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    Atalanta, quelle lacrime di Percassi per la Dea di Anfield

    Post su Facebook, a firma Massimo Branda, pescato fra le centinaia in calce alla splendida, emozionante immagine di Antonio Percassi in lacrime, ad Anfield, davanti ai duemilacinquecento bergamaschi in delirio che acclamano l’Atalanta in delirio per avere appena battuto il Liverpool 3-0, consegnandosi alla storia del calcio internazionale.Titolo: “Se tu non hai mai visto un uomo piangere”. Svolgimento: “Ai temi della Benetton, mi capitò di dover negoziare, anche duramente, con Antonio Percassi, Genio del business che avevo conosciuto sulle figurine Panini. Beh, dopo quell’esperienza, mai avrei creduto che lui potesse un giorno piangere. E, invece, eccolo qui”.

    Lacrime di gioia

    Già. Ma come si fa a non piangere di gioia nella pazzesca notte di Liverpool se ti chiami Antonio Percassi e sei cresciuto con la maglia nerazzurra addosso da quando eri alto così? Debutti in prima squadra non ancora diciottenne, il tuo compagno di reparto e grande amico si chiama Gaetano Scirea, classe 1953 come te. Nell’Atalanta, giochi 110 partite in sette stagioni, ne diventi capitano prima che un brutto infortunio ti costringa al ritiro a 25 anni, per iniziare l’altra carriera che ti porta a diventare uno dei più affermati imprenditori italiani, a capo del Gruppo con il tuo nome (novemila dipendenti, quartier generale a Bergamo, strutture e uffici anche a Milano, Parigi, Londra, Berlino, Madrid, Lisbona, Sr. Moritz, Glattburg, Varsavia, Grand Canyon, New York, Shangai, Hong Kong, New Delhi, Istanbul e Dubai). Come si fa a non piangere di gioia ad Anfield, la sera dell’11 aprile 2024, quando ti chiami Antonio Percassi, diventi presidente dell’Atalanta una prima volta nel ’90, alla morte di Achille Bortolotti, un altro nome nella storia della Dea insieme con il figlio Cesare e lo ridiventi vent’anni dopo, raccogliendo il testimone da Alessandro Ruggeri, figlio di Ivan, anche lui nel pantheon atalantino.È il 4 giugno 2010, l’Atalanta è in Serie B, la prima cosa che fai è confermare Mino Favini, il miglior scopritore di talenti del calcio italiano; la seconda, è investire 800 mila euro per piantumare tutto il centro sportivo di Zingonia, primo intervento per trasformarlo nella struttura attuale di assoluto livello europeo. Non a caso si chiama Achille e Cesare Bortolotti e lì, oggi, si trova anche l’Accademia Mino Favini perché la memoria non è un optional. Nella storia dell’Atalanta tutto si tiene, nel nome dei padri e dei figli, di ieri e di oggi. Luca, 43 anni, il delfino della Dea, della quale da quattordici anni è l’amministratore delegato, scelto da Antonio, è uno dei più bravi dirigenti del calcio italiano: l’acquisto e la ristrutturazione dello stadio, operazione da cento milioni di euro; i botti di mercato sublimati (per ora) dall’operazione Hojlund, otto bilanci consecutivi in utile, la partnership con Stephen Pagliuca, presidente di Bain Capital, fondo americano che gestisce circa 190 miliardi di euro di capitali di investimento, comproprietario dei Boston Celtics, da 102 partite co-chairman dell’Atalanta, anche lui giovedì notte a Liverpool in preda a una piacevole euforia.

    L’età dell’oro

    Come si fa a non piangere di gioia, se ti chiami Antonio Percassi e nel 2016 porti Gasperini a Bergamo: lui perde quattro partite nella prime cinque, ma, alla vigilia della gara decisiva con il Napoli, vede il suo presidente piombare negli spogliatoi e arringare la squadra, avvertendola: “Comunque vada a finire, domani, sappiate che l’allenatore è e rimane Gian Piero Gasperini”. È in quel momento che inizia l’Età dell’Oro: tre terzi, un quarto, un quinto e un settimo e un ottavo posto in campionato e oggi un’altra rincorsa europea; tre campagne consecutive in Champions League, con la prima vittoria ad Anfield (2020) e una semifinale sfiorata; tre campagne in Europa League, una delle quali sino ai quarti; due finali e quattro semifinali di Coppa Italia, l’ultima tuttora in corso. Sul sito del Gruppo, si legge: “Il nostro successo è stato il frutto dell’osservazione della realtà, di uno sguardo attento, unito al desiderio e l’ambizione di fare qualcosa di nuovo e di migliore”. Firmato Antonio Percassi. È anche così che, in un’indimenticabile sera d’aprile, sbanchi Anfield e scoppi a piangere, perché l’emozione è così forte che non va più via. LEGGI TUTTO

