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    Ascoli, Carrera può fare l’impresa salvezza

    TORINO – L’esordio, nonostante nella tana del Del Duca fosse di scena il Lecco ultimo e mezzo spacciato, non prometteva nulla di buono. Domenica 17 marzo, Carrera doveva affrontare il suo debutto sulla panchina dell’Ascoli senza i due giocatori cardine dei marchigiani: il portoghese Pedro Mendes in avanti, capocannoniere di squadra con 11 gol, e il difensore brasiliano Botteghin dietro, fra i migliori difensori della B e non di rado prezioso goleador. Non solo. Dopo appena 13’ il Lecco passava in vantaggio col rigore trasformato da Lepore. C’erano insomma gli ingredienti per il patatrac. E invece, quando l’Ascoli s’è trovato con le spalle al muro, s’è magicamente ripreso: Caligara ribalta la partita con altri due rigori, quindi il difensore Bellusci, alla 100ª presenza col Picchio, la metteva sotto l’incrocio, rete super, chiudeva sul 4-1 l’interessante Duris (al secondo gol consecutivo), attaccante slovacco giunto a gennaio e che con Carrera dovrebbe trovare più spazio, non solo per l’indisponibilità di Mendes ma perché mostra di meritarselo. Così, per Carrera, ex difensore di una Juve gloriosa, è stata una domenica trionfale: piazza gasata e compattata per la salvezza, per ora zona playout riconquistata ma anche tanta pressione sulle ultime squadre ora salve – Cosenza e Bari – che adesso distano appena tre punti. Tutto in un colpo. Sia chiaro, la salvezza dell’Ascoli resta una faccenda parecchio complicata. Ma si sono poste le basi per provarci, almeno. Al contrario, senza i 3 punti col Lecco, mantenere la categoria sarebbe diventata una mission impossible, o giù di lì. Carrera eredita una squadra che coi predecessori Viali e Castori viaggiava alla media di un punto a partita. Ora serve uno scatto in più, a partire dal prossimo impegno, che sarà ancora più cruciale. A Pasquetta, l’Ascoli sarà di scena al Picco di La Spezia, con gli aquilotti che hanno gli stessi punti dei marchigiani ma che sono in vantaggio negli scontri diretti (all’andata, vittoria ligure per 1-2 decisa nel recupero la rete di Hristov). In questa B così equlibrata, gli scontri diretti diventano ancora più importanti e non è da escludere che Ascoli e Spezia possano chiudere a pari punti. Dunque il Picchio’sarà chiamato alla partita perfetta e magari a vincere con due gol di scarto per avere la certezza di essere davanti ai liguri in caso di chiusura di stagione con gli stessi punti. Di sicuro, Carrera si gioca molto del suo futuro da allenatore. Non andava in panchina da tre anni, al Bari in C era durato due mesi e poi era finito nel dimenticatoio, come se nessuno più ricordasse i suoi successi russi (campionato e supercoppa vinti con lo Spartak Mosca nel 2017). Ma chissà, l’ex difensore della Juve, uno che è andato in campo fino al 44 anni (chiuse nella Pro Vercelli in C2) forse sta portando in squadra lo spirito giusto, quello che mancava coi predecessori, anche se, a differenza dello Spezia, non c’è da stupirsi che l’Ascoli sia sul fondo, campionato finora abbastanza in linea con le reali aspettative d’inizio stagione. Ma la variabile Carrera potrebbe far saltare il banco. Proprio un anno fa, con l’arrivo di Breda in panchina, l’Ascoli faceva un gran finale di stagione e si salvava in carrozza. E questo aumenta i rimpianti per questa annata. Se si fosse confermato Breda che avrebbe consolidato il buon lavoro iniziato nella passata stagione, probabilmente poteva essere tutta un’altra annata, senza bisogno di ricorrere a tre allenatori. Annata che però offre a Carrera la possibilità di rilanciare la propria carriera, per la gioia di tanti cuori della Vecchia Signora che non dimenticano il suo contributo ai trionfi della Juve di Lippi negli Anni 90, quando i bianconeri alzarono l’ultima loro Champions League nel 1996. LEGGI TUTTO

