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    Venezia, la finale è vicina

    TORINO – Stasera, fischio d’inizio alle 20.30, riprendono i playoff di Serie B con la prima semifinale di ritorno, Venezia-Palermo, all’andata successo dei lagunari al Barbera per 0-1, rete di Pierini, figlio dì’arte, suo padre fu un discreto difensore, lui è un attaccante sottovalutato ma che nel Venezia di Vanoli, se non ha trovato troppo spazio, è solo perché gli arancioneroverdi dispongono di un attacco formidabile, non era facile trovargli un posto da titolare, o quasi, più di quanto ha fatto per tutta la stagione. Ma nelle occasioni avute, spesso ha lasciato il segno, come col favoloso gol al Barbera che indirizza la sfida di ritorno, nella quale il Venezia, in un Penzo traboccante di passione genuina, colorata e spalti gremiti al limite della capienza, disporrà di due risultati su tre, anzi, di più, può anche permettersi di perdere con un gol di scarto, andrebbe in finale comunque, in virtù del miglior piazzamento in campionato (il Venezia ha chiuso terzo e il Palermo sesto). Dunque, il Palermo di Mignani è chiamato all’impresa, quasi disperata, va in finale se vince solo con due reti di margine. L’allenatore genovese, dopo tante difficoltà iniziali e una sequela infinta di pareggi, è reduce da due vittorie consecutive: nell’ultimo turno di campionato, lo 0-1 del Druso di Bolzano sul Sudtirol, con gol di Diakité, difensore da Serie A, seguita dal successo nel turno preliminare dei playoff, dove al Barbera, Mignani, da ligure, ha liquidato la SamPirlo, con pieno merito. Dunque sarà piuttosto complicato Inporsi stasera al Penzo, per quanto il Palermo sia pur sempre una squadra di proprietà del Manchester City, dotata cioé di risorse pressoché illimitate e dunque ben superiori a quelle che dispone il Venezia dello statunitense Duncan Niederauaer, che di certo non nuota nell’oro. Però, sul campo, ci si attende che prevalgano i valori che bomber Pohjanpalo, capocannoniere della regolar season con 22 gol, e compagnia cantante, hanno mostrato di avere in stagione e che sono superiori a quelli di un Palermo che si presentava ai nastri di partenza come una delle favorite per la promozione diretta ma che ha risentito della decisione sbagliata di iniziare la stagione con Corini che aveva già fallito al termine della passata annata, quando non riuscì a qualificarsi manco per i playoff, pur disponendo già allora di una rispettabile rosa. Che, nonostante gli innesti importanti, estivi e del mercato di riparazione di gennaio, avrebbe dovuto dare molto di più. Così almeno, dicevano certi nomi. Ma poi, si sa, sul campo è (quasi) sempre un’altra storia LEGGI TUTTO

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    Palermo-Venezia, ai playoff si fa sul serio

