consigliato per te

  • in

    Diretta Monza-Atalanta ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    La partita con il Monza rappresenta una bella occasione: i biancorossi giocano un buon calcio e ti lasciano, allo stesso tempo, giocare. L’Atalanta già contro il Verona aveva fatto vedere cose molto buone e migliori rispetto a Cagliari ma, avanti di due reti, i bergamaschi si sono fatti raggiungere e hanno poi fallito a più riprese il gol della vittoria nel finale. Contro i brianzoli sarebbe molto importante tornare al successo anche in campionato, per mettere pressione alla Roma che lunedì gioca con il Bologna e giovedì 25 aprile terminerà la sfida interrotta a Udine.  
    Monza-Atalanta: quote e consigli sulle puntate
    Segui la diretta di Monza-Atalanta su Tuttosport.com
    Dove vedere Monza-Atalanta streaming e diretta tv
    Monza-Atalanta, gara valida per la 33ª giornata di campionato e in programma alle ore 20:45 allo U-Power Stadium di Monza sarà visibile in diretta in streaming su Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
    Guarda Monza-Atalanta su DAZN. Attiva ora
    Le probabili formazioni di Monza-Atalanta
    MONZA (4-2-3-1): Di Gregorio; Birindelli, Izzo, Pablo Marì, A.Carboni; Bondo, Gagliardini; Colpani, Pessina, Zaerbin; Djuric. Allenatore: Palladino.A disposizione: Sorrentino, Gori, Donati, Caldirola, Pedro Pereira, D’Ambrosio, Kiryakopoulos, V.Carboni, Maldini, Vignato, Colombo. Indisponibili: Caprari, Machin, Bettella, Mota Carvalho, Ciurria. Squalificati: Gomez, Akpa Akpro. Diffidati: Gagliardini, Djuric.
    ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Toloi, Hien, Kolasinac; Holm, Ederson, Pasalic, Zappacosta; Miranchuk; De Ketelaere, Lookman. Allenatore: Gasperini.A disposizione: Musso, Rossi, Djimsiti, Bonfanti, Hateboer, Bakker, Ruggeri, Adopo, Koopmeiners, Scamacca,Touré. Indisponibili: Scalvini. Squalificati: nessuno. Diffidati: Gasperini, Lookman, Hateboer, Kolasinac, Koopmeiners.
    Arbitro: Giua (Olbia).Assistenti: Dei Giudici e Bercigli.IV uomo: Zufferli.Var: Mariani.Avar: Serra.
    Attiva DAZN i primi 4 mesi a 19.90€ al mese LEGGI TUTTO

  • in

    Atalanta, quelle lacrime di Percassi per la Dea di Anfield

    Post su Facebook, a firma Massimo Branda, pescato fra le centinaia in calce alla splendida, emozionante immagine di Antonio Percassi in lacrime, ad Anfield, davanti ai duemilacinquecento bergamaschi in delirio che acclamano l’Atalanta in delirio per avere appena battuto il Liverpool 3-0, consegnandosi alla storia del calcio internazionale.Titolo: “Se tu non hai mai visto un uomo piangere”. Svolgimento: “Ai temi della Benetton, mi capitò di dover negoziare, anche duramente, con Antonio Percassi, Genio del business che avevo conosciuto sulle figurine Panini. Beh, dopo quell’esperienza, mai avrei creduto che lui potesse un giorno piangere. E, invece, eccolo qui”.

    Lacrime di gioia

    Già. Ma come si fa a non piangere di gioia nella pazzesca notte di Liverpool se ti chiami Antonio Percassi e sei cresciuto con la maglia nerazzurra addosso da quando eri alto così? Debutti in prima squadra non ancora diciottenne, il tuo compagno di reparto e grande amico si chiama Gaetano Scirea, classe 1953 come te. Nell’Atalanta, giochi 110 partite in sette stagioni, ne diventi capitano prima che un brutto infortunio ti costringa al ritiro a 25 anni, per iniziare l’altra carriera che ti porta a diventare uno dei più affermati imprenditori italiani, a capo del Gruppo con il tuo nome (novemila dipendenti, quartier generale a Bergamo, strutture e uffici anche a Milano, Parigi, Londra, Berlino, Madrid, Lisbona, Sr. Moritz, Glattburg, Varsavia, Grand Canyon, New York, Shangai, Hong Kong, New Delhi, Istanbul e Dubai). Come si fa a non piangere di gioia ad Anfield, la sera dell’11 aprile 2024, quando ti chiami Antonio Percassi, diventi presidente dell’Atalanta una prima volta nel ’90, alla morte di Achille Bortolotti, un altro nome nella storia della Dea insieme con il figlio Cesare e lo ridiventi vent’anni dopo, raccogliendo il testimone da Alessandro Ruggeri, figlio di Ivan, anche lui nel pantheon atalantino.È il 4 giugno 2010, l’Atalanta è in Serie B, la prima cosa che fai è confermare Mino Favini, il miglior scopritore di talenti del calcio italiano; la seconda, è investire 800 mila euro per piantumare tutto il centro sportivo di Zingonia, primo intervento per trasformarlo nella struttura attuale di assoluto livello europeo. Non a caso si chiama Achille e Cesare Bortolotti e lì, oggi, si trova anche l’Accademia Mino Favini perché la memoria non è un optional. Nella storia dell’Atalanta tutto si tiene, nel nome dei padri e dei figli, di ieri e di oggi. Luca, 43 anni, il delfino della Dea, della quale da quattordici anni è l’amministratore delegato, scelto da Antonio, è uno dei più bravi dirigenti del calcio italiano: l’acquisto e la ristrutturazione dello stadio, operazione da cento milioni di euro; i botti di mercato sublimati (per ora) dall’operazione Hojlund, otto bilanci consecutivi in utile, la partnership con Stephen Pagliuca, presidente di Bain Capital, fondo americano che gestisce circa 190 miliardi di euro di capitali di investimento, comproprietario dei Boston Celtics, da 102 partite co-chairman dell’Atalanta, anche lui giovedì notte a Liverpool in preda a una piacevole euforia.