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    Nesta alla Reggiana è Mister X

    TORINO – Più della metà delle partite di questa stagione della Reggiana sono finite in pareggio. Alessandro Nesta, l’allenatore dei granata, è dunque il Mister X della B con 16 pari collezionati in 30 uscite, nessuno ne ha raccolti di più in questo campionato (completano il quadro 7 vittorie e altrettante sconfitte). La Regia è arrivata alla sosta in 12ª posizione, a 2 punti dalla zona playoff e con 5 lunghezze di margine su quella playout. Insomma, l’ex difensore azzurro, Campione del Mondo 2006, sta vivendo una annata in linea con le aspettative d’inizio stagione, quando si parlava della Reggiana come di una squadra che avrebbe corso per una salvezza più o meno tranquilla, tenendosi sul prudente, memori della precedente partecipazione alla B, chiusa con l’immediato ritorno in C (la Reggiana fu l’unica squadra d’Italia punita con un ko a tavolino per covid). Ma il dato dei tanti pareggi, non va disprezzato. Un acuto osservatore della Serie B, ama ripetere che un punto in B “pesa” più che in A e dunque se si fanno 16 pari comunque si mette prezioso fieno in cascina e infatti la Regia potrà affrontare le ultime 8 giornate senza particolari patemi, anche grazie ai tanti pareggi. Nesta poi, resta sempre quel ragazzo d’oro che conoscemmo da giocatore, sa farsi voler bene dai giocatori che lo seguono sempre, non pochi giocano per lui, gli vogliono bene. C’era curiosità per il suo ritorno in panchina al termine di una “vacanza” di due anni e mezzo. Dopo gli esordi in panchina negli Usa per il Miami, la prima vera occasione per Nesta era arrivata dal Perugia nel maggio 2018. Il suo arrivo in Umbria aveva fatto discutere assai: rilevava, prima dell’ultima di campionato, Roberto Breda che aveva già raggiunto la qualificazione ai playoff. Subentra Nesta, perde nell’ultimo turno ed esce subito ai playoff. La stagione successiva, ancora al Perugia, riporta gli umbri ai playoff, grazie all’esclusione del Palermo di Zamparini. S’inventa Verre trequartista che segna una caterva di gol (“fu la mia salvezza”, ammise poi Nesta con la sua consueta franchezza), gioca un buon calcio e l’anno dopo lo chiama Stirpe a Frosinone. Trova una squadra che dà segnali di essere a fine ciclo ma la porta ai playoff, dove stabilisce un poco invidiabile record: vince tre partite su tre in trasferta ma in B ci va lo Spezia di Vincenzo Italiano. La stagione dopo la squadra completa la sua involuzione e Nesta viene esonerato a marzo 2021. Insomma, è il curriculum di un allenatore ancora in formazione ma che ha cose da dire e che sa plasmare un gruppo, come sta avvenendo in questa annata alla Reggiana, squadra con qualche elemento da tenere d’occhio: il difensore Marcandalli, proprietà Genoa, sarà uno dei pezzi forti del mercato di A e solo lui sa quanto gli hanno giovato i consigli di quello che resta uno dei migliori difensori della storia del calcio, anche per la correttezza e la pulizia tecnica con la quale giocava. Nesta poi, ha dato grande fiducia a Natan Girma, trequartista 22enne, svizzero con radici nell’Eritrea, scovato in Serie D nel Sona, in stagione 6 gol e 3 assist in 28 uscite, ragazzo molto promettente nonostante non abbia una formazione professionistica e deve ancora completamente calarsi in un mondo nuovo per lui. Ma bravo Nesta a fargli sentire la fiducia giusta, la Reggiana aveva fatto una scommessa con Girma, Nesta l’ha fatta diventare una certezza della Regia. E mettiamoci anche la gestione del caso Portanova, il trequartista condannato nel dicembre 2022 in primo grado a 6 anni di pena per violenza sessuale di gruppo. La Figc, su sollecitazione del Collegio di Garanzia del Coni, ha stabilito che Portanova potrà giocare finché non si arriverà su di lui a una sentenza definitiva. Ma nell’attesa, Nesta ha trovato il modo migliore per utilizzarlo e tenerlo sul pezzo, non era scontato che, vista la delicatezza della situazione, Portanova potesse essere una delle colonne della squadra. Insomma, magari non si parla tanto di Nesta, in rapporto agli allenatori della sua generazione che si stanno prendendo la scena. Ma c’è anche lui e chissà che, zitto zitto, presto non lo si veda su ben altri palcoscenici. Non va dimenticato che fu in corsa per la “sua” Lazio quando Lotito cercava il sostituto di Simone Inzaghi. Chiudere al meglio questa annata, potrebbe riportare il suo nome su quelle che furono le sue latitudini calcistiche. LEGGI TUTTO

