consigliato per te

  • in

    Bari a secco di vittorie. Sorride il Pisa di Aquilani, buio Lecco

    La Serie B entra nel vivo con il decimo appuntamento della stagione. Dopo l’anticipo tra Parma e Como, con la vittoria dei padroni di casa, il sabato di campionato si riempie di altri gol e sorprese. Continua il momento negativo del Bari, che non trova la vittoria da otto giornate: solo un pari contro il Modena. Ritrova il sorriso il SudTirol con una grande vittoria in trasferta sul campo della Cremonese. Gli altoatesini si rilanciano in classifica. Tre punti anche per il Pisa di Aquilani contro il Cittadella. Sempre più buio il momento del Lecco, sconfitto in casa anche dall’Ascoli. Ottavo risultato utile di fila per il Brescia. I biancazzurri devono recuperare ancora tre partite e possono continuare la scalata.
    Serie B, i risultati degli anticipi
    Il match tra Bari e Modena si sblocca solo nell’ultima fase di gara: Sibilli illude Marino, Manconi risponde e strappa un punto importante. Al SudTirol di Bisoli basta un autogol di Ravanelli all’84’ per battere la Cremonese e prendersi la zona playoff. Vince anche il Pisa grazie alle reti di Piccinini e Torregrossa, inutile il gol allo scadere di Magrassi per il Cittadella. Gastaldello esulta grazie a Bisoli, che con il suo timbro regala la vittoria al Brescia contro la Ternana. Sempre peggio il Lecco, sconfitto 2-0 dall’Ascoli: apre Nestorovski, chiude Quaranta. A chiudere le gare del sabato di Serie B è stata la vittoria del Catanzaro al Ceravolo contro la FeralpiSalò. I giallorossi hanno risposto alla vittoria del Parma e con i tre punti si sono portati al momento al secondo posto a 21 punti in attesa delle partite di Palermo e Venezia. E’ successo tutto nella ripresa con i calabresi avanti con Vandeputte poi Biasci e l’autorete di Bacchetti hanno chiuso il match. 

    Bari-Modena 1-1
    Cremonese-SudTirol 0-1
    Lecco-Ascoli 0-2
    Pisa-Cittadella 2-1
    Ternana-Brescia 0-1
    Catanzaro-FeralpiSalò 3-0 LEGGI TUTTO

  • in

    Diretta Parma-Como ore 20.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    PARMA – Alle ore 20.30, allo stadio Tardini, il Parma ospita il Como nell’anticipo della 10ª giornata del campionato di Serie B. I ducali  di Fabio Pecchia guidano la classifica a quota 20 e sono reduci dal ko, fin qui l’unico in questa stagione, in casa del Venezia. Al quinto posto, a -6 punti, ci sono i lariani di Moreno Longo, sconfitti nell’ultimo turno 3-1 in casa dalla Cremonese. Una brutta battuta d’arresto per i lombardi che interrompe una striscia di sei risultati utili consecutivi. 
    SEGUI PARMA-COMO IN DIRETTA SUL NOSTRO SITO
    Parma-Como: diretta tv e streaming 
    Parma-Como, anticipo della 10ª giornata del campionato di Serie B, é in programma alle ore 20.30 allo stadio Tardini e sarà visibile in diretta su Sky e DAZN. Inoltre sarà visibile anche in streaming su Now e sulla piattaforma Sky Go.
    La probabili formazioni di Parma-Como
    PARMA (4-2-3-1): Chichizola; Coulibaly, Osorio, Delprato, Dichiara; Estevez, Bernabé; Man, Sohm, Benedyczak; Bonny. Allenatore: Pecchia.
    A disposizione: Turk, Corvi, Balogh, Ansaldi, Circati, Zagaritis, Hainaut, Hernani, Charpentier, Begic, Colak, Camara, Mihaila, Haj. 
    COMO (3-4-2-1): Semper; Curto, Odenthal, Barba; Cassandro, Bellemo, Abilgaard, Ioannou; Verdi, Chajia; Cutrone. Allenatore: Longo.
    A disposizione: Vigorito, Sala, Solini, Cerri, Baselli, Gabrielloni, Blanco, Kerrigan, Arrigoni, Scaglia, Vignali, Mustapha. 
    ARBITRO: Zufferli di Udine.
    ASSISTENTI: Alassio-Moro.
    IV UFFICIALE: Lovison.
    VAR: Di Paolo.
    ASS. VAR: Collu.
    Prova DAZN per 3 mesi a 19,90€ al mese poi 30,99€. Senza vincoli. Solo fino a domenica LEGGI TUTTO

