consigliato per te

  • in

    “Spezia, il mio sogno è riportarti in Serie A”: parla Pio Esposito

    Esposito che stagione è? «Forse la più importante della mia carriera. L’avevo quasi prevista. Lo scorso anno, mentre andavamo in pullman allo stadio per Spezia-Venezia ultima di campionato, dissi a Candelari, ‘oggi segno, ci salviamo, resto qui e facciamo grande cose’. Ha funzionato».
    Arrivati anche i complimenti da Luciano Spalletti. «Lo ringrazio per le belle parole, orgoglioso».
    Eppure lo scorso anno sembrava che lei non segnasse neanche in discesa. «A volte si fanno considerazioni frettolose nel calcio. Avevo 18 anni, alla prima stagione tra i grandi, criticarmi era la normalità. In pochi vedevano il lavoro di tutti i giorni. Poi la squadra era diversa, non era quella dominante di ora, arrivano uno o due palloni a partita buoni».
    Un bambino fattosi grande, quindi. «Penso che due anni fa la scelta di andare allo Spezia fu giusta. Già durante la stagione in cui erano in A si era valutata la mia posizione. Pensavo fosse posto adatto per crescere».
    Un giorno disse che la sua fortuna è aver avuto un campetto sotto casa. «A Castellammare, al rione Cicerone avevano quel rettangolo ed io passavo più tempo lì che a casa. Mia nonna doveva scendere e rincorrermi per portami a casa, sui libri o a mangiare. Lì avevo i miei amici, quelli che ho ancora oggi, con i quali vivo».
    Da poco lo avete anche ristrutturato voi, fratelli Esposito, quel campo, regalandolo alla comunità. «Il calcio è di tutti, deve essere gratis per i più piccoli, il calcio si deve vivere ogni giorno».
    Chi è fuori dal campo, Pio Esposito? «Un ragazzo legato alla famiglia ed alle amicizie, che ama Castellammare e che a Milano faceva campo e casa».
    Musica? «Tantissima, dalla latino al trap. Ma, per esempio, ho seguito molto la serie sugli 883, altra musica che ascolto anche se non dei miei tempi».
    Da ragazzino la chiamavano Nedved. «Vero. Avevo capelli lunghissimi e biondi, parevo il ceko. Erano gli amici del campetto. Lì ho segnato un gol di tacco che ancora ricordo, il più bello».
    All’Inter con Chivu, ma prima con Polenghi. «Non ero ancora così alto. Quando mi sviluppai, pensarono di spostarmi dalla trequarti all’attacco. L’Inter ha sempre avuto massima attenzione per me. Ero al convitto Niguarda, non ho mai vissuto la città».
    Tifoso del Napoli? «No, no, Juve Stabia, la squadra dove ha anche giocato mio padre. Ma sono stato al San Paolo da bambino un Napoli-Roma, gol di Totti e Vucinic».
    Mai pensato che due fratelli (Salvatore ci è già riuscito) possano finire in Nazionale come i Baresi, gli Inzaghi… «No, non è il caso di pensarci. Sarebbe magnifico ma bisogna arrivarci sudandosela».
    Papà Agostino, punto fermo. «Ha avuto un pregio che gli riconoscerò sempre: non si è mai perso una partita, è stato anche critico. Ma quando ci ha voluto correggere, lo ha fatto in privato».
    Quindi Mario Giuffredi, l’agente che la guida. «È uno che con me non ha sbagliato una mossa, che non si vende. Non mi ha mai detto ‘guarda quello o questo’, abbiamo sempre fatto le cose pensando a me e alla famiglia».
    10 maggio, Spezia-Venezia, rete salvezza e decollo. «Quella sera forse è cambiata la stagione e il mio calcio, è stato un 2024 stupendo ed ancora non è finito. Anche con l’Under 21. Tutte le considerazioni vanno di là dai gol».
    E con i fratelli? «Con Salvatore parliamo di calcio ogni ora; Sebastiano mi ha chiamato dopo la rete al Sudtirol dicendomi ‘che culo, quest’anno segni ad occhi chiusi’ riferendosi al rimpallo su Masiello che mi ha favorito. Forse ha ragione, lo scorso campionato la palla avrebbe preso tre pali, ballato sulla linea e sarebbe uscita».
    Lo Spezia può centrare la A? «Sogno di portarcelo, ma la B è lunga, io ancora giovane, la stagione piena di variabili. Ne riparliamo più avanti». LEGGI TUTTO

  • in

    Apre Reggiana-Sassuolo: guida alla 15ª giornata

    Reggiana-Sassuolo ore 20.30Derby emiliano che per la prima volta si gioca in B tra due squadre quasi all’opposto, classifica compresa. Mentre il Sassuolo di Grosso nello scorso turno s’è preso la vetta della classifica, la Reggiana di Viali arranca in zona playout, è reduce da tre pareggi di fila (nell’ultimo però, ha sfiorato il colpo a Cesena) e non vince dalla 9ª giornata (20 ottobre, 2-0 al Frosinone, fanalino di coda). Il Sassuolo degli ultimi tempi invece, appare di un’altra categoria rispetto alle altre 19 squadre e sembrerebbe avere i mezzi per scattare ulteriormente in classifica. Ma si sa, i derby sfuggono a ogni pronostico. E talvolta, la squadra più debole in realtà è la favorita.

    Brescia-Bari domani ore 15Il Brescia di Maran è reduce dal deludente pari di Castellammare in cui, nonostante la Juve Stabia si trovasse in 10 già dal 15’, non è riuscito ad andare oltre uno sciapo 0-0. Il Bari invece, viene da due vittorie di fila e ha la serie positiva più lunga del campionato, 12 partite senza ko, cioé ha perso solo le prime due e poi i galletti non sono stati messi sotto da nessuno. Chissà, dal gruppone di squadre che provano a inseguire il trio di testa – Sassuolo, Spezia e Pisa – in grande fuga, forse solo il Bari di Longo potrebbe avere i mezzi per provare a ricucire lo strappo in classifica.