    L’età dell’oro

    Come si fa a non piangere di gioia, se ti chiami Antonio Percassi e nel 2016 porti Gasperini a Bergamo: lui perde quattro partite nella prime cinque, ma, alla vigilia della gara decisiva con il Napoli, vede il suo presidente piombare negli spogliatoi e arringare la squadra, avvertendola: “Comunque vada a finire, domani, sappiate che l’allenatore è e rimane Gian Piero Gasperini”. È in quel momento che inizia l’Età dell’Oro: tre terzi, un quarto, un quinto e un settimo e un ottavo posto in campionato e oggi un’altra rincorsa europea; tre campagne consecutive in Champions League, con la prima vittoria ad Anfield (2020) e una semifinale sfiorata; tre campagne in Europa League, una delle quali sino ai quarti; due finali e quattro semifinali di Coppa Italia, l’ultima tuttora in corso. Sul sito del Gruppo, si legge: “Il nostro successo è stato il frutto dell’osservazione della realtà, di uno sguardo attento, unito al desiderio e l’ambizione di fare qualcosa di nuovo e di migliore”. Firmato Antonio Percassi. È anche così che, in un’indimenticabile sera d’aprile, sbanchi Anfield e scoppi a piangere, perché l’emozione è così forte che non va più via. LEGGI TUTTO

  • in

    Diallo, chi è l’italiano che fa impazzire il Manchester United

    LONDRA – E così, proprio quando il trucco sembrava essere fallito, il mago, fra lo stupore dei presenti, tira fuori dal cilindro quel coniglio che ormai nessuno più si aspettava di vedere, mandando in delirio il pubblico che assiste. Il mago in questione si chiama Erik ten Hag, mentre il coniglio – che in realtà somiglia molto più a una lepre, vista la velocità con cui si è avventato verso la porta del Liverpool al minuto numero 121 della gara che ha regalato allo United la semifinale di FA Cup – è la vecchia conoscenza del calcio italiano, Amad Diallo (che era Traoré…).
    Il passaggio allo United e l’infortunio
    Sì, proprio lui, il talento precocissimo arrivato in Italia dalla Costa D’Avorio quando era ancora un bambino, cresciuto calcisticamente nel Bel Paese, tanto da diventarne anche cittadino, e su cui lo United si era velocemente avventato già nel 2020, strappandolo ai bergamaschi per una cifra che a quei tempi aveva fatto clamore: 25 milioni più 15 di bonus per un calciatore dal sicuro talento, ma con solo una manciata di presenze in prima squadra.
    A quei tempi, il direttore sportivo del club di Manchester, John Murtough, era rimasto folgorato dal talento precoce di Diallo, tanto da voler affrettare l’accordo, impaurito dalla possibilità che sul calciatore si fiondassero altri grandi club. Un’esperienza, quella coi Red Devils, che però non è mai veramente decollata: tanta gavetta, un paio di prestiti – in Scozia ai Rangers e poi al Sunderland – e un grave infortunio subito questa estate e che lo ha tenuto fuori fino a dicembre.
    Inutile nasconderlo, fra i tanti protagonisti della gara giocata domenica pomeriggio, lui di certo non era il più atteso. Con soli 63 minuti in stagione, negli scorsi giorni aveva fatto parlare di sé più per questioni legate ai social che per le prestazioni in campo.
    La fiducia di Ten Hag
    Nonostante tutto, però, Ten Hag gli aveva assicurato che se si fosse impegnato durante gli allenamenti, da qui a fine stagione avrebbe avuto le sue chance. “Mi alleno duramente ogni giorno e ho aspettato la mia occasione – ha detto fra gli abbracci dei compagni dopo la gara – . L’allenatore crede in me, e anche se parto dalla panchina ogni volta sono pronto a entrare e lottare per la squadra. Se segno per la squadra, allora sono molto felice”.
    E forse – ma questo lo vedremo solo fra qualche mese – la promessa mantenuta da Ten Hag potrebbe addirittura rivelarsi il gesto che gli salverà la panchina. Questo perché la rete realizzata da Diallo, oltre a regalare ai Red Devils una vittoria storica e dall’altissimo tasso di goduria, gli ha consegnato la possibilità di andarsi a giocare la semifinale di FA Cup contro la sorpresa Coventry City, con ottime chance, dunque, di raggiungere la finale contro la vincente della sfida fra Man City e Chelsea.
    Il futuro del tecnico
    Scenari inaspettati e che, in caso di vittoria finale, potrebbero addirittura rimettere in discussione un addio che prima di ieri sembrava praticamente scontato. Al momento chi dovrà decidere sul tecnico, e cioè l’uomo nuovo al comando del club, Sir Jim Ratcliffe, non si è pronunciato.
    Ovvio, però, che al miliardario britannico non sarà sfuggito un particolare molto importante: a differenza di quanto raccontato in questi mesi da una parte della stampa inglese – che ha descritto uno spogliatoio frustrato e poco convinto dei suoi metodi – contro il Liverpool la squadra ha risposto alle difficoltà con grande determinazione e spirito, soprattutto dopo aver subito nei supplementari quella rete del 3-2 che avrebbe steso psicologicamente anche squadre molto più esperte. Merito di Diallo e di qual diagonale preciso che ha fatto impazzire di gioia Old Trafford. Merito, però, anche di Ten Hag e della sua promessa mantenuta. LEGGI TUTTO