  • in

    Samp e Pirlo: svoltate prima che sia troppo tardi

    TORINO – Dopo la svolta sul futuro societario, alla Samp si attende quella sul campo, visto che i blucerchiati di Pirlo sono penultimi in classifica. Per il futuro del Doria, è stato fondamentale l’ottenimento, da parte del Tribunale di Genova, dell’omologa al piano di rientro del debito del club. Un passaggio che dà la possibilità ai due soci che detengono la società, Radrizzani e Manfredi, di rendere il club più solido ma anche appetibile da parte di chi potrebbe entrare nella Samp e portarla definitivamente al riparo da rischi finanziari. Già, ma per il futuro blucerchiato, con l’immediato ritorno in Serie A che appare di fatto impossibile, la prima preoccupazione è mettere in sicurezza questa stagione: un capitombolo in C – categoria che i blucerchiati non hanno mai frequentato nella loro storia – sarebbe una mazzata notevole anche per i già disastrati conti complessivi del club. Finora la SamPirlo ha raccolto una sola vittoria (nell’esordio di Terni), tre pareggi in trasferta (ad Ascoli nell’ultimo turno e prima a Parma e Cremona) e cinque sconfitte di cui quattro in casa nelle quattro uscite a Marassi (con Pisa, Venezia, Cittadella e Catanzaro, oltre al ko di Como). La via crucis blucerchiata è resa ancora più dura dal -2 di penalizzazione in classifica con cui la Samp ha iniziato la stagione. Senza di quello, i blucerchiati avrebbero gli stessi punti di Ternana e Spezia che oggi disputerebbero i playout. Dunque, per cavarsi dalla zona retrocessione, la SamPirlo è chiamata a una svolta netta, prima che sia troppo tardi. In casa blucerchiata si guarda con attenzione ai due prossimi impegni. Domenica, alle 16.15, a Marassi sbarca il Cosenza, a sorpresa – ma non troppo – in zona playoff. Riuscirà Pirlo a portare a casa il primo successo interno? Impegno tutt’altro che semplice, considerato che il Cosenza è già stato capace di vincere, con pieno merito, in casa del Palermo ed è l’unico ko finora rimediato dalla corazzata di Corini. Nella Samp, probabile che non riesca a recuperare il catalano Pedrola, l’unica gioia di questa disgraziata annata blucerchiata, già 3 gol per il talento proveniente dalla mitica cantera del Barcellona, mentre il terzino Murru, che Pirlo utilizzava da centrale, potrebbe averne per un mese. Dopo il Cosenza, la Samp, sabato 28 alle 14, sarà di scena al Druso di Bolzano in casa di quel Sudtirol che negli ultimi tempi, dopo un anno solare di grandi risultati, sta perdendo colpi ed è stato sconfitto nelle ultime due partite prima della sosta. Due impegni che la SamPirlo non può fallire e che l’ex Juve affronterà con la fiducia della società. Si è fatto un gran parlare su un eventuale cambio in panchina, sono girati diversi nomi (ma nel frattempo, il presunto candidato numero 1, Pippo Inzaghi, si è accasato in A a Salerno). La realtà è che il club crede veramente in Pirlo e nei giorni scorsi, Manfredi ha fatto arrivare un convinto sostegno all’ex regista. Però attenzione, con l’omologa sul debito e la possibilità di completare il salvataggio economico della Samp, ci sarebbero anche le risorse per investire su un eventuale altro allenatore, questa è la novità emersa negli ultimi giorni. Ipotesi che tornerebbe a galla nel caso domenica la Samp dovesse rimediare il quinto ko interno su cinque partite. Il tabù Marassi inizia a farsi pesante, c’è una netta differenza con la Samp formato trasferta che appare più libera di esprimersi mentre al Ferraris sente la pressione, tant’è che quasi tutti i ko sono arrivati da marchiani errori individuali. Si sostiene dall’estate che la squadra è incompleta e non competitiva per il vertice della classifica. Ma è anche vero che questa SamPirlo non può valere il penultimo posto. LEGGI TUTTO

