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    Marchisio: “Juve, questa si vince con l'anima. È il momento di compattarsi”

    TORINO – Seduto al tavolo del suo Legami, ristorante di sushi a Vinovo, Claudio Marchisio ride solo di fronte a una domanda: «Cosa farai da grande?». Si guarda in giro: «Dai, ho le mie attività e seguirle mi impegna parecchio». E il calcio? «Fare l’opinionista mi piace molto. Mi basta questo. Per ora». E ovviamente seguire la Juventus.  Buongiorno Marchisio, come si affrontano partite come Napoli-Juventus di questa sera: emergenza totale, uomini contati e circostanze complicate da un solo punto in due partite? 

    «Dipende da ognuno di loro. Dalla concentrazione, dallo stare sul pezzo, dal carattere che riesci a mettere sulla partita. Al di là della condizione atletica, della tattica, della tecnica. Non devi sbagliarla a livello di testa e di cuore. Anche perché se perdi colpi, in situazioni del genere puoi anche prendere delle saponate storiche. Ma devi andare lì, compatto e convinto, senza pensare troppo».

    Allegri, in una situazione di questo genere, è un valore aggiunto con la sua calma?

    «Certamente! E’ uno che sa benissimo come rimettere in carreggiata tutti, amalgamare il gruppo e non pensare al calendario e a cosa è successo prima. Isolare la partita dal contesto. Non devono pensare al punto in classifica, solo al Napoli e a vincere».

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    Lei ha conosciuto Locatelli, come le è sembrato? E’ uno da Juventus, uno fatto della pasta del vecchio ciclo? 

    «Come umanità e come grinta, sì. Ma non basta. Poi vai in campo e devi dimostrare altro e questa è una stagione complicata. Forse anche più complicata di quella con Pirlo l’anno scorso, quindi entra in un contesto non semplice, ma avrà grandi insegnanti come Chiellini e Bonucci. Però sono ottimista: Locatelli, così come Bernardeschi, Chiesa e magari anche Kean possono formare il nuovo zoccolo duro italiano che porti avanti la tradizione vincente. Le premesse ci sono»

    […]

    Conta anche su Morata?  «Certo! E’ uno che segna sempre gol pesanti. Anche lui, tuttavia, si trova davanti a una stagione nella quale cambiare definitivamente marcia. Trovare la continuità che spesso gli è mancata, mostrare più cattiveria agonistica nel corso della stagione. E’ arrivato a un’età nella quale un grande campione inizia il periodo migliore, quello che poi rimane nella storia. Deve esserne consapevole e sfoderare l’annata migliore della sua carriera».  Una storia che vale anche per Dybala?

    «Certo, molte responsabilità ricadranno su Paulo, inevitabilmente. E lui lo sa».

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    Pjanic: “Amo la Juve e Allegri. Messi e Ronaldo top, ma con Dybala…”

    «Mi hanno voluto fortemente negli ultimi giorni di mercato e io non potevo restare a Barcellona con Koeman: avrei perso un altro anno e  non mi andava perché ho  voglia di giocare. Il Besiktas  è campione di Turchia, è in Champions e… ha la maglia bianconera. Mi hanno accolto alla grande, sarà un’altra bella sfida».

    Quanto è stato vicino al ritorno alla Juventus?

    «Ci sono stati dei contatti e degli appuntamenti con il  mio agente, ma il mercato non è mai facile. Mi sarebbe piaciuto tornare e avrei fatto di tutto per ritrovare Allegri. Amo la Juventus, sono legato ai tifosi e ho un ottimo feeling con il presidente Agnelli. Però nel calcio bisogna guardare avanti e, siccome prima di tutto sono un professionista, adesso voglio togliermi delle belle soddisfazioni con il Besiktas».

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    Ha fatto in tempo a giocare con Cristiano Ronaldo nella Juventus e con Messi nel Barcellona: ci pensa ogni tanto?

    «Sì e mi sento molto fortunato: aver giocato con due extraterrestri così vale come un trofeo. Sono diversi, Leo e Cris, ma anche molto simili:  vivono per competere e vincere, anche in allenamento. Cristiano cura ogni minimo dettaglio, ma non pensiate che Messi non sia un gran lavoratore. Leo, però, ha un dono unico: gli riesce tutto con una semplicità estrema. Anche le punizioni…»

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    Che idea si è fatto dalla partenza lenta dei  bianconeri?

