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    Juventus, il retroscena: Allegri e il discorso alla squadra. La frase detta ai suoi

    Al di là dei discorsi pubblici, ci sono quelli da dietro le quinte. In questi giorni Allegri ha molto insistito su un concetto, dopo aver tenuto a rapporto la squadra. Vale a dire: siete alla Juve e dovete dimostrarvi all’altezza, non potete farvi impaurire e guai a chi perde la speranza nella rimonta. Ancora più brutalmente: «Chi non se la sente lo dica e sta fuori, ma chi c’è tiri fuori i coglioni!». Manco a dirlo, nessuno s’è tirato indietro. Peraltro pur in questi momenti di difficoltà e risultati pessimi s’è avuto modo di apprezzare la disponibilità di molti, lo spirito di sacrificio (ad esempio di Alex Sandro, che a Lisbona era acciaccato ma è comunque sceso in campo). LEGGI TUTTO

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    Lecce-Juventus, la probabile formazione di Allegri

    Dopo il ko in Champions League contro il Benfica al Da Luz (4-3) che ha sancito l’eliminazione della Juventus dalla Champions League, la squadra di Massimiliano Allegri riparte dal campionato e lo fa dalla trasferta del Via del Mare contro il Lecce in programma sabato alle 18. I bianconeri, che mercoledì alle 21 si giocano l’accesso almeno all’Europa League nella sfida contro il Psg all’Allianz Stadium (Juventus e Maccabi Haifa sono entrambe a tre punti in classifica), vogliono dare continuità alle due vittorie consecutive in campionato. Dopo il successo di misura nel derby contro il Torino firmato Vlahovic, infatti, la Vecchia Signora si è sbarazzata dell’Empoli con un netto 4-0. Vincere in Salento sarebbe importantissimo sia per la classifica, che al momento vede i bianconeri a -10 dal Napoli capolista, sia per il morale in vista del big match contro l’Inter in programma il prossimo 6 novembre a Torino. Ecco intanto la probabile formazione di Allegri per la sfida ai pugliesi.

    Szczesny: il portiere polacco, dopo i problemi fisici nella prima parte di stagione, quando è stato sostituito da Perin, è tornato in pianta stabile tra gli 11 titolari il 2 ottobre contro il Bologna (3-0) e da quel momento è sempre stato confermato da Allegri

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    Juventus, Iling per Cuadrado: Allegri e l'idea di Brambilla

    Il nome nuovo, in questa incerottata e claudicante Juventus, è quello di Samuel Iling Junior. Un profilo inedito per i più, sbucato fuori negli ultimi giorni dalla sempre più prolifica palestra che risponde al nome di Next Gen. Un giocatore, però, che negli ultimi mesi è stato inquadrato ed esaltato da chi, della seconda squadra bianconera, è al timone. Il tecnico Brambilla, dopo sette stagioni e tre scudetti nel vivaio dell’Atalanta, in estate ha accettato la scommessa della Juventus, scoprendo quasi subito le doti dell’esterno offensivo. Quasi perché l’ex Chelsea, in realtà, ha saltato la prima parte di ritiro e si è unito ai compagni soltanto a fine luglio, così da smaltire le tossine accumulate nelle gambe durante la cavalcata che lo ha visto diventare campione d’Europa Under 19 con l’Inghilterra. Tra doppi allenamenti a Vinovo e numerosi test amichevoli, complice lo slittamento del via della stagione in Serie C, l’allenatore si è ben presto invaghito delle qualità tecniche ed atletiche del 19enne, provando in settimana tutte le soluzioni possibili per sfruttarne appieno il potenziale in partita. E, proprio in partita, Iling è stato il principale protagonista dell’avvio stagionale della Next Gen, con quattro gol e un assist in sette partite, bottino che ne fa tuttora il capocannoniere del gruppo.Guarda la galleryJuventus, Iling e gli altri: i 25 esordi bianconeri in Prima Squadra
    Iling, la doppia soluzione a disposizione della Juventus di Allegri
    E quel ruolino di marcia, il ragazzo cresciuto nell’Academy dei Blues fin dall’età di 8 anni, l’ha scritto percorrendo su e giù l’amata fascia sinistra, ma non soltanto. Perché Brambilla, esperimento dopo esperimento, si è convinto a imboccare anche una via alternativa. Ovvero quella che ha previsto il dirottamento di Iling, mancino naturale, sulla fascia destra. Così da permettergli non soltanto di puntare l’uomo e raggiungere il fondo, marchio di fabbrica dell’ala inglese, come scoperto sulla propria pelle anche dalla retroguardia del Benfica martedì sera al Da Luz, ma anche di ampliare il bagaglio di soluzioni a disposizione convergendo verso il centro per imbucare in verticale il pallone oppure calciare. Anche perché la conclusione in porta certo non fa difetto al giovane cresciuto insieme all’amico fraterno Musiala: Iling ha realizzato 15 reti in 66 presenze in Under 19, prima di meritare la promozione in Next Gen e quindi la chiamata di Allegri, che lo ha fatto esordire in prima squadra venerdì scorso contro l’Empoli e quindi gli ha dato continuità in Champions League.
    Sì, caro Allegri devi proprio cambiare aria. Largo ai ragazzi del 2003
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    Sì, caro Allegri devi proprio cambiare aria. Largo ai ragazzi del 2003

