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    Pirlo, la sfida con Nesta e l’avviso a Esposito: “Lo faccio uscire dopo 15’…”

    Reggiana-Sampdoria, la conferenza di Pirlo

    “Guardiamo partita dopo partita. Il nostro obiettivo è sempre quello di giocare per vincere, imporre il nostro gioco” – ha spiegato Pirlo. L’allenatore della Sampdoria ha poi proseguito: “Anche la Reggiana è nella nostra situazione, sarà una partita da giocare con grande concentrazione e con tanta aggressività e determinazione”. Su Nesta: “È un grande amico. Ci sentiamo spesso in settimana, siamo sempre in contatto. Mi farà piacere rivederlo, spero di essere più contento io a fine partita (sorride ndr). Per la prima volta ci affronteremo da allenatori dopo aver condiviso le stesse maglie. Ma la Samp viene prima di tutto”.

    Il tecnico blucerchiato ha specificato anche la situazione di Pedrola, che sta rientrando dopo l’infortunio: “Non ha avuto alcun problema. Il giocatore voleva essere più sicuro ed essere al 100% per rientrare in gruppo. Ha ancora paura e ha preferito andare in Spagna a fare un lavoro specifico per rinforzarsi. Non abbiamo fretta per farlo rientrare e giocare le ultime partite. Questa è una cosa concordata con il Barcellona. Rimarrà qualche giorno là e poi tornerà”. Infine su Esposito e l’episodio dell’abbraccio dopo il gol al Lecco: “Deve sempre avere quell’atteggiamento e lottare su ogni pallone. Nella riaggressione è sempre fra i primi. Se continua a far gol tanto meglio. Se non interpreta bene la gara, esce dopo 15 minuti. Lo sa bene che non basta una partita per andare in alto. Glielo ripeteremo perché non può sbagliare”. LEGGI TUTTO

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    La Samp vola In Arabia: la missione di Manfredi e Mancini Jr

    GENOVA – Missione in Arabia per far crescere la nuova Sampdoria. L’azionista di maggioranza del club blucerchiato Matteo Manfredi e il direttore sportivo Andrea Mancini sono volati a Riyad e – a margine del campionato mondiale per club – saranno protagonisti in questi giorni di una serie di incontri con potenziali investitori del mondo arabo che potrebbero essere coinvolti, magari con una quota di minoranza, nella gestione della società.
    Non è la prima volta in questa fase che si avvicinano alla Samp soggetti potenzialmente interessati a un investimento nel calcio italiano (nelle scorse settimane si erano visti ospiti al Ferraris nelle gare interne diversi uomini del mondo finanziario del Sud Est Asiatico) ma la novità stavolta è che la missione araba ha uno sponsor istituzionale di grande calibro, ovvero Roberto Mancini – oggi ct dell’Arabia Saudita e naturalmente grande ex blucerchiato oltre che padre dello stesso Andrea – che pur senza essere coinvolto direttamente negli incontri e in eventuali possibili accordi ha avuto comunque il ruolo di contatto di assoluto prestigio per far avvicinare le parti.
    Non trova conferme un possibile incontro tra Manfredi e i rappresentanti della sezione sportiva del Pif, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita: non è comunque escluso che la proprietà blucerchiata possa interloquire con gruppi in qualche modo collegabili al Pif. In ogni caso gli incontri saranno diversi in questi giorni, alcuni forse anche solo di perlustrazione da ambo le parti. “Il brand Sampdoria ha attrattiva a livello locale e internazionale a prescindere dalla categoria. Io parlo tutti i giorni con gli investitori” aveva detto Manfredi lo scorso 21 novembre, facendo intuire come l’appeal del club – nonostante la retrocessione in serie B – sia rimasto alto e anzi paradossalmente possa anche essere aumentato grazie alla nuova gestione e al piano di ristrutturazione dei debiti che ha fortemente diminuito il rosso di una società che ha concretamente rischiato di fallire nei mesi scorsi. LEGGI TUTTO

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    Samp e Pirlo, ora serve la continuità

