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    Tesser contro Ranieri, sfida fra gentiluomini

    TORINO – Due gentiluomini della panchina si affrontano stasera nell’anticipo della 23ª giornata di Serie B, fischio d’inizio alle 20.30, dal Braglia va in scena Modena-Cagliari, cioè Attilio Tesser si confronta con Sir Claudio Ranieri, due allenatori che si somigliano non poco. Fuori dal campo, toni sempre pacati e modi educati, appunto, da gentiluomini. Sul campo, idee calcistiche non molto dissimili e tanta sagacia tattica per entrambi. Certo, Ranieri, a 71 anni è tornato a Cagliari per chiudere il cerchio di una carriera in panchina di fatto iniziata proprio sull’Isola, portando, a fine anni ’80, i sardi in due anni dalla C alla A. Poi si sarebbe schiusa una formidabile avventura, anche internazionale, col gioiello unico dell’aver vinto la Premier League col Leicester, probabilmente l’impresa più grande nella storia del calcio. Ma anche la carriera di Attilio Tesser va ricordata. L’allenatore di Montebelluna è esperto nelle promozioni dalla C alla B: ci è già riuscito col Novara (portato anche in A dalla terza serie in due annate), Cremonese (con una rimonta sull’Alessandria ai limiti dell’impossibile), Pordenone (sfiorando il doppio salto in A, coi friulani che si arresero al Frosinone in semifinale playoff) e la scorsa stagione l’ascesa col Modena, riportato in B con il record di vittorie di fila (14) e una serie di 21 partite senza sconfitte. In questa stagione i canarini emiliani sono undicesimi a -3 dai playoff e a +4 sui playout, cioè un campionato in linea con le potenzialità della squadra. Magari il Modena poteva fare meglio in alcune trasferte, ad esempio il blackout vissuto a Bari e, nell’ultimo turno, nel primo tempo di Terni. Ma aver vissuto la stagione quasi sempre al di sopra la zona calda, dove abbondano piazze che partivano con ben altre ambizioni, è già un buon risultato e bene ha fatto la società a confermare sempre Tesser, sfuggendo alla tendenza stagionale di cambiare l’allenatore con troppa facilità. Resta il fatto che se stasera il Modena dovesse mettere sotto il Cagliari, per gli emiliani potrebbe iniziare tutto un altro campionato, forti anche dell’entusiasmo che un risultato del genere porterebbe. Anche perché il Cagliari qualche problemino in trasferta ce l’ha. Certo, con l’arrivo di Ranieri i sardi hanno subito riconquistato la zona playoff, grazie soprattutto alle due vittorie interne su Como e Spal. Ma in trasferta ancora faticano, un po’ come ai tempi del predecessore Liverani. Nell’unica uscita fuori casa di Ranieri, è arrivato lo 0-0 di Cittadella: coi veneti in 10 dal 52’, il Cagliari non è riuscito ad approfittarne, risultando anche ben poco pericoloso. Non solo. Al mercato di gennaio i sardi non hanno raggiunto tutti gli obiettivi che perseguivano. Soprattutto ha tenuto banco l’inseguimento di un difensore centrale di valore assoluto, di cui la squadra avrebbe molto bisogno, il lungo corteggiamento a Colley della Sampdoria non è andato a buon fine e non è arrivata neanche un’alternativa, così come per la mediana è sfumato Radovanovic che poteva essere un’opzione importante in più a centrocampo. Di fatto il mercato s’è quasi fermato all’acquisto di Azzi, proprio dal Modena, bel cavallo della fascia sinistra (Ranieri dixit), già a segno nel 2-0 sul Como. Poi l’ultimo giorno di mercato è arrivato un ragazzo che potrebbe anche stupire, l’attaccante sloveno Prelec, prelevato agli austriaci del Tirol, convinto personalmente da Ranieri che l’aveva conosciuto ai tempi della Sampdoria, quando lo aggregava alla prima squadra dalla Primavera. C’è molta curiosità invece, su quanto potrà incidere il mercato del Modena. La partenza di Azzi è stata vissuta senza rimpianti: sì, era stato fondamentale nell’ascesa dalla C, aveva segnato anche gol pesanti quando Tesser, in emergenza, l’aveva schierato di punta. Ma dopo la mancata cessione estiva (lo volevano Atalanta e Spezia), Azzi s’è visto poco, probabilmente stava già con la testa da un’altra parte. Discorso non dissimile per Gargiulo, scambiato nell’ultimo giorno di mercato con Ionita del Pisa: l’ex mezzala del Cittadella è stato frenato da un infortunio ma di fatto non si sentiva realizzato a Modena. Oltre a Ionita (che a Pisa non ha convinto ma resta uno col suo peso), sono arrivati Strizzolo (già a segno, Tesser lo conosce bene, lo ebbe da ragazzino a Novara e poi a Pordenone), Ferrarini (non utilizzato al Monza ma nella passata stagione aveva fatto vedere cose interessanti), più l’italo-brasiliano Lopes, scommessa tutta da scoprire. LEGGI TUTTO

