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    Il Parma di Buffon in crisi: Maresca sulla graticola

    PARMA – I numeri del Parma parlano di una crisi: quattordicesimo posto a 4 lunghezze dai play off e 10 dalla capolista Brescia. Il pareggio in casa col Cosenza è l’ultima frenata di una stagione partita col piede sbagliato, dopo le grandi attese, sono arrivati problemi dentro e fuori dal campo. La tifoseria contesta, il clima è rovente, la squadra è in crisi di identità e il progetto tattico di Maresca non ha ancora preso piede. A parte i “senatori” Buffon, Danilo, Schiattarella, Tutino e Vazquez, la squadra fatica a calarsi nella mentalità della Serie B, sentendo probabilmente anche il peso delle attese. Si paga anche un calciomercato che ha portato l’arrivo di tanti giovani stranieri il cui ambientamento richiede tempo e calma: un azzardo che al momento si sta pagando caro. Inevitabilmente la panchina di Maresca scricchiola, la proprietà non dubita di lui, ma la svolta tarda ad arrivare. Per il tecnico potrebbe essere non decisiva la prossima sfida a Como. Il presidente Krause è pronto a fare ulteriori investimenti, anche se i conti sono già esorbitanti: il Parma è la squadra col monte ingaggi più alto: 32,5 milioni più 6,3 milioni di bonus. In Serie B sono cifre stellari che rendono sempre più indecifrabile la crisi.  LEGGI TUTTO

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    Buffon: “Alla Juve Pirlo non ha fallito. Per Sarri mediare è avvilente”

    È un Buffon senza veli quello che si racconta nell’intervista a Tiki Taka. Il numero uno del Parma ha appena festeggiato i 26 anni dall’esordio, quando giovanissimo difese i pali della porta dei ducali in un Parma-Milan del 19 novembre 1995. La carriera lo ha portato a vestire le maglie di Juve e Psg. Tanti i trofei conquistati, ma rivela: ”Non li ricordo tutti, ma ho giocato in grandi squadre insieme a grandi compagni che mi hanno aiutato a vincere tanto”. Con la Nazionale è salito sul tetto del mondo nel 2006, ma ha anche vissuto la terribile notte del Meazza, quando l’Italia guidata da Ventura non riuscì a conquistare il pass per il Mondiale in Russia: “Quella è stata l’anticamera di una spedizione che sarebbe stata non vincente – ammette Buffon -. Abbiamo commesso degli errori e abbiamo avuto delle mancanze troppo grandi che non ci hanno permesso di andare al Mondiale. Le colpe sono di tutti, l’ho sempre detto. Quando si fallisce lo si fa tutti, lo staff, l’allenatore e tutti i giocatori. Tra quell’Italia e questa delle analogie ci sono, la differenza è che questa Nazionale ha delle certezze maggiori in virtù anche del successo insperato agli Europei. E quando hai delle certezze è più facile superare i momenti delle difficoltà”. E su un possibile ritorno in azzurro commenta: “Questa è la scusa per continuare a giocare. È la motivazione che mette d’accordo tutti”.
    Buffon sulla Juve di Allegri
    Di certo la Juve rappresenta un capitolo importantissimo della carriera di Buffon. Sulle possibilità di vittoria della Champions da parte della squadra di Allegri, l’ex numero uno bianconero dice: “La Juve quando sembra in difficoltà poi sorprende sempre e ha dei colpi di reni che le fanno vincere i trofei più impensabili. Vedo la Juve sempre protagonista in ogni competizione, poi vincere la Champions in questi anni, contro determinate squadre, è sempre complicato”. A chi dice che la squadra gioca male risponde: “Non gioca male, quando vince lo fa da squadra solida, compatta che non concede spazi e che quindi imbruttisce la partita. La nostra Juve che è arrivata due volte in finale era solida, poi non ha vinto perché ha giocato contro un Barcellona e un Real Madrid che erano quattro volte superiori a noi. Ma senza quelle caratteristiche non saremmo mai arrivati in finale”. Sull’addio di Ronaldo e il ritorno di Max Allegri: “Se Cristiano non era più convinto di rimanere ha fatto bene ad andarsene. E il mister ha fatto bene a tornare perché si vede che è convinto di fare bene ed è convinto di poter incidere”.
    Buffon su Sarri e Pirlo
    In bianconero Buffon è stato allenato anche da Maurizio Sarri e dall’ex compagno Andrea Pirlo. A proposito dell’attuale tecnico della Lazio commenta: “Da noi ha avuto tantissime difficoltà perché già all’inizio ha avuto dei piccoli attriti con qualcuno. Non è scoccata la scintilla. Dopo un mese, si è accorto che il tipo di lavoro che era abituato a fare avrebbe dovuto rivederlo e avrebbe dovuto cercare di mediare. E per uno come lui mediare è un qualcosa di avvilente. Non aveva quell’entusiasmo che di solito uno come lui ha”. A chi sostiene che sia tornato in bianconero dopo l’esperienza al Psg per aiutare il Comandante replica: “Non è vero. Quell’anno col PSG vinciamo l’andata degli ottavi di Champions a Manchester 0-2 e la Juve perde 2-0 a Madrid con l’Atletico. Ero felice per me ma non mi sentivo a mio agio per la sconfitta della Juve. E questa cosa ha pesato nelle scelte future. E poi giustamente la vita ti castiga perché al ritorno passano Manchester e Juventus. Sono tornato, non mi faceva impazzire l’idea di fare il secondo ma l’idea di poter vincere la Champions con questa dirigenza e con questi compagni è stata la cosa che ha pesato di più. Vincerla per la gente della Juve mi avrebbe dato una soddisfazione enorme”. La scorsa stagione l’addio di Sarri e Pirlo al timone. A proposito del lavoro fatto dell’ex centrocampista Buffon commenta: “Un allenatore che vince Coppa Italia, Supercoppa e che arriva in Champions non ha fallito”. 