  • in

    Llorente, faccia d’angelo ma mano pesante al sorteggio: Italia, non volevo

    Fernando Llorente, faccia d’angelo e mano pesante. In quattro mosse ha accoppiato nei quarti di finale di Europa League il Milan alla Roma e il Liverpool all’Atalanta. Intervistato da Sky dopo il sorteggio a Nyon l’ex attaccante della Juve ha provato a sdrammatizzare: “Buongiorno e scusatemi! Mi dispiace che sia stata la mia mano a causare gli abbinamenti, so che tanti italiani non volevano beccarsi nei quarti di finale. Il sorteggio così: Milan e Roma devono affrontarsi e vedranno cosa fare”.
    Llorente sugli attaccanti moderni
    Poi una digressione sulle punte moderne: “L’attaccante è il ruolo più difficile nel calcio, ha la pressione di dover fare gol. Sono più rari i bomber rispetto al passato, ora ci sono centravanti che hanno tanta mobilità e meno fisico, come era prima. Diciamo che è sempre meno frequente trovarne così”.
    Llorente e il futuro
    Sul futuro: “Cosa farò da grande? Non lo so. Mi piacerebbe essere legato al calcio in qualche modo. Ora faccio l’opinionista in qualche trasmissione tv, partecipo a qualche evento con Uefa e Fifa e non mi dispiace stare in questo ambiente perché mi permette continuare a viaggiare con meno stress rispetto a quando facevo il calciatore. Adesso posso visitare le città. Il mio tempo è anche per la mia famiglia, ho quattro figli e mi piace vederli crescere. La famiglia è importante”.  LEGGI TUTTO

  • in

    Percassi: “Liverpool-Atalanta? In Champions ad Anfield ci abbiamo vinto”

    Liverpool-Atalanta, Percassi: “Abbiamo sempre sognato notti così”
    A Sky Sport Percassi ha dichiarato: “Non è stato un sorteggio fortunato, al tempo stesso abbiamo il piacere di giocare contro i più forti. Per Bergamo sarà qualcosa di straordinario ospitare il Liverpool che rappresenta uno dei più grandi club al mondo. La cornice dei tifosi sarà sicuramente spettacolare. Il Covid ci impedì di poter far ammirare ai nostri tifosi tanti campioni in occasione della sfida di Champions, adesso potranno farlo e ad Anfield ci abbiamo già vinto. Bergamo è una città famosa per la capacità di costruire, dietro il progetto Atalanta c’è tanto lavoro dentro e fuori dal campo, per noi giocare con il Liverpool è straordinario, è qualcosa che abbiamo sempre sognato. Speriamo di poter vivere queste notti per tanti anni”. LEGGI TUTTO

  • in

    Gilardino sui tempi del Var: “In questi casi delicati…”

