consigliato per te

  • in

    Juve, al via il tour de force: quattro sfide in undici giorni

    TORINO- Se provate a cercare su Google “giochiamo ogni tre giorni” oppure “si gioca ogni tre giorni”, vi apparirà una sfilza infinita di allenatori, giocatori, dirigenti e preparatori che commentano la cosa (in linea di massima sottolineandone la dif- ficoltà). Perché giocare ogni tre giorni è ormai la prassi per i club impegnati nelle coppe europee. Una prassi rispetto a cui la Juventus si appresta però ad andare oltre: perché domani contro la Lazio la squadra di Massimiliano Allegri scenderà in campo per la prima di quattro sfide in undici giorni. Per la precisione, alla partita dell’Olimpico seguirà la trasferta di martedì a Londra contro il Chelsea, poi il confronto con l’Atalanta di sabato 27 all’Allianz Stadium e infine ancora una trasferta, martedì 30 a Salerno: la media è una partita ogni due giorni e 18 ore. Dopodiché i bianconeri potranno concedersi il lusso di ben quattro giorni per preparare Juventus-Genoa del 5 dicembre, primo impegno di un ciclo intenso ma normale da cinque partite in 17 giorni.Guarda la galleryMcKennie, Arthur e De Ligt show: sono pronti per la Lazio

    La Juve e il tris in campionato

    Basterebbe la frequenza, unita al fatto che tre partite su quattro richiederanno viaggi, a rendere complicato il poker di impegni che la Juventus si trova ad affrontare. Per giunta iniziando dopo una pausa per le Nazionali che ha tenuto gli uomini di Allegri lontani dalla Continassa e restituito i sudamericani con il solito surplus di fatica causato dal fuso orario. A tutto questo si aggiunge il fatto che le quattro sfide sono particolarmente delicate e impegnative di per sé e lo sarebbero, almeno tre, anche con una settimana per prepararle. A cominciare dal confronto di domani contro la Lazio, quinta in classifica con 3 punti in più dei bianconeri. Priva di Ciro Immobile, è vero, ma pur sempre squadra dalle tante soluzioni offensive. Allo scontro diretto con i biancocelesti e l’ex Maurizio Sarri seguirà poi quello di sabato prossimo contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini: che in classifica è quarta e punti in più della Juventus ne ha 4. Due partite rischiose, di quelle in cui, come sostiene Allegri riguardo agli scontri diretti, «Può succedere di tutto». La squadra bianconera però dall’inizio del campionato ha perso e pareggiato troppe di quelle partite che invece sono tassativamente «da vincere», sempre citando l’Allegri pensiero. Per conservare l’ambizione di reinserirsi nella lotta Scudetto, dunque, non può permettersi più che negli scontri diretti succeda di tutto: deve succedere che la Juven- tus conquisti punti. Possibilmente 3 e possibilmente già domani a Roma e sabato contro l’Atalanta: dura, ma inseguire una rimonta su Napoli e Milan passa obbligatoriamente dal superare prove dure. E passa anche dal non inciampare in quelle che sulla carta dure non lo sono.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    La Juve contro Sarri: la rivincita degli inallenabili?

    TORINO – Cosa voleva dire Maurizio Sarri quando parlava di «squadra inallenabile» sbattendo la porta dalla quale usciva per sempre dalla storia della Juventus? Nessuna delle possibili interpretazioni, tuttavia, è stata presa bene dallo spogliatoio bianconero e dalla Juventus genericamente intesa. E se la parola vendetta è intutilmente violenta, la sfida di sabato pomeriggio fra il tecnico di Figline e la sua ex squadra non è una semplice rivincita. C’è qualcosa di più fra Maurizio Sarri e la squadra «inallenabile», che nel frattempo è di nuovo guidata da Massimiliano Allegri e ripropone quindi un’altra spigolosissima sfida nella sfida. Nel 2021, nel calcio iperprofessionistico dove i campioni sono aziende, resta per fortuna una partita che, se vinta, può dare una soddisfazione umana in più e, se persa, può bruciare fastidiosamente. Di quelle dove sotto i sorrisi tirati dei saluti di prammatica frizza la voglia di dare una lezione all’avversario. La Juventus e Sarri non si sono lasciati bene. L’8 di agosto 2020, quindici mesi fa, si consumava un divorzio che, per alcuni, era iniziato nel giorno della presentazione. Mondi distanti, forse troppo, modi di fare e forse di essere incompatibili fra di loro e, a condire tutto, circostanze pazzesche come una stagione interrotta dal Covid che ha sconvolto tutto e tutti.

