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    Palermo-Samp, ora i playoff prima la Champions: ricordi i protagonisti?

    Palermo-Sampdoria e il ricordo dello “spareggio” Champions
    Facciamo un tuffo nel passato al 9 maggio del 2010. Palermo e Sampdoria erano tra le rivelazioni del campionato e alla penultima giornata di Serie A si giocava lo scontro diretto per la Champions League. I rosonero di Delio Rossi, quinti in classifica, ospitavano i blucerchiati di Gigi Delneri, quarti con due punti in più. Per i siciliani sarebbe stata la prima volta nella massima competizione europea. E la cornice di pubblico fu impressionante, con 35.872 spettatori, centrando un record storico, mai più battuto. Pastore, Miccoli e Cavani da una parte e la coppia Pazzini-Cassano dall’altra. E proprio “il Pazzo” portò in vantaggio i liguri grazie a un calcio di rigore. La risposta arrivò al 23′ sempre dagli undici metri e fu una di quelle scene da film: Miccoli con il crociato rotto dopo un contrasto con Zauri, si presentò lo stesso sul dischetto e fece centro. Lasciò poi il campo a Budan, che si rese protagonista in negativo per un gol sbagliato a porta vuota, di testa dopo una respinta di Storari. La partita nella rirpresa rimase sullo stesso punteggio, un 1-1. Un punto che permise poi alla Sampdoria di conquistare il match point per i preliminari di Champions League, battendo il Napoli all’ultima giornata.
    Questi i protagonisti del match:
    Reti: 9′ st rig. Pazzini, 23′ st rig. Miccoli
    PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani (43′ st Bertolo), Kjaer, Goian, Balzaretti; Nocerino, Liverani, Migliaccio; Pastore; Cavani (10′ st Hernandez), Miccoli (34′ st Budan). In panchina: Benussi, Celutska, Calderoni, Blasi. Allenatore: D. Rossi.
    SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Semioli (21′ st Guberti), Palombo, Tissone (40′ st Poli), Mannini; A. Cassano, Pazzini. (37′ st Pozzi). In panchina: Guardalben, M. Rossi, Cacciatore, Franceschini. Allenatore: Delneri.
    Palermo-Sampdoria, via ai playoff di Serie B
    Ora i tempi sono cambiati per i due club, che però hanno la possibilità di giocarsi subito il ritorno di Serie A. Ai quarti dei playoff di Serie B il Palermo ospiterà al “Barbera” la Sampdoria e avrà a disposizione due risultati su tre, grazie al miglior posizionamento in classifica nella regular season. In caso di pareggio nei primi novanta minuti, si proseguirà con i supplementari. Ma Pirlo per conquistare il pass qualificazione ha bisogno solo di un risultato: la vittoria. LEGGI TUTTO

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    I playoff dei fantastici quattro: il futuro nelle loro mani

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    Buso-Felici: attenti a quei due

    TORINO – Lecco e Feralpisalò sono retrocesse in C con un certo anticipo, tornando in terza serie dopo una sola stagione di B. Eppure, potrebbero aver contribuito a lanciare due giocatori della serie, saranno famosi. Il Lecco ha chiuso la stagione perdendo in casa, al Rigamonti-Ceppi, dal Modena, un 2-3 dove il secondo gol dei blucelesti è stato realizzato da Nicolò Buso – nipote di Renato, giocatore Anni 90 – una bella ala sinistra, guizzante il giusto, spesso letale quando si accentra per il tiro, tant’è che ha chiuso la stagione con 9 gol e 3 assist in 34 uscite. Davvero niente male per un classe 2000 alla sua prima stagione di B, un bottino che nessuno avrebbe pronosticato. Buso, per come è riuscito a incidere nonostante giocasse nella cenerentola del campionato, avrà sicuramente mercato: squadre di alta B già si starebbero muovendo per lui ma chissà che non possa arrivare anche una chiamata dalla A. La massima serie invece, ha sicuramente messo nel mirino Mattia Felici, 23 anni, esterno sinistro a tutta fascia nel 3-5-2 che ha utilizzato la Feralpisalò nell’unico campionato di B della sua storia. Anche per Felici s’è trattato della sua prima stagione in B, chiusa con 36 presenze, 4 gol e 5 assist. Era dai tempi di Fabiano Parisi, ora alla Fiorentina, che la B non sfornava un esterno sinistro così interessante, bello a vedersi, magari un filo meno tecnico rispetto al viola ma probabilment LEGGI TUTTO