    «È soltanto l’inizio, bisogna restare calmi. E poi c’è Allegri, una garanzia: nessuno è meglio di lui in queste situazioni».

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    Con l’addio di Ronaldo, si aspetta anche lei il salto di  qualità definitivo di Dybala?

    «Paulo ha un grosso peso sulle spalle, ma è già un campione. Io ho avuto la fortuna di giocare con Ronaldo e Messi. Cris e Leo sono due extraterrestri, però è Paulo quello con cui mi sono divertito di più: era tanto bello quanto semplice trovarlo tra le linee e se gli chiedi l’uno-due sai che con lui la pal la torna perfetta. Dybala è un  top, ma come tutti ha bisogno della squadra»

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    Napoli-Juve, Allegri perde Cuadrado: ko per gastroenterite

    Napoli-Juve, assenti anche gli altri sudamericani
    La lista degli assenti si allunga poi con gli altri sudamericani, impegnati con le rispettive nazionali nella notte e che faranno rientro in Italia sono domani alle 11, a poche ore dalla delicata sfida contro gli azzurri di Luciano Spalletti: “Portarli a Napoli col rischio che si facciano male penso abbia poco senso. Restano a casa e riposano, martedì abbiamo una partita importante perché la prima di Champions e la più importante del girone”, il commento di Allegri. LEGGI TUTTO

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    Juve, senti Fagioli: “Farò come Morata, il sogno è tornare”

    Il numero è quello di Andrea Pirlo, il 21. E proprio come fece il maestro da  giocatore, anche Nicolò Fagioli ha deciso di fare un passo indietro con l’obiettivo di compierne due in avanti in futuro. Ieri per il talento classe 2001 di  proprietà della Juventus  è iniziata ufficialmente  l’avventura in prestito alla Cremonese (Serie B). Un  club dove il 20enne centrocampista di Piacenza aveva giocato tra gli 11 e i 14  anni: per lui si era rivelato il trampolino per lo sbarco nel settore giovanile bianconero. In un certo senso, è un po’ come se Fagioli tentasse il bis: una grande stagione a Cremona sarebbe il  modo migliore per tornare alla Juventus dalla porta principale. «Ma non mi sento di aver fatto un passo indietro venendo alla Cremonese – racconta Fagioli a  Tuttosport a margine della presentazione ufficiale  -. A Torino ho debuttato in  Serie A, contro il Crotone,  però con la maglia della Juventus ho giocato soprattutto in Serie C, con l’Under 23. Proprio per questo  la Serie B con un club fantastico come la Cremonese mi sembra un gradino superiore per continuare  a crescere. Castrovilli, ad esempio, è stato qui a Cremona in prestito e nel giro di poco tempo ha conquistato la Nazionale. Il Mondiale? È il sogno di tutti giocarne almeno uno, ma al  momento non ci penso e mi godo l’Under 21»

    Allegri parlava benissimo di lei già nel 2018. Come mai ha lasciato la Juventus, seppur in prestito, proprio nell’anno del ritorno dell’allenatore livornese in bianconero?

    «Perché alla mia età è importante  giocare e  fare  esperienza. Non ci sono rimasto male. Siamo tutti convinti – il mister, la dirigenza e io – che mi servisse una avventura del genere.  Alla Juventus, con i campioni che ci sono, sarebbe stata dura trovare spazio. Non sarà semplice nemmeno qui, ma farò di tutto  per conquistarmi il posto».

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    Ha salutato gli ex compagni della Juventus con un arrivederci?

    «Non c’è stato molto tempo per i saluti. Sono andato via dopo la partita con l’Empoli e quella sera erano tutti arrabbiati per la sconfitta. Il più caloroso è stato Morata. Alvaro mi ha portato a cena con lui. È sempre gentilissimo, abbiamo un ottimo rapporto».

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    E di Cristiano Ronaldo, lei che fa parte della generazione Messi-CR7, cosa non dimenticherà mai?

