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    Allegri, i “giocatori di categoria” Fagioli e Miretti

    Il problema è che sul web tutto si consuma, ma tutto resta rintracciabile. Così, in calce alla legittima soddisfazione di Allegri per la vittoria sull’Inter, che mantiene comunque inalterato a -10 il distacco dal Napoli primo, tornano alla memoria le ferragostane parole di Allegri a proposito dei “giocatori di categoria”. Dopo il successo sul Sassuolo nella prima di campionato, Max dixit: “Nel calcio come nella vita ci sono delle categorie, altrimenti alcuni giocatori non costerebbero più degli altri. Se non si capisce questo, allora non si può parlare delle partite. Sono i campioni come Di Maria a deliziare il pubblico e a far vincere le partite con le loro giocate”. Prima obiezione: malauguratamente, Di Maria è rimasto più a guardare che a giocare. Seconda obiezione: se cominciamo a contare quanti soldi siano costati alla Juve alcuni campioni e quanto non abbiamo reso nella Juve, facciamo notte. Andiamo avanti. Dopo l’incolore pareggio di Marassi con la Samp, Allegri ha affermato: “Giochiamo con giovani bravi, ma senza esperienza in certi momenti della partita ed è normale che paghino questa cosa. Penso sia fisiologico avere certi problemi a questi livelli quando non hai esperienza, valuteremo il loro futuro a fine mercato”. Per fortuna dei bianconeri, nella sfortuna dei 24 ko (di cui 16 muscolari suddivisi fra 16 giocatori), Fagioli, Miretti e Soulé non sono partiti e, dopo avere pencolato fra campo e panchina, più in panchina che in campo sino alla metà di ottobre, l’emergenza ha schiuso loro le porte della prima squadra. La differenza si è vista. Aggiungete, la soddisfazione per la Juve di vedere Miretti premiato da Tuttosport quale Best Italian Golden Boy 2022 e Fagioli andare a segno a Lecce e contro l’Inter. Alle corte: se hai giovani di valore, devi farli giocare, soprattutto se guidi la Juve che nella seconda squadra ha investito pesantemente, crescendo in casa molti ragazzi di talento. Le categorie le definisce il campo: Fagioli, 21 anni e Miretti, 19 anni appartengono alla Categoria Juve. Come dice Danilo, “sono come Foden nel City”. Può bastare?Guarda la galleryJuventus-Inter, il sogno di Fagioli e il nuovo hashtag di Bremer: le reazioni socialIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Nedved, Juventus-Nantes, la 'forzatura' Fagioli-Miretti e il ritorno di Pogba, Chiesa e Di Maria

    “Hanno dodici punti su quattordici gare ma non vuol dire nulla, c’è tempo per prepararci bene. Il tempo da qui alla gara servirà sia a loro che a noi per sistemare le cose”. Così Pavel Nedved, vicepresidente della Juventus, ai microfoni di Sky Sport dopo il sorteggio dei playoff di Europa League che ha abbinato i bianconeri al Nantes: “Diciamo che abbiamo affrontato bene le ultime gare dove non abbiamo preso gol in campionato. Non siamo ancora messi bene per gli infortuni, ma chi è sceso in campo ha fatto molto molto bene”.
    Nedved su Kostic
    “Kostic? Sapevamo che stavamo prendendo un giocatore solido. All’inizio ha trovato delle difficoltà per un diverso tipo di campionato, molto più tattico. Ora sta dimostrando quanto vale in un ruolo ideale per lui”.
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    Allegri, lo scudetto e l’aiuto della sosta: “La Juventus ha una nuova certezza”