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    Serie B, tutto sui playoff: Venezia la più forte, chissà quale Samp

    VENEZIA
    Gli arancioneroverdi di Vanoli avevano i mezzi per salire in A direttamente. Alla fine, hanno pagato due blackout difficili da spiegare: a Cosenza (sotto 3-0 dopo 21’) e quello più recente, in casa con la Reggiana, nella ripresa (2-0 all’intervallo, 2-3 il finale). Resta il fatto che i lagunari sono i più forti. Davanti, attenti a quei due: nessuno ha Pohjanpalo (capocannoniere con 22 gol) e Gytkjaer (11, ma nel 2022 fece faville nei playoff del Monza poi salito in A). In mezzo, gli statunitensi Busio e Tessmann sono fra i migliori interpreti della B, basta vedere le squadre di A che li inseguono. In difesa, Joronen (portiere internazionale) è ben protetto e ultimamente si sta imponendo come jolly-goleador l’interessante Idzes. Incognita più grossa, la situazione societaria. Patron Niederauer deve cedere il 40% delle quote per potersi iscrivere al prossimo campionato, qualsiasi sia la categoria. La pesante situazione debitoria del Venezia finora è rimasta sullo sfondo, brava la società a tenere isolata la squadra da un problema che però, se non risolto, rischia di deflagrare. Niederauer garantiva la soluzione dei problema per i primi di maggio, siamo a metà mese e non ci sono novità.
    CREMONESE
    I grigiorossi di Stroppa potrebbero essere gli outsider più quotati. Anche per una curiosità particolare: hanno chiuso al 4° posto con 67 punti, lo stesso risultato che Stroppa ottenne col Monza nel 2022, poi trionfatore dei playoff. Chissà, ci fosse stato lui a inizio stagione, e non Ballardini, magari era tutta un’altra storia. Fra l’altro, si parla poco del suo anomalo 3-5-2 che invece andrebbe studiato: uno dei “quinti” è un attaccante mascherato (Zanimacchia), una delle due punte è sempre un trequartista (Vazquez o Johnsen) che gioca a fianco all’altra punta ma con le caratteristiche del fantasista, soluzioni che bisogna saper leggere per non rischiare guai ad affrontarli. E attenzione a bomber Coda, il Re Leone della B: col gol su rigore che ha aperto venerdì sera il 3-0 al Cittadella, ha chiuso il campionato a 16 reti (6 di più di quante ne aveva segnate nella scorsa stagione col Genoa): compie 36 anni il 10 novembre ma è già da standing ovation.
    CATANZARO
    Appena sedutosi sulla panchina del Como, chiesero a Fabregas qual è la squara che gioca meglio in B. Il Catanzaro, disse Cesc, e da allora lo dicono tutti. In effetti è un piacere vedere giocare la squadra di Vivarini che comunque non difetta di agonismo ed efficacia. E che dispone di tre bocche da fuoco notevoli: Iemmello (gioca per la sua città, e si vede), 15 gol; Biasci 10; ma il giocatore più decisivo, il Kvara di Catanzaro, è il belga Vandeputte, 9 gol e 14 (!) assist, per la serie, quando decide di scardinare la difesa avversaria, non ce n’è per nessuno. E mettiamoci altri due fattori che possono pesare: l’euforia che si respira a Catanzaro (un entusiasmo così mancava da oltre 40 anni, dai tempi di Palanca che segnava dalla bandierina); la sagacia tattica di Vivarini, forse il più preparato dei 6 allenatori, spinto anche da una grande voglia di rivalsa: si ricordano ancora gli ingiusti esoneri che in carriera subì a Empoli e Bari.
