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    Juventus, Allegri allarga lo staff: ecco chi è il tattico Paolo Bianco

    TORINO – Massimiliano Allegri allarga il suo staff. A entrare nella squadra che allenerà la Juventus della prossima stagione è Paolo Bianco, classe 1977, ex difensore che Allegri aveva allenato a Cagliari, ha poi intrapreso una carriera da tecnico che lo ha portato a essere il vice di De Zerbi, al Sassuolo e poi allo Shakhtar.

    PERCHÉ – Ma perché Allegri allarga il suo staff? È sempre più comune, soprattutto nelle grandi squadre, vedere un gruppo particolarmente nutrito di allenatori. C’è un progressivo e massiccio utilizzo e analisi dei dati, uno studio meticoloso degli avversari e anche nel lavoro sul campo ci sono metodi che portano a separare i gruppi di lavori ognuno dei quali affidato a un tecnico. L’allenatore di un top team, dunque, sta diventando un direttore di un gruppo di lavoro che esegue o, meglio, fa eseguire le sue direttive.

    CULTURA DIVERSA – È significativo che Allegri allarghi il suo staff con un allenatore che, lavorando con De Zerbi, ha una visione del calcio abbastanza differente da quella di Max. Ma molto probabilmente è la ragione per la quale Allegri lo ha scelto: sempre pronto a mischiare le sue idee con quelle altrui se gli sembrano buoni, il tecnico juventino potrebbe sfruttare le esperienze diverse del nuovo tattico.

    LO STAFF – Questo senza toccare i ruolo degli attuali membri dello staff di Allegri, che comprende innanzitutto Marco Landucci nel ruolo di viceallenatore. Troviamo poi Aldo Dolcetti, Maurizio Trombetta e Simone Padoin nel ruolo che viene genericamente indicato come “collaboratore tecnico” e che, a seconda del personaggio, si declina in modi diversi: dal lavorare sulla tecnica, al dirigere esercitazioni tattiche fino a coadiuvare il lavoro dei preparatori, a capo dei quali c’è Simone Folletti. Sono invece più di dieci anni, quelli di servizio come allenatore dei portiere Claudio Filippi, apprezzatissimo nell’ambiente di chi si occupa dei numeri uno. LEGGI TUTTO

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    Juve, Allegri si racconta: “De Ligt leader, Locatelli capitan futuro. Conta solo vincere”

    Un gioco da tavola, versione calcistica del Monopoli, si alzano le carte e si fanno le domande, Andrea Barzagli nella veste di giornalista, Massimiliano Allegri in quello dell’intervistato, protagonisti dello speciale di Dazn “TeoreMax – La versione di Allegri” in esclusiva sulla App da oggi. L’allenatore della Juventus si racconta parlando di passato e futuro, di rimpianti e gioie, di Dna e leadership, di addii e ritorni con il contorno di battute e sorrisi. «L’unico che mi è mancato allenare è Messi – confessa -. Ho allenato anche CR7. Poi Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo, Buffon, un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava…».Sullo stesso argomentoLa Juve di Allegri, il Real di Ancelotti, il vincere e il bel giocoJuventus

    I campioni

    Si parte in salita, con la Juventus che non ha battuto in questa stagione le prime tre in classifica. «No, non ci erano superiori, ma se non abbiamo mai vinto, qualcosa c’è mancato sotto l’aspetto caratteriale o della gestione» dice Allegri. E si entra subito nel vivo della discussione, affrontando la questione della leadership: «O ce l’hai o difficilmente ti viene a una certa età. In questo gruppo, Chiellini è stato importante, come anche te Andrea, come Buffon o Marchisio, parlando degli italiani». Il Conte Max indica chi potrà diventare leader. «Per il futuro ce ne sono due, De Ligt e Locatelli. Manuel è stato un ottimo acquisto, potrà esse re il capitano, ha le caratteristiche tecniche e morali per stare tanti anni alla Juve. Poi, quest’anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso, deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra. È la squadra che ti riconosce come leader».