    TORINO – E ora, per la Sampdoria di Pirlo, la parola chiave sarà continuità. La bella vittoria di sabato a Marassi sul Lecco ha confermato che l’ex tecnico di Juve e Karagumruk dispone di una rosa competitiva, incompleta finché si vuole ma comunque in grado di reinserirsi per i playoff che oggi distano 6 punti. Dopo il tonfo di Brescia era scattato un allarme eccessivo sulle potenzialità dei blucerchiati. Certo, la classifica scotta ancora, con soli tre punti di margine sui playout. E anche per questo è il momento di mantenere un minimo di continuità (che in parte c’è già): prima che per sognare, per evitare guai. Anche perché alle spalle della Samp, c’è chi s’è messo a correre: la Ternana, che sembrava mezza spacciata, ora con Breda viaggia alla media di 2 punti a partita (ne ha fatti 8 in 4 gare) e lo Spezia, con la prima vittoria di D’Angelo in quel di Ascoli, può aver svoltato, specie se venerdì nell’anticipo dovesse battere il Bari al Picco. Ma la più che convincente vittoria dei blucerchiati sul Lecco dice due cose importanti. La prima: il successo sui blucelesti – che con Bonazzoli stavano raccogliendo scalpi illustri, anche in trasferta – è arrivato con la squadra che era priva di 4 giocatori chiave per Pirlo: Borini, Depaoli, Pedrola e Vieira, segno che la squadra ha valori importanti anche nei sostituti (che tanti, troppo frettolosamente, liquidavano come non all’altezza). La seconda è la possibile consacrazione di Sebastiano Esposito, autore col Lecco di una doppietta – la prima in carriera – da categoria superiore: entrambi i gol sono capolavori fatti col sinistro (e lui è un destro). Andiamo a rivedere la carriera del secondo dei tre fratelli Esposito: esordi nell’Inter quasi da imberbe (a 17 anni debuttava in Champions League), giocava con Lukaku, c’era Conte sulla panchina nerazzurra. Poi un lungo peregrinare, in Italia e in Europa, senza mai riuscire a imporsi: Spal, Venezia, Basilea, Anderlecht e Bari prima di sbarcare alla Samp. Dal 2020 alla scorsa estate ha cambiato maglia a ogni sessione di mercato (tranne la stagione completa al Basilea, chiusa con 6 reti). Si diceva che giocava troppo per se stesso, si stava costruendo una fama da talento inespresso, era (ed è) considerato il più “peperino” dei tre fratelli e anche per questo il più discusso, finora. Poi segna due reti da cineteca e lì è stato bravo Pirlo a punzecchiarlo nel dopo gara anziché celebrarlo, esortandolo a non mollare, a fare ora il salto di qualità perché i mezzi per arrivare in alto ci sono tutti, come dicono quei due gol, anche se ha solo 21 anni ed è la prima cosa che bisognerebbe ricordarsi. Saggio dunque Pirlo a non coprirlo di lodi, preferendo stimolarlo nella crescita, a cercare quella continuità che serve anche alla Samp. E’ questo il Pirlo che preferiamo. Non quello che dopo la botta di Brescia dà dei presuntuosi a tutta la squadra. Ma magari fosse stata presunzione! Al Rigamonti per un tempo la Samp era in gita turistica, nemmeno nelle altre prove più negative, quando i risultati latitavano e la Samp era penultima, s’era vista una squadra così assente. E l’allenatore è sempre il primo responsabile dell’atteggiamento della sua squadra. Ma flop bresciano a parte, la Samp e Pirlo da almeno un mese e mezzo hanno l’atteggiamento giusto per affrontare le battaglie della B. Il fragile 4-3-3 delle prime uscite è un ricordo. Ma al di là dei moduli, conta come vai in campo (e la società dopo Brescia ha fatto capire che atteggiamenti come quello del Rigamonti non saranno più digeriti). E se anche due giocatori che a inizio stagione erano fra i più discussi – Stankovic in porta e Yepes in mezzo – poi diventano pilastri della squadra, come visto col Lecco, beh, da qui alla pausa invernale si possono coltivare giuste speranze, anche grazie a certe intuizioni tattiche di Pirlo, come quella di alzare  in mezzo il terzino Giordano, genovese e doriano, mossa dettata dall’emergenza che c’era sabato ma che si potrebbe utilizzare sempre, il ragazzo sta crescendo molto e gioca per la maglia del cuore – cosa non semplice – nel modo giusto. Senza dimenticarsi che il calendario dice che da qui a Santo Stefano la SamPirlo affronterà Reggiana in trasferta, Feralpisalò e Bari a Marassi. Il filotto non è certo impossibile. E arrivare al mercato di gennaio con una classifica promettente, darebbe una bella spinta anche alle trattative, nonostante i paletti finanziari che limiteranno i colpi. Perché se a gennaio la classifica dovesse sorridere particolarmente, nonostante il freno sugli acquisti, certi giocatori sarebbero più allettati ad indossare il blucerchiato. Con una classifica ancora a rischio, ci penserebbero almeno due volte e magari valuterebbero anche altre opzioni. LEGGI TUTTO