    Cittadella-Juve Stabia domani ore 15Il Cittadella di Dal Canto è penultimo, reduce da due sconfitte di fila che però non hanno ancora compromesso la situazione (che comunque resta pesante): la zona playout dista solo un punto, la salvezza diretta tre. In settimana, dagli svincolati è stato tesserato il difensore Capradossi ma per invertire la rotta, probabilmente servirebbe benaltro. La Juve Stabia non vince dalla 9ª giornata, quando ottenne la storica vittoria di Marassi (1-2 in rimonta alla Samp), datata 4 ottobre. Dopo quel trionfo, le Vespe stabiesi hanno messo assieme solo 4 punti. Restano nei pressi della zona playoff ma tornare dal Tombolato a mani vuote vorrebbe dire far scattare l’allarme, anche perché la classifica della B resta molto corta (appena 3 punti di distacco tra zona playoff e quella playout).

    Sampdoria-Catanzaro domani ore 15Partita della verità per i blucerchiati e per Sottil, il quale, nonostante le smentite ufficiali, potrebbe rischiare qualcosa se la squadra “stecca” anche questa partita. La Sampdoria è soltanto un punto sopra la zona playout (e a -2 da quella playoff), ma era stata costruita per la promozione diretta (che oggi dista 14 punti, cioé dallo Spezia secondo). E a Marassi hanno già fatto il colpo Reggiana, Juve Stabia e Brescia, solo due volte i blucerchiati hanno vinto al Ferraris (con Sudtirol e Mantova), a dimostrazione che la squadra stenta a calarsi nelle dinamiche della categoria. E sull’altro fronte ci sarà il Catanzaro guidato da Caserta, la squadra che pareggia di più (già ben 10 volte), che ha gli stessi punti dei blucerchiati e che in stagione ha perso solo due volte (ma che pure ha vinto soltanto due volte).

    Sudtirol-Cremonese domani ore 15

    Altoatesini alla terza uscita sotto la guida di Zaffaroni, il sostituto di Valente. Sinora con “Zaffa” solo ko, in casa col Sassuolo e nello scorso turno a La Spezia, risultati che fanno gravitare il Sudtirol in zona playout. La Cremonese, chiusa l’infruttuosa parentesi con Corini, dallo scorso turno è tornata sotto la guida di Stroppa, nel suo secondo esordio è arrivata la vittoria in casa sul Frosinone ultimo (1-0) che permette ai grigiorossi di occupare il 5° posto, a -9 dalla A diretta, traguardo che, anche se non ufficialmente, si accarezzava a inizio stagione. Ma se le prime tre in classifica continueranno a fare un altro campionato, ci sarà da accontentarsi del miglior piazzamento possibile nella griglia playoff.

    Mantova-Modena domani ore 17.15I lombardi di Possanzini vengono dall’ottimo 2-2 di Catanzaro, in cui sono passati per due volte in vantaggio, la seconda pur trovandosi in inferiorità numerica, a dimostrazione che il Mantova è uno dei più solidi collettivi della B. Il Modena da due giornate è sotto la guida di Mandelli che sembra aver invertito la china pericolosa che la squadra stava prendendo con Bisoli: 4 punti in 2 partite e squadra che sembrerebbe rimessa in carreggiata, non fosse che la classifica resta piuttosto delicata, coi canarini dalle parti dei playout.

    Frosinone-Cesena domenica ore 15Da cinque partite il Frosinone è guidato da Greco. Il sostituto di Vivarini, dopo 4 pari di fila, è caduto per la prima volta nello scorso turno a Cremona. I ciociari sono falcidiati dagli infortuni e hanno una rosa incompleta. Sono ultimi certo, ma nulla è compromesso, la zona playout dista solo 3 punti, la salvezza diretta 5. C’è insomma da stringere i denti sino al mercato di gennaio, quando ci sarà la possibilità di correggere gli errori fatti in estate. Il Cesena di Mignani invece, nell’ultimo mese, stava tenendo il passo delle prime tre in classifica. Ma nell’ultimo turno è arrivato il sofferto pari interno con la Reggiana, col Cavalluccio che si salvava grazie al 9° gol dell’italo-albanese Cristian Shpendi, sempre più capo cannoniere della B: ma se i romagnoli vogliono coltivare ambizioni, non possono steccare la gara dello Stirpe. Stadio in cui, però, squadre come Pisa e Palermo, hanno solo pareggiato (e i ciociari in quelle gare erano già sotto la guida di Greco).

    Palermo-Spezia domenica ore 15

    Per il Palermo, grossomodo si potrebbero usare le stesse parole della Sampdoria (con cui i rosanero hanno pareggiato nello scorso turno, 1-1 al Barbera): di fatto sono le grandi delusioni del campionato, visto che partivano in estate in pole position per la A. Più dei blucerchiati, i rosanero hanno due punti che li collocano in zona playoff al 7° posto (ma a -12 dalla promozione diretta). Alla squadra di Dionisi, manca soprattutto il rendimento interno. Al Barbera hanno già vinto Cittadella e Salernitana, pareggiato Cosenza, Cesena (e Samp), i rosanero hanno battuto solo la Reggiana. Insomma, non ci fosse un più che buono rendimento esterno, i guai dei rosanero sarebbero ancor più seri. Chissà che partita uscirà con lo Spezia di D’Angelo, l’unica squadra imbattuta del torneo che nell’ultimo turno è sbarcata in zona A diretta, a un solo punto dal Sassuolo capolista. I liguri vivono un momento davvero magico, la squadra ha una solidità unica per la B che si sposa con una concretezza che ha pochi eguali. E pensare che la squadra non è molto diversa da quella che nella scorsa stagione si salvò all’ultima giornata: D’Angelo sta facendo un altro capolavoro, il più bello di una carriera che meriterebbe di essere presa in considerazione anche da club di Serie A.

