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    Pohjanpalo pazzesco! Poker nel 5-0 del Venezia al Modena

    VENEZIA – Il Venezia sigla il 3° successo consecutivo battendo nettamente in casa il Modena per 5-0 nel segno di un leggendario Joel Pohjanpalo e torna a sperare nella corsa Playoffs. L’attaccante finlandese è stato l’incubo del Modena realizzano 4 gol portandolo in testa alla classifica marcatori di Serie B insieme a Gianluca Lapdula a quota 17 gol. L’ex Bayer Leverkusen ha aperto le marcature al 32′ su cross di Candela bruciando il diretto marcatore con un bel diagonale. Nel secondo tempo il finlandese si scatena: doppietta al 54′ a porta vuota su assist di Johnsen, tripletta al 74′ nata su lancio perfetto di Tessmann con Pohjanpalo che elude l’uscita di Gagno con un pallonetto clamoroso. Infine ecco il poker arrivato dal dischetto al 78′. La “manita” la realizza Zampano all’81’ per un successo vale il sorpasso dei lagunari nei confronti dei gialloblù all’11° posto: 45 punti a 44 a -1 dal 8° posto (ultimo utile per accedere ai Playoffs). LEGGI TUTTO

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    Diretta Frosinone-Reggina ore 20:30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    FROSINONE – Al Benito Stirpe va di scena Frosinone-Reggina, gara valida per la 35esima giornata del campionato di Serie B. La sfida ha il sapore di Serie A, visto che i padroni di casa comandano il campionato con due punti di vantaggio sul Genoa secondo mentre gli ospiti sono in zona play-off con due punti di vantaggio sulle inseguitrici. La squadra di Grosso è reduce da due pareggi di fila contro Sudtirol e Cagliari, entrambi a reti inviolate. I ragazzi di Pippo Inzaghi vengono, invece, dal pesante ko interno contro il Brescia, anticipato dal pari esterno in casa del Benevento.
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    Frosinone-Reggina: diretta tv e streaming
    Frosinone-Reggina, gara valida per la 35ª giornata del campionato di Serie B e in programma alle ore 20:30 allo stadio Benito Stirpe di Frosinone, sarà visibile in diretta streaming su DAZN, oltre che su Sky Sport Calcio (numero 202 e 249 satellite) e Sky Sport (251), SkyGo e Now. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
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    Le probabili formazioni di Frosinone-Reggina
    FROSINONE (4-3-3): Turati; Sampirisi, Lucioni, Ravanelli, Cotali; Rohden, Boloca, Mazzitelli; Insigne, Moro, Caso. Allenatore: Grosso. A disposizione: Loria, Frabotta, Monterisi, Kalaj, Garritano, Kujabi, Gelli, Oliveri, Bidaoui, Borrelli, Bocic, Baez. Indisponibili: Kone, Lulic, Mulattieri, Oyono, Szyminski. Squalificati: -.
    REGGINA (3-5-2): Colombi; Cionek, Camporese, Loiacono; Bouah, Fabbian, Crisetig, Hernani, Liotti; Menez, Strelec. Allenatore: Inzaghi. A disposizione: Contini, Terranova, Lombardi, Bondo, Majer, Di Chiara, Cicerelli, Canotto, Rivas, Gori, Galabinov. Indisponibili: Obi, Gagliolo. Squalificati: Pierozzi.
    Arbitro: Prontera della sezione di BolognaAssistenti: Prenna-SaccentiIV uomo: E. ScarpaVar: FabbriAvar: Muto LEGGI TUTTO

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    Ranieri e il Cagliari, sarebbe l’ora di svoltare

