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    Bari: la scommessa Marino si può vincere

    TORINO – Bentornato, Pasquale Marino. Da quasi due anni era sparito dai radar, dopo l’esonero datato 10 dicembre 2021 al Crotone, a fine stagione poi retrocesso in C. Non è che ci fosse la fila per lui. Ma poi è spuntato il Bari. Il ds Polito era stato suo giocatore al Catania, lo conosce bene e lo stima ancora di più. Domenica scorsa, il dirigente dei pugliesi ha fatto un ragionamento dopo lo 0-0 di Cesena con lo Spezia. Nel finale, i liguri hanno colto un palo. Se fosse entrata, ha raccontato il ds, avremmo esonerato Mignani, l’allenatore della promozione in B del 2022, del terzo posto e della A sfumata per un minuto, lo scorso giugno. Ma siccome il campo aveva detto che il Bari continuava a non convincere, l’esonero è arrivato lo stesso. Abbastanza a sorpresa: Mignani aveva perso una sola partita, come le 4 big che guidano la B. Il problema è che poi ha raccolto un solo successo e ben 7 pari che collocano il Bari al 13° posto, a 3 punti dai playoff e a +4 sui playout. Nulla di compromesso, dunque. Ma in effetti, probabilmente il cambio serviva: la ferita della A sfumata ha pesato nel nucleo storico della squadra. I giocatori arrivati in estate si diceva non facessero per il calcio di Mignani. E forse anche questo è vero. Fatto sta che già la scorsa estate, allo stesso tecnico genovese non sarebbe spiaciuto andarsene perché fiutava un’aria non buona. Lo Spezia, prima di virare su Alvini, l’aveva valutato e a Mignani sarebbe piaciuto assai tornare a vivere nella propria regione: fra carriera da giocatore e da allenatore, gira l’Italia da più di trent’anni. Ma è tutto passato, ora tocca a Marino riconquistare una piazza esigente che però non sbaglia quando valuta la squadra non ai livelli di quella della scorsa stagione che comunque era andata ben oltre le aspettative. E allora, come venirne fuori? Affidandosi a un allenatore come Marino con un curriculum importante (fra le altre, Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal). Che un certo De Zerbi considera il suo maestro. Che non va valutato per l’ultima esperienza di Crotone, quando subentrò in una squadra già rassegnata, che si portava dietro le scorie della retrocessione e che non aveva la testa per lottare per la salvezza. Marino rimediò un punto in 7 gare ma non ha tutti i torti il ds Polito quando, con un paradosso, dice che quelle furono le migliori partite stagionali del Crotone. E dunque il club dei De Laurentiis cerca la svolta “giochista”, dopo un biennio di successi da “risultatista” con Mignani. Funzionerà? Intanto, chiamare Marino alla sosta vuol dire dargli due settimane di tempo per farlo entrare nella testa dei giocatori. Non ci sono solo da combattere le scorie della delusione di giugno. C’è anche da dare alla squadra una nuova mentalità, cioé iniziare a fare la partita, cosa che con Mignani poteva non succedere anche nei suoi tempi migliori. Dal mercato poi, potrebbero essere arrivati buoni elementi che con la fretta che c’è sempre, c’è chi ha già liquidato come non all’altezza. Le maggiori scommesse si concentrano sull’attacco. Nasti, pur in una situazione finora non semplice, si sta confermando come il più promettente attaccante italiano della sua leva (2003), è molto cresciuto nei suoi mesi baresi. Ha segnato finora 2 gol ma col giochista Marino potrebbe arrivare alla doppia cifra, così come Diaw che se sta bene, in B è una garanzia. Ma attenzione ai giocatori offensivi a supporto delle vere punte. Sibilli sta facendo grandi partite, non è più l’attaccante che il Pisa preferiva utilizzare nei secondi tempi, a Bari sta trovando quella centralità che meritava da tempo, basta vedere i gol che faceva coi toscani: pochi, ma sempre belli e decisivi. La vera scommessa per Marino è riuscire a rilanciare Aramu, giunto in prestito dal Genoa dopo una stagione in cui il suo contributo per il ritorno in A del Grifone è stato ridottissimo, di fatto Aramu fu l’unico giocatore che Giardino non riuscì a rilanciare dopo il suo avvento, non solo per problemi fisici. Il miglior Aramu, in B, lo si vide il 20 marzo 2021: quel giorno, col Venezia, segnò in trasferta una tripletta al Monza per una vittoria con la quale gli arancioneroverdi misero le basi per essere promossi al posto dei brianzoli, che in quella stagione dovevano essere la squadra da battere. Ecco, se Marino trova la scintilla giusta, se anche grazie alle sue idee calcistiche riesce a riportare Aramu su quei livelli, allora a Bari potremmo ancora vederne delle belle. LEGGI TUTTO

