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    Muore la leader delle Madri di Plaza de Mayo: Argentina con il lutto al braccio?

    TORINO – Un Paese in lacrime, una Nazione in lutto. L’Argentina piange la morte di Hebe de Bonafini, 93 anni, storica leader delle Madri di Plaza de Mayo. La Nazionale, naturalmente, s’è unita al sentimento diffuso tra tutti gli argentini: la Bonafini, infatti, ha rappresentato per lustri e lustri il movimento che chiedeva verità e giustizia per gli oltre 30 mila desaparecidos del periodo tragico della dittatura militare fascista. Adorava il calcio come ogni buon argentino che si rispetti.
    Quel rapporto col D10S
    Amica personale del D10S Diego Armando Maradona, lo incontrò anche all’Estadio El Bosque di La Plata prima di un derby tra Gimnasia ed Estudiantes e il Pelusa rimase con lei per oltre un’ora, parlandole, coccolandola, preferendo una chiacchiera con lei agli ultimi consigli da dare ai giocatori dei Triperos, come si vede nella foto. Adorava Maradona, amava Messi, la Hebe e La Pulga ricambiava questo sentimento. Perché la ferita della dittatura di Videla, Galteri, Massera e degli altri macellai in divisa non è ancora chiusa, non s’è ancora rimarginata nonostante siano passati quasi 40 anni. Perché quando vedi morire ragazzi come te, perché quando i tuoi vecchi ti raccontano che bastava una parola di troppo per essere caricati a forza su un furgone dei militari o della polizia, per essere imbarcato nella stiva di un aereo ed essere buttato di sotto da oltre 10 mila metri di altezza, puoi essere Maradona o Messi ma non puoi rimanere insensibile. E non puoi non mettere Hebe de Bonafini tra i personaggi argentini più importanti della storia. Con Evita, Gardél, Fangio, Monzón, il Diego e La Pulga. Per questo l’Argentina ha chiesto di poterla ricordare, con la fascia a lutto o in qualsiasi altro modo immaginabile, prima del match con l’Arabia Saudita, il debutto al Mondiale in Qatar.
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    Soulé, la Juve Next Gen e un futuro scritto da star

    TORINO – A 19 anni il Mondiale al via in Qatar dovrà ancora guardarlo in tv, ma sono tutti concordi: Matias Soulé si prenderà presto la Nazionale argentina, lui che nell’under 20 albiceleste sta prendendo le misure del nuovo abito in arrivo. Nel frattempo l’esterno/trequartista della Juventus si destreggia nella Next Gen che sta scalando la classifica del campionato di Serie C dopo il successo (1-0) sul campo della Pro Patria. Un tempo e mezzo per Matias, trascorso a tentare di disegnare calcio tra le sagome avversarie, prima di lasciare il campo. A bilancio ecco, soprattutto, uno scivolone sul prato nel tentativo di intercettare un assist di Nicolò Cudrig, a coronamento di un match in cui i due si sono sovente cercati, trovati altrettanto spesso, e più di una volta il buon Matias l’ha messa sul personale ingaggiando succosi duelli, uno contro uno, con i difensori di casa.
    Cosa sarà di Matias
    Buona prestazione, dunque, per Soulé da ala destra nel 4-4-2 di Massimo Brambilla, fermo restando che la prospettiva del ragazzo cresciuto a pane e giovanili juventine è stabilmente la prima squadra di Massimiliano Allegri. Dieci presenze stagionali tra Serie A, C e Coppe per colui che, per alcuni, potrà ripercorrere le orme di Paulo Dybala, per altri è una sorta di potenziale “nuovo Di Maria”, aspettando magari che Angel decida di mettere il suo marchio sulla Juventus di questa stagione, prima di lasciarla per ascoltare il suo cuore. Intanto Soulé darà ancora una mano consistente alla seconda squadra bianconera, con un modello di calcio e di prestazione in mente: i 25 minuti finali di Lisbona, 25 ottobre 2022, con la Juve sotto 4-1. Quel Matias è stato di livello mondiale.
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    Mondiale: l'Argentina in ansia per tre