  • in

    Sohm: “Parma, insieme si va in Serie A”

    C’è una data precisa che segna la prestazione della tua svolta: 1° maggio 2023, Benevento-Parma. Cosa è cambiato da allora? «Non avevo mai giocato in quella posizione (trequartista, ndr) come a Benevento, era la prima volta. Abbiamo fatto risultato e ho trovato un po’ di fiducia e confidenza. Se ripenso al primo anno in Serie B, non ne avevo molta. Era molto difficile, perché il primo anno in Serie A avevamo perso tutte le partite, poi abbiamo cambiato tutta la squadra. Ero un po’ in down con la fiducia. Poi è arrivato Pecchia…».
    Pecchia, appunto, è lui l’allenatore della tua svolta e di quella del Parma? «Anche con lui le prime settimane, i primi mesi, sono stati difficili, ma dopo la partita di Benevento ho cambiato anch’io la testa. Ho sentito la sua fiducia. E adesso mi sento molto bene. In fase offensiva ho qualità nell’ultimo passaggio e posso aiutare la squadra anche in fase difensiva. Mi piace questo ruolo. Io e la squadra siamo pronti per puntare alla Serie A».
    Dal 2020 ti abbiamo visto sperimentare 7 ruoli differenti: quale preferisci? «Alla fine, se io posso essere d’aiuto alla squadra, gioco ovunque. Mi piace stare a centrocampo, ma fare tanti ruoli comunque credo sia un vantaggio perché ti aiuta di più a vedere il gioco».
    L’integrazione nel calcio italiano non è stata semplice tant’è alla fine del primo anno con il Parma è arrivata la retrocessione… «Sono arrivato con 19 anni sulle spalle. Sono arrivato durante il Covid, c’era il lockdown ed era tutto fermo e tutto chiuso. Io a casa, da solo, per la prima volta nella mia vita, a 19 anni. Due mesi prima ero con mia mamma a Zurigo, nella mia casa. Sono arrivato qui che non parlavo la lingua, non conoscevo nessuno. Non è facile così. Tanti tifosi da fuori non ci pensano a queste cose. Adesso penso che sono più un uomo; la mia famiglia ha sempre avuto un grande ruolo».
    Sei diventato un titolare inamovibile oltre che il giocatore più presente del Parma dal 2020 ad oggi con 84 match disputati (16 in A, 66 in B). Soddisfatto? «Sì. Il mister mi dà fiducia, anche quando sbaglio. Devo continuare così e penso che con la mia qualità posso aiutare la squadra; adesso mi sento un giocatore importante qui. E la squadra è forte».
    Nel tuo modo di intendere il calcio, ti senti un numero dieci? «Sì, mi sento adesso come un 10. Anche un mediano davanti alla difesa, quando giochiamo con tre uomini a centrocampo oppure anche a due e sto un po’ più alto. Nella Svizzera ho fatto questo. Adesso anche sulla trequarti… Penso che sia buono se posso giocare in più di un ruolo, anche per la squadra lo è, così io posso aiutare dove più c’è bisogno».
    Alla ripresa del campionato c’è il Como, per dimostrare che il ko di Venezia è stato solo un incidente di percorso. E’ un esame di maturità? «È così. Non possiamo vincere 38 partite, il calcio è così. Anche il Venezia è una squadra forte. Ma siamo ancora i primi e adesso dobbiamo continuare. Anche io ho fiducia e contiamo di vincere».
    Nella vita di tutti i giorni qual è il tuo rapporto con la città? «Vivo in centro, mi piace stare a casa. Playstation, guardo un po’ Netflix, Facetime con il mio amico a Zurigo. Alla sera i compagni arrivano a casa mia, andiamo al ristorante, parliamo un po’… Sono uno tranquillo».
    E che dire della cucina parmigiana? «Ah! Mi piace: la pasta, la carne, il prosciutto, il formaggio… Tortelli d’erbetta, questi mi piacciono. Buonissimi. Dopo la partita, abbiamo un giorno libero nella dieta, e lì… tortelli!». LEGGI TUTTO