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    Il Como non va sottovalutato per la A diretta

    TORINO – Nella lotta a tre per il secondo posto – Venezia punti 57, Cremonese 56, Como 55 – , l’ultimo buono per salire direttamente in A, i lariani raccolgono il minor credito ma ci si potrebbe sbagliare. Innnazitutto perché offre al Como la possibilità di viaggiare a fari spenti, che spesso dà una mano. Ma anche perché il cammino delle tre squadre nelle ultime 4 giornate è lo stesso: tutte e tre ne hanno vinte tre e perse una. Certo, già ad agosto Venezia e Cremonese erano più quotate del Como nella lotta per la promozione diretta. Ma poi sono cambiate un po’ di cose. Come al mercato di gennaio, dove i lariani hanno fatto le cose in grande stile e gli effetti potrebbero vedersi solo nelle ultime delle otto giornate che restano, perché si tratta di element interessanti ma che hanno bisogno di ambientarsi, arrivando a stagione in corso, non è semplice trovare spazio se il telaio è comunque già affidabile e competitivo. Diciamo che, a parte gli arrivi dell’attaccante italo-brasiliano Strefezza – l’acquisto più oneroso di tutta la B, non solo a gennaio, circa 6 milioni – e del difensore Goldaniga (una garanzia in B) tutti gli altri (Gioacchini, Ballet, Nsame, Fumagalli, Braunoder), per ora hanno un ruolo secondario ma sono comunque elementi da alta B e danno a Roberts (e Fabregas) la possibilità di aumentare le rotazioni, ora la rosa ha l’ampiezza giusta per giocarsi la A diretta fino all’ultima giornata. Ed, eventualmente, dosare meglio le forze in vista dei playoff (chiudendo al 4° posto attuale, il Como partirebbe dalle semifinali, saltando il turno preliminare). Ma poi, avere un autentico trascinatore, non guasterebbe. E quei panni, potrebbe indossarli Patrick Cutrone, alla seconda stagione nella squadra della sua città, dove potrebbe covare il ritorno in grande stile nel calcio che conta dopo gli esordi nel Milan e il poco fortunato passaggio in Premier League per il Wolverhampton. Cutrone, per un problema muscolare, aveva saltato le cinque uscite di febbraio. Rientra per la sfida chiave col Venezia ed è suo il gol del definitivo 2-1, rete di grande bellezza. Non c’è nel ko di Cremona per un’influenza, gioca 34’ contro il Pisa, ancora da subentrato come col Venezia, e va ancora a segno. In totale, fanno 11 gol in questo campionato, già due in più di quanti ne aveva segnati nella scorsa stagione coi lariani. Insomma, gioca per la sua città, vive l’esperienza unica di diventare papà, ci sta che stia tornando ai suoi livelli migliori. Per certi versi, anche superiori a quelli dei tempi d’oro del Milan. Perché all’epoca, Cutrone era un promettente ragazzino, non poteva certo essere un leader dei rossoneri mentre in questa stagione, in diverse partite, è un ruolo che ha ricoperto, galvanizzando alcune gare. Dunque, meglio andarci piano prima di considerare il Como come la squadra meno attrezzata delle tre che si contendono l’ultima piazza che porta direttamente in A senza passare dai playoff. E senza mai dimenticarsi che i padroni del Como, i fratelli indonesiani Hartono, sono di gran lunga la proprietà più ricca d’Italia. LEGGI TUTTO

