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    Allegri, che numeri: sono 200 in A con la Juve

    30 agosto 2014. Bisogna tornare a un caldo pomeriggio di fine estate di 7 anni fa per raccontare l’inizio dell’avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juve. Il tecnico livornese esordì al Bentegodi contro il Chievo e grazie a un colpo di testa di Caceres deviato in porta da Biraghi trovò la prima vittoria di corto muso, divenuto ormai suo marchio di fabbrica. Stasera, nel match contro il Sassuolo valido per la 10ª giornata del campionato di Serie A 2021-22, Allegri festeggia le 200 panchine in A con la Vecchia Signora. Un traguardo importante che lo porterà sul podio di tutti i tempi. Davanti a lui, infatti, ci sono solo Marcello Lippi e Giovanni Trapattoni, due che, come Max, hanno fatto la storia della Juve. Da quel pomeriggio di Verona ne è passata di acqua sotto i ponti, compreso un addio temporaneo tra il 2019 e il 2021, quando Allegri ha lasciato il timone della Vecchia Signora a Maurizio Sarri, riprendendosi poi la panchina bianconera da Andrea Pirlo, che aveva preso il posto del Comandante. 
    Carnevali: “Allegri un colpo top. Locatelli alla Juve sembra ancora più forte”
    I numeri di Allegri in A con la Juve
    E poi ci sono i numeri, quelli che non mentono e che stanno a testimoniare quanto di buono fatto da Allegri sulla panchina della Juve. Nelle 199 partite alla guida dei bianconeri, Max ha raccolto 146 vittorie, 31 pareggi e solo 22 sconfitte, per una media punti per partita di 2,36. Cifre allucinanti che hanno permesso al tecnico livornese di portare nella bacheca della Vecchia Signora ben cinque scudetti, quelli conquistati consecutivamente tra il 2015 e il 2019. Poi, come detto, l’addio prima del ritorno a inizio stagione. Ora sfida il suo passato, il Sassuolo, club che ha portato in Serie B e con il quale ha vinto la Supercoppa di Serie C1 nella stagione 2007-08. Festa grande per Max.  LEGGI TUTTO

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    Juve-Sassuolo, precedenti ok per i bianconeri

    Juventus-Sassuolo è un match valido per la decima giornata di Serie A e si gioca mercoledì 27 ottobre alle 18.30. A tenere banco non è solo la sfida nella sfida tra i “geni” Dybala e Berardi. Per entrambe è fondamentale vincere per dare continuità ai risultati e salire in classifica. Dai bianconeri ci si aspetta anche una prova convincente, abbinata alla conquista dell’intera posta.
    Come finirà Juventus-Sassuolo? Indovina il risultato!
    Due problemi per Dionisi allo Stadium
    Il Sassuolo storicamente porta bene ai colori bianconeri. Detto altrimenti, quando incrocia i neroverdi la Signora si esalta. Negli ultimi 10 precedenti in Serie A la Juventus ha sempre segnato almeno due gol agli emiliani, col picco di 7 reti segnate in un colpo solo a febbraio 2018. Dionisi non ha neanche il tempo di godersi il 3-1 al Venezia che già deve risolvere un doppio problema. La Juventus è il primo, il secondo è rappresentato dal fatto che finora i suoi ragazzi hanno sempre incassato 2 reti esatte in ciascuna delle 4 trasferte disputate. La Juventus nelle ultime 3 esibizioni si è limitata a segnare un gol contro Torino, Roma e Inter. Le premesse per veder salire il suo coefficiente realizzativo nel match dell’Allianz Stadium sembrano esserci. L’Over 1,5 Casa, che vuol dire Juve in gol due o più volte, è un’opzione da tenere d’occhio. LEGGI TUTTO

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    Allegri criticato da Capello: “Juve fuori dal gioco per più di un’ora”