    Genoa-Atalanta, le dichiarazioni di Gilardino
    Queste le dichiarazioni dell’allenatore del Genoa: “Il risultato ci lascia l’amaro in bocca per l’atteggiamento che abbiamo avuto e la nostra prestazione. Sicuramente nel finale ho voluto forzare con più attaccanti, volevamo riprenderla e i ragazzi hanno lottato fino alla fine, mostrando coraggio. Gli ultimi due gol erano evitabili, ma abbiamo fatto un’ottima partita contro una grande squadra. Peccato non aver finalizzato. Le sconfitte servono da insegnamento e fanno crescere e dobbiamo trarre anche i lati positivi oltre quelli negativi. Andremo a migliorare alcune cose prima della trasferta di Napoli. Malinovskyi? Pretendo molto da lui e ha interpretato molto bene la gara. Tre attaccanti dell’inizio? Vedremo con lo staff. L’intervento lungo del Var? Devi essere bravo a riattivare subito la testa e le gambe, ma in questI casi delicati è giusto aspettare. Se Retegui andrà bene per l’Italia? La Nazionale è in buone mani perché ha un grande ct”. Poi conclude: “Voglio spendere delle parole per il nostro gruppo, sono stati incredibili”. LEGGI TUTTO

  • in

    Atalanta, poker al Genoa: De Ketelaere-Koopmeiners show, Gasperini sorride

    L’Atalanta non si ferma e ottiene la quarta vittoria consecutiva in Serie A. La squadra di Gasperini si è imposta con il risultato di 4-1 in casa del Genoa: decisivi il supergol di De Ketelaere in apertura, la punizione perfetta realizzata da Koopmeiners e le reti nel recupero di Zappacosta e Toure. Inutile la rete del momentaneo pareggio siglata dall’ex Malinovsky. La Dea resta così ben salda al quarto posto in classifica raggiungendo quota 42 punti (con la partita contro l’Inter ancora da recuperare). Non cambia niente per il Grifone di Gilardino, che resta al 12º posto.
    Genoa-Atalanta, la partita
    Ad aprire la sfida ci pensa la perla di Charles De Ketelaere al 22′. Il talento belga tira da fuori area con una conclusione perfetta su cui il portiere avversario viene sorpreso senza poter fare nulla. Il primo tempo si chiude con gli ospiti in vantaggio di un gol e al 51′ ci pensa l’ex più atteso, Malinovsky, a realizzare la rete del pareggio per il Grifone con un tiro potente di sinistro. Non passano neanche 5′ e Koopmeiners riporta i suoi in vantaggio con un calcio di punizione  perfetto. La Dea realizza anche la rete del 3-1 con Scalvini ma dopo un lunghissimo check al Var il gol viene annullato per fuorigioco. A chiudere la sfida ci pensano Zappacosta al 98′ e Toure al 100′, bravi a sfruttare al meglio le ultime ripartenze del match. LEGGI TUTTO

  • in

    Gasperini e l’assenza di Koopmeiners: “Non ce ne siamo accorti…”

    L’Atalanta, in attesa della gara tra Fiorentina e Inter, si è guadagnata la quarta posizione in classifica con la vittoria contro l’Udinese al Gewiss Stadium. Un primo tempo dominato e portato a favore grazie a due reti dopo la mezz’ora: la prima di Miranchuk e poi in pieno recupero con Scamacca, entrambi serviti da De Ketelaere. Nella ripresa i nerazzurri hanno gestito rischiando in un paio di situazioni, ma alla fine Carnesecchi ha chiuso tenendo la porta inviolata. Al termine della gara ha parlato a Sky Sport l’allenatore Gian Piero Gasperini. 
    Atalanta-Udinese, le parole di Gasperini
    Gasperini ha analizzato la gara contro l’Udinese: “Sono soddisfatto di come la squadra ha affrontato la partita sia sotto il profilo tecnico e sia su quello fisico. Potevamo fare meglio nella ripresa, ma siamo contenti”. Poi ha parlato dei cambiamenti rispetto al girone d’andata: “Siamo più evoluti, anche nei singoli perché in diversi sono cresciuti. Non ci siamo accorti dell’assenza di un giocatore importante come Koopmeiners e questo la dice lunga”. E i gol degli attaccanti: “Le reti di Miranchuk e Scamacca sono dei segnali e per stare in alto servono più giocatori in gradi di segnare tanto. Continuiamo così, poi quando tornerà Lookman sarà importante anche lui”. E su De Ketelaere: “Ho sfruttato il lavoro fatto dal Milan e da Pioli, siamo soddisfatti e credo abbia fatto la sua miglior partita da quando è qui”. A chiudere sul lavoro offensivo: “Dietro la punta i giocatori sono importanti e noi abbiamo centrocampisti offensivi bravi. Vogliamo sfruttare le occasioni e la varietà che c’è”.  LEGGI TUTTO