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    Andrea Agnelli compie 48 anni, post social e auguri Juve diventano virali

    È un giorno speciale in casa Juventus. La società bianconera non dimentica Andrea Agnelli e nel giorno del suo compleanno lo omaggia con un post sui social. L’ex storico presidente della Vecchia Signora oggi ha compiuto 48 anni e il club ha voluto fargli gli auguri tramite il proprio account su X: “19 trofei conquistati insieme. Buon compleanno Andrea!”. Il messaggio ha subito fatto il pieno di like e commenti diventando virale, a testimonianza di quanto i tifosi siano riconoscenti al lavoro svolto dall’ex numero uno.
    Andrea Agnelli e i trionfi con la Juventus
    Con lui alla guida, la squadra inaugura una stagione di trionfi. Entra in carico a maggio 2010 e dopo una sola stagione di magra inizia a mettere in bacheca i primi trofei. Dopo quarantotto anni di assenza, è il quarto esponente della famiglia Agnelli, dopo il nonno Edoardo, lo zio Gianni e il padre Umberto, a rivestire questa carica. È proprio lui a inaugurare l’allora Juventus Stadium, la nuova casa della Signora, che diventa il fortino inespungabile che regalerà al club una storica striscia record di nove scudetti di fila. Il terremoto sportivo della scorsa stagione lo ha portato a rassegnare le dimissioni insieme all’intero CDA rimanendo formalmente in carica fino al 18 gennaio 2023. Oltre ai 19 trofei con la prima squadra, sotto la sua gestione ne sono arrivati altri dieci con la formazione femminile e uno con la seconda squadra maschile, per un totale di 30 che fanno della sua presidenza la più vincente della storia della Juventus.  LEGGI TUTTO

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    “L’Avvocato, il gessato Juve e le cravatte del Torino volute da Moggi”

    Le cravatte Marinella sono un pezzo di Italia che viaggia al collo dei personaggi più potenti e famosi del mondo. Un marchio reso leggendario per la fama dei suoi estimatori e che resta fedelissimo all’approccio artigianale, pur aprendo altri negozi oltre a quello, celeberrimo, di Napoli. Oggi ne apre uno a Torino in via Roma. E che un marchio di così profonda napoletanità sbarchi a Torino è molto meno strano di quanto si pensi, perché Marinella conosce bene la città e la città, almeno una parte, ama le sue cravatte da moltissimo tempo.
    Maurizio Marinella, che rappresenta la quarta generazione alla guida dell’impresa di famiglia, per esempio ha ricordi che vanno indietro nel tempo. «Sì, per me Torino rappresenta sempre un’emozione particolare. Tanti ricordi mi legano alla città, ma se penso ai miei vent’anni e ai miei primi viaggi a Torino per far scegliere le cravatte di lana a un personaggio molto importante…»
    Indoviniamo: si trattava dell’Avvocato? «Esatto. Mio padre era un po’ anziano e aveva iniziato a mandare me. Mi ricordo la prima volta al quinto piano di Corso Marconi. Quell’ufficio enorme, nel quale erano necessari svariati passi per arrivare alla scrivania. Passi trepidanti, ovviamente. E poi l’Avvocato, affabile, che mi chiama “Marinella”, ma mi da del tu, dicendomi: “Siediti Marinella, parliamo un po’ di Napoli. Una città che adoro. D’altronde ho sposato una Caracciolo… e tengo la mia barca al Circolo Italia, per cui scendo spesso”. E così, con quell’approccio, aveva sciolto la tensione. Mi ricordo anche il caffè, servito in tazzine con la scritta Fiat che mi colpirono».
    E che cravatte sceglieva? «Il suo gusto era davvero particolare così come il modo di portarle. Teneva la paletta larga piuttosto corta e il codino più lungo: una stranezza, ma aveva uno stile così affascinante che poteva permettersi tutto e, ancora oggi, le riviste del nostre settore parlano di lui. Mi ricordo la prima volta che lo vidi: aveva un gessato… molto gessato, praticamente una maglia della Juve, ma su di lui non stonava, anzi. Così come le sue camice botton down, ma senza allacciare il bottone del colletto: una sua invenzione. Preferiva le cravatte di lana e sceglieva spesso colori spiritosi, era più friccicariello del fratello Umberto, che spesso era con lui quando andavo a Torino. Umberto amava i vestiti più classici e, anche nelle cravatte, rimaneva sobrio».
    La famiglia continua la tradizione? «Lo scatenato Lapo spesso è da noi e anche suo papà Alain Elkann».
    Torino, quindi, per lei è sinonimo Agnelli. «Non solo. A Torino ci sono molti nostri clienti importanti, anche politici e ministri. Torino con il suo stile sobrio e classico è molto in linea con noi. C’è anche un gruppo di clienti fedelissimi ancora affezionato alle cravatte Regimental. Quindi non solo Agnelli. Anzi, abbiamo perfino fatto le cravatte ufficiali del Toro per qualche anno».
    Addirittura! Che classe i granata con le cravatte ufficiali di Marinella. «Le aveva volute Moggi quando era dirigente del Torino. Moggi è sempre stato un nostro affezionatissimo cliente. A volte era devastante, perché arrivava e comprava delle quantità industriali per regalarle ai procuratori, giornalisti e protagonisti del mondo del calcio. Come d’altronde faceva Berlusconi».
    Cairo prosegue la tradizione granata da Marinella? «Quando il Torino gioca a Napoli qualche volta è passato. Ma tra i nostri clienti c’è anche Zaccarelli e Zapatone, come lo chiamiamo noi, che ci conosce da quando era al Napoli. Sì, a Torino abbiamo davvero molti amici». LEGGI TUTTO