    La prestazione della Juve a San Siro non è andata giù a Fabio Capello. “Allegri non mi ha convinto, anche se sono un suo ammiratore – l’opinione dell’ex tecnico a Sky Calcio Club dopo l’1-1 contro l’Inter di Inzaghi – Per 65 minuti non ha giocato, poi con le sostituzioni ha cambiato la squadra e ha iniziato a giocare. Poi Chiesa tenuto sulla destra, lontano dalla porta, mentre stai perdendo… Come insegna Mourinho, quando stai perdendo devi prenderti dei rischi. Neanche Cuadrado mi sta piacendo particolarmente, forse ha qualche problema. Parafrasando Boskov – ha continuato l’ex tecnico – è rigore quando l’arbitro, richiamato dal Var, fischia. Non è possibile vedere quattro allenatori espulsi in una giornata, è l’unico posto al mondo in cui succede. Evidentemente qualcosa si è rotto nel rapporto tra allenatori e arbitri. Fischiando costantemente trasmettono ansia, interrompono troppo il gioco. Lotta a due? No, è ancora troppo presto. Poi abbiamo visto che le squadre impegnate in coppa possono pagare qualcosa. L’Inter io la vedo più che mai in corsa per lo scudetto. Il Napoli comunque resta secondo me la squadra più pericolosa”.Guarda la galleryDybala riprende Dzeko su rigore: 1-1 tra Inter e Juve LEGGI TUTTO

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    Allegri: “La Juve sta ritrovando fiducia. Kaio Jorge avrà molto spazio”

    “Il pari pesa molto, è venuto dopo una bella prestazione. In alcune situazioni potevamo e dovevamo fare meglio. Ottima Inter, fisica e tecnica. Il punto è importante, ci consente di continuare la striscia positiva”. Massimiliano Allegri commenta così, ai microfoni di Dazn, il pari arrivato nel derby d’Italia contro l’Inter. Si parte subito dall’escluso eccellente: “Chiesa fuori dall’inizio? Poteva essere una partita più fisica all’inizio, c’era bisogno di Kulusevski per far pressione su Brozovic. Kaio Jorge è entrato molto bene. Migliorano condizione fisica e fiducia. Mercoledì però bisogna vincere assolutamente contro il Sassuolo”. 
    Inter-Juve 1-1: Dybala risponde a Dzeko
    Allegri svela il pizzino segreto
    “Kaio in campo con il pizzino? Non l’ho scritto io, è stato Landucci, non me ne sono neanche accorto. Sicuramente era una roba di palle inattive. Speriamo che Bonucci sappia leggere. Nel primo tempo ci siamo alzati con Morata, poi siamo stati un po’ troppo frettolosi. Berna fuori? In dieci si poteva pure non prendere gol, è stato un tiro anche fortuito. La partita è stata combattuta e corretta. Noi dobbiamo migliorare nella chiusura dell’azione. Nelle prime tre partite abbiamo lasciato otto punti, questa cosa ci ha un po’ condizionato. Quando la squadra è in fiducia, riesce ad alzarsi molto di più. Anche stasera abbiamo concesso poco. Se davanti sono aggressivi, dietro giocano con la pipa in bocca. Barzagli era il professore della BBC, aveva delle letture allucinanti. Kaio è sveglio, sa giocare a calcio, sa smarcarsi, ha buona tecnica. Credo che abbia delle ottime possibilità di ritagliarsi spazio. È giovane e cosciente. Arthur è straordinario, ha una proprietà di palleggio importante”. LEGGI TUTTO

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    “Inter favorita: Juventus, servono testa e forza”

