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    Argentina: annunci di gessi finti per non perdersi il Mondiale

    TORINO – In giro per il mondo, dal Brasile all’Australia, dal Senegal all’Arabia Saudita fino a Ecuador, Giappone e Tunisia è già iniziato il conto alla rovescia per il Mondiale di Qatar. I calciofili sparsi per il Pianeta, infatti, tutto vorrebbero tranne che doversi perdere anche solo un secondo della kermesse per Nazionali più importante del quadriennio. C’è chi, ai 4 angoli del Globo, sta già organizzandosi chiedendo periodi di ferie per vedere ogni match della Coppa del mondo. Logico, se ci si pone nei panni di chi non può vivere senza football, in nessun momento dell’anno.
    LA TROVATA DEL SECOLOIn Argentina, però, sono riusciti a superare a destra il resto del mondo. Spieghiamo meglio: come tutti i lavoratori del Pianeta sanno, quando chiedi un periodo di ferie non è automaticamente garantito che ti vengano concesse. Che scenario peggiore potrebbe esserci, dunque, per un malato di Fútbol, per di più latinoamericano, che essere costretto a lavorare durante una partita? In Argentina si respira un’aria di ottimismo tremendo: gli aficionados dell’Albiceleste si sentono vicini come non mai alla terza stella, sentono che, dopo il trionfo della Scaloneta in Copa América in Brasile e contro l’Italia nella Finalissima di Wembley dello scorso 1 giugno, è possibile rinverdire i fasti dell’epoca del D10S Diego Armando Maradona e dell’apoteosi in Messico 1986. Ecco dunque la trovata del secolo: nelle ultime ore sono comparsi su MercadoLibre e su altri siti di compravendita diversi annunci con foto come quello che vedete nella foto a corredo di questo articolo. “Opportunità!!! Vi ingessiamo 2 giorni prima del Mundial e vi dotiamo di certificato medico per 45 giorni. Tutto incluso per 2.500 pesos”. In soldoni, anzi sarebbe meglio dire in soldini, con poco meno di 18 euro e 50 centesimi hai garantite ore e ore di abbuffata calcistica. Quando si dice il genio… LEGGI TUTTO

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    Vélez-Talleres: cariche, sangue e un patto violato

    TORINO – Le immagini di violenza a cui abbiamo assistito nella Platea Sud Alta dello stadio del Vélez Sarsfield durante il derby argentino contro il Talleres, valido per l’andata dei quarti di finale di Copa Libertadores, hanno offuscato ancora una volta l’aspetto sportivo. Cerchiamo di capire che cosa ha portato alla battaglia campale del José Amalfitani: dopo che è stato puntato il dito sui tifosi “neutrali” che in realtà erano ospiti infiltrati, con il passare delle ore prende quota la ricostruzione secondo cui il quilombo, il putiferio insomma, si sia scatenato a causa della rottura di un patto. Negli altri settori dello stadio del Vélez, infatti, erano presenti un numero maggiore di tifosi ospiti che nella Platea Sud Alta, luogo del misfatto.
    PERCHE’? La domanda da un milione di euro, dunque, è perché gli incidenti siano esplosi proprio in quel settore specifico dell’impianto del Fortín. Per arrivare a una risposta credibile e attendibile dunque, la prima cosa che occorre sapere è che nella Platea Sud Alta si trovavano tifosi accreditati, con biglietti di protocollo. Per essere precisi: 350 biglietti nominativi. Non erano, dunque, tifosi che si erano spacciati come simpatizzanti del Vélez o che si erano infiltrati: erano tutti membri del consiglio di amministrazione, loro parenti e parenti dei giocatori del Talleres.
    INFILTRATI La seconda cosa da tenere a mente è che i Barras Bravas (perché definirli ultras sarebbe sbagliato e riduttivo per miliardi di motivi) di Vélez e Talleres mantengono rapporti eccellenti, al punto che entrambi i gruppi hanno condiviso un asado prima della partita e i capi de La Fiel, la Barra del Talleres, hanno assistito al match di Copa Libertadores assieme ai loro omologhi, spalla a spalla con La Pandilla de Liniers, la parte più incontrollabile del tifo del Fortín. Ed è qui che arriva la spiegazione finale della situazione, quella che determina perché le persone nella Platea Sud Alta sono state attaccate. Non si è trattato di una “caccia all’uomo” generalizzata agli infiltrati del Talleres all’Amalfitani.