    L’esperienza al Psg
    Nel 2018 il primo addio alla Juve per sbarcare alla corte del Psg. Il portierone riavvolge il nastro e torna su quella scelta: “Ho deciso di andare al Psg a maggio del 2018. A febbraio di quell’anno avevo deciso di smettere perché pensavo di fare il Mondiale e volevo chiudere il cerchio con quello. Dissi al mio procuratore che volevo smettere a meno che non mi avesse chiamato una tra Real Madrid, Barcellona e Psg. E dopo venti giorni è arrivata la chiamata. A quel punto mi sembrava un peccato rinunciare a un’esperienza simile, in un club simile e con un’offerta economica importantissima come quella. Non avevo garanzie, non avevo il posto assicurato anche perché la competizione è lo sport”. A Parigi ora c’è un altro portiere italiano, Gianluigi Donnarumma. L’ex estremo difensore del Milan fatica però a trovare spazio, ma Buffon non ha dubbi: “Penso che Gigio abbia fatto una scelta più che giustificata. In questa stagione sta avendo delle difficoltà ma penso che sarà titolare nell’immediato futuro”. 
    Buffon e il ritorno al Parma
    Come un cerchio che si chiude, Buffon ha deciso quest’anno di tornare al Parma, lì dove tutto ebbe inizio: “Nella mia carriera ho sempre fatto delle scelte d’istinto e non ho mai fatto calcoli – spiega Gigi -. Ho sempre fatto scelte che mi hanno reso felice. Nel 2006, da miglior portiere al mondo, sono andato in Serie B con la Juve e nessuno nelle mie condizioni l’avrebbe fatto. Solo un pazzo poteva farlo ma l’ho fatto perché credo in certe cose e mi fa piacere poterle accompagnare. Poi ho fatto tutta la trafila alla Juventus, dalla risalita alle tante vittorie. Poi sono andato a Parigi dove ho vissuto uno degli anni più belli della mia vita. Poi sono tornato alla Juventus, accettando di buon grado di fare il secondo. Sono stato una persona esemplare come sempre, poi dopo due anni mi sentivo ancora forte, volevo giocare e ho scelto Parma. Non mi fregava niente fosse in Serie B. A me piace il bene comune, sento l’affetto e la felicità e l’entusiasmo della gente di Parma. Mi chiedono di riportarli in Serie A, sono cose gratificanti, è quello che volevo, gioco per passione”. Buffon racconta poi di quando fu a un passo dall’Atalanta: “Gasperini lo sa, è successo che nel momento in cui avevo deciso di andare a Bergamo ho parlato con i dirigenti della Juve e con Pirlo che mi hanno convinto a restare. Mi conoscono alla perfezione e hanno toccato determinati tasti che non mi hanno persuaso a non andare. A Gasperini comunque voglio bene, le sue chiamate e la sua volontà di volermi a Bergamo perché secondo lui ero ancora forte per fare il titolare, mi hanno gratificato moltissimo”. LEGGI TUTTO

