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    Anche il Bari è da Serie A diretta

    TORINO – Il Bari potrebbe essere presto in lotta per la A diretta. Sabato scorso, con la vittoria per 4-3 in casa della Spal (ma i pugliesi vincevano 4-1 fino all’81’), la squadra di Mignani ha chiuso la parentesi negativa di due ko di fila (a Palermo e in casa col Perugia), rilanciando nella lotta per la promozione. E ci sono diverse buone ragioni per essere fiduciosi sul futuro, già dalla prossima giornata. Innanzitutto le possibili (per non dire probabili) penalizzazioni di 2 punti che dovrebbero colpire Genoa e Reggina, al 2° e 3° posto, 4 e 3 punti sopra il Bari. Poi, fa ben sperare il prossimo impegno che attende il Bari, impegnato domenica alle 16.15 in casa contro il Cosenza ultimo, sapendo i risultati delle avversarie, che al contrario affrontano gare tostissime: domani sera alle 20.30 il Genoa riceve il lanciato Palermo, sabato alle 14 la Reggina ospita il Pisa. Insomma, l’allarme che era scattato dopo il brutto ko interno col Perugia, è già un ricordo. A Ferrara s’è rivisto il Bari sontuoso formato trasferta, la squadra che ha il miglior attacco della B (38 gol sognati), con l’italo-marocchino Walid Cheddira che sta dando vita a un bel testa a testa con Brunori del Palermo in un continuo botta e risposta per aggiudicarsi il titolo di capocannoniere della B (entrambi sono in testa con 13 reti), intitolato alla memoria di Paolo Rossi. Va anche ricordato che il ko col Perugia era arrivato con Cheddira assente per squalifica. “Walid è grato al Bari e vorrebbe andare in A con questi colori”, ha dichiarato il suo agente Bruno Di Napoli che lo segue dai tempi in cui era in Serie D alla Sangiustese. E anche il mercato di gennaio ha portato buone nuove per il Bari. Innanzitutto i gioielli Cheddira e Caprile, nonostante le offerte arrivate da piazze importanti, sono rimasti, anche per la volontà dei giocatori di non separarsi da una piazza che li sta facendo diventare grandi, c’è insomma una certa riconoscenza. LEGGI TUTTO

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    Bonfanti, gioiello Modena: l'Inter, Lukaku e il sogno Serie A

    Nicholas Bonfanti e la caratteristica importante di farsi trovare sempre pronto. E’ questa la sua dote principale, oltre a quella di avere il gol nel sangue, saper aspettare il momento e sfruttarlo che sia un tempo, due o 10′. Tesser ha sempre apprezzato le sue doti e anche nella cavalcata per la promozione il classe 2002 è stato spesso decisivo con le reti nel finale. Già i gol. Quelli che l’attaccante ex Inter continua a sfornare a prescindere dalla categoria. Sono sei in questa stagione di Serie B e spesso decisivi. Importanti sicuramente, come quello nel derby contro il Parma sempre con una particolarità, ovvero quella di essere sempre al posto giusto nel momento giusto. Un istinto naturale cresciuto tra un consiglio di Lukaku e l’altro ai tempi nerazzurri.  LEGGI TUTTO

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    Duello Torino-Sassuolo per il bomberino Bonfanti del Modena

