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    Gudmundsson e il Genoa, storia di un grande amore

    TORINO – La scorsa settimana Albert Gudmundsson ha definitivamente conquistato i tifosi del Genoa che già sono in luna di miele con lui da mesi. L’attaccante islandese ha posato per un servizio fotografico indossando maglie del passato del Grifone, a iniziare da quella della stagione 1991/92, quando il Genoa si spinse, sotto la guida di Osvaldo Bagnoli, fino in semifinale di Coppa Uefa, in cui giocava perché nella stagione precedente i rossoblù avevano chiuso al 4° posto in campionato, il miglior risultato dal dopoguerra. I suoi fan a vederlo con quelle maglie che hanno fatto la storia del Genoa, sono letteralmente impazziti. Poi, sabato scorso, l’islandese nato a Reykjavík che il 15 giugno festeggia 26 anni, ha deciso la fondamentale vittoria del Genoa a Cittadella, è sempre più vicino il ritorno in A dei rossoblù dopo un anno. E alla fine, le reti di Albert, come tutti lo chiamano a Genova e come porta scritto sulla maglia, avranno un peso enorme: 9 in campionato (che diventano 12 con la Coppa Italia), più 5 assist. Una crescita continua, anche perché Gilardino, che di attaccanti di sicuro se ne intende, lo fa giocare da vera punta, più vicino alla porta, nell’ormai consolidato 3-5-2 in cui di norma l’islandese giostra con Coda, coppia davvero ben assortita perché entrambi sanno giocare anche per l’altro. Gudmundsson era sbarcato a Genova il 13 gennaio 2022, giorni difficili per i rossoblù, in cui il gm Spors cercava i rinforzi giusti per una salvezza in A che già allora risultava complicata. Nella massima serie, Albert, che vi arrivava dopo le esperienze in Olanda per Psv Eindhoven e Az Alkmaar, dimostra di poterci stare, lasciando intendere di essere il migliore dei colpi fatti da Spors 15 mesi fa, tanti ancora innervano la squadra attuale. In A raccoglie 12 presenze e 1 gol, segnato nella vittoria sulla Juve, anche se poi il Genoa retrocede. In B diventa subito un uomo chiave: in virtù di una superiorità atletica talvolta schiacciante, oltre a una buona tecnica, Albert è quello che può creare superiorità numerica e strappare le partite. Ma con Blessin giocava più lontano dalla porta, tant’è che nelle 15 partite sotto la guida del tedesco segna un solo gol (oltre ai tre di Coppa Italia). Con Gila invece, sono 8 in 18 gare, numeri niente male davvero. Ma tutto gira al meglio anche per il rapporto speciale che Gudmundsson ha instaurato con Genova. A differenza di tanti calciatori che sono alieni nelle città in cui vivono, lui la Superba se la gode tutta, spingendosi con la famiglia nei caruggi, i vicoli del centro storico, dove non ti aspetti di trovare un calciatore a spasso ma accade spesso, per la gioia della tifoseria rossoblù. E poi, a rendere ancora più forte il rapporto con la città, mettiamoci l’esclusione dalla Nazionale islandese, il cui ct, Vidarsson, il 15 marzo spiegava così la sua mancata convocazione: “Sono deluso da Gudmundsson, non vuole seguire le nostre regole”. A Genova ci hanno riso su: meglio così, grazie, Albert potrà pensare solo a noi e ci porterà in A. Quella A che da qualche tempo segue con interesse le prove dell’islandese. La scorsa settimana si è parlato di un sondaggio della Fiorentina. Nessuna apertura da parte del Genoa che valuta il giocatore non meno di 10 milioni. In realtà Albert è un giocatore internazionale e può avere offerte anche dall’estero, alla prossima sessione di mercato ne arriveranno per lui  da più parti. Il Genoa terrà duro e potrebbe capitolare solo di fronte a un’offerta monstre. Ma, in linea di massima, la società rossoblù, con l’avvento della 777 Partners, non dovrebbe essere più la fabbrica di plusvalenze che era con Preziosi. La musica dovrebbe essere cambiata, ma se ne riparla in estate. LEGGI TUTTO