    PALERMO
    L’incognita più grossa. Venerdì sera, in casa del Sudtirol, Mignani, al settimo tentativo, ha vinto la sua prima partita. Ma si ha la sensazione che spalare le macerie lasciate da Corini sia una faccenda piuttosto complicata. Però, i mezzi ci sarebbero tutti, in ogni reparto, per imporsi a sorpresa in questi playoff, come accadde due anni fa, in quelli di C, con la splendida cavalcata firmata Silvio Baldini. E mettiamoci anche il pubblico unico del Barbera: se venerdì sera la squadra saprà portarlo fin da subito dalla propria parte, per il Doria saranno dolori. E che serata per Mignani: genovese, ha vinto lo scudetto blucerchiato 1991, era un ragazzino della Primavera che Boskov fece esordire a Lecce, con la squadra a pezzi. Resta il fatto che se rinasce il feeling fra squadra e tifosi, conditio sine qua non, poi questo Palermo potrebbe anche arrivare fino in fondo, è pur sempre la società che, con la pilla del City, aveva dominato le trattative estive e pure a gennaio sono arrivati elementi come Ranocchia e Diakité di valore assoluto per la B.
    SAMPDORIA
    L’1-3 di venerdì scorso a Catanzaro ha detto che la SamPirlo è la squadra più in palla. In effetti, uno come Borini, autore dei tre gol, non è mai stato così bene in stagione, annata costellata da infortuni per lui. Non solo, senza il -2 di penalizzazione con cui la Samp ha iniziato la stagione, i blucerchiati avrebbero chiuso davanti al Palermo ma comunque sul campo sono stati superiori ai rosanero. L’arma in più potrebbe essere la bassa età media della squadra: chissà che porti più freschezza in campo, specie se il meteo dovesse volgere al torrido. Anche se tanti giovani, in partite che sono come finali (Pirlo dixit), vanno verificati, potrebbero pagare qualcosa. Occhio alla cabala: nel 2012, nella penultima partecipazione della Samp alla B, i blucerchiati, con Iachini in panchina, vinsero i playoff. Ma allora era la squadra più forte, stavolta no. L’attuale poi, ha appena perso Pedrola, genietto della cantera Barcellona: peccato, aveva i mezzi per essere la star dei playoff (ma è una bestemmia paragonarlo a Garrincha).
    BRESCIA
    Il ko incassato venerdì a Bari non fa testo perché la testa era tutta alla sfida di sabato del Ceravolo. Comunque vada, sarà un successo. Va sempre ricordato che questo Brescia è stretto parente di quello che nella scorsa stagione retrocedette in C dopo i playout, salvo poi ritrovare la B per le disgrazie della Reggina. L’unico elemento di peso che c’era in più rispetto alla scorsa stagione era il centravanti Borrelli, da tempo out per un pesante infortunio. La squadra tuttavia non ne ha risentito anzi, è stata l’occasione per rivedere un Moncini sui suoi livelli migliori (quelli di Cittadella, per intendersi). Applausi a prescindere per Rolando Maran. Prima di rilevare in corso d’opera Gastaldello, era considerato un allenatore che non aveva più nulla da dire, visti i brucianti esoneri vissuti con Genoa e Pisa. Niente di più sbagliato. Maran tatticamente ha tanto ancora da insegnare ma soprattutto sa cosa vuol dire plasmare un gruppo, fino a portarlo oltre i propri limiti. Che è poi la storia di questo Brescia. LEGGI TUTTO