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    Antonelli: “Venezia, voglio la Serie A e con i conti a posto”

    «Tantissimo, sotto ogni punto di vista, tutte le categorie mi hanno lasciato una lezione. Ringrazio ancora il presidente Colombo che ha avuto all’inizio fiducia in me. Certo, poi Galliani e Berlusconi sono stati importanti perché sono i dirigenti che hanno vinto di più nel calcio e da loro c’era solo da imparare. Ma anche Colombo, che comunque è figlio di un ex presidente del Milan, mi ha insegnato molto».

    Era più forte il Monza che salì in A nel 2022 o il Venezia di Vanoli 2023/24?

    «Bella domanda! Ma non posso dare una risposta perché noi non siamo ancora saliti. Diciamo che quel Monza era una squadra fortissima con una rosa stratosferica in ogni reparto e mi fa piacere che molti di quei giocatori stanno avendo successo anche in A, s’era seminato bene. Ma anche questo Venezia è forte e ha un allenatore fortissimo come Vanoli. Ma non abbiamo ancora completato l’opera».

    Però siete considerati i favoriti nella volata per il 2° posto, l’ultimo buon che porta in A direttamente…

    «E’ una cosa a cui non dobbiamo pensare. Ci sono tante squadra attrezzate che hanno speso molto e hanno organici competitivi. Quel che dicono gli altri sul Venezia, noi non dobbiamo neanche ascoltarlo».

    Temete di più la Cremonese o il Como?

    «Le temo e le rispetto alla stessa maniera. Hanno entrambe proprietà forti, come la nostra. Penso che in classifica resteranno vicino a noi fino alla fine. Perché il Como ha diverse frecce al suo arco mentre la Cremonese ha un organico con molti ricambi di livello».

    Si è discusso molto della vostra cessione a gennaio di Johnsen alla Cremonese. Un polverone, ma il Venezia non ne ha risentito e resta davanti ai grogiorossi.

    «Non tocca a me giudicare, vedrà la Cremonese come si troverà con lui. Ma comunque ormai è il passato, inutile tornarci su».

    Quanti no avete già detto per Pohjanpalo?

    «Tanti, specialmente all’inizio era molto richiesto, anche perché c’era una clausola sul suo contratto che un po’ ci “ricattava”. Col rinnovo abbiamo sistemato tutto, anche perché lui è contento di restare al Venezia e ha sposato in toto la causa (l’intervista avviene mentre Antonelli si sta recando a vederlo in Galles al playoff per Euro 2024 con la Finlandia, potrebbero interessare al Venezia suoi compagni di Nazionale, ndr)».

    L’unica nube sul 2° posto del Venezia, è la situazione dei conti societari, ci sarebbe il rischio di non iscriversi a giugno. Niederauer risolverà tutto per tempo, come ha lasciato intendere?

    «Ci stiamo lavorando tantissimo, dobbiamo coinvolgere i nuovi soci, so esattamente cosa si sta facendo per sistemare tutto. Ma lascerò che ne parli lui. Intanto abbiamo onorato i pagamenti di tutte le scadenze, così che si possa pensare solo alla squadra».

    Niederauer sperava di avere novità già in questo mese: accadrà?

    «Non so se sarà per questo mese ma di sicuro entro la fine della stagione sistemeremo tutto».

    Possibile che Niederauer ceda anche oltre della metà delle quote?