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    Aimo Diana: “La Reggiana in B, il sogno Toro e l’amicizia con De Zerbi”

    Aimo Diana, qual è la prima immagine che le viene in mente nel momento di questo trionfo?
    «Il giorno in cui presi la mia macchinina e andai, da solo, a Melfi per cominciare davvero la carriera da allenatore professionista. Fino ad allora avevo allenato le giovanili della FeralpiSalò e la prima squadra dei lacustri salendo in corsa senza sapere se fossi stato all’altezza di questo lavoro».
    Ci sono stati poi gli anni alla Sicula Leonzio e al Renate (dove aveva già sfiorato la B) prima del biennio alla Reggiana. Oggi che allenatore e che uomo è Aimo Diana?
    «Molto soddisfatto per aver portato la Reggiana in B, anche se avremmo potuta farcela già l’anno scorso. Sto cominciando a digerire solo adesso il gol su rinvio del portiere del Modena, Riccardo Gagno».
    Cosa intendeva quando alla fine della gara con l’Olbia ha detto che ora non tutti potranno salire sul carro dei vincitori?
    «Ho già chiarito con quelle 3-4 persone, alla quali dovevo dire certe cose. Con educazione, ma fermezza. Adesso è tutto bello, felice, è giusto che si festeggi, ma non dimentico che ne ho sentite e lette di tutti i colori sul sottoscritto e sulla squadra eppure in due anni abbiamo fatto 166 punti».
    Tra l’altro lei è un allenatore che cerca di arrivare alla vittoria tramite il gioco. Forse è questo il messaggio che non passa nel calcio italiano?
    «Vincere è difficile, vincere cercando di giocare il miglior calcio possibile è doppiamente difficile. Già al Renate avevo proposto le mie idee e abbiamo fatto ottimi campionati. Quest’anno a volte ci siamo adeguati, proponendo un gioco più verticale, in base alle caratteristiche dei giocatori e degli avversari. Non avevamo in rosa gente che fa battaglia, ma quando è servito siamo riusciti a diventare anche quel tipo di squadra. È il quid in più per un gruppo e un allenatore che vogliono crescere».
    Sembrava che lei dovesse andare in Serie B già l’estate scorsa: Sudtirol, Ascoli e Perugia l’avevano messa in lista d’attesa poi però ha dovuto fare per la seconda volta almeno 80 punti in C e salire sul campo. Questione di sponsor, di pubbliche relazioni?
    «Probabilmente non sono mai stato la prima scelta di chi mi voleva. Io sono come sono: rispetto tutti, lavoro con le mie idee, ascolto quelle degli altri, ma evidentemente, come mi era già successo da calciatore, per arrivare un po’ in alto era destino partissi dal basso. Mi sono costruito uno staff tra l’altro con bresciani o ex Brescia come me: Alessio Baresi, Gianpaolo Saurini, Alessandro Belleri e il prof argentino Estaban Anitua. In questo calcio, per un allenatore, è fondamentale avere vicini gli uomini giusti».
    Come mai non è certa la sua prosecuzione del rapporto con la Reggiana? Ancora vecchie ruggini?
    «Il mio contratto si è rinnovato automaticamente con la promozione, non sono quello che rimane solo per vincoli su carta. Bisogna essere convinti del nuovo progetto che ci aspetta e dobbiamo esserlo entrambi: io e la società con cui ho un buon rapporto. Fu così anche l’estate scorsa, quando parlai pure con i giocatori rimasti per capire quanta voglia di rivalsa avessero».
    Lei è amico di Roberto De Zerbi, con il quale vi consultate spesso, il vostro calcio non è però proprio uguale. Per lei non è tassativo partire dal basso…
    «Nessuno gioca allo stesso modo di un altro, ogni allenatore deve metterci qualcosa di suo, di nuovo, di diverso. Il famoso quid in più»
    Segue sempre con affetto il Torino?
    «È stata una delle mie esperienze più belle, piazza fantastica. Il granata è il colore del mio destino, dato che ho giocato pure nella Reggina. Il mio era un altro Toro, non aveva certo questa stabilità in Serie A, adesso però non capisco perché sia sempre a metà strada e non riesca a salire un po’ più su».
    Cosa apprezza di Juric?
    «Segue il filone gasperiniano, ma non si limita a giocare uomo su uomo, fa se possibile un gioco ancora più tecnico del suo maestro. Mi piace molto la passione che mette nel suo lavoro».
    Se un giorno Cairo la chiamasse al posto del croato?
    «Il mio sogno è arrivare ad allenare in Serie A. Farlo al Torino sarebbe il massimo per uno come me che quella maglia l’ha indossata». LEGGI TUTTO