    TORINO – La 35ª giornata di Serie B si apre oggi con due anticipi, fischio d’inizio alle 16.15 (poi, domani 1° Maggio, tutte le altre gare). Oggi però, occhio alla partita della Unipol Domus, col Cagliari che ospita la Ternana. Entrambe le squadre vivono un momento particolare. I sardi, dall’arrivo a gennaio di Sir Claudio Ranieri, indubbiamente hanno trovato una quadratura che prima, con Liverani, mancava. Però il Cagliari, che in estate era considerata la seconda favorita dopo il Genoa per la A, resta ancora al di sotto delle attese d’inizio stagione, a Ranieri manca la svolta definitiva riuscita invece a Gilardino col Genoa. Per carità, con Sir Claudio la squadra si è rimessa in carreggiata, passando dall’11° posto alla zona playoff. Ma per il passo che stanno tenendo i sardi negli ultimi tempi, non è ancora scontato che il Cagliari possa disputare gli spareggi per la promozione: al momento il Casteddu è sesto, a +4 su Modena e Palermo, le prime squadre fuori dalla zona playoff. Provare a scalzare il Sudtirol dal quarto posto (che assieme al terzo consente ai playoff di saltare il turno preliminare e di scendere in campo dalle semifinali) non appare semplice: gli altoatesini hanno 5 punti di margine, è vero che non corrono più come fino a un mese fa ma l’unico punto che hanno conquistato nelle ultime tre uscite, lo hanno raccolto lo scorso turno in casa della capolista Frosinone. Insomma, fino a non troppo tempo fa Ranieri parlava ancora di A diretta ma il quadro attuale della situazione è ben diverso, qui innanzitutto c’è da mettere in sicurezza il piazzamento playoff e mantenere il 6° posto consentirebbe di disputare il turno preliminare in casa, potendo giocare quasi per due risultati: in caso di parità al 90’, il regolamento dei playoff prevede che al 1° turno si disputino anche i supplementari e se la parità perdura, al 120’ passa la squadra di casa, in virtù del miglior piazzamento in campionato. Resta il fatto che, per non correre rischi nelle ultime giornate, il Cagliari deve cambiare passo già da oggi: non vince da 4 partite, nelle quali ha raccolto 3 pari e il ko dell’ultimo turno a Parma, con gli emiliani che grazie a quella vittoria sono ben più indiziati dei sardi nel provare ad insidiare il Sudtirol quarto. Oggi poi, mancherà ancora Mancosu e si sa quanto sia determinante il suo contributo perché è quello di un giocatore che gioca (anche) per la sua gente, i migliori risultati il Cagliari li ha fatti quando ha potuto averlo in grande spolvero. Sull’altro fronte, ci sarà una Ternana ferita per il tonfo dell’ultima uscita, l’1-4 rimediato dal Venezia che ha mandato su tutte le furie patron Bandecchi: squadra in silenzio stampa, può parlare solo lui che ha utilizzato parole di fuoco per il tecnico Lucarelli, inoltre per giugno ha già annunciato una sorta di rifondazione perché in effetti appare esaurito il ciclo della squadra che nel 2021 riconquistava la B a suon di record. Ma, come ha ammonito Ranieri, guai a sottovalutare gli umbri, per almeno due ragioni. Innanzitutto perché un pensierino ai playoff possono ancora farlo: l’8° posto della Reggina è attaccabile, sia perché il distacco è di soli 3 punti, sia per i problemi giudiziari dei calabresi, già puniti con un -3 e che a breve potrebbero subire altre penalizzazioni. E poi perché se la Ternana è in giornata, può mettere sotto chiunque, non va dimenticato che alla 9ª giornata le Fere erano state capaci di issarsi in testa da sole, grazie a 5 vittorie di fila. Quel clima lì, però, a Terni è evaporato da tempo. L’altra sfida di oggi è un incrocio salvezza che mette i brividi, Spal-Perugia. I padroni di casa oggi sarebbero retrocessi, sono sì penultimi ma ancora vivi, visto che non perdono da 4 giornate, nelle quali la squadra di Massimo Oddo ha messo insieme 6 punti. Vincendo oggi, scavalcherebbero in classifica gli umbri e salirebbero a quota 37, a fine turno potrebbero ritrovarsi in zona playout. Il Perugia di Fabrizio Castori se la passa peggio. Nell’ultima uscita, in casa col Cosenza, non è andato oltre lo 0-0, mancando la vittoria in uno scontro diretto che poteva dare un altro volto al fondo classifica. Prima di quel pari, gli umbri avevano collezionato 3 ko di fila che hanno prodotto la pesante situazione attuale (oggi il Perugia disputerebbe i playout col Cittadella). Nel complesso, da entrambe le squadre era lecito attendersi di più: la Spal in estate aveva fatto un mercato importante e nutriva qualche ambizione; il Perugia veniva dal sorprendente piazzamento playoff della scorsa annata. Ma in una B così competitiva, qualcuno fatalmente deve steccare. Però ci sono ancora 12 punti in palio, un’enormità: anche se inizia a essere tardi, entrambe possono ancora trovare il cambio di passo decisivo. LEGGI TUTTO

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    Brescia, la salvezza non è più un miraggio