    Sullo stesso argomentoVlahovic e Dybala come Tevez e Baggio: la Juve sceglie i five momentsJuventus

    E Dusan Vlahovic come rientra in questa classifica, bomber o leader, o entrambi. «Vlahovic può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite».

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    L’Under 23

    Dai campioni ai talenti in crescita: Allegri ha un’attenzione particolare verso i giovani visto che quest’anno ne ha fatti debuttare cinque in prima squadra. «L’Under 23 è un passaggio molto importante per la crescita dei ragazzi, il distacco tra Primavera e prima squadra, soprattutto quando si parla di una grande squadra come la Juventus, è troppo ampio. Sono più pronti ma è un discorso che riguarda anche la prima squadra: quando vengono con noi, hanno un livello più alto e quindi riescono a tenere i ritmi fisici e tecnici, quindi anche l’allenamento della prima squadra non si abbassa di livello. Miretti ha fatto 4 partite, buone, è stato molto bravo. La sua qualità è l’affidabilità». I due anni di stop «mi sono serviti, mi sono riavvicinato alla famiglia, a casa, agli amici. Ho apprezzato alcune cose che quando siamo nella “centrifuga” diventa difficile. Ora però avevo bisogno di rientrare». Allegri si lascia così andare a pensieri filosofici su gioco, vittorie e obiettivi.

    Sullo stesso argomentoVlahovic toglie il numero 7 da Instagram: arriva il cambio di numero sulla maglia?Juventus LEGGI TUTTO

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    Allegri già pensa al futuro: “Ora migliorare la Juve con lucidità”

    FIRENZE – Un ko indolore per la classifica della Juventus quello in casa Fiorentina nell’ultima di campionato, ma che è un po’ l’emblema della difficile stagione vissuta dai bianconeri di Massimiliano Allegri ‘costretti’ ad ‘accontentarsi’ della qualificazione in Champions League con il quarto posto in campionato. “Avevamo tanti assenti e c’era gente che non si era mai allenata in questi giorni – dice il tecnico juventino nel post partita del Franchi -. Credo che abbiamo chiuso degnamente la stagione e ora penseremo al futuro. Peccato per le ammonizioni di Kean e Rabiot che erano diffidati e salteranno la prima partita del prossimo anno”.Guarda la galleryLa Juve chiude con un ko: la Fiorentina vince e vola in Europa
    Una stagione di rincorsa
    L’allenatore livornese ripercorre poi il cammino della sua squadra: “Abbiamo fatto una bella rincorsa e siamo arrivati alla partita con l’Inter con la possibilità di riavvicinarci alle prime, che non siamo riusciti a cogliere. Abbiamo giocato con 12 giocatori per tre mesi e questi 70 punti sono un po’ ‘falsi’, non dicono la verità su questa Juve. Raggiunto l’obiettivo della Champions però – spiega Allegri – le energie mentali sono venute un po’ meno, quello che è stato fatto di buono va tenuto ma dovremo cercare di fare meglio per tornare a vincere”.
    Guarda la galleryJuve, Chiellini ferito e sostituito dopo lo scontro con Piatek
    I piani per il futuro
    Archiviata la stagione, Allegri delinea infine le linee guida del prossimo mercato bianconero: “Dobbiamo parlare con la società per sistemare la squadra. C’è unità d’intenti e abbiamo tanto giocatori, diversi dei quali dovranno uscire. Poi c’è Chiellini che ha smesso, mentre Dybala e Bernardeschi sono a fine contratto. Il mercato non è ancora iniziato e bisognerà fare le cose con calma e lucidità”. L’idea è quella di affiancare i tanti giovani con dei calciatori di spessore: “La squadra si è ringiovanita via via con Chiesa, De Ligt, Locatelli, Vlahovic e ora anche con Miretti. Una buona base c’è anche se è difficile vincere se ci sono solo giovani: serve un mix con giocatori di malizia ed esperienza, che aiutino a crescere anche gli altri. Come in tutte le cose anche nell’allestire una squadra serve equilibrio”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Allegri: “Con la Fiorentina gioca Chiellini e torna McKennie”

