo una squadra giovane fatta di grandi giocatori, ma non solo: sono giovani professionisti con grande standing umano e questo non è facile da trovare al giorno d’oggi. Anche i più giovani sono ragazzi veramente seri e tutto questo mi porta a pensare che, non so quando, ma arriveremo a ottenere i nostri obiettivi”.
    Perin e al grande competitività in allenamento: “Behrami ne sa qualcosa”
    A Perin piace alzare costantemente la competitività in allenamento, al punto che un suo ex compagno ha raccontato di essere arrivati quasi alle mani: “Valon Behrami! Eravamo uguali da questo punto di vista, l’adrenalina era alta e a volte siamo andati allo scontro. Ottenemmo due salvezze incredibili con quel Genoa, veramente incredibili. Loro per me saranno sempre miei fratelli, ma veramente a livello emotivo. Si è creato un legame straordinario, poi passano inosservate le salvezze perché comunque non vinci niente, ma a certe volte retrocedere è più brutto di arrivare secondi. Molto più brutto di arrivare secondi. Un anno durante il Covid, che partivamo a gennaio che avevamo 7/8 punti in meno e ci siamo salvati all’ultima giornata con il Verona e l’anno dopo a dicembre avevamo 7/8 punti e poi ne abbiamo fatti tipo 34 nel girone di ritorno, e mi ricordo lì veramente vidi lo spessore umano di tanti miei ex compagni, tra cui Valon. Non c’erano altre strade, ma noi ci saremmo salvata. L’unione che si è creata in quei momenti lì c’è ancora oggi, se ci penso mi vengono i brividi”.
    E aggiunge: “Ho tanti miei compagni che, quando facciamo le partitelle contro non mi sopportano. Locatelli mi odia proprio. E siamo amicissimi fuori dal campo eh! So che certe volte sono un po’ pesante, però sono fatto così. Non posso mettere da parte quella mia parte perché se la mettessi da parte, non sarei realmente io e non sarei performante alla stessa maniera. È una parte di me che mi fa svegliare la mattina e mi fa venire qua a dare ogni giorno tutto quello che ho. Mi hanno detto che tieni molto ai discorsi pre-partita. Il percorso di cambiamento che ho fatto mi ha fatto diventare molto spirituale, leggo tantissimi libri sulla spiritualità e guardo tante cose che mi hanno fatto bene. Con parole un po’ più semplificate cerco di portarle nello spogliatoio. Alcune volte sono robe epiche, però fighe, mi piace dirle alcune volte. Si alza tantissimo l’energia. E certe volte sento che mmm… vuol dire o che non sono stato capito bene, o che non è piaciuta”.
    Perin oltre il calcio: dal vino al ciclismo
    C’è un’altra passione che intriga molto Perin, quella per il vino e la vendemmia: “Vado a lavorare in cantina. È una grande passione che cerco di portare con moderazione nella mia vita, perché comunque sono uno sportivo professionista e professionale. Quindi lo faccio con le giuste dosi, però è una passione incredibile. Durante l’estate la coltivo tantissimo, vado a trovare i produttori in Borgogna, nella zona dello champagne, ho tantissimi amici produttori che sono diventati miei amici, vengono qui in Italia a vedere le partite, ho tantissimi amici qui nelle Langhe, vicino a Torino. E quindi avendo tanti amici e tanti produttori che ho conosciuto grazie a questo mondo qui, quando ho dei giorni liberi vado in cantina a lavorare da loro oppure in vigna, mi piace sporcarmi le mani e capire come fanno a farlo così buono. Voglio capire quando lo sto bevendo, cosa sto bevendo e il percorso di quel lavoro: è diverso, sai? Ha un altro sapore. Ci sono i produttori di vino che ho conosciuto io, che hanno delle storie da raccontare, hanno una cultura veramente importante.