    «Mi ha fatto l’in bocca al  lupo anche lui. Cristiano non è un ragazzo di molte parole, ama molto di più i fatti. Non a caso segna sempre. In allenamento mi ha colpito tutto di Ronaldo, del resto non lo scopro certo io che è un fenomeno… Ma il tiro e l’abilità  in area, dove è micidiale, visti da vicino sono ancora più impressionanti».

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    Juve, Allegri a lavoro: allenamento congiunto con l'Under 23

    TORINO – Nonostante la rosa decimata per via degli impegni con le nazionali, la Juve di Massimiliano Allegri continua a lavorare alla Continassa. I calciatori rimasti a Torino stamane hanno svolto una seduta tecnica congiunta con l’Under 23 di Lamberto Zauli, concentrandosi poi su esercitazioni tecniche, gestione del possesso palla ed esercitazioni specifiche per ogni reparto. Domani l’appuntamento al JTC è ancora fissato per il mattino per una nuova seduta di allenamento. I bianconeri sono chiamati a rispondere presente sabato 11 settembre alle 18 al Maradona contro il Napoli nella terza giornata di campionato. Dopo un avvio con il freno a mano tirato (un solo punto in due partite), la Vecchia Signora non può permettersi altri passi falsi.  LEGGI TUTTO

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    Juve, Allegri: “Frenesia ed errori tecnici. Ronaldo? Non ci pensiamo”

    TORINO – Dopo l’inattesa sconfitta casalinga contro l’Empoli, l’allenatore della Juve Max Allegri risponde alle domande dei giornalisti ai microfoni di Dazn: “Non è un problema di personalità. Abbiamo iniziato bene, e alla prima occasione l’Empoli ha fatto gol. Loro vanno a nozze fra gli spazi, non abbiamo avuto pazienza: bisogna giocare di squadra e non singolarmente. Abbiamo fatto 1 punto in due partite ma non disperiamo, dobbiamo lavorare sulla compatezza e questi due passi falsi faranno bene all’ambiente, perchè il gruppo è buono e ha dei valori. Il tecnico bianconero analizza tatticamente la partita: “I cross non sono tanti, dovevamo attaccare meglio l’area, abbiamo sbagliato tatticamente per troppa frenesia, non possiamo pensare sempre di andare in vantaggio e vincerle tranquillamente, una grande squadra non perde ordine quando deve ribaltare un match”. Sui tanti fischi ai giocatori, in particolare a Rabiot e Bentancur: “Momento difficile, ci serve anche la critica per crescere. Dobbiamo affrontarlo al meglio facendo le cose semplici, troppi errori tecnici che di solito i miei ragazzi non fanno. La prima partita a Udine abbiamo capito la prima parte di cose da non fare, oggi la seconda. C’è un mese, con la Champions nel mezzo: ci arriveremo al meglio”.Guarda la galleryJuve, che tonfo con l’Empoli! Mancuso affossa Allegri
    Allegri: “Non dobbiamo più pensare a Ronaldo”
    Juve più scarsa dopo la partenza di Ronaldo: “Non è giusto dirlo, abbiamo giovani di valore, che giustamente non hanno tanta esperienza, e quindi piano piano dobbiamo trovare l’equilibrio. Molte volte non lo troviamo per eccesso di generosità. Una partenza sicuramente a rilento della Juve, ma Allegri non sembra spaventato: “In qualche modo sistemeremo la nostra situazione, molti sono arrivati dopo: dobbiamo migliorare nella gestione della palla, e giocare tutte le partite con la stessa intensità e senza ansie. Danilo di fronte la difesa ha fatto una buona partita, ha tenuto ordine e tranquillità fino alla fine, così come Bonucci e Cuadrado. Dobbiamo trovare l’equilibrio fra la voglia di fare dei giovani e l’equilibrio”.Sull’addio di Ronaldo: “Ha fatto tanti gol, giocatore straordinario ma non possiamo più pensare a lui. Ho un gruppo ottimo con cui lavorare, non è che, ripeto, si può sempre vincere: bisogna capire che bisogna compattarsi ancora di più. Sono fiducioso, abbiamo valori tecnici e morali importanti”.
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    Juve, furia Allegri: ecco cosa ha detto alla squadra