    TORINO – In questi tempi grami per il futuro del calcio azzurro, è difficile trovare un attaccante italiano così giovane e allo stesso tempo promettente. Venerdì scorso, Nicholas Bonfanti, classe 2002, col raddoppio del Modena sul Cagliari nell’anticipo della 23ª giornata, ha segnato il suo 6° gol in Serie B. Tanti quanti ne aveva realizzati il suo coetaneo Lorenzo Colombo in tutta la scorsa stagione con la maglia della Spal, in prestito dal Milan (ora è in Serie A al Lecce). Teniamoci dunque stretto questo ragazzo che con le sue reti fa sperare il Modena, a -2 dalla zona playoff: al momento, fra la giovani punte italiane da tenere d’occhio, è colui che colpisce maggiormente. E complimenti al club emiliano e al suo ds Davide Vaira per aver scommesso su Bonfanti quando non era scontato farlo. Perché il ragazzo, originario di Seriate (Bergamo), nell’estate del 2021 usciva dal vivaio dell’Inter – la squadra per cui tifa – senza avere numeri particolarmente eclatanti. Ma il Modena, che all’epoca stava costruendo una squadra che avrebbe vinto la C a suon di record, puntò ad occhi chiusi su di lui, ottenendo già nella passata stagione buoni riscontri. Bonfanti al suo debutto nel professionismo, in una squadra essenzialmente formata da elementi navigati, si ritagliò spazio per un totale di 13 presenze e 5 reti, un esordio confortante certo, ma in B andava nuovamente verificato. E i numeri di questa stagione sono davvero ottimi, se si considera che di fatto, Bonfanti non è titolare. L’allenatore Tesser prevalentemente parte con Diaw di punta, supportato da Falcinelli e Tremolada. Per lui però, c’è sempre spazio nella ripresa che il ragazzo sta dimostrando si saper sfruttare. Tant’è che va a segno con la media di una rete ogni 125’, dato ancor più interessante dei 6 gol realizzati, nessuno in tutta la categoria ha una media migliore, anche i grandi bomber di Serie A segnano con meno frequenza. C’è già chi ha scomodato paragoni importanti e ingombranti: assomiglia a Vieri, s’è scritto, ma sarebbe meglio lasciarlo crescere in pace, almeno per ora, lasciandogli giusto il soprannome che si è finora guadagnato, lo Squalo, perché in effetti in area sa essere spietato. Anche se, venerdì contro il Cagliari, dopo il gol, nel finale avrebbe potuto fare doppietta ma invece di piazzarla ha cercato la botta secca ad effetto, mettendola fuori, errore perdonabile, se l’è concesso perché la vittoria era già in tasca e il ragazzo ha voluto dare un brivido ai suoi tifosi. Resta il fatto che già nella sessione di gennaio, Bonfanti ha iniziato ad essere un pezzo pregiato del mercato. Soprattutto il Pisa ha fatto i sondaggi più seri per lui. Il Modena ha risposto picche perché considera il suo bomberino un patrimonio societario che non poteva essere svenduto. Quando il Pisa ha virato su Moreo, il Brescia avrebbe voluto investire i soldi della sua cessione su di lui, ma il Modena ha ovviamente detto ancora no, il club emiliano al momento valuta Bonfanti non meno di 5 milioni e del suo futuro se ne riparlerà a bocce ferme, quando a giugno si tireranno le somme sulla sua stagione. E dietro l’angolo ci sono già due club di A pronti a contendersi Bonfanti: Torino e Sassuolo. Il club granata, con i suoi noti problemi ad avere una prima punta di peso, ne avrebbe più bisogno, Bonfanti potrebbe essere una scommessa abbastanza simile a quella che si fece a suo tempo col giovane Belotti (e i due un po’ si somigliano pure). Il Sassuolo invece, pur interessato almeno quanto il Toro, in B ha già un prospetto molto interessante nello stesso ruolo, Luca Moro, classe 2001 in prestito al Frosinone. Di fatto, è almeno da dicembre che il Modena registra i primi sondaggi dalla A per Bonfanti, s’è fatta viva anche la Salernitana. “Non è stato facile dire di no – ha spiegato il ds Vaira – ringrazio la proprietà che ha voluto preservare un patrimonio della società. Per lui abbiamo chiesto cifre importanti perché non volevamo venderlo. E quest’estate il suo valore sarà ancora più alto”. C’è da scommetterci, da giugno in poi ne vedremo delle belle per Bonfanti. LEGGI TUTTO

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    Brunori, dal Brasile all'Umbria: la fede Milan, la Juve e i gol col Palermo

    Se c’è un Brunori (Sas) che incanta con voce e musica e fa godere l’udito, c’è un altro Brunori, Matteo, che invece canta, ma con il pallone e fa stropicciare gli occhi di Palermo e non solo. Dal Brasile all’Umbria, dal tifo per il Milan alla Juventus fino ai gol a ripetizione al Renzo Barbera: ora l’attaccante rosanero non si vuole più fermare, sognando la A con i siciliani.
    Brunori, dal Brasile all’Umbria
    Nato nel 1994 a Macaé, nello stato di Rio De Janerio, da genitori italiani, Brunori all’età di un anno saluta in fretta la terra della samba carioca per trasferirsi dai nonni nel tranquillo luogo di culto di Assisi, in Umbria. Nato Matteo Luigi Brunori Sandri, eliminerà il cognome paterno restando esclusivamente con quello della mamma. Legatissimo al nonno, tanto da avere un tatuaggio in suo onore, cresce con la passione per il Milan. Idolo di quegli anni, nemmeno a dirlo, Ricardo Kakà. Una simpatia per i colori rossoneri in essere tutt’ora, ma la vita e la carriera l’anno portato a vestire un’altra maglia a strisce verticali, con il bianco al posto del rosso.
    Guarda la galleryItalia, da Nicolussi Caviglia a Brunori: quanta Serie B da Mancini
    Gli inizi
    La sua passione per il calcio nasce in strada, ma l’amore per questo gioco è così forte che trova concretizzazione nell’esperienza alle giovanili del Foligno, una breve esperienza alla Reggina e poi di nuovo Foligno, in prima squadra, dove incrociò come allenatore uno che il rosanero l’ha avuto addosso per anni: Giovanni Tedesco. Ruolo, nemmeno a dirlo, attaccante. Le esperienze tra i professionisti, però, non vanno nel migliore dei modi. Dopo il Foligno la Reggiana, poi la Pro Patria, ma di gol nemmeno l’ombra (soltanto 1, in Coppa Italia, con la Regia). E per un attaccante, questo, non è certo un dettaglio. Di qui la decisione di tuffarsi nel mondo dei dilettanti, dove ritrova la sua vena realizzativa. In Eccellenza al Petrignano per due stagioni (in mezzo una parentesi poco felice al Messina, giocando solo una partita in coppa) ritrova gol e sorrisi: ben 40 in appena due campionati. È l’occasione giusta per salire di categoria, e Brunori non se la fa sfuggire: passa così al Villabiagio, in Serie D, dove colleziona 34 presenze con 23 reti messe a referto e la vittoria del titolo di capocannoniere.  LEGGI TUTTO