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    Bari e Lecco, esonerati Mignani e Foschi: saltano altre due panchine in B

    Bari e Lecco cambiano in panchina
    Mignani paga lo scotto del palese contraccolpo psicologico subito dai pugliesi per il gol all’ultimo respiro subito nel ritorno della finale playoff contro il Cagliari, che ha mandato in frantumi un salto di categoria che stava per essere sancito dal triplice fischio finale. Foschi aveva vinto, invece, la sua di finale playoff: quella in Serie C con il Foggia ma l’avvio di campionato ha regalato un solo punto in sei partite.
    Lo score di Mignani in nove giornate è stato, invece, di una vittoria, sette pareggi e una sconfitta. Troppo poco per garantirgli ulteriore credito e riconoscenza, nonostante il tecnico avesse riportato il Bari in Serie B e, come detto, a un passo dalla A. LEGGI TUTTO

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    Samp: brividi per Pirlo. Occhio a Venezia-Parma

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Brescia-Feralpisalò 1-1), la 9ª giornata di Serie B prosegue oggi con sette gare, quattro alle 14, tre alle 16.15, orario che concentra le sfide che fanno più notizia. A iniziare da Venezia-Parma, autentico incrocio per la A. Gli emiliani sbarcano al Penzo ancora imbattuti e dopo aver fatto 20 punti su 24. Pecchia sta sviluppando al meglio il buon lavoro della passata stagione ma è anche vero che quello di Venezia potrebbe essere un test ben più probante di quelli affrontati finora. Anche se, i lagunari, pur non demeritando, nell’ultima uscita interna hanno perso dal Palermo, l’altro nome pesante nella lotta per la A diretta. Ecco, qui sta il punto: il Venezia può ambire ai primi due posti? Sì, per come la squadra di Vanoli ha reagito dopo il ko coi siciliani, andando a vincere in casa del Modena che era ancora imbattuto. Anche se l’1-3 subito dal Palermo rischia di pesare nella bagarre per la A diretta. Tuttavia, le maggiori attenzioni della giornata vanno verso lo stadio Del Duca di Ascoli, dove arriva la Samp: Pirlo si gioca il suo futuro in blucerchiato. Il club di Radrizzani e Manfredi ha seguito una linea precisa su di lui. Fin dal 18 settembre, cioé la sera del ko a Marassi col Cittadella, ha deciso che Pirlo sarebbe comunque andato avanti fino alla sosta per le nazionali, cioé fino a questa 9ª giornata. I successivi preoccupanti rovesci non hanno fatto cambiare idea, oggi però si tirano le somme sul Maestro. Non c’è dubbio: gli è stata affidata una squadra incompleta e che per quest’anno può scordarsi la A. Ma comunque, un organico simile non può valere il penultimo posto. E occhio all’Ascoli, che è in crescita (5 punti nelle ultime 3 gare), dove si sta imponendo in avanti il portoghese Pedro Mendes (già 5 reti). Attacco blucerchiato che sarà privo della stellina Pedrola (dovrebbe rientrare dopo la sosta), l’unica dolce nota di questo terribile avvio di stagione della SamPirlo. Sempre alle 16.15, c’è Cittadella-Ternana, entrambe vincenti nell’ultimo turno, veneti in zona playoff come ai tempi belli, umbri che dopo il 3-0 alla Reggiana, il primo successo stagionale, potrebbero aver iniziato un altro campionato. Le quattro gare delle 14. Il Palermo va a Modena, se vince mette pressione a Parma e Venezia, visto che giocano dopo. Siciliani in grande crescita, secondi a -4 dal Parma, c’è da capire come il Modena reagirà al primo ko stagionale, nello scorso turno col Venezia. Al Braglia, atteso maxi supporto dei tifosi rosanero che saranno diverse migliaia. Il Cosenza che respira aria di playoff, riceve il Lecco ultimo (il tecnico Foschi è in discussione): per Caserta, l’allenatore dei calabresi, l’occasione per dimostrare che la squadra ha buoni valori e può ambire (almeno) a una stagione tranquilla. Occhio al Catanzaro, terzo a -5 dal Parma: va a Bolzano, in casa di un Sudtirol che solo nell’ultimo turno, a Palermo, ha perso l’imbattibilità, potrebbe essere una gara spartiacque per entrambe. Da brividi Reggiana-Bari. I granata di Nesta sono appena sopra la zona playout e devono riscattare il preoccupante blackout di Terni. I pugliesi vivono una fase delicata. La piazza è in subbuglio perché il Bari ha fatto finora 8 punti, la metà di quanti ne aveva un anno fa dopo otto giornate. La squadra di Mignani è quella che pareggia di più (6 volte su 8) e nell’ultima gara – l’1-1 al San Nicola col Como, coi lariani capaci di segnare il gol del pari in 10 – è esplosa la contestazione della tifoseria barese, delusa fin dall’estate per le scelte di mercato operate dal club. I numeri della scorsa stagione, chiusa al 3° posto in campionato e poi con la finale playoff-beffa contro il Cagliari, sono un lontano ricordo. La 9ª giornata si chiude domani con due gare, fischio d’inizio alle 16.15: Como-Cremonese e Spezia-Pisa. LEGGI TUTTO