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    Genoa e Bari: il grande duello per la A

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Modena-Parma 1-1) la 33ª giornata di Serie B prosegue oggi con 8 gare, di cui sette alle 14 mentre alle 16.15 spicca la sfida della Unipol Domus, Cagliari-Frosinone. Per i ciociari, è iniziato il conto alla rovescia per la promozione in A, visto che il Bari terzo dista 10 lunghezze, è possibile che la squadra di Grosso possa festeggiare il traguardo già a quota 70, cioè potrebbero mancare solo 4 punti per la A e chissà, la festa promozione potrebbe arrivare magari nel turno del 1° Maggio, quando allo Stirpe arriverà la Reggina. Cagliari permettendo, ovviamente. I sardi di Ranieri, pur venendo da due pari di fila (ma con squadre come Pisa e Sudtirol), sembrano aver messo radici in zona playoff, il piazzamento nella griglia finale non parrebbe in discussione, più difficile agganciare 3° o 4° posto che permetterebbe al Cagliari di saltare il turno preliminare dei playoff. Ma a tener banco è soprattutto la lotta per il 2° posto (l’ultimo buono per la A diretta), riaperta dopo l’ultimo turno, visto che ora il Genoa ha 4 punti di margine sul Bari. I liguri di Gilardino ricevono a Marassi un Perugia reduce da due sconfitte di fila, con 3 ko nelle ultime 5 gare, nelle quali ha conquistato solo 4 punti, oggi gli umbri farebbero i playout ma attenzione, all’andata batterono il Genoa, aprendo la crisi del mandato-Blessin. Rossoblù che vorrebbero riallungare sul Bari per cercare di rendere ininfluente la sfida fra le due squadre che si terrà al Ferraris all’ultima giornata. E il Bari, al San Nicola, oggi troverà sulla sua strada quel Como che a Pasquetta ha frenato proprio il Genoa sul 2-2, rimontando due gol: sarà in grado di mettere il bastone fra le ruote anche al Bari, considerato il fatto che i pugliesi, ogni tanto, in casa perdono qualche colpo? Per il Sudtirol quarto, trasferta non agevole ad Ascoli. Gli altoatesini nell’ultimo turno sono stati beffati nel finale proprio dal Bari, ponendo fine a una serie positiva che durava da 12 giornate, cioè erano l’unica squadra imbattuta in B nel 2023. La domanda è: come reagiranno a quel ko, su un campo difficile come quello marchigiano, contro una squadra che non può concedere nulla, visto che in caso di ulteriore sconfitta probabilmente l’Ascoli verrebbe risucchiato nella bagarre salvezza? Per la Reggina quinta in classifica, c’è la trasferta in casa del Benevento ultimo, appena passato sotto la guida di Agostinelli, quarto tecnico stagionale dopo Caserta, Cannavaro e Stellone, quest’ultimo dimessosi dopo l’ultimo ko. Partita del cuore per Pippo Inzaghi che torna nella piazza che portò in A a suon di record nel 2020. Il Palermo, 9° a -3 dal Pisa che giocherà domani a Terni, può provare a mettere pressione sui toscani piazzati all’ultimo posto dell’attuale griglia playoff, tuttavia i siciliani hanno una trasferta a Venezia non agevole, coi lagunari impegnati in una salvezza tutta da conquistare, anche se i mezzi non mancherebbero. Infine, due scontri salvezza che possono dire molto sulla permanenza in B di 4 squadre: Cosenza-Cittadella e Spal-Brescia. I calabresi di Viali nel girone di ritorno stanno tenendo un passo da playoff, al contrario i veneti di Gorini non vincono da 6 giornate (cioè dal 25 febbraio, 2-1 alla Ternana) e un ulteriore passo falso potrebbe far precipitare la situazione. Spal-Brescia invece, è un autentico “dentro o fuori”: entrambe hanno vinto a Pasquetta ma sono stati 3 punti che hanno dato solo un po’ di speranza perché Spal e Brescia oggi sarebbero retrocesse. Però, guardando il passo delle ultime giornate, chi sta appena sopra in classifica, non se la passa tanto bene e con 18 punti ancora in palio, è tutta da vedere come andrà finire. LEGGI TUTTO