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    Parma, Zanimacchia: “Pecchia mi ha accolto così. Buffon? Una leggenda e aiuterà noi giovani”

    Il Parma nel mercato invernale ha operato soltanto per un acquisto in entrata. Con sei mesi di ritardo, dopo le avance estive, ha raggiunto il quartier generale di Collecchio l’eserno Luca Zanimacchia. Un rinforzo utile per il modo di giocare di Pecchia e un giocatore che conosce avendolo avuto già nelle precedenti esperienze di Cremona e della seconda squadra della Juventus. Il classe ’98 ha accettato di scendere di categoria per mettersi a disposizione e dare una mano al Parma per raggiungere i propri obiettivi. Dopo qualche giorno dalla sua firma, il ragazzo si è presentato ai nuovi tifosi in conferenza stampa.
    Parma, le parole di Zanimacchia
    Luca Zanimacchia si è presentato come nuovo giocatore del Parma. Il classe ’98 ha raccontato del suo arrivo in città: “E’ arrivata questa grandissima opportunità e Parma è una città storica. Non ho esitato ad accettare anche perché avevo voglia di una nuova sfida e di giocare. Ho avuto modo di conoscere il gruppo ed è importante, non vedo l’ora di giocare e portare gioie ai tifosi”. Poi il racconto dell’incontro con Pecchia: “Col mister c’è un bel rapporto anche se non di molte parole. Una stima reciproca e lavoriamo sul campo senza troppi giri di parole. Quando sono arrivato mi ha detto ‘Giovane, sei arrivato eh'”.
    L’esterno ha poi parlato delle sue esperienze passate: “Ogni esperienza me la porto dentro e anno dopo anno sono cresciuto. Non ero un predestinato e mi sono dovuto sudare ogni step fatto per arrivare qui. Voglio migliorare ancora tanto perché posso imparare di più. Sono entusiasta di stare qui. Potevo arrivare sei mesi fa ma a Cremona avevo lasciato un bel ricordo e la possibilità di giocare in A mi hanno fatto propendere per giocarmi le mie carte in massima serie. Le cose non sono andate e così ho scelto di cambiare”. LEGGI TUTTO

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    Palermo: il bello deve ancora venire?