    Pisa-Cosenza domenica ore 15Giocando dopo Sassuolo e Spezia (che non hanno impegni dei più agevoli), chissà, il Pisa potrebbe anche avere l’occasione di riprendersi quella vetta in classifica che ha perso nello scorso turno dopo la sconfitta nel derby di Carrara (1-0). Un ko sicuramente favorito dal rosso a Touré dopo 26’ ma il Pisa, anche in parità numerica, non aveva approcciato la gara al meglio e alla fine la sconfitta è stata giusta: è un primo, piccolo, campanello d’allarme? Ce lo dirà il Cosenza di Alvini, e la classifica non inganni: senza il -4 in classifica, i calabresi sarebbero in zona playoff, un punto sopra il Palermo. Il Pisa di Inzaghi è avvisato: questo Cosenza sembra proprio la squadra ideale per capire come stanno veramente i nerazzurri toscani.

    Salernitana-Carrarese domenica ore 17.15Dalla scorsa giornata, la Salernitana è sotto la guida di Colantuono, alla sua quarta avventura sulla panchina campana, ha rilevato Martusciello. La squadra è terzultima, dunque oggi sarebbe retrocessa e l’esordio col nuovo allenatore non è stato dei più confortanti (4-0 dal Sassuolo). La vittoria manca dal’8ª giornata (0-1 a Palermo, era il 6 ottobre). La Carrarese invece, in rapporto ai suoi mezzi, sta facendo un’ottima stagione, culminata con la vittoria all’ultimo turno nel derby col Pisa, gol di Bouah, all’ultimo respiro della gara. Risultato che ha confermato come gli apuani guidati da Calabro abbiano tutti i mezzi per salvarsi. A dispetto di tutti i pronostici estivi che consideravano la Carrarese come una delle prime indiziate alla retrocessione. La solita, imprevedibile B. LEGGI TUTTO

  • in

    Grande Spezia: ora sei da A

    TORINO – La comoda vittoria dello Spezia sul Sudtirol (3-0) ha portato i liguri al 2° posto, acciuffato il Pisa. Successo che certifica, una volta per tutte, come la squadra di Luca D’Angelo abbia tutte le carte in regola per tornare in quella serie A lasciata nel 2023. Certo, in estate al vertice ci si aspettavano ben altre squadre al posto degli aquilotti. Ma la vittoria sugli altoatesini ha detto che lo Spezia può davvero farcela, a dispetto di ogni pronostico, non va dimenticato che la squadra non è molto dissimile da quella che nella scorsa stagione si salvò all’ultima giornata e dunque un po’ di prudenza non guasterebbe. Però D’Angelo sta facendo un capolavoro di agonismo e concretezza, il suo Spezia è l’unica squadra che non ha mai perso in questo campionato e ritrovarsi a una sola lunghezza dal Sassuolo – squadrone nettamente più forte di tutte le altre 19 della B – dà la dimensione di che razza d’impresa sta prendendo forma a La Spezia. Non solo. A rendere il quadro ancora più rose LEGGI TUTTO