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    Il Benevento crolla in casa contro la Spal, si dimette Stellone

    Benevento-Spal 1-3, botta e risposta Prati-Foulon. Nella ripresa il blitz degli estensi
    Il match era diventato frizzante sul finire del primo tempo quando Prati aveva portato in vantaggio gli ospiti al 33′ e Foulon aveva pareggiato al 37′. Nella ripresa Celia (51′) e l’ex Moncini (66′) hanno assestato i colpi del ko permettendo alla Spal di tornare a sperare nei playout e nella salvezza diretta mentre i padroni di casa, chiamati a rapporto dai tifosi e contestati, sono sempre più indietro nelle gerarchie della classifica, mestamente sul fondo. A contendersi lo sgradevole scettro di fanalino di coda a margine della terza sconfitta di fila e con la vittoria manca da sette giornate. LEGGI TUTTO

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    Il Genoa di Gila a Como: missione 1° posto

    TORINO – Lunedì di Pasqua con tutta la B in campo, si gioca la 32ª giornata, si va in campo dalle 12.30 a sera. La capolista Frosinone, a +4 sul Genoa e a +10 sul Bari terzo, ospita l’Ascoli (ore 15) per fare un altro passo verso la Serie A che per la squadra di Grosso pare in tasca da mesi (gli scommettitori da tempo non accettano più puntate sulla promozione dei ciociari). Ma attenzione all’Ascoli: con la vittoria sul Brescia nell’ultimo turno, ha fatto un bel passo avanti verso la salvezza (ora è +4 sui playout), dovesse sbancare lo Stirpe (come è accaduto al Cosenza nell’ultima uscita interna dei ciociari), potrebbe fare un pensierino ai playoff, che ora distano 5 punti. Il Genoa secondo in classifica è di scena a Como (ore 15). I rossoblù di Gilardino viaggiano col vento in poppa, vengono da 4 vittorie di fila sono la squadra che ha fatto più punti nel girone di ritorno (27). Danno l’impressione di volere provare a prendersi il 1° posto per garantirsi almeno il secondo, l’ultimo buono per la promozione diretta. Per il Como, vale lo stesso discorso dell’Ascoli, visto che hanno gli stessi punti in classifica, in più c’è da riscattare il ko di Venezia dell’ultimo turno. Genoa che guarderà con interesse alla sfida più importante della giornata, Sudtirol-Bari (ore 15), cioè quarta contro terza in classifica, rispettivamente a -6 e -7 dai liguri. Come minimo, allo stadio Druso di Bolzano, esaurito da una settimana, ci si gioca il miglior piazzamento possibile alla griglia playoff (chi chiude al 3° posto teoricamente sale in A con 4 pareggi). L’altro big match si gioca a Pisa, dove sbarca il Cagliari (ore 18), anche qui siamo in ambito playoff, la sesta in classifica ospita la quinta. Test probante per i sardi di Ranieri che nell’ultima trasferta hanno vinto la loro prima gare esterna sotto la sua gestione (0-4 alla