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    Cremonese-Venezia da A. Samp-Lecco: Pirlo vs Bonazzoli

    TORINO – La 16ª giornata di Serie B si apre oggi con sette partite. Il match clou fra le 6 gare delle 14, dove spicca Cremonese-Venezia. I padroni di casa hanno svoltato dall’avvento di Stroppa e vincendo oggi si porterebbero a -4 dai lagunari che oggi sarebbero promossi in A assieme all’altra capolista, il Parma. Il Venezia di Vanoli è la squadra più in palla, viene da 5 vittorie di fila e ha l’occasione di staccare in classifica almeno per una notte il Parma, impegnato domani in casa col Palermo. Come rendimento nell’ultimo mese però, subito dopo il Venezia viene proprio la Cremonese che prima di fare 0-0 a Pisa nell’ultima uscita, aveva messo insieme 4 vittorie consecutive. Di sicuro, tanti oggi tiferanno per i grigiorossi lombardi perché se vincono si riapre la corsa per uno dei due posti che danno la promozione diretta. Fra le altre gare delle 14, occhio a Sampdoria-Lecco, scontro salvezza e sfida in panchina fra Pirlo e Bonazzoli, entrambi classe 1979, cresciuti insieme nelle giovanili del Brescia. Allenatori che hanno idee diverse: Pirlo vorrebbe praticare un calcio ambizioso e arioso, cosa non semplice da fare in B, lo si è visto nell’ultima uscita dei blucerchiati, il ko per 3-1 a Brescia che ha ridimensionato la Samp, veniva da tre vittorie di fila e 4 successi nelle precedenti 5 partite. Insomma, al Rigamonti la Samp ha fallito l’esame di maturità e oggi riceve un Lecco che, battendo il Bari, ha raggiunto a quota 16 la Samp. Ecco, Bonazzoli invece, rispetto a Pirlo propone un calcio più efficace che sta stupendo tutti: prima del suo arrivo, il Lecco era dato per spacciato, pronto all’immediato ritorno in C. Invece con Bonazzoli sono già arrivati gli scalpi di Pisa e Palermo in trasferta, Parma e Bari in casa, i blucelesti ora hanno un passo da playoff e dimostrano di poter raggiungere la salvezza, traguardo a cui deve tornare a pensare la Samp, dopo aver passato un mese a sognare di raddrizzare una stagione nata fra mille difficoltà. Oggi a Marassi, i tifosi blucerchiati ritroveranno Bonazzoli, protagonista da giocatore della Samp, si celebrerà anche l’addio al calcio di Quagliarella che sarà omaggiato dal Ferraris, Bonazzoli, scherzando ma non troppo, lo ha “convocato” per il Lecco. Sempre fra le gare delle 14, Marino si gioca la panchina del Bari che ospita il Sudtirol. Negli altoatesini, dopo l’esonero di Pierpaolo Bisoli va in panchina Federico Valente, appena promosso dalla Primavera altoatesina: la società vuole scegliere con calma il sostituto di Bisoli ma nello stesso tempo vuole soppesare Valente, dandogli almeno una chance per mettersi in mostra. Negli altoatesini, non convocato il difensore Masiello: come nella passata stagione, gli si evita il confronto col Bari, con cui fu coinvolto in un caso di calcioscommesse, è particolarmente osteggiato dalla tifoseria pugliese. Da brividi salvezza Ascoli-Spezia, da due giornate guidate, rispettivamente, da Castori (un pari e un ko) e D’Angelo (2 sconfitte). Nessuna delle due squadre può fallirla: l’Ascoli oggi è scivolato in zona playout, lo Spezia sarebbe retrocesso ma se oggi vince acciuffa in classifica i marchigiani. Traballa la panchina di Caserta nel Cosenza, impegnato a Cittadella coi granata che sembrano essere tornati quelli dei bei tempi che furono: vengono da 4 vittorie di fila e sono settimi, farebbero insomma quei playoff che mancano da due anni, dopo averli raggiunti per 5 stagioni di fila (con due finali disputate). Situazione simile anche per Ternana-Feralpisalò che oggi sarebbero entrambe retrocesse. I gardesani, ultimi in classifica, cercano ancora la prima vittoria con Zaffaroni che in caso di altro rovescio potrebbe essere esonerato (si pensa al ritorno di Vecchi). La Ternana invece, pare aver svoltato dall’arrivo di Breda: sabato scorso è arrivata la prima vittoria (1-3 a Cosenza), con lui le Fere sono ancora imbattute e hanno messo insieme 5 punti nelle ultime 3 gare, non pochi quando si sta sul fondo. Interessante anche la sfida delle 16.15, Catanzaro-Pisa. I calabresi di Vivarini si sono rilanciati con due vittorie di fila (nel derby col Cosenza e a Palermo) e oggi scenderanno in campo sapendo il risultato di Cremonese-Venezia (il Catanzaro è a -6 dai lagunari). Il Pisa di Aquilani invece, continua a fallire il decollo e ora deve guardarsi alle spalle (zona playout a -2). Il turno si chiude domani con le altre tre sfide (fischio d’inizio alle 16.15): oltre alla già citata Parma-Palermo, si giocano Como-Modena e Reggiana-Brescia. LEGGI TUTTO

