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    Argentina, sorpresa Soulé nelle convocazioni di Scaloni

    TORINO – Grande soddisfazione per Matias Soulè, giovane attaccante argentino della Juventus: il ct dell’Albiceleste Lionel Scaloni lo ha convocato per gli impegni contro Uruguay e Brasile validi per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar nel 2022, in programma il 13 e il 17 novembre. Per il talento classe 2003 di Mar del Plata è la prima volta, dopo aver esordito quest’anno in Lega Pro con la maglia della Juve under 23 ed aver collezionato 10 presenze. Assieme a lui ci sarà Paulo Dybala e gli altri “italiani” Lautaro, Molina, Martinez Quarta, Gonzalez, Dominguez, Musso e Correa. 
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    Argentina, i convocati di Scaloni: sorpresa Soulé
    Ecco la lista dei convocati dal tecnico argentino:
    Portieri: Armani, Martinez, Musso.
    Difensori: Molina, Montiel, Romero, Pezzella, Otamendi, Martinez Quarta, Tagliafico.
    Centrocampisti: Acuna, Rodriguez, Paredes, Martinez, Fernandez, De Paul, Palacios, Lo Celso, Dominguez.
    Attaccanti: Di Maria, Messi, Correa A., Correa J., Lautaro, Dybala, Alvarez, Almada, Simon, Zeballos, Gonzalez, Avila, Soulé, Gerth. LEGGI TUTTO

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    Qatar 2022, il Brasile strapazza l'Uruguay: l'Argentina fa festa con Lautaro

    Dopo la frenata contro la Colombia (0-0), il Brasile torna a macinare calcio e nelle qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022 supera con un netto 4-1 l’Uruguay. La supersfida di Manaus è un monologo verdeoro, con Neymar, in formato super, e compagni che strapazzano in lungo e il largo la Celeste di Tabarez, “imbottita di italiani”, ben sette tra titolari e subentranti. L’1-2 a freddo del Brasile mette la gara in discesa già dopo appena 18′: prima colpisce Neymar, poi l’allievo di Bielsa Raphinha. L’attaccante del Leed bissa poi al 58′ prima del gol della bandiera di Luis Suarez. A rendere il passivo ancora più rotondo ci pensa però Gabigol nel finale di partita. 90′ per lo juventino Alex Sandroi. Il Brasile strapazza così l’Uruguay all’Arena da Amazonia.  
    Lautaro Martinez decisivo: Argentina-Perù 1-0
    A decidere la sfida del Monumental tra Argentina e Perù è invece l’interista Lautaro Martinez, al suo sesto centro nelle ultime nove uscite. Il Toro firma il gol vittoria al 43′ raccogliendo di testa il bel cross del giocatore dell’Udinese Molina. Poi l’Albiceleste gestisce, anche se corre due pericoli importanti. Il primo al 21′, ma Lapadula non riesce a colpire, poi al 65′ viene graziata da Yotun che dal dischetto colpisce la traversa. Nel finale altra staffetta Lautaro-Correa. 

    Pulgar e Sanchez show: tris del Cile. Poker della Bolivia
    Il Cile torna a respirare e batte con un rotondo 3-0 il Venezuela. Grandi protagonisti Vidal e Sanchez, ma soprattutto il centrocampista della Fiorentina Pulgar, bravo ad andare a segno due volte tra il 18′ e il 37′ e spegnere ogni velleità degli ospiti. Il definitivo 3-0 arriva nella ripresa, al 73′, e porta la firma di Brereton. Secondo successo consecutivo per la Roja così come per la Bolivia che si abbatte come una valanga sul Paraguay (4-0). L’equilibrio dura fino al 21′, il tempo che impiega la truppa di Farias a sbloccare la sfida con la rete di Ramallo. Villarroel, Abrego e Fernandez, nella seconda frazione, rendono il passivo ancora più pesante.   

    Quante polemiche tra Colombia ed Ecuador: finisce 0-0
    Zero gol, ma quante polemiche tra Colombia ed Ecuador! Nel primo tempo meglio gli ospiti che chiamano in causa più volte il portiere del Napoli Ospina, bravo a mantere i suoi in partita. Poi nella seconda grazione i Cafeteros si fanno vedere con qualkche sortita offensiva, frutto delle giocate dello juventino Cuadrado, in campo per tutti i 90′, e dell’atalantino Zapata, sostituito al 70′. È proprio Duvan ad avere la migliore occasione per la Colombia, ma l’errore è grossolano. Poi succede davvero di tutto. Rigore prima assegnato e poi revocato all’Ecuador (presunto fallo di Cuellar su Plata), poi, in pieno recupero, sono i padroni di casa a recriminare: prima reclamano un rigore e infine si vedono annullare la rete decisiva messa a segna da Mina al 99’ per un involontario tocco di mano prima di scaraventare a rete nella mischia dell’area di rigore ospite. Ecco dunque la classifica delle qualificazioni sudamericane ai Mondiali di Qatar 2022: Brasile 31, Argentina 25, Ecuador 17, Colombia 16, Uruguay 16, Cile 13, Bolivia 12, Paraguay 12, Perù 11 e Venezuela 7. LEGGI TUTTO