    TORINO – Una annata vissuta pericolosamente, in una parola pazzesca, che potrebbe chiudersi con un finale ancora più incredibile. Dopo le prime sei giornate il Brescia era in testa, guidato di nuovo da quel Pep Clotet che due stagioni prima, al suo sbarco in Italia, aveva mostrato buone cose, portando le rondinelle ai playoff da subentrato, ereditando una squadra che rischiava di retrocedere. In questa stagione gli era stata affidata una squadra competitiva, non molto dissimile ma sulla carta solo leggermente più debole di quella che nella scorsa stagione, con Pippo Inzaghi prima ed Eugenio Corini poi, aveva fatto le semifinali playoff. Questo perché al mercato estivo le disavventure giudiziarie di patron Cellino s’erano fatte sentire e a un certo punto avevano bloccato le operazioni in entrata, vista l’incertezza che c’era sulla situazione patrimoniale del patron, a cui erano stati bloccati i beni, in seguito riottenuti. Poi, nel cuore della stagione, il Brescia è precipitato finendo anche sul fondo della classifica. Una caduta libera che pareva irreversibile, mentre Cellino cambiava allenatori come calzini. Clotet veniva esonerato alla 18ª giornata, rilevato da Alfredo Aglietti che durava due turni. Stessa sorte per il ritorno di Clotet, altre due giornate ed era il turno di Davide Possanzini, promosso dalla Primavera. Identico destino anche per l’ex attaccante, altre due uscite ed era il turno di Daniele Gastaldello, da tempo collaboratore e uomo di fiducia di Cellino, al suo esordio da primo allenatore. Per l’ex difensore all’inizio non è stato semplice ma visto che dopo 4 cambi in panchina la situazione restava pessima, tanto valeva dargli fiducia. Così, piano piano, il Brescia ha iniziato a ritrovarsi, anche grazie al “soccorso” del Lecce che alla fine potrebbe rivelarsi decisivo: al mercato di gennaio, visti i buoni rapporti di Cellino con il dg Corvino, sono arrivati Rodriguez, Bjorkengren e Listkowski, elementi che in A coi salentini non trovavano spazio ma che in B possono dare una grande mano a una squadra quasi alla deriva. E dopo tanti schiaffoni, quando ormai si stanno per tirare le somme, il Brescia di Gastadello trova quel cambio di passo che mancava dall’autunno: 7 punti nelle ultime 3 partite (vittorie in casa della Reggina e al Rigamonti con la Ternana, inframezzate dal pari di Ferrara con la Spal), hanno riacceso la concreta speranza che i Gastaldello’s boys possano ancora salvarsi. Certo, il Brescia resta terzultimo, cioé oggi sarebbe retrocesso. Ma ha gli stessi punti del Perugia che al momento farebbe i playout col Cittadella. E soprattutto i lombardi hanno ora un’occasione d’oro: lunedì 1° Maggio alle 15 ospitano il Cosenza e sarà la madre di tutte le partite perché battere i calabresi vorrebbe dire acciuffarli in classifica e al momento il Cosenza è un punto sopra la zona playout. Quindi, il 7 maggio, il Brescia andrà a Parma (impegnato a scalzare il Sudtirol dal 3° posto, piazzamento chiave per i playoff), il 13 riceverà il Pisa (ancora in zona playoff ma col passo degli ultimi tempi rischia di non farli) e chiuderà la sera del 19 in casa del Palermo (per quella data i siciliani saranno ancora in lizza per gli spareggi promozione?). Prima però, non si deve fallire l’appuntamento col Cosenza. La città si sta mobilitando, il Rigamonti dovrebbe tornare a riempirsi come a inizio stagione, quando la squadra volava. La società ha varato un’offerta speciale: chi compra il biglietto per la gara di lunedì, aggiungendo un solo euro potrà esserci anche per la partita col Pisa. L’impresa si preannuncia complicatissima, certo. Ma almeno ora si spera, perché adesso la squadra c’è. E anche agganciare un posto ai playout e poi magari salvarsi dalla C attraverso di essi, per come a un certo punto s’era messa la stagione, sarebbe un risultato straordinario. LEGGI TUTTO

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    Gudmundsson e il Genoa, storia di un grande amore