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    Vandeputte come Kvara: Catanzaro sogna

    TORINO – Venerdì scorso, al Barbera, è stata l’apoteosi del Catanzaro di Vivarini, forse la vittoria più bella (1-2) di questo straordinario campionato dei calabresi. Ogni volta che i giallorossi si riversavano in avanti, per il Palermo erano dolori, ogni azione offensiva era un pericolo costante per i rosanero che sì, stanno attraversando un momento delicato, ma che dal Catanzaro hanno subito una autentica lezione di calcio, premiata anche dagli applausi dello sportivissimo pubblico siciliano. Sì, il Catanzaro di Vivarini è forse la squadra che gioca il miglior calcio della B, come ha ammesso ad esempio Fabregas, appena insediatosi al Como. Le ultime due vittorie di fila (prima di Palermo, il Catanzaro si era aggiudicato il derby con il Cosenza), hanno portato i calabresi soli al 4° posto, a -6 dal duo di testa, Parma e Venezia. Davanti, Iemmello e Biasci stanno dimostrando di essere una bella coppia che del resto faceva faville già in C, vinta nella scorsa stagione a colpi di record. L’uomo in più, quello di categoria superiore però, è il belga Jari Vandeputte, 27 anni, autentico scardina-difese, senza esagerare troppo potremmo definirlo il Kvara del Catanzaro. Sono tanti anni che si parla bene di lui, in diverse sessioni di mercato era stato accostato anche a club di A. Eppure, solo adesso sta avendo in B la consacrazione che meritava da tempo, dopo aver “remato” a lungo in C. Al Catanzaro era arrivato nell’estate del 2022 dal Vicenza, ma è in Italia già dal 2017, quando sbarcò alla Viterbese proveniente dal Genk, il club dove era cresciuto, vivendo poi anche una parentesi al Psv. Fra campionato e Coppa Italia, in questa stagione Vandeputte ha già messo assieme 6 reti e 4 assist, numeri da centravanti, non da ala sinistra che Vivarini saggiamente fa partire largo e arretrato perché poi, una volta innescato, sa diventare devastante, un piacere per gli occhi, giusto quindi, fatte le debite proporzioni, paragonarlo al Kvaratskhelia del Napoli perché nel Catanzaro ha lo stesso peso che il georgiano ha per i campani. Ora però, per i ragazzi di Vivarini, è il momento di chiudere al meglio il girone d’andata per andare alla pausa (e al mercato) di gennaio cercando di capire che tipo di campionato potrà fare da qui a maggio il Catanzaro. Si parte domani alle 16.15 ospitando al Ceravolo il Pisa di Aquilani, squadra che non riesce a uscire da un campionato anonimo. Quindi, il 16, trasferta ad Ascoli coi marchigiani che dopo l’arrivo di Castori in panchina continuano ad avere i problemi che avevano con Viali. Il 23 il Catanzaro riceverà il Brescia che forse ha svoltato con Maran ma che oggi ha 9 punti meno del Catanzaro. Infine, il girone d’andata si chiuderà a Santo Stefano con la trasferta in casa della Reggiana, altra squadra che non riesce a decollare. Insomma, è un calendario niente male che se sfruttato al meglio, potrebbe dare al Catanzaro la possibilità di ambire a qualcosa di più del miglior piazzamento possibile ai playoff, specie se Venezia e Parma dovessero perdere qualche colpo. Per la gioia di Catanzaro, in città erano decenni che non si sognava come in questi mesi formidabili. LEGGI TUTTO