    TORINO – La frase pronunciata ieri da Lionel Scaloni, ct dell’Argentina, ha gettato un velo d’ansia e preoccupazione tra i tifosi dell’Albiceleste: «Abbiamo dei piccoli problemi, abbiamo alcuni giorni per consegnare la lista finale. Possiamo ancora effettuare dei cambi: ovviamente speriamo di non doverne avere bisogno, ma esiste questa possibilità. Ci sono vari giocatori che nel test con gli Emirati Arabi Uniti sono rimasti in tribuna perché non erano pronti per giocare oppure erano a rischio di infortunarsi seriamente». I giocatori in oggetto sono El Huevo Marcos Acuña, esterno basso del Siviglia e Nicolás González della Fiorentina: il viola rischia di non essere a disposizione per il debutto di martedì contro l’Arabia Saudita in quanto non ha ancora ultimato il suo recupero fisico dallo strappo patito contro l’Inter, il 22 ottobre in Serie A.

    Triplice preoccupazione

    Ma non basta: a preoccupare Scaloni c’è pure Joaquín Correa, che ha concluso la partita negli Emirati Arabi Uniti con un problema al ginocchio. La vicenda del Tucu non è una novità, ma ha a che fare con un infortunio che aveva subito circa un mese e mezzo fa all’Inter, che però sembrava ormai superato del tutto visto che prima di unirsi al gruppo dell’Albiceleste aveva disputato diversi match con il suo club. Ieri è entrato al 1’ della ripresa e ha disputato tutto il secondo tempo in cui ha realizzato anche un gol. A fine gara, però, le cattive notizie. Nelle prossime ore Scaloni deciderà, dopo appurati consulti con lo staff medico, se apportare o meno modifiche alla lista dei convocati dell’Argentina.

     

     

     
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    Correa ko, Argentina in ansia: l'attaccante dell'Inter rischia il Mondiale

    TORINO – Argentina in ansia per le condizioni di Joaquin Correa, a pochi giorni dall’inizio dei Mondiali in Qatar. L’attaccante dell’Inter, a segno nell’amichevole giocata ieri contro gli Emirati Arabi Uniti e rimasto in campo per 90 minuti, avrebbe concluso il test con un problema al ginocchio sinistro.
    Correa, Mondiali a rischio
    Ne ha parlato in Argentina il portale TyC Sports, secondo il quale si tratterebbe di un fastidio persistente con il quale il Tucu sta convivendo ormai da settimane, tanto che contro il Bologna non era nemmeno entrato in campo. Le sue condizioni saranno monitorate nei prossimi giorni dallo staff medico dell’Albiceleste: secondo i media locali, potrebbe essere proprio lui il giocatore a rischio taglio di cui ha parlato il commissario tecnico Lionel Scaloni. LEGGI TUTTO

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    Argentina: il River nel futuro. Nuovo allenatore, nuove strategie