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    Moncini risponde a La Mantia: il Brescia acciuffa la Feralpisalò al 91′

    BRESCIA – Dopo la prima stroica vittoria con il Lecco, la Feralpisalò vede sfumare il suo secondo successo facendosi raggiungere al 91′ nel primo derby in Serie B sul campo del Brescia. Non basta la rete di La Mantia in apertura per portarsi a casa la sfida con Moncini che al 91′ trova il pari che permette alle Rondinelle di rimanere imbattute nelle prime sei gare disputate nel campionato cadetto, allungando la striscia di tre pareggi consecutivi che arriva a quattro match di fila.
    Serie B, la classifica
    Brescia-Feralpisalò: la cronaca
    Partono forte gli ospiti che passano subito al 13′: traversone dalla mancina di Felici a favore di La Mantia, che di testa anticipa nettamente Mangraviti e batte da pochi passi Lezzerini. E’ gardesano il primo storico gol nei derby di Serie B. Feralpisalò molto più pimpante e dinamico con altre due occasioni importanti prima del risveglio del Brescia affidato alla punizione di Ndoj deviata dalla barriera che Bisoli, tutto solo davanti a Pizzignacco, spara di collo pieno e di potenza oltre la traversa. Nella ripresa calano gli ospiti ed è dominio per la formazione di Gastaldello che ci prova in tutti i modi, torva un palo da 0 metri con il colpo di ginocchio di Borrelli e alla fine riesce a trovare il pari. Al 91′ cross di Dickmann per la testa di Borrelli che serve di sponda Moncini rapido nel ribadire a rete l’1-1 finale. LEGGI TUTTO

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    Aquilani e Nesta, com’è dura la B