    Ha proprio ragione Tuttosport che stamane, in tono perentorio, ha  titolato in prima pagina: ‘Allegri, cambia aria’. E se non è sfuggita anche l’interpretazione maliziosa dell’invito che ci sta tutta, le immagini di Miretti, Soulé e Iling hanno subito centrato la questione del giorno. Prigioniera nel tunnel di una crisi già costata la dolorosissima eliminazione dalla Champions League, con tutto ciò che ne consegue, può la Juve continuare a impiegare a singhiozzo i suoi giovani talenti? No che non può. Nel marasma lisbonese, i tre ragazzi del 2003 hanno dimostrato che cosa significhi il vero attaccamento alla maglia: se non fosse stato  per loro, l’umiliazione benfiquista sarebbe stata ancora più insopportabilmente urticante. E allora, caro Allegri, in questa Juve così malridotta, senza gioco, senza qualità, senza nerbo, il tempo dei “giocatori di categoria” è finito. Altrimenti, a che cosa serve la seconda squadra, meritoriamente allestita dalla società e non a caso ribattezzata Next Gen? Dal 2018, anno di fondazione, a oggi sono stati 25 i giocatori che hanno assaporato il debutto bianconero in Serie A. Fagioli, Iling, MIretti, Soulé sono la nuova onda verde. Cavalcarla è d’obbligo. Sprecarla, una jattura. Purtroppo, non è la sola.Guarda la galleryJuventus, Iling e gli altri: i 25 esordi bianconeri in Prima SquadraIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, Allegri si gioca il futuro in 5 atti

    TORINO- Parola d’ordine: unità. Il presidente Andrea Agnelli ha convocato tutti i dipendenti bianconeri per rassicurare e tranquillizzare in merito agli sviluppi dell’inchiesta prisma. Così come il tecnico Massimiliano Allegri, sul lato sportivo, è al lavoro per ricreare compattezza in un gruppo che pareva essersi ritrovato dopo il ritiro post ko con il Maccabi Haifa ma che poi è crollato malamente contro il Benfica. Quanto di buon fatto, rischia ora di esser gettato a mare in caso di nuova figuraccia a Lecce.

    Esami

    Allegri si gioca molto. La linea della società resta ferma in merito alla volontà di non cambiare guida tecnica in corsa, ma la pazienza ha un limite e – soprattutto – si rischia di compromettere anche il campionato, con nuovi ko. Restano 5 partite (4 in campionato e una in Champions) prima della sosta per i mondiali. Cinque partite in cui Allegri può rinsaldare la propria posizione oppure comprometterla. LEGGI TUTTO

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    La Juve e l'inchiesta Prisma: Agnelli convoca tutti i dipendenti