    TORINO – «Importante, ma non decisiva»: così Massimiliano Allegri. E non potrebbe dire diversamente il tecnico. La rincorsa della Juventus, partita con la vittoria di La Spezia e fatta di 12 punti in quattro partite in campionato, ha riaperto le prospettive bianconere, con una rimonta in classifica che permette di guardare al big-match del Meazza domenica sera con occhi differenti. E più sereni. «Sarà una bellissima serata – aggiunge Allegri -: per la prima volta ci saranno 60.000 spettatori, si torna a vivere un certo tipo di partite e con due squadre importanti, le più importanti del calcio italiano, insieme con il Milan. Non è una gara decisiva. Quella con la Roma lo era molto di più ai fini della classifica. Mi aspetto la prestazione e mi aspetto il risultato, ovviamente, che renderebbe ancora più bella la serata: ci permetterebbe di fare un salto in avanti anche se, comunque, c’è tanto giocare. La stagione si decide a febbraio, conterà esserci in quel momento».
    Difesa a treAllegri fa la conta e ritrova tutti. A cominciare da Paulo Dybala: «Sta bene, ha fatto due allenamenti con la squadra e sarà a disposizione. Rabiot si è negativizzato, devo vedere come sta, visto che non ha potuto lavorare con noi. Arthur? Ha giocato due spezzoni, dà qualità alla squadra. Gli serve trovare minutaggio per diventare uno dei titolari. Chiesa anche l’altro giorno ha fatto cose buone. La formazione la deciderò all’ultimo momento. In difesa ho quattro centrali e Chiellini sta bene. Quando De Ligt sarà pronto a giocare nel centro-destra potremo disporci a tre: è un ruolo che può tranquillamente ricoprire». E visto l’assetto tattico dell’Inter, Allegri pensa al 3-5-2 già per la trasferta di Milano, con Danilo (in attesa del De Ligt di cui sopra) in difesa con Bonucci e Chiellini, una linea di centrocampo con Cuadrado, Bentancur, Locatelli, Bernardeschi e Alex Sandro, più Morata e Chiesa in attacco. Un assetto basculante, pronto a trasformarsi in un 4-4-2 difensivo, con arretramento di Alex Sandro e scivolamento di Bernardeschi sulla sinistra.
    Il valore dei cambiUna Juventus nuovamente completa negli uomini a disposizione e, soprattutto, equilibrata nei valori: chi entra non fa rimpiangere chi esce, come si è visto a San Pietroburgo: «Chi è entrato ha fatto ciò che mi aspettavo. Le riserve devono avere la testa giusta, a cominciare dall’atteggiamento in panchina. Devono mettersi a disposizione: si gioca ogni tre giorni, i cinque cambi intorno al 60′ rendono diverse le partite. All’inizio li conoscevo meno, ora sono più agevolato ma è merito loro: danno un contributo importante». Il tutto per una Juventus differente, come diceva Bonucci, rispetto a quando c’era Cristiano Ronaldo: «Quando hai uno come CR7, che fa 30 gol a stagione, è normale che la squadra si appoggi su di lui,. Partito lui, ognuno ha più responsabilità, si deve cercare il gol con più gente possibile. Con l’Inter servirà grande attenzione difensiva, loro sono forti fisicamente e tecnicamente, in uno stadio che spingerà molto. Non voglio mettere le mani avanti: per me resta la favorita allo scudetto. Noi dovremo essere lucidi, dei killer quando abbiamo palla». LEGGI TUTTO

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    Juve, la difesa c'è. Ecco chi deve incidere di più

    TORINO – Il nuovo coro: fino alla fine… del campo! Un coro, peraltro, che non è esattamente intonato con voce celestiale da Massimiliano Allegri. Quanto semmai sbraitato contro i malcapitati di turno: vuoi in partita, vuoi in allenamento. Essì perché i progressi – netti – visti finora nelle prestazioni bianconere si fermano per lo più alla trequarti del rettangolo di gioco. La squadra è indubbiamente più compatta, organizzata, solida, all’altezza della situazione (e delle situazioni: la più svariate) in fase di non possesso palla. Dopo un avvio di stagione in cui i gol subiti sgorgavano fluidi come l’acqua nelle grondaie, il tecnico bianconero è riuscito ad impermeabilizzare la porta di Szczesny. I dati sono emblematici e inequivocabili: porta inviolata nelle ultime quattro partite consecutive, tra campionato e Champions League. Zenit San Pietroburgo, Roma, Torino e Chelsea andando a ritroso nel tempo. Non esattamente squadrette e/o palcoscenici minori. Altro che i 10 gol subiti nelle prime 7 partite. […]