    TORINO – Innanzitutto, magari bisognerebbe smetterla con la storia dei “predestinati” della panchina. Come minimo, non porta bene, a ripensare cosa si diceva anche un anno fa quando Daniele De Rossi esordiva alla guida della Spal, rimediando poi un flop notevole. O pensando a cosa sta vivendo Pirlo alla Samp e alle facili ironie che ora si fanno sul suo soprannome, il Maestro. Eppure, ogni volta che un ex calciatore di grido inizia a fare l’allenatore, questa pesante etichetta viene regolarmente utilizzata, a scatola chiusa e probabilmente a sproposito. Non ci si inventa geni della panchina in poche partite, il mestiere lo si impara col tempo. E proprio questo va detto sulle ultime (dis)avventure di Alberto Aquilani a Pisa (debuttante su una panchina professionistica) e di Alessandro Nesta alla Reggiana, tornato in panchina dopo oltre due anni, entrambi alle prese con un inizio di stagione complicato, anche se al momento nessuno dei due rischia il posto, entrambi continuano a godere della fiducia dei propri club. Aquilani è stata una scelta assai meditata del Pisa, selezionato in estate dopo aver analizzato parecchie candidature. In nerazzurro sbarcava dopo il buon lavoro fatto per quattro anni nelle giovanili della Fiorentina. Ma, ovviamente, il professionismo è un’altra cosa. Il suo bilancio al Pisa finora dice: 7 partite, due vittorie (a Marassi sulla Samp e a Piacenza sulla Feralpisalò), due pareggi (in casa della Reggiana e all’Arena Garibaldi col Bari) e già tre sconfitte, in casa col Parma, a Modena e quella più bruciante, sabato scorso davanti al proprio pubblico nel recupero contro il Cosenza. Due dati preoccupano particolarmente: in ben quattro occasioni il Pisa è rimasto in dieci e molto spesso la squadra subisce gol fatali nel finale, dal’85’ in poi, anche perché spesso la squadra è in apnea per l’inferiorità numerica, non ce la fa più e capitola nelle ultime battute di gara. Tuttavia, nonostante i soli 8 punti e nessuna vittoria in casa, resiste la fiducia in Aquilani perché nella squadra s’intravede l’embrione di un progetto. Chiuso per esaurimento il ciclo di Luca D’Angelo, il Pisa ha scelto Aquilani perché la squadra doveva cambiare pelle ma soprattutto mentalità, essere più “giochista” e a tratti questo s’è visto. La classifica però, inizia a farsi preoccupante e adesso servirà calma e gesso per non rischiare di farsi risucchiare nella zona calda della classifica. In questo senso, diventa una gara chiave il prossimo impegno, in trasferta con lo Spezia, partita non banale che è considerata quasi un derby, anche se il Picco, lo stadio dei liguri, non è ancora pronto e si dovrà emigrare ancora una volta a Cesena, un bell’assist al Pisa, visti i numeri ridotti di pubblico che si sono visti finora all’Orogel Manuzzi nelle gare dello Spezia. Nesta invece, ha un punto in meno di Aquilani, anche se la sua Reggiana è una neopromossa con ambizioni non paragonabili a quelle del Pisa. I granata sembravano in lenta ma costante crescita, finché sabato, a Terni, hanno preso tre schiaffi da una squadra che non aveva ancora vinto. Preoccupa molto il ko con la Ternana: perché la squadra è stata schiacciata fin dall’inizio e all’11’ era già sotto di due reti. Black out granata, insomma. Finora Nesta aveva vinto una sola partita (con lo Spezia) ma la sua Reggiana, assieme alla Samp, è finora l’unica squadra capace di pareggiare col super Parma, primo e ancora imbattuto. Prima della sosta, la Reggiana ospiterà il Bari e servirà una reazione forte, per archiviare la partitaccia di Terni e non rischiare di avvitarsi. La Regia, tutto sommato, potrebbe avere anche le risorse per fare un campionato tranquillo, mantenendosi sempre al di sopra della zona calda. Ma visti i tanti acquisti last minute e il loro stato di forma non ottimale con cui sono sbarcati a Reggio Emilia, a Nesta va dato tempo. E pensare che qualche anno fa, quando si ragionava sulla successione di Simone Inzaghi alla Lazio, era girato anche il suo nome. LEGGI TUTTO

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    Samp-Catanzaro: Pirlo si gioca tutto

    TORINO – Dopo le cinque gare di ieri, l’8ª giornata di Serie B prosegue oggi con le restanti cinque partite. Fra le quattro gare delle 16.15, brividi a Marassi, dove la Samp di Pirlo ospita il Catanzaro di Vivarini, l’ex regista della Juve si gioca la panchina. In teoria al Maestro dovrebbe essere dato tempo fino alla gara del 7 ottobre ad Ascoli, quella prima della sosta per le nazionali. Ma è chiaro che se la Samp – precipitata al penultimo posto dopo i risultati di ieri – dovesse perdere la quarta gara su quattro al Ferraris, la posizione di Pirlo si farebbe critica: la classifica piange e annuncia una stagione difficile, se non arriva la svolta. E attenzione al Catanzaro: i calabresi non erano così competitivi da decenni, sono l’unica neo pronossa che possa coltivare sogni di gloria e hanno dimostrato di aver assorbito il terribile 0-5 che gli ha inflitto il Parma in casa quando erano entrambe appaiate in testa. Poi il Catanzaro ha sfiorato la vittoria a Bari (2-2) e impattato col Cittadella in casa (1-1), ma la squadra c’è tutta e ha le carte in regola per un campionato importante. Il clou però, si gioca alle 18.30, allo Zini la Cremonese ospita la capolista Parma. I padroni di casa cercano ancora il primo successo interno, da due turni sono sotto la guida di Giovanni Stroppa (subentrato a Davide Ballardini), nei quali hanno raccolto 4 punti (2-2 all’esordio con l’Ascoli, promettente 1-2 a Cosenza). Bomber Coda è a 5 reti, cioé ha già segnato la metà dei gol che aveva realizzato nella scorsa stagione al Genoa, frenata da qualche incomprensione. E infatti questo Coda somiglia di più a quello leccese quando in due stagioni segnò 42 gol e portò i salentini in A. Di sicuro oggi tanti tiferanno Cremonese: i grigiorossi se vincono si rilanciano anche in chiave A diretta ma sopratutto fermerebbero la fuga del Parma. Gli emiliani di Pecchia stanno realizzando la miglior partenza in B della loro storia. Sono imbattuti e hanno raccolto 5 vittorie e 2 pari. Insomma, il Parma – squadra tecnicamente di Serie A ma al terzo anno di B – se supera anche questo esame, forse più probante di quelli affrontati finora, può veramente dire di essere la squadra da battere. Le altre gare delle 16.15. Intrigante Bari-Como. I pugliesi nell’infrasettimanale hanno incassato a Parma la prima sconfitta in campionato ma la squadra (quella che pareggia di più, 5 volte su 7), è attardata in classifica. In più, in settimana nella piazza ha tenuto banco la polemica sulle “negatività” che affliggono il Bari e che ha coinvolto prima lo storico capitano Di Cesare, poi anche la dirigenza. Legittimi e fondati i dubbi espressi dalla tifoseria sull’operato della società negli ultimi mesi. E dunque chissà che clima maturerà oggi al San Nicola, dove sbarca un Como che è la squadra del momento, la più in palla, reduce da 4 vittorie di fila. Moreno Longo, dopo un esordio in campionato choc (ko a Venezia, 3-0) sta facendo un gran lavoro e alle spalle ha la società più ricca d’Italia, i fratelli indonesiani Hartono. Il test di oggi dirà se il Como può lottare pure per la A diretta, anche se giustamente Longo parla di obiettivo playoff, perché il valore della squadra sembrerebbe quello ma i risultati degli ultimi tempi autorizzano a sognare in grande. Discorso simile per il Palermo che ha gli stessi punti del Como. Oggi la corazzata di Corini ha un test-verità in casa col Sudtirol (che esattamente un anno fa sbancava il Barbera e metteva le basi per diventare la squadra rivelazione della scorsa stagione). In settimana, la bella vittoria dei rosanero a Venezia (1-3) lascia intuire che il Palermo abbia i mezzi per aumentare il passo e mantenersi in zona A diretta, specie dopo che si è sbloccato bomber Brunori (suoi i tre gol al Penzo). Ma non va dimenticato che nell’ultimo turno in casa, il Palermo ha perso dal Cosenza, per questo che la gara col Sudtirol sembra una verifica chiave sulle potenzialità della squadra di Corini. Gli altoatesini di Bisoli sono ancora imbattuti ma vengono da tre pari di fila in cui hanno sofferto non poco. Pesa l’assenza in attacco, per infortunio, dell’albanese Merkaj, acquistato in estate dall’Entella in C: nelle prime gare era stato sempre decisivo e aveva segnato già 2 gol al debutto nella categoria. Dopo il suo infortunio, l’attacco è tornato quasi  tutto sulle spalle del pur ottimo Odogwu, ma la squadra ne sta risentendo anche se comunque il Sudtirol pare in grado di bissare la scorsa fantastica stagione. Infine, in chiave salvezza, si gioca Cittadella-Lecco. Nei veneti, a quota 9 punti, reduci dall’ottimo 1-1 di Catanzaro, c’è la sensazione che stia funzionando la mezza rifondazione della squadra operata in estate. Nel Lecco invece, che per le note vicende giudiziarie ha iniziato dopo la stagione e ha disputato solo 4 gare (con un punto raccolto), traballa la panchina di Luciano Foschi, l’uomo che ha riportato i blucelesti in B dopo mezzo secolo. LEGGI TUTTO