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    Jankto: “Paura dopo il coming out? Non devo andare in Arabia”

    Jankto ha parlato in modo molto sincero del suo coming out in una lunga intervista a L’Equipe: “Se sono un giocatore diverso da quando l’ho fatto? No, sono sempre lo stesso, non è cambiato nulla, perché ho sempre fatto distinzione tra la mia vita personale e il mio lavoro, cioè lo spogliatoio, il campo, lo stadio. Forse sarei cambiato se ci fossero state reazioni negative in tribuna, ma non è andata così”. Il centrocampista ha toccato temi molto importanti: i momenti delicati e le fughe di notizie prima della rivelazione, la reazione in Repubblica Ceca, il ritorno in Italia, le parole di Abodi sull’ostentazione, i diritti, i dialoghi con altri giocatori omosessuali, il benvenuto a Cagliari e tanto altro.
    Jankto: “Coming out? Mia moglie la prima a saperlo”
    “Il coming out ha cambiato alcuni aspetti della mia vita, non mi nascondo più, penso di essere stato da esempio per tante persone, perché da allora va tutto molto bene. Ma non mi sento diverso, sono ancora quel bravo ragazzo”. Jankto ha poi raccontato del suo rapporto con l’ex moglie: “Siamo cresciuti insieme con Marketta, la nostra storia è durata cinque anni, mi sentivo abbastanza bene a livello mentale, siamo genitori. Avremmo potuto continuare, ma ho preferito chiudere la nostra relazione due anni fa. Era inutile continuare, avevo 26 anni e avevo ancora tutta la vita davanti. Prima ho fatto coming out con lei, poi con la mia famiglia e poi con i miei amici”. Poi ha proseguito: “Prima di rivelarlo ho pensato principalmente a mio figlio e ho continuato a chiedermi come avrei dovuto gestire questa situazione. Poi ho avuto l’opportunità di tornare a casa nell’inverno del 2023, venendo ceduto in prestito allo Sparta Praga, quindi è stato più facile. Dopo averlo condiviso con chi mi è vicino, ho pensato a chi parlarne nel mio ambito professionale”. 