    TORINO – Scattano le semifinali d’andata dei playoff della Serie B. Stasera, fischio d’inizio ore 20.30, si gioca Palermo-Venezia, il ritorno giovedì. Il Barbera torna ad affollarsi dopo la serata di venerdì in cui i rosanero hanno eliminato, al turno preliminare, la Sampdoria, un 2-0 ineccepibile – troppo moscia la squadra di Pirlo – dopo il quale la squadra di Mignani va guardata con più rispetto. Prima del confronto coi blucerchiati, c’erano molte riserve sul Palermo, era la grande incognita dei playoff. Sarebbe riuscito il tecnico genovese a spalare le macerie lasciate da Corini? Forse sì. Come si segnalava fin dal suo arrivo, le ultime giornate del campionato sono passate nella gestione del piazzamento playoff, visto che col predecessore, la Serie A diretta era sfumata da tempo. Quindi, prima di giudicare l’operato di Mignani, messo fin troppo presto sulla graticola, sarebbe stato giusto aspettare le partite che contavano. Già nell’ultima giornata, s’era capito che il Palermo stava scaldando i motori con la vittoria di Bolzano in casa Sudtirol, gara decisa dalla rete del difensore franco maliano Salim Diakitè, classe 2000, giunto a gennaio dalla Ternana, risultato poi essere l’uomo in più nella sfida d’esordio dei playoff, è lui che con due reti ha affondato la SamPirlo. Sull’altro fronte, sbarca il Venezia che ha chiuso al terzo posto in campionato e dunque, teoricamente, può salire in A con quattro pareggi, fra semifinali e finali. Lo squadrone di Vanoli appare come la più forte, non avesse sbagliato un paio di partite in stagione (il tonfo di Cosenza, la sconfitta interna con la Reggiana di Nesta, capace di ribaltare la gara all’intervallo, passando dal 2-0 al 2-3), sarebbe salita in A al posto del Como. Ma il potenziale degli arancioneroverdi resta enorme. Davanti, la coppia Pohjanpalo-Gjytkjaer, se schierata insieme, assomma 33 gol (verificare), più in generale, il tecnico Paolo Vanoli che sbarcò in Laguna il 7 novembre 2022, da allora ha fatto un lavoro formidabile: ereditava da Javorcic una squadra allo sbando e sul fondo, che in questi mesi ha plasmato in maniera impeccabile. Tuttavia, l’esito del confronto è tutt’altro che scontato, lo dicono i confronti in campionato: all’andata, il 27 settembre 2023, il Palermo vinse al Penzo 1-3, con la tripletta di Brunori, in una delle sue migliori partite stagionali, quel Palermo era ancora considerato una delle prime favorite alla A, non erano ancora venute a galla certe magagne dell’inconsistente 4-3-3 di Corini, che già poco aveva funzionato nella precedente stagione. Al ritorno, lo scorso 18 marzo, il Venezia restituiva la botta dell’andata, 0-3 al Barbera (2 Pohjanpalo, 1 Gytkjaer), perché la squadra di Vanoli era al top mentre il Palermo si avviava a chiudere l’esperienza con Corini.  LEGGI TUTTO

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    Diretta Catanzaro-Brescia ore 20.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Catanzaro-Brescia: diretta tv e streaming
    Catanzaro-Brescia, quarto di finale dei playoff di Serie B, è in programma alle ore 20.30 allo stadio Nicola Ceravolo di Catanzaro e sarà visibile in diretta su Sky Sport (252) e DAZN. Inoltre sarà disponibile anche in streaming su Now e sulla piattaforma Sky Go.
    Le probabili formazioni di Catanzaro-Brescia
    CATANZARO (4-4-2): Fulignati; Oliveri, Antonini, Scognamillo, Veroli; Sounas, Pontisso, Petriccione, Vandeputte; Iemmello, Biasci. Allenatore: Vivarini.
    A disposizione: Sala, Borrelli, Krajnc, Miranda, Brighenti, Pompetti, Verna, Stoppa, Brignola, Donnarumma, Rafele, Viotti. 
    BRESCIA (4-3-2-1): Lezzerini; Dickmann, Cistana, Adorni, Jallow; Bisoli, Paghera, Besaggio; Bianchi, Moncini; Galazzi. Allenatore: Maran. 
    A disposizione: Andrenacci, Huard, Fares, Mangraviti, Papetti, Van de Looi, Bjarnason, Fogliata, Bertagnoli, Nuamah, Olzer, Ferro.
    ARBITRO: Sozza di Rovereto. ASSISTENTI: Del Giovane-Di Iorio. IV UFFICIALE: Monaldi. VAR: Pairetto. ASS. VAR: Serra. 
    Catanzaro-Brescia: scopri tutte le quote
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    Palermo-Samp, ora i playoff prima la Champions: ricordi i protagonisti?

