Pagelle Juventus: serataccia Bremer, Rabiot stenta, Allegri osa troppo
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ha scritto per te Carlo Piacenti
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ha scritto per te Carlo Piacenti
Napoli show contro la Juventus che crolla sotto i colpi della formazione di Spalletti al Maradona. Gara dominata dagli azzurri che infilano la porta di Szczesny per ben cinque volte facendo registrare un record nei confronti di Allegri. La debacle dei bianconeri ha fatto registrare un dato negativo per il tecnico livornese che in 7 campionati di Serie A sulla panchina della Juventus ha subito per la prima volta quattro reti in una sola partita. La doppietta di Osimhen e le reti di Kvaratskhelia e Rrahmani hanno segnato una caduta storica per la Juventus e per il suo allenatore che, ironia della sorte, era stato protagonista da calciatore di una delle sconfitte più clamorose della storia bianconera.Guarda la galleryJuve horror a Napoli: Bremer diventa Ogbonna sui social
Allegri, il 5-1 del Pescara alla Juventus
Con la manita firmata da Elmas al Maradona cade un altro record storico che durava da quasi trent’anni. I bianconeri non subivano 5 gol in una sola partita in tutte le competizioni dal 30 maggio 1993 in Pescara-Juventus 5-1. Il primo gol degli abruzzesi lo realizzò proprio Massimiliano Allegri con un calcio di rigore calciato forte e centrale. LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – In teoria, ai fini della classifica, è meglio perdere una partita 5-0 (o a uno: come è successo alla Juventus in quel di Napoli) che perdere 5 partite per 1-0. Però per l’orgoglio, per il morale, per la convinzione nei propri mezzi… No, decisamente no: una sconfitta così fragorosa e pesante e ingiustificabile in casa proprio del Napoli, rappresenta una botta di quelle che restano nella storia. E rappresentano il peggior modo possibile per definire la chiusura – ufficiale: ultima partita – della presidenza Andrea Agnelli. L’unica attenuante: la straboccante potenza del Napoli, perfettamente organizzato tatticamente e nettamente superiore a livello qualitativo e altresì mentale. Giocava a memoria e levava il fiato, concedendosi giusto qualche piccolo svarione a livello individuale (in occasione del momentaneo 2-1 di Angel Di Maria). Dimostrava, il Napoli, non solo che se sta là davanti dei meriti ce li ha, ma anche che ha tutte le carte in regola per restarci sino alla fine.Guarda la galleryJuve horror a Napoli: Bremer diventa Ogbonna sui social LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – Sono ormai lontani i fasti delle garze e dei turbanti a fasciare il capo insanguinato di Chiellini, di cui per altro ha ereditato il numero sulla schiena. Ma ieri, alla Continassa, Bremer si è presentato con un vistoso “tape” alla gamba sinistra, cerotto che ne conteneva – in particolare – il ginocchio. Una sorta di medaglia al suo spirito guerriero e alla sua smania di lavorare anche sopra acciacchi e fastidi. Ma nulla di preoccupante, anzi. Il brasiliano proprio nell’ultimo allenamento allo Juventus Training Center è tornato a sudare a pieno regime con i compagni, dopo alcuni giorni di sedute individuali. Una precauzione, più che una conseguenza, del leggero affaticamento patito alla vigilia della partita con l’Udinese e che, appunto, sabato sera aveva escluso il centrale dalla lista dei convocati di Allegri. Uno scrupolo osservato anche in contumacia della diffida che pendeva sulla testa dell’ex Torino e che, di fatto, ne metteva a rischio la presenza nella partita più importante di questa fase della stagione, ovvero la trasferta di domani sera al Maradona. Quando i muscoli e la velocità di Bremer, di fronte alla capolista Napoli, saranno fondamentali per contenere la potenza di Osimhen, già arginato con successo dal bianconero nei precedenti confronti sul palcoscenico della Serie A.Guarda la galleryJuventus, la probabile formazione di Allegri contro il Napoli LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – Fuori i secondi (tempi): e la Juve si scatena. Considerando solo la ripresa delle partite di campionato, infatti, sarebbe prima in classifica. Trentotto punti contro i 37 del Napoli attuale capolista. E’ questa una graduatoria che non garantsce premi, ma permette riflessioni. Nello specifico, tale primato, è una piccola grande rivincita d’inizio anno per Massimiliano Allegri, che ormai anche se gli chiedi “scusi, che ore sono?” puntualizza che… «mi vien da ridere perché prima si parlava di infortuni, di preparazione. Adesso che le cose vanno bene nessuno parla più di preparazione fisica!».