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    Pirlo, il tifo Inter, la rivincita Juve e l’aneddoto su Lippi: “Scelse me”

    Ai microfoni di Radio Tv Serie A, il tecnico della Sampdoria Andrea Pirlo si racconta partendo dalla sua strepitosa carriera da calciatore: “Ho sempre vissuto con tante aspettative. Tutti si aspettavano che facessi qualcosa di importante. Pian piano ho fatto quello che ho fatto, dimostrando sul campo quello che raccoglievo, sempre pronto a subire le critiche. Non è facile per un bambino vivere così, però tu devi pensare a giocare e a divertirti. Non mi sono mai posto limiti, volevo essere uno dei migliori. Volevo vincere un mondiale e una Champions League. Non mi sono mai accontentato nella mia vita; non mi bastava mai quello che avevo fatto prima, cercavo sempre di migliorarmi. Il talento si migliora con il lavoro e con gli stimoli che devono spingerti a fare sempre meglio”.

    “La top 50 dei migliori allenatori in attività”

    Il Mondiale, Calciopoli e il Real Madrid

    E proprio il 2006 ha rappresentato per Pirlo un anno molto particolare con la vittoria del Mondiale, il caso Calciopoli a stravolgere la Serie A e la possibilità di lasciare l’Italia con le avance del Real Madrid: “Lippi scelse me come primo per calciare il rigore della finale. Non fu una passeggiata perché la tensione era tanta però non pensai troppo e calciai. Era il periodo di calciopoli, e non si capiva come sarebbe ripartita le serie A. Appena finito il Mondiale firmai un contratto con il Real, ma poi quando comunicarono che il Milan sarebbe ripartito dalla Serie A con una penalizzazione, d’accordo con Galliani scelto i rossoneri”. LEGGI TUTTO

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    Palermo flop. E il calendario fa paura