    Proprio perché hanno a che fare con l’universo, con la terra, con le condizioni climatiche, con la vigna… è tutta vita, no? E hanno una cultura, ma non solo nel loro lavoro, proprio in generale, hanno una curiosità che non li spinge solo a fare ciò che amano, ma hanno proprio mille storie da raccontare. Un esempio: Teobaldo Rivella, che sta a Barbaresco, ha 82/83 anni, io vado anche solo a bermi un caffè con lui perché ha argomenti da raccontare. Oppure Gianni Canonica, comunque so dei must nelle Langhe, sono conosciuti in tutto il mondo, vado lì anche senza parlare di vino, mi raccontano le storie e mi raccontano come hanno vissuto, mi raccontano magari delle vendemmie belle oppure brutte, di cosa hanno provato. Ogni volta che vado lì e sto con loro imparo qualcosa. E mi nutro di queste loro storie, di questi loro racconti che hanno un legame con la terra. Spesso ci disconnettiamo perché stiamo sempre al telefono, oppure a casa davanti alla televisione o magari sei con i bambini e li vai a prendere a scuola e li porti dentro una centrifuga. Perdiamo veramente il contatto con la vita. Anche proprio con il saper ascoltare. Magari anche solo andare al supermercato dove non conosci il cassiere e chiedergli come sta andando la sua giornata. Non dovremmo rendere invisibili tutte le persone intorno a noi. Ho notato questa cosa, ogni volta che ascolto persone più grandi di me imparo qualcosa, mi rimane dentro. Quell’incontro con i produttori mi nutre. Mi fa crescere, capito? Quindi vado anche solo a prendermi un caffè con loro e mi fanno dei regali emotivi ed emozionali”.
    Ma è anche un ottimo ciclista: “La coltivo in estate. Ovviamente stando molto attento sulle strade, ma anche per mantenermi allenato mi piace. Magari due giorni faccio palestra e un giorno esco in bici. Oltre che una passione è anche un modo per tenere la mia parte metabolica attiva. È una passione nata grazie a mio nonno: mio padre e mia madre lavoravano sempre, mio padre faceva due lavori addirittura. La domenica riuscivo ad andare al mare con loro. Quindi il sabato andavo dai nonni in campagna, mio nonno era muratore e tornava tutti i giorni alle 15 e accendeva il Giro o il Tour. La prima tappa che vidi era nel ’99 con Pantani, quando ebbe un guasto alla catena o bucò la ruota. Poi rimontò. Avevo 6 anni. Ricordo mio nonno in piedi sulla sedia che tifava. La prima volta che vidi Pantani, da lì mi appassionai. Poi dopo i fatti del 2009 con il doping mi sono allontanato, deluso. Ultimamente invece con questi campioni eccezionali, mi piace proprio vedere le corse. Anche in ritiro, in palestra o in viaggio. L’ho trasmesso anche a Locatelli, siamo vicini in pullman. Non dimenticherò mai la squalifica di Pantani: ero al compleanno di un mio amico di scuola calcio. C’era una televisione ed era la breaking news del TG5”.
    E, secondo il portiere bianconero, nel “calcio si dovrebbe parlare di altri temi oltre il calcio”: “Sono d’accordo. Purtroppo, hanno etichettato i calciatori come una categoria, ed è stata anche colpa nostra probabilmente perché in tanti anni probabilmente non ci siamo fatti vedere di più, non abbiamo fatto vedere anche gli esseri umani che siamo, ma solo la parte calcistica. Però c’è chi è più introverso, c’è chi vuole più privacy per la sua vita ed è giusto che sia così, io sono abbastanza estroverso e mi piace parlare delle mie passioni, mi piace perché quando poi trovo la passione di un’altra persona mi piace ascoltare quella passione lì e magari vengo ispirato. L’errore, secondo me, è che tanti sportivi non si creano altre passioni al di fuori del loro sport e lavoro. E poi quando finisce carriera è un problema perché dopo 25 anni che fai la stessa cosa, se non hai altre passioni che fai? Quel problema non ce l’avrò, ne ho pure troppe”.
