Cagliari, Ranieri e il dilly ding dilly dong: ufficiale!
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ha scritto per te Romano Capasso
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TORINO – Si tende a sottovalutare il lavoro che sta facendo Moreno Longo al Como, solo perché la squadra è “appena” in zona playout. In realtà, domenica scorsa, con la vittoria larga di Terni (0-3), l’ex tecnico di Torino e Alessandria ha messo insieme 16 punti in 11 uscite, non poco, considerato che alla 7ª giornata aveva ereditato il Como al penultimo posto con 3 punti e zero vittorie, allo sbando per i problemi di salute di Giacomo Gattuso, con la squadra scesa in campo senza la sua guida per sei turni. Certo, in questa B ultra competitiva, la classifica resta infelice ma almeno adesso il Como è in lizza, pare in grado di dare un altro volto alla stagione, anche perché con Longo si viaggia alla media di 1.33 punti a partita, con cui ci si salva . Il problema della piazza sono le alte aspettative che si erano create in estate con un mercato che appariva scintillante: la stella Fabregas, certo, ma anche Cutrone, Baselli, Mancuso e Faragò, tutti elementi di un certo nome, soprattutto per la B, ma poco si è riflettuto su come tutti e cinque venissero da stagioni come minimo non positive. E meno male che dalla vecchia guardia, reduce dallo scorso buon campionato in B da matricola, nel momento più difficile sono arrivati contributi preziosi, come la vittoria sul Perugia griffata Arrigoni, o quella sul Venezia risolta da Bellemo. Nel frattempo, giornata dopo giornata, la squadra sta trovando un’identità, si avvicina la fusione fra vecchi e nuovi giocatori, figli di due filosofie diverse, anzi opposte, di fare mercato. Questo ha detto la vittoria di Terni, la prima stagionale in trasferta, peraltro in casa di una squadra che sta facendo ben altro campionato, seppur favorita dai due pali e dagli errori sottoporta della squadra di Andreazzoli. Fra i marcatori, 1° gol in Serie B per il baby attaccante Giuseppe Ambrosino, classe 2003, uscito in estate dal vivaio del Napoli con numeri ottimi e finora poco utilizzato da Longo: a Terni ha segnato giocando per 23’, prima ne aveva raccolti 15’ nelle precedenti due uscite. La sensazione diffusa è che il ragazzo meritasse più spazio già prima, visto anche quanto stavano deludendo i big. Senza dimenticare che il Como ha qualcosa da recriminare a livello arbitrale. Giustamente Longo si è lamentato per il rigore concesso alla Reggina, nella sfida interna di due turni fa, che ha fatto la differenza: l’interpretazione sul braccio in area di Bellemo non sembra in linea coi dettami arbitrali ma va anche detto che i lariani prima avevano fallito un’occasione colossale con Mancuso che sbagliava un gol già fatto, poteva dare un’altra classifica non solo al Como, ma a tutta la B. Comunque sia, la squadra adesso è carreggiata, a patto che a Santo Stefano non fallisca l’impegno in casa col Cittadella in crisi, reduce da tre sconfitte di fila e falcidiato dalle assenze. Poi arriverà la sosta e sul mercato si cercherà nuova linfa, non c’è reparto che non ne abbia bisogno. Da vedere con quale filosofia: elementi funzionali alla B, in crescita, o nomi importanti ma in cerca di rilancio? Ma forse, la lezione impartita dal mercato estivo, è servita. E per far posto alle presunte stelle, nell’ultimo giorno di mercato si cedette Ettore Gliozzi al Pisa, autore già di 7 reti, a Como lo si rimpiange non poco, anche perché il Pisa è stato alle spalle dei lariani e ora è in zona playoff. LEGGI TUTTO
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BRESCIA – Ora è ufficiale: Alfredo Aglietti è il nuovo allenatore del Brescia. Il 52enne tecnico di San Giovanni Valdarno, dopo le recenti esperienze in panchina in B con Hellas Verona, promosso in A nel 2019 tramite i playoff, Chievo e Reggina, guiderà le Rondinelle prendendo il posto di Pep Clotet. Questo il comunicato ufficiale pubblicato sul sito del club: “Brescia Calcio comunica di aver affidato la guida tecnica della Prima Squadra ad Alfredo Aglietti. Entrano a far parte dello staff delle Rondinelle anche il vice allenatore Cervo De Luca Cesar Vinicio e il preparatore atletico Daniele Sorbello. Aglietti, nella passata stagione alla Reggina, ha nel suo curriculum anche Chievo Verona (con cui ha centrato i Playoff), Hellas Verona (con cui, da subentrante, ha conquistato la Serie A), Virtus Entella, Ascoli, Novara ed Empoli. La presentazione alla stampa è prevista per domani alle 15 presso il Centro Sportivo di Torbole Casaglia. Benvenuto Mister!”.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO
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REGGIO CALABRIA -Sfida in famiglia tra Pippo e Simone Inzaghi al Granillo di Reggio Calabria, una sorta di regalo di Natale che il presidente della Reggina Cardona ha voluto fare i suoi tifosi. Questo test però serve molto all’Inter per prepararsi al rientro in campionato e per valutare le condizioni di Lukaku, desideroso di tornare in campo dopo le incredibili delusioni del Mondiale.Guarda la gallerySorpresa Inter, sulle maglie nuovo sponsor
Dove vedere Reggina-Inter: streaming e diretta tv
La partita tra Reggina e Inter si gioca alle 18 al Granillo di Reggio Calabria e sarà visibile (previo pagamento di 3,49 euro) sulla piattaforma streaming Recast.