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    Juve, Elkann, Del Piero, Allegri, Zidane: tutti ricordano gli Agnelli

    Cento anni in cui è cambiato praticamente tutto, ma con determinati valori rimasti capisaldi anche oggi, sempre nel segno della famiglia Agnelli. In occasione di questa particolare ricorrenza, tanti personaggi del mondo Juventus hanno voluto lasciare un messaggio ai canali ufficiali bianconeri.
    Cent’anni di Agnelli, i ricordi delle leggende Juve
    A partire da chi la Juventus l’ha vissuta da calciatore. Tra questi non poteva ovviamente mancare Alessandro Del Piero: “In quella mano sulla spalla si sente la forza, il supporto, la responsabilità di essere Juventus da cento anni. Un secolo insieme, il Club e la Famiglia Agnelli. C’è una foto, scattata al campo d’allenamento al vecchio Comunale nei primi anni 2000, che mi lega particolarmente all’Avvocato, che ho conosciuto, così come il dottor Umberto, fin dai miei primi giorni alla Juventus. E’ in quelle conversazioni, in quei momenti, che ho visto cosa significassero quei colori per la Famiglia Agnelli. Sono tifoso della Juventus, sono stato 19 anni in bianconero, e questo mi ha dato la possibilità di fare parte di una grande storia e di capire cosa significa questo amore che dura da un secolo. Perché ci sono storie che non possono finire”.
    Anche Zinedine Zidane ha voluto lasciare il proprio messaggio: “Juve. Tante emozioni: come non pensare all’Avvocato, sempre attento a me, alle sue telefonate all’alba dopo una partita vinta, alle sue apparizioni agli allenamenti… il mondo si fermava! La Juve è stata più di una famiglia, è stata un luogo in cui ho imparato davvero cosa significava “competitività” come giocatore, e che mi ha spinto anche nella mia vita di uomo e in famiglia”. Giorgio Chiellini ha invece rimarcato che: “La Juventus è storia, passione, orgoglio, sacrificio e vittoria. La Juventus è famiglia. La Juventus è più grande di tutto, di tutti, per sempre”.
    Anche Claudio Marchisio, che ha trascorso tutta la carriera in bianconero, ha salutato il mondo Juve: “Sono 100 anni esatti che la famiglia Agnelli è legata alla Juventus. Si tratta di qualcosa di unico al mondo. Non esiste un club sportivo di qualsiasi disciplina che possa vantare una proprietà così longeva. Essere juventino è qualcosa di profondo: è orgoglio, è passione, è voglia di non arrendersi mai. È la storia di una famiglia, ma è diventata anche la storia di ognuno di noi. UNICI. Proprio come quello che siamo stati. Come quello che siamo. Come quello che saremo, #FinoAllaFine”.
    Nella storia della Juve resterà anche Sara Gama, capitano della Juventus Women: “La Juventus per me è l’insieme di identità, dedizione e vicinanza continue nel tempo per scrivere pagine di sport uniche. Ho l’onore e il privilegio di esserne il Capitano dall’inizio dell’avventura femminile, alzare trofei è il nostro unico obiettivo, seguendo e mettendo in campo sempre i tre valori cardine elencati”. LEGGI TUTTO

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    Il secolo degli Agnelli: il ricordo speciale della Juventus