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    Argentina-Uruguay, match combattuto a Buenos Aires

    Si doveva giocare a fine marzo, poi la pandemia di Coronavirus ha spinto la Conmebol al rinvio. Ora è tutto pronto per Argentina-Uruguay, in programma nella notte italiana (ore 1.30) tra domenica e lunedì. Entrambe le Nazionali hanno un deludente pari a reti bianche alle spalle, rispettivamente contro Paraguay e Colombia. Bicchiere mezzo pieno per l’Albiceleste di Messi che resta seconda nel girone alle spalle del Brasile. L’Uruguay invece deve ancora sudare per mettere in tasca un biglietto aereo direzione Qatar.
    Argentina in serie positiva
    L’Argentina ha allungato la sua striscia di imbattibilità a 23 partite consecutive, in mezzo c’è anche l’1-0 all’Uruguay nell’ultima edizione di Copa America vinta dall’Albiceleste. L’Uruguay nelle ultime 4 gare di qualificazione ha ottenuto 2 vittorie e altrettanti pareggi, i due passi falsi sono arrivati contro Brasile (0-2) ed Ecuador, un pesante 2-4 risalente a un anno fa. In quell’occasione Luis Suarez segnò due gol su rigore ma il Pistolero non esulta con la sua nazionale dall’1-1 di giugno contro il Cile, in Coppa America.
    Nazionali e non solo, divertiti con i pronostici!
    Under 2,5 in evidenza
    Messi ispira ma nessuno finalizza. Così è stato contro il Paraguay e contro una squadra ostica e forte in difesa come l’Uruguay non sarà facile per l’Argentina andare a segno (anche se Lautaro dopo l’affaticamento che gli ha fatto saltare l’Albirroja è tornato ad allenarsi con i suoi compagni dell’Albiceleste). Le quote sorridono comunque ai ragazzi di Scaloni, segno 1 e Under 2,5 sono le opzioni più accreditate. Una giusta via di mezzo? La combo 1X+Under 3,5. LEGGI TUTTO

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    L'Argentina di Messi prenota il 2 in Paraguay

    L’Argentina di Messi non perde un incontro da oltre due anni, ha trionfato in Copa America e non è ancora sazia: il Paraguay è avvisato. Le due Nazionali sono prossime alla sfida valevole per le qualificazioni Mondiali che riguardano la zona sudamericana.
    Berizzo contro la “sua” Argentina
    Curioso il destino. Il Paraguay di Berizzo, un argentino, che sfida la Nazionale della sua terra. In campo però non c’è spazio per i sentimenti visto che l’Albirroja ha due punti di distacco dal quinto posto, quello che garantisce almeno i playoff intercontinentali. Al momento dunque il Qatar si vede solo in cartolina. Missione difficile visto lo stato di grazia dell’Albiceleste unito alla cronica incapacità del Paraguay di inanellare due vittorie di fila.
    Divertiti con le partite delle Nazionali!
    Argentina seconda nel girone sudamericano
    Scaloni ha dichiarato che in campo andrà praticamente la stessa squadra che ha giocato la finale di Copa America. Pretattica? Del resto l’abbondanza non gli manca, Dybala infortunato a parte. Messi a settembre ha vinto da solo (tripletta) contro la Bolivia e pur se non al 100% dovrebbe essere del match. L’Argentina ci arriva da imbattuta con 5 vittorie e 3 pareggi in 8 partite nel girone Conmebol, seconda in classifica dietro al Brasile.
    Paraguay-Argentina, le quote suggeriscono il 2
    Osservando le quote dei vari bookmaker si trova il segno 2 dell’Argentina mediamente a 1.60. Non semplice per il Paraguay sfondare il muro argentino e anche il No Goal per questo motivo viene ritenuto più probabile dagli allibratori. Il Paraguay proverà a reggere l’urto cercando di colpire al momento opportuno. l’Argentina è seconda in classifica e non ha necessità di spingere sull’acceleratore. Potrebbe quindi venir fuori un match con meno di tre reti totali (Under 2,5). LEGGI TUTTO