    Sarri ritrova la Juve

    Sarri e la Juventus, tuttavia, avevano capito che fra di loro qualcosa non funzionava quando nessuno sapeva ancora manco dove fosse Wuhan. Lo ha confessato Sarri medesimo in un’intervista di quest’estata ad Alfredo Pedullà: «A metà ottobre ho fatto una riunione con lo staff, ho detto loro di scegliere. La mia domanda era: andiamo dritto per la nostra strada così andiamo a casa tra 20-30 giorni oppure facciamo compromessi e vinciamo lo scudetto sapendo che poi andremo a casa lo stesso? Abbiamo provato a vincere lo scudetto lo stesso». Dopo un paio di mesi, insomma, si era rotto qualcosa fra lui e la squadra, che pure all’inizio lo aveva accolto con curiosità e disponibilità. Dopo il quinquennio di Allegri, provare qualcosa di nuovo era uno stimolo. Ma evidentemente l’effetto novità è finito presto. Perché?

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, Kean è rigenerato: pronto per la Lazio

    TORINO – Se dall’altra parte dell’Oceano qualche bianconero lamenta acciacchi, alla Continassa Massimiliano Allegri può sorridere. Nell’amichevole organizzata per valutare lo stato di salute della squadra, e in particolare di Moise Kean, l’attaccante ha risposto da bomber, segnando quattro gol e soprattutto mostrando di aver recuperato appieno dall’infortunio – un affaticamento muscolare alla coscia destra – che lo ha costretto a fermarsi tre settimane fa, alla vigilia di Inter-Juventus. Obiettivo raggiunto, quindi, visto che il tecnico livornese si era prefissato di riavere a disposizione Kean dopo la pausa del campionato: è sicuro che il nome del bianconero sarà inserito nella lista dei partenti per la trasferta di Roma, sabato 20 novembre, contro la Lazio di Maurizio Sarri. L’unico dubbio resta legato alla titolarità, se cioè Moise partirà dal primo minuto a fianco di Alvaro Morata oppure se subentrerà dalla panchina per alternarsi con gli altri attaccanti. Molto, ovviamente, dipenderà dalle condizioni di Paulo Dybala, alle prese con un problema muscolare al polpaccio. […]Guarda la galleryKean e Kaio Jorge che show! La Juve fa 11 gol in amichevole

    Kean recuperato, Kaio Jorge scalpita

    Il test contro la Pianese ha messo in luce un altro bomber in casa bianconera: Kaio Jorge è stato autore di una tripletta. C’è grande attesa per il giovane brasiliano, che può giocare soltanto in campionato perché escluso dalle liste Uefa: finora Allegri gli ha concesso poco spazio (4 presenze per 37 minuti) ma lo ha sempre esaltato in conferenza stampa («E’ sveglio, sa giocare a calcio e ha personalità») e l’attaccante ha risposto agli elogi sfruttando le poche comparsate mostrando grinta e carattere. Adesso scalpita e chissà che con un calendario così fitto Allegri non decida di dargli più minutaggio.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus, il “Corto Muso” di Allegri entra nella Treccani

    TORINO – Adesso non sarà più necessario «intendersene di ippica», perché «corto muso» è entrato nell’Enciclopedia Treccani, la più famosa enciclopedia in lingua italiana, edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, a partire dal 1929 a cura di Giovanni Treccani e Giovanni Gentile. Dopo Maurizio Sarri e il suo «sarrismo» che qualche anno fa aveva avuto l’onore di entrare nei volumi dell’opera, è il turno di Massimiliano Allegri che il 13 aprile del 2019 introdusse il concetto di «corto muso» nel calcio. Nella conferenza stampa post partita di Spal-Juventus, persa dai bianconeri, il tecnico spiegò ai media come la vittoria di uno scudetto non debba per forza arrivare con decine di punti di distacco, ma si può anche ottenere e godere grazie a un distacco più risicato, come accade ai cavalli che arrivano al fotofinish al termine di una gara. «E a quel punto basta mettere il musetto davanti, corto muso!», disse Allegri, coniando una delle icone della sua filosofia calcistica e della conferenzistica con quel memorabile attacco: «Tu te ne intendi di ippica», diventato un meme per ogni occasione.

