Vlahovic e la Juve nel destino: “Ecco perché sarà come Buffon”
Andreja Milutinovic ha conosciuto Dusan Vlahovic quando il bomber aveva 15 anni: «E ho subito percepito un’energia particolare intorno a lui, quel tipo di energia che hanno solo i campioni destinati a diventare numeri uno del mondo». Andreja Milutinovic è, per citare uno dei calciatori che segue, «il Messi dei preparatori atletici»: professore di biomeccanica a Belgrado, dove c’è anche la sua clinica, segue campioni in tutta Europa, da Luka Modric a Matthijs De Ligt, da Ivan Perisic a Edin Dzeko e Gigi Buffon. I suoi assistiti formano un dream team micidiale e fra questi c’è, da sei anni, anche Dusan Vlahovic, il bomber che la Juventus ha appena acquistato dalla Fiorentina, al quale Milutinovic è molto affezionato. «Tutto è iniziato quando lui aveva quindici anni e aveva subito un infortunio abbastanza serio al tendine. Dusan Tadic me lo manda, sapendo che non mi piace molto lavorare con ragazzi così giovani. Lui però insiste, Dusan viene da me a Belgrado e in quel momento ho iniziato a capire chi avevo davanti. La cosa buffa è che dopo un paio di mesi, nei quali ho conosciuto Dusan, sono rimasto letteralmente folgorato dalla sua mentalità e dall’attitudine». Milutinovic, che del leggendario commissario tecnico condivide solo il cognome e che ha lavorato anche nell’Inter di Mancini una decina d’anni fa, racconta come tutto è iniziato: «Il primo giorno Dusan era molto timido, ma determinato. L’ho seguito nel corso del recupero dall’infortunio e quando ho effettuato i classici test per verificare resistenza, forza e dati biometrici sono rimasto impressionato dai valori che esprimeva. Non solo aveva pienamente recuperato, ma i dati erano mostruosi».Guarda la galleryJuve, è il Vlahovic-day: è il quinto serbo bianconero FOTO
Milutinovic e i retroscena su Vlahovic
Così inizia la collaborazione fra i due: «Io seguo molti calciatori, fornisco loro un piano per l’alimentazione corretta e un piano per le sedute di lavoro, che aggiorno in base ai report quotidiani dei loro allenamenti (ottenuti attraverso i gps), delle loro partite e dei dati fisiometrici. E così ho fatto con Vlahovic, che a 15 anni ha iniziato una dieta corretta e un modo di allenarsi da professionista. La cosa incredibile è la costanza e la determinazione con le quali ha applicato ogni indicazione. Ha sempre avuto un unico pensiero: diventare un numero uno, migliorarsi e vincere. Non lo spaventa il lavoro, non lo distraggono le pressioni. Lui pensa sempre e solo al lavoro. Focalizzato e positivo. Mi ha sempre stupito un po’: quando la Fiorentina lo aveva acquistato ma non poteva portarlo subito a Firenze, è stato a Belgrado per svariati mesi senza più essere utilizzato dal Partizan. Così gli ho detto: questo sarà un periodo duro, dovrai faticare molto e potrebbe anche essere difficile per te, ma potrebbe essere anche un periodo molto utile per sviluppare il tuo fisico. Per qualsiasi giocatore quella situazione poteva essere molto stressante. Lui sapete cosa mi ha risposto? “A che ora devo venire domani?”. Gli ho detto: “Le 8”. E lui si è presentato puntuale. Quando è arrivato stava andando via Perisic. Lui l’ha riconosciuto e mi ha chiesto: “Ma a che ora inizia lui che alle 8 ha già finito?”. “Alle 6.30”, gli ho detto. E lui: “Ok, domani vengo alle 6.30 anche io” e si è presentato alle 6.30 del mattino, con il sorriso sulle labbra e pronto ad allenarsi». Milutinovic ha lavorato e lavora con top player di livello mondiale, eppure Vlahovic ha il potere di stupirlo ancora: «Pensa come un trentenne. È la stessa cosa che ho colto in De Ligt. I due sono molto simili come personalità e carattere: vogliono vincere, hanno in testa solo quello e pensano che per arrivare a vincere sono necessari lavoro e sacrifici. Vlahovic ha qualcosa in comune anche con l’attitudine di Buffon».
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