    TORINO – Da un po’ di tempo a Palermo il campionato volge al bello. Ma forse, il meglio deve ancora venire. Domenica scorsa, dopo l’odissea per arrivare nelle Marche, con l’aereo tornato alla base per un finestrino rotto, il Palermo di Eugenio Corini è tornato da Ascoli con una vittoria pesantissima che profuma di playoff, visto che i siciliani ora hanno gli stessi punti del Pisa ottavo (ma sono noni perché i toscani hanno una migliore differenza reti). Una ascesa costruita con una serie di 8 risultati utili consecutivi in cui i rosanero hanno messo insieme 16 punti, cioè un passo da playoff. I problemi avuti nella prima parte della stagione, ora sembrano un ricordo. Il Palermo adesso va che è una bellezza, trascinato anche dalle reti del suo bomber, quel Matteo Brunori riscattato la scorsa estate dalla Juve che con la doppietta di Ascoli ha raggiunto in vetta alla classifica cannonieri della B l’italo-marocchino Walid Cheddira, entrambi a 12 gol. Non solo. Grazie alle risorse del Football City Group, il Palermo probabilmente ha fatto il miglior mercato della B. Sono arrivati elementi di spicco come Tutino (dal Parma) e Verre (dalla Sampdoria), due che se dovessero esprimersi come nelle loro migliori annate, potrebbero dare quel qualcosa in più che fa la differenza. Ma promettono bene anche gli arrivi di due difensori: l’uruguaiano Orihuela (sinergia del City Group) e il danese Simon Graves che a Palermo ricorda lo sbarco di un altro difensore danese chiamato Simon, avvenuto 15 anni fa, un certo Kjaer. E nelle ultime battute del mercato si sono chiusi due colpi non trascurabili, entrambi terzini sinistri che daranno possibilità di scelta a Corini: dal Benevento, Edoardo Masciangelo, che la B la conosce bene e dal Pontedera Giuseppe Aurelio, uno che in C aveva numeri molto interessanti e che potrebbe sorprendere a Palermo. Adesso però, arriva una sfida che sa tanto di esame di maturità: domenica alle 16.15 al Barbera sbarcherà la Reggina di Pippo Inzaghi che nell’ultimo turno, cadendo al Druso di Bolzano in casa del Sudtirol, ha perso il 2° posto, cioè la zona promozione diretta. Sfida che può essere una sorta di spartiacque stagionale per entrambe. In più per il Palermo c’è da riscattare il bruciante 3-0 subito al Granillo all’andata. Quella sfida iniziò a minare nei rosanero tante certezze e spense gli entusiasmi per la promozione ottenuta nel giugno scorso vincendo i playoff della C. Prima del cambio di marcia degli ultimi due mesi, è stato necessario compiere un lento lavoro di ricucitura, favorito da una proprietà che ha sempre dato fiducia a Corini, cosa rara, specie in questa stagione di B, segnata da un numero record di esoneri dell’allenatore. E adesso c’è la sensazione che possa essere arrivato il momento del raccolto. Perché questo Palermo ha tutte le carte in regola non solo per conquistare un posto nei playoff. Ma può dire anche la sua nella corsa per la A. Anche perché il pubblico unico del Barbera (e dei tanti tifosi rosanero che seguono la squadra in ogni stadio d’Italia), può dare quel qualcosa in più che colmi il divario con le squadre che precedono il Palermo.  LEGGI TUTTO

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    Cagliari, Ranieri: “Drinkwater? Non fa per noi. Ecco cosa volevamo”

    Esperienza, pragmatismo e entusiasmo. L’arrivo di Claudio Ranieri a Cagliari ha portato tutto questo nel capoluogo sardo. Un classico ‘ritorno al futuro’. I ricordi del passato per riportare la piazza dove merita dopo la delusione della retrocessione. Insomma, tutto quello che un allenatore della sua esperienza ha già fatto in carriera e diversi anni fa anche a Cagliari. Il suo arrivo ha risitemato la squadra, ora in piena lotta per i playoff, e gli ha ridato consapevolezza. Nel prossimo weekend i rossoblù giocheranno contro il Modena, in campo venerdì 3 febbraio, per una sfida che vedrà affrontarsi i due allenatori più esperti della categoria. Tesser contro Ranieri, proprio quest’ultimo ha parlato in conferenza stampa a due giorni dalla partita. 
    Cagliari, la conferenza stampa di Ranieri
    Con il mercato chiuso ieri si chiudono anche i pensieri delle società e, soprattutto, dei giocatori: “Non dovevamo prendere tanto per prendere. Noi vogliamo soltanto gente motivata e che possa dare tutto in campo”. Così Ranieri sul discorso senza girarci troppo attorno. “Ho dei giocatori fantastici che si allenano fino allo spasmo. Ora stiamo costruendo le fondamenta poi vedremo come migliorare il resto. Prima la fase difensiva e poi piano piano si va su”.
    Analisi che continua per il mister: “Centrocampo? Cercavamo un regista, ma chi abbiamo cercato non è voluto venire, ma non mi fascio la testa. Voglio soltanto gente motivata e utile alla causa. Drinkwater? L’ho allenato in Inghilterra ma non è quello che cerchiamo”.  LEGGI TUTTO

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    Calciomercato, Zarate riparte dalla Serie B. Che fine aveva fatto

