Aquilani, che fallimento a Pisa
TORINO – Curioso, come dopo una stagione così fallimentare come quella che ha vissuto a Pisa, Alberto Aquilani sia così corteggiato, anche dalla Serie A, i miracoli che fa l’avere avuto un nome da calciatore. All’inizio era stato addirittura accostato alla Fiorentina, la squadra che lo ha svezzato da allenatore a livello giovanile, anche se riproporlo in prima squadra dopo la gestione Italiano, appariva quasi una bestemmia calcistica. Poi è venuto fuori il Sassuolo che avrebbe pensato a lui come l’uomo giusto per rifondare la squadra dopo la retrocessione in B. Resta il fatto che si fatica a capire quali referenze guadagnate sul campo abbia Aquilani per poter ambire a piazze simili. Beninteso, l’inizio della storia in panchina di Daniele De Rossi – flop alla Spal, trionfo a Roma -ci ricorda che forse, è più difficile allenare in B che in A, dunque non è il caso di gettare troppo la croce sull’ex centrocampista, onusto di gloria, che già indossò dopo la maglia della Roma, quella di, fra le altre, Liverpool, Juventus, Milan, Fiorentina e Sporting Lisbona. Tuttavia, allo stesso tempo, non si può nascondere quanto sia stata deludente la sua annata per il Pisa di Knaster. A fine stagione, Aquilani ribadiva: “Nessuno mi aveva chiesto i playoff”. Ed è vero. Diciamo che l’obiettivo di chiudere la B nelle prime otto, nel clan nerazzurro c’era ma rimaneva saggiamente tenuto nascosto. Però, ad esempio, nessuno l’aveva chiesto neanche al Brescia di Maran (guarda caso un ex allenatore del Pisa che in nerazzurro ha fallito miseramente), che con una squadra inferiore a quella toscana, un posto ai playoff se l’è conquistato sul campo, di fatto scalzandovi il Pisa. Poi, è anche sbagliato dare tutte le colpe ad Aquilani. La piazza toscana ha vissuto giornate difficili, tensioni con la tifoseria, già abbastanza delusa per come era andata l’annata precedente. Ecco, Aquilani non ha avuto la forza di invertire la tendenza negativa iniziata nella primavera del 2022 quando il Pisa uscì sconfitto dalla finale playoff col Monza. Però c’è modo e modo per provare a risalire, si può anche fallire il piazzamento playoff ma riuscendo comunque a dare un’identità alla squadra, delle basi da sviluppare. E questo con Aquilani non è avvenuto: molto rare le volte che la squadra ha vinto e convinto, per non parlare della difficoltà a calarsi nella mentalità della B, proponendo per lo più uno sterile e stucchevole possesso palla che non portava punti, senza dimenticare lo scarso e tardivo utilizzo di Arena, ragazzo 23enne molto interessante scovato dal Pisa in C nel Gubbio, presentatosi in avvio di campionato con una rete da fuoriclasse alla SamPirlo battuta a Marassi, e poi troppe volte relegato in panchina, quando, per i mezzi tecnici che avrebbe, poteva essere l’elemento su cui quasi impostare la stagione. Questo si imputa ad Aquilani, il suo Pisa, ogni volta che stava per spiccare il volo, regolarmente falliva, barcamenandosi fra playoff e playout, senza avere la forza di conquistare i primi, senza correre quasi mai il rischio di essere risucchiati dai secondi e lasciamo stare gli infortunati (non pochi) che sono quasi sempre un alibi. Giova infine ricordare che Aquilani, nonostante questi illustri corteggiamenti, ha in essere un contratto col Pisa che lo lega al club di Knaster anche per la prossima stagione. LEGGI TUTTO