    “Come se dovessi giustificarmi di essere biondo”
    “Nel dicembre 2022, durante la pausa invernale, sui social, sui giornali, girava la voce: ‘Jankto è gay?’. Forse ero stato visto ad appuntamenti con ragazzi” – ha spiegato Jankto. Poi ha continuato: “A un certo punto c’è stato addirittura uno scoop: ‘Un giocatore ceco si prepara a fare coming out’. Stava peggiorando di giorno in giorno, era un periodo un po’ difficile, soprattutto perché non volevo dirlo pubblicamente. Per me è come se qualcuno dovesse giustificare il fatto di essere biondo. La prima persona del mondo del calcio che sono andato a trovare è stato Tomas Rosicky, direttore sportivo dello Sparta Praga. Volevo dirglielo faccia a faccia, non per messaggio, è successo nel suo ufficio, ero in ansia. Lui ha risposto: ‘Non c’è problema, continuiamo ad andare avanti'”. Sulle prime reazioni nel mondo del calcio: “Mi aspettavo che innescasse qualcosa di grosso, perché era qualcosa di nuovo, ma non pensavo che Real, Arsenal o Barça mi sostenessero. Ho ricevuto decine di migliaia di messaggi, addirittura centinaia di migliaia! D’altra parte, quello che ho notato, dove è stata presa meno bene questa cosa, è stato in Africa e nel mondo arabo”.
    “Matrimonio? Se pago le tasse, voglio i diritti di tutti”
    Jankto ha affrontato anche temi di attualità: “Si parla tanto di matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma ancora non è possibile. Non sono molto portato politicamente, ma penso che sia giusto che una persona che fa bene le cose, che paga le tasse, che è in regola con lo Stato, possa beneficiare della stessa legge degli altri. Non ne ho bisogno in questo momento, ma nel profondo fa un po’ male”. Sugli insulti: “Ci sono state due partite in cui li ho sentiti, ma erano stadi piccoli, si nota più facilmente. Per novanta minuti i tifosi avversari fanno di tutto per toglierti dalla gara, per farti giocare male. Inoltre, consumavano alcool, quindi pronunciano tutti i tipi di insulti, alcuni dei quali omofobi. Per me resta nell’ambito del calcio, di un incontro e poi non ha funzionato, mi sono concentrato come sempre”. Infine una battuta: “Se ho paura dei trasferimenti? Non mi è mai passato per la mente. Poi, ovviamente, sapevo benissimo che non avrei firmato in Arabia Saudita il giorno dopo il mio coming out (ride, ndr)”.
    Le parole di Abodi e il dialogo con i giocatori gay
    Il giocatore del Cagliari ha parlato anche della frase di Abodi sull’ostentazione: “Le generazioni più anziane non hanno ancora capito certe cose. Ovviamente non ero d’accordo, soprattutto perché non sono uno che si mette in mostra. Due settimane dopo è venuto a Cagliari e ha voluto vedermi per chiarire le cose, ho apprezzato l’approccio”. Sui contatti con giocatori gay che hanno paura di rivelarsi: “Sì, non so quanti e, sinceramente, non mi interessa saperlo. Tutto quello che posso dire loro è di non aver paura perché, alla fine, dopo non succede nulla. Mi sento spesso con Josh Cavallo”.
    “Pavoletti si prende cura di tutti. Gay? Lo sono nato”
    Sul rapporto nello spogliatoio del Cagliari: “Possono esserci piccole battute, quando parliamo dopo i pasti, come: ‘Allora, hai avuto qualche appuntamento con questo ragazzo?’. Tutto è più aperto. Prima non potevo, dovevo stare attento che qualcuno non desse un’occhiata al mio telefono mentre scrivevo. Ne parlo parecchio con Leonardo Pavoletti, il mio capitano. Vuole sapere come vanno le cose, è normale, lui è il capitano, si prende cura dei compagni. Per alcuni è una curiosità. La gente mi chiedeva se fossi nato così, se nel frattempo fossi cambiato. Certo che nasciamo così, io sono nato gay! Ma io non voglio che questo diventi un argomento di discussione quotidiano, sarebbe noioso. Oltretutto non ho comunicato molto a riguardo”.
    “La fascia arcobaleno non è necessaria. Europeo? Non andrò”
    Sulla società: “A volte ci sono campagne di sensibilizzazione, messaggi, spot pubblicitari, è molto bello. Ma, per esempio, la fascia da capitano color arcobaleno, trovo che non sia necessaria, non si dovrebbe fare più del necessario. Ciò sconvolge davvero le persone. Non sono convinto di questo metodo, perché so che alla lunga è controproducente. Il mondo del calcio è omofobo in alcuni continenti e in alcuni paesi. Ma in Europa la situazione è migliorata”. Poi ha concluso: “Le istituzioni calcistiche non mi hanno contattato ufficialmente, ma non voglio comunque fare l’ambasciatore e non cambierò idea. Non mi piace ostentare troppo il fatto di essere omosessuale. Se il prossimo passo è vivere senza farsi troppe domande? “Sì è quello! Faccio quello che voglio adesso. Avevo già quattro fidanzati, alcuni venivano a vedere le partite allo stadio, incontravano i miei compagni. Questo è il futuro”. Sugli Europei: “So già che non verrò convocato, ma questo non c’entra niente con il mio coming out. A volte bisogna scegliere, e quest’estate ho scelto di trascorrere le vacanze con mio figlio. Se dovessi andare all’Euro, significherebbe che non lo vedrei quasi tutto l’anno. E preferisco passare due o tre settimane con lui”. LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera da impazzire: sfiorata l’impresa con la Roma. E che Mancini!