Reggina-Inter: probabili formazioni
REGGINA (4-3-3): Colombi; Bouah, Loiacono, Camporese, Di Chiara; Lombardi, Majer, Fabbian; Ricci, Gori, Rivas. All.: Filippo Inzaghi.
INTER (3-5-1-1): Onana; Skriniar, Acerbi, Bastoni; Bellanova, Barella, Calhanoglu, Gagliardini, Dimarco; Mkhitaryan; Lukaku. All.: Simone Inzaghi.
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TORINO – Sulla strada del Genoa rilanciato da Alberto Gilardino, c’è un genovese di origini sampdoriane, Michele Mignani, l’allenatore del Bari che a Santo Stefano vive un derby personale ospitando il Grifone alle 20.30, ultima giornata del girone d’andata e del 2022, poi la B riprenderà a metà gennaio. E di certo ci sarà anche il Bari, che riabbraccia Cheddira di ritorno dai Mondiali, fra le protagonisti del 2023. I pugliesi sono la miglior neopromossa, affiancano il Genoa al terzo posto, posizione difesa e mantenuta durante l’assenza in Qatar dell’italo-marocchino, capocannoniere del Bari e della B. A dimostrazione che Mignani, debuttante come Gilardino su una panchina di B, ci sa fare. Del resto, da giocatore può fregiarsi del titolo di Campione d’Italia. Eh sì, perché il genovese Mignani, figlio di un tecnico delle giovanili blucerchiate, debuttava in Serie A il 13 gennaio 1991, in Lecce-Sampdoria 1-0 subentrando, su ordine di Vujadin Boskov, a un quarto d’ora dalla fine, a un certo Umberto Calcagno, quel giorno anche lui all’esordio, da due anni è il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Mignani all’epoca prometteva bene ma quella era la Samp scudetto, da talento della Primavera ebbe solo quell’apparizione in prima squadra in una giornata in cui Boskov aveva gli uomini contatissimi. A maggio i blucerchiati avrebbero vinto il loro unico tricolore al quale il Genoa rispose col 4° posto e il piazzamento Uefa, era il magico 1991, l’anno più felice nella storia delle due genovesi. Per Mignani, classe 1972, quella di Lecce sarebbe rimasta la sua unica apparizione in blucerchiato, con qualche rimpianto. Poi, ha girato parecchio l’Italia, era un buon libero, G.B. Fabbri che lo lanciò nella Spal diceva che Mignani era “un piccolo Baresi”. Raccolse 6 presenze in un’Under 21 in cui giocavano anche Vieri e Panucci. Carriera da giocatore non di primo piano, forse immeritatamente, viste le premesse: Spal, Monza, Pistoiese, Siena (dove resta dieci anni, salvo una breve parentesi al Castel di Sangro), Triestina, Grosseto e Poggibonsi le tappe della sua carriera da atleta. Poi c’è quella da allenatore, iniziata nelle giovanili del Siena e poi passata per Olbia, ancora Siena e Modena, prima di imporsi al Bari dove alla soglia dei 50 anni, s’è regalato il ritorno in B dei pugliesi. Promozione non scontata: certo, il club dei De Laurentiis era il più forte del Girone C della Serie C, ma lo era anche nelle due precedenti annate quando, con budget superiori, il Bari non era riuscito a risalire in B. Ma dalla scorsa stagione, c’è un buon “manico” in panchina: Mignani, già nel 2019 fu ad un passo dall’ottenere la promozione in B, col Siena, ma affrontò la finale playoff persa dal Cosenza, con una squadra profondamente falcidiata. Andava tenuto d’occhio insomma, come un allenatore emergente. Mignani potrebbe essere una sorta di nuovo Attilio Tesser (a cui somiglia anche nel profilo mediatico contenuto): 4-3-1-2 dinamico e ficcante, verticalità e pochi fronzoli, tant’è che il suo Bari è la squadra che ha perso di meno (2 volte) e pareggiato di più (9) ma col miglior attacco assieme alla Reggina (29 gol segnati), con due acuti: il 6-2 al Brescia e il 4-1 al Modena, con due gol realizzati in inferiorità numerica. A Santo Stefano sarà un bel confronto con Alberto Gilardino, di dieci anni più giovane, come Mignani al debutto nella categoria ma solo da tre giornate in cui ha raccolto 7 punti. Chi la vince si mette alle spalle l’altro, sapendo che cosa avrà fatto la Reggina, impegnata nel pomeriggio ad Ascoli, con la speranza di eventualmente agganciarla in zona Serie A. LEGGI TUTTO
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CAGLIARI – Fabio Liverani non è più l’allenatore del Cagliari. Fatali al tecnico i risultati altalenanti della squadra. Si chiude dunque l’avventura in Sardegna per l’allenatore ex Lecce. Lo ha annunciato la società sarda con una nota ufficiale sui propri canali societari. Contestualmente sono stati sollevati dall’incarico il vice allenatore Cesare Bovo, i collaboratori tecnici Federico Fabellini, Giuseppe Cappello (match analyst) e il preparatore atletico Maurizio Cantarelli. Squadra momentaneamente affidata a Roberto Muzzi.