  • in

    Brescia imbattuto: dove può arrivare?

    TORINO – Dopo l’ultima giornata di B, segnata dal ko della capolista Parma a Venezia, l’unica squadra rimasta imbattuta è il Brescia di Gastaldello che però, per le note vicende estive legate alla riammissione in B del club di Cellino, ha giocato tre partite in meno (come il Lecco ultimo). Gare che le rondinelle disputeranno il 24 ottobre in casa contro il Modena, l’8 novembre a Palermo, il 26 novembre a Bolzano nella tana del Sudtirol (in campo sempre alle 18.30). Resta il fatto che il Brescia di questa stagione sta andando oltre le aspettative, facendo dimenticare la retrocessione in C della scorsa primavera poi “sanata” con l’esclusione della Reggina e una riammissione in B che ha fatto discutere ma che a termini di regolamento era ineccepibile. La domanda è: dove può arrivare questo Brescia? Può insomma avere qualche ambizione e magari tornare a disputare i playoff, come era accaduto nel 2022? L’obiettivo resta la salvezza, come è normale che sia quando si viene da una retrocessione sul campo e la squadra di questa annata non è molto dissimile da quella della scorsa stagione, anche se dovrebbe essere un po’ più competitiva. Non va dimenticato che anche un anno fa il Brescia aveva approcciato al meglio il campionato e alla sesta giornata era addirittura in testa. Poi la squadra si era piantata e la situazione degenerava. A inizio 2023 si arrivava alla fase più acuta della crisi con un tourbillon di allenatori in cui Cellino faceva il Cellino all’ennesima potenza: per tre volte ne cambiava uno ogni due partite, finché si è arrivati a Gastaldello, da tempo uomo di fiducia del patron, al punto che da lui s’è ripartiti in questa annata, nonostante nella scorsa l’ex difensore abbia perso il playout contro il Cosenza. Ma in questo campionato, una situazione più serena, potrebbe portare pure migliori risultati. Anche perché un anno fa Cellino aveva seri problemi giudiziari, nel frattempo risolti. All’orizzonte poi, ci sarebbe la possibile cessione del club ma il club a livello economico è sano e il patron non chiede poco, al momento non sembra sia dietro l’angolo un cambio societario. Intanto però, la squadra nelle ultime uscite sta rallentando. Dopo le vittorie iniziali su Cosenza e Lecco, sono arrivati quattro pareggi di fila. L’ultimo, nell’inedito derby con la Feralpisalò, squadra della provincia di Brescia. Sugli spalti, è stata una gran serata, conclusa con le due tifoserie che inneggiavano all’altra squadra, grande sportività insomma, che ha fatto dimenticare il pomeriggio della gara di ritorno dei playout col Cosenza, partita non conclusa per i disordini innescati dalla tifoseria lombarda, puniti col ko a tavolino e la disputa a porte chiuse delle prime due gare interne di questa stagione del Brescia. Sul campo però, la squadra ha fatto una grossa fatica. La Feralpisalò nel primo tempo è passata in vantaggio, ha dominato fino all’intervallo senza però chiudere la gara. Così il Brescia, nel recupero, ha acciuffato il pari con la rete di Moncini che già nel turno precedente, contro l’Ascoli sempre in casa, aveva salvato le rondinelle nei minuti finali. Così, alla ripresa, per capire quanto vale questo Brescia ancora imbattuto, diventa quasi una gara-verità la trasferta di Terni, sabato prossimo. Gli umbri oggi disputerebbero i playout con lo Spezia ma nelle ultime due uscite, in cui hanno raccolto 4 punti, stanno ingranando dopo un avvio-no di stagione, in cui comunque avevano raccolto meno di quanto meritassero. Ecco, se Gastaldello tornerà dal Liberati con qualcosa in tasca, magari si potrebbe prospettare una stagione più tranquilla dell’ultima, in attesa di giocarsi i tre jolly dei recuperi (che comunque, non saranno gare agevoli). Altrimenti, dovesse arrivare il primo ko stagionale (la Ternana nell’ultima uscita interna ha schiantato 3-0 la Reggiana di Nesta), il Brescia potrebbe iniziare a sentire odore di zona calda della classifica e scatterebbe l’allarme. Ma magari ci penserà ancora Moncini, attaccante che in B, nonostante venga dalla retrocessione con la Spal, sa Il fatto suo. Oppure Borrelli, il centravanti giunto in prestito dal Frosinone, autore di un gran gol nella vittoria sul Lecco. C’è chi lo paragona a Caracciolo. Ma l’Airone, rimasto legatissimo al Brescia, rifiuta il parallelo. Tuttavia, le basi su cui edificare la stagione potrebbero venire dalla difesa: finora il Brescia ha incassato solo due reti, prendendo la prima solo alla quinta uscita. E spesso, con una difesa che tiene bene, si fa molta strada. LEGGI TUTTO