    Juve-Roma Primavera, la diretta testuale
    90′ + 5 – FINISCE LA PARTITA!
    90′ – Concessi cinque minuti di recupero
    88′ – GOL DELLA ROMA!
    Pareggiano subito i giallorossi con la rete di D’Alessio sull’assist di tacco di Graziani
    85′ – GOL DELLA JUVE!
    I bianconeri completano la rimonta con un gol pazzesco di Tommaso Mancini. L’attaccante sterza sul sinistro e calcia da fuori battendo Marin con una conclusione imparabile
    80′ – La Roma sembra stanca, con la Juve sta provando ad approffittarne per trovare addirittura il vantaggio
    72′ – GOL DELLA JUVE!
    I bianconeri completano la rimonta con il quinto gol in campionato di Scienza su assist di Finocchiaro. Grande reazione della squadra di Montero
    69′ – Altri cambi per la Juve: dentro Scienza e Savio per Crapisto e Turco
    61′ – GOL DELLA JUVE!
    I bianconeri la riaprono con il primo gol in campionato di Florea, appena entrato in campo. Il centrocampista è bravo a ribadire in rete la respinta di Marin sull’ottimo colpo di testa di Mancini
    59′ – Primi cambi per la Juve: dentro Florea e Finocchiaro per Grosso e Owusu
    58′ – Ammonito anche Mancini per la Juve
    50′ – GOL DELLA ROMA!
    I giallorossi raddoppiano con un colpo di testa di Romano su assist di Pisilli. Male la difesa bianconera che perde le marcature in area
    48′ – Palo di Mancini! L’attaccante va ad un passo dal pareggio con una girata al volo sull’assist di Crapisto
    46′ – INIZIA IL SECONDO TEMPO!
    45′ + 1′ – FINISCE IL PRIMO TEMPO!
    45′ + 1 – Turco ad un passo dal gol del pareggio con una conclusione al volo proprio allo scadere
    45′ – Concesso un minuto di recupero
    44′ – Prima ammonizione della partita anche per la Roma con Romano
    38′ – Altra conclusione dalla distanza pericolosa di Cherubini, ma la palla esce di fuori
    37′ – La prima ammoizione della partita è per Bassino. Il calciatore bianconero era diffidato e salterà la prossima
    29′ – Grande cross che di Pagnucco che trova la testa di Turco, ma c’è il miracolo di Marin. Juve vicina al pareggio
    28′ – Roma ad un passo dal raddoppio. Bello scambio tra Pisilli e Pagano che calcia e trova la traversa
    23′ – GOL DELLA ROMA!
    La sbloccano meritatamente i giallorossi. Cherubini calcia bene da fuori, ma sulla respinta di Vinarcik è Keramitsis a ribadire in rete il gol del vantaggio
    20′ – Prima occasione della Juventus con un tiro al volo di Grosso sugli sviluppi di un calcio d’angolo, palla a lato
    18′ – Roma padrona del campo con un possesso palla prolungato, la Juve fa fatica ad uscire
    11′ – Conclusione di testa di Alessio per la Roma sugli sviluppi di un calcio d’angolo, palla alta
    10′ – Dopo i primi minuti di grande pressione prova a costruire qualcosa anche la Juventus, che cerca di non farsi schiacciare 
    3′ – La prima occasione della partita è per la Roma con la conclusione di Pagano bloccata da Vinarcik dopo una deviazione di Gil
    1′ – INIZIA LA PARTITA! LEGGI TUTTO

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    Diretta Bologna-Monza ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    I brianzoli si collocano invece all11º posto e sono reduci da due K.O. consecutivi contro Napoli e Torino. Tuttavia, l’Europa è ancora visibile all’orizzonte del campionato, ma per raggiungerla servono punti e continuità. All’andata l’incontro tra Monza e Bologna finì 0-0.
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    Dove vedere Bologna-Monza: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Motta e Palladino è in programma sabato 13 aprile alle ore 20.45 al Dall’Ara. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulle piattaforme DAZN, SkyGo e Now e in diretta tv sui canali Sky Sport Calcio (202), Sky Sport 4k (213) e Sky Sport (251). 
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    Bologna-Monza, le probabili formazioni
    BOLOGNA (4-1-4-1): Skorupski; Beukema, Lucumì, Posch, Kristiansen; Freuler; Fabbian, Ferguson, Orsolini, Ndoye; Zirkzee. Allenatore: Thiago Motta.
    A disposizione: Ravaglia, Calafiori, Corazza, De Silvestri, Ilic, Lykogiannis, Aebischer, El Azzouzi, Moro, Urbanski, Castro, Karlsson
    Indisponibili: Odgaard, SoumaoroSqualificati: SaelemaekersDiffidati: Calafiori, Kristiansen
    MONZA (4-2-3-1): Di Gregorio; Birindelli, Izzo, Pablo Marí, A. Carboni; Gagliardini, Pessina; V. Carboni, Zerbin, Colpani; Djuric. All. Palladino.
    A disposizione: Ravaglia, Calafiori, Corazza, De Silvestri, Ilic, Lykogiannis, Aebischer, El Azzouzi, Moro, Urbanski, Castro, Karlsson
    Indisponibili: Bettella, Caprari, D’Ambrosio, Machin, Mota, CarvalhoSqualificati: Caldirola, GomezDiffidati: Akpa Akpro, Djuric, Gagliardini
    ARBITRO: La Penna di Roma. ASSISTENTI: Peretti-Cipriani. QUARTO UFFICIALE: Ghersini. VAR: Marini. ASS. VAR: Guida.
    Bologna-Monza: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