  • in

    Apre Cosenza-Modena, chiude Palermo-Samp: guida alla 14ª giornata

    Cosenza-Modena ore 20.30Partita non semplice da decifrare. Da una parte c’è il Cosenza di Max Alvini, una delle squadre sulla carta meno attrezzate della B, cheperò  sta facendo un gran campionato: senza la penalizzazione di 4 punti, ne avrebbe 18 comela Cremonese quinta, risultato enorme, non pronosticabile in estate. Dall’altra parte c’è il Modena, squadra che stava avvitandosi e che prima dell’ultimo turno ha esonerato il tecnico Pier Paolo Bisoli, coi canarini che erano penultimi in classifica. Ma poiché la graduatoria resta molto corta soprattutto in coda, è bastato battere la Carrarese prima della sosta (2-0) per avere gli stessi punti del Cosenza e trovarsi un punto sopra la zona playout (e a -3 dai playoff). Tutto ciò è avvenuto con la promozione di Paolo Mandelli sulla panchina del Modena, ex attaccante che da allenatore si eraoccupato solo di formazioni giovanili: il 4 dicembre festeggerà 57 anni e, probabilmente, tutta una nuova vita.
    Carrarese-Pisa domani ore 15Anomalo derby toscano, non si è abituati a vederlo giocare in B, dove i padroni di casa sono tornati dopo 76 anni, in uno Stadio dei Marmi utilizzabile da pochi turni, prima la Carrarese ha dovuto chiedere ospitalità proprio all’Arena Garibaldi di Pisa. Gli apuani, prima della sosta, sono caduti a Modena (2-0), chiudendo una serie positiva di 6 garein cui avevano raccolto 10 punti, dimostrando di poter stare nella categoria, nonostante abbiano sulla carta la rosa probabilmente meno attrezzata. Il Pisa capolista sembra essere il capolavoro di Filippo Inzaghi, visto che Superpippo allena una squadra non molto dissimile da quella che veniva da un campionato anomalo. Ma forse è meglio riparlarnemercoledì sera, quando il Collegio di Garanzia del Coni avrà l’ultima parola sul caso Desogus, il giocatore del Cittadella che giocò contro il Pisa senza figurare in distinta: l’1-1 del campo divenne 0-3 a tavolino per il Pisa. Si dice in giro che il Coni lascerà al Pisa quei due punti in più che permettono ai nerazzurri di non essere raggiunti in classifica dal Sassuolo.
    Catanzaro-Mantova domani ore 15Ospiti che hanno un punto in più dei calabresi e si trovano a -1 dalla zona playoff, in linea con un campionato da matricola terribile (prima della sosta hanno battuto la Cremonese 1-0). Ma il Catanzaro pur venendo da tre pari di fila (l’allenatore Caserta ne ha già collezionati 9, primato del torneo), s’è assestato a 2 punti sopra i playout e a due lunghezze dai playoff, in linea col valore della squadra, non paragonabile a quella della scorsa stagione che, con Vincenzo Vivarini in panchina, chiuse il campionato al 5° posto e ai playoff uscì in semifinale.?
    Juve Stabia-Brescia domani ore 15I padroni di casa sentono profumo di playoff anche se il traguardo ufficiale resta una salvezza il più possibile tranquilla e la sosta può essere stata utile per metabolizzare lo 0-3 incassato, sempre in casa, dallo Spezia. Il Brescia ha gli stessi punti delle Vespe ma è in fase calante, con il tecnico Maran che inizia a essere in discussione anche se Cellino l’ha confermato dopo aver incassato, prima della sosta, un brutto 2-3 al Rigamonti dal Cosenza, che ha fatto scattare l’allarme per quel che sarà il resto della stagione dei lombardi, col fiatone già a novembre.
    Sassuolo-Salernitana domani ore 15Da più parti si pensa che il Sassuolo sia la squadra più forte della B e che abbia i mezzi per scattare ulteriormente, già ora ha fatto sul campo gli stessi punti della capolista Pisa, che ne ha 2 in più solo per il caso Desogus che ha trasformato l’1-1 dei nerazzurri a Cittadella in vittoria per 0-3 a tavolino. Nella Salernitana, l’allenatore Stefano Colantuono fa il suo quarto debutto sulla panchina amaranto, eredita da Giovanni Martusciello una squadra in zona playout che rischia di avere grossi problemi a mantenere la categoria.? Per giunta, provare a impostare la risalita partendo da Sassuolo in trasferta, rende tutto ancora più arduo, in teoria.
    Cesena-Reggiana domani ore 17.15?Il Cesena di Michele Mignani è l’unica squadra che emerge dal corpaccione della classifica e può provare a frenare la fuga delle tre di testa, da quattro giornate ha di fatto lo stesso passo di Pisa, Sassuolo e Spezia, pur trovandosi a -6 dai liguri e a -7 dalla zona promozione diretta. La Reggiana, prima della sosta, ha dovuto accontentarsi del pari in casa col Catanzaro, un 2-2 pur trovandosi sul 2-0: altre partite così sono sconsigliabili se ci si vuole salvare e oggi la Reggiana ha un solo punto di margine sulla zona playout e non vince da 4 partite (dal 20 ottobre, 2-0 al Frosinone).
    Bari-Cittadella domenica ore 15?Il Bari di Longo ha la serie positiva più lunga del campionato: i pugliesi, dopo i ko rimediati nelle prime due uscite, non hanno più perso e sono imbattuti da 11 partite nelle quali hanno conquistato i 17 punti attuali (3 vittorie e 8 pari) che valgono la zona playoff. Il Cittadella invece, rischia seriamente la retrocessione, è penultimo e prima della sosta ha perso 0-2 dal Cesena. Però, nell’ultima gara in trasferta, i granata veneti avevano sbancato Palermo (0-1, gran gol al 90’ di Pandolfi).
    Cremonese-Frosinone domenica ore 15Nei padroni di casa torna in panchina Giovanni Stroppa: era stato esonerato il’8 ottobre e sostituito da Eugenio Corini, a sua volta esonerato dopo il ko di Mantova (1-0), prima della sosta. Stroppa riprende la squadra trovandola quinta a -10 dalla zona A diretta, in estate era considerata la quarta favorita alla promozione dopo Palermo, Sampdoria e Sassuolo.. Il Frosinone invece, da 4 gare è guidato da Leandro Greco, il quale ha messo insieme altrettanti pareggi, coi quali è dura schiodarsi dall’ultimo posto, anche se i ciociari restano a soli 3 punti dalla zona playout e due dei quattro succitati pareggi sono arrivati in casa bloccando Pisa e Palermo, risultati che danno un filo di speranza.?
    Spezia-Sudtirol domenica ore 15I liguri di D’Angelo sono l’unica squadra imbattuta di questa B, terzi in classifica a -1 dal Sassuolo secondo (dunque dalla A diretta) e a- 3 dal Pisa capolista. La squadra non è molto diversa da quella che nella scorsa stagione si salvò all’ultima giornata, dunque D’Angelo sta portando i suoi oltre i loro limiti. Per il Sudtirol terzultimo, sarà la seconda partita con Marco Zaffaroni in panchina. Il sostituto di Federico Valente ha esordito prima della sosta perdendo in casa (ma a testa alta) dal Sassuolo (0-1), sarà dura mantenere la categoria per il terzo anno di fila ma l’esordio del “Zaffa” è stato più positivo di quanto abbia sancito il risultato.?
    Palermo-Sampdoria domenica ore 17.15Partita della vita tra le due grandi delusioni della B (visibile gratis su Dazn). Il Palermo di Alessio Dionisi è in zona playoff ma a -11 da Sassuolo secondo, cioé dalla zona A diretta; la Samp a -13 e a 2 lunghezze dalla zona playoff, e sarebbero i club più blasonati della B, categoria che da sempre si diverte a fare scherzetti alle big. Prima della sosta il Palermo non è riuscito a vincere in casa del Frosinone? ultimo (1-1). La Samp invece, viene da due sconfitte di fila e prima della pausa ne ha prese tre (a zero) in casa del Pisa capolista. Insomma, o si cambia registro, o entrambe rischiano di chiudere un campionato ancor più deludente dello scorso. Con in più il fatto che entrambe, in questa stagione, non avrebbero dovuto avere rivali. Ma un conto sono le chiacchiere, un conto sono le sentenze delcampo che però stanno bastonando due squadre che sulla carta dovevano essere davvero due corazzate, non bagnarole quasi alla deriva. LEGGI TUTTO