    Palermo-Sampdoria e il ricordo dello “spareggio” Champions
    Facciamo un tuffo nel passato al 9 maggio del 2010. Palermo e Sampdoria erano tra le rivelazioni del campionato e alla penultima giornata di Serie A si giocava lo scontro diretto per la Champions League. I rosonero di Delio Rossi, quinti in classifica, ospitavano i blucerchiati di Gigi Delneri, quarti con due punti in più. Per i siciliani sarebbe stata la prima volta nella massima competizione europea. E la cornice di pubblico fu impressionante, con 35.872 spettatori, centrando un record storico, mai più battuto. Pastore, Miccoli e Cavani da una parte e la coppia Pazzini-Cassano dall’altra. E proprio “il Pazzo” portò in vantaggio i liguri grazie a un calcio di rigore. La risposta arrivò al 23′ sempre dagli undici metri e fu una di quelle scene da film: Miccoli con il crociato rotto dopo un contrasto con Zauri, si presentò lo stesso sul dischetto e fece centro. Lasciò poi il campo a Budan, che si rese protagonista in negativo per un gol sbagliato a porta vuota, di testa dopo una respinta di Storari. La partita nella rirpresa rimase sullo stesso punteggio, un 1-1. Un punto che permise poi alla Sampdoria di conquistare il match point per i preliminari di Champions League, battendo il Napoli all’ultima giornata.
    Questi i protagonisti del match:
    Reti: 9′ st rig. Pazzini, 23′ st rig. Miccoli
    PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani (43′ st Bertolo), Kjaer, Goian, Balzaretti; Nocerino, Liverani, Migliaccio; Pastore; Cavani (10′ st Hernandez), Miccoli (34′ st Budan). In panchina: Benussi, Celutska, Calderoni, Blasi. Allenatore: D. Rossi.
    SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Semioli (21′ st Guberti), Palombo, Tissone (40′ st Poli), Mannini; A. Cassano, Pazzini. (37′ st Pozzi). In panchina: Guardalben, M. Rossi, Cacciatore, Franceschini. Allenatore: Delneri.
    Palermo-Sampdoria, via ai playoff di Serie B
    Ora i tempi sono cambiati per i due club, che però hanno la possibilità di giocarsi subito il ritorno di Serie A. Ai quarti dei playoff di Serie B il Palermo ospiterà al “Barbera” la Sampdoria e avrà a disposizione due risultati su tre, grazie al miglior posizionamento in classifica nella regular season. In caso di pareggio nei primi novanta minuti, si proseguirà con i supplementari. Ma Pirlo per conquistare il pass qualificazione ha bisogno solo di un risultato: la vittoria. LEGGI TUTTO

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    I playoff dei fantastici quattro: il futuro nelle loro mani

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    Buso-Felici: attenti a quei due

    TORINO – Lecco e Feralpisalò sono retrocesse in C con un certo anticipo, tornando in terza serie dopo una sola stagione di B. Eppure, potrebbero aver contribuito a lanciare due giocatori della serie, saranno famosi. Il Lecco ha chiuso la stagione perdendo in casa, al Rigamonti-Ceppi, dal Modena, un 2-3 dove il secondo gol dei blucelesti è stato realizzato da Nicolò Buso – nipote di Renato, giocatore Anni 90 – una bella ala sinistra, guizzante il giusto, spesso letale quando si accentra per il tiro, tant’è che ha chiuso la stagione con 9 gol e 3 assist in 34 uscite. Davvero niente male per un classe 2000 alla sua prima stagione di B, un bottino che nessuno avrebbe pronosticato. Buso, per come è riuscito a incidere nonostante giocasse nella cenerentola del campionato, avrà sicuramente mercato: squadre di alta B già si starebbero muovendo per lui ma chissà che non possa arrivare anche una chiamata dalla A. La massima serie invece, ha sicuramente messo nel mirino Mattia Felici, 23 anni, esterno sinistro a tutta fascia nel 3-5-2 che ha utilizzato la Feralpisalò nell’unico campionato di B della sua storia. Anche per Felici s’è trattato della sua prima stagione in B, chiusa con 36 presenze, 4 gol e 5 assist. Era dai tempi di Fabiano Parisi, ora alla Fiorentina, che la B non sfornava un esterno sinistro così interessante, bello a vedersi, magari un filo meno tecnico rispetto al viola ma probabilment LEGGI TUTTO