    TORINO – La scorsa settimana Albert Gudmundsson ha definitivamente conquistato i tifosi del Genoa che già sono in luna di miele con lui da mesi. L’attaccante islandese ha posato per un servizio fotografico indossando maglie del passato del Grifone, a iniziare da quella della stagione 1991/92, quando il Genoa si spinse, sotto la guida di Osvaldo Bagnoli, fino in semifinale di Coppa Uefa, in cui giocava perché nella stagione precedente i rossoblù avevano chiuso al 4° posto in campionato, il miglior risultato dal dopoguerra. I suoi fan a vederlo con quelle maglie che hanno fatto la storia del Genoa, sono letteralmente impazziti. Poi, sabato scorso, l’islandese nato a Reykjavík che il 15 giugno festeggia 26 anni, ha deciso la fondamentale vittoria del Genoa a Cittadella, è sempre più vicino il ritorno in A dei rossoblù dopo un anno. E alla fine, le reti di Albert, come tutti lo chiamano a Genova e come porta scritto sulla maglia, avranno un peso enorme: 9 in campionato (che diventano 12 con la Coppa Italia), più 5 assist. Una crescita continua, anche perché Gilardino, che di attaccanti di sicuro se ne intende, lo fa giocare da vera punta, più vicino alla porta, nell’ormai consolidato 3-5-2 in cui di norma l’islandese giostra con Coda, coppia davvero ben assortita perché entrambi sanno giocare anche per l’altro. Gudmundsson era sbarcato a Genova il 13 gennaio 2022, giorni difficili per i rossoblù, in cui il gm Spors cercava i rinforzi giusti per una salvezza in A che già allora risultava complicata. Nella massima serie, Albert, che vi arrivava dopo le esperienze in Olanda per Psv Eindhoven e Az Alkmaar, dimostra di poterci stare, lasciando intendere di essere il migliore dei colpi fatti da Spors 15 mesi fa, tanti ancora innervano la squadra attuale. In A raccoglie 12 presenze e 1 gol, segnato nella vittoria sulla Juve, anche se poi il Genoa retrocede. In B diventa subito un uomo chiave: in virtù di una superiorità atletica talvolta schiacciante, oltre a una buona tecnica, Albert è quello che può creare superiorità numerica e strappare le partite. Ma con Blessin giocava più lontano dalla porta, tant’è che nelle 15 partite sotto la guida del tedesco segna un solo gol (oltre ai tre di Coppa Italia). Con Gila invece, sono 8 in 18 gare, numeri niente male davvero. Ma tutto gira al meglio anche per il rapporto speciale che Gudmundsson ha instaurato con Genova. A differenza di tanti calciatori che sono alieni nelle città in cui vivono, lui la Superba se la gode tutta, spingendosi con la famiglia nei caruggi, i vicoli del centro storico, dove non ti aspetti di trovare un calciatore a spasso ma accade spesso, per la gioia della tifoseria rossoblù. E poi, a rendere ancora più forte il rapporto con la città, mettiamoci l’esclusione dalla Nazionale islandese, il cui ct, Vidarsson, il 15 marzo spiegava così la sua mancata convocazione: “Sono deluso da Gudmundsson, non vuole seguire le nostre regole”. A Genova ci hanno riso su: meglio così, grazie, Albert potrà pensare solo a noi e ci porterà in A. Quella A che da qualche tempo segue con interesse le prove dell’islandese. La scorsa settimana si è parlato di un sondaggio della Fiorentina. Nessuna apertura da parte del Genoa che valuta il giocatore non meno di 10 milioni. In realtà Albert è un giocatore internazionale e può avere offerte anche dall’estero, alla prossima sessione di mercato ne arriveranno per lui  da più parti. Il Genoa terrà duro e potrebbe capitolare solo di fronte a un’offerta monstre. Ma, in linea di massima, la società rossoblù, con l’avvento della 777 Partners, non dovrebbe essere più la fabbrica di plusvalenze che era con Preziosi. La musica dovrebbe essere cambiata, ma se ne riparla in estate. LEGGI TUTTO

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    Aimo Diana: “La Reggiana in B, il sogno Toro e l’amicizia con De Zerbi”