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    Sorpresa Scaloni: Dybala convocato dall’Argentina nonostante il ko

    BUENOS AIRES (Argentina) – Lionel Scaloni, allenatore dell’Argentina, ha diramato la lista dei convocati dell’Albiceleste per gli impegni, in programma dall’8 al 15 ottobre, contro Paraguay, Uruguay e Perù. Per i match validi per il girone di qualificazione al Mondiale 2022, il tecnico ha scelto di convocare anche Dybala, nonostante l’infortunio subìto con la maglia della Juve. Assieme alla Joya, anche tanti altri “italiani”: nella lista infatti anche Lautaro Martinez e Correa dell’Inter, Musso dell’Atalanta, Molina dell’Udinese, Dominguez del Bologna, Martinez Quarta e Gonzalez della Fiorentina.
    Dybala, sollievo dopo l’infortunio: non c’è lesione
    Argentina, Messi: “Molti giornalisti pensano sia un fallito”
    Argentina, i convocati di Scaloni per le Qualificazioni al Mondiale
    Portieri: Musso (Atalanta) – Armani (River Plate) – E.Martinez (Aston Villa) – Andrada (Monterrey Fc) 
    Difensori: Montiel (Siviglia) – Molina (Udinese) – Foyth (Villarreal) – Martinez Quarta (Fiorentina) – Pezzella (Betis Siviglia) – Otamendi (Benfica) – Romero (Tottenham) – Lisandro Martinez (Ajax) – Tagliafico (Ajax);
    Centrocampisti: Acuna (Siviglia) – Paredes (Psg) – Rodriguez (Betis Siviglia) – Dominguez (Bologna) – Lo Celso (Tottenham) – Palacios (Bayer Leverkusen) – De Paul (Atletico Madrid) – Papu Gomez (Siviglia) – Gonzalez (Fiorentina) – Di Maria (Psg);
    Attaccanti: Lautaro Martinez (Inter) – Messi (Psg) – Dybala (Juventus) – Alario (Bayer Leverkusen) – A. Correa (Atletico Madrid) – J.Correa (Inter) – Alvarez (River Plate). LEGGI TUTTO

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    Dybala convocato dall’Argentina dopo lo show in maglia Juve

    A Paulo Dybala è bastata una prestazione da applausi (con tanto di gol) per riprendersi la sua Argentina. La stella della Juve, in attesa del rinnovo e dopo aver saltato l’ultima Coppa America, è stata convocata dal ct Scaloni per i prossimi tre impegni in vista del Mondiale di Qatar 2022 contro Venezuela, Brasile e Bolivia: “Che felicità” ha scritto su Instagram. Tanti gli ‘italiani’ presenti: Musso dell’Atalanta, Molina dell’Udinese, Martinez Quarta e Nico Gonzalez della Fiorentina, Nico Dominguez del Bologna, Correa della Lazio e Lautaro Martinez dell’Inter.
    Juve, riecco il vero Dybala. Rinnovo, c’è aria di firma
    Argentina, i convocati di Scaloni 
    Emiliano Martinez (Aston Villa), Franco Armani (River), Juan Musso (Atalanta), Geronimo Rulli (Villarreal), Gonzalo Montiel (Siviglia), Nahuel Molina (Udinese), German Pezzella (Betis), Juan Foyth (Villarreal), Cristiano Romero (Tottenham), Nicolas Otamendi (Benfica), Lucas Martinez Quarta (Fiorentina), Lisando Martinez (Ajax), Marcos Acuna (Siviglia), Nicolas Tagliafico (Ajax), Rodrigo De Paul (Atletico Madrid), Exequiel Palacios (Bayer), Leandro Paredes (Psg), Guido Rodriguez (Betis), Nicolas Dominguez (Bologna), Giovani Lo Celso (Tottenham), Alejandro Gomez (Siviglia), Angel Di Maria (Psg), Angel Correa (Atletico Madrid), Julian Alvarez (River), Joaquin Correa (Lazio), Nicolas Gonzalez (Fiorentina), Emiliano Buendia (Aston Villa), Lautaro Martinez (Inter), Lionel Messi (Psg), Paulo Dybala (Juventus). LEGGI TUTTO

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    Alfaro: «De Rossi, sfido te e l'Italia!»