  • in

    Bari: la scommessa Marino si può vincere

    TORINO – Bentornato, Pasquale Marino. Da quasi due anni era sparito dai radar, dopo l’esonero datato 10 dicembre 2021 al Crotone, a fine stagione poi retrocesso in C. Non è che ci fosse la fila per lui. Ma poi è spuntato il Bari. Il ds Polito era stato suo giocatore al Catania, lo conosce bene e lo stima ancora di più. Domenica scorsa, il dirigente dei pugliesi ha fatto un ragionamento dopo lo 0-0 di Cesena con lo Spezia. Nel finale, i liguri hanno colto un palo. Se fosse entrata, ha raccontato il ds, avremmo esonerato Mignani, l’allenatore della promozione in B del 2022, del terzo posto e della A sfumata per un minuto, lo scorso giugno. Ma siccome il campo aveva detto che il Bari continuava a non convincere, l’esonero è arrivato lo stesso. Abbastanza a sorpresa: Mignani aveva perso una sola partita, come le 4 big che guidano la B. Il problema è che poi ha raccolto un solo successo e ben 7 pari che collocano il Bari al 13° posto, a 3 punti dai playoff e a +4 sui playout. Nulla di compromesso, dunque. Ma in effetti, probabilmente il cambio serviva: la ferita della A sfumata ha pesato nel nucleo storico della squadra. I giocatori arrivati in estate si diceva non facessero per il calcio di Mignani. E forse anche questo è vero. Fatto sta che già la scorsa estate, allo stesso tecnico genovese non sarebbe spiaciuto andarsene perché fiutava un’aria non buona. Lo Spezia, prima di virare su Alvini, l’aveva valutato e a Mignani sarebbe piaciuto assai tornare a vivere nella propria regione: fra carriera da giocatore e da allenatore, gira l’Italia da più di trent’anni. Ma è tutto passato, ora tocca a Marino riconquistare una piazza esigente che però non sbaglia quando valuta la squadra non ai livelli di quella della scorsa stagione che comunque era andata ben oltre le aspettative. E allora, come venirne fuori? Affidandosi a un allenatore come Marino con un curriculum importante (fra le altre, Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal). Che un certo De Zerbi considera il suo maestro. Che non va valutato per l’ultima esperienza di Crotone, quando subentrò in una squadra già rassegnata, che si portava dietro le scorie della retrocessione e che non aveva la testa per lottare per la salvezza. Marino rimediò un punto in 7 gare ma non ha tutti i torti il ds Polito quando, con un paradosso, dice che quelle furono le migliori partite stagionali del Crotone. E dunque il club dei De Laurentiis cerca la svolta “giochista”, dopo un biennio di successi da “risultatista” con Mignani. Funzionerà? Intanto, chiamare Marino alla sosta vuol dire dargli due settimane di tempo per farlo entrare nella testa