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    Serie B, tutto sui playoff: Venezia la più forte, chissà quale Samp

    VENEZIA
    Gli arancioneroverdi di Vanoli avevano i mezzi per salire in A direttamente. Alla fine, hanno pagato due blackout difficili da spiegare: a Cosenza (sotto 3-0 dopo 21’) e quello più recente, in casa con la Reggiana, nella ripresa (2-0 all’intervallo, 2-3 il finale). Resta il fatto che i lagunari sono i più forti. Davanti, attenti a quei due: nessuno ha Pohjanpalo (capocannoniere con 22 gol) e Gytkjaer (11, ma nel 2022 fece faville nei playoff del Monza poi salito in A). In mezzo, gli statunitensi Busio e Tessmann sono fra i migliori interpreti della B, basta vedere le squadre di A che li inseguono. In difesa, Joronen (portiere internazionale) è ben protetto e ultimamente si sta imponendo come jolly-goleador l’interessante Idzes. Incognita più grossa, la situazione societaria. Patron Niederauer deve cedere il 40% delle quote per potersi iscrivere al prossimo campionato, qualsiasi sia la categoria. La pesante situazione debitoria del Venezia finora è rimasta sullo sfondo, brava la società a tenere isolata la squadra da un problema che però, se non risolto, rischia di deflagrare. Niederauer garantiva la soluzione dei problema per i primi di maggio, siamo a metà mese e non ci sono novità.
    CREMONESE
    I grigiorossi di Stroppa potrebbero essere gli outsider più quotati. Anche per una curiosità particolare: hanno chiuso al 4° posto con 67 punti, lo stesso risultato che Stroppa ottenne col Monza nel 2022, poi trionfatore dei playoff. Chissà, ci fosse stato lui a inizio stagione, e non Ballardini, magari era tutta un’altra storia. Fra l’altro, si parla poco del suo anomalo 3-5-2 che invece andrebbe studiato: uno dei “quinti” è un attaccante mascherato (Zanimacchia), una delle due punte è sempre un trequartista (Vazquez o Johnsen) che gioca a fianco all’altra punta ma con le caratteristiche del fantasista, soluzioni che bisogna saper leggere per non rischiare guai ad affrontarli. E attenzione a bomber Coda, il Re Leone della B: col gol su rigore che ha aperto venerdì sera il 3-0 al Cittadella, ha chiuso il campionato a 16 reti (6 di più di quante ne aveva segnate nella scorsa stagione col Genoa): compie 36 anni il 10 novembre ma è già da standing ovation.
    CATANZARO
    Appena sedutosi sulla panchina del Como, chiesero a Fabregas qual è la squara che gioca meglio in B. Il Catanzaro, disse Cesc, e da allora lo dicono tutti. In effetti è un piacere vedere giocare la squadra di Vivarini che comunque non difetta di agonismo ed efficacia. E che dispone di tre bocche da fuoco notevoli: Iemmello (gioca per la sua città, e si vede), 15 gol; Biasci 10; ma il giocatore più decisivo, il Kvara di Catanzaro, è il belga Vandeputte, 9 gol e 14 (!) assist, per la serie, quando decide di scardinare la difesa avversaria, non ce n’è per nessuno. E mettiamoci altri due fattori che possono pesare: l’euforia che si respira a Catanzaro (un entusiasmo così mancava da oltre 40 anni, dai tempi di Palanca che segnava dalla bandierina); la sagacia tattica di Vivarini, forse il più preparato dei 6 allenatori, spinto anche da una grande voglia di rivalsa: si ricordano ancora gli ingiusti esoneri che in carriera subì a Empoli e Bari.