    È un legame inscindibile quello tra la Juventus e la famiglia Agnelli. Una sorta di binomio che va avanti fin dagli albori del club, diventato negli anni uno tra i più blasonati al mondo. Un amore reciproco, duraturo, sempre ardente e vivo.
    Esattamente 100 anni fa, il 24 luglio 1923, nasceva la prima Juventus targata Agnelli. Edoardo acquistò il club ereditando il ruolo di presidente da Gino Olivetti e diventando il dodicesimo timoniere di Madama. Nel giorno del centenario, la società ha voluto ricordare questo storico passaggio di consegne con un comunicato sul sito ufficiale. 
    In 100 anni di Agnelli una sola filosofia Juve
    Tutti gli Agnelli alla presidenza della Juventus

    “È una storia che inizia esattamente un secolo fa. Una storia di visione, progetti, vittorie, crescita, futuro, ma principalmente, una grande, infinita, storia d’amore – si legge -. Il 24 luglio 1923 Edoardo Agnelli diventava Presidente della Juventus: il primo, della famiglia Agnelli, a legare il suo nome ai colori bianconeri. Edoardo, poi Gianni, l’Avvocato, Umberto, il Dottore, e infine Andrea. Sono i nomi di coloro che hanno guidato la Juventus in prima persona, come Presidenti, ma il legame fra il Club e la famiglia non si è mai spezzato. Ed è, anche oggi, fortissimo”.
    Platini, la Juve e 100 anni con gli Agnelli: “L’Avvocato e il Pallone d’oro”
    Guarda la galleryJuve, 100 anni con gli Agnelli: dieci frasi per capirne il senso
    Juventus-Agnelli: un legame nel segno dell’amore 

    “Quante cose accadono, in un Secolo: cambia letteralmente il mondo. Se pensiamo alla storia, e ovviamente anche alla nostra, in questi 100 anni, vengono davvero le vertigini: si susseguono generazioni, la vita delle persone si modifica di continuo, la società è sempre diversa, in evoluzione. Praticamente niente, di quello che esisteva 100 anni fa, è rimasto uguale. Anche la Juventus è in continua evoluzione: da Fidanzata d’Italia a Signora, da club italiano a brand mondiale, all’interno di un universo, quello del calcio, che anche lui non è mai uguale a sé stesso – continua la nota -. È bello, però, pensare che c’è qualcosa che, in questi decenni non è cambiato: magari si è rinforzato, si è alimentato, è cresciuto, ma non è cambiato. Parliamo dell’amore di un popolo verso i suoi colori. Quell’amore che ti fa stare unito, sempre, nei mari calmi e nelle tempeste, nelle vittorie e nei momenti meno facili, nei trionfi e nelle fasi in cui, tutti insieme, si lavora per tornare al nostro posto. Il primo. Quell’amore, che il popolo della Juve, la grande famiglia della Juve, ci tributa ogni giorno con una forza che non si può discutere, e che è lo stesso che da 100 anni guida i passi della famiglia Agnelli in bianconero. L’amore. Perché alla fine, il senso è tutto qui”. LEGGI TUTTO

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    Plusvalenze Juve, Agnelli ricorre al Tar contro i due anni di squalifica

    L’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli ha appena presentato ricorso al Tar contro la decisione del Collegio di garanzia dello Sport del Coni, che ha sancito per lui due anni di squalifica per la vicenda plusvalenze. Nella giornata di oggi scadevano i termini per presentare appello alla giustizis amministrativa. A guidare il team di legali di Agnelli in questo ambito è l’avvocato Vittorio Angiolini. LEGGI TUTTO

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    Lapo Elkann, il silenzio e il dialogo con i tifosi della Juventus: “Uniti più che mai, vinceremo”

    TORINO – #enjoythesilence, il post di Lapo Elkann su Twitter. Goditi il silenzio nel momento della tempesta. Alla Juventus c’è chi sta zitto e c’è chi urla. I tifosi, così, si dividono e provano a dialogare con il nipote dell’Avvocato. «Lapo io ti voglio bene e ti stimo. Ma è anche per colpa del silenzio che siamo in questa situazione… Forse è giunta l’ora di PARLARE. Noi tifosi ne avremmo un gran bisogno!», gli scrivono. E Lapo risponde così: «Capisco bene e capisco la vostra sofferenza, è così per tutti noi bianconeri e perciò in momenti difficili dobbiamo essere UNITI più che MAI. # fino alla fine». «Parla. Non serve a niente questo post Lapo», ribatte un altro. Ancora Lapo: «Serve, a volte come dice il detto il silenzio è d’oro».