    TORINO – La Juventus si prende la vittoria contro l’Inter con una prestazione solida all’Allianz Stadium che rilancia la formazione di Allegri in classifica. Il tecnico bianconero parla con soddisfazione al termine del match ed elogia l’autore del vantaggio: “Io Rabiot lo considero un grande giocatore che ora sta maturando, stasera ha fatto una grandissima partita. Quando la squadra si mette a disposizione, l’uno con l’altro, è più facile trovare la vittoria”. Una vittoria importante per la Juve, Allegri spiega: “Il Modulo? Sicuramente ha dato certezze, ma quelle maggiori sono quelle di una squadra che si aiuta. Una squadra che capisce i momenti, che gioca 95 minuti. Prima giocavamo mezz’ora, ora restiamo in partita. Dobbiamo recuperare tutti, ma questo è un passo importante”. Elogi per la difesa migliore del campionato e Allegri si rivolge ad una vecchia conoscenza: “Barzagli era un professore quando difendeva, era straordinario. I 3 di oggi bene, soprattutto nel secondo tempo”.Guarda la galleryJuventus-Inter, il gol di Danilo convalidato e poi annullato da Doveri FOTO
    Allegri: “Dopo la sosta non so che succede”
    Tornare a vincere contro una big è l’altro importante passo per la Juve di Allegri “Importante tornare a battere l’Inter, era importante vincere uno scontro diretto in questo modo. Abbiamo rischiato solo su Lautaro, ma quando giochi così è difficile prendere gol”. Il tecnico bianconero guarda al futuro e non chiude le porte a nessun traguardo possibile: “Il campionato è lungo, abbiamo avuto passaggi a vuoto soprattutto in Champions. La soddisfazione è aver battuto una grande squadra, ora altre partite difficili, poi tireremo una somma quando arriveremo alla sosta. Siamo a due punti dal quarto posto, il Napoli è lontano, ma il campionato è lungo e dopo la sosta non so cosa può succedere. L’obiettivo è quello di fare il massimo, non bisogna pensare che finisce stasera la stagione. C’è solo da lavorare, recuperare tutti i giocatori perchè con l’Europa League giocheremo molto spesso, giovedì e domenica”. In chiusura un pensiero per le condizioni di Vlahovic: “Vediamo se recupera, a stasera no. Vediamo nei prossimi giorni se il problema gli passa. Domani dovrebbero rientrare McKennie e Paredes, Kean dovrebbe essere a disposizione da martedì, qualcuno dovrebbe recuperare”
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    Resiste e colpisce: è una Juventus ritrovata

    TORINO – Una partita come metafora di una stagione intera? La Juventus proverà a far sì che la vittoria sull’Inter lo sia, intanto festeggia il successo su una grande (e quella che i tifosi godono di più a battere) che in campionato mancava dal 15 maggio 2021, anche allora sui nerazzurri, e incamera la quarta vittoria consecutiva, frutto della quarta partita di Serie A senza subire reti. Stavolta contro una squadra che segnava da 24 turni. Una vittoria e un poker che valgono il sorpasso sull’Inter e l’aggancio alla Roma, con il quarto posto occupato da Lazio e Atalanta lontano solo due punti.Guarda la galleryJuventus-Inter, il gol di Danilo convalidato e poi annullato da Doveri FOTO

    Resistere…

    Una partita come metafora di una stagione intera perché nel primo tempo, come in questa prima parte di stagione, la squadra di Massimiliano Allegri ha creato pochissimo in avanti e, pur concedendo complessivamente poco, ha rischiato due volte di subire gol: graziata, e questa fortuna è stata invece un inedito o quasi (il quasi è il palo di Hjulmand contro il Lecce), dagli errori di Dzeko e Dumfries. Ha resistito, la Juventus, e le si poteva chiedere poco di più, senza nove indisponibili tra cui uomini chiave come Pogba, Vlahovic e Paredes, e altre due stelle come Di Maria e Chiesa in panchina con una ventina di minuti nelle gambe. A complicare il tutto, la maggior freschezza dell’Inter, con sei giocatori nuovi rispetto alla partita di martedì a Monaco di Baviera, giocata senza l’assillo del risultato, mentre Allegri aveva potuto cambiarne appena due rispetto alla sfida col Paris Saint-Germain, giocata un giorno dopo. 

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    …e colpire

    Al netto della citata fortuna nelle due occasioni nerazzurre, la Juventus ha però resistito con attenzione, determinazione e carattere, confermando di aver ritrovato almeno queste doti. Nella ripresa ha ritrovato anche altro: ha ritrovato il cinismo, ha ritrovato gli acquisti, con Kostic e Bremer che hanno giocato i loro 45 minuti migliori in bianconero, e ha ritrovato Chiesa e Di Maria, preziosi nel tenere palla in avanti nel finale. Ha ritrovato, cioè, tutto quello che Allegri si augura di ritrovare da adesso in avanti. E ha vinto, nonostante un discutibile gol annullato dal var (e anche qui c’è del già visto…) a Danilo perchè il pallone che calcia col sinistro sfiora la sua mano destra, quella del braccio che De Vrij gli stava trattenendo. Ha vinto segnando il primo gol con un gran contropiede di Kostic finalizzato da Rabiot, omaggio a Trapattoni rimasto l’unico allenatore juventino ad aver vinto più partite (319) di Allegri, che con 228 ha superato Lippi. E ha vinto chiudendo il conto con Fagioli, al secondo gol consecutivo in campionato e ancora tra i migliori. Resistere e colpire: ora la Juventus deve riuscire a farlo anche con Verona e Lazio, poi soprattutto da gennaio in poi. Come lo ha fatto nei 90 minuti contro l’Inter.