    «No, la discussione resta solo su una ampia quota di minoranza, resterà presidente».

    La considerano il dirigente del futuro, al Venezia è molto più di un ds, è membro del CdA, è l’uomo di Niederauer quando lui non c’è, cioè quasi sempre. Dove si vede fra 10 anni?

    «Bellissima domanda. Intanto ringrazio Duncan Niederauer per avermi dato questa grossa possibilità di crescita. Prima di tutto voglio centrare l’obiettivo per il presente. Al Venezia mi sento molto legato, come lo sono al calcio, vedremo la vita che cosa poi ci riserverà»

    Per chiudere, Galliani cosa le ha più insegnato?

    «Non tralasciare mai nulla. Mai dare nulla per scontato. Antcipare le cose, capire sempre le dinamiche che si stanno sviluppando. E soprattutto, mai stare fermo». LEGGI TUTTO

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    Gioielli in B, il sogno della A: Felici e D’Andrea, se sono ali…voleranno

    La qualità ha ancora un senso in questo calcio dove si gioca troppo e il livello tende ad abbassarsi. E la qualità balza all’occhio. Così quando vedi un esterno, che tiene la fascia con personalità, salta l’uomo, regala alla propria squadra superiorità numerica e magari sa anche entrare nel campo per chiudere l’azione attaccando la porta, l’occhio dell’osservatore comincia a brillare. In serie B ci sono almeno due giocatori giovani con queste qualità, non a caso destinati a traslocare, prima o poi, nel piano di sopra. Sono Mattia Felici e Luca D’Andrea.
    I numeri di Felici
    L’ala della Feralpisalò, 3 gol e 3 assist in campionato, 1+1 in Coppa Italia, 22 anni, è planato in B arrivando dai Dilettanti e dalla Lega Pro. Quattro anni fa era in serie D nel Palermo con Lorenzo Lucca, in prestito dal Lecce dove minorenne aveva già esordito in B e fatto una panchina in A. Romano, l’avventura in Salento non era poi proseguita secondo i migliori desideri.
    Al punto che gli osservatori di Corvino avevano messo una croce sulla futuribilità del ragazzo, lasciato andare alla Triestina dov’era diventato di proprietà. Di lui però si è ricordato l’estate scorsa il ds della Feralpisalò Andrea Ferretti, che in un primo tempo l’ha preso in prestito, ma che ha già predisposto i piani per il riscatto. Perché il giocatore c’è tutto.
    Con Zaffaroni fa il quinto. Preferibilmente a sinistra per rientrare sul piede forte, ma anche quando parte da destra sa essere un fattore. La sua facilità di corsa lo porta a coprire tutta la fascia, garantendo anche quella fase difensiva che nel calcio moderno non può mancare, a maggior ragione nel sistema di gioco del 3-5-2. Se la Feralpisalò riuscirà a salvarsi, Felici sarà un intoccabile nel prossimo campionato dei lacustri.
    Altrimenti sarà giusto dargli spazio su palcoscenici che si sta meritando. Anche perché a Mattia Felici guardano pure dalla serie A. C’è chi a Lecce vorrebbe provare a riprenderselo, ora che ha acquisito ben altra maturità, ma sono state Frosinone ed Empoli le prime a chiedere informazioni alla società del presidente Pasini. “Sto lavorando duro per dimostrare di meritare la serie B – dice Felici – anche se quando ero a Palermo sembrava già di giocare per una squadra di quella categoria. Ho fatto la gavetta com’era giusto che fosse, ora mi godo il momento e penso a salvarmi con la Feralpisalò”.
    D’Andrea, il passato al Sassuolo e la voglia di migliorarsi
    In prestito secco, dal Sassuolo, è Luca D’Andrea, gioiellino del Catanzaro. Tre anni più giovane di Felici, ha avuto bisogno di un po’ di assestamento come dimostrano le sole cinque presenze nell’undici titolare con Vivarini, che però da tre partite a questa parte lo schiera già al fischio d’inizio.
    Il Nazionale Under 20 è ancora a caccia del primo gol, ma intanto ha già messo a referto due assist. Nel 4-4-2 del Catanzaro, che diventa 4-2-4 (dall’altra parte c’è infatti un’altra ala pura come Vandeputte), serve però anche lavorare nella metà campo difensiva. E in questo D’Andrea può e deve migliorare. Vivarini è convinto: “Se fa pure questo step, è un giocatore da serie A”.
    Il ragazzo, che con il Sassuolo nella prima parta della scorsa stagione era stato fatto partire cinque volte nell’undici titolare da Dionisi, non è tipo che si accontenta e di fronte a chi si complimenta per come si sta ambientando nel suo primo anno in serie B, assicura: “Posso fare molto di più”. LEGGI TUTTO