    CONCETTO IN ESPANSIONE  – Perché il cortomusismo può anche travalicare il calcio. Si possono vincere le elezioni di corto muso, si può ottenere una promozione a scuola di corto muso o cavarsela per un pelo in qualche situazione complicata. Corto muso, nell’uso comune, ha anche generalizzato la sua accezione, diventando sinonimo di pragmatismo, praticità, essenzialità. Chi va di corto muso bada al sodo, concreto e senza fronzoli superflui, ma soprattutto senza aver timore di sembrare brutto o di apparire così agli occhi degli altri. Altri che danno importanza anche alla forma (talvolta trasformandola in un vero e proprio dogma), ma il cui arrosto non è sempre proporzionale al fumo generato.

    EFFETTO SOCIAL – Chissà cosa ne penserà Allegri di essere finito nell’Enciclopia Italiana, lui che a scuola di libri ne apriva pochini e nel coltivare la sua saggezza l’ha sempre annaffiata sempre con la pratica e quasi mai con la teoria. La curiosità è che da quel 13 aprile 2019, l’espressione corto muso non l’ha praticamente mai più usata, se non direttamente sollecitato da una domanda. La diffusione, quindi, non dipende dall’autore, ma dai social che ne colse subito l’universalità, inserendola a colpi di hastag nel linguaggio virtuale di tifosi e non. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, per Kean test in campo con La Pianese in vista della Lazio

    TORINO – Un sabato mattina sul campo, per giocare. È diventata una abitudine, per Massimiliano Allegri, organizzare una sgambata durante la sosta per le Nazionali per non far perdere il ritmo a chi è rimasto alla Continassa. Può trattarsi di una partita ufficiale, come capitato con l’Alessandria in occasione dello stop per la Nations League, oppure può essere un confronto informale, come quello di oggi. Un match di neanche un’ora, verso le 11, contro la Pianese, squadra di San Raffaele Cimena, paese a pochi chilometri da Torino, inserito nel programma di lavoro.

    Del gruppo bianconero sono rimasti a casa in otto, cui si è aggiunto Giorgio Chiellini, costretto a lasciare il ritiro dell’Italia per una infiammazione al tendine d’Achille sinistro. E quindi si vedranno in campo Mattia Perin (che si alternerà tra i pali con Carlo Pinsoglio), Luca Pellegrini, Daniele Rugani, Arthur, Kaio Jorge e Moise Kean. Niente da fare, invece, per Mattia De Sciglio, ancora alla prese con una lesione al bicipite femorale accusata una manciata di minuti dopo l’inizio di Juventus-Sassuolo, il 27 ottobre.

    Kean al rientro dopo l’infortunio

    Attenzione puntata, ovviamente, sul centravanti azzurro, atteso al rientro dopo un affaticamento muscolare che, in sostanza, gli farà saltare un mese di attività. L’ultima sua presenza era stata infatti nella trasferta vincente di San Pietroburgo contro lo Zenit, il 20 ottobre, da subentrante a un quarto d’ora dalla conclusione della partita. Kean è tornato in gruppo mercoledì e sta lavorando per rientrare sabato prossimo, quando la Juventus sarà attesa dalla delicata partita in casa della Lazio, dove la aspetta un ex sicuramente poco propenso a concedere sconti come Maurizio Sarri. E altrettanto si attende qualcosa Allegri dai suoi centravanti, soprattutto in materia di gol. L’impegno, pur con alti e bassi, non è mai mancato.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, le mosse d'attacco: Kean è il primo rimedio per Allegri

    TORINO – Nessuno juventino tra i primi 25 della classifica marcatori di Serie A. Va bene che il campionato italiano lo vince quasi sempre chi ha la miglior difesa, ma un bel po’ di gol bisogna comunque farli. E alla Juventus infatti stanno mancando: perché tralasciando il Napoli da record con le sue quattro reti subite, i 15 gol incassati dai bianconeri sono gli stessi dell’Atalanta, quarta, due in più dell’Inter, terza, e quattro in più del Milan, co-capolista. Queste quattro squadre, e così Roma e Lazio quinta e sesta, hanno però segnato più di venti gol: dai 29 dell’Inter ai 21 dei giallorossi. La Juventus 16 e infatti si sta muovendo sul mercato per un attaccante. Anche ammesso che riesca a trovarlo a gennaio, però, nel frattempo dovrà disputare nove partite, nelle quali si gioca tanto.