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    Spezia: l’Omone ha fatto il miracolo

    TORINO – Ha fatto il miracolo, l’Ormone. Lo chiamavano così, a Pisa, Luca D’Angelo, che ieri sera con la vittoria in rimonta sul Venezia (2-1), è riuscito nell’impresa di mantenere in B lo Spezia, preso il 15 novembre scorso sul fondo della classifica. Si dirà, gli uomini per salvarsi, ce li aveva. E invece proprio qui sta il problema. Quasi un anno fa lo Spezia retrocedeva dalla A, dopo lo spareggio perso col Verona, al termine di una picchiata in classifica vissuta per tutto il girone di ritorno. Piazza in subbuglio, polemiche a non finire, la tifoseria spezzina ha un calore tutto suo. In estate la società dello statunitense Robert Platek allestiva una rosa importante (ma incompleta) e affidava la squadra a Massimiliano Alvini. Però c’erano troppi giocatori scontenti che aspettavano solo di essere ceduti e che davano spesso l’impressione di snobbare la B. Lo Spezia aveva una bella argenteria, non voleva svendere ma così in troppi restavano controvoglia. Ma dei vari casi di “stelle” che avevano qualche problema con la B, è rimasto emblematico quello del centrocampista polacco Syzmon Zurkowski: contributo quasi impalpabile per tutto il girone d’andata con lo Spezia, a gennaio va in A all’Empoli e all’esordio firma una tripletta. Dunque sì, gli uomini di valore sulla carta c’erano, ma con quali motivazioni? Quando sbarca D’Angelo e trova una squadra che con Massimiliano Alvini in panchina ha fatto 10 punti nelle prime 13 partite, la palla inizia già a scottare, non è semplice risollevarsi. D’Angelo porta il suo marchio di fabbrica: la carica agonistica che soprattutto in B non deve mai mancare. Ma la risalita non è semplice. Anche perché la società, al mercato estivo ha fatto un errore che si segnalava già allora: non si può puntare alla A con due ragazzi di punta come Moro e Francesco Pio Esposito, troppo poco per nutrire ambizioni. A ciò s’aggiunge l’annata fallimentare di Antonucci (spedito al Cosenza a gennaio) che era stato l’investimento più oneroso, oltre ai problemi fisici del talentoso Kouda (che resta comunque un prospetto molto interessante). Così, a D’Angelo non restava che mettersi in trincea, fare da parafulmine dopo ogni rovescio e tenere duro, fino alla vittoria di ieri, firmata dalla doppietta di Francesco Pio Esposito, altra grande soddisfazione, un po’ troppo severa la tifoseria locale con lui, trattandosi di un diciottenne, per quanto promettente. Ma il cappello bisogna levarselo soprattutto per D’Angelo per il coraggio che ha avuto ad accettare la sfida spezzina. Aveva ancora un anno di contratto col Pisa, col suo nome – è forse il tecnico che più sa calarsi nella B – poteva aspettare una piazza più agevole e magari ottenere un anno in più di contratto. E invece s’è dato alla causa spezzina firmando fino a giugno e con una semplice opzione  di rinnovo in caso di salvezza: quanti l’avvrebbero fatto, fra i tecnici più in voga della B? Quando ieri sera, al triplice fischio, s’è gettato a terra esausto, in tanti nella piazza aquilotta si sono commossi, grazie Omone e tutta la piccola bombonera del Picco in delirio. E pensare che arrivava da Pisa, acerrima rivale dello Spezia, dove il 27 gennaio scorso era andato a vincere 3-2, al suo primo ritorno all’Arena da ex, dando allo strombazzato Aquilani una bruciante lezione tattica, da quella vittoria si è iniziato a costruire la salvezza dello Spezia. Poi, magari, fra un mese Aquilani, in virtù del suo “nobile” nome, troverà forse una panchina di A a dispetto dell’annata deludente col Pisa (chiusa ieri col ko di Ascoli). Mentre il “plebeo” D’Angelo, un tempo gagliardo difensore vecchia scuola, che il suo top da giocatore lo visse facendo vincere il Castel di Sangro a Marassi contro il Genoa con un gol di testa, ripartirà dalla scorsa notte per ridare futuro allo Spezia. Così va il calcio. LEGGI TUTTO

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    Como, serata da A. Brividi a Bari

    Ascoli-PisaCol prezioso 2-2 strappato domenica scorsa a Palermo, l’Ascoli dell’ex Juve Carrera resta a tre punti dalla salvezza diretta, cioé da quota 41 dove c’è lo Spezia, impegnato in casa col Venezia. Battere oggi il Pisa (che non ha più nulla da chiedere al campionato) potrebbe voler dire disputare i playout, da capire in che posizione e con chi.

    Bari-BresciaPartita drammatica per i pugliesi, a rischio serie C, hanno gli stessi punti dell’Ascoli ma con cui sono in vantaggio negli scontri diretti, fattore che alla fine potrebbe avere il suo peso per la conquista dei playout mentre sono in svantaggio sullo Spezia, avanti di 3 punti e ultima squadra essere salva. Bari alla quinta uscita con Federico Giampaolo in panchina, quarto allenatore stagionale dopo Mignani, Marino e Iachini. Con lui, finora sono arrivati 3 pari e un ko, la vittoria per il Bari manca dal 17 febbraio (1-0 alla Feralpisalò). Il Brescia di Maran, certo di disputare i playoff, deve capire in quale posizione li farà: oggi è ottavo ma se dovesse scalzare il Palermo dal 6° posto (i siciliani hanno 2 punti di vantaggio) si guadagnerebbe il diritto di disputare in casa la gara secca del turno preliminare contro la settima classificata.