    PALERMO
    L’incognita più grossa. Venerdì sera, in casa del Sudtirol, Mignani, al settimo tentativo, ha vinto la sua prima partita. Ma si ha la sensazione che spalare le macerie lasciate da Corini sia una faccenda piuttosto complicata. Però, i mezzi ci sarebbero tutti, in ogni reparto, per imporsi a sorpresa in questi playoff, come accadde due anni fa, in quelli di C, con la splendida cavalcata firmata Silvio Baldini. E mettiamoci anche il pubblico unico del Barbera: se venerdì sera la squadra saprà portarlo fin da subito dalla propria parte, per il Doria saranno dolori. E che serata per Mignani: genovese, ha vinto lo scudetto blucerchiato 1991, era un ragazzino della Primavera che Boskov fece esordire a Lecce, con la squadra a pezzi. Resta il fatto che se rinasce il feeling fra squadra e tifosi, conditio sine qua non, poi questo Palermo potrebbe anche arrivare fino in fondo, è pur sempre la società che, con la pilla del City, aveva dominato le trattative estive e pure a gennaio sono arrivati elementi come Ranocchia e Diakité di valore assoluto per la B.
    SAMPDORIA
    L’1-3 di venerdì scorso a Catanzaro ha detto che la SamPirlo è la squadra più in palla. In effetti, uno come Borini, autore dei tre gol, non è mai stato così bene in stagione, annata costellata da infortuni per lui. Non solo, senza il -2 di penalizzazione con cui la Samp ha iniziato la stagione, i blucerchiati avrebbero chiuso davanti al Palermo ma comunque sul campo sono stati superiori ai rosanero. L’arma in più potrebbe essere la bassa età media della squadra: chissà che porti più freschezza in campo, specie se il meteo dovesse volgere al torrido. Anche se tanti giovani, in partite che sono come finali (Pirlo dixit), vanno verificati, potrebbero pagare qualcosa. Occhio alla cabala: nel 2012, nella penultima partecipazione della Samp alla B, i blucerchiati, con Iachini in panchina, vinsero i playoff. Ma allora era la squadra più forte, stavolta no. L’attuale poi, ha appena perso Pedrola, genietto della cantera Barcellona: peccato, aveva i mezzi per essere la star dei playoff (ma è una bestemmia paragonarlo a Garrincha).
    BRESCIA
    Il ko incassato venerdì a Bari non fa testo perché la testa era tutta alla sfida di sabato del Ceravolo. Comunque vada, sarà un successo. Va sempre ricordato che questo Brescia è stretto parente di quello che nella scorsa stagione retrocedette in C dopo i playout, salvo poi ritrovare la B per le disgrazie della Reggina. L’unico elemento di peso che c’era in più rispetto alla scorsa stagione era il centravanti Borrelli, da tempo out per un pesante infortunio. La squadra tuttavia non ne ha risentito anzi, è stata l’occasione per rivedere un Moncini sui suoi livelli migliori (quelli di Cittadella, per intendersi). Applausi a prescindere per Rolando Maran. Prima di rilevare in corso d’opera Gastaldello, era considerato un allenatore che non aveva più nulla da dire, visti i brucianti esoneri vissuti con Genoa e Pisa. Niente di più sbagliato. Maran tatticamente ha tanto ancora da insegnare ma soprattutto sa cosa vuol dire plasmare un gruppo, fino a portarlo oltre i propri limiti. Che è poi la storia di questo Brescia. LEGGI TUTTO

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    Spezia: l’Omone ha fatto il miracolo