    TORINO – Se definiamo l’Ecuador come la sorpresa più grande del calcio del LatinoAmérica non andiamo lontano dal vero. Analizziamo i numeri: loro non mentono mai. Nel girone Conmebol di qualificazione a Qatar 2022 la Tricolor occupa, dopo 4 partite, il 3° posto in classifica dietro a due giganti, Brasile e Argentina, ma davanti a grandi del continente come Uruguay, Colombia e Cile. Il bilancio delle 4 gare è ampiamente positivo: sconfitta 1-0 (immeritata) contro l’Argentina alla Bombonera, quindi un filotto pazzesco di 3 successi, 4-2 casalingo alla Celeste, 3-2 nell’altura dell’Armando Siles di La Paz contro la Bolivia e, dulcis in fundo (almeno per ora), il triumfazo contro i cafetéros, un 6-1 clamoroso che, dalle parti di Bogotá fa ancora male, anzi malissimo.  L’età dell’oro del calcio ecuadoriano coincide con l’avvento sulla panchina di Gustavo Julio Alfaro, argentino di Rafaela, capoluogo del Departamento Castellanos, provincia di Santa Fe. Una volta chiusa l’esperienza al Boca Juniors, che allenò nel 2019, quando giocò con il Xeneize Daniele De Rossi, è stato contattato dalla Fef, la federcalcio del Paese, e gli sono state affidate le chiavi della Tricolor dopo il brevissimo interregno di Jordi Cruijff, l’unico ct della storia del calcio ecuadoriano a non essersi seduto in panchina nemmeno per una partita. A 22 giorni dall’inizio della Copa América, il ct ha deciso di raccontarsi, in esclusiva a Tuttosport, e pure di lanciare una bella idea, attraverso questa intervista, che ha due destinatari speciali: Roberto Mancini e, appunto, DDR16.   CHE AVVENTURA – «Onestamente ciò che mi trovo a fare è un lavoro totalmente differente da quello a cui ero abituato: per 28 anni ho fatto l’allenatore di squadre di club e la dinamica di lavoro è radicalmente diversa da quella in una Nazionale. Non avevo esperienza, prima di questa mia avventura, né in una Selección, né nel Fútbol ecuadoriano, anche se, nel corso della mia carriera, ero venuto in Ecuador da allenatore avversario, come per esempio nella Libertadores del 2019, quando con il Boca Juniors affrontammo la LDU di Quito. Al mio arrivo la situazione non era proprio semplicissima: c’erano problemi in federazione dopo l’addio di Crujiff con lotte interne per spodestare il presidente federale. Mi sono messo sotto col lavoro per capire dove eravamo, ciò che dovevamo fare. Sono fermamente convinto che l’Ecuador abbia una generazione di grandi giocatori che per il momento non ha ancora ottenuto il riconoscimento internazionale che meritrebbe: siamo, però, sulla buona strada e con il passar del tempoi avremo sempre più peso e credibilità. Un po’ come accaduto a suo tempo alla Colombia quando era allenata da Pekerman: con lui sono arrivate due qualificazioni Mondiali e i giocatori sono stati acquistati dai top club europei.  Dovevo fare una rapida diagnosi, capire cosa avevo, cosa serviva, cosa mancava. I ragazzi sono stati collaborativi al massimo: è un piacere lavorare con gente così! Si sono incolonnati subito dietro ai nostri principi cardine, hanno ben capito la mia idea di gioco, i miei dettami. Volevo, volevamo tornare a generare nella squadra la sensazione di non sentirsi inferiori a nessuno, ovviamente con il giusto rispetto che bisogna tenere agli avversari. Ho detto loro: “Siate coscienti delle vostre qualità, delle vostre capacità. Cominciate a guardare la parte davanti della maglia, quella con lo scudo con il giallo, il blu, il rosso, con i colori nazionali e non quella di dietro con il vostro nome. Quando lo farete, sarete davvero in grado di giocarvela contro tutti, di essere alla pari con ogni rivale”. E così è stato: hanno capito e fatta loro questa idea. Siamo cresciuti, cerchiamo di perfezionare elementi decisivi nel calcio di oggi come la distanza tra le linee, il pressing, i blocchi corti, la fisicità e la corsa. Credo che i frutti di questo lavoro si siano visti già dalla partita della Bombonera contro l’Argentina. Sono fortunato, ho a disposizoone giocatori tecnici, veloci e potenti: le vittorie hanno portato loro fiducia e la fiducia ha portato sicuerezze. Peccato però, che, per colpa della pandemia, siano state sospese le 2 partite in programma a marzo perché la squadra era in un ottimo momento.  