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    Atalanta, nome “Bergamo” su maglia Champions

    Atalanta nome Bergamo su maglia Champions
    Atalanta; il nome Bergamo su maglia della Champions – E’ un omaggio alle numerose vittime provocate dal Coronavirus
    BERGAMO – Righe nere e azzurre più fitte in stile retrò, ma soprattutto il nome di Bergamo dietro il colletto e nella parte interna del fondo della maglia associato a quello della squadra, rispettivamente in bianco e in azzurro su sfondo bianco nell’inserto in poliestere. La nuova divisa casalinga dell’Atalanta per la Champions League, ufficializzata stasera sul sito della società, presenta la scritta ATALANTA BERGAMO “in omaggio ai bergamaschi dopo il difficile periodo attraversato (per la pandemia di Coronavirus, ndr) e per sottolineare l’ancor più forte legame con la città”. Lo sponsor tecnico Joma ha realizzato la maglia in un nuovo fitting che favorisce una maggior aderenza al corpo e con la lavorazione a jacquard con l’inserimento sul petto del logo del club e dell’anno di fondazione direttamente nella trama del tessuto stesso. Nella parte interna del colletto, in continuità rispetto alle precedenti stagioni, continua ad essere presente la frase “LA MAGLIA SUDATA SEMPRE”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta e Radici Group, insieme per un'altra stagione

    BERGAMO – Non solo il nuovo main sponsor, per l’Atalanta arriva un’altra buona notizia. Il club nerazzurro ha infatti comunicato il prolungamento della partnership con RadiciGroup anche per la stagione 2020/21. I dettagli della collaborazione, che si basa sulla condivisione dei valori ma soprattutto sul profondo attaccamento al territorio e alla comunità bergamasca, verranno svelati nei prossimi giorni. “Per la nostra Società è motivo di grande soddisfazione e orgoglio proseguire il rapporto di collaborazione con RadiciGroup, importante realtà imprenditoriale bergamasca leader nel suo settore a livello internazionale – le parole dell’Ad Luca Percassi -. Due eccellenze del territorio che continuano a “giocare” insieme per portare il nome di Bergamo, della sua terra e della sua gente, soprattutto in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, sempre più in alto nel mondo”.
    Plus500 nuovo main sponsor dell’Atalanta

     A fargli eco Maurizio Radici, vicepresidente dell’omonima multinazionale attiva, tra gli altri, nei settori di chimica e tecnopolimeri: “Siamo fortemente legati alla maglia nerazzurra perché rappresenta il simbolo di una terra e di una popolazione ricca di valori, attenta alle tradizioni e che lavora sodo, con determinazione, per raggiungere importanti obiettivi. In un momento come questo, in cui Bergamo è stata messa a dura prova -ha proseguito Radici- pensiamo che sia ancora più importante che le eccellenze locali facciano squadra per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”. LEGGI TUTTO