    DUE DISSIDENTI ACCREDITATI
    Quando le autorità hanno analizzato le immagini delle telecamere dello stadio insieme agli addetti alla sicurezza del Talleres, hanno identificato due grossi problemi. Il primo è che nella Platea Sud Alta non erano ospitati solo i parenti di dirigenti e giocatori ospiti, ma anche due membri di una delle fazioni dissidenti della Barra Brava della tifoseria ospite. La seconda è che i membri della Barra Brava che comanda al Talleres, che stavano vedendo la partita in altri settori dell’Amalfitani, non hanno alzato manco un dito per difendere i loro colleghi di tifo quando i tifosi del Vélez sono partiti per attaccarli.
    Ma passiamo alla prossima domanda da un milione di euro. Chi ha concesso gli accrediti ai due Barras dissidenti del Talleres che erano nella Platea Sud Alta? Va fatto notare che la dirigenza del Vélez è stata quella che ha concesso quei biglietti ai loro colleghi di Córdoba, come peraltro era stato concordato nei giorni prima del match, ma dovevano essere riservati solo ai membri del consiglio di amministrazione, ai loro parenti e ai parenti dei giocatori.

    LA GIUSTIZIA INDAGA
    Al momento in cui vi scriviamo la situazione giudiziaria è nelle mani del pubblico ministero Celsa Ramírez, che prevede di approfondire la questione. La prima conseguenza, ovviamente, è subita dai tifosi del Vélez, ai quali verrà impedito di recarsi a Córdoba per la gara di ritorno, anche se alcuni biglietti per gli ospiti erano già stati messi in vendita nei giorni scorsi. La conseguenza più importante, però, potrebbe essere subita dal Vélez. Il pubblico ministero Ramírez sta analizzando il modo in cui il club fortinero non debba limitarsi a pagare solo una multa. Nella testa della Ramírez frulla l’idea di chiudere l’intero stadio o almeno il settore degli incidenti e quello popolare da cui sono partiti i Barras Bravas di casa. La pm ha già portato avanti diverse cause che coinvolgono il club di Liniers e capisce che c’è qualche collusione importante con il tifo violento. Nei prossimi giorni sono attesi ulteriori sviluppi. LEGGI TUTTO

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    Vélez-Talleres: “neutrali” e risse! E' il Sud America, baby

    TORINO – In Argentina, ormai da 9 anni, per una tifoseria in trasferta è pressocché impossibile seguire la propria squadra. Il divieto, infatti, è stato adottato per tentare di arginare la violenza che accompagna, spesso e volentieri, le sfide del calcio locale, non solo i clásicos, non solamente i derby. Quest’anno l’Afa, la federcalcio argentina, ha parzialmente reintrodotto alcune “trasferte soft”, mentre per altre sfide sono stati istituiti settori “neutrali”. In soldoni? Fatta la legge trovato l’inganno: i settori cosiddetti “neutrali” sono di fatto settori ospiti a tutti gli effetti. I tifosi entrano vestiti “neutralmente” senza la maglia del club del cuore o i tipici cappellini da pescatore molto in voga in tutte le barras del Paese o le sciarpe: passano i controlli, salgono i primi due scalini per accedere alla parte di stadio loro riservata e, voilà, si vestono di tutto punto con i colori della loro squadra.
    SALOON AMALFITANI Ed è quanto è successo la scorsa notte all’Estadio José Amalfitani di Liniers, Buenos Aires, la casa del Vélez Sarsfield. Si giocava Vélez-Talleres de Córdoba, un derby tutto argentino valido per l’andata dei quarti di Copa Libertadores. Nella Platea Sud Alta hanno iniziato ad accedere un grandissimo numero di “neutrali” (leggasi infiltrati) e fino a che le squadre non hanno iniziato a fare il riscaldamento prepartita tutto bene. Al momento dell’ingresso in campo della squadra di Pedro Caixinha i “neutrali” in un amen hanno svelato la propria identità, si sono trasformati in “infiltrati”: il coro «Soy Talleres, Talleres yo soy» ha iniziato a rimbombare fortissimo. La reazione della tifoseria di casa non si è fatta attendere e per lunghi minuti la Platea Alta Sud sembrava un saloon con risse degne del Far West.
    PREPARTITA… ALCOOLICO Del resto i tifosi della T non erano passati inosservati nelle ore precedenti al match: molte sono state le previas, i prepartita ad alto tasso alcoolico (il Fernet Branca con Coca Cola a Córdoba è come il latte materno) in diversi punti della città di Buenos Aires. Diverse centinaia hanno scelto i barbecue nel Parque Sarmiento, mentre molti altri hanno direttamente occupato Liniers, il barrio del Vélez, e le zone adiacenti lo stadio Amalfitani. Andrés Fassi, presidente del Talleres ha difeso la sua tifoseria spiegando che l’artifizio della “finta neutralità” sia stata la risposta alla decisione della dirigenza del Vélez che s’era rifiutata di vendere il numero minimo di biglietti (2.000) richiesto dal Conmebol per la squadra ospite. Per la gara di ritorno, invece, quasi diecimila tifosi del Fortín si recheranno a Córdoba per assistere alla rivincita allo stadio Mario Alberto Kempes: non sono da escludere vendette e agguati.
    COPA LIBERTADORES Andata quarti di finale. Corinthians (Bra)-Flamengo (Bra) 0-2 (pt 37′ De Arrascaeta; st 6′ Gabriél Barbosa; Atlético Mineiro (Bra)-Palmeiras (Bra) 2-2 (pt 46′ rig. Hulk/A; st 2′ aut. Murilo Cerqueira/A, 14′ Murilo Cerqueira/P, 47′ Danilo/P); Vélez Sarsfield (Arg)-Talleres (Arg) 3-2 (pt 5′ e st 28′ Janson/V; st 36′ Michael Santos/T, 43′ Garro/T, 45′ Julián Fernández/V). Domani ore 2.30 Athletico Paranaense (Bra)-Estudiantes de La Plata (Arg)
    COPA SUDAMERICANA Andata quarti di finale. Nacional (Uru)-Atlético Clube Goianiense (Bra) 0-1 (23′ pt Luiz Fernando Moraes dos Santos); Deportivo Tachira (Ven)-Independiente del Valle (Ecu) 0-1 (pt 3′ Angulo); San Paolo (Bra)-Ceará (Bra) 1-0 ( st 25′ Nikao). Domani ore 00.15 Melgar (Per)-Internacional (Bra) LEGGI TUTTO