    Aimo Diana, qual è la prima immagine che le viene in mente nel momento di questo trionfo?
    «Il giorno in cui presi la mia macchinina e andai, da solo, a Melfi per cominciare davvero la carriera da allenatore professionista. Fino ad allora avevo allenato le giovanili della FeralpiSalò e la prima squadra dei lacustri salendo in corsa senza sapere se fossi stato all’altezza di questo lavoro».
    Ci sono stati poi gli anni alla Sicula Leonzio e al Renate (dove aveva già sfiorato la B) prima del biennio alla Reggiana. Oggi che allenatore e che uomo è Aimo Diana?
    «Molto soddisfatto per aver portato la Reggiana in B, anche se avremmo potuta farcela già l’anno scorso. Sto cominciando a digerire solo adesso il gol su rinvio del portiere del Modena, Riccardo Gagno».
    Cosa intendeva quando alla fine della gara con l’Olbia ha detto che ora non tutti potranno salire sul carro dei vincitori?
    «Ho già chiarito con quelle 3-4 persone, alla quali dovevo dire certe cose. Con educazione, ma fermezza. Adesso è tutto bello, felice, è giusto che si festeggi, ma non dimentico che ne ho sentite e lette di tutti i colori sul sottoscritto e sulla squadra eppure in due anni abbiamo fatto 166 punti».
    Tra l’altro lei è un allenatore che cerca di arrivare alla vittoria tramite il gioco. Forse è questo il messaggio che non passa nel calcio italiano?
    «Vincere è difficile, vincere cercando di giocare il miglior calcio possibile è doppiamente difficile. Già al Renate avevo proposto le mie idee e abbiamo fatto ottimi campionati. Quest’anno a volte ci siamo adeguati, proponendo un gioco più verticale, in base alle caratteristiche dei giocatori e degli avversari. Non avevamo in rosa gente che fa battaglia, ma quando è servito siamo riusciti a diventare anche quel tipo di squadra. È il quid in più per un gruppo e un allenatore che vogliono crescere».
    Sembrava che lei dovesse andare in Serie B già l’estate scorsa: Sudtirol, Ascoli e Perugia l’avevano messa in lista d’attesa poi però ha dovuto fare per la seconda volta almeno 80 punti in C e salire sul campo. Questione di sponsor, di pubbliche relazioni?
    «Probabilmente non sono mai stato la prima scelta di chi mi voleva. Io sono come sono: rispetto tutti, lavoro con le mie idee, ascolto quelle degli altri, ma evidentemente, come mi era già successo da calciatore, per arrivare un po’ in alto era destino partissi dal basso. Mi sono costruito uno staff tra l’altro con bresciani o ex Brescia come me: Alessio Baresi, Gianpaolo Saurini, Alessandro Belleri e il prof argentino Estaban Anitua. In questo calcio, per un allenatore, è fondamentale avere vicini gli uomini giusti».
    Come mai non è certa la sua prosecuzione del rapporto con la Reggiana? Ancora vecchie ruggini?
    «Il mio contratto si è rinnovato automaticamente con la promozione, non sono quello che rimane solo per vincoli su carta. Bisogna essere convinti del nuovo progetto che ci aspetta e dobbiamo esserlo entrambi: io e la società con cui ho un buon rapporto. Fu così anche l’estate scorsa, quando parlai pure con i giocatori rimasti per capire quanta voglia di rivalsa avessero».
    Lei è amico di Roberto De Zerbi, con il quale vi consultate spesso, il vostro calcio non è però proprio uguale. Per lei non è tassativo partire dal basso…
    «Nessuno gioca allo stesso modo di un altro, ogni allenatore deve metterci qualcosa di suo, di nuovo, di diverso. Il famoso quid in più»
    Segue sempre con affetto il Torino?
    «È stata una delle mie esperienze più belle, piazza fantastica. Il granata è il colore del mio destino, dato che ho giocato pure nella Reggina. Il mio era un altro Toro, non aveva certo questa stabilità in Serie A, adesso però non capisco perché sia sempre a metà strada e non riesca a salire un po’ più su».
    Cosa apprezza di Juric?
    «Segue il filone gasperiniano, ma non si limita a giocare uomo su uomo, fa se possibile un gioco ancora più tecnico del suo maestro. Mi piace molto la passione che mette nel suo lavoro».
    Se un giorno Cairo la chiamasse al posto del croato?
    «Il mio sogno è arrivare ad allenare in Serie A. Farlo al Torino sarebbe il massimo per uno come me che quella maglia l’ha indossata». LEGGI TUTTO

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    Genoa e Bari: il grande duello per la A