    Kean in gruppo, rinforzo per Allegri

    Il primo posto nel girone di Champions e il futuro in campionato: perché per sognare lo Scudetto è indispensabile rosicchiare punti alle capoliste prima di Natale, mentre buttarne altri rischierebbe di compromettere anche la corsa alla prossima Champions. Servirà vincere e per farlo servirà segnare, senza rinforzi dal mercato. Un rinforzo, però, Massimiliano Allegri lo ha trovato ieri alla Continassa e potrà contare su di lui dalla ripresa del campionato, sabato 20 a Roma contro la Lazio: Moise Kean.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

    Guarda la galleryJuve, la classifica dei falli subiti: ecco chi sono i più “tartassati” LEGGI TUTTO

  • in

    Cassano: “Meglio Cuadrado di Chiesa. Juve alla carlona”

    Critico e senza peli sulla lingua, alla Bobo Tv è sempre il solito Antonio Cassano. “È ancora la stessa Juve di inizio campionato, senza testa né coda – le parole di Fantantonio dopo aver analizzato l’ultima sfida contro i viola – La Fiorentina non l’ha fatta calciare. Chiesa è fortissimo, ma mi piace di più Cuadrado. Sono due robe diverse. Perché mettere sull’esterno un centrocampista? Faccio fatica, vai a mettere in difficoltà un ragazzo come Rabiot. La meta è ben delineata, si va dritti alla carlona. Quello che sarà, sarà. In Europa poi non basterà più, non si può continuare a fare questo tipo di gioco”. 
    Cassano stronca la Juve: “I giocatori guadagnano 10 milioni e fanno schifo”
    Cassano: “Fare così è una follia”
    “Hai a disposizione due ali fenomenali (Cuadrado e Chiesa) e non le fai giocare insieme? È follia. Non capisco. Abbiamo anche tagliato fuori Bentancur e Arthur? Queste robe qui mi fanno diventare matto. Ho visto la partita e mi stavo addormentando, ho messo muto alla televisione. Poi vedo altre partite con altri allenatori che mi piacciono e dico “Cavolo, che bello!”. Invece cosa guardo nella Juve?”. 
    Guarda la galleryJuve, festa sui social per la vittoria contro la Fiorentina LEGGI TUTTO

  • in

    Allegri, non togliere più Cuadrado

    TORINO- I tre moschettieri: Matthijs De Ligt, Manuel Locatelli e Federico Chiesa. E poi ci sarebbe Paulo Dybala, nelle vesti di D’Artagnan. Uno per reparto, con appunto l’argentino a far da raccordo e svariare a piacere, chiamati da Massimiliano Allegri a rappresentare la spina dorsale della nuova Juventus che in teoria dovrebbe riconquistare se stessa, innanzitutto, eppoi il ruolo di dominatrice in Italia che aveva ricoperto per quasi due lustri.Guarda la galleryMagia di Cuadrado al 91′: la Juve piega una Fiorentina in dieci

    La nuova filosofia di Allegri

    Un tempo c’erano (e qualcuno ancora c’è) i vari Giorgio Chiellini e/o Leonardo Bonucci, gli Andrea Pirlo o Miralem Pjanic e/o Sami Khedira; i Carlos Tevez o Mario Mandzukic o Cristiano Ronaldo. Elementi collocati “in cordata” chi in difesa, chi a centrocampo, chi in attacco che garantivano una sorta di continuità. […] Ora, in questa reggenza Allegri 2.0 molte cose sono cambiate. Più ancora che l’organico, è cambiata la filosofia che lo sottende. Adesso c’è la voglia (un po’ per scelta e un po’ per necessità) di puntare sui giovani. E quindi la spina dorsale va costruita e i punti di riferimento vanno forgiati. Ad essi vengono chiesti – oltre a personalità e carisma – anche intraprendenza, spavalderia, brio, sfacciataggine, leggerezza, sfrontatezza. […] Avanti così, al grido di tutti per uno e uno per tutti. Anche se, a ben vedere, Juventus-Fiorentina alla mano c’è un “uno” ancor più per tutti degli altri: ed è Juan Cuadrado in primis. La sua rete salvifica ha ridato serenità e speranza, consentendo ad Allegri di continuare a lavorare sulle nuove fondamenta della Juventus.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

    Guarda la galleryJuve, ironia social sulla Fiorentina: Allegri, il corto muso e Cuadrado LEGGI TUTTO