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    Serie B sempre più grande: i nazionali sono 62

    Ogni tanto, qualche nostalgico del calcio che fu, vorrebbe che la B andasse in campo quando c’è la sosta per le Nazionali, come ai bei tempi che furono, quando la seconda serie si prendeva la scena per una domenica. Ma da diverso tempo non è più possibile. Perché la seconda serie italiana alle Nazionali – comprese le non meno importanti rappresentative Under – offre una caterva di giocatori e non sarebbe proprio possibile andare in campo, inevitabile fermarsi. A questo giro si è arrivati a 62.
    Serie B, la classifica
    Italia, per fortuna c’è la B
    Di solito, a ogni giro di convocazioni, dalla B non ne partivano meno di 45-46. Il risultato raggiunto stavolta invece, conferma come la B italiana sia una delle seconde serie più importanti d’Europa, seconda solo alla Championship inglese, dove si spendono cifre enormi pur di ambire al grande circo della Premier. Ma dopo gli inglesi, non c’è dubbio, ci siamo noi. E attenzione, nonostante i non pochi stranieri che giocano in B, la nostra seconda serie resta “il campionato degli italiani”, come da slogan della categoria. Per referenze, chiedere a Spalletti. Gli ultimi tre nomi nuovi in azzurro – Folorunsho, Lucca e Bellanova – sono prodotti doc della Serie B, non sarebbero un patrimonio del calcio italiano se non si fossero fatti le ossa in B. E, sempre per restare agli ultimi convocati dal ct, sono passati dalla B anche Carnesecchi, Meret, Vicario, Bonaventura, Frattesi, Buongiorno, Cambiaso, Darmian, Di Lorenzo, Dimarco, Orsolini, Zaccagni e Zaniolo. In totale, fanno 16 azzurri provenienti dalla B dei 28 convocati, a dimostrazione di quanto sia una categoria strategica per il futuro del calcio azzurro. Ma poi ci sono anche gli stranieri. Alcuni, di livello assoluto.
    I convocati della Serie B
    Domani, Pohjanpalo vivrà una serata particolare, degna di questa grande stagione (il bomber del Venezia è il capo cannoniere della B con 18 gol). Assieme al compagno di squadra Joronen, sarà nella Finlandia che nella semifinale playoff per andare a Euro 2024, affronta fuori casa il Galles (la vincente, troverà in finale chi avrà la meglio fra Polonia ed Estonia). Ma alle cruciali gare per partecipare all’Europeo, ci saranno anche gli islandesi Ellertsson (Venezia) ed Hermannsson (Pisa), impegnati domani sera a Budapest contro Israele (se passano il turno, trovano la vincente di Bosnia Erzegovina-Ucraina). A proposito del Pisa: curioso che sia la squadra di B che offre più giocatori alle nazionali (ben 8), pur navigando in campionato soltanto in 11ª posizione. Ma 5 sono convocati nelle Under, uno di loro però, Esteves nell’Under 21 portoghese, è giocatore di valore assoluto, per non parlare di Barbieri, proprietà Juve, chiamato nell’Under 20 ma che negli ultimi tempi ha avuto una crescita esponenziale. Notevole anche l’exploit della Ternana, con 7 convocati, tutti in nazionali giovanili. Da notare come le Fere umbre portino all’Under 20 azzurra ben 4 giocatori: Amatucci, Distefano, Faticanti e Raimondo, quest’ultimo, proprietà del Bologna, è in rampa di lancio (9 gol al suo debutto in B) ma è un fatto positivo avere una nazionale giovanile azzurra con un piccolo blocco proveniente dalla stessa squadra, faciliterà la crescita dei quattro ragazzi. Però occhio anche al difensore venezuelano Yordan Osorio, 29 anni, al Parma dal 2020, che domani alle 22 (ora italiana) a Fort Lauderdale (Florida), sarà impegnato in amichevole proprio contro gli azzurri. LEGGI TUTTO