    Catanzaro-SampdoriaPraticamente, è un anticipo dei playoff. Il Catanzaro è certo di chiudere al 5° posto. Se invece al termine della partita la Sampdoria dovesse trovarsi ottava (oggi è settima), la partita si replicherebbe, sempre al Ceravolo, sabato 18 maggio. Ma con un successo, i blucerchiati di Pirlo potrebbero scalzare il Palermo dal 6° posto, che ha un solo punto di vantaggio, garantendosi così di giocare a Marassi la gara secca del turno preliminare contro la settima classificata. In caso di arrivo a pari punti col Palermo, la Samp è davanti grazie agli scontri diretti.

    Como-CosenzaCon lo 0-0 di domenica scorsa a Modena, il Como ha mancato il primo match point promozione. Oggi, contro un Cosenza già salvo ma che vorrà onorare la partita, solo con una vittoria i lariani di Roberts-Fabregas si garantiscono la A, visto che il Venezia insegue a 2 punti e se dovesse anche solo acciuffare in classifica i lariani, andrebbe in A in virtù della miglior differenza reti negli scontri diretti. IPerò i bookmakers considerano scontata la promozione in A del Como, su cui non può più puntare.

    Cremonese-CittadellaPartita che non ha nessun peso sulla graduatoria finale. La Cremonese di Stroppa è già certa di chiudere la stagione al 4° posto, piazzamento che le permette di saltare il turno preliminare dei playoff e dunque di scendere in campo dalle semifinali, giocherà martedì 21 maggio l’andata in trasferta contro la vincente fra Catanzaro e ottava classificata. Per guadagnarsi la finale, in virtù del miglior piazzamento in campionato, ai grigiorossi di Stroppa basteranno due pareggi. Cittadella già salvo e che non può ambire ai playoff.

    Feralpisalò-TernanaI gardesani di Zaffaroni nell’ultimo turno sono retrocessi in C, che ritrovano dopo un anno e i’unico campionato di B della loro storia. La Ternana di Breda, in caso di vittoria, potrebbe anche salvarsi direttamente, visto che col successo di domenica in casa sul Catanzaro si è portata a un solo punto dallo Spezia, al momento l’ultima squadra a salvarsi. In caso di arrivo a pari punti coi liguri, le squadre sono in parità negli scontri diretti, si andrebbe alla differenza reti (al momento, -8 la Ternana, -14 lo Spezia), e se non bastasse al maggior numero di reti segnate (Ternana 42, Spezia 34).

    Lecco-ModenaPoco più che un allenamento: il Lecco già da tre turni è retrocesso in C ed è reduce dal 4-1 incassato a Brescia, quarta sconfitta di fila, patron Di Nunno vorrebbe cedere il club ma non trova acquirenti che lo soddisfino. Il Modena invece, si è salvato lo scorso turno imbrigliando sullo 0-0 il Como,. Con Bisoli in panchina, che ha rilevato Bianco, sono arrivati 5 punti in 4 gare: l’allenatore di Porretta Terme ha il contratto per allenare il Modena pure nella prossima stagione.

    Reggiana-ParmaAnche in questo caso, il risultato finale non avrà ripercussioni sulla stagione di entrambe: Parma già in A, Reggiana salva e che ha abdicato dalla corsa playoff con la sconfitta di domenica scorsa in casa della Samp. Però, la rivalità fra Reggio Emilia e Parma ha radici storiche profonde, dunque potrebbe/dovrebbe uscirci una partita degna di un tiratissimo derby, quale di fatto è da sempre.

    Spezia-VeneziaLiguri con un punto di vantaggio sulla zona playout. Mantengono la categoria con una vittoria. Se pareggiano, si salvano solo se la Ternana non vince. In caso di ko e di arrivo a pari punti con la squadra di Breda, va verificata la situazione con gli umbri (lo si può leggere nella loro partita). Attenzione, in caso di arrivo a pari punti fra le 4 squadre che si giocano la salvezza, conterebbe la classifica avulsa, cioé i punti che ogni squadra ha ottenuto con le tre rivali. E dunque, nell’ipotesi, Spezia salvo (12 punti), Bari e Ascoli ai playout (9 e 7 punti), Ternana retrocessa (3). Il Venezia, dovesse perdere la volata per la A diretta col Como, da terza classificata salterà il turno preliminare dei playoff e scenderebbe in campo dalle semifinali, prima gara lunedì 20 maggio, quella d’andata in trasferta contro la vincente del turno preliminare che opporrà sesta contro settima classificata. Oggi però, il Venezia ha ancora una speranza di A diretta: il Como è avanti di 2 punti ma se dovesse acciuffarlo in classifica, sarebbe davanti in virtù della miglior differenza reti negli scontri diretti. Però il tecnico Vanoli ha ammesso che i suoi hanno solo l’1% di possibilità di salire stasera in A.