    Calciomercato Serie B, Mauro Zarate torna in Italia. L’argentino, volto noto per aver vestito le maglie di Lazio, Inter e Fiorentina, ritorna e stavolta lo fa in cadetteria, precisamente al Cosenza. L’accordo con il club calabrese è valido fino al 30 giugno 2023: l’obiettivo quello di provare ad evitare la retrocessione, con i rossoneri attualmente all’ultima posizione in classifica.Guarda la galleryMercato chiuso, ecco i migliori svincolati: ci sono due ex Juventus
    Calciomercato, Zarate torna in Italia
    Mauro “Maurito” Zarate, argentino classe 1987, era cresciuto calcisitcamente nel Velez Sarsfield. Dopo l’esplosione in patria, arriva il passaggio all’Al-Sadd nel 2007, ma ben presto arriverà nel calcio europeo. Un anno dopo il Birmingham, poi la Lazio, dove si consacra in maniera definitiva: 126 gare, 34 gol e 26 assist. L’addio burrascoso con i biancocelesti e l’esperienza all’Inter. Ma Zarate fermo proprio non riesce a stare, e allora riprende il suo giro per il mondo: Velez, West Ham, QPR, Fiorentina, poi di nuovo Inghilterra al Watford. Saluta così l’Europa definitivamente (almeno all’apparenza): breve parentesi all’Al-Nasr di Prandelli nel 2018, poi di nuovo in Argentina al Velez e al Boca. Resta in Sud America, ma si sposta in Brasile: L’América-MG e la Juventude i club nei quali milita  tra il 2021 e il 2022 prima di contribuire, sempre nel 2022, alla salvezza del Platense nel campionato argentino, con 20 presenze e 3 reti messe a segno. Quando sembrava insospettabile il nuovo ritorno nel Bel Paese: Cosenza la nuova tappa da segnare sul mappamondo di Mauro Zarate, l’attaccante girovago. LEGGI TUTTO

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    Calciomercato Genoa, ufficiale il ritorno di Salcedo

    “A volte ritornano”. E’ proprio il caso di Eddie Salcedo. L’attaccante classe 2001 è tornato a casa, al Genoa. Dopo esservi cresciuto nelle giovanili, l’esterno è poi passato all’Inter prima di fare le sue esperienze in giro per l’Italia tra A e B.  Nei primi sei mesi della stagione ha giocato con la maglia del Bari. Dopo l’ultimo gol segnato nel 4-0 al Parma, Salcedo ha fatto ritorno all’Inter che lo ha poi girato al Genoa. 
    Calciomercato, tutte le trattative della giornata
    Genoa, il comunicato su Salcedo
    Nuova freccia per l’attacco a disposizione di Alberto Gilardino. Dal suo arrivo la squadra ha svoltato in classifica e ora confermatosi al secondo posto in solitaria vuole, anche attraverso i rinforzi sul mercato, continuare a viaggiare a vele spiegate verso il sogno promozione. La società si sta muovendo bene per andare a coprire con tasselli importanti dove mancano alternative e valuta le varie occasioni, così come successo per Salcedo. Di seguito il comunicato del club per il classe 2001: “Eddie Salcedo è un giocatore del Genoa. L’attaccante arriva dall’Inter in prestito con diritto di riscatto. Salcedo ha esordito in Serie A con la maglia del Genoa dopo aver compiuto tutta la trafila nelle giovanili del Club. In seguito ha vestito le maglie di Inter, Hellas Verona, Spezia e Bari”. LEGGI TUTTO

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    Calciomercato Bari, ufficiale l'arrivo di Esposito dall'Inter

    Dopo l’addio di Salcedo, il Bari si è mosso per portare in Puglia un altro giovane interessante. Ciro Polito, ds biancorosso, ha lavorato in sordina e in pochi giorni ha chiuso per l’arrivo di Sebastiano Esposito dall’Inter. Il classe 2002 ha giocato negli ultimi sei mesi nel campionato belga con la maglia dell’Anderlecht e ora torna in Italia. Nuova avventura in B per l’attaccante nerazzurro, visto che già in passato aveva vestito la maglia del Venezia. La società ha ufficializzato il suo arrivo e ora sarà a disposizione di Mignani per le prossime partite.
    Calciomercato, tutte le trattative live della giornata
    Bari, il comunicato su Esposito
    Un colpo importante per il Bari a dimostrazione delle ambizioni della società, attualmente in lotta per la zona playoff. Nonostante l’ultima sconfitta interna contro il Perugia, i biancorossi hanno dimostrato solidità e compattezza, un bel mix per provare a restare agganciati al trenino di testa.
    Ora con il mercato la società ha pensato di rinforzare alcuni reparti per consegnare qualche altra freccia all’arco di Mignani. Di seguito il comunicato per l’arrivo dell’attaccante classe 2002: “SSC Bari comunica di aver acquisito a titolo temporaneo dall’FC Internazionale i diritti alle prestazioni sportive dell’attaccante classe ’02 Sebastiano Esposito. Sarà da subito a disposizione di mister Mignani”.   LEGGI TUTTO