Ora, però, la situazione rischia di essere leggermente cambiata: l’Ecuador, dati alla mano, non è più “la sorpresa”. L’Ecuador è “la realtà”, un rivale da battere e gli avversari lo sanno. Quindi dobbiamo metterci in testa che le cose su cui si deve lavorare duro sono ancora molte, perché, per esempio, nelle scorse eliminatorie Mondiali l’Ecuador a livello di punti stava meglio di noi adesso: aveva vinto le prime 4 ed era a punteggio pieno, ma alla fine non andò in Russia. Quindi serve testa sul collo e concentrazione: l’eliminatoria è lunga è difficile e, a causa del calendario rivoluzionato dal covid, non abbiamo nemmeno la chance di disputare amichevoli in cui provare uomini e soluzioni. Siamo costretti a convocarli e a metterli in campo, per questo bisogna rendere minimo il margine di errore. Dunque proviamo a star vicino ai giocatori giorno dopo giorno per far loro capire che la Nazionale è sempre presente anche se non sta giocando. Io e il mio staff proviamo a instillare nei giocatori un sentimento di appartenenza e di dipendenza dalla Nazionale perché se tutti noi dipendiamo da tutti noi, sì, allora stiamo bene.  A giugno inizia un ciclo da incubo: il 4 andiamo in Brasile, poi l’8 ospitiamo il Perù quindi il 12 inizia la Copa América a Bogotà contro la Colombia. Sì, non c’è che dire, un calendario ingolfato: in Europa, a livello organizzativo, siete messi un pelino meglio. La Copa América va disputata: è già stata posticipata di un anno, anche se permangono dubbi se si potrà alla fine giocare in Colombia vista la drammatica situazione politica nel Paese e i molti morti. Il nostro obiettivo in Copa? Io dico ai giocatori che si gioca sempre per vincere: quando allenavo l’Arsenal de Sarandì nessuno ci dava un peso, nessuno pensava potessimo arrivare in fondo alla Copa Sudamericana, e io ripetevo ai ragazzi “Dove sta scritto che non possiamo vincerla noi, questa Copa?”. Alla fine trionfammo, quindi se uno si convince e lavora duro può farcela, proprio come capitò a “El Arse” nel 2007. Ora ripeto la stessa cosa: “Dove sta scritto che l’Ecuador non può essere campione?”. Sì, vogliamo continuare a far bene in Copa América anche se storicamente non abbiamo mai impressionato in questa manifestazione. Vogliamo comunque che sia il completamento di un percorso ben preciso cominciato nelle qualificazioni. L’obiettivo principale è centrare il Mondiale del prossimo anno in Qatar. Sarebbe, bellissimo, un’impresa, la 4ª partecipazione alla Coppa del Mondo. Un trionfo che dovrebbe essere festeggiato come merita e magari in questo potete aiutarci voi di Tuttosport: una bella amichevole tra la Tri e gli azzurri di Mancini e Daniele. Sarebbe meraviglioso: noi dell’Ecuador promettiamo di mettercela tutta, voi potete far giungere questo desiderio all’Italua e a De Rossi? Daniele è un fuoriclasse, come giocatore e come uomo, mi manca e ho voglia di abbracciarlo. E’ una persona sublime, un grande de verdad». Come non chiedere a un clamoroso Maestro de Fútbol come Gustavo Alfaro se, nella sua Nazionale, ci sono elementi pronti al salto in Serie A? «Il calcio che giocate lì da voi è molto impegnativo: non solo per il livello di professionalità che esige ma pure per l’aspetto tattico. Il vostro Fútbol è ipertattico, quindi devi avere molto ben chiari i concetti e la disciplina che servono per giocare lì. Io penso che i calciatori dell’Ecuador siano in un continuo ed evidente processo di crescita: per arrivare in Italia devono passare da altri campionati in Europa che li forgino bene al grande salto, che li preparino a ciò che serve nel calcio d’Oltreoceano mentre modellano il loro profilo professionale. C’è un giocatore che, a parer mio, è già pronto nonostante la giovane età. E’ il centrocampista Moisés Isaac Caicedo: può farsi valere nel calcio di qualsiasi nazione, ha talento, gran testa, personalità, gioventù, voglia di spaccare il mondo e un futuro brillantissimo. Da 6 mesi gioca nel Brighton: se gli verrà data la possibilità saprà imporsi come talento assoluto, come un crack pazzesco. Occhio poi al vivaio dell’Independiente del Valle: sfornano gioielli in serie. Sono organizzatissimi, sembrano il Boca, lavorano come un top club. Solo che al Boca hai l’urgenza di vincere, all’Independiente del Valle no e questo è un aiuto nella crescita dei talenti».  
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