    Lapo Elkann, i tifosi: «Siamo con voi»

    Altri ancora: «Lapo ti vogliamo vedere urlare ma solo allo stadio», «Siamo con voi, ma sarà davvero dura contro questi lestofanti», «Andiamo di Superleague e facciamoli fallire», «Lapo hai ragione che dobbiamo essere uniti più che mai ma se rimaniamo in silenzio ci puniranno di più… #FinoAllaFine», «Esattamente ora le parole valgono zero. Ci vogliono i fatti. Tirare fuori le palle, allenatore, giocatori, dirigenti, magazzinieri, preparatori. Uniti dal primo all’ultimo e remare TUTTI verso un’unica direzione. Fino alla fine», «Lapo, io ci sono e ci sarò sempre, la Juve è casa nostra. Mi fido di quello che fate e so che non mollerete di un centimetro per difenderci», «Lapo vogliamo solo essere tranquillizzati visto che sentiamo parlare di serie B, non lo meritiamo noi ne il mondo Juve, abbiamo fiducia in voi, difendeteci da tutta la m…a che ci stanno tirando addosso», «Lapo bisogna difenderci in tutte le sedi la proprietà deve difendere la passione di milioni di tifosi bianconeri», «Lapo ti si vuole bene e sono sicura che parlerai al momento opportuno… Però in questo momento ci servono rassicurazioni si quanto sta succedendo!», «Lapo io ci sono e ci sarò sempre, la Juve è casa nostra. Mi fido di quello che fate e so che non mollerete di un centimetro per difenderci», «Certo… Ora il silenzio ma che si deve trasformare in voce nei posti e tribunali che contano… Non possiamo accettare tutto questo senza una regola scritta… Non possiamo essere sempre noi i primi e i capri espiatori di un sistema malato e che va rifondato… Ciao Lapo», «Lapo, tu e tuo fratello John siete il nostro unico appiglio, l’unica speranza di ribaltare delle sentenze preconfezionate indegne. Vostro nonno non avrebbe consentito questo scempio, e lo sai. Grazie», «Hanno messo in mezzo Exor, quindi potresti parlare eccome … Noi siamo con voi, sempre. Non ci meritiamo un altro 2006…», «Lapo l’intercettazione tra John e Andrea è stata usata in sentenza come prova di colpevolezza. Una sentenza non giuridica ma politica. Stavolta, a differenza del 2006, bisogna TARtassarli», «Una provocazione, ma anche un suggerimento… Dato che è tutto orchestrato per punirci sommariamente per un sistema 20ennale di plusvalenze a specchio! Non è possibile lasciare per sempre la #SerieA e magari arrecare un danno indiretta al sistema ‘anti-Juventino’ ?! #SuperLega» e via così.

    Lapo Elkann e la cessione della Juventus

    Ancora Lapo: «Io non mio occupo di Juve non ho ruoli manageriali, né sono in consiglio. Con unione e compattezza VINCEREMO al più presto», «Guarda la storia, poi parla – in risposta a uno che chiede la cessione della società -. Il futuro sarà ricostruito, ne sono certo», «Il passato è passato, guardiamo al futuro con grinta ed ottimismo, siamo guerrieri Sì o No» e il dialogo continua… LEGGI TUTTO

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    Pogba, il boato dello Juventus Stadium! Il ritorno a casa

    TORINO – A sei mesi dall’infortunio al ginocchio, rottura del menisco esterno, Paul Pogba è finalmente pronto per il debutto stagionale. Si parte con una panchina in questo match pomeridiano contro il Monza e la sensazione è che possa giocare l’ultimo spezzone della partita come rodaggio per il quarto di finale di Coppa Italia contro la Lazio che si disputerà sempre qui all’Allianz Stadium giovedì sera. Fermento sugli spalti per l’ingresso del francese in campo per il riscaldamento: un boato lo accoglie. E la stagione può cominciare. LEGGI TUTTO

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    Tifosi, che incitamento alla Juve. E striscione per Gianni Agnelli

    TORINO – Tifosi scatenati all’arrivo del pullman della Juventus. Almeno in trecento hanno bloccato tutto attorno allo Stadium per incitare a gran voce la squadra di Max Allegri. Grande trasporto e anche striscioni: uno in ricordo di Gianni Agnelli. La partita contro il Monza segna il ritorno di Paul Pogba e il recupero di Dusan Vlahovic. Juve senza via di scampo per tentare la rimonta dopo il -15: serve un successo. LEGGI TUTTO