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    Juve-Atalanta, un top player di Gasperini salta la sfida dello Stadium

    Nella prossima sfida di campionato la squadra di Gasperini dovrà fare i conti con un’assenza pesante. Koopmeiners, infatti, salterà per squalifica il big match tra Juventus e Atalanta, in programma per domenica 22 gennaio alle 20.45. Il centrocampista nerazzurro non ci sarà all’Allianz Stadium perché nel corso del primo tempo di Atalanta-Salernitana è stato ammonito per un pestone all’avversario: con quella di oggi l’olandese, diffidato, è arrivato a cinque ammonizioni in stagione, ragion per cui verrà fermato dal Giudice Sportivo e dovrà scontare un turno di squalifica. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, guarda Hojlund! Sta diventando grande e vale tutti i 17 milioni

    BERGAMO- Quando l’Atalanta lo ha preso a fine agosto dallo Sturm Graz, a stupire non fu poi tanto il fatto che i nerazzurri puntassero su un nome sconosciuto al grande calcio. Rasmus Hojlund, ovvero il centravanti classe 2003 della Dea, venne pagato ben 17 milioni, davvero molti peri canoni nerazzurri. Oggi, a distanza di qualche mese e tante buone prestazioni dopo, si capisce perché sul 19enne danese ci fossero diverse squadre. Per battere la loro concorrenza l’Atalanta ha dovuto muoversi con l’amministratore delegato Luca Percassi e l’uomo mercato Lee Congerton già alla vigilia della sfida giocata il 21 agosto contro il Milan a Bergamo. La rete segnata lunedì sera a Bologna è stata splendida, senza dubbio l’accelerata di Boga va rimarcata ma Hojlund è stato bravo sia nel movimento che nel controllo in avanti che gli ha poi permesso di scavalcare Skorupski con un morbido tocco sotto. La rete del 2-1 è un concentrato di forza, astuzia e tecnica, grazie a quel gol la Dea ha ribaltato la situazione così come pochi giorni prima, a La Spezia, in una gara decisamente molto complicata e sul 2-0 per i padroni di casa da diversi minuti era stato ancora Hojlund a riaccendere i motori del gruppo grazie ad un gran diagonale di destro.Sullo stesso argomentoL’Atalanta è carica: 3-0 al Nizza in amichevole firmato da Hojlund, Zapata e BogaAtalanta

    I numeri di Hojlund e le qualità tecniche

    I numeri stagionali del ragazzino danese sono importanti, con 13 presenze e 643 minuti giocati in A il numero 17 nerazzurro ha una media gol di una rete ogni 214 minuti (3 finora le marcature) cui va aggiunto anche l’assist per Scalvini sul campo della Roma. Solo 5 volte incampo da titolare, il giovanotto è quasi sempre protagonista sia sul piano tecnico (quando i compagni lo cercano con palla lunga nello spazio lui è bravo nella difesa del pallone con scarico per chi arriva a rimorchio oppure a costruirsi occasioni da rete) che atletico. La velocità in sprint è uno dei suoi tratti distintivi, Gasperini spesso ha parlato della “fame” e della voglia che Hojlund mette incampo ed effettivamente, guardando le sue partite dal vivo, si percepisce in continuazione la sua caparbietà. Un altro dettaglio che lo rende particolare è la personalità: con i compagni di squadra piuttosto che con l’arbitro per chiedere un giallo (è accaduto a Bologna lunedì scorso), è già capitato di vedere Hojlund gesticolare con grande trasporto per far valere le sue ragioni. In ultima analisi, il rapporto con i tifosi sta diventando molto forte sia per i segnali che il ragazzo manda dal campo (a Bergamo i calciatori generosi sono sempre molto apprezzati, “Molà mia” è un tratto distintivo degli orobici) che per la carica che lo stesso Hojlunnd trasmette. Al Picco di La Spezia, nel finale che poi ha regalato il pari di Pasalic, l’attaccante degli orobici ha invitato i tifosi ad alzare i decibel del sostegno. Gli occhi di diverse big si stanno posando su di lui, il ragazzo è già nel giro della Danimarca e ha sfiorato la convocazione per il Mondiale in Qatar: il tempo è tutto dalla sua parte, la sensazione che Gasperini abbia per le mani un diamante grezzo è forte. Ad inizio stagione, con lo Sturm Graz ai gironi di Europa League, Hojlund scelse Bergamo e l’Atalanta per diventare grande con i nerazzurri.