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    Venezia: tutti ai piedi di Pohjanpalo

    TORINO – La formidabile stagione di Joel Julius Pohjanpalo al Venezia ha la capacità di far dimenticare tutto il resto. Il club lagunare vive una fase delicata, con patron Niederauer che deve trovare – magari già questo mese – i capitali necessari a sistemare i conti del club, ad oggi c’è qualche dubbio sul fatto che la società possa iscriversi al prossimo campionato, qualsiasi sia la categoria, anche se il club ha onorato tutte le scadenze di pagamenti, compresa quella del 15 marzo. Ma in questo momento il tifoso arancioneroverde ha solo occhi e cuore per il proprio centravanti finlandese che venerdì sera, con la doppietta nel 3-0 di di Palermo, è salito a quota 18 in classifica marcatori, sempre più re dei bomber di B. Qualcuno, per la sfida del Barbera, proponeva il confronto fra i due centravanti, Brunori vs Pohjanpalo, ma non c’è stato mai match: al di là dei due gol, mentre l’italo-brasiliano quasi non lasciava traccia, il finlandese giocava una straordinaria partita da uomo squadra, dove tutti giocavano per lui e lui giocava per tutti, anche soltanto ogni volta che si rendeva prezioso nel gioco di sponda che faceva risalire la squadra. Insomma, con un Pohjanpalo così, il Venezia ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi la lotta per il 2° posto, l’ultimo buono per andare in A senza passare dai playoff, nonostante la forte concorrenza della Cremonese (rinforzata proprio dal Venezia al mercato di gennaio con l’arrivo di Johnsen) e del Como. Giovedì poi, Pohjanpalo vivrà una serata particolare, degna di questa grande stagione. Assieme al compagno di squadra Joronen, sarà nella Finlandia che nella semifinale playoff per andare a Euro 2024, affronta fuori casa il Galles (la vincente, troverà in finale chi avrà la meglio fra Polonia ed Estonia). Il bomber del Venezia si meritava una serata europea così. Vederlo nella B italiana è un lusso enorme, non fosse stato per i pesanti infortuni che ne hanno frenato la carriera, ben prima che giungesse in Italia nel 2022, Pohjanpalo poteva diventare uno dei migliori centravanti dei nostri tempi. Il grande calcio lo ha assaggiato (Leverkusen, Amburgo, Union Berlino) ma ora meriterebbe di tornarci. Per dire, almeno la metà delle squadre di Serie A, ma probabilmente anche di più, se la sognano una prima punta così in squadra. Del resto i suoi numeri al Venezia, dicono già tutto. Sbarcato in Laguna il 19 agosto 2022, in arancioneroverde ha disputato 63 gare di B mettendo a segno 37 reti (media 0.58 a partita). Dei 18 gol di questa stagione, 13 li ha realizzati nel girone di ritorno, un’autentica marcia trionfale per lui e per il Venezia: 3 alla Samp nella prima giornata di ritorno, poi uno al Parma, due al Sudtirol e al Modena, uno al Pisa, al Como e al Bari, fino alla gran doppietta di Palermo: primo gol con uno stacco di testa alla Riva (paragone in voga da tempo), raddoppio calciando di potenza ma con le tre dita, al punto che quando Vanoli nel finale l’ha sostituito per farlo rifiatare, lo sportivissimo pubblico del Barbera gli ha riservato un lungo applauso. E anche questo dice di quanto Joel Julius Pohjanpalo meriti molto di più della B italiana. LEGGI TUTTO