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    Serie B, Cohen stende il Benevento: il Pisa esulta dopo cinque gare

    PISA – Il Pisa ritrova il successo dopo cinque giornate di digiuno e torna secondo in classifica a -2 dal Brescia capolista dopo la tredicesima giornata di Serie B. Il Benevento viene battuto da una punizione di Cohen in apertura e resta fuori dalla zona play-off con 19 punti.
    La partita
    Il vantaggio dei padroni di casa arriva al 7’ con una punizione di Cohen che sorprende Paleari dalla lunga distanza andando a trovare l’incrocio dei pali. Pisa vicina al raddoppio al quarto d’ora, con Masucci che allarga troppo la mira e non trova la porta da ottima posizione. Alla mezz’ora si fa vivo il Benevento, con Nicolas che sventa un colpo di testa di Improta destinato sotto la traversa. Poco dopo il portiere nerazzurro si ripete sulla grande conclusione di Ionita, tenendo il risultato bloccato sull’1-0. In avvio di ripresa bel passaggio filtrante di Insigne, che pesca Improta in profondità, ma anche in questa circostanza il duello viene vinto da Nicolas che respinge la conclusione del giocatore giallorosso. Ionita torna protagonista al 10’: colpo di testa sugli sviluppi di un corner che termina di poco a lato. La gara procede a sprazzi, con tanti calci piazzati da ambo le parti che però non vengono sfruttati a dovere. Al 5’ di recupero il Benevento va in gol, ma il fuorigioco di Lapadula rende inutile la marcatura di Improta. LEGGI TUTTO

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    Serie B,Carvalho e Machin stendono il Como: il Monza vince 3-2

    MONZA – Il Monza supera il Como sia sul campo che in classifica: questo il verdetto del primo posticipo serale del 13° turno di Serie B. La formazione di Stroppa sale a quota 21 punti, in piena zona play-off. Il Como, invece, rimane inchiodato a 19 dopo tre vittorie consecutive.
    La partita
    Il Monza parte col piede sul gas: al 3′ Pedro Perreira colpisce di testa ma manda alto. Il Como al 4′ protesta con  Cerri  che recrimina per una trattenuta di Paletta in area, che ne impedisce la girata: la posizione dell’attaccante è però dubbia. Il Monza è vivo e al 10′ colpisce il palo con un rasoterra di Colpani dai 25 metri. Preludio al gol che arriva al 15′; Vignato suggerisce per Mota Carvalho: il lusitano elude una marcatura e sferra un potente destro che batte Gori. Il Como ha una immediata reazione con Bellemo che cerca un tiro rasoterra senza però esito. E’ un botta e riposta col Monza che prima va vicino al raddoppio e che poi trova il gol con Mota Carvalho che spedisce di sinistro sotto l’incocrio una palla di D’Alessandro.  Al 37′ si rifà vivo il Como con La Gumina che però non riesce ad indirizzare bene verso la porta. Al 43′ è ancora Monza, con Valoti che di testa scheggia il palo. La prima frazione termina con i padroni di casa avanti 2-0. Nella ripresa, il Como la riapre dopo 14 minuti con un destro al volo di Bellemo che sfrutta una sponda di Cerri. Il Monza subisce il colpo e subisce il pari di Vignali che concretizza al meglio un cross di Parigini: 2-2. Quando il risultato sembra incanalarsi sul pari, ecco la fiammata di Machin, che con un destro spettacolare sigla il 3-2 regalando il derby al Monza. LEGGI TUTTO