  • in

    Pisa e Inzaghi sulla via della A

    TORINO – Qualche anno fa Alexander Knaster, assieme a Gianluca Vialli, avrebbe voluto prendere la Sampdoria. Poi, complice la famiglia Corrado, s’è fatto ingolosire dal Pisa e da Pisa, piazza non semplice da rilanciare e infatti questi anni non sono stati semplici per il club nerazzurro. Però, in questa stagione, potrebbe essere arrivato il momento del raccolto. Il Pisa, assieme a Sassuolo e Spezia, sta facendo un altro campionato. I due punti in più che ha sulla corazzata neroverde della famiglia Squinzi, sono quelli che sono arrivati dal caso Desogus, che ha trasformato il pareggio di Cittadella in uno 0-3 a tavolino. Tuttavia, forse Filippo Inzaghi sta facendo la stagione più bella della sua carriera. Perché, in rapporto alla squadra che ha, è l’allenatore che più sta incidendo (se la gioca con Luca D’Angelo dello Spezia). A lui succede così. In A non gli è andata tanto bene. Ma quando si ricorda il flop di Bologna e la successiva “salvezza miracolosa” di Mihajlovic, si dimentica sempre di ricordare che a Sinisa a gennaio gli rifecero la squadra. In B invece, Filippo Inzaghi nn ha mai fallito. Fuoriuscito dal Milan, con grande umiltà fondò la sua carriera di allenatore ripartendo dal Venezia in C, che portò subito in B (vincendo pure la Coppa Italia di Lega Pro) e, nell’anno successivo, a dispetto di ogni pronostico, portò una squadra che al massimo poteva salvarsi comodamente, fin quasi in Serie A. Dopo la parentesi bolognese, Superpippo è stato troppo facilmente liquidato come un allenatore di B, perché in seguito quasi solo nella seconda serie italiana ha ottenuto risultati. E con quali risultati. Il Benevento lo ha riportato in A a suon di record che chissà per quanto resteranno negli annali della B. Questo forse, fu un errore, però. Perché quel Benevento era una corazzata sì, ma un po’ avanti con gli annetti. La promozione era in tasca da mesi e forse, se gli ultimi si fossero passati in surplace, certi consumati veterani avrebbero poi reso di più nella massima serie. Anche a Brescia fece bene, soprattutto anche grazie al suo marchio di fabbrica, la partenza lanciata. Con Cellino si sa, ogni allenatore non ha vita facile. E l’ex patron del Cagliari, quando alfin lo esonerò, non tollerava che la squadra rimediasse magre figure in casa. Tuttavia, la classifica restava sempre buona perché in trasferta quel Brescia era una vera Leonessa. Quando il rendimento lontano dal Rigamonti iniziò a scemare (come era ovvio che fosse), l’esonero era servito. Tuttavia, il sostituto Eugenio Corini, che allenava la squadra della sua città e che aveva già portato in A il Brescia, a livello di classifica lasciò la squadra in zona playoff nella stessa posizione in cui l’aveva trovata. Dunque, il problema non era Superpippo. Anche l’esperienza alla Reggina resta ampiamente positiva: squadra portata oltre i propri limiti, lanciando Fabbian (che l’Inter quasi non sapeva di avere), facendo affidamento sulla solita partenza lanciata. E, con ogni probabilità, senza i problemi societari che fecero poi sparire la Reggina dal professionismo, quell’anno Reggio Calabria sarebbe tornata in A (e comunque, in qualche modo, riuscì a portarla ai playoff). La scorsa parentesi di A per la Salernitana, non fa testo, o quasi. Ma Superpippo aveva bisogno della B per ritrovarsi. Fra l’altro, Knaster l’aveva bocciato in un precedente casting, quello fatto nell’estate 2022, quando a Pisa, sbagliando, si decise di liquidare Luca D’Angelo, perché troppo era stata cocente la delusione per la A sfumata in finale playoff contro il Milan di Berlusconi e Galliani, ma quel Pisa non poteva andare in A. Questo invece, sì, lo dice la classifica. Il Pisa di Inzaghi ha 30 punti, il doppio di quelli della Sampdoria di Sottil (e Pirlo) ed è a +13 sul Palermo di Alessio Dionisi, e queste dovevano essere le principali favorite per i due posti della promozione diretta. Insomma, la A potrebbe essere in tasca, o quasi. Non fosse che mancano ancora 25 giornate. Però la squadra ha dei valori e Matteo Tramoni, corso di Ajaccio, potrebbe essere la stella di questa squadra. Il ragazzo ha grandi colpi (vedere il gol dell’1-3 di Cremona, precedente al 3-0 alla Sampdoria), si sta imponendo solo a 24 anni perché è passato da un brutto infortunio (e da allenatori che non l’hanno fatto crescere). Ma ora ha l’età giusta per portare quel qualcosa in più che mancava. Ma tutta la rosa è stata rivitalizzata. In difesa, di Canestrelli ormai non si ricordava più nessuno dopo essere stato un promettente Under 21, adesso “rischia” di essere un bocconcino troppo appetitoso per il mercato di gennaio. Come centrattacco, alternare Bonfanti al “bisonte” Lind (il più oneroso investimento di Knaster), sta portando buoni frutti (e quando si fan “staffette”, non è detto che vada così). Sulla fascia destra, Inzaghi ha riportato al top Touré, passato in gioventù per la Juve Under 23 (un paio d’anni fa fu vicino al Genoa, ma poi i 777 non affondarono il colpo), per non parlare della rivelazione Piccinini. Rus è stato piacevolmente ripescato, i veterani di tante battaglie (capitan Caracciolo e Marin su tutti), sembra che abbiano qualche anno di meno. Senza dimenticarsi che tra i pali c’è Semper, portiere da Serie A ma che, eventualmente, c’è ancora il buon vecchio Nicolas pronto a rilevarlo, brasiliano resuscitato dalla Serie B e che negli anni più difficili di questo quinquennio in B dei nerazzurri, ha fatto miracoli e qualcosa di più. Ma quella Serie A lasciata da Pisa del lontano 1991, non è mai stata così vicina. LEGGI TUTTO