    Sudtirol-PalermoAltoatesini già salvi e che col 2-2 di Pisa dello scorso turno non possono più ambire ai playoff, hanno comunque centrato l’obiettivo stagionale del mantenimento della categoria, cosa non scontata quando Valente, un debuttante promosso dalla Primavera altoatesina, aveva rilevato Bisoli a stagione in corso. Il Palermo ha la certezza di disputare i playoff ma non sa ancora in quale posizione, è chiamato a difendere il 6° posto dagli assalti di Sampdoria e Brescia, distanti una e due lunghezze e che se dovessero acciuffare i siciliani in classifica sarebbero in vantaggio (blucerchiati avanti negli scontri diretti, nei quali i lombardi hanno una miglior differenza reti). Per Mignani, il sostituto di Corini, sarà la settima panchina coi rosanero: finora, zero vittorie, 2 ko e 4 pari. LEGGI TUTTO

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    Tutino superstar: si merita la Serie A

    TORINO – Una stagione formidabile, da incorniciare, quella di bomber Gennaro Tutino, rilanciatosi tornando nella “sua” Cosenza, la piazza che in gioventù l’aveva fatto diventare un attaccante da tener d’occhio. Ma ora, a quasi 28 anni (li compirà il 20 agosto), per uno dei più interessanti prodotti sfornati negli ultimi dieci anni dal vivaio del Napoli, è giunta l’ora del raccolto, capitalizzando una stagione che con la maglia dei lupi calabresi l’ha visto andare a segno 19 volte (solo 4 i rigori). Tutino è l’unico giocatore che domani sera, nell’ultima giornata di Serie B (tutte le gare in contemporanea, fischio d’inizio alle 20.30), può sognare di contendere il titolo di capo cannoniere della B al totem finlandese Pohjanpalo, che guida la classifica con 22 reti: il suo Venezia, che potrebbe a sorpresa ancora scalzare il Como dal 2° posto e salire in A direttamente, sarà di scena in casa dello Spezia (che deve salvarsi). Il Cosenza invece, già sicuro di restare in B, non può più ambire a un piazzamento playoff ma è chiamato a onorare il calcio proprio in casa del Como che domenica, con lo 0-0 di Modena, ha mancato il primo match point promozione e solo battendo il Cosenza avrebbe la certezza di non perdere la promozione diretta in maniera beffarda. Tutino poi, ha recentemente dichiarato che il suo obiettivo è chiudere la stagione a 20 reti e dunque c’è da credere che si produrrà in una partita da uomo squadra, perché così ha giocato per tutta la stagione, soprattutto nel girone di ritorno, da vero e indiscusso leader. Una maturazione strabiliante che farà di lui uno dei nomi più interessanti del prossimo mercato. Quello di Serie A, ovviamente. Ma Tutino meritava la massima categoria già tre anni fa, quando fu una delle colonne della Salernitana promossa dalla B a sorprese con Castori, grazie soprattutto alla coppia d’attacco Djuric-Tutino: pareva di rivedere, in piccolo, un duo simile a Skuhravy-Aguilera, cioè il gigante e lo smilzo che insieme fanno sfracelli. Quella Salernitana però viveva i tormentati mesi della cessione obbligata, visto che Lotito, già proprietario della Lazio, in A non poteva più tenerla. E dunque non c’erano i soldi per riscattare Tutino dal Napoli. Il cash necessario lo mise il Parma di Krause che nel 2021 era appena retrocesso in B e preparava uno squadrone per tornare subito in A, anche se ci avrebbe messo tre anni per riuscirci. Ma sbarcare in Emilia non fu un affare per Tutino. Più volte, analizzando il suo anno e mezzo coi ducali, pur senza cercare alibi, aveva non poche ragioni quando spiegava quel periodo no in Emilia con un utilizzo non ideale per lui, costretto a giocare troppo lontano dalla porta coi vari allenatori passati sulla panchina del Parma. Quando poi, nel gennaio 2023, andava in prestito al Palermo, nuovamente non trovava terreno fertile per esprimersi: Corini stava già mettendo le basi per il suo fallimento, divenuto poi palese un mese fa. A Cosenza invece, pur in una squadra non di prima fascia ma dove tutti lo coccolano, Tutino ha mostrato il suo valore, adesso è un attaccante da Serie A a tutti gli effetti. Sul suo futuro, al momento si possono fare solo ipotesi. Al Parma è legato fino al 2025. Il Cosenza aveva l’obbligo di riscatto di Tutino solo in caso di promozione in A, Gennaro dunque in teoria potrebbe rientrare in Emila, prospettiva che, al momento, per ciò che ha fatto trapelare nei mesi scorsi, non lo stuzzica particolarmente, troppo forte la delusione vissuta con loro in quell’anno e mezzo che rischiava di compromettergli la carriera. E anche a Pama non ci si muove più di tanto per riaverlo indietro (ma coi suoi gol, come minimo salivano in A con un mese d’anticipo). Però tante cose potrebbero cambiare. Innanzitutto ci sarà da capire chi allenerà il Parma: Pecchia, pur avendo ancora un anno di contratto, è molto corteggiato e al momento non è proprio certo che sia lui la guida degli emiliani in A. Allo stesso tempo, patron Krause cercherà di preservare gli attuali talenti dello squadrone che ha dominato la B. Elementi come Man, Bernabé, Benedyczak e Circati sono molto ambiti, anche in Europa. Però si farà tutto il possibile per trattenerli e magari venderli fra un anno, quando dopo un campionato di A potrebbero acquistare ulteriore valore. E dunque, alla fine, sul mercato potrebbe finirci proprio Tutino, a cui le offerte non mancheranno. Attenzione però: il Cosenza, entro il 15 giugno, può esercitare il riscatto alla cifra prefissata un anno fa di 2.5 milioni: col senno di poi, un affarone, oggi vale almeno il doppio. Dunque, ci sta anche che patron Guarascio eserciti il riscatto e poi lo rivenda, trovando i denari per finanziarsi il prossimo mercato del Cosenza. Certo, coi rossoblù, Tutino sta da papa ma sarebbe normale, dopo un’annata così, nutrire legittime ambizioni di Serie A, pure di un certo livello. Perché oggi Gennaro è un bomber maturo ma non solo: più che segnare, sa Inventare gol pazzeschi, quasi dal nulla, da vedere e rivedere la doppietta di domenica scorsa allo Spezia (punizione magistrale seguita da rete-show di tacco al volo), chi scommette su di lui, probabilmente fa un affare, anche se andrà verificato fuori dal guscio calabrese. E a quel punto magari chissà, fra qualche mese, anche il ct Spalletti potrebbe iniziare a pensare a lui. Se non lo sta già facendo. LEGGI TUTTO