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    Serie B, il Parma di Buffon non vince più. Cremonese sugli scudi

    TORINO – Dopo il ko di Lecce, il Parma rallenta ancora e al Tardini ottiene solo un pari contro il Cosenza (1-1). Ducali che a fine gara escono ovviamente tra i fischi dei tifosi e che salgono a 17 punti, rimanendo di tre punti sopra la zona play-out. Bel colpo esterno invece della Cremonese, che espugna il Granillo di Reggio Calabria, regolando la Reggina (1-2). Lombardi che agganciano proprio i calabresi al quinto posto a quota 22.
    Parma-Cosenza 1-1
    Il Parma la sblocca subito al 13′: servizio in profondità di Vazquez a liberare Inglese che dalla destra mette al centro per Juric che insacca da pochi passi. Il Cosenza non risponde e si vede solamente con una timida punizione di Carraro bloccata tranquillamente da Buffon. I ducali premono alla ricerca del raddoppio: al Cobbaut  in proiezione offensiva pesca nel cuore dell’area Roberto Inglese, che di testa però manda alto. I calabresi tentano il colpo con Vallocchia in diagonale, ma Danilo mura la conclusione e in sostanza il primo tempo termina qui, perchè altri spunti degni di nota non ce ne sono. La ripresa si apre senza cambi, stessi undici dei primi 45 minuti. Al 10′ il Cosenza mette i brividi: traversone da destra di Anderson, incornata ravvicinata di Caso e sfera clamorosamente a lato. Il Parma non si fa vivo, produce poco e così al 29′ gli ospiti pareggiano con Tiritiello che sfrutta un suggerimento di Carraro e mette alle spalle di Buffon. A tre minuti dal novantesimo, Gerbo fallisce una clamorosa palla gol a tu per tu con Buffo, Finisce 1-1 e i ducali escono tra i fischi del Tadini.
    Reggina-Cremonese 1-2
    La Reggina parte fortissimo e regala il primo squillo del match con una sforbiciata di Montalto che termina però alta sopra la traversa. La Cremonese non ci sta e risponde con una conclusione di Zanimacchia. La gara è viva e al minuto 15 i tifosi reggini gridano quasi al gol quando Stravopoulos colpisce di testa la traversa su punizione di Liotti. Gli ospiti ci provano con Castagnetti al 21′, ma alla mezz’ora la Reggina la sblocca con Montalto che sfrutta un cross di Laribi e deposita in rete di testa. Nel finale la Cremonese va vicinissima al pari, ma un grande Turati dice di no a un bolide di Buonaiuto. La ripresa è subito bollente. Al 5′ gli ospiti si guadagnano e sbagliano un rigore con Fagioli, ma pareggiano al 12′ con Buonaiuto. La Reggina è in tilt e subisce anche il raddoppio di Gaetano al 18′. Proprio al novantesimo, la Reggina ha la palla del pari con Cortinovis, ma Carnesecchi gli chiude lo specchio della porta. Termina 1-2. LEGGI TUTTO

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    Serie B, tre pali frenano il Vicenza: il Brescia passa 3-2 al Menti