    Era ampiamente nell’aria e dopo la fresca certificazione ufficiale del Bayern Monaco, adesso c’è un motivo in più perché i tifosi del River Plate non vedano l’ora di potersi godere la nuova creatura: Martin Demichelis è il nuovo allenatore del club di Buenos Aires. Dalla Baviera confermano in via ufficiale: «L’FC Bayern e Martin Demichelis hanno concordato che l’allenatore della seconda squadra si trasferirà, su sua richiesta, al River Plate di Buenos Aires, sua ex squadra all’inizio della carriera, per assumere la carica di allenatore. Il suo successore sarà Holger Seitz, il predecessore». La grande occasione per l’ex difensore dell’Argentina vicecampione del mondo nel 2014 è arrivata dopo un paio di esperienze in sella al Malaga, in qualità di vice dello spagnolo José Gonzalez, e nelle giovanili (inclusa la seconda squadra) del Bayern.
    Grandissima euforia
    Che felicità per Demichelis: «Questa è un’incredibile storia – ha dichiarato – io che da calciatore arrivai in Europa dal River al Bayer, adesso farò il viaggio opposto. Ringrazio tutti di cuore e non vedo l’ora di cominciare questa nuova avventura. Il River è nel mio cuore». Il 41enne ha risolto il contratto che lo legava ai tedeschi: «Qui ha fatto molto bene. – ha detto di lui il ds Hasan Salihamidzic -. Martin allenerà una delle società giù grandi del Sud America, per lui era un’opportunità unica». Marcelo Gallardo, che ha detto addio in ottobre dopo aver portato 14 trofei nella bacheca del River allenato a partire dal 2014, ha finalmente un erede. Un erede di grandissima qualità.
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    Dybala riabbraccia la Roma. Joya Mourinho, ma l’Argentina?

    ROMA – Dopo un mese di stop Paulo Dybala è tornato ad allenarsi in gruppo. Un’ottima notizia per Josè Mourinho che ha potuto riabbracciare il suo numero 21, assente dal 9 ottobre scorso quando era uscito dal campo infortunato durante il match contro il Lecce. Il portoghese valuterà se la Joya potrà giocare qualche scampolo di partita contro il Torino di Juric, ultimo delicatissimo match di campionato prima della pausa mondiale, con i giallorossi chiamati a risollevarsi dopo il derby perso e il pari di Sassuolo. Mou aveva detto, dopo l’1-0 subito contro la Lazio, che alla sua Roma “è mancata la luce”, riferendosi proprio a Dybala. Ora l’argentino vuole tornare ad illuminare per risollevare lo Special One e per provare a convincere Scaloni di portarlo in Qatar. Secondo la stampa argentina, infatti, l’ex Juventus non comparirebbe tra i sicuri del posto nella lista dei convocati per i Mondiali. Tornare a giocare in Serie A potrebbe permettere a Dybala di far ricredere il ct dell’Albiceleste. LEGGI TUTTO

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    Juve, senti Scaloni: chiede di preservare Di Maria e Paredes per il Mondiale

    L’inedito Mondiale in pieno inverno, come facilmente ipotizzabile ben prima dell’immediata vigilia, sta fortemente condizionando la stagione in corso. E non soltanto per via di un calendario fitto e congestionato, tra campionati nazionali e coppe assortite. Man mano che l’appuntamento con Qatar 2022 si fa più imminente, infatti, aumentano i casi di giocatori che – in maniera più o meno ufficiale – cercano di gestirsi per presentarsi nelle migliori condizioni possibili all’appuntamento iridato. E, al contempo, si infittiscono le pressioni da parte dei commissari tecnici.
    Il caso dell’albiceleste
    È il caso, quest’ultimo, dell’Argentina, come candidamente ammesso nelle scorse ore dal selezionatore Lionel Scaloni. «Stiamo parlando con le singole società: vorremmo che chi non è al 100% non giochi gli ultimi impegni, ma è difficile», le sue parole nemmeno troppo sibilline. Subito rimbalzate in tutto il globo e, naturalmente, anche a Torino, sponda Juventus. In bianconero militano infatti due argentini nel giro della Nazionale, e che argentini. Entrambi fatalmente alle prese con qualche problema fisico.
    I nodi bianconeri
    Paredes ha ripreso ad allenarsi in gruppo alla Continassa proprio questa settimana, ma non scende in campo dallo scampolo di gara con l’Empoli del 21 ottobre. Di Maria, dal canto suo, non ha ancora trovato un briciolo di continuità da quando in estate è atterrato a Torino: appena 8 presenze, compresi i 9′ nel finale contro l’Inter di domenica sera. L’uno e l’altro non sono al meglio, inevitabilmente. L’uno e l’altro rappresentano importanti colonne dell’albiceleste, anche e soprattutto della versione 2022 che si presenterà a breve in Qatar per vincere. Ma non per questo la società, e Allegri di conseguenza, riserverà loro un trattamento particolare: finora hanno contribuito alle sorti della squadra in misura minore rispetto a quanto auspicato ad agosto, le tappe contro Verona e Lazio nei prossimi quattro giorni serviranno anche per rilanciarne le quotazioni in bianconero.
    Guarda la galleryDi Maria vola al Mondiale in Qatar con MessiIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Argentina: il presidente Tapia e il rito “antisfiga” per il Mondiale