    Juve, cosa c’è da migliorare

    […] Dal generale al particolare, previa opportuna sollecitazione di Claudio Marchisio in versione intervistatore: «Solo Dybala può darci quella qualità in più che ci manca negli ultimi 30 metri? Beh, no… Dybala indubbiamente in quelle situazioni è abile tra le linee e sa fare la differenza, ma devono e possono migliorare anche gli altri. E’ questione di gestione della palla e di scelte. Devono migliorare Kulusevski, Bernardeschi, lo stesso Chiesa deve essere più bravo ad andare tra le linee, a giocare più pulito tecnicamente. Bisogna lavorarci e migliorare». La chiosa di Allegri era stata la seguente: «Il fatto di avere vinto giocando male contro il Malmoe, rappresenta la combinazione perfetta per presentarsi con le giuste motivazioni e i giusti stimoli alla partita contro l’Inter, che dovremo giocare alla perfezione». Insomma, il messaggio appare teso a stuzzicare l’orgoglio dei succitati.

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    Zenit-Juve, la probabile formazione di Allegri: ritornano De Ligt e Morata

    TORINO – C’è anche Matthijs De Ligt nella Juventus di Champions League. Massimiliano Allegri ha recuperato il difensore olandese, assente contro la Roma per un fastidio muscolare. Così stasera toccherà all’ex Ajax fare coppia con Leonardo Bonucci nella sfida in casa dello Zenit (Chiellini va in panchina) che può avvicinare i bianconeri agli ottavi. E se a sinistra toccherà ad Alex Sandro, a destra sarà ballotaggio tra Danilo e Mattia De Sciglio, in gran forma come ha dimostrato nel big match contro i giallorossi.Guarda la galleryJuve, l’operazione Zenit è partita con il buonumore: Allegri è sereno LEGGI TUTTO

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    Allegri contro Mourinho: storia di un rapporto polemico

    Non è che se le siano mandate a dire, ai tempi, Massimiliano Allegri e José Mourinho. Anzi… A partire dalle uniche due stagioni vissute nello stesso campionato (Serie A 2008-09 e 2009-10) c’è stata una escalation di frecciate che manco durante una gara di tiro con l’arco. E poco ha inciso il fatto che inizialmente uno allenasse l’Inter e fosse già Special mentre l’altro avesse appena debuttato in massima serie con il Cagliari: zeru timori reverenziali e tanta personalità. Casus belli fu l’assegnazione della Panchina d’Oro 2008-09 ad Allegri, commentata in maniera sibillina dal portoghese: «Io sono contento di aver vinto il premio dato dai giocatori agli Oscar del calcio. Quanto ai voti degli allenatori, il fatto che io abbia preso 6-7 preferenze è la vera sorpresa positiva…». Allegri non è che la prese proprio sul ridere: «Forse lui che allena l’Inter ed è sempre sotto i riflettori è tenuto a commentare tutto. Ma per farmi innervosire di battute ne deve fare un bel po’, perché per farmi perdere la pazienza ce ne vuole…». Poi ancora, negli anni. Con Allegri fresco scudettato al Milan che, sia pure in un contesto scherzoso come una intervista alle Iene, nel 2011, si lasciò andare: «Ogni tanto è patetico, ripete sempre continuamente le stesse cose e diventa banale. È molto bravo, ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze». Scintille anche sul calciomercato, con Mourinho allenatore del Chelsea che bacchettava il tecnico allora juventino: «Allegri ha parlato per tutta l’estate di Ramires e Oscar, ma io non parlo dei calciatori della Juve». Siamo nel 2015.

    Allegri-Mourinho, tra passato e presente

    Fino ai tempi più recenti. L’ultima volta che Mourinho s’è affacciato all’Allianz Stadium allenava il Manchester United. […] E al termine di una partita stranissima, vinta 2-1, si regalò al fischio finale il gesto dell’orecchio. […] Prepariamoci, allora. Pop corn in mano e sguardo attento. Ne vedremo delle belle in campo, durante Juventus-Roma. Ma magari delle belle ne sentiremo anche. Prima o dopo…

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