Reggina). Di fronte, c’è un Pisa reduce dal ko di Cosenza e che nel girone di ritorno ha concesso qualche punto di troppo in casa, anche se dal ritorno di D’Angelo in panchina la squadra ha fatto una rimonta straordinaria, passando dall’ultimo al 6° posto. Curiosità intorno alla Reggina che alle 15 ospita il Venezia. Mercoledì scorso gli amaranto di Pippo Inzaghi hanno vinto il recupero di Perugia, un 3-1 favorito dagli errori clamorosi di Gori, il portiere degli umbri. I 3 punti però, hanno restituito serenità a una squadra che nel 2023 è stata sconfitta 9 volte. Ora la Reggina potrebbe ritagliarsi un posto nei playoff (è settima) anche se pende la vicenda dei mancati pagamenti dell’Irpef alla scadenza di febbraio: il 17 si terrà l’udienza al Tribunale Federale Nazionale, c’è il rischio di un -4 ma poi partirà una battaglia legale dall’esito incerto, pur succedere di tutto. Attenzione però al Venezia: i ragazzi di Vanoli vengono da due vittorie di fila e nell’ultima trasferta avevano vinto ad Ascoli. Per il Parma all’8° posto (cioè l’ultimo buono per disputare i playoff) c’è una gara tignosa a Cittadella (ore 15). Gli emiliani di Pecchia vengono dalla vittoria sul Palermo ma spesso, dopo ogni exploit, hanno raccolto figure barbine e anche loro mettono in preventivo un -1 in classifica, come minimo, per un pagamento avvenuto in ritardo. E il Cittadella, oggi un punto sopra la zona playout, cerca una vittoria che manca da 5 giornate. Alle 20.30, il Palermo ospita il Cosenza con l’obiettivo di riprendersi la zona playoff, anche perché si giocherà sapendo i risultati delle altre. Sfida meno scontata di quanto appaia: intanto perché il Cosenza è una delle squadre più in forma (tre vittorie di fila e quattro successi nelle ultime cinque uscite che però non bastano a lasciare la zona playout). E poi perché, se si va a vedere la classifica del 2023 (cioè del girone di ritorno), si scopre che Palermo e Cosenza si equivalgono, hanno raccolto entrambe 18 punti. La Ternana, a -4 dalla zona playoff, alle 15 è di scena a Brescia, coi lombardi soli all’ultimi posto, reduci da 2 ko di fila e sulla strada per la C (i playout distano 6 punti, la salvezza diretta 8). Il Modena, a quota 39, cioè con gli stessi punti di Como e Ascoli, ha una trasferta delicata a Perugia, praticamente uno spartiacque: vincendo, gli emiliani avrebbero la salvezza quasi in tasca e potrebbero pensare a qualcosa di più. Con un ko invece, i canarini finirebbero nella bagarre salvezza e rilancerebbero un Perugia che oggi disputerebbe i playout col Cosenza. Il turno si apre alle 12.30 con Benevento-Spal, cioè il confronto fra le penultime: chi la vince può ancora sperare di riagganciare i playout ma nulla di più, la situazione è grave per entrambe e la C è dietro l’angolo. LEGGI TUTTO