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    Conte: “Non sono deluso, la strada è quella giusta. Negli ultimi 30 metri…”

    Il tecnico del Napoli ha poi concluso così: “Le ripartenze ci stanno, è inevitabile che se porti una pressione ci sono a volte delle situazioni di ripartenza, dove magari devi essere un pochettino più preparato. Però ripeto: questo fa parte anche del processo di crescita. Preferisco vedere una squadra attiva e non passiva, che sta lì ad arroccarsi e a prendere eventualmente il gol difendendosi tutti bassa. Noi abbiamo iniziato questo percorso e ci stiamo lavorando tanto, penso che stia dando buoni frutti. C’è ancora da fare, son passati solo cinque mesi. Continuiamo a lavorare con questi concetti perché non si torna indietro, non voglio vedere una squadra remissiva che sta lì a difendere la porta. Noi ci giochiamo la partita cercando di aggredire l’avversario e stando più accorto possibile, ma soprattutto cercando negli ultimi 30 metri di avere un po’ più di qualità, perché i giocatori di qualità devono fare la differenza sul cross, sul tiro e sulle occasioni che si creano”. LEGGI TUTTO

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    Miretti in calo, Vieira insufficiente, Ricci il migliore: pagelle Genoa-Torino

    Walukiewicz 6 Sempre attento, non concede spazio a Miretti e lo contiene bene. Nessuna sbavatura da parte del centrale polacco.
    Coco 6 Dà vita a un bel duello fisico con Pinamonti dal quale esce vincitore. Il rammarico è per quel tocco di mano che, nel finale, ha portato all’inevitabile annullamento del gol di Karamoh.
    Masina 6.5 È il migliore del terzetto difensivo del Torino. Sempre attento quando è il Genoa ad attaccare, aiuta molto anche Vojvoda in fase offensiva avanzando ogni volta che ne ha la possibilità.
    Pedersen 6 Vanoli lo schiera ancora una volta titolare sulla fascia destra e il norvegese ripaga la fiducia concessagli con una discreta prestazione. Arriva spesso sul fondo anche se non è sempre preciso al momento del cross. Lazaro (36’ st) ng
    Ricci 7 È il migliore in campo. Tocca molti palloni e li smista con precisione: un esempio è l’imbucata per Adams nell’azione del palo di Vojvoda. Decisivo anche in fase difensiva quando si immola sulla conclusione pericolosa di Frendrup.
    Linetty 6 Partita di sostanza per il capitano del Torino che, in mezzo al campo, fa valere i suoi muscoli. Prova anche la conclusione in un paio di occasioni. Tameze (43’ st) ng Ma è il granata che impegna più di tutti Leali.
    Gineitis 5.5 Troppo timido quando è il momento di fare la differenza, prova ne siano il fiacco colpo di testa che finisce docile tra le mani di Leali e un paio di conclusioni dal limite senza troppe pretese.
    Vojvoda 6 A fine primo tempo ha sui piedi il pallone dello 0-1 ma, nonostante avesse di fronte una buona porzione di porta, colpisce il palo esterno. Prestazione comunque sufficiente: spinge molto sulla corsia sinistra. Sosa (24’ st) 5.5 Quando entra, di fatto, il Torino smette di attaccare sulla fascia mancina.
    Adams 5.5 Qualche buono spunto, una conclusione deviata da un difensore in angolo, ma troppo poco per poter considerare la sua prestazione sufficiente, Karamoh (24’ st) 6 Segna un gol da attaccante di razza, peccato per il precedente tocco di mano di Coco che porta all’annullamento.
    Sanabria 5 Il pallone mancato quando tenta la rovesciata a fine primo tempo è il simbolo della sua prestazione. Viene ben contenuto dai difensori avversari e praticamente non lo si vede mai. Njie (36’ st) ng
    All. Vanoli 6 La difesa ritrova la solidità che troppo spesso in questa stagione non ha avuto e non concede praticamente nulla al Genoa. Resta il problema della sterilità offensiva. Il suo Torino sembra avere maggiore voglia di vincere rispetto agli avversari, ma alla fine si deve accontentare dello 0-0.