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    222 milioni di grazie

    A questa straordinaria, commovente, orgogliosa Atalanta, dobbiamo dire 222 milioni di volte grazie. 222 milioni, tanto quanto è costato Neymar al Psg che da venticinque anni non guadagnava la semifinale di Champions League. Il sogno si è infranto a un passo dal traguardo, a decidere la partita sono stati i cambi, è stato il gigantesco Mbappé che noi di Tuttosport conosciamo molto bene, avendogli assegnato il Golden Boy 2017, quando il suo talento stava per sbocciare . E nonostante non fosse in condizioni perfette, il debordante Kylian ha ribaltato l’incontro da par suo. Ma la beffa atroce subita dalla Dea non intacca né inficia la grandezza della squadra di Gasperini che ha onorato questa memorabile cavalcata europea sino all’ultimo respiro. Solo applausi meritano i nerazzurri che devono avere la consapevolezza della loro forza e devono essere fieri di tutto quanto hanno costruito. Ha ragione Gasperini quando elogia i nerazzurri per come hanno giocato, per non avere snaturato la propria identità, per avere affrontato il colosso francese, superandolo sino a quando Tuchel ha mandato in campo il suo colosso. Davide non ha avuto paura di misurarsi con Golia e, anche se stavolta ha vinto Golia, Davide sa che non ha nulla da rimproverarsi. La sconfitta di Lisbona, per il modo in cui è maturata, esalta comunque il collettivo bergamasco, la società dei Percassi che questo collettivo ha costruito nel corso del tempo, esaltando la sua gente. Questa Atalanta, terza in campionato per il secondo anno di fila, ripartirà per migliorarsi, cioè lottare per lo scudetto e arrivare almeno in semifinale di Champions. E se è vero, come annota Gasperini, che il dispiacere per questo fine corsa sia grande, è altrettanto vero che i nerazzurri dispongono di risorse illimitate: si chiamano entusiasmo, passione, senso di appartenenza. Si sposano a un’organizzazione societaria modello, ai bilanci da record, allo stadio e al centro sportivo di proprietà, a un pubblico che riabbraccerà la sua squadra come se la Champions l’avesse vinta e non ne fosse uscita. La nottata passerà presto. E presto ricomincerà la nuova stagione, ancora in Champions League, ancora da protagonisti. Ieri abbiamo titolato: Vai, Atalanta, sei l’Italia! Onore e applausi a questa squadra che il calcio italiano ha onorato a Lisbona. LEGGI TUTTO

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    “Occhio Psg, la mia Dea è forte come Bergamo”