    TORINO – Fosse stato inverno sarebbe volato il cappotto, come nell’ormai epica scena di Modena, durante un Carpi-Juventus prima del Natale 2015. A Udine sono comunque volate le urla, perché Massimiliano Allegri non è riuscito a digerire la rimonta dell’Udinese e le circostanze che l’hanno innescata. Le papere di Szczesny, sì, ma anche un atteggiamento che, nella parte centrale della ripresa, ha visto la sua Juventus meno concentrata, meno sul pezzo, meno cattiva di quanto la volesse. La squadra lo sa, perché tra domenica e ieri (quando c’è stata una seduta defaticante) il tecnico ha avuto modo di esprimere il suo disappunto, per quanto abbia anche apprezzato molti aspetti della prestazione della Dacia Arena. «Non si possono prendere due gol in una partita come quella odierna, non dovevamo assolutamente prendere due gol. Bisogna lavorare e registrare bene questi momenti della partita. Non è una questione tecnica, ma di testa: i gol gli avversari devono farli quando se lo meritano, non quando facciamo noi errori così. Gli errori tecnici capitano, ma oggi è stata questione di testa. Dovevamo partire con una bella vittoria, netta e invece… Il fatto è che in quel momento lì la palla doveva andare in tribuna o fuori dallo stadio, perché da quell’episodio poi siamo qui a discutere di un’Udinese che ha fatto un’ottima gara». I concetti del post partita sono stati gli stessi espressi alla squadra in un’analisi piuttosto spietata. Ma perché Allegri è così arrabbiato? Beh, innanzitutto perché da calcolatore in grado di elaborare scientificamente le quote scudetto, sa perfettamente quanto pesino i punti gettati in provincia (quelli che sono costati carissimo alla Juventus di Pirlo della scorsa stagione, per esempio) e partire con un -2 in quel particolare conteggio deve essere parecchio fastidioso per lui.Guarda la galleryFollia di Szczesny, la Juve getta la vittoria ad Udine

    L’Allegri bis ha il pugno di ferro

    Ma c’è un altro elemento da tenere presente. Ed è l’approccio con il quale Allegri è arrivato a Torino per il suo secondo mandato. Fra i compiti che gli sono stati assegnati dalla società, infatti, c’è anche quello di ripristinare una certa disciplina nella squadra. Disciplina in senso lato del termine, che quindi può avere un’accezione sportiva (per esempio più attenzione in campo), ma anche comportamentale (che poi inevitabilmente si riflette in campo). Buffo che rispetto al suo primo sbarco alla Juventus, quando aveva leggermente allentato le tensioni da West Point del militaresco triennio contiano, oggi Max abbia un compito opposto. E se non sarà mai un sergente dei Marines, Allegri è comunque perfettamente in grado di modulare la sua gestione.

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    Il figlio di Pirlo, il pari Juve a Udine e quell'applauso social polemico

    Il pareggio all’esordio contro l’Udinese ha fatto infuriare Max Allegri che certamente auspicava un inizio di campionato differente. La Juve, dopo il doppio vantaggio nel primo tempo, si è fatta rimontare dalla formazione friulana. Sul banco degli imputati è finito soprattutto Szczesny, autore di una prestazione deludente. Il portiere è stato preso di mira dai tifosi bianconeri che si sono sfogati sui social. Tra i vari commenti però c’è anche chi non ha apprezzato il lavoro di Allegri: nello specifico ha fatto clamore la foto postata da un sostenitore della Vecchia Signora che ha attaccato la Juve, difendendo Andrea Pirlo: “Il calcio è bello perché, se la Juve si fosse fatta rimontare due gol l’anno scorso, sarebbe stata colpa di una sola persona. Che quest’anno però non c’è”, queste le parole scritte sotto a uno scatto dell’ex tecnico bianconero. 

    Nicolò Pirlo e la stoccata sui social

    Lo sfogo del tifoso non è passato inosservato, soprattutto in casa Pirlo. Nicolò, figlio dell’ex allenatore della Juve, ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: non solo ha ricondiviso il post sulle sue storie di Instagram, ha anche aggiunto l’emoticon dell’applauso per sottolineare di condividere totalmente il pensiero esposto dal supporter bianconero. Il gesto di Pirlo Jr è stato criticato sui social a tal punto che il ragazzo ha scelto di rimuovere il post.

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