    TORINO – Massimiliano Allegri, da tecnico della Juve, conosce bene la rivalità con la Fiorentina e sa che l’ultima gara di campionato, domani al Franchi, non sarà una passeggiata: “Ci aspettano un ambiente caldo e una squadra che lotta per l’Europa, dobbiamo divertirci e mi aspetto una gara aperta con tanti gol – le parole dell’allenatore bianconero a Juventus Tv – Chiellini? Lascia un’eredità pesante e ottimi insegnamenti nello spogliatoio, domani giocherà perché tuttora è un calciatore straordinario. Miretti mi ha stupito molto, è un 2003 ma gioca con l’affidabilità e la serenità di un veterano. McKennie? Rientra, magari farà un pezzetto di partita”. Guarda la galleryJuve, riecco McKennie. Esultanza per Chiellini FOTO
    La Juventus del futuro
    Allegri poi si sofferma sulle qualità che dovrà avere la Juventus del futuro: “Le caratteristiche che deve avere sempre una squadra che punta a vincere e che lotta per tutti gli obiettivi a cui partecipa. Bisogna migliorare sicuramente la stagione di quest’anno. È vero anche che abbiamo una buona base da cui partire”. LEGGI TUTTO

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    Juve-Lazio, i convocati di Allegri: out Arthur, De Sciglio, Danilo e Zakaria

    TORINO – Il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri ha diramato la lista dei convocati per la partita contro la Lazio. Tra gli assenti per i bianconeri ci sono Arthur, De Sciglio, Danilo e Zakaria oltre ai soliti Chiesa, McKennie e Kaio Jorge. Ovviamente presente Chiellini che disputerà la sua ultima partita allo Stadium con la Juventus. Prima chiamata invece per il classe 2002 Martin Palumbo, centrocampista in prestito dall’Udinese. Di seguito ecco l’elenco completo dei convocati:
    Pogba-day, la Juve ci crede: si cerca la quadra per il ritorno
    Portieri: Szczesny, Pinsoglio, Perin.
    Difensori: Chiellini, De Ligt, Cuadrado, Alex Sandro, Pellegrini, Bonucci, Rugani.
    Centrocampisti: Bernardeschi, Rabiot, Locatelli, Miretti, Palumbo.
    Attaccanti: Vlahovic, Morata, Dybala, Kean, Ake.
    Guarda la galleryJuve-Lazio, la formazione scelta da Allegri LEGGI TUTTO

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    Allegri e Juve, ora serve di più

    TORINO – Prima stagione, dal 2010/11 a oggi, senza aver consegnato un nuovo trofeo alla bacheca. Un esito che alla Juventus si paga solitamente con un licenziamento, visto che in casa bianconera pesano innanzitutto le vittorie. Si cambia con l’obiettivo di migliorare, ma quest’anno non sarà così. Perché Massimiliano Allegri resta saldo sul ponte di comando. Se la società non cambia, qualcosa dovrà però cambiare lui. Perché pensare alla stagione che verrà come a un bis di quella che si sta concludendo è una ipotesi che destabilizzerebbe il contratto in essere, valido fino al 2025.Guarda la galleryJuve-Inter: Vlahovic non molla, Chiellini addio da grande. Le pagelle bianconere