    BERGAMO – La suoneria del suo cellulare è l’inno della Champions. Noblesse oblige: per un tifoso dell’Atalanta, è il massimo che c’è. Ci incontriamo in Piazza Vecchia, nel cuore di Città Alta, in una Bergamo che rinasce, giorno dopo giorno, anche se nessuno può né potrà mai dimenticare le 6 mila vittime del Covid, 672 dei quali nel solo capoluogo, il dolore, il pianto, la rabbia dei familiari degli scomparsi che sono andati più volte davanti al Tribunale per reclamare giustizia. E ci torneranno. Franco Locatelli vive da dieci anni a Roma, cioè al Bambin Gesù di cui è diventato un simbolo, ma ha conservato una casa qui e qui trascorre questi giorni a cavallo di Ferragosto, prima di rientrare nella capitale, dove avrà ancora molto da fare. Presidente del Consiglio superiore di Sanità, il massimo organo di consulenza del Ministero della Salute; membro del Cts, il comitato tecnico scientifico in prima linea nella lotta al Covid, Locatelli è diventato molto conosciuto da milioni di telespettatori, durante i mesi più tremendi della pandemia. Con l’aplomb del luminare, impermeabile alle emozioni negative, il tono chiaro ed esplicativo, il lessico forbito e mai affettato (memorabile il suo dire e ridire scotomizzare, ovvero eliminare inconsciamente dalla memoria eventi o ricordi spiacevoli), Locatelli affiancava spesso in diretta tv Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, nelle angoscianti conferenze stampa che alle sei della sera tracciavano il bilancio quotidiano delle vittime, dei contagiati, dei ricoverati nelle terapie intensive. C’è un tempo per tutto. L’emergenza non è finita per nulla, le cronache di queste ore ce lo ricordano senza tregua. Ma primum vivere, prima si pensi al vivere e a convivere con il virus che ha allentato la morsa, ma non la presa.
    IL SOPRAVVISSUTO – Per questo, il signore che il Covid ha imparato a combattere e a conoscere, oggi ha lo sguardo sospeso fra Bergamo e Lisbona, mentre l’ascoltano i gemelli Giacomo e Riccardo Conti, affermati commercialisti. Loro lo chiamano indifferentemente Francuzzo o il Prof. Erano compagni di banco alle medie di Lovere, lago d’Iseo, sponda bergamasca. Riccardo è sopravvissuto al Covid: «Ho visto la morte in faccia. Se non ci fossero stati i medici e gli infermieri della Poliambulanza di Brescia, non ce l’avrei mai fatta. Il mio compagno di stanza è spirato alle due di notte, accanto a me. Prego per lui». Riccardo è interista, come Giacomo. Anche il Prof è nerazzurro, ma il nerazzurro di Bergamo. «Mi auguro che stasera, nemmeno di fronte al colosso Psg, l’Atalanta rinunci allo stile di gioco che l’ha resa unica. Il risultato sarà quel che sarà, ma, a me basta e avanza questo. I francesi devono saperlo: l’Atalanta andrà in campo con una forza interiore speciale, molto speciale. Giocherà per Bergamo, per i bergamaschi che ci sono e per quelli che non ci sono più. I calciatori di Gasperini hanno vissuto un dramma unico al mondo, hanno sentito il suono lacerante delle sirene nella notte, hanno visto le bare, hanno sentito la morte scendere sulla città, sui paesi. Sotto l’aspetto motivazionale, tutto questo darà loro una spinta enorme per inseguire un risultato che non rimarginerà il dolore, ma potrà essere l’unguento su una ferita ancora sanguinante. L’Atalanta incarna la resilienza di Bergamo». La Champions, la finale a otto a porte chiuse dopo la ripartenza di A e B a porte chiuse. Sino a quando il pubblico non potrà rientrare negli stadi, professore? «Il problema fondamentale non è il distanziamento all’interno dello stadio, ma evitare gli assembramenti in entrata e in uscita. Il 22 settembre, alla ripresa del campionato, probabilmente saremo ancora nelle stesse condizioni dell’ultimo app na concluso, con le gare a porte chiuse. A seconda dell’evoluzione della curva epidemiologica, si potranno fare altre riflessioni…». Perché non ne siamo ancora fuori, vero?
    GLI ALPINI E GLI ULTRA’ – «Proprio così: Italia non è fuori dalla pandemia. Il nemico è infido, durissimo, minaccioso. E’ assolutamente fondamentale mantenere tutte le misure che ci hanno consentito di uscire dalla fase più critica, più drammatica, connotata da così tante morti che artigliavano le nostre coscienze. Bisogna avere la chiara percezione che, solamente grazie a comportamenti individuali responsabili continueremo ad avere una situazione così favorevole rispetto ad altri Paesi europei. Sono un grande appassionato di calcio, ma la priorità va data alla salute pubblica, alla tutela delle persone più fragili».
    I CAMION DELL’ESERCITO – Professore, che cosa le è rimasto dentro di questi mesi? «L’esperienza è stata unica, inimmaginabile. Ciò che è rimasto? Le immagini di dolore, incancellabili: le bare sui camion militari che lasciano il cimitero di Bergamo rimaranno scolpite nella mia memoria finchè vivrò. Ma dentro di me conservo la straordinaria capacità di resilienza del nostro Paese: dal sistema sanitario al volontariato (l’ospedale della Fiera di Bergamo operativo in dieci giorni grazie agli alpini, agli artigiani, ai ragazzi della Curva Nord Atalanta) a tanti colleghi che ho conosciuto e apprezzato nel Cts. Faccio due nomi: Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli e Beppe Ippolito, straordinariamente appassionato nel cercare le risposte più autorevoli e più appropriate all’emergenza».
    LE MASCHERINE – Professore, Belgio, Francia, Spagna, Serbia, Croazia sono state investite dalla seconda ondata. Scientificamente parlando, che tipo di scenario si potrebbe prefigurare per l’Italia? «Se ci sarà una seconda ondata e quando sarà nessuno di noi può dirlo. Saranno determinanti i comportamenti individuali. Un fatto è certo: il Paese sarà più pronto a un’eventuale, nuova emergenza. Quando tutto è cominciato, non avevamo indipendenza nella produzione di mascherine: oggi, grazie soprattutto al lavoro del commