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    Coppa Italia, il Catanzaro batte il Foggia e avanza: c’è l’Udinese

    Successo di misura per i neopromossi in Serie B grazie ad una rete di Curcio al 70′. Al  “Luigi Razza” di Vibo Valentia gli uomini di mister Vivarini sprecano parecchio ma trovano il gol a venti minuti dalla fine grazie a un colpo di testa del numero 10 sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
    Il Catanzaro trova l’Udinese
    I calabresi adesso affronteranno ai trentaduesimi l’Udinese in trasferta. Domenica le altre tre gare del turno preliminare con Reggiana-Pescara alle ore 18, Feralpisalò-Vicenza alle 20 e Cesena-Virtus Entella alle 20.30. Le vincenti delle ultime tre gare dei playoff affronteranno rispettivamante Bologna, Monza e Torino andando così a completare il tabellone che vedrà le migliori 8 della passata Serie A entrare in scena dagli ottavi di finale. LEGGI TUTTO

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    Vialli, la Sampdoria e Lanna che verrà

    Era il 9 gennaio scorso e Vialli ci aveva lasciato da tre giorni. Prima della Santa Messa celebrata nella parrocchiale di Cristo Re, Lanna parlò così: “Luca era un fratello molto vicino, conosceva benissimo la Sampdoria. Avrebbe dovuto fare il presidente nella trattativa con gli americani. In quest’anno di mia presidenza ci siamo scambiati tante telefonate, messaggi, gli ho chiesto tanti consigli. È stato un compagno di viaggio importante, come lo era stato da giocatore. È sempre stato una persona da seguire per  la sua positività, l’intelligenza, il sorriso. Anche negli ultimi anni, nonostante la malattia,  trasmetteva una grandissima forza a tutti”. E ancora: “Luca è stato una delle prime persone con cui ho parlato dopo che sono diventato presidente della Samp. Gli ho chiesto consigli, suggerimenti, indicazioni. Con il suo  modo di agire e di comportarsi, Vialli era un manager vero, era pronto per fare il presidente. Io gli dicevo: sto soltanto scaldando la tua poltrona. Era il suo sogno, purtroppo non è riuscito a coronarlo. A me dispiace moltissimo e ,ciò che cercherò di fare, è lavorare nel suo nome perché la Samp torni agli antichi splendori”.
    E il 21 gennaio, a Genova, quando in migliaia parteciparono al tributo a Luca celebrato nella chiesa del Gesù, di nuovo l’amico prima ancora che il compagno della Sampd’Oro, manifestò sentimenti profondi e pronunciò frasi che andarono dritte al cuore: “Luca? Un campione e un uomo trasversale. Un ragazzo che piaceva a tutti: alle mamme, ai papà, ai figli, positivo equilibrato, intelligente. Diceva sempre le cose giuste al momento giusto. Era legato alla maglia blucerchiata in modo particolare. Quando, nel 2019, doveva rientrare in veste di presidente, capivi quanto voglia avesse di lavorare perché la Samp tornasse a brillare con i valori della nostra epopea”.
    Boskov e Percassi
    Lanna ha compiuto 55 anni il 13 luglio scorso. Vujadin Boskov lo lanciò in Serie A quando aveva soltanto 19 anni, stagione ’87-’88, il primo atto di sette anni di gloria: due Coppe Italia (’88 e ’90), una Coppa delle Coppe (’90), uno scudetto (’91), una Supercoppa italiana (’91), la finale di Coppa dei Campioni (’92). Dopo Roma, Salamanca e Real Saragozza, chiuse la carriera nella Samp, in Serie B. Proprio là dove la squadra ripartirà, il 19 agosto, a Terni. Attualmente, Lanna è uno dei due ex calciatori diventati presidenti della squadra in cui sono cresciuti, sin dai tempi del vivaio. L’altro è Antonio Percassi, il cui migliore amico nel settore giovanile dell’Atalanta si chiamava Gaetano Scirea. Ecco. Quando si dice e si parla di attaccamento alla maglia, al tempo dei fantastilioni arabi e di quelli che, spregiativamente, i tifosi attaccati alla maglia chiamano mercenari perché la cambiano troppo spesso, bisogna guardare alle Bandiere che resistono, nel tempo in cui c’è chi si è venduto pure i pennoni.
    Lanna appartiene ai Panda della passione. Il 27 dicembre 2021 viene nominato presidente della Samp dopo le dimissioni di Massimo Ferrero che però non se ne va con le conseguenze che i doriani conoscono bene. Lanna s’infila nel tunnel di una crisi societaria che la Samp di Paolo Mantovani, di Vialli e Mancini, la loro tifoseria bella e amorevole, mai avrebbero immaginato di vivere e sopportare. Un giorno, se ne avrà voglia, solo il presidente potrà raccontare quanti ostacoli, quante traversie, quante ambasce ha dovuto affrontare e superare, avendo in testa una cosa sola: la salvezza della società, della squadra, il rapporto con la gente blucerchiata che è stata maiuscola nei mesi della lotta per liberare la Samp da tutto quanto le era piombato addosso. LEGGI TUTTO

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    Buffon si ritira dal calcio: l’addio e il futuro di SuperGigi

    Gigi Buffon si ritira: all’età di 45 anni e mezzo l’ex portiere bianconero ha deciso di smettere con il calcio giocato. Dopo una carriera leggendaria tra Juve, Parma e Nazionale, la notizia del suo ritiro aleggiava già da diverse settimane.
    Campione del mondo nel 2006 con la Nazionale allenata da Marcello Lippi, Buffon ha dapprima risolto il contratto con il Parma, rifiutato un’importante offerta dall’Arabia Saudita per poi decidere di ritirarsi. Ora nel suo futuro potrebbe esserci un ruolo da capo delegazione nel Club Italia, insieme a Barzagli e al fianco di Roberto Mancini.
    Buffon, quale sarà il suo futuro?
    Dopo 28 anni di carriera, 932 partite e 29 trofei, Super Gigi ha deciso di ritirarsi. Sarà la volta buona dopo i tanti colpi di scena a cui ci ha abituati? Dopo 17 anni in bianconero, il numero 1 azzurro aveva salutato Torino per trasferirsi al Psg per poi fare ritorno l’anno successivo per altre due stagioni. Dopo l’addio alla Juve nel 2021 si parlava già di ritiro e invece Gigi è tornato in Serie B per dare una mano al Parma, la società che lo ha lanciato nel calcio che conta. Dopo 43 partite con i ducali, ora l’addio sembra cosa certa: davanti a lui si aprono le porte della Nazionale in veste di dirigente. LEGGI TUTTO

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    Reggina, il 2 agosto la riunione del TAR per la Serie B

    I campionati di Serie B e Serie C vivono ancora di incognite. Sia nella cadetteria che in terza serie, infatti, vi sono dei grandi punti interrogativi sulle squadre che parteciperanno alle rispettive competizione.
    Un enorme punto di domanda riguarda sicuramente la posizione della Reggina, che nei primi gradi di giudizio è stata esclusa dalla B. Gli amaranto, freschi di cambio di proprietà,  continuano a lottare contro l’estromissione.
    Reggina e Serie B, il 2 agosto il TAR
    Della questione si discuterà il prossimo 2 agosto. Il TAR del Lazio ha ufficializzato proprio in queste ore la data in cui si deciderà in merito all’estromissione della Reggina. L’udienza collegiale in camera di Consiglio era inizialmente prevista per l’11 agosto, ma oggi il tema è stato affrontato in una audizione telematica, al termine della quale è stato deciso di anticiparla al prossimo mercoledì. La Reggina sarà dunque pronta a contestare la bocciatura che le ha negato l’ammissione al prossimo campionato di Serie B, a causa di difetti nella domanda di iscrizione. Intanto Gabriele Gravina si è espresso sulla possibilità di uno slittamento del campionato cadetto. LEGGI TUTTO

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    Modena, buone mosse: va tenuto d’occhio

    TORINO – C’è molta curiosità su che tipo di campionato potrà fare il Modena che venerdì 28 affronta il Torino in amichevole, test interessante per capire le potenzialità dei canarini. In panchina non c’è più Attilio Tesser. L’allenatore di Montebelluna in due anni ha riportato il Modena in B al primo colpo e la stagione successiva ha ottenuto una salvezza tranquilla che non era scontata, con la squadra che mai ha rischiato di venir risucchiata nella bagarre salvezza. Certo, ancora un po’ bruciano quei playoff sfumati nelle ultime giornate perché erano davvero alla portata. Ma con l’organico che aveva a disposizione, Tesser ha fatto il suo e anche qualcosa di più. A fine stagione lui e la famiglia Rivetti, proprietaria del Modena, hanno fatto le loro valutazioni e sulla panchina è approdato Paolo Bianco, una delle scommesse più da seguire della prossima B. Bianco giunge a Modena dopo essere stato nello staff di Allegri alla Juve. Ex difensore, 524 presenze e 13 gol nei professionisti, ha firmato un biennale con opzione fino al 2026. Da allenatore, iniziò come vice nella Primavera del Sassuolo (giocava negli emiliani quando salirono per la prima volta in A). Poi ha diretto in C Siracusa e Sicula Leonzio. Nel 2019 entrava nello staff di De Zerbi, era con lui al Sassuolo e allo Shakhtar Donetsk. Per quel che s’è visto nelle prime uscite, il suo Modena dovrebbe schierarsi col 4-3-1-2 che era pure lo storico marchio di fabbrica di Tesser, anche se nell’ultima stagione coi canarini preferiva optare per il 4-3-2-1. Da capire di quale squadra disporrà, anche se i Rivetti e il ds Vaira non si stanno muovendo male in questa fase di mercato, tutt’altro. Certo, pesa la partenza di Diaw, autore di un’ottima stagione e rientrato al Monza (si è così rilanciato a Modena, che i brianzoli pensano di prolungargli il contratto e di tenerselo per la A). In avanti però, dalla Cremonese è tornato Strizzolo (stavolta a titolo definitivo) che da gennaio aveva fatto vedere cose buone coi canarini. Ma attenzione alla scommessa Manconi: classe 1994, giunto da svincolato, ormai sembrava avesse un radioso futuro alle spalle. Lo lanciò il Novara e pareva un predestinato, diceva d’ispirarsi a Cristiano Ronaldo e Candreva. In realtà, complice qualche limite caratteriale, ha passato quasi tutta la carriera in C. Ma da qualche tempo mostrava di essere da B (almeno). Perché ha raggiunto la maturazione giusta. Giunge a Modena dopo aver segnato nell’AlbinoLeffe 43 gol in 98 gare, ora è insomma l’attaccante che si prefigurava una decina d’anni fa, adesso potrebbe avere la testa giusta per imporsi anche ad alti livelli, non è mai troppo tardi. Sempre davanti, il gioiellino Bonfanti potrebbe rimanere, il Modena chiede cifre importanti per lui perché vorrebbe ancora goderselo e in effetti questa stagione potrebbe essere quella della sua definitiva consacrazione, è pur sempre un 2002. Finora, il colpo più interessante è stato l’arrivo di Palumbo dalla Ternana (a cifre contenute, anche per questo potrebbe rivelarsi un affarone): è stato una delle anime delle Fere, centrocampista completo che sa come essere incisivo davanti, incuriosisce scoprire dove lo schiererà Bianco, perché può ricoprire diversi ruoli. Inoltre è arrivato il terzino Cotali, utile gregario nel Frosinone appena salito in A e sempre per la difesa, è tornato Zaro, reduce da un gran campionato nel Sudtirol, qualche mese fa diceva che, se non andava in A (e c’era la possibilità), poteva accasarsi solo a Modena, dove aveva giocato dal 2019 al 2021. E sulla fascia sinistra potrebbe fare comodo il ritorno di Guiebre, originario del Burkina Faso, prelevato un anno fa dal Monopoli e girato in prestito in C alla Reggiana, dove ha fatto una stagione promettente (34 presenze, 2 gol), è pur sempre il giocatore che aveva scelto il Modena per la sostituzione di Azzi. Inoltre, a dimostrazione di quanto la famiglia Rivetti tenga alla crescita complessiva del Modena, a dirigere il settore giovanile è arrivato Andrea Catellani. Lo ricordate? Fu un dinamico attaccante che dovette ritirarsi a soli 29 anni per problemi cardiaci. Ora sta diventando un dirigente da tenere d’occhio, a giugno la sua Under 18 della Spal vinceva per la seconda volta di fila il titolo nazionale, battendo l’Inter: i nerazzurri pensavano di portarlo al proprio settore giovanile per il dopo Samaden ma il club emiliano li ha anticipati. Insomma, ci sono tante premesse interessanti, questo Modena potrebbe anche riuscire ad alzare l’asticella se il debutto in B di Bianco sarà all’altezza delle aspettative. LEGGI TUTTO

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    Reggina, depositato il ricorso al TAR: quando sarà discusso

    La Reggina contesta la bocciatura che le ha negato l’ammissione al prossimo torneo cadetto a causa di difetti nella domanda di iscrizione.
    Reggina, quando sarà discusso il ricorso al TAR
    Il club calabrese a un pool di avvocati composto da Enrico Lubrano, Paolo Rodella, Fabio Cintioli e Donato Patera. Non è stata ancora formalmente fissata la data dell’udienza, ma dovrebbe essere confermata per il prossimo prossimo 2 agosto. La Reggina continua a tenere i suoi tifosi col fiato sospeso. LEGGI TUTTO

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    Tutino a Cosenza: certi amori non finiscono

    TORINO – “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”. Inevitabile fare ricorso agli imperituri versi di Antonello Venditti per parlare del ritorno al Cosenza di Gennaro Tutino, 27 anni il 20 agosto. Tuttosport ci aveva sempre creduto, fin da subito, quando tanti reputavano il suo ritorno in Calabria una sorta di sogno irrealizzabile. In realtà, quando alla fine della scorsa stagione Tutino fece una visita a Cosenza per salutare vecchi amici (ma anche per incontrare la società), già si posero le basi per rivederlo in maglia rossoblù. La situazione era chiara: al Parma per lui non c’era più spazio, nonostante il grosso investimento fatto dagli emiliani nell’estate del 2021 (circa 5 milioni complessivi). A gennaio, il passaggio in prestito al Palermo non aveva portato al riscatto sperato, si sperava di rivedere il bomber che nel 2020/21 a suon di gol aveva portato in A la Salernitana. Così, nonostante l’operazione non fosse semplice per il club di Guarascio, anche per il Parma, interessato a rivalutare il suo cartellino, non restava che l’opzione Cosenza, cioè il ritorno a casa di Tutino. Riavvolgiamo il nastro e scopriamo che Gennaro ha fatto la storia recente dei lupi silani. Giunse la prima volta al Cosenza il 17 luglio 2017, doveva ancora compiere 21 anni. Al’epoca, era un promettente attaccante sfornato dal vivaio del Napoli, in precedenza già dato in prestito, nonostante la giovane età, a Vicenza, Gubbio, Avellino, Bari e Carrarese. Un girovagare per l’Italia in cui Tutino ha poca fortuna, anche perché deve fare i conti con un paio d’infortuni seri. Finché non arriva a Cosenza, ed è la consacrazione. Nel 2017/18 i lupi silani fanno un’impresa ancora ineguagliata: vincere i playoff-mattanza della Serie C partendo dal primo turno, tornando in quella B che al San Vito-Marulla mancava da 15 anni. Tutino in quella stagione chiude a 12 reti, 4 le fa nei playoff, in avanti giostra con un certo Okereke, è una bellezza vederli insieme. La stagione successiva, il Napoli rinnova il prestito col Cosenza e arriva la salvezza in B, anche grazie alle 10 reti di Tutino. A questo punto, Gennaro diventa una punta che va testata in A e il Napoli lo gira al Verona. Esperienza sfortunata (6 presenze, zero gol), a gennaio 2020 torna in B all’Empoli, dove va un po’ meglio (16 gare, 3 gol). In estate approda alla Salernitana, mossa azzeccata: Tutino sale in A coi campani, mette a segno 13 reti in 38 gare. Sembra la svolta della sua definitiva consacrazione e invece no. Quella Salernitana che vive i giorni difficili della vendita obbligatoria del club da parte di Lotito, non ha i soldi per comprarlo dal Napoli. Il Parma invece, appena retrocesso, ce li ha e lo arruola per lo squadrone che nel 2021/22 in teoria dovrebbe dominare la B. Ma quell’anno, tutto il Parma è un flop clamoroso e anche Tutino ne risente. Nella successiva stagione, con l’avvento di Pecchia, Gennaro scende nelle gerarchie, inevitabile l’approdo a gennaio in prestito al Palermo (18 gare, 3 gol). Fino al 21 luglio scorso, quando Tutino torna a Cosenza in prestito dal Parma per la gioia di tutto il clan silano. Concretizzatosi questo affare, tutto il mercato del club di Guarascio assume un altro volto: ora potrebbe seguirlo un altro nome importante per la B come Improta, già a Benevento col tecnico Caserta. Ma si parla anche di La Mantia e Di Carmine, tutti nomi che non era semplice immaginare a Cosenza fino a ieri. A inizio estate il presidente Guarascio, parlando del prossimo Cosenza, annunciava una squadra che potesse fare almeno una stagione tranquilla, lontana dalle solite avventurose salvezze che il Cosenza ha ottenuto negli ultimi anni (vincendo gli ultimi due playout). Con il ritorno di Tutino, i rossoblù potrebbero essere sulla strada giusta, presto al San Vito-Marulla potrebbe tirare un’aria tutta nuova. LEGGI TUTTO

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    Perché Ballardini può riportare in A la Cremonese

    TORINO – Zio Balla – come affettuosamente chiamano i tifosi genoani Davide Ballardini – ha una nuova missione. Sì, proprio lui, col tempo specializzatosi nelle salvezze impossibili che raggiungeva in A soprattutto col Genoa, adesso deve misurarsi col compito di riportare subito la Cremonese nella massima categoria, dopo la retrocessione maturata nella scorsa stagione: Ballardini aveva ereditato da Alvini una situazione ormai compromessa ma la squadra con lui ha mostrato buone cose, soprattutto la solidità che Zio Balla sa dare, maturate nella cavalcata in Coppa Italia, dove i grigiorossi sono stati capaci di arrivare fino in semifinale. Giusto dunque confermarlo perché ha iniziato un lavoro che può portare ottimi frutti. Anche perché dal mercato stanno arrivando buone nuove, fra un mese la Cremonese potrebbe essere una delle squadre da battere. Il colpo più intrigante non può essere che quello del Mudo Vazquez, lasciato partire dal Parma nonostante i 25 gol delle sue due stagioni emiliane: coi crociati faceva la differenza anche quando le cose non giravano, se si conferma su quei livelli, potremo vederne delle belle. Ma soprattutto la Cremonese avrà una mediana nuova di zecca. L’ultimo colpo è Michele Collocolo, prelevato dall’Ascoli per quasi due milioni, superando il Palermo che pareva in vantaggio per l’acquisto di un elemento che aveva mercato anche in A. Poi, dopo l’esperienza coi turchi del Karagumruk guidato da Pirlo, è tornato in Italia Andrea Bertolacci che Ballardini ebbe al Genoa. Inoltre, dal Cesena, è giunto un prospetto interessante, Alessio Brambilla, 22 anni, scuola Milan. Sempre dal Cesena, dovrebbe arrivare il difensore Luca Coccolo, ex Juventus Under 23. E attenzione, perché proprio dalla Next Gen bianconera è giunto l’attaccante Nikola Sekulov, 21 anni, origini macedoni ma nato a Piacenza, sul suo esordio in B c’è molta curiosità. Poi, come sempre accade dopo una retrocessione, chi avrà mercato in A o all’estero, è destinato a partire (Dessers si è già sistemato ai Rangers Glasgow). Ma la sensazione è che patron Arvedi, il re italiano dell’acciaio, investirà ancora nella squadra cdella sua città, come minimo la Cremonese andrà tenuta d’occhio nella corsa alla A, anche se chi stila le griglie di partenza del prossimo campionato, qualche volta si dimentica dei grigiorossi e preferisce fare altri nomi. Certo, c’è sempre l’incognita del post-retrocessione che può portare scorie non semplici da superare, chi arriva dalla A non è raro che fatichi al primo campionato di B. Rispetto alla Cremonese che nel 2021/22 salì in A con Pecchia in panchina, ora si punta su elementi più esperti, quella squadra invece aveva i più interessanti giovani italiani. Ma in B paga quasi sempre schierare veterani, se sanno calarsi nella categoria. A iniziare da bomber Daniel Ciofani, reduce da una stagione in A coi fiocchi: una delle prime mosse della Cremonese è stata quella di rinnovargli il contratto, anche se il 31 luglio compie 38 anni. Ha chiuso la stagione in A dei grigiorossi con 8 reti in 32 gare: quanti potrà farne in B, a maggior gloria della Cremonese? Magari avvicendandosi in avanti con Massimo Coda, il bomber del Genoa reduce da 52 reti segnate negli ultimi tre campionati di B, portando in A i rossoblù e prima il Lecce. Mezza Serie B lo vorrebbe ma forse solo la Cremonese di Arvedi può avere le risorse per aggiudicarselo. E sarebbe pure un ritorno: Coda giocò per i grigiorossi dal 2008 al 2011, poco più che ventenne e la porta la vedeva già bene (81 presenze, 24 reti). Insomma, la carne al fuoco per Ballardini non mancherà e le sue idee calcistiche potrebbero ancor più esaltarsi nel calcio più fisico che tecnico della B. LEGGI TUTTO