    Sullo stesso argomentoJuventus, Rabiot come Zidane e Platini: il dato contro l’InterJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juventus-Inter, Fagioli a colloquio con Doveri: Allegri interviene

    Pochi minuti dall’inizio di Juve e Inter e il clima è già caldissimo. Dopo un’azione di gioco l’arbitro Doveri ha fischiato contro i bianconeri e Fagioli si è avvicinato all’arbitro per chiedere spiegazioni, ma senza riceverne. Il centrocampista bianconero ha proseguito nel chiedere chiarimenti fino a che non è intervenuto Allegri. Le telecamere hanno pizzicato il tecnico mentre si rivolge al centrocampista dicendogli: “Fagio, lascialo perdere”. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Barzagli: “Giovani? La maglia pesa, ma stanno dando tanto”. E su Fagioli…

    TORINO – In un collegamento su DAZN, l’ex difensore della Juventus Andrea Barzagli ha commentato la svolta verso i giovani messa in atto da Allegri nell’ultimo periodo: “C’è da capire che un ragazzo ha bisogno anche di fiducia, di giocare e sentirsi dentro il gruppo. Quindi, a volte, quando hai pochi minuti non è semplice. Però sono lì alla Juve, ce l’hanno”.Guarda la galleryJuve, in campo contro l’Inter con una maglia speciale
    Juventus, Barzagli e la svolta dei giovani
    Proseguendo nel suo ragionamento Barzagli è entrato più nello specifico: “Io ho conosciuto Fagioli, Miretti no. Ha una grande tecnica e sa giocare a calcio. Normale che giocare nella Juventus a questa età non sia semplice, è un peso, perché ci sono tante aspettative in questo momento in cui le cose non vanno come ci si aspettava. Lanciare questi ragazzi, vedere questa energia, sicuramente sta dando tanto”.
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    Juventus-Inter, la probabile formazione di Allegri

    TORINO – La grande prestazione contro il Paris Saint-Germain in Champions non ha permesso alla Juventus di evitare la sconfitta ma, complice il tennistico successo del Benfica contro il Maccabi Haifa, non ha privato i bianconeri del passaggio in Europa League. Con gli impegni internazionali in naftalina fino a febbraio e con la sosta per i Mondiali ormai alle porte, l’obiettivo di Massimiliano Allegri è quello di incrementare il filotto in campionato, giunto a tre vittorie consecutive. Prima di Lazio e Verona, però, c’è l’Inter di Simone Inzaghi, rilanciatasi nel mese appena concluso dopo un settembre balbettante. Nel derby d’Italia il tecnico della Juventus – che ritroverà alcuni assenti illustri nelle ultime sfide – dovrebbe confermare il 3-5-2.
    Ballottaggio Szczesny-Perin: il polacco dovrebbe essere il favorito per la sfida contro l’Inter, ma Allegri non ha ancora deciso
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    L'Italia in panchina alla conquista della Champions. Manca solo Allegri

    TORINO – Cinque allenatori italiani in cerca della coppa dalle grandi orecchie. Cinque allenatori italiani che dimostrano, ancora una volta, quanto la nostra scuola sia tutt’altro che superata e inaridita. Cinque allenatori italiani che abbracciano varie generazioni e che insegnano la via per l’affermazione. In un modo o nell’altro.

    Ancelotti ha raggiunto Ferguson

    Carlo Ancelotti, innanzitutto. Con il suo Real Madrid, ha raggiunto il record delle 102 vittorie in Champions League, affiancandosi al mito di Sir Alex Ferguson. Non ci sono più parole per descrivere Carletto, colui che non passa mai di moda e che sa sempre arrivare in fondo, con il gioco, con i giovani, con i campioni rivitalizzati. E con quella calma che sa trasmettere al gruppo e all’ambiente. Pacificatore. Solo alla Juventus non ci è riuscito, ma questa è storia vecchia.

    Conte: con lui tutti in battaglia

    Antonio Conte, poi. Ovvero l’affamato perenne, il tecnico che trasmette adrenalina, dettami tattici, orgoglio infinito. Con il Tottenham ha timbrato nell’ultimo match, nell’inferno di Marsiglia: roba da duri. Come l’ex capitano e tecnico della Juventus, un motivatore senza eguali al mondo. Dategli un morto, lo farà resuscitare. Son e Kane lo amano, tanto per dire.

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