  • in

    “Oltre il campo”: Cristian Shpendi, tutti i segreti del bomber

    «Arrivo nel 2019 a Cesena, faccio due anni di settore giovanile, poi mi trasferisco in pianta stabile in prima squadra nel 2022, all’inizio della stagione nella quale purtroppo siamo usciti malamente contro il Lecco nella semifinale play-off di Serie C.  Quello forse è stato il punto più basso dei miei anni a Cesena e da lì mi sono sentito di dover ripartire più forte di prima, perché mi sentivo in dover di dare qualcosa in più a Cesena dopo quello che era successo. Dopo essere usciti quell’anno sono stato male durante l’estate, perché sentivo un po’ il peso di non aver dato quello che potevo dare al club. Nella mia testa è scattato subito il fatto di dover restituire qualcosa ai tifosi ed alla società. L’unica cosa che ho pensato in quel momento era di lavorare non al 100%, come faccio di solito, ma al 200%, però con la mente libera, per cercare di essere me stesso e tirare fuori il meglio di me. Ad oggi penso che sia stata la strada giusta.
    Indossare la maglia del Cesena è un motivo di orgoglio e di appartenenza verso questa città. E, ogni volta che mi metto quella maglia in spogliatoio, sento di dover dare tutto per questa città e per questi tifosi.
    Il primo ricordo che ho in maglia bianconera è sicuramente il mio primo gol realizzato all’Orogel Stadium, dove purtroppo ho segnato sotto l’altra curva, però dopo il gol sono andato a esultare verso la mia famiglia a cui devo tutto.
    Io sono molto legato alla mia famiglia, a mio fratello, a mia sorella ed ai miei genitori, perché fin da quando siamo piccoli, sia io che Stiven, siamo sempre stati appoggiati da mia sorella e dai miei genitori nell’ambito sportivo e anche in generale. Quindi quando entro in campo, ogni cosa che faccio, la faccio soprattutto per loro, per i sacrifici che hanno fatto. Il rapporto con mia mamma è un bellissimo rapporto madre-figlio. Gli voglio un bene dell’anima e lei è stata sempre presente anche nei momenti più difficili a supportarci e a tifare per noi.
    Fin da piccoli noi abbiamo sempre giocato a calcio, anche se tra me e Stiven quello che era innamorato del pallone era solamente lui: andavamo al campo a giocare insieme con nostro babbo, però io tante volte non volevo uscire dalla macchina, anzi spesso piangevo perché non volevo proprio giocare.Mi piaceva giocare a calcio, ma non era il mio primo obiettivo. Da piccolo mi piaceva sognare di fare l’astronauta, mi perdevo ad osservare la Luna e le stelle.
    Con mio fratello gemello Steven abbiamo un rapporto veramente speciale e secondo me, chi non vive o non sa di gemelli, non riesce a comprendere l’unicità esistente tra di noi. Siamo sempre disposti ad aiutarci l’un l’altro e ci sentiamo sempre, perché avvertiamo il bisogno di farlo e ci sentiamo come una cosa sola, siamo veramente vicini. Abbiamo anche due caratteri abbastanza simili, ci vogliamo tanto bene ed il nostro rapporto è veramente difficile da spiegare.Scendo sempre in campo con un polsino sul quale scrivo “per Stiven e per la mia famiglia”, perché voglio dare tutto per loro quando gioco. Segnare sotto la curva mare ogni volta è un’emozione nuova, perché quando vedi il pallone insaccarsi dentro sai che ci sono tantissime persone allo stadio pronte ad esultare per il tuo gol e questa è un’emozione indescrivibile.
    Mi capita spesso, quando passeggio in centro o in tanti altri posti, di essere fermato sia da persone adulte che da bambini che seguono il Cesena ed essere un punto di riferimento per loro mi rende orgoglioso, perché so di essere anche un esempio in campo per i ragazzini che sognano di poter giocare per il Cesena un giorno. Io come persona cerco sempre di essere disponibile e sorridente con loro, per renderli felici anche se è una piccola felicità quella di salutarmi.
    Sono cresciuto e ho dato i miei primi calci al pallone in un campetto di quartiere e adesso giocare davanti a più di 10.000 persone al Manuzzi è da brividi. Per me, quando a fine partita cantiamo Romagna Mia, è proprio l’essenza del Cesena: l’unione tra la squadra, la società e i tifosi. Sento proprio la felicità ogni volta che la cantiamo e farlo sotto la nostra curva è sempre un’emozione fantastica». LEGGI TUTTO