    Guarda la galleryIl 2003 Hojlund trascina l’Atalanta a Monza: nerazzurri primi da soli! LEGGI TUTTO

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    Gasperini torna a casa: Grugliasco lo “elegge” sindaco

    GRUGLIASCO – L’emozione è palpabile sul volto di Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta ma soprattutto “sangue grugliaschese”. E in quanto nato e cresciuto nella cintura torinese a neppure sei chilometri dal capoluogo, sembrava il minimo consegnare al tecnico la fascia tricolore da sindaco. «Sì, mi avete fatto un regalo pazzesco», le prime parole del Gasp, dal 2016 una guida indiscussa e indiscutibile dell’Atalanta che oggi non è più un miracolo, bensì una certezza consolidata del nostro calcio, e che le big europee hanno man mano imparato a rispettare anche in Champions League grazie alla memorabile cavalcata nerazzurra del 2020 con le semifinali di Coppa a un passo, svanite in extremis contro il Paris Saint-Germain.

    Gasp a casa

    «Non mi era mai successo di indossare la fascia tricolore. Avevo visto di tutto, non ancora questo – ha proseguito Gasperini, “incoronato” presso l’auditorium dell’istituto comprensivo “66 martiri” -. Grugliasco per me vuol dir casa e quando riesco torno sempre volentieri in città. La mia famiglia vive qui. Sono molto orgoglioso». Gli allievi della scuola, ragazzini che magari per la loro età hanno vissuto in prima fila le imprese dell’Atalanta del Gasp, hanno sorriso e applaudito, anche quando il tecnico “messo alle strette” ha dovuto ammettere che «è meglio, molto meglio, fare l’allenatore che il sindaco». Anche se l’Atalanta sta vivendo una stagione lontana dalle Coppe europee per via dell’ottavo posto raggiunto nel campionato 2021-22, Gasperini rimane un grande allenatore di uomini e calciatori. Il suo lavoro lo sa fare benissimo, tanto che in quest’annata la sua squadra è in piena corsa per tornare in Europa dalla porta principale.

    Guarda la galleryAtalanta, Gasperini sindaco per un giorno nella “sua” GrugliascoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Intercettazioni, non solo Juventus: coinvolti diversi club di Serie A

    Non compare soltanto il nome della Juventus nelle oltre 500 pagine del faldone con cui i pm hanno richiesto misure cautelari, poi respinte dal Gip, nell’inchiesta sui conti bianconeri. Tra registrazioni e documenti, intercettazioni e mail, figurerebbero infatti anche diverse altre società di Serie A, tra le quali in particolare Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli e Udinese. Alcuni esponenti di questi club, nello specifico, risulterebbero coinvolti in telefonate – intercettate e poi sbobinate, perché ritenute rilevanti – insieme a Fabio Paratici, su tutti. I documenti riportano conversazioni del dirigente ai tempi in cui operava per conto della Juventus, ma anche – in un passato ben più recente – nelle vesti di direttore generale del Tottenham, una volta approdato in Premier League. Tra le telefonate di cui si è tenuto conto, nello specifico, una coinvolge all’altro capo della cornetta Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, intento a parlare dell’operazione Romero: «Quella lettera lì non potrò mai tirarla fuori perché, dovessimo andare in giudizio, poi viene fuori che ho fatto il bilancio falso», la confidenza del dirigente orobico a Paratici.Guarda la galleryJuve accerchiata: tifosi al contrattacco sui socialIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Fantacalcio Atalanta, Gasperini sulle condizioni di De Roon

    BERGAMO – “A Lecce non ho fatto alcuna pazzia, i giocatori in campo corrispondono al profilo dell’Atalanta. Dobbiamo valorizzare i ragazzi, non giochiamo per lo scudetto”. Alla vigilia dell’Inter, Gian Piero Gasperini torna sul turnover da nove undicesimi del turno infrasettimanale: “C’erano Zapata, Malinovskyi, Ederson, Pasalic, Djimsiti, Sportiello, Soppy che ha quasi sempre giocato, Okoli che nella prima parte di campionato aveva giocato tanto – argomenta il tecnico – Ruggeri e Zortea era giusto gettarli in mischia, sono ragazzi nostri, non li abbiamo presi al bar”. Sulla gara di domenica, una defezione: “De Roon ha un piccolo infortunio, forse risolvibile in una decina di giorni ed è a disposizione dell’Olanda per i Mondiali”. Infine, circa il significato dello scontro diretto: “Siamo a pari punti e entrambe tenteremo di finire al meglio questa prima parte di una stagione anomala – chiude Gasperini – Inzaghi ha un bagaglio tecnico notevole a disposizione. Gosens? Anche se i colori sono uguali, lo vedevo molto meglio con la nostra maglia. Dopo un impatto difficile sta recuperando e pure segnando, il che mi preoccupa. Facciamo il tifo per lui, ma da gennaio in poi”.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Anche l'Atalanta va ko: e ora chi può fermare questo Napoli?