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    Sampdoria, Pirlo: “Classifica brutta, c’è solo un modo per venirne fuori”

    Gara della verità per la Sampdoria. A Marassi i blucerchiati cercheranno i 3 punti contro il Catanzaro, provando ad interrompere il trend negativo che si è acuito nell’ultima partita di campionato contro il Como. A suonare la carica nella conferenza stampa della vigilia Andrea Pirlo: il tecnico della Samp ha provato, con le sue dichiarazioni, a far venire fuori l’orgoglio della squadra.
    Sampdoria-Catanzato, le dichiarazioni di Pirlo
    Queste le dichiarazioni rilasciate da Pirlo: “La squadra è delusa per il ko col Como, abbiamo lavorato sull’aspetto mentale e su quello che non ci è riuscito in campo. Vedere la Sampdoria in quella zona di classifica stona, dispiace questo momento ma tutti crediamo nella squadra. Siamo consci dell’importanza che ha questa maglia, bisogna lavorare sugli errori commessi. Sapevamo non sarebbe stato un percorso semplice, ma dovremo uscirne a petto in fuori e testa alta. Non dobbiamo avere paura, il campionato è difficile ma se pensiamo negativo non andiamo avanti. Ora c’è bisogno di punti e dobbiamo ottenerli facendo venir fuori le prestazioni”. LEGGI TUTTO

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    Modena-Venezia: chi balza in zona A?