    TORINO – Ha fatto il miracolo, l’Ormone. Lo chiamavano così, a Pisa, Luca D’Angelo, che ieri sera con la vittoria in rimonta sul Venezia (2-1), è riuscito nell’impresa di mantenere in B lo Spezia, preso il 15 novembre scorso sul fondo della classifica. Si dirà, gli uomini per salvarsi, ce li aveva. E invece proprio qui sta il problema. Quasi un anno fa lo Spezia retrocedeva dalla A, dopo lo spareggio perso col Verona, al termine di una picchiata in classifica vissuta per tutto il girone di ritorno. Piazza in subbuglio, polemiche a non finire, la tifoseria spezzina ha un calore tutto suo. In estate la società dello statunitense Robert Platek allestiva una rosa importante (ma incompleta) e affidava la squadra a Massimiliano Alvini. Però c’erano troppi giocatori scontenti che aspettavano solo di essere ceduti e che davano spesso l’impressione di snobbare la B. Lo Spezia aveva una bella argenteria, non voleva svendere ma così in troppi restavano controvoglia. Ma dei vari casi di “stelle” che avevano qualche problema con la B, è rimasto emblematico quello del centrocampista polacco Syzmon Zurkowski: contributo quasi impalpabile per tutto il girone d’andata con lo Spezia, a gennaio va in A all’Empoli e all’esordio firma una tripletta. Dunque sì, gli uomini di valore sulla carta c’erano, ma con quali motivazioni? Quando sbarca D’Angelo e trova una squadra che con Massimiliano Alvini in panchina ha fatto 10 punti nelle prime 13 partite, la palla inizia già a scottare, non è semplice risollevarsi. D’Angelo porta il suo marchio di fabbrica: la carica agonistica che soprattutto in B non deve mai mancare. Ma la risalita non è semplice. Anche perché la società, al mercato estivo ha fatto un errore che si segnalava già allora: non si può puntare alla A con due ragazzi di punta come Moro e Francesco Pio Esposito, troppo poco per nutrire ambizioni. A ciò s’aggiunge l’annata fallimentare di Antonucci (spedito al Cosenza a gennaio) che era stato l’investimento più oneroso, oltre ai problemi fisici del talentoso Kouda (che resta comunque un prospetto molto interessante). Così, a D’Angelo non restava che mettersi in trincea, fare da parafulmine dopo ogni rovescio e tenere duro, fino alla vittoria di ieri, firmata dalla doppietta di Francesco Pio Esposito, altra grande soddisfazione, un po’ troppo severa la tifoseria locale con lui, trattandosi di un diciottenne, per quanto promettente. Ma il cappello bisogna levarselo soprattutto per D’Angelo per il coraggio che ha avuto ad accettare la sfida spezzina. Aveva ancora un anno di contratto col Pisa, col suo nome – è forse il tecnico che più sa calarsi nella B – poteva aspettare una piazza più agevole e magari ottenere un anno in più di contratto. E invece s’è dato alla causa spezzina firmando fino a giugno e con una semplice opzione  di rinnovo in caso di salvezza: quanti l’avvrebbero fatto, fra i tecnici più in voga della B? Quando ieri sera, al triplice fischio, s’è gettato a terra esausto, in tanti nella piazza aquilotta si sono commossi, grazie Omone e tutta la piccola bombonera del Picco in delirio. E pensare che arrivava da Pisa, acerrima rivale dello Spezia, dove il 27 gennaio scorso era andato a vincere 3-2, al suo primo ritorno all’Arena da ex, dando allo strombazzato Aquilani una bruciante lezione tattica, da quella vittoria si è iniziato a costruire la salvezza dello Spezia. Poi, magari, fra un mese Aquilani, in virtù del suo “nobile” nome, troverà forse una panchina di A a dispetto dell’annata deludente col Pisa (chiusa ieri col ko di Ascoli). Mentre il “plebeo” D’Angelo, un tempo gagliardo difensore vecchia scuola, che il suo top da giocatore lo visse facendo vincere il Castel di Sangro a Marassi contro il Genoa con un gol di testa, ripartirà dalla scorsa notte per ridare futuro allo Spezia. Così va il calcio. LEGGI TUTTO