    BERGAMO – Il Napoli si conferma padrone del campionato: vince la sfida al vertice di Bergamo contro l’Atalanta e lo fa unendo qualità e carattere. Perché i nerazzurri hanno fatto soffrire la capolista passando in vantaggio in avvio (gran parata di Meret e poi il rigore di Lookman su tocco di mano di Osimhen) e giocando una ripresa di grande ardore per cercare il pareggio dopo i due gol subiti da Osimhen (di testa) ed Elmas. Una bella partita che consegna al campionato un Napoli che dimostra di saper superare i momenti duri grazie a qualità e forza d’animo. Spalletti ha confermato l’importanza morale di questa vittoria, Gasperini ha archiviato la prestazione con la convinzione che la sua Atalanta sia sulla strada giusta per togliersi altre soddisfazioni. Ma il campionato, adesso, ha davvero un padrone: il Napoli. LEGGI TUTTO

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    Il Napoli punta l'Atalanta per tenere a bada chi sogna la rimonta

    «Dopo questa gara ci sentiamo più forti», al termine della gara di Liverpool, probabilmente Spalletti avrebbe voluto dire che il Napoli è anche molto arrabbiato per quel ko, il primo in 18 gare stagionali ed insignificante sul piano della qualificazione agli ottavi di Champions attraverso il primo posto del Gruppo A. Ed è un traguardo prestigioso per il quale il coach ha voluto ringraziare tutti i suoi calciatori impugnando il microfono sul volo charter che ha riportato la squadra a Capodichino alle 4.30 del mattino di ieri. Dal sorteggio di lunedì a Nyon gli azzurri sapranno a metà febbraio quale avversario affronteranno nella fase ad eliminazione diretta. Ci sarà tempo per la Champions che tornerà tra tre mesi e mezzo, mentre il campionato proseguirà per altri tre turni nel corso dei quali si capirà se le posizioni in classifica resteranno cristallizzate fino alla ripresa del 4 gennaio, oppure se ci saranno scossoni in vetta.

    Reazione a Bergamo

    Il Napoli li esclude, avendo avuto dalla notte di Anfield solo conferme di tenuta agonistica e crescita tecnica, almeno fino all’80’: negli ultimi 10’ c’è stato un calo inconscio, dovuto alla certezza del raggiungimento del primo posto. La sconfitta con il Liverpool, la prima dopo 17 gare con 15 vittorie e due pareggi, scotta molto e l’unguento per il sollievo va cercato sabato al Gewiss Stadium. Vincere per provare ad allungare fino a 9 la striscia di vittorie consecutive in campionato. Sarebbe una bella reazione dopo il ko in Inghilterra e servirebbe per tenere a distanza le inseguitrici, a cominciare dalla stessa Atalanta che oggi è seconda con 5 lunghezze di distacco dai partenopei. Poi, tra martedì 8 e sabato 12 novembre, nelle sfide casalinghe contro Empoli e Udinese, si proverà a mettere in graduatoria altri 6 punti utili a scoraggiare le altre pretendenti allo scudetto, ma anche per eguagliare un record storico per Spalletti. Quello delle 11 vittorie consecutive in campionato quando allenava la Roma nella stagione 2005-06. Il Napoli non lo dice, però l’idea di vincere lo scudetto quest’anno è forte ed è confortata anche dalla qualità delle prestazioni che hanno prodotto 32 punti in 12 gare. L’Atalanta è sotto di 5 punti, il Milan di 6, la Roma 7, la Lazio e l’Inter 8. Ed è proprio alla formazione di Inzaghi che il Napoli guarda con attenzione, provando a tenerla a distanza oppure ad aumentare ancora il vantaggio. Domenica i nerazzurri sfideranno la Juventus a Torino, poi giocheranno con il Bologna e renderanno visita all’Atalanta. Il loro cammino non è agevole, il Napoli lo sa ed è per questo che proverà ad allungare ulteriormente, così da arrivare allo scontro diretto del 4 gennaio a San Siro con un vantaggio tale da giocare il match a testa alta e con il piglio di chi vive il campionato come la formazione da battere. Lo pensano tutti e tutti oggi attendono al varco la squadra di Spalletti, vogliono fare lo sgambetto all’unica formazione ancora imbattuta in Serie A, ben sapendo che per riuscirci bisogna solo sperare in una loro giornata-no. E finora non c’è mai stata, anche perché Spalletti è stato abile ad alternare i calciatori in organico.