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    Parma si veste a festa: debutta il Festival della Serie A

    La Lega Serie A, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Parma, presenta la prima edizione del “Festival della Serie A” – in programma il prossimo 7-8-9 giugno 2024 nella città emiliana – per raccontare la bellezza e l’unicità del massimo Campionato di calcio italiano. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina nella Sala del Consiglio del Comune di Parma alla presenza del Sindaco della città Michele Guerra, del Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia-Romagna Giammaria Manghi, del Presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini e dell’Assessore allo Sport del Comune di Parma Marco Bosi. Sono intervenuti anche Luca Martines, Managing Director Corporate del Parma Calcio, e Giacomo Malmesi, membro del CDA di Iren spa.

    Il Festival della Serie A

    L’evento sarà itinerante e si svolgerà interamente nel cuore della città di Parma, all’interno di sedi prestigiose e ricche di storia come il Teatro Farnese, il Teatro Regio, il Palazzo del Governatore e il Laboratorio di San Paolo, che faranno da cornice ad una tre giorni di incontri e workshop focalizzati sul calcio di Serie A.

    Per l’occasione Parma si vestirà a festa per accogliere tutti i principali stakeholder del settore, alcuni dei più grandi campioni, allenatori, dirigenti che hanno scritto la storia del nostro Campionato, i direttori delle principali testate italiane che si occupano di sport, oltre ad influencer amati dai giovani, esperti di social media e attori e cantanti grandi appassionati e tifosi di calcio.