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    Aspettando un Angel dal cielo… Di Maria ritrova il sorriso in volo e la Juve resta fiduciosa

    TORINO – Angel Di Maria ha ritrovato il sorriso… in volo. Sull’aereo con cui ha lasciato Rosario, il fuoriclasse dell’Argentina ha scherzato con la figlioletta dando un’immagine di estrema serenità, ripreso dalla moglie Jorgelina. Sono queste le ore della grande decisione, con lo sbarco dopo una prima parte di vacanze in patria. Il dilemma era se accettare il tipo di contratto, annuale e non biennale. Ma in questi giorni si è cercato di andare verso una via di mezzo, inserendoci un’opzione. L’ex Psg, infatti, vorrebbe tornare a indossare la maglia del Rosario Central dopo un’ultima annata in una grande d’Europa. Da una parte la Juventus che ha fiducia, dall’altra il Barcellona che comunque qualche problema ce l’ha. Il Benfica si è defilato andando su Neres. Il conto alla rovescia si fa incalzante, aspettando un Angel dal cielo…  LEGGI TUTTO

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    Mercato Juve: Di Maria riparte, è atteso in Europa per chiarire il suo futuro. E attenzione a Koulibaly

    TORINO – L’attesa per le decisioni di Di Maria, che intanto ha preso il volo dall’Argentina per rientrare in Europa e plausibilmente ufficializzare il proprio futuro, ma anche le ultime novità su Koulibaly e tanto altro. Fabio Riva, dalla redazione di Tuttosport, ci racconta ciò che sta accadendo sul mercato della Juventus: «Siamo in vista di un weekend che potrebbe risultare decisivo sul fronte Di Maria. Da un ultimatum all’altro, il caso si sta finalmente risolvendo. La Juventus se la gioca con il Barcellona, mentre il giocatore è atteso al rientro in queste ore. E c’è chi non esclude che possa venire a Torino per un sopralluogo. Ballano anche questioni famigliari. Ma c’è un altro nome che sta creando grande interesse attorno alla Juventus e al Napoli che in questo momento ha il giocatore sotto contratto». Di chi si tratta? Di Koulibaly, ovvio: «C’è una sorta di braccio di ferro tra il club e Koulibaly per un contratto in scadenza nel 2023 e che non è stato ancora rinnovato. La Juve è alla finestra per un motivo tecnico-tattico, visto che Koulibaly è fortissimo e sarebbe l’elemento perfetto per sostituire Chiellini, ma soprattutto per il fatto che un simile colpo sarebbe una clamorosa dimostrazione di forza che riporterebbe ai tempi di Higuain, Pjanic… Erano i tempi in cui la Juve comprava top player dalla concorrenza in Italia senza problemi». LEGGI TUTTO