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    Coppa Italia Primavera, che secondo tempo! Fiorentina-Genoa 3-2

    Fiorentina-Genoa Primavera, secondo tempo pirotecnico
    Tutto nella ripresa al Paolo Magnolfi di Calenzano. In dieci minuti tre gol dei padroni di casa: al 46′ l’1-0 firmato da Amatucci, due giri di lancette più tardi il raddoppio di Kayode e al 56′ il tris calato da Krastev. Gara finita? Macché! Il Genoa ha accorciato le distanze al 66′ con Papadopoulos e rimesso tutto in discussione con Bornosuzov all’82’. Gli uomini di Aquilani hanno, però, tenuto botta e al triplice fischio finale hanno potuto esultare per la qualificazione all’ultimo atto della kermesse tricolore di categoria. LEGGI TUTTO

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    Genoa, Martinez è il miglior portiere della B

    TORINO – Non ci sono più dubbi: il miglior portiere della Serie B è lo spagnolo Josep Martinez: e chi l’avrebbe detto a inizio stagione? L’1 luglio 2022 era sbarcato al Genoa e il popolo rossoblù s’era subito diviso in due fazioni. Da una parte gli entusiasti per il fatto che arrivasse, seppur in prestito, un giocatore del Lipsia, con una presenza nella nazionale spagnola. Dall’altra i difensori del suo collega di reparto, il croato Adrian Semper, 24enne come lui, di proprietà Genoa, considerato una garanzia in B visti gli ottimi campionati disputati nel Chievo. Il partito pro Semper poi, faceva notare che Martinez aveva raggiunto la nazionale spagnola soltanto per il covid, che aveva falcidiato le Furie Rosse poco prima di un’uscita, obbligando a giocare con l’Under 21 promossa in blocco, Martinez compreso. Inoltre, andava considerato il fatto che lo spagnolo, in due stagioni di Bundesliga al Lipsia, non aveva quasi mai giocato, era insomma il portiere di riserva, normale avere qualche dubbio. E le prime giornate stavano dando ragione al partito pro Semper. Martinez mostrava tutta la ruggine di chi è rimasto a lungo in panchina, spesso insicuro, non solo nelle uscite. Ma Blessin lo schierava titolare e il fatto che insistesse nel dargli fiducia, contribuiva a fargli perdere consensi fra i tifosi, anche se l’esonero di dicembre sarebbe arrivato per altri motivi, perché la squadra non lo seguiva più. Tuttavia, lo stesso Blessin già a fine ottobre, dalla gara interna col Brescia, promuoveva Semper: prima per un’indisponibilità di Martinez, poi il croato restava a tutti gli effetti il titolare. Finché si arriva all’ultima giornata d’andata, a Santo Stefano, quando il Genoa è di scena a Bari e con Gilardino in panchina la squadra ha svoltato. Semper alla vigilia finisce a letto con l’influenza. Che colpisce anche Martinez, il quale però sta un po’ meglio e va in campo: il Genoa vince 2-1 anche grazie a una paratona nel finale di Martinez. Che da quel giorno è rimasto titolare, mettendo insieme grandi prestazioni, un crescendo irresistibile, culminate venerdì scorso nella vittoria sulla Reggina, arrivata grazie a una sua strepitosa parata all’ultimo minuto del recupero, uno splendido colpo di reni a sventare un velenoso pallonetto di Canotto che pareva già in rete. A fine gara, tutta Marassi era per Martinez, quell’intervento è stato decisivo quanto il gol-partita di Coda e offre numeri notevoli all’imbattibilità del Genoa. I ragazzi di Gilardino non solo vincono da quattro partite di fila ma non incassano gol da 574’, anche perché Martinez non sbaglia un colpo. Certo, davanti a lui, il trio difensivo Bari-Vogliacco-Dragusin concede poco o nulla. Ma le poche volte che Martinez è chiamato in causa, la risposta è sempre impeccabile. Al punto che il Genoa, dall’arrivo di Gilardino, non ha ancora incassato un gol al Ferraris, 858’ d’imbattibilità (numero che va condiviso con Semper, titolare nelle vittorie senza subire reti con Sudtirol e Frosinone). Resta il fatto che nel frattempo Martinez ha conquistato tutti e la rivalità con Semper d’inizio stagione è sepolta. Non è mai semplice avere due portieri potenzialmente titolari ma alla lunga al Genoa sta pagando, anche perché il Gila ha plasmato un gruppo di ferro, fattore che facilita le cose. Come ha lasciato intendere lo stesso Martinez, dopo la vittoria sulla Reggina. “Stiamo lavorando di squadra e molto bene, sia in difesa sia in attacco e dobbiamo continuare così – ha raccontato in un ottimo italiano -. A volte non va tutto per il verso giusto, ma il mister ha cambiato l’atmosfera intorno alla squadra. Ora siamo compatti e si vede partita dopo partita. I tifosi? Non ho mai visto un pubblico così nella mia vita, sono troppo importanti per noi quando giochiamo in casa”. Già, la mitica Gradinata Nord, oltre a saper trascinare la squadra, storicamente è molto esigente in fatto di portieri, non è facile passare il suo esame, ne sanno qualcosa tanti illustri portieri della storia rossoblù, anche loro faticarono prima di diventare idoli. Però, se ora a Marassi e dintorni sono tutti pazzi per Martinez, vuol proprio dire che il ragazzo ci sa fare. LEGGI TUTTO

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    Cagliari-Sudtirol e Parma-Palermo: che partitissime!