    Il Sindaco di Parma Michele Guerra: “Siamo molto contenti di presentare il Festival della Serie A a Parma. Saranno tre giorni in cui confrontarsi sulle grandi sfide dello sport. La Lega Serie A sta facendo un lavoro molto importante. Parma ospiterà nomi noti del calcio per un momento che si prospetta davvero unico per la città. Il Festival della Serie A non poteva cadere in un momento migliore, dopo che anche il Parma Calcio è ritornato nella massima Serie: una coincidenza davvero straordinaria. Questa conferenza stampa entra idealmente a fare parte dei festeggiamenti legati a questo evento eccezionale. Parma ha una cultura calcistica molto radicata e l’entusiasmo diffuso per il ritorno in Serie A ne è una testimonianza. Aggiungo che sono doppiamente felice dal momento che il Festival della Serie A si svolgerà in luoghi simbolo della cultura di Parma. Un ringraziamento particolare va alla Regione Emilia-Romagna per il suo sostegno forte e convinto allo sport e ad Iren”.

    Il Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Giammaria Manghi: “La prima edizione del Festival della Serie A è una premier di grande valore. Coniuga passione sportiva legata al mondo del calcio al tema della promozione del territorio. Parma, infatti, è una città dalle grandi tradizioni calcistiche ma, al contempo, anche culturali ed enogastronomiche. Certamente il Festival della Serie A concorrerà a rendere il suo territorio più attrattivo con positive ricadute anche in ambito turistico. Il fatto che il Parma Calcio abbia ritrovato la Serie A è un ulteriore elemento positivo che rende questa proposta ancora più effervescente”.

    Il Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini: “La Lega Serie A è impegnata da tempo a promuovere anche il fondamentale ruolo sociale e educativo che può svolgere il calcio, in virtù della sua straordinaria capacità di attrazione e coinvolgimento collettivo. L’iniziativa che presentiamo oggi si inserisce proprio in quest’ottica, dal momento che la prima edizione del Festival della Lega Serie A vuole essere un’occasione di dialogo con il pubblico su tutti quegli aspetti, non solo prettamente sportivi, che rendono il calcio quel fenomeno sociale che tutti conosciamo e, al tempo stesso, intende favorire la condivisione di riflessioni e idee sul futuro di questo meraviglioso sport”.

    L’Assessore allo Sport del Comune di Parma, Marco Bosi: “Siamo molto orgogliosi che sia Parma la città prescelta per il primo Festival del Calcio. Questa conferenza cade in un momento particolarmente euforico per la promozione della nostra squadra in Serie A. Si tratta di un vento di grande prestigio con importanti ricadute in termini di visibilità per il nostro territorio. Abbiamo avviato un percorso assieme alla Regione Emilia Romagna con una collaborazione che va avanti da alcuni anni per la realizzazione di grandi eventi sportivi per avvicinare le persone allo sport da un lato e, dell’altro, per promuovere il nostro territorio creando un indotto importante per la città ed il territorio stesso”.Il Presidente esecutivo del Gruppo Iren, Luca Dal Fabbro: “Iren da sempre supporta i territori in cui opera promuovendo in particolare gli eventi che vedono al centro la cultura e lo sport perché costituiscono occasioni irripetibili per promuovere valori positivi. Lo sport in particolare è un potente strumento per coinvolgere le persone di tutte le età e background, incoraggiando l’inclusione e la partecipazione attiva. È per questo che abbiamo scelto di supportare il Festival della Serie A, un’iniziativa che non potrebbe capitare in un momento migliore, visto l’attuale momento di grande gioia per i risultati conseguiti dalla squadra della città”.L’evento di apertura si terrà venerdì 7 giugno alle ore 15, a seguire si svolgerà, tra le altre, la riunione dell’Associazione delle Leghe Europee, con un grande spettacolo al Teatro Farnese che concluderà la serata del giorno inaugurale. Sabato tantissimi incontri e panel di approfondimento, i lavori apriranno alle 9.30 e dureranno fino alle 19, in serata Cena di Gala ai Voltoni del Guazzatoio. Il Festival si chiuderà domenica 9 giugno, con gli ultimi workshop e il pranzo al Laboratorio San Paolo. Sarà inoltre aperta per tutti e tre i giorni la mostra dedicata a Paolo Rossi, a cura della Regione Emilia-Romagna, al Laboratorio Aperto di San Paolo.A tutti gli eventi si potrà assistere gratuitamente, previa registrazione sull’APP del Turismo del Comune di Parma – “PARMA WELCOME”.Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.legaseriea.it e l’app della Lega Serie A. LEGGI TUTTO