dei giocatori. Non ci sono solo da combattere le scorie della delusione di giugno. C’è anche da dare alla squadra una nuova mentalità, cioé iniziare a fare la partita, cosa che con Mignani poteva non succedere anche nei suoi tempi migliori. Dal mercato poi, potrebbero essere arrivati buoni elementi che con la fretta che c’è sempre, c’è chi ha già liquidato come non all’altezza. Le maggiori scommesse si concentrano sull’attacco. Nasti, pur in una situazione finora non semplice, si sta confermando come il più promettente attaccante italiano della sua leva (2003), è molto cresciuto nei suoi mesi baresi. Ha segnato finora 2 gol ma col giochista Marino potrebbe arrivare alla doppia cifra, così come Diaw che se sta bene, in B è una garanzia. Ma attenzione ai giocatori offensivi a supporto delle vere punte. Sibilli sta facendo grandi partite, non è più l’attaccante che il Pisa preferiva utilizzare nei secondi tempi, a Bari sta trovando quella centralità che meritava da tempo, basta vedere i gol che faceva coi toscani: pochi, ma sempre belli e decisivi. La vera scommessa per Marino è riuscire a rilanciare Aramu, giunto in prestito dal Genoa dopo una stagione in cui il suo contributo per il ritorno in A del Grifone è stato ridottissimo, di fatto Aramu fu l’unico giocatore che Giardino non riuscì a rilanciare dopo il suo avvento, non solo per problemi fisici. Il miglior Aramu, in B, lo si vide il 20 marzo 2021: quel giorno, col Venezia, segnò in trasferta una tripletta al Monza per una vittoria con la quale gli arancioneroverdi misero le basi per essere promossi al posto dei brianzoli, che in quella stagione dovevano essere la squadra da battere. Ecco, se Marino trova la scintilla giusta, se anche grazie alle sue idee calcistiche riesce a riportare Aramu su quei livelli, allora a Bari potremmo ancora vederne delle belle. LEGGI TUTTO

  • in

    Bari e Lecco, esonerati Mignani e Foschi: saltano altre due panchine in B

    Bari e Lecco cambiano in panchina
    Mignani paga lo scotto del palese contraccolpo psicologico subito dai pugliesi per il gol all’ultimo respiro subito nel ritorno della finale playoff contro il Cagliari, che ha mandato in frantumi un salto di categoria che stava per essere sancito dal triplice fischio finale. Foschi aveva vinto, invece, la sua di finale playoff: quella in Serie C con il Foggia ma l’avvio di campionato ha regalato un solo punto in sei partite.
    Lo score di Mignani in nove giornate è stato, invece, di una vittoria, sette pareggi e una sconfitta. Troppo poco per garantirgli ulteriore credito e riconoscenza, nonostante il tecnico avesse riportato il Bari in Serie B e, come detto, a un passo dalla A. LEGGI TUTTO