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    Il Venezia balla tra la Serie A e la paura

    Il 2° posto in solitaria riacciuffato dal Venezia è il tema forte dell’ultima giornata, coi lagunari che sembrano definitivamente tornati ai livelli migliori e forse favoriti su Cremonese e Como nella lotta per l’ultima piazza che porta direttamente in A (dando per scontato e fuori discussione il primato in classifica del Parma). Certo, viste le distanze sulle dirette e agguerrite inseguitrici (+1 su Cremonese e +2 sul Como), probabilmente sarà una lotta che si chiuderà solo all’ultima giornata.
    Nessuno come Pohjanpalo e Gytkjaer
    Ma intanto il Venezia ha messo il muso davanti, dimostrando di avere tutti i mezzi per restare sopra le altre, questo ha detto il roboante e indiscutibile 0-3 con cui il Venezia venerdì ha sbancato il Barbera di Palermo (facendo anche fuori una possibile concorrente nella lotta per il 2° posto).
    Partita che ha confermato un dato che può fare la diffenza: nessuno in B ha due attaccanti come Pohjanpalo (coi due gol ai siciliani sempre più capo cannoniere della B con 18 reti), e Gytkjaer (ha segnato la terza rete, spesso è alternativo al finlandese, come a Palermo che l’ha rilevato nel finale, ma intanto anche lui è giunto in doppia cifra).
    Due attaccanti insomma, che insieme fanno 28 gol, ma che di fatto hanno la stessa letalità: Pohjanpalo va a segno ogni 117’, Gytkjaer ogni 127’. Alle loro spalle, Vanoli ha sviluppato una squadra molto solida con una difesa che ha definitivamente recuperato anche l’interessante Idzes.
    Il difensore olandese, per un’occlusione venosa, aveva saltato 12 partite e un po’ era mancato. Ora per lui fila tutto così liscio che il 21 marzo debutterà con l’Indonesia (ha il doppio passaporto) nel match contro il Vietnam, secondo turno preliminare delle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2026 e per la Coppa d’Asia 2027, un’esperienza internazionale che può solo farlo crescere ancora.
    Niederauer e il rebus societario
    Ma in questa seconda metà del mese senza partite, il tifoso arancioneroverde avrà un solo pensiero: la soluzione del rebus societario. In sintesi, il presidente Niederauer deve trovare capitali freschi da iniettare in società e scongiurare così guai grossi a fine stagione (a giugno, qualsiasi sia la categoria, il Venezia rischia di non avere i conti in ordine per potersi iscrivere). Niederauer conta di avere buone nuove prima che inizi aprile. Si era parlato dell’interessamento del potente fondo Cerberus, pronto a rilevare il 40% delle quote.
    Ma al patron statunitense – ex presidente e ad della Borsa di New York – non mancano anche altri contatti. E spera entro la fine del mese di sistemare la situazione economica del club. Ciò sarebbe fondamentale per garantire alla squadra la sicurezza necessaria. Anche se finora non è mai mancata. Gli stipendi vengono pagati regolarmente e questo mette al riparo da possibili penalizzazioni.
    A gennaio poi, s’era discusso molto per la cessione dell’estroso Johnsen a una concorrente diretta come la Cremonese. Dopo un mese e mezzo il Venezia ha dimostrato di poter tranquillamente primeggiare anche senza di lui che in grigiorosso, finora, ha collezionato un gol e due cartellini rossi. Vuoi vedere che alla fine l’affare l’ha fatto il Venezia, pensando anche a quanto sono stati fondamentali i quasi 3 milioni ricevuti dalla Cremonese?  LEGGI TUTTO