    ARBITRO
    Marinelli 6 Fa arrabbiare i calciatori del Genoa fischiando la fine dopo l’ultimo angolo, nonostante Zanoli avesse la possibilità di crossare nuovamente il pallone, ma il recupero era già terminato da una trentina di secondi. Gestisce comunque bene la gara. LEGGI TUTTO

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    Cavese-Juve Next Gen: diretta tv Sky, formazioni, dove vederla in streaming

    Cavese-Juve Next Gen: dove vederla
    La sfida tra Cavese e Juventus Next Gen, valida per la 18ª giornata del Girone C di Serie C, sarà trasmessa in diretta tv su Sky Sport e in diretta streaming su NOW e Sky Go. In alternativa sarà possibile seguire la diretta testuale sul sito di Tuttosport. Il fischio d’inizio è alle ore 15:00 di domenica 8 dicembre presso lo Stadio Lamberti di Cava de’ Terreni.
    Cavese-Juve Next Gen, le probabili formazioni
    Cavese (4-3-3): Boffelli; Rizzo, Saio, Peretti, Loreto; Citarella, Pezzella, Konate; Diarrassouba, Vigliotti, Sorrentino. A disposizione: Di Maiuri: Di Somma, Lamberti, Barba, Maffei, Marchisano, Tropea, Barone, Fornito, Marranzino, Badje, Diop, Fella, Quattrocchi. Allenatore: Maiuri.
    Juventus Next Gen (4-4-2): Daffara; Mulazzi, Citi, Scaglia F., Puczka; Comenencia, Faticanti, Palumbo, Cudrig; Guerra, Semedo. A disposizione: Vinarcik, Cat Berro, Macca, Afena Gyan, Anghelè, Savio, Amaradio, Da Graca, Gil Puche, Turco, Mazur. Allenatore: Brambilla.
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    Diretta Verona-Empoli ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    VERONA – Alle ore 15, allo stadio Marcantonio Bentegodi, Verona ed Empoli si affrontano nella 15ª giornata del campionato di Serie A. Gli scaligeri, reduci da tre sconfitte consecutive, non conoscono mezze misure e fin qui hanno collezionato quattro vittorie e ben dieci sconfitte. L’ultimo successo risale alla gara casalinga del 3 novembre contro la Roma. Tornare a vincere sarebbe importantissimo per la formazione di Paolo Zanetti per allontanarsi dalla zona retrocessione. Più tranquilla, invece, la situazione di classifica dei toscani, reduci dal successo ai calci di rigore contro la Fiorentina al Franchi negli ottavi di finale di Coppa Italia. La squadra di Roberto D’Aversa attende ora l’esito del match tra Juve e Cagliari per capire chi si ritroverà di fronte ai quarti. In campionato, invece, gli azzurri hanno perso 3-0 al Meazza contro il Milan nell’ultimo turno, ko che ha interrotto una striscia di tre risultati utili consecutivi: 1-0 interno contro il Como firmato dall’ex Toro Pietro Pellegri e doppio 1-1 contro Lecce e Udinese.
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    Verona-Empoli: diretta tv e streaming
    Verona-Empoli, gara valida per la 15ª giornata del campionato di Serie A, è in programma alle ore 15 allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona e sarà visibile in esclusiva in diretta su Dazn e Sky Zona Dazn 1 (214). 
    Le probabili formazioni di Verona-Empoli
    VERONA (4-2-3-1): Montipò; Tchatchoua, Ghilardi, Magnani, Bradaric; Serdar, Belahyane; Suslov, Kastanos, Lazovic; Tengstedt. Allenatore: Zanetti. 
    A disposizione: Berardi, Perilli, Daniliuc, Faraoni, Sarr, Livramento, Harroui, Dawidowicz, Sishuba, Dani Silva, Alidou, Mosquera, Cisse, Corradi.
    EMPOLI (3-5-2): Vasquez; Goglichidze, Ismajli, Viti; Gyasi, Henderson, Anjorin, Maleh, Pezzella; Pellegri, Colombo. Allenatore: D’Aversa.
    A disposizione: Seghetti, Perisan, Tosto, Marianucci, Cacace, Bacci, El Biache, Sambia, Solbakken, Konate, Ekong, Esposito.
    ARBITRO: Di Bello di Brindisi. ASSISTENTI: Scatragli-Moro. IV UFFICIALE: Cosso. VAR: Marini. ASS. VAR: Paganessi. LEGGI TUTTO