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    Così Castori può salvare il Perugia

    TORINO – “Andare sempre a manetta paga, vittorie come questa ci fanno tornare in vita e restituiscono fiducia”. Parole e musica di Fabrizio Castori, pronunciate sabato scorso, quando col suo Perugia si è levato lo sfizio di andare a vincere nella cattedrale della B, il San Nicola, uno 0-2 ineccepibile al Bari che la dice lunga su come gli umbri siano più che mai in corsa per la salvezza. Certo, la classifica ancora non sorride al Perugia, visto che oggi retrocederebbe assieme a Venezia e Cosenza. Ma fra le squadre che lottano per salvarsi, nessuno ha la pugnacità dei ragazzi di Castori. E sarebbe anche l’ora di riconoscere i meriti di quest’uomo schietto, nato 68 anni fa a San Severino Marche, forse l’ultimo vero, grande alfiere del calcio all’italiana, capace di allenare (e vincere) in tutte le categorie, professionistiche e non, un concentrato di buon senso, gioco verticale e concretezza. Capace di portare il piccolo Carpi in A, diventato per una breve stagione un fenomeno calcistico da studiare. Impresa ripetuta nel 2021 con la Salernitana e anche in quella annata non è che i campani partissero favoriti per la promozione, anzi, Castori riuscì a fare quel che diversi illustri predecessori (a iniziare da Ventura) non erano stati capaci di realizzare. E ora a Perugia, tira aria di ennesima impresa. Con ogni probabilità gli umbri sarebbero messi meglio in classifica se non dovessero scontare le quattro giornate passate sotto la guida di Silvio Baldini, che fruttarono zero punti, l’attuale 18° posto risente ancora di quella infelice parentesi. Patron Santopadre, dopo la vittoria fondamentale in casa del Benevento di Cannavaro, nel giorno di Santo Stefano, l’errore di quella scelta l’aveva già riconosciuto: colpa dei playoff conquistati nella precedente stagione, che avevano illuso un po’ tutti a Perugia, anche lui. Però è anche vero come il 19 settembre, quando Castori fu esonerato, gli estremi per fare una scelta simile c’erano, il Perugia aveva raccolto 4 punti in 6 giornate. Ma dal suo ritorno, datato 19 ottobre, è un’altra musica. Perché questa squadra ha valori, sulla carta non appare inferiore a quella della passata stagione, quando stupì tutti sotto la guida di Massimiliano Alvini, poi “scippato” dalla Cremonese. Si trattava solo di avere pazienza. Per dire, il Perugia del Castori-bis ha vinto in casa della Reggina e battuto la corazzata Genoa (quando ancora balbettava con Blessin). Perché le risorse non mancano. La scorsa settimana, in città la tifoseria ancora mugugnava per la partenza di bomber Melchiorri, andato in C ad Ancona, tentato da un buon ingaggio, forse l’ultimo di una bella carriera. E chi l’ha risolta a Bari? L’attaccante 21enne Giuseppe Di Serio, l’uomo dei secondi tempi, davvero bella la sua doppietta al San Nicola. Insomma, questo Perugia può farcela anche perché chi lo guida è stato capace di realizzare imprese ancora più difficili. Come nel 2020, quando subentrò a Trapani a un altro Baldini, Francesco, rilevando una squadra data da tutti per spacciata, con enormi problemi societari (la stagione successiva sarebbe stata esclusa dai campionati professionistici). Ebbene, Castori di fatto la salvò, i punti necessari per restare in B li fece tutti ma al Trapani mancarono quelli di penalizzazione subiti. Tornando a questo Perugia, sabato alle 14 al Curi arriverà il Brescia e sarà uno snodo fondamentale per la salvezza. I lombardi sono in caduta libera e soltanto due punti avanti al Perugia (e pensare che a inizio campionato erano stati anche in testa). Batterli non vorrebbe dire solo scavalcarli in classifica ma dare tutta un’altra prospettiva alla stagione del Perugia che in caso di vittoria, al termine della prossima giornata potrebbe trovarsi sopra la zona playout, vista quanto è corta la classifica sul fondo: dall’ultimo al 12° posto ci sono 9 squadre in 5 punti. E Castori sa come mettersene alle spalle almeno cinque. LEGGI TUTTO