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    Buffon, la contestazione e il vero Parma da Cosenza al Genoa

    Quella vissuta dal Parma è stata senza dubbio una settimana vissuta sulle montagne russe. Dalla sconfitta di Cosenza fino alla vittoria contro il Genoa, nel mezzo la contestazione civile dei tifosi e la chiusura di un mercato che non ha soddisfatto gran parte dei supporters crociati. Spente le luci del Tardini ora la domanda che sorge spontanea è una soltanto: qual è il vero Parma? Difficile dare una risposta concreta, ma Buffon in conferenza ha analizzato ‘alzando la voce’ (metaforicamente si intende) la situazione rispondendo con autocritica e con carisma dando un segnale a tutto l’ambiente, tifosi compresi. Guarda la galleryParma, che colpo: battuto il Genoa di Gilardino!
    La settimana del Parma
    Dopo la vittoria contro il Perugia in tanti hanno pensato di poter trovare continuità e contro il Cosenza doveva essere la partita ideale sotto questo punto di vista. Ma la buccia di banana è sempre dietro l’angolo e in Serie B non si può mai dare nulla per scontato, non che il Parma lo abbia fatto, ma sicuramente è mancata quella parte nervosa nell’atteggiamento per conquistare una vittoria che sulla carta indicava i crociati super favoriti. Il gol di Florenzi dopo appena 4′ ha gelato le idee dei gialloblù, rimasti poi inermi senza riuscire a ribaltare l’esito di una partita indirizzata da un singolo episodio.
    Il triplice fischio ha poi aperto alla contestazione dei tifosi giunti fino al Marulla per sostenere la squadra. Il lungo colloquio e la richiesta dei supporters di tirare fuori gli attributi. Il tifo organizzato non ha mai fatto mancare il proprio sostegno nel corso della partita e anche dopo, nonostante la rabbia per il risultato, l’idea è sempre stata quella di contestare per sostenere e toccare le corde di un gruppo composto da giocatori di qualità ed esperienza. LEGGI TUTTO

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    Il Bari, l'Inter e l'amicizia con Lukaku: Esposito a San Siro per il derby