  • in

    Risorgi, Palermo! Guida alla 13ª giornata

    FROSINONE–PALERMO ore 20.30Padroni di casa sempre ultimi, con l’erede di Vincenzo Vivarini, Leandro Greco, sono arrivati tre pareggi, segnali confortanti di maggior solidità ma per salvarsi serve di più. L’arrivo allo Stirpe del Palermo, ogni volta rievoca la finale playoff 2018, quella dei “palloni in campo”, così viene tramandata. Ma sarebbe meglio ricordarla come quella dell’arbitraggio di La Penna di Roma, diventato fischietto di Serie A poco dopo quella finale, pur combinandone di tutti i colori. Il Palermo, allora ancora con Maurizio Zamparini proprietario, intentò una lunga battaglia legale che non portò a nulla ma da allora i rapporti tra le due tifoserie sono pessimi. Il Palermo è reduce del tonfo interno col Cittadella che potrebbe averlo tagliato fuori dalla lotta per la promozione senza passare dai playoff (è a -9 dal 2° posto). Ma attenzione, pur avendo un po’ di problemi con le squadre “piccole”, in trasferta la squadra di Dionisi ha un passo da Serie A diretta. Il problema sono le gare al Barbera.
    BRESCIA–COSENZA domani ore 15La Leonessa torna al Rigamonti dopo la vittoria di Marassi sulla Samp (0-1, Bjarnason), risultato che ha salvato la panchina di Rolando Maran e riportato il Brescia in zona playoff (proprio a discapito dei blucerchiati). Ma occhio al Cosenza di Massimiliano Alvini che nell’ultima trasferta s’è imposto a Reggio Emilia e sul campo, al netto del -4 di penalizzazione, sarebbe a una sola lunghezza dai playoff e a due dai lombardi. I lupi silani oggi sarebbero retrocessi ma sono vivi, imbattuti da 4 turni e forse meritavano di più nell’1-1 con la Salernitana di domenica scorsa al San Vito-Marulla (appena approvati lavori di ristrutturazione dello stadio di Cosenza dal valore di 7 milioni).
    MODENA – CARRARESE domani ore 15Esonerato Pier Paolo Bisoli, il Modena dei Rivetti dà una possibilità a Paolo Mandelli, 56 anni, promosso dalla Primavera, ex attaccante dello scorso millennio, cresciuto nell’Inter e poi passato per Lazio, Sambenedettese, Messina, Reggiana, Monza, Foggia, 5 anni nel Modena dal 1996 al 2001 per poi chiudere al Sassuolo, dove iniziò da allenatore guidando la Primavera neroverde. Da Bisoli eredita una squadra penultima che non vince dal 22 settembre, 3-0 alla Juve Stabia. Gli apuani della Carrarese, guidati da Antonio Calabro, che sulla carta ddovevano essere la squadra meno attrezzata della B, sono dodicesimi e in serie positiva da 6 giornate nelle quali hanno messo insieme 10 punti: niente male.
    PISA – SAMPDORIA domani ore 15Sfida elettrizzante anche per la storica rivalità tra le due tifoserie. La capolista è a +12 sulla Sampdoria nona, caduta un punto sotto la zona playoff, persa dopo il ko di Marassi col Brescia. Se si andassero a vedere i pronostici estivi, le due squadre si scambierebbero di posizione, a dimostrazione dell’ottimo lavoro di Filippo Inzaghi, reduce dalla miglior prova stagionale, l’1-3 di Cremona dove potrebbe essere devvero nata una stella: Matteo Tramoni, classe 2000, corso di Ajaccio, a segno allo Zini con un gol alla Baggio (per lui in questa B, 8 gare, 4 gol e 2 assist). Invece, per il club di Bogliasco invece, precipitato a -10 dalla zona promozione diretta, sono finiti gli alibi. Ma più che processare Sottil, che comunque i suoi errori li ha fatti e forse si sta fossilizzando troppo sul 3-5-2, sono i veterani del gruppo che devono darsi una sveglia, sono loro i maggiori responsabili di questa annata vissuta finora sulle montagne russe.
    SUDTIROL – SASSUOLO domani ore 15Negli altoatesini fa il suo esordio in panchina Marco Zaffaroni, 55 anni, lunedì ha sostituito l’italo-svizzero Federico Valente, rimasto in carica 11 mesi esatti. Il Zaffa nella scorsa stagione è retrocesso a testa alta con la Feralpisalò (ereditata da Stefano Vecchi che era già messa male) ma resta l’allenatore della salvezza miracolosa in A col Verona, nel 2023, dopo aver vinto lo spareggio con lo Spezia. Sudtirol che non vince dal 6 ottobre (0-2 a Cosenza), Il Sassuolo dà l’impressione di essere la squadra più forte della B (i due punti che ha in più il Pisa sono arrivati dal caso Desogus)e, visti gli impegni delle due contendenti, sulla carta il turno potrbbe anche portare il sorpasso al vertice. Grosso, l’eroe del Mondiale 2006, può replicare la cavalcata che fece sulla panchina del Frosinone, portato in A (a sorpresa) nel 2022. Anche coi neroverdi, così come in Ciociaria, potrebbe risultare fondamentale il suo turnover fatto col bilancino del farmacista per spalmare al meglio il minutaggio su tutta la rosa che appare come la più fresca e attrezzata. L’eventuale cessione a gennaio di Berardi (nello scorso turno ha deciso la vittoria sul Mantova dal dischetto, primo gol dopo l’infortunio al tendine d’Achille), sposterebbe poco o nulla, probabilmente, tanto è vasta e qualificata la rosa che vanta il miglior attacco della B (già 24 gol segnati)
    MANTOVA – CREMONESE domani ore 17.15Derby lombardo da non perdere. Per i mantovani, è l’ora di raccogliere meno complimenti e più punti, troppe volte l’organizzata e “dezerbiana” squadra di Possanzini ha fatto belle partite trovandosi alla fine con un pugno di mosche, come nell’ultimo turno, il ko in casa Sassuolo (1-0). La Cremonese da tre giornate è guidata da Eugenio Corini che ha rilevato Giovanni Stroppa. Il tecnico di Bagnolo Mella era partito con due vittorie (in casa Juve Stabia e con la Salernitana allo Zini), quindi il 2-2 di Modena per poi venir travolto in casa dalla capolista Pisa (1-3) nell’ultimo turno, ko che ha lasciato i grigiorossi a metà del guado, cioé com’erano con Stroppa.
    CITTADELLA – CESENA domenica ore 15Incrocio tra salvezza e playoff, coi granata veneti ringalluzziti dal colpo di Palermo, ottenuto con un gran gol di Pandolfi al 90’, attaccante che potrebbe avere i numeri per portare le reti salvezza. E’ stato il primo successo di Alessandro Dal Canto che ha rilevato Edoardo Gorini da 4 turni in cui ha conquistato 5 punti. Il Cesena di Michele Mignani nello scorso turno ha piegato il Sudtirol col 7° gol in questa B dell’italo-albanese Cristian Shpendi, capo cannoniere della B, classe 2003. Un risultato che ha proiettato il Cavalluccio al 4° posto, facendo sognare a tutta Cesena il salto dalla C alla B in due stagioni, come ottenuto tra il 2008 e il 2010.
    JUVE STABIA – SPEZIA domenica ore 15La Juve Stabia è al 6° posto, cioé in zona playoff ma viene da tre pareggi di fila e non vince da 4 gare, l’ultimo successo risale al 4 ottobre quando i campani s’imposero a Marassi sulla Samp. C’è dunque da preoccuparsi? Forse no, le prestazioni non sono mai mancate, oltre ad aver forse trovato un centrattacco d’affidamento (Adorante, 5 gol) che può far sognare anche se per ora non ci si deve schiodare dalla conquista della salvezza.. Tornano a casa loro Salvatore e Pio Esposito, colonne dello Spezia di D’Angelo, l’unica squadra imbattuta della B, con la miglior difesa (8 gol al passivo), terzo in classifica a un solo punto dal Sassuolo e a tre dalla capolista Pisa: La Spezia, che non s’immaginava un campionato simile, sogna in grande.
    REGGIANA – CATANZARO domenica ore 15Scontro salvezza, coi granata di William Viali che non vincono dal 20 ottobre (2-0 al Frosinone). Da allora un solo punto, pesante però, il 2-2 ottenuto nello scorso turno al San Nicola rimontando 2 gol al Bari. Il Catanzaro, a -2 dai playoff e a +1 sui playout, ha un solo punto più della Reggiana e, assieme al Bari, è la squadra che pareggia di più (8 volte).Insomma, un altro pari poco servurebbe a entrambe e rimanderebbe quella svolta che inseguono da tempo. Ma se non si cambia passo, saranno guai.
    SALERNITANA – BARI domenica ore 17.15Un bel derby del Sud all’Arechi, però tra due squadre con non pochi problemi. La Salernitana di Martusciello non vince da 4 partite, ultimo successo il 6 ottobre, colpo a Palermo firmato dal colombiano Tello. Solo due punti nelle successive gare, coi campani che sono nei pressi della zona playout. Invece Moreno Longo al Bari è diventato Mister X: i galletti hanno il primato stagionale di pareggi (ben 8 in 12 gare, record condiviso col Catanzaro) e la X è uscita nelle ultime 6 gare del Bari. L’ultimo, il 2-2 in casa con la Reggiana, coi galletti che erano avanti 2-0, ha fatto scattare l’allarme: si rischia il bis della scorsa stagione, vissuta pericolosamente? LEGGI TUTTO