    Juve, i meriti di Allegri

    Nei giorni scorsi si era analizzato l’Allegri-bis, raccontando come anche una sconfitta nella finale di Coppa Italia non avrebbe messo in pericolo il futuro dell’allenatore. Questo perché la società non voleva nuovamente rimescolare tutto, con un’eventuale quarta guida tecnica in altrettante stagioni. L’input è stato di continuare così, non per stanchezza, ma per scelta. Perché è vero che Allegri non ha colto successi come il Maurizio Sarri 2019/20 (scudetto) e l’Andrea Pirlo 2020/21 (Supercoppa italiana e Coppa Italia), però ha riportato un equilibrio nello spogliatoio molto apprezzato, dopo due stagioni complicate, tra divergenze tattiche, gioco poco sviluppato e difficoltà (oppure eccesso) di confidenza nei rapporti. C’era da ricostruire un orgoglio bianconero e Allegri lo ha fatto, come si è visto nella reazione contro l’Inter. C’era da gestire un complicato post-Cristiano Ronaldo e il tecnico livornese ha tentato di farlo, in una stagione in cui la mancanza dei 29 gol del portoghese ha pesato, eccome. Un anno fa a due giornate dalla fine i bianconeri avevano 70 reti all’attivo, oggi sono 55. Un gap che neppure l’arrivo di Dusan Vlahovic a gennaio ha aiutato a colmare.

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    Guarda la galleryJuve-Inter, De Vrij stende Vlahovic: il Var fa finta di niente FOTO LEGGI TUTTO

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    Allegri: “L'espulsione? Uno dell'Inter mi ha dato una pedata”

    ROMA – Massimiliano Allegri chiude male la finale di Coppa Italia, espulso nel primo tempo supplementare per una rissa sfiorata con Massimiliano Farris, vice di Simone Inzaghi, e battuto ancora una volta dall’Inter, che già si era imposta sui bianconeri in Supercoppa e in campionato. La Juve resta a bocca asciutta, senza vincere nulla per la prima volta dopo 11 anni: “È passato uno dell’Inter e mi ha dato una pedata – spiega Allegri ai microfoni di Mediaset a proposito della sua espulsione – ho reagito, l’arbitro mi ha visto e mi ha espulso giustamente. Non cambia niente sapere cos’è successo oppure no in campo”.Guarda la galleryVlahovic illude la Juve, ma Perisic trascina l’Inter alla Coppa Italia
    Juve senza vittorie dopo 11 anni
    L’allenatore della Juve analizza la stagione dei suoi: “Vanno fatti i complimenti all’Inter. Usciamo da un’annata senza trofei e questa rabbia che ci portiamo dentro per non aver vinto va tenuta per l’anno prossimo, dove dobbiamo tornare a vincere. La squadra ha fatto una bella prestazione, i ragazzi vanno ringraziati. Avevamo fatto una bella rimonta e stasera potevamo avere la rivincita di Torino, i ragazzi hanno fatto bene”. Allegri, in chiusura, torna sulla finale di Coppa Italia persa stasera: “L’Inter ha fatto una bella partita e l’arbitro ha arbitrato bene. Abbiamo raggiunto un bel risultato, giocando la finale. Ora dobbiamo giocare bene le ultime due partite e ripartire per l’anno prossimo. La squadra ha fatto bene per 70 minuti, poi ho dovuto fare dei cambi perché i ragazzi erano stanchi”.
    L’espulsione di Allegri nei supplementari LEGGI TUTTO

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    Juve-Inter, Allegri furioso: espulso da Valeri al 104'

    ROMA – Animi accesi durante la finale di Coppa Italia tra Juventus e Inter. Furioso anche Massimiliano Allegri che è stato prima ammonito all’84’ e poi espulso nei tempi supplementari al 104′. Il giallo per il tecnico bianconero è arrivato dopo il gol del 2-2 dei nerazzurri. Allegri si è infatti scagliato contro la panchina dell’Inter finendo testa a testa con il vice-allenatore Farris. Valeri è intervenuto per riportare la calma con un cartellino giallo per entrambi. Poi nei tempi supplementari Allegri si è scaldato di nuovo. Dopo il gol del 4-2 la panchina nerazzurra ha iniziato a festeggiare, passando anche davanti a quella della Juventus. Furioso il tecnico bianconero che è andato nuovamente a scontrarsi con Farris ricevendo così l’espulsione da Valeri. Battibecco anche tra Bernardeschi e Lautaro Martinez per lo stesso motivo. Guarda la galleryJuve-Inter, Vlahovic a segno: esultanza con messaggio ai tifosi LEGGI TUTTO