    TORINO – L’8ª giornata di Serie B inizia oggi con cinque partite, le altre cinque domani. Fra le quattro gare delle 14, spicca Modena-Venezia, due protagoniste di questo inizio di stagione, entrambe appaiate al 4° posto, a -1 dalla zona Serie A. Ma gli emiliani – guidati da Paolo Bianco, debuttante in B -, teoricamente potrebbero esserci dentro, dovendo recuperare la gara col Brescia. Però il Modena, ancora imbattuto, sarebbe più in alto anche se non avesse solo pareggiato contro le neopromosse Lecco e Feralpisalò, non proprio prime forze del campionato. E i canarini vengono da tre pareggi di fila, visto che nell’infrasettimanale hanno pareggiato 0-0 in casa Sudtirol (con un pizzico di sfortuna in meno, potevano anche vincere). Il bilancio con Bianco comunque, resta lusinghiero perché la squadra appare più solida dietro ma anche in mezzo, la mediana orchestrata da Gerli (fortissimo, ma non ne parla nessuno) è fra le più interessanti della B. Dall’altra parte un Venezia che nell’ultimo turno è uscito ridimensionato dal Palermo, capace di superarlo 3-1 al Penzo anche se gli arancioneroverdi hanno disputato una buona partita. Ma ora c’è da capire come reagirà la squadra di Vanoli a una botta che ha interrotto un’ascesa che prima pareva quasi irresistibile. Entrambe le squadre comunque, hanno le carte in regola per disputare un campionato nei dintorni del vertice, cosa tutt’altro che scontata ai nastri di partenza, soprattutto per il Modena. Sempre alle 14, il Brescia ospita l’Ascoli, i lombardi tornano a giocare col proprio pubblico in presenza, dopo due turni a porte chiuse per i fatti incresciosi del playout della scorsa stagione. Attenzione alle rondinelle di Gastaldello: sono ancora imbattute e non hanno subito gol. Ma hanno giocato solo quattro gare (e fatto otto punti), un po’ presto per farsi un’idea precisa delle potenzialità della squadra. Al Brescia mancano le partite con Modena in casa e con Palermo e Sudtirol in trasferta (si recupereranno, rispettivamente, il 24 ottobre, l’8 e il 28 novembre), esami che avrebbero detto molto della consistenza reale del Brescia. Però per il club col maggior numero di partecipazioni alla B ci vuole rispetto e l’obiettivo dichiarato della salvezza – come è logico che sia per una squadra che è stata riammessa dalla C – può essere sempre cambiato in corso d’opera. Sull’altro fronte un Ascoli che sta iniziando a ingranare dopo aver incassato quattro sconfitte nelle prime cinque uscite. Negli ultimi due turni sono arrivati 4 punti col 2-2 di Cremona e il 2-0 alla Ternana. Il test di Brescia diventa quindi una specie di esame per capire quanto vale l’Ascoli, in cui sta emergendo il portoghese Pedro Mendes, già 5 gol, era coi bianconeri già nella scorsa stagione durante la quale era stato un po’ sotto utilizzato (ma c’era più concorrenza nell’attacco marchigiano). Sempre alle 14, si giocano Feralpisalò-Spezia (in campo a Piacenza, gardesani carichi per la loro prima vittoria in B, a Lecco, liguri in cui Alvini si gioca la panchina, ha raccolto 2 punti in 6 gare) ma soprattutto occhio a Pisa-Cosenza, due squadre di cui non s’è ancora capito che cosa faranno da grandi. I toscani di Aquilani sono in serie positiva da tre turni, in cui hanno fatto 5 punti. La squadra è stata completata nelle ultime ore di mercato, un po’ di tempo per valutarla meglio ci vuole. Le potenzialità però, non mancano e sicuramente vale di più del 12° posto attuale. Il Cosenza martedì ha perso in casa dalla Cremonese, forse tradito dall’euforia per aver vinto – e con merito – 8 giorni fa a Palermo. I calabresi di Caserta però, sbarcano all’Arena Garibaldi con gli stessi punti (8) del Pisa, risultato non trascurabile, visto che il Cosenza deve salvarsi mentre il Pisa ambirebbe ai playoff. Infine, alle 16.15, va in scena uno scontro salvezza, Ternana-Reggiana. Negli umbri è iniziata la discussione sulla panchina di Lucarelli. Non va dimenticato che a inizio stagione si è puntato su di lui per due motivi, essenzialmente: diversi allenatori avevano detto no mentre lui ha ancora un contratto, eredità della gestione Bandecchi, che lo lega alla Ternana fino al 2025. Finora le Fere hanno racimolato solo 2 punti (pari con Sudtirol e Bari) ma raccolto anche prestazioni sfortunate e viziate da qualche decisione arbitrale sfavorevole. In attacco però, si sta mettendo in luce Antonio Raimondo, classe 2004, in prestito dal Bologna, a segno già due volte (e pure bei gol). Anche se le sue reti non hanno portato punti, il ragazzo ha stoffa e va seguito con attenzione. La Reggiana di Nesta invece, sta iniziando a carburare, è in serie positiva da quattro partite in cui ma raccolto 5 punti. Partita che può far capire se l’ex difensore può puntare a qualcosa di più della salvezza perché l’organico potrebbe valere anche un campionato tranquillo, senza patemi. Domani, completano il turno Bari-Como, Cittadella-Lecco, Palermo-Sudtirol, Sampdoria-Catanzaro e il clou Cremonese-Parma. LEGGI TUTTO