Ma guarda un po’.
Orbene: si potrebbe aprire tutto un amletico e marzulliano filone di riflessioni ed elucubrazioni chiedendosi quali siano le cause e quali invece le conseguenze (cioè: non se ne parla più perché si vince o si vince perché la preparazione non è più un problema, e dunque non se ne parla più?). Ma tant’è. Importa fino ad un certo punto.
Guarda la galleryJuventus prima nella classifica dei secondi tempi LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – Rivoluzionata e anche un po’ rivoluzionaria: testa, gambe e cuore, così Massimiliano Allegri ha ricostruito la sua Juventus. In cinque mosse, navigando con abilità nella tempesta, da ammiraglio di lungo corso: dall’inferno dell’eliminazione della Champions, dalla «vergogna» (parola dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli) di Haifa, passando in mezzo alla bufera delle inchieste e alla rivoluzione societaria che ha condotto a un nuovo Cda. Nel marasma, Allegri è la certezza a cui aggrapparsi: incassata la fiducia piena di John Elkann, che lo ha indicato come punto di riferimento dell’area sportiva, il tecnico livornese ha preso per mano la Juventus portandola via dalle sabbie mobili, quantomeno in campionato: indipendentemente dalla corsa di Napoli e Milan, il fatto che la Juventus venerdì al Maradona possa giocarsi una fetta di corsa scudetto è già un’impresa, ripensando a com’era la situazione anche soltanto tre mesi fa. Allegri ci è riuscito in cinque mosse, vediamo come.Guarda la galleryIl Milan pareggia, la Juve è seconda: Allegri re del web bianconero
Orgoglio e giudizio
Max ha saputo entrare nel cuore dei giocatori, toccando le corde giuste: ha colpito nel modo corretto, e allo stesso tempo stimolato, i campioni. Di pari passo, ha saputo cavalcare l’entusiasmo e la spensieratezza dei giovani. In questo modo la Juventus ha ritrovato autostima, fiducia e, di conseguenza, risultati. Danilo è stato la colonna portante, ma non l’unico elemento che, all’interno dello spogliatoio, ha saputo dare una mano al tecnico per creare il giusto clima, fondamentale per ottenere le otto vittorie consecutive in campionato, senza incassare gol. LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – Il filotto di 8 partite vinte senza prendere nemmeno un gol ha un nome e anche un cognome: Massimiliano Allegri. Così Max ha cambiato la Juventus, incidendo su testa, gambe e cuore.
La testa
Uno dei grandi meriti di Max è aver isolato la squadra dagli spifferi esterni: le inchieste e la rivoluzione societaria non hanno influito sulle prestazioni, anzi sono diventati benzina per spingere ancora di più. E la gestione della sosta, dal punto di vista mentale, è stata magistrale. LEGGI TUTTO
ha scritto per te Carlo Piacenti
TORINO – Neanche il tempo di festeggiare la vittoria contro l’Udinese, l’ottava consecutiva in campionato, che la Juventus stamattina è già tornata alla Continassa per preparare il big match di venerdì sera in casa del Napoli. In programma una seduta di allenamento in cui la squadra è stata divisa in due: soltanto lavoro di scarico per chi ieri è sceso in campo mentre chi è rimasto in panchina si è allenato con la Primavera con esercitazioni miste e partitella conclusiva. LEGGI TUTTO
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