TORINO – «L’unico rammarico, tra le tante trattative, è quel Van Persie con quella cena organizzata a casa mia in 3 minuti. Se penso a un rimpianto è sicuramente Robin, anche per la missione in avanscoperta che avevi fatto tu, Fabio (Paratici, ndr), qualche settimana prima». Andrea Agnelli dixit. È passato parecchio tempo, quasi 10 anni. Tuttavia probabilmente molti tifosi ricorderanno quella intensa primavera-estate del 2012. Il nome di Van Persie giunse come un fulmine (meglio, una scarica di adrenalina) a ciel serenissimo, cioè in un periodo in cui la Juventus alzava le proprie ambizioni e si apprestava a vincere lo scudetto con Antonio Conte. Le voci e le indiscrezioni legate al possibile acquisto del campione olandese suonavano come certificazione del nuovo status della Juventus quale ritrovata big con ambizioni internazionali.
Van Persie, il tormentone dell’estate 2012
Il tormentone ebbe inizio anche, soprattutto, su Tuttosport a partire da aprile. Galeotto fu il secondo di due blitz di Fabio Paratici, allora ds e braccio destro di Beppe Marotta, a Londra. Teoricamente partì per assistere ad una partita del Chelsea, ma praticamente per incontrare gli agenti Kees Vos e Alex Kroes e parlare del futuro di Van Persie, il cui contratto con l’Arsenal sarebbe scaduto di lì a un anno. E’ proprio questo il viaggio preparatorio cui fa riferimento il presidente Agnelli. Da quel momento l’affare prese quota e la trattativa divenne di dominio pubblico. Chi era più fiducioso e ottimista, chi invece scettico. Tutti, però, avevano capito che qualcosa bolliva in pentola.
La Juve e quell’offerta per Van Persie
Parallelamente alle indiscrezioni, infatti, giungeva la voce dei diretti interessati. Van Persie ammiccava pubblicamente all’ipotesi di un trasferimento in bianconero spingendosi di fatto al massimo di ciò che potesse fare, considerando che era ancora un giocatore dell’Arsenal. All’allora inviato di Tuttosport, Gianni Lovato, dopo una partita con la Nazionale, spiegò in esclusiva che «voglio vincere, la Juventus è una grande squadra». Mentre il tecnico-manager dell’Arsenal, Arsene Wenger, ammetteva di voler prolungare il contratto con l’attaccante, ma che «sarà lui a decidere». Nel frattempo i pezzi del puzzle, in ottica dei dirigenti bianconeri, parevano andare tutti al posto giusto: i risultati sul campo (aritmetica qualificazione in Champions, prima ancora che il trionfo tricolore) garantivano di conseguenza i soldi da investire per Van Persie: considerando l’imminente svincolo dell’olandese, la Juventus era convinta di potersela cavare mettendo sul piatto una offerta da 20, massimo 25 milioni di euro. Marotta e Paratici avevano già apparecchiato la trattativa e, per la verità. anche una bella tavolata (a casa Agnelli) cui lo stesso Van Persie si era accomodato per pranzare con la dirigenza dopo aver visto il centro d’allenamento.
Sorpasso United
Insomma, tutto sembrava pronto: lo stesso presidente Agnelli, come confermato proprio venerdì, aveva già messo in conto di poter inaugurare formalmente la nuova stagione con l’annuncio di un campione del livello dell’olandese. Ma a mandare il boccone di traverso giunse l’interferenza del Manchester United. Una turbolenza in grado di far vacillare persino le più squisite e sincere buone intenzioni dell’attaccante: una maxi offerta arrivata, per l’Arsenal, di 28 milioni di sterline (oltre 30 milioni di euro). Van Persie dimostrà comunque rispetto per la controparte e manifestò l’intenzione di mantenere la parola data e aspettare, prima di accettare il trasferimento allo United, che la Juventus decidesse eventualmente di pareggiare l’offerta. Proprio perché la parola data davanti ad un gustoso piatto di cucina italiana e un buon bicchiere di vino ha un che di… gustoso. Ma, ai tempi, la crescita di fatturato e potenziale economico del club che di lì a poco avrebbe scritto la storia del calcio (comprando Higuain, Ronaldo a cento milioni e giù di lì) era ancora in fase embrionale. A Ferragosto, il gavettone ghiacciato: l’annuncio dell’accordo tra United e Arsenal per il trasferimento di Robin Van Persie.
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