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    Diretta Lecce-Empoli ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    La gara di andata finì in parità con la rete di Banda e l’autogol di Rafia. Entrambe le formazioni inoltre riportano una sola vittoria nel bilancio delle ultime 5 partite giocate, gli uomini di Nicola sono però reduci dal successo contro il Torino, mentre Gotti torna al Via del Mare dopo il K.O. con il Milan.
    Segui la diretta di Lecce-Empoli su Tuttosport.com
    Dove vedere Lecce-Empoli: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Gotti e Nicola è in programma sabato 13 aprile alle ore 15 allo stadio Via del Mare di Lecce. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma DAZN e sul canale 214 del satellite.
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    Lecce-Empoli, le probabili formazioni
    LECCE (4-4-1-1): Falcone; Gendrey, Baschirotto, Pongracic, Gallo; Almqvist, Ramadani, Blin, Dorgu; Rafia, Piccoli. Allenatore: Gotti.
    A disposizione: Brancolini, Borbei, Samooja, Venuti, Touba, Gonzalez, Berisha, Oudin, Pierotti, Banda, Sansone
    Indisponibili: Dermaku, KabaSqualificati: KrstovicDiffidati: Almqvist, Piccoli, Rafia
    EMPOLI (3-4-2-1): Caprile; Bereszynski, Walukiewicz, Luperto; Bastoni, Marin; Pezzella, Gyasi, Zurkowski, Cambiaghi, Cerri. Allenatore: Nicola
    A disposizione: Perisan, Seghetti, Goglichidze, Grassi, Shpendi, Kovalenko, Caputo, Niang, Cacace, Cancellieri, Fazzini, Destro, Maleh
    Indisponibili: Berisha, Ebuehi, IsmajliSqualificati: nessunoDiffidati: Grassi, Gyasi
    ARBITRO: Mariani di Aprilia. ASSISTENTI: Colarossi-Di Monte. QUARTO UFFICIALE: Feliciani. VAR: Mazzoleni. ASS. VAR: Paterna. LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Juventus ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Entrambi i club sono dunque chiamati a fare punteggio pieno, con la previsione tutt’altro che improbabile che possa trattarsi dell’ultimo derby per entrambi i tecnici. Il contratto di Juric, che di derby ne ha disputati 6, è in scadenza a giugno e per lui l’Europa è più un crocevia che una qualunque voce di bilancio da valutare nel complesso della stagione. Per Allegri, che ha la possibilità di superare Trappattoni e raggiungere il primato delle 14 vittorie contro il Torino, al momento non c’è altra via che allungare quanto più possibile la striscia di vittorie in Serie A e raggiungere la finale di Coppa.

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    Dove vedere Torino-Juventus: streaming e diretta tv

    Il match tra le formazioni di Juric e Allegri è in programma sabato 13 aprile alle ore 18 allo stadio Olimpico Grande Torino. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma DAZN e sul canale 214 del satellite.

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    Torino-Juventus, le probabili formazioni

    TORINO (3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Buongiorno, Masina, Vojvoda; Rodriguez, Bellanova, Linetty, Ricci; Vlasic, Zapata, Sanabria. Allenatore: Juric.

    A disposizione: Gemello, Popa, Lovato, Sazonov, Tameze, Ilic, Lazaro, Savva, Kabic, Okereke

    Indisponibili: Djidji, Gineitis, Pellegri, SchuursSqualificati: nessunoDiffidati: Lovato, Ricci

    JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Vlahovic, Chiesa. Allenatore: Allegri.