    Alternanza magica

    I numeri lo raccontano fedelmente: da Demme (19’) a Raspadori (664’) sono 11 i calciatori considerati come “titolari degli ultimi 30 minuti” che hanno sempre messo piede in campo. Anche sabato ci sarà spazio per alcuni di loro. Pochi, perché Spalletti chiederà uno sforzo di altre tre partite a quelli maggiormente utilizzati e che oggi mostrano segni di stanchezza. Rispetto al match con il Liverpool, è molto probabile che tornino titolari del primo minuto i vari Mario Rui, Zielinski e Lozano. Poi bisognerà valutare lo stato di forma di Victor Osimhen, protagonista di un corpo a corpo con il gigante Van Dijk. Raspadori e Simeone, utilissimi nelle 6 gare senza Osimhen, hanno dimostrato di essere sempre pronti e non si farebbero certo impressionare dal clima caldo di Bergamo. Ma sembra improbabile che l’attaccante nigeriano abbia voglia di starsene fuori: è capocannoniere con Arnautovic (l’austriaco del Bologna) a quota 7 gol e non ha nessuna intenzione di abbandonare il trono dei bomber. Anzi, ha una voglia matta di prendere il volo anche in Simone Inzaghi, 46 anni, vuole rientrare nel giro scudetto Luciano Spalletti, 63 anni: lo scudetto è un obiettivo concreto quella classifica.
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    Papu Gomez: un'entrataccia, gli insulti e il nuovo soprannome: macellaio!

    TORINO – Come farsi dei nuovi amici? Papu Gomez, lo stai facendo nel modo sbagliato! L’argentino ex numero 10 dell’Atalanta, ora punto di forza del Siviglia dell’Hombrecito Jorge Sampaoli, è da giorni al centro di una feroce polemica. Durante la sfida tra il Real Madrid e i biancorossi andalusi il centrocampista s’è reso protagonista di un brutto fallo su Federico Valverde, stella uruguaiana dei Blancos di Carlo Ancelotti. Un intervento di frustrazione, visto che mancavano una manciata di minuti alla fine del match, dominato dai merengues con un 3-1 molto più che rotondo, un’entrata che ha costretto Valverde a uscire anzitempo dal campo e ha acceso le preoccupazioni e le sirene d’allarme nel ritiro della Celeste in vista dell’imminente Mondiale in Qatar.

    Nomignolo spiacevole

    Il centrocampista uruguaiano, faro madridista e della Nazionale di Diego Alonso, ha concluso la partita con un dolore alla coscia destra che ha destato preoccupazione per le sue condizioni a meno di un mese dalla Coppa del mondo. Gomez è stato sanzionato con un sacrosanto cartellino giallo, ma il peggio per il giocatore della Seleccion è arrivato poche ore dopo. Sui social network è infatti esplosa la rabbia dei tifosi del Real Madrid e dell’Uruguay: prima hanno iniziato a insultare l’argentino con epiteti tipo “cerdo” (maiale), “carnicero” (macellaio) e “mala leche” (personaccia), poi, non ancora soddisfatti, hanno postato il numero di cellulare del giocatore perché potesse essere molestato anche al telefono.

    Il precedente di 4 anni fa

    Non è la prima volta, però, che il Papu Gomez finisce al centro del mirino per un’entrataccia a pochi giorni dal Mundial: nel 2018 durante Atalanta-Milan, giornata di campionato di Serie A numero 37, provocò l’infortunio di Lucas Biglia, suo compagno nell’Argentina, con una ginocchiata sulla schiena. Biglia fu costretto a saltare la Coppa del mondo in Russia. Valverde è stato più fortunato: dopo la paura, gli esami strumentali hanno scacciato l’incubo di vedersi le partite dell’Uruguay in Qatar dalla tv.
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