    TORINO – Cosa non si fa per annullare l’effetto di una maledizione. Ma anche: essere disposti a tutto pur di non farsi più colpire dalla sfiga. Claudio El Chiqui Tapia è uomo assai credente. Il presidente dell’Afa, i suoi figli e la sua famiglia danno un enorme valore alla religione. I ringraziamenti al Signore, le preghiere a Dio sono presenti nella vita quotidiana del numero uno del calcio argentino: non le ha dimenticate dopo ciascuna delle promozioni centrate dalla sua squadra di club, il Barracas Central, di cui è molto più che Presidente. Tapia cita l’Altissimo sui social. Sempre. Ma non bastano solo parole o preghiere: El Chiqui, come ogni buon cattolico che si rispetti, sa che i voti vanno rispettati.
    In ginocchio da te
    Ecco quindi che nelle ultime ore sono venute alla luce sui social le foto del presidente dell’Afa mentre compie una promessa fatta alla Difunta Correa, una figura venerata in Argentina, Uruguay e Cile, specialmente tra le classi popolari. Tapia s’è recato al Santuario che si trova nel piccolo paese di Vallecito, in provincia di San Juan: ha percorso i 72 scalini che portano al santuario in ginocchio e, davanti alla cripta, ha ringraziato la Difunta Correa per il trionfo ottenuto dall’Argentina contro l’Italia a Wembley nella Finalissima. «L’importante non è quello che si promette, ma quello che si realizza. Finalissima 2022. Ora più che mai, avanti Argentina!», ha pubblicato El Chiqui sul suo account Twitter. Non è però la prima volta in cui la Difunta Correa intreccia il suo culto con il mondo del calcio: dopo lo storico trionfo del Maracanã nella finale di Copa América contro il Brasile nel 2021 Tapia si era recato a Vallecito a portare il trofeo alla Santa. Adesso è tutto pronto per il Qatar, con la speranza che il maleficio sia stato finalmente spezzato.
    Altro che Béla Guttmann
    Sì, perché sulla Selección sembrava esserci una sorta di maleficio, che la portava, dopo il 1986, a sfiorare trionfi e trofei senza mai riuscire a renderli concreti. La vox populi argentina racconta che il maleficio c’era davvero, una sorta di maledizione di Béla Guttmann in salsa chimichurri: la maledizione di Tilcara. Secondo la leggenda, la squadra allenata dal Narigón Carlos Salvador Bilardo fece un tour prima della Coppa del Mondo in Messico. Passò per Tilcara, paesino della provincia di Jujuy. E lì, come raccontano ancora oggi i vecchi della zona, promisero di tornare in caso di successo nel Mondiale, per portare la Coppa al Santuario della Vergine. Andò in Messico e vinse, l’Argentina del Diego, di Valdano, di Burruchaga, Pumpido e del Tata Brown. Mai nessuno però si ricordò della promessa fatta alla Vergine di Tilcara per il titolo, scatenando così la presunta maledizione. Ora che il maleficio di Tilcara pare essere spezzato, grazie a Tapia e alla Difunta Correa, nessuno nutre il minimo dubbio che, in caso di trionfo Mundial, il Chiqui tornerà a Vallecito. In ginocchio e con la Coppa in mano.
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