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Genoa-Reggina 1-0), la 31ª giornata di Serie B prosegue oggi con otto gare. Fra le sei partite delle 14, spiccano i due match clou. Il Cagliari ospita il lanciatissimo Sudtirol, issatosi al 3° posto, chiamato a rispondere alla vittoria del Genoa secondo, ora a +8 su di loro. Il club altoatesino, debuttante assoluto in B, non vuole più fermarsi anzi, nessuno è riuscito a stopparli nel 2023. Se ci fosse stato Bisoli in panchina dalla prima giornata, vista la media punti tenuta con lui, ora il Sudtirol contenderebbe il 2° posto al Genoa. Ma il Cagliari farà di tutto per ridimensionare gli altoatesini, dovendo rafforzarsi in zona playoff (ora è sesto): con Ranieri, l’Unipol Domus è un fortino inespugnabile (dal suo arrivo solo vittorie in casa e uno 0-0 col Genoa) e oggi sarà gremitissimo, vincere poi vorrebbe dire portarsi a -3 dagli altoatesini e dunque insidiarli nella conquista del 3° posto (che ai playoff garantisce la promozione in A con 4 pareggi). Bisoli, che giocò e allenò il Cagliari, sogna un pesce d’aprile alla sua ex squadra, Ranieri vuole ancora inseguire il 2° posto, cioè la A diretta, almeno finché l’aritmetica lo consentirà. L’altra grande sfida è Parma-Palermo. Dopo l’ultimo turno, i siciliani di Corini hanno scalzato dalla zona playoff proprio gli emiliani che ora sono noni in classifica a un punto dai rosanero, è dunque una sorta di spareggio per farli, anche se entrambe le squadre hanno i mezzi per disputarli. Per il Parma, è un’occasione d’oro: il Palermo di Corini si presenterà al Tardini con 9 indisponibili, di cui almeno sette potrebbero essere titolari. In più, lo stesso bomber Brunori, al rientro dopo un infortunio, dovrebbe partire dalla panchina. Riuscirà ad approfittarne la squadra di Pecchia che deve anche riscattare il brutto ko di Como di prima della sosta? Nelle altre gare delle 14, trasferta delicata per il Pisa, quinto in classifica, che fa visita al Cosenza, i calabresi sono reduci dal colpo grosso in casa della capolista Frosinone e con 9 punti conquistati nelle ultime 4 uscite danno l’impressione di potersi salvare direttamente. Il Como, pur dichiarando di voler pensare solo alla salvezza, è di scena a Venezia, coi lagunari che oggi disputerebbero i playout col Cosenza. I lariani, dovessero imporsi, entrerebbero a tutti gli effetti in lizza per un posto ai playoff. Discorso analogo per la Ternana che fa visita alla Spal: dal ritorno di Lucarelli in panchina, la squadra gira e buon per le avversarie che abbia raccolto meno di quanto meritasse. Per la Spal di Oddo invece, è quasi un’ultima chiamata: i ferraresi oggi sarebbero retrocessi, bisogna invertire la rotta giacché la salvezza diretta oggi dista 5 punti. Lo stesso discorso vale anche per il Brescia che va ad Ascoli: i lombardi, crollati all’ultimo posto a 28 punti come la Spal, cercano ancora il primo acuto del 2023, ci proveranno in casa dei marchigiani che, dopo aver fatto bene nelle prime gare della gestione Breda, prima della sosta hanno raccolto tre sconfitte di fila e con un altro passo falso rischiano di essere risucchiati nella bagarre salvezza. Due le sfide delle 16.15. Per la capolista Frosinone, una trasferta da prendere con le pinze a Perugia: gli umbri cercano i punti salvezza (e mercoledì recuperano la gara della 29ª giornata con la Reggina rinviata per rischio sismico), i ciociari devono dimostrare che il ko interno di prima della sosta col Cosenza è stato un incidente di percorso. Per gli scommettitori comunque, il Frosinone è già in A: non accettano puntate sulla loro promozione, la si dà per scontata, visti gli 11 punti di vantaggio sul Sudtirol terzo, a otto giornate dalla fine. Il Bari invece, proverà a riprendersi il 3° posto ospitando il Benevento, l’altra grande delusione stagionale che non può più fallire (è a -3 dai playout e a -4 dalla salvezza diretta). Il turno si chiude domani col posticipo Modena-Cittadella, fischio d’inizio alle 16.15. LEGGI TUTTO