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    Di Maria, attesa Juve tra feste in famiglia e mate

    TORINO – Angel Di Maria si gode le giornate in famiglia, a Rosario, nella sua amata Argentina. Intanto, la Juve aspetta la risposta definitiva: dentro o fuori. L’esterno, ex del Psg, ma anche di Real Madrid e Manchester United, vuole preparare al meglio il Mondiale in Qatar, la Juve crede nel suo apporto di qualità. La proposta balla tra uno o due anni, il suo intento è rientrare poi per chiudere lì la carriera, a casa. Dove adesso viene coccolato dalla famiglia allargata. Lì, tra mate, asado e musica, accenna anche a un movimento bailado, divertito e a suo agio a torso nudo. Il dilemma sul futuro evidentemente non è invitato e la moglie Jorgelina Cardoso lo riprende amabilmente, sorridente. Il campione delle americhe è in forma, ha ancora classe da mostrare al mondo. Quello juventino aspetta… LEGGI TUTTO

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    Messi, vacanze al sole di Rosario, foto con Antonela ma niente stadio

    TORINO – Mentre a oltre 12 mila km di distanza si inizia a delineare il futuro del Paris Saint-Germain, con Luis Campos nuovo ds al posto di Leonardo e con il tecnico Mauricio Pochettino che difficilmente resterà al suo posto, Lionel Messi ricarica le pile nella sua adorata Rosario. S’è mostrato sorridente, al sole dell’Argentina al fianco della moglie Antonela e con l’inseparabile mate tra le mani. Messi è arrivato in patria lunedì al suo amato per trascorrere qualche giorno libero con la sua famiglia. E’ stato invitato dalla sua squadra del cuore, il Newell’s Old Boys all’Estadio Marcelo Bielsa per assistere al match contro il San Lorenzo de Almagro per la seconda giornata della Liga Profesional (tra Lepra e Cuervo è poi finita 0-0), ma alla fine ha deciso di glissare. Questo però non significa che El Diez Albiceleste non ami i rossoneri di Rosario: basta scorrere sui suoi profili social per incontrare moltissime foto, sue e dei suoi figli, con magliette del Newell’s e appoggiando al club. «Da bimbo il mio sogno era giocare nella prima squadra della Lepra. Ero nelle giovanili, sono tifoso e andavo allo stadio a vedere le partite. Desideravo essere parte del Newell’s», aveva dichiarato La Pulga nel 2020 quando gli chiesero se, prima di ritirarsi, sarebbe tornato in patria a chiudere la carriera.
    I FANS A Rosario il crack del Psg ha salutato i tifosi fuori dal Kentucky Country Club, il quartiere in cui la famiglia sta costruendo una proprietà, fermandosi a firmare autografi e a scattarsi selfie con i presenti: ha abbassato il finestrino della sua auto dispensando sorrisi e saluti per tutti. Messi rimarrà a Rosario ancora per qualche tempo, poi andrà in vacanza all’estero. La scorsa estate, quando era ancora un calciatore del Barcellona, andò per qualche giorno a Miami e poi nella Repubblica Dominicana. Quale sarà la destinazione di quest’anno? La Pulga è attesa di ritorno a Parigi tra circa due settimane, per mettersi al comando di Mauricio Pochettino, che, per ora, resta l’allenatore del Psg, ma fino a quando?. LEGGI TUTTO

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    Finalissima: presentano Tardelli e Zanetti. Si ricordano Rossi e Maradona

    TORINO – La Finalissima di stasera a Wembley tra Italia e Argentina – campioni d’Europa contro campioni del Sud America – sarà presentata da Marco Tardelli e Javier Zanetti come guest star. Sarà osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Paolo Rossi e Diego Maradona. Appariranno messaggi di pace in cirillico e inglese a bordo campo, in spagnolo e italiano sui maxi schermi. Lo stadio sarà completo: 87 mila spettatori. Sono 203 i media accreditati e 45 i broadcaster. In caso di parità si andrà subito ai rigori.  LEGGI TUTTO