    VICENZA – Il Brescia approfitta del passo falso del Lecce e conquista la vetta della classifica. Nel posticipo della tredicesima giornata, gli uomini di Inzaghi vincono 3-2 in casa del Vicenza, con i biancorossi che pagano un prezzo altissimo alla sfortuna: tre legni ed un rigore sbagliato per i ragazzi di Brocchi, fermi ancora al penultimo posto con 4 punti.
    La partita
    Il Vicenza sblocca la partita al 18’, con Proia che di destro sfrutta come meglio non avrebbe potuto il cross dalla sinistra di Dalmonte. Ma la gioia dei biancorossi dura solo 3’, perché gli ospiti trovano immediatamente il pari con Palacio che non deve far altro che spingere in rete il perfetto assist di Bajic. Lo stesso Bajic alla mezz’ora ci prova di testa, trovando però l’ottima risposta di Grandi in angolo. Il portiere del Vicenza si ripete al 37’ su Bisoli, ma non può nulla al 40’ quando Bertagnoli si presenta tutto solo davanti a lui. L’azione del raddoppio bresciano era nata da una palla persa di Proia sulla trequarti, grazie alla quale Bajic aveva trovato il passaggio filtrante per il compagno, liberandolo a tu per tu con il portiere avversario. In avvio di ripresa i padroni di casa spingono sull’acceleratore, ma la sfortuna impedisce a Dalmonte di trovare il pareggio al 5’, visto che la conclusione di testa dell’esterno biancorosso va ad infrangersi sul palo. Due minuti più tardi Diaw sorprende alle spalle la retroguardia di Inzaghi, ma tutto solo davanti a Joronen non riesce a superare il portiere avversario. Al 20’ altro legno colpito dal Vicenza, con il subentrato Giacomelli che vede il suo tiro in mischia sbattere contro la traversa. Al 27’ i biancorossi fanno tris: anche la conclusione di Ranocchia sbatte contro il montante della porta bresciana, che appare quasi stregata. Al 29’ Diaw ha la grande opportunità di andare dal dischetto per rimettere il risultato in parità per il fallo subìto da lui stesso da Chancellor, ma la conclusione del vicentino finisce a lato. Al 36’ il Brescia torna in attacco e Bertagnoli si dimostra più preciso dell’intero Vicenza, liberandosi per la conclusione dopo l’assist di Bisoli e siglando il 3-1 delle rondinelle. Al 39’ Giacomelli trova la rete della speranza per il Vicenza, con la sua punizione che sorprende Joronen (tradito da un rimbalzo del pallone) e dà un po’ di speranza ai biancorossi. Che però, nei minuti finali, non riescono a trovare il gol del pareggio. LEGGI TUTTO

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    Serie B, il Perugia supera il Crotone: 2-0 firmato Lisi e Matos

    PERUGIA – Lisi e Matos regalano al Perugia la seconda vittoria nelle ultime tre gare ed il 7° posto, che al momento varrebbe per i Grifoni i play-off. Ai 20 punti degli umbri fanno da contraltare i soli 8 racimolati dal Crotone, sempre invischiato nella zona retrocessione, a -3 dai playout.
    La partita
    La prima vera occasione la porta il Perugia al minuto 13: sulla sinistra affonda Lisi, cross teso sul primo palo dove Matos tutto solo non riesce a coordinarsi e conclude alto di testa. Poco più tardi ancora Grifo pericoloso con un destro dai 25 metri di Segre ribattuto però involontariamente da Matos. Il Crotone risponde con una incursione di Sala che entra in area biancorossa e con un rasoterra destro impegna il portiere Chichizola. Al 29′ i calabresi vanno alla conclusione con Donsah, ma Chichizola è attento e si allunga sulla destra facendo sua la sfera. Rossoblù scatenati: Mulattieri che cerca un destro a giro da limite ma la sfera è deviata in angolo. Una disattenzione difensiva condanna però il Crotone al 36’: Segre ruba palla e l’azione del Perugia arriva fino all’area avversaria, con Lisi che batte Festa e porta in vantaggio i suoi. Nel secondo tempo è ancora il Perugia a fare la partita, con il Crotone che prova di rimessa in un paio di occasioni, ma senza la giusta precisione. A 4’ dal termine i padroni di casa trovano il raddoppio: sul cross di Segre dalla destra, Matos si fa trovare puntuale sul primo palo, siglando la rete che di fatto chiude il match. LEGGI TUTTO

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    Serie B, Alessandria di rimonta in casa della Spal. Pordenone ko