  • in

    Tutti i primati dello Spezia di D’Angelo

    TORINO – Non ci sono più parole per esaltare lo Spezia di D’Angelo, l’unica squadra imbattuta della B, in piena lotta per la promozione diretta, pur giocando con un undici non molto dissimile da quello che nella scorsa stagione evitò la Serie C all’ultima giornata battendo il Venezia, poi salito in A vincendo i playoff. Non ci sono più parole ma ci sono i numeri da raccontare, quelli che premiano il lavoro di Luca D’Angelo detto l’Omone, come lo chiamavano a Pisa: ex difensore di stazza e dall’onesta carriera, fu una colonna del miracolo Castel di Sangro, Anni 90, il momento più alto della carriera lo raggiunse quando segnò al Genoa a Marassi, regalando una vittoria storica agli abruzzesi, espressione di un paesino incantevole (il presidente era un certo… Gravina, durarono due stagioni in B). Riassumendo, il club ligure, oltre a essere l’unica squadra che non ha mai perso (6 vittorie e 6 pareggi), sommando la parte finale dello scorso campionato all’avvio di questa stagione, è imbattuto da 17 partite. La difesa, è la migliore del campionato, 8 reti al passivo. In questo senso preoccupa un po’ la situazione del difensore Bertola, colonna della retroguardia aquilotta ma non solo, anche un bel goleador (già 3 reti in questa B), nonché elemento dell’Under 21 azzurra. Prodotto doc del vivaio spezzino, Bertola va in scadenza contrattuale il prossimo giugno e la società, nonostante le ottime offerte di rinnovo che ha messo sul piatto, non riesce a strappargli il sì. Insomma, anche se D’Angelo ha chiesto alla società di tenerlo comunque fino a giugno, per non perderlo a zero euro a giugno, è possibile che parta a gennaio: lo vuole il Toro ma dietro c’è anche l’Inter, società che storicamente ha ottimi rapporti con lo Spezia, il club che gli sta svezzando Pio Esposito, autore del gol partita sabato nella vittoria sul Modena, 5ª rete per il terzo degli Esposito, su assist del fratello Salvatore, tornato con D’Angelo a livelli eccelsi, segna e fa segnare e soprattutto fa da chioccia al fratellone 19enne che può veramente diventare il centravanti del futuro dell’Italia. Perché questo è il calcio dello Spezia: un collettivo dove ognuno è al servizio del compagno, come se D’Angelo, che da ragazzo si innamorò di Che Guevara, chiedesse ai suoi una sorta di comunismo il campo. Dove le partite si vincono arrivando sulla palla sempre prima, e con più forza, degli avversari. Dove la sagacia tattica e il calcio senza fronzoli di D’Angelo mette il tocco finale. Perché parliamo di un allenatore che, prima di iniziare a farsi un nome a Pisa, ha fatto una gavetta mostruosa con cui s’è costruito il mestiere. Se un club di A, anche importante, volesse puntare su un allenatore di B, non c’è dubbio, D’Angelo è quello che incide di più. Un anno fa si scrivevano le stesse cose per Vanoli al Venezia, solo che l’attuale allenatore del Torino, pur avendo fatto un lavoro enorme in Laguna, disponeva di una grande squadra per la B mentre questo Spezia con D’Angelo da mesi e mesi sta andando oltre i propri limiti, dopo aver ereditato, un anno fa, una squadra che tutti o quasi davano per destinata alla C. Basti dire che l’ultima volta che lo Spezia ha perso era il 13 aprile, 2-0 in casa del Parma che stava andando in Serie A dopo aver dominato la scorsa B. Per non parlare della magia del Picco, la tana tradizionalmente infernale dello Spezia, dove è sempre dura fare punti. Peccato solo per i lavori che stanno non solo limitando la capienza ma hanno appena chiuso la Curva Ferrovia, cuore della tifoseria ligure, una “kop” a… Picco sul campo che sa come trascinare la squadra e intimidire gli avversari. Tutto ciò per spiegare perché lo Spezia è imbattuto nel proprio stadio dal 28 febbraio, quando gli aquilotti inciamparono nella Feralpisalò (0-2). Fra l’altro, già nei prossimi giorni la proprietà statunitense dei Platek potrebbe farsi da perte: chiunque subentri, non interrompa questo sogno, grazie. LEGGI TUTTO