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Modena-Parma 1-1) la 33ª giornata di Serie B prosegue oggi con 8 gare, di cui sette alle 14 mentre alle 16.15 spicca la sfida della Unipol Domus, Cagliari-Frosinone. Per i ciociari, è iniziato il conto alla rovescia per la promozione in A, visto che il Bari terzo dista 10 lunghezze, è possibile che la squadra di Grosso possa festeggiare il traguardo già a quota 70, cioè potrebbero mancare solo 4 punti per la A e chissà, la festa promozione potrebbe arrivare magari nel turno del 1° Maggio, quando allo Stirpe arriverà la Reggina. Cagliari permettendo, ovviamente. I sardi di Ranieri, pur venendo da due pari di fila (ma con squadre come Pisa e Sudtirol), sembrano aver messo radici in zona playoff, il piazzamento nella griglia finale non parrebbe in discussione, più difficile agganciare 3° o 4° posto che permetterebbe al Cagliari di saltare il turno preliminare dei playoff. Ma a tener banco è soprattutto la lotta per il 2° posto (l’ultimo buono per la A diretta), riaperta dopo l’ultimo turno, visto che ora il Genoa ha 4 punti di margine sul Bari. I liguri di Gilardino ricevono a Marassi un Perugia reduce da due sconfitte di fila, con 3 ko nelle ultime 5 gare, nelle quali ha conquistato solo 4 punti, oggi gli umbri farebbero i playout ma attenzione, all’andata batterono il Genoa, aprendo la crisi del mandato-Blessin. Rossoblù che vorrebbero riallungare sul Bari per cercare di rendere ininfluente la sfida fra le due squadre che si terrà al Ferraris all’ultima giornata. E il Bari, al San Nicola, oggi troverà sulla sua strada quel Como che a Pasquetta ha frenato proprio il Genoa sul 2-2, rimontando due gol: sarà in grado di mettere il bastone fra le ruote anche al Bari, considerato il fatto che i pugliesi, ogni tanto, in casa perdono qualche colpo? Per il Sudtirol quarto, trasferta non agevole ad Ascoli. Gli altoatesini nell’ultimo turno sono stati beffati nel finale proprio dal Bari, ponendo fine a una serie positiva che durava da 12 giornate, cioè erano l’unica squadra imbattuta in B nel 2023. La domanda è: come reagiranno a quel ko, su un campo difficile come quello marchigiano, contro una squadra che non può concedere nulla, visto che in caso di ulteriore sconfitta probabilmente l’Ascoli verrebbe risucchiato nella bagarre salvezza? Per la Reggina quinta in classifica, c’è la trasferta in casa del Benevento ultimo, appena passato sotto la guida di Agostinelli, quarto tecnico stagionale dopo Caserta, Cannavaro e Stellone, quest’ultimo dimessosi dopo l’ultimo ko. Partita del cuore per Pippo Inzaghi che torna nella piazza che portò in A a suon di record nel 2020. Il Palermo, 9° a -3 dal Pisa che giocherà domani a Terni, può provare a mettere pressione sui toscani piazzati all’ultimo posto dell’attuale griglia playoff, tuttavia i siciliani hanno una trasferta a Venezia non agevole, coi lagunari impegnati in una salvezza tutta da conquistare, anche se i mezzi non mancherebbero. Infine, due scontri salvezza che possono dire molto sulla permanenza in B di 4 squadre: Cosenza-Cittadella e Spal-Brescia. I calabresi di Viali nel girone di ritorno stanno tenendo un passo da playoff, al contrario i veneti di Gorini non vincono da 6 giornate (cioè dal 25 febbraio, 2-1 alla Ternana) e un ulteriore passo falso potrebbe far precipitare la situazione. Spal-Brescia invece, è un autentico “dentro o fuori”: entrambe hanno vinto a Pasquetta ma sono stati 3 punti che hanno dato solo un po’ di speranza perché Spal e Brescia oggi sarebbero retrocesse. Però, guardando il passo delle ultime giornate, chi sta appena sopra in classifica, non se la passa tanto bene e con 18 punti ancora in palio, è tutta da vedere come andrà finire. LEGGI TUTTO

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    Il Benevento crolla in casa contro la Spal, si dimette Stellone

    Benevento-Spal 1-3, botta e risposta Prati-Foulon. Nella ripresa il blitz degli estensi
    Il match era diventato frizzante sul finire del primo tempo quando Prati aveva portato in vantaggio gli ospiti al 33′ e Foulon aveva pareggiato al 37′. Nella ripresa Celia (51′) e l’ex Moncini (66′) hanno assestato i colpi del ko permettendo alla Spal di tornare a sperare nei playout e nella salvezza diretta mentre i padroni di casa, chiamati a rapporto dai tifosi e contestati, sono sempre più indietro nelle gerarchie della classifica, mestamente sul fondo. A contendersi lo sgradevole scettro di fanalino di coda a margine della terza sconfitta di fila e con la vittoria manca da sette giornate. LEGGI TUTTO