    A disposizione: Perin, Pinsoglio, Rugani, Djalò, Alex Sandro, De Sciglio, Miretti, Alcaraz, Nicolussi Caviglia, Weah, Iling Jr, Yildiz, Kean.

    Indisponibili: MilikSqualificati: nessunoDiffidati: nessuno

    ARBITRO: Maresca di Napoli. ASSISTENTI: Costanzo-Passeri. QUARTO UFFICIALE: Piccinini. VAR: Irrati. ASS. VAR: Di Paolo.

    Torino-Juventus: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

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    Mazzola: “Inter, Lautaro non si tocca. E devi puntare alla Champions”

    “Non ho visto niente, non conosco nessuno, non parlo (ride, ndr). Ma è stata un’esperienza bellissima”. Comincia così la chiacchierata con un sempre gentilissimo Sandro Mazzola sulla sua visita nel centro sportivo nerazzurro ad Appiano Gentile di due giorni fa. Il leggendario calciatore, entrato nella Hall of Fame del Club nel 2022, ha vissuto sicuramente una giornata particolare: “Mi ha fatto impressione, quasi quasi stavo per girarmi e tornare indietro per colpa dell’emozione. Mi sono venute in mente subito tante cose belle. La prima? Un gol che avevo segnato proprio il primo giorno di allenamento, lì ad Appiano Gentile, quando ancora facevo parte della Primavera, non ancora della prima squadra”.
    Mazzola: “Scudetto contro il Milan sarebbe bellissimo”
    Mazzola ha pranzato con Marotta, potendo tra l’altro scegliere in un menù molto ricco, per ricevere anche e soprattutto un caloroso saluto da parte di tecnico e calciatori nerazzurri: “Devo dire che è stata una cosa bellissima, mi è piaciuta molta, mi hanno trattato come uno di loro, come fossi lì per giocare”.
    L’ex numero 8 prosegue: “Con chi mi sono intrattenuto maggiormente? Ho parlato di più con Inzaghi, ma sono stati tutti molto bravi, mi hanno fatto sentire a casa mia. Cosa ci siamo detti? Non le dico né cosa io ho detto al mister, né cosa lui ha detto a me (ride, nrd). Sono segreti!”.
    L’argomento si sposta poi sulla possibilità che l’Inter vinca lo Scudetto nelle prossime due partite di campionato: “Non mi faccia queste domande (ride, ndr). Vincerlo contro il Milan sarebbe bellissimo. Ma in generale faccio gli scongiuri (ride, ndr). Non diciamo che i nerazzurri hanno disputato un campionato incredibile, anche se è vero, perché altrimenti cambia tutto! Diciamo che la squadra gioca abbastanza bene, abbastanza però, non di più (ride, ndr)”.
    “Inzaghi come Herrera? No. E Lautaro non si tocca”
    Dopo aver proferito più di un concetto tra lo scaramantico e lo scherzoso, Mazzola promuove i calciatori dell’Inter: “Mi piacciono tutti”. Per spendere poi parole al miele per capitan Martinez e per il tecnico ex Lazio: “Lautaro non si tocca. Inzaghi mi piace, lo vedo come un allenatore di una volta, almeno in certe situazioni e quindi mi riporta indietro nel tempo. Se possiamo paragonarlo a Herrera? No, no lasci stare, il mago era il mago, unico! Però sicuramente Simone potrà anche lui diventare un allenatore importantissimo per la storia dell’Inter. Lasciamolo lavorare”.
    Col sogno che si possa arrivare davvero lontanissimo: “Se l’Inter deve puntare a vincere la Champions League l’anno prossimo? Assolutamente. Può e deve farlo”. In ogni caso, in un ipotetico confronto tra la grande Inter e la squadra attuale, non ci sarebbe, o quasi, partita: “Oh ragazzi, ma scherziamo? Vinceremmo noi! Colpo di tacco, tiro a effetto e palla all’incrocio (ride, ndr)”. L’argomento si sposta poi su un singolo calciatore, con il classe ‘42 che loda un’altra pedina fondamentale della squadra attuale.
    “Dimarco può diventare una bandiera”
    Nel suo ultimo libro, dal titolo “Cuore nerazzurro – una bandiera è per sempre” (edito da Piemme, ndr), Mazzola esalta ovviamente il suo legame, indissolubile, con quel club con cui ha conquistato tutto, diventando un’icona per i propri tifosi, oltre che il simbolo del nerazzurro per generazioni.
    Quel ruolo, forse, potrebbe un giorno essere ricoperto di Dimarco: “Oggi è diverso, esiste un altro calcio e un altro modo di fare. Certo è però che Dimarco è interista dalla nascita, potrebbe sicuramente diventare una bandiera. Gli vedi addosso la maglia anche se non ce l’ha”. Un sentimento, quello di provare un amore viscerale per il nerazzurro, che Mazzola proverà per sempre: “L’amore per l’Inter è rimasto intatto, c’è sempre. E non cambierà mai”. LEGGI TUTTO