    TORINO – Che momentaccio per il Palermo, la squadra che in estate puntava, più apertamente delle altre squadre, al ritorno in Serie A. Dopo la lezione di calcio che venerdì scorso gli ha inflitto al Barbera il Catanzaro di Vivarini, la tifoseria rosanero ha rotto con la squadra e con l’allenatore Eugenio Corini col quale, nonostante gli importanti trascorsi da giocatore e capitano dei siciliani, mai è sblocciato il feeling, il rapporto si era gustato già la scorsa stagione quando il piazzamento ai playoff sfumò all’ultima giornata con un assurdo 2-2 contro il “suo” Brescia. Ci si chiede come possa questa squadra competere per la A diretta quando in casa è già stata battuta, oltre che dal Catanzaro, anche da Cosenza, Lecco e Cittadella. Non solo. Il calendario del Palermo da qui alla pausa invernale, per la squadra che s’è vista negli ultimi tempi, mette paura: si parte domenica dalla trasferta in casa del Parma capolista col Venezia.Quindi, il 16 dicembre, il Palermo proverà a riconquistare il Barbera, diventato terra di conquista, contro il Pisa di Aquilani. Il 23 altra trasferta complicata, in casa di quel Como che Fabregas ha portato al terzo posto. Quindi, a Santo Stefano, chiusura del girone d’andata ospitando la Cremonese di Stroppa, cioé la squadra che ha il miglior rendimento esterno della B. Chissà, per quel giorno, come sarà messo in classifica il Palermo, oggi acciufferebbe solo l’ultimo posto dei playoff, l’ottavo, ed è dietro perfino al sorprendente Cittadella, ricordando che a inizio autunno il Palermo era a -1 dal 1° posto. Nonostante ciò, la filosofia del Football City Group, proprietaria dei club, non cambia. Dopo l’ultimo ko una prima vera discussione su Corini, per la prima volta, si è aperta. Ma anche in questo caso alla fine è arrivata di nuovo la conferma. Da capire se ti terrà la stessa linea anche in caso di ko a Parma, da Manchester potrebbero prendersi tempo anche fino alla sosta (ma attenzione all’ipotesi Grosso, appena esonerato dal Lione). Certo, il tecnico avrà le sue responsabilità, il Palermo non può valere l’attuale 8° posto. Ma forse, la squadra è stata sopravvalutata in estate, quando i rosanero erano i padroni del mercato e quasi ogni giorno confezionavano un colpo di peso. Ma il grande accumulo di acquisti, privilegiando giocatori che avevano già vinto la B, oggi non sta pagando anzi, sono gli elementi che forse stanno più mancando, quelli più onusti di gloria e con la pancia forse troppo piena. Ad esempio, l’attaccante Federico Di Francesco da Lecce sbarcava a Palermo il giorno dopo aver segnato in A alla Lazio il gol vittoria. Ma anche per un infortunio s’è visto solo per il gol nella vittoria sulla Feralpisalò ultima in classifica. Ci si aspettava molto di più anche da un’altra punta, Roberto Insigne, che un anno fa faceva faville nel Frosinone lanciato verso la A, con gol e numeri degni di suo fratello Lorenzo: anche per lui, qualche problema fisico, tante prove anonime e un solo gol, sempre alla Feralpisalò. I due avrebbero dovuto costituire, col centravanti Brunori, un tridente di tutto rispetto per la B, ma l’involuzione dell’italo-brasiliano, guida del Palermo nelle precedenti due stagioni, ha complicato tutto (anche se spesso la squadra non riesce a lavorare per lui e qui torna in ballo l’operato di Corini). Ci si aspettava molto dal giovane trequartista Vasic, stellina prelevata dal Padova in C, ma forse non ha mai goduto della piena fiducia di Corini e comunque anche lui è fuori, da cinque partite. Fra i colpi che stanno funzionando, sicuramente Lucioni in difesa, non a caso la retroguardia dei siciliani, nonostante i tanti rovesci, resta una delle migliori della B (13 gol al passivo, solo uno di più di Venezia e Cremonese, le difese meno battute della B). Insomma, il quadro è piuttosto desolante, non si trova un appiglio per uscirne. In una qualsiasi altra squadra della B, probabilmente Corini sarebbe stato allontanato da tempo, non solo per i risultati deludenti ma anche per la sfiducia di una piazza che di fatto lo ha già “esonerato”. E proprio questo ci si chiede a Palermo: per quanto tempo ancora si potrà andare avanti con una situazione simile? LEGGI TUTTO

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    Quagliarella, l’aneddoto su Lichsteiner e Pirlo: “Così ha smesso di urlare”

    Ricordi, aneddoti e cursiotà. E’ stato un Fabio Quagliarella divertente e a cuore aperto quello presente a Sky nel Club nell’immediato post partita di Napoli e Inter. Oltre alle sue impressioni sulla gara vinta dai nerazzurri per 3 a 0, ha parlato anche della Juve e dei suoi tempi in bianconero raccontando diversi retroscena simpatici su Andrea Pirlo, ex compagno ai tempi e ora allenatore della Sampdoria, ultima squadra dell’attaccante prima di dare il suo addio al calcio giocato. “Sono costretto a smettere perché sono in condizioni fisiche inaccettabili”: questo è stato il motivo che ha spinto il centravanti campano a lasciare il calcio dopo esser stato svincolato dai blucerchiati in estate dopo la retrocessione. 
    Quagliarella e gli aneddoti su Pirlo alla Juve
    Quanti gol sull’asse Pirlo-Lichtsteiner, i tifosi della Juve li ricordano ormai alla perfezione: lancio del ‘Maestro’ per l’inserimento puntuale dello svizzero e la rete. Un’azione collaudata, provata e studiata seppur con qualche ‘problema’ iniziale. E a raccontarlo lo racconta proprio Quagliarella: “Al primo allenamento Lichtsteiner partiva e urlava per avere il pallone, Andrea gli disse di pensare a correre che gli sarebbe comunque arrivata. Da quel momento non ha mai più parlato”. Sempre sul centrocampista l’attaccante ex Juve racconta anche un altro aneddoto sui passaggi mancati al suo indirizzo: “Andrea hai uno o due giocatori che ti marcano, non te la posso dare e la sua risposta è stata chiara ‘Tu dammela il problema è degli altri…”. LEGGI TUTTO