La nota del Cagliari
“Il Cagliari Calcio comunica di aver sollevato Fabio Liverani dal suo incarico di allenatore della prima squadra. Contestualmente sono stati sollevati dall’incarico il vice allenatore Cesare Bovo, i collaboratori tecnici Federico Fabellini, Giuseppe Cappello (match analyst) e il preparatore atletico Maurizio Cantarelli. La Società augura a tutti il meglio per il prosieguo della propria carriera. Dalla ripresa dell’attività, con l’allenamento pomeridiano di mercoledì e l’inizio del ritiro ad Asseminello, la squadra sarà temporaneamente affidata a uno staff tecnico interno di cui Roberto Muzzi sarà il responsabile”.
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PERUGIA – Il Perugia supera il Venezia per (2-1) nel posticipo della diciottesima giornata di serie B e torna a respirare. Ossigeno puro per gli uomini di Castori, che dopo due pareggi e una sconfitta tornano a prendersi i tre punti, toccando quota 16 in classifica a (-1) dal Cosenza e (-3) da Cittadella, Como e Venezia. Nella nebbia del Curi, è decisiva una doppietta di Francesco Lisi.
Classifica serie B
Primo tempo: Lisi colpisce e affonda il Venezia due volte
Il Perugia all’8′ la sblocca. Lancio per Lisi sulla corsia di sinistra, quest’ultimo stoppa e crossa a rientrare col destro con la palla (deviata) che si infila in rete e beffa Joronen. Il Venezia risponde con una conclusione ravvicinata di Crnigoj, che non mette paura a Gori e così il Grifo raddoppia, ancora con Francesco Lisi, che dai 20 metri fa partire un destro potentissimo dopo uno stop di petto, che non lascia scampo a Joronen: 2-0. Gran gol per il biancorosso (prima doppietta in B) con il Curi che giustamente applaude. Poi il Venezia prova a reagire con un’incursione dalla sinistra di Haps che mette una palla in mezzo, ma la difesa del Grifo allontana in angolo. La squadra di Castori però controlla bene e termina la prima frazione sul doppio vantaggio.
Secondo tempo: brividi finali, ma il Grifo porta a casa i tre punti
Al 5′ tentativo del Perugia con Luperini, ma Joronen para in due tempi. Immediata risposta veneta con Crnigoj ma Gori fa sua la sfera in presa bassa. All’11’, dagli sviluppi di un corner sbuca Ceppitelli che da due passi prova la battuta vincente, con Gori che alza oltre la traversa. Il Perugia però è vivo e ci prova con un destro di Bartolomei parato da Joronen. Il Venezia non punge e il Grifo prova prova a chiudere la partita con Di Serio, che va via sulla destra e mette al centro un buon pallone, ma la deviazione di Olivieri termina sul fondo. In pieno recupero il Venezia accorcia con Pohjanpalo (gol confermato al Var) ma è troppo tardi: esulta il Grifo.
Perugia-Venezia: tabellino e statistiche
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ha scritto per te Romano Capasso
TORINO – Spavento passato per Jeremy Menez, attaccante della Reggina costretto ad uscire anzitempo durante la gara del Granillo contro il Bari nell’ultimo turno di campionato per un malore. L’ex Roma e Milan era stato trasportato in ospedale per accertamenti. Il comunicato del club era stato già ben rassicurante: “Jeremy Menez sta bene. Ha brillantemente superato la notte e tutto è rientrato nella normalità. Martedì pomeriggio sarà a disposizione di mister Inzaghi per la ripresa degli allenamenti”. Adesso è lo stesso Menez a rassicurare i propri tifosi con una story su Instagram: “Tutto bene e grazie per i messaggi. Ora testa alla prossima per finire bene”. LEGGI TUTTO
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