    TORINO – Ha convocato tutti i dipendenti per chiarire la posizione della Juventus dopo le ultime vicissitudini giudiziarie: così ha deciso il presidente Andrea Agnelli in queste ore in cui il club è alle prese non solamente con una profonda crisi sportiva, ma anche con tutte le implicazioni derivanti dalla chiusura dell’inchiesta Prisma che era stata aperta dalla Procura di Torino per far luce sul caso delle plusvalenze e del congelamento degli stipendi in epoca Covid. Chiarissimo il messaggio del numero 1 della Juve. In soldoni: stiamo uniti, la correttezza del club non è mai stata in discussione.Sullo stesso argomentoInchiesta Juve, chiuse le indagini: notifica ai componenti del CdaJuventus

    Tutti presenti, tutti uniti

    Agnelli ha chiamato a sé anche tutta l’area tecnica della Juventus, quindi Massimiliano Allegri e il suo staff, l’area tecnica del settore giovanile bianconero al completo, il direttore sportivo Federico Cherubini e gli altri dirigenti, più gli avvocati del club. È stata fatta chiarezza sullo stato dell’arte, in particolare su tutte le motivazioni alla base della certezza, più volte confermata da Agnelli, che la Juventus ha fatto tutto quello che doveva fare, rispettando le regole, come ribadito a più riprese da quando è stata comunicata la chiusura delle indagini. Tutti uniti, insomma, per il bene della Juve.

    Sullo stesso argomentoJuventus: cos’è la carta Ronaldo e come influisce sull’inchiesta per falso in bilancioJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juventus, con il 3-5-2 più gol e meno rischi: cosa va e cosa migliorare

    In vista della delicata trasferta di Champions in terra portoghese, la Juventus può alzare il proprio livello di ottimismo facendo affidamento sulle due ultime partite disputate, contro Torino e Empoli. Le due vittorie consecutive inanellate nel derby e in casa contro i toscani rappresentano infatti una crescita che, se accompagnata da risultati e prestazioni future, potrebbe essere vista come un turning point della stagione. Vediamo allora, a questo punto dell’anno, cosa comincia a funzionare nell’undici di Allegri e cosa invece deve ancora essere sistemato. LEGGI TUTTO

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    Milik, la voglia di Juve e le istruzioni di Allegri: “Preferisco giocare così”

    TORINO – Arkadiusz Milik ha rilasciato un’intervista a L’Equipe. L’attaccante polacco ha raccontato al quotidiano sportivo francese del suo ritorno nel calcio italiano, con il trasferimento alla Juventus nell’ultima sessione di mercato: “I primi contatti per il mio trasferimento in bianconero sono iniziati prima della partita contro il Nantes, nella quale sono rimasto in panchina. La Juventus mi voleva già dai tempi in cui giocavo nel Napoli, ma allora non fu possibile trovare l’incastro giusto. Siamo felici di esserci ritrovati oggi”, ha spiegato. In merito allo stile di gioco prediletto, Milik non ha dubbi: “In quasi tutte le partite che ho giocato qui a Torino avevo un altro attaccante al mio fianco, penso che così sia più semplice perché hai più soluzioni”.
    Milik: “Non ho problemi a comprendere Allegri”
    In merito alle indicazioni di Allegri, Milik si è espresso così: “Parlo bene l’italiano e questo è un vantaggio importante. Non ho problemi a comprendere l’allenatore e tutte le istruzioni che mi dà”. In seguito, non è mancata una considerazione tattica sullo stile di gioco del campionato italiano: “Qui in Italia c’è molta tattica, sia in allenamento che in partita. In Francia invece ci sono molti più spazi per i giocatori rapidi, o esterni di fascia che corrono tanto”.
    Milik: “Al Marsiglia potevo dare di più, Tudor sta facendo bene”
    Infine, non potevano mancare un paio di domande sul Marsiglia, ex club di Milik nella passata stagione: “Al Marsiglia ho fatto bene, ma potevo fare molto meglio e ne sono consapevole. Qualche volta, però, per fare meglio, soprattutto per un giocatore con le mie caratteristiche, si ha bisogno di essere circondati da brave persone che giochino anche loro per te”. Poi, sull’attuale operato dell’ex juventino Igor Tudor alla guida del club: “Sta facendo bene. Sta facendo delle scelte che faceva anche in Serie A”.
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