    Frosinone-Lecce 0-0
    Al 14′ Lecce a un passo dalla rete: Barreca, dal fondo mette sul primo palo per l’accorrente Gargiulo che tenta il pallonetto e colpisce la traversa. Al 20′ il Frosinone si vede con un cross di Zampano, Canotto controlla, conclusione potente che non trova lo specchio. Al 35′ punizione interessante di Ricci, Garritano manda alto di testa. Nella ripresa, tentativo di Tribuzzi che, smorzato da Barreca, termina facile tra le braccia di Gabriel al 24′. Nei minuti finali il Lecce ci prova con un diagonale di Coda, ma Ravaglia si oppone con una gran parata. Allo Stirpe, risultato ad occhiali (0-0).
    Pordenone-Ascoli 
    Il Pordenone, al 10′, perde Sabbione per infortunio, entra Barison. Al 31′ l’Ascoli ci prova: Maistro passa filtrante per Sabiri che, da posizione defilata, tenta la conclusione di destro trovando un pronto Perisan. Ancora Ascoli al 39′ con la conclusione di Dionisi neutralizzata da Perisan, sul proseguimento dell’azione la conclusione di D’Orazio, con la deviazione di Iliev, impatta sul palo. Ascoli in vantaggio al 41′, quando Salvi corregge in rete il corner di Maistro. Nella ripresa la prima occasione arriva addirittura al 32′ quando Folorusho del Pordenone con un tiro-cross quasi beffa il portiere ospite, che però devia con la punta delle dita. L’Ascoli risponde subito: Bidaoui riesce a superare il portiere Perisan, ma calcia incredibilmente sul fondo. I marchigiani al minuto 41′ hanno un’altra occasione con Iliev ma l’estremo di casa si fa trovare pronto. Poi nient’altro: i bianconeri si impongono di misura (0-1).
    Spal-Alessandria 2-3
    L’Alessandria si fa viva per prima al 6′ con Parodi che sugli sviluppi di un corner impegna Seculin. Spal in vantaggio al 21′: Dickmann serve Mancosu che con il sinistro la infila sul secondo palo. Reazione immediata dei grigi che al 23′ pareggiano con Chiarello, servito da Di Gennaro. Gara ad alti ritmi: passano altri 3′ e la Spal va a segno con Dickmann che batte Pisseri dopo uno scambio con Melchiorri. La Spal al 34′ sfiora il tris con Tripaldelli, l’Alessandria trova il pari un minuto dopo con Corazza che insacca in rete una respinta di Seculin su tiro di Mustacchio. Al 38′ il sorpasso: Mustacchio scende a destra, rasoterra in mezzo dove Arrighini corregge in rete, 2-3. Spal pericolosa alla mezzora: Celia ci prova per due volte e nella seconda occasione colpisce il palo, poi Capradossi tenta una conclusione a porta vuota che colpisce a sua volta il palo.  Al 43′ la Spal reclama un rigore per un fallo in area di rigore di Mustacchio, ma per l’arbitro si può proseguire: Viviani protesta e viene espulso. E’ di fatto l’ultima annotazione sul taccuino: l’Alessandria espugna il Mazza ed esulta: 2-3 il finale.
    Ternana-Cittadella 1-1
    Cittadella pericoloso al 4′: Vita conclude a lato. Ospiti in vantaggio al 23′: da rimessa laterale Antonucci serve Vita, controllo di petto e sinistro basso che si infila in rete, 0-1.  Nella ripresa, ci prova subito il Cittadella con Tavernelli che al 5′ viene anticipato dalla difesa avversaria sul suggerimento di Baldini. Ancora Cittadella al 18′: Baldini serve Antonucci che conclude all’angolino, Iannarilli risponde presente. Pareggio della Ternana al 24′: Defendi, dalla destra, mette in mezzo un buon pallone per Partipilo che, di testa, spiazza Kastrati, 1-1. La Ternana preme alla ricerca del vantaggio e lo sfiora al minuto 31′ con un tap-in di Partipilo, imbeccato da Palumbo, ma il portiere ospite è prodigioso e gli dice di no. Tre minuti più tardi ancora rossoverdi  pericolosi con Palumbo: palla che esce di poco. Nel finale il Cittadella sfiora il colpaccio, ma sia Adorni che Beretta, lisciano la sfera. Termina 1-1, una bellissima partita. LEGGI TUTTO