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    Liverpool, ricavi record. Atalanta, assalto ai Top 20 d’Europa

    Liverpool-Atalanta non è soltanto la sfida fra i Reds, grandi favoriti per la vittoria finale in Europa League e la Dea che Anfield l’ha già sbancato (25 novembre 2020, Champions League, Gruppo D, quarta giornata, Liverpool-Atalanta 0-2, marcatori: Ilicic, Gosens). Il rapporto dell’autorevole Deloitte Football Money League, che ogni anno allinea le società europee, snocciolando i rispettivi dati di bilancio offre l’occasione per analizzare da un lato, la potenza del Liverpool e dall’altro la progressiva ascesa dell’Atalanta in campo internazionale.
    La stagione
    Sul campo, in questa stagione la squadra di Klopp ha ottenuto sinora questi risultati: in Premier, è in testa, appaiata all’Arsenal con 71 punti, ma i Gunners vantano una migliore differenza reti (+51 rispetto al +42 dei rivali) che, in caso di arrivo finale ex aequo, sarà decisiva per l’assegnazione del titolo. City permettendo, visto che i campioni d’Europa tallonano la coppa di testa accusando un solo punto di svantaggio. In Europa League, il Liverpool è approdato ai quarti di finale dopo avere vinto il proprio girone e avere eliminato lo Sparta Praga negli ottavi; in Coppa d’Inghilterra, la squadra è stata eliminata dal Manchester United nei quarti di finale, però ha vinto la Coppa di Lega battendo il Chelsea. L’Atalanta in campionato è sesta con 50 punti, ma deve recuperare la partita con la Fiorentina; in Europa League ha vinto il proprio girone e ha eliminato lo Sporting Lisbona nei quarti; in Coppa Italia deve giocare la semifinale di ritorno il 3 aprile a Bergamo contro la Fiorentina dopo essere stata sconfitta all’andata per 1-0.
    I bilanci
    La forza economica del Liverpool è impressionante. I dati dell’ultimo consuntivo parlano chiaro, sebbene si sia chiuso con una perdita di 8,1 milioni di euro.
    – Diritti tv e premi Uefa: 281,6 milioni.- Plusvalenze cessione calciatori: 39,4 milioni.- Incassi da stadio: 93 milioni. – Totale: 692,4 milioni.
    – Valore della produzione: 731, 8 milioni. – Costo della produzione: 737 milioni. – Differenza fra valore e costo della produzione: – 5,2 milioni.- Proventi e oneri finanziari: – 5,3 milioni.- Risultato prima delle imposte: -10,5 milioni.- Imposte: 2,4 milioni.- Perdita d’esercizio: -8,1
    Attualmente, il Liverpool occupa la posizione N.5 del ranking Uefa, l’Atalanta la N.21: sei anni fa era al N.104. La società bergamasca ha chiuso l’ottavo bilancio consecutivo in utile, nonostante nell’ultima stagione non sia scesa in lizza nelle coppe europee. I dati.
    – Fatturato: 103, 9 milioni di euro, così composto.- Diritti tv e premi Uefa: 59, 1 milioni.- Plusvalenze e cessioni calciatori: 63,2 milioni.- Incassi da stadio: 13,5 milioni.- Altri ricavi: 30,5 milioni.- Totale: 103, 9 milioni.
    – Valore della produzione: 193, 7 milioni.- Costo della produzione: 187, 4 milioni.- Differenze tra valore e costo della produzione: + 6,3 milioni.- Proventi e oneri finanziari: 0,6 milioni.- Risultato prima delle imposte: +6,9 milioni.- Imposte: 3,1 milioni.- Utile dell’esercizio: 3,8 milioni.
    (Fonte: ultimi bilanci ufficiali delle due società) LEGGI TUTTO