    Esposito è tornato in Italia dopo la parentesi belga con l’Anderlecht. L’attaccante, di proprietà dell’Inter, ha iniziato al meglio la sua nuova avventura con la maglia del Bari. Mignani l’ha messo subito titolare e lui ha risposto presente con il gol del momentaneo 0-2 da ex contro la Spal. Una rete importantissima, una gioia immensa trattenuta per rispetto dei suoi ex tifosi, squadra dove ha giocato anche suo fratello Salvatore fino a gennaio. Il legame quello con l’Italia pronto a tornare forte dopo gli esordi da predestinato con la maglia dell’Inter. Nerazzurri che è andato a seguire a San Siro in una partita importante come il derby contro il Milan. Da Bari a Milano per sostenere da fuori tanti suoi ex compagni tra cui quel Lukaku con cui ha stretto un’amicizia davvero profonda. Guarda la galleryBari, Esposito segna subito ma non esulta: gol dell’ex alla Spal
    L’esordio, il rigore e l’amicizia con Luakaku: Esposito primo sostenitore dell’Inter
    Oltre la distanza. 880 chilometri circa fatti di passione e amore verso i colori nerazzurri, quelli che l’hanno coccolato sin da piccolo e gli hanno permesso di arrivare nel calcio dei grandi. Nelle giovanili i suoi gol erano merce rara, una gioia per gli occhi e quelli attenti di Conte non hanno esitato nel fargli fare il grande salto. Gli allenamenti con la prima squadra e l’amicizia stretta subito con Lukaku. Un fratello maggiore per il classe 2002 pronto a difenderlo e elogiarlo pubblicamente nelle interviste. L’esordio per Esposito arriva in Europa, ma la prima vera gioia è contro il Genoa a San Siro.
    L’Inter domina i rossoblù va in vantaggio e poi nella ripresa arriva l’opportunità per aggiungere un’altra segnatura. Calcio di rigore per i nerazzurri. Lukaku, nonostante sia in corsa per la classifica marcatori, lascia il pallone al baby Esposito. “Lo calci tu”. Un respiro profondo, sguardo fisso verso la porta e il gol. Istantanee di un’emozione fortissima, la prima in Serie A e poi la corsa ad abbracciare Romelu. Un’amicizia portata avanti nel tempo nonostante le strade dei due si siano separate, ma a San Siro si è ricongiunta la coppia anche se soltanto fuori dal campo. La storia di Sebastiano mentre parla con Lukaku e il grande cuore per l’amico e ‘fratello’ maggiore.  LEGGI TUTTO

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    Parma-Genoa, Gilardino: “Ko colpa mia. Criscito out, Maturro è il futuro”

    Il Genoa cade dopo sette partite senza sconfitta e lo fa al Tardini contro il Parma. Dopo cinque vittorie e due pareggi arriva il primo ko per Gilardino sulla panchina del grifone. Una sconfitta che non cambia la classifica visto la sconfitta della Reggina a Palermo, ma vede allontanarsi ancora il Frosinone di Grosso. I rossoblù spinti da oltre 3500 tifosi al seguito non sono riusciti a mettere in campo una prestazione per portare pericoli dalle parti di Buffon e anche Gilardino ha analizzato la partita in conferenza stampa al termine della partita. Guarda la galleryBenevento-Venezia 1-2, Cannavaro dalla speranza allo sconforto
    Genoa, le parole di Gilardino
    “Mi assumo le colpe della sconfitta. Non sono riuscito ad entrare nella testa dei ragazzi dal riscaldamento” parte così la conferenza stampa di Alberto Gilardino al termine della partita. Un mea culpa del tecnico dopo il 2-0 del Tardini che ha poi ha analizzato la prestazione dei suoi: “È mancata la reazione della squadra dopo i gol subiti. Oggi abbiamo fatto un passo indietro ma non dobbiamo disperarci. Dalla prossima partita ci ritroveremo come fatto fino ad ora”. In vista della prossima sfida Gilardino ha parlato anche della situazione indisponibili: “Venerdì dovremo contarci perché abbiamo avuto qualche defezione e anche Criscito ha avuto un problema nel corso della partita. Domani lo valuteremo”. Poi l’analisi sulla prestazione di Maturro (difensore classe 2004 n.d.r.): “Ha tanta personalità. L’ho messo in campo perché mi ha dato subito grandi indicazioni in allenamento. In prospettiva è una giocatore importante per il Genoa”. In chiusura un ricordo su Parma: “A Parma ho vissuto tre anni stupendi e li porterò sempre con me. Tornare qui da allenatore c’è molta più responsabilità”.   LEGGI TUTTO

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    Parma-Genoa, Pecchia e il messaggio ai tifosi: “Ecco come li abbiamo riconquistati”

    Guarda la galleryBari, Esposito segna subito ma non esulta: gol dell’ex alla Spal
    Parma-Genoa, l’analisi di Pecchia
    Queste le parole di Pecchia dopo la vittoria del Tardini: “Faccio i complimenti ai ragazzi, ci teniamo stretti questi tre punti. Playoff? I bilanci si fanno alla fine, la classifica va vista dopo l’ultima giornata. Per portare mentalità vincente serve tempo, fa parte dell’evoluzione della squadra. Dobbiamo capire che possiamo giocarcela fino alla fine, questa squadra ha valore. Ho fiducia nel gruppo anche nelle situazioni difficili. Contestazione? Con la prestazione abbiamo riportato i tifosi dalla nostra parte. Vazquez? Al di là di lui ho visto una squadra presente, con uno spirito incredibile e una difesa che ha contenuto un reparto offensivo di tutto rispetto. Benedyczak mi è piaciuto come punta e come esterno: forse bisogna lavorare un po’ sull’atteggiamento, ma ha voglia e lavora con applicazione”. LEGGI TUTTO