  • in

    Samp: brividi per Pirlo. Occhio a Venezia-Parma

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Brescia-Feralpisalò 1-1), la 9ª giornata di Serie B prosegue oggi con sette gare, quattro alle 14, tre alle 16.15, orario che concentra le sfide che fanno più notizia. A iniziare da Venezia-Parma, autentico incrocio per la A. Gli emiliani sbarcano al Penzo ancora imbattuti e dopo aver fatto 20 punti su 24. Pecchia sta sviluppando al meglio il buon lavoro della passata stagione ma è anche vero che quello di Venezia potrebbe essere un test ben più probante di quelli affrontati finora. Anche se, i lagunari, pur non demeritando, nell’ultima uscita interna hanno perso dal Palermo, l’altro nome pesante nella lotta per la A diretta. Ecco, qui sta il punto: il Venezia può ambire ai primi due posti? Sì, per come la squadra di Vanoli ha reagito dopo il ko coi siciliani, andando a vincere in casa del Modena che era ancora imbattuto. Anche se l’1-3 subito dal Palermo rischia di pesare nella bagarre per la A diretta. Tuttavia, le maggiori attenzioni della giornata vanno verso lo stadio Del Duca di Ascoli, dove arriva la Samp: Pirlo si gioca il suo futuro in blucerchiato. Il club di Radrizzani e Manfredi ha seguito una linea precisa su di lui. Fin dal 18 settembre, cioé la sera del ko a Marassi col Cittadella, ha deciso che Pirlo sarebbe comunque andato avanti fino alla sosta per le nazionali, cioé fino a questa 9ª giornata. I successivi preoccupanti rovesci non hanno fatto cambiare idea, oggi però si tirano le somme sul Maestro. Non c’è dubbio: gli è stata affidata una squadra incompleta e che per quest’anno può scordarsi la A. Ma comunque, un organico simile non può valere il penultimo posto. E occhio all’Ascoli, che è in crescita (5 punti nelle ultime 3 gare), dove si sta imponendo in avanti il portoghese Pedro Mendes (già 5 reti). Attacco blucerchiato che sarà privo della stellina Pedrola (dovrebbe rientrare dopo la sosta), l’unica dolce nota di questo terribile avvio di stagione della SamPirlo. Sempre alle 16.15, c’è Cittadella-Ternana, entrambe vincenti nell’ultimo turno, veneti in zona playoff come ai tempi belli, umbri che dopo il 3-0 alla Reggiana, il primo successo stagionale, potrebbero aver iniziato un altro campionato. Le quattro gare delle 14. Il Palermo va a Modena, se vince mette pressione a Parma e Venezia, visto che giocano dopo. Siciliani in grande crescita, secondi a -4 dal Parma, c’è da capire come il Modena reagirà al primo ko stagionale, nello scorso turno col Venezia. Al Braglia, atteso maxi supporto dei tifosi rosanero che saranno diverse migliaia. Il Cosenza che respira aria di playoff, riceve il Lecco ultimo (il tecnico Foschi è in discussione): per Caserta, l’allenatore dei calabresi, l’occasione per dimostrare che la squadra ha buoni valori e può ambire (almeno) a una stagione tranquilla. Occhio al Catanzaro, terzo a -5 dal Parma: va a Bolzano, in casa di un Sudtirol che solo nell’ultimo turno, a Palermo, ha perso l’imbattibilità, potrebbe essere una gara spartiacque per entrambe. Da brividi Reggiana-Bari. I granata di Nesta sono appena sopra la zona playout e devono riscattare il preoccupante blackout di Terni. I pugliesi vivono una fase delicata. La piazza è in subbuglio perché il Bari ha fatto finora 8 punti, la metà di quanti ne aveva un anno fa dopo otto giornate. La squadra di Mignani è quella che pareggia di più (6 volte su 8) e nell’ultima gara – l’1-1 al San Nicola col Como, coi lariani capaci di segnare il gol del pari in 10 – è esplosa la contestazione della tifoseria barese, delusa fin dall’estate per le scelte di mercato operate dal club. I numeri della scorsa stagione, chiusa al 3° posto in campionato e poi con la finale playoff-beffa contro il Cagliari, sono un lontano ricordo. La 9ª giornata si chiude domani con due gare, fischio d’inizio alle 16.15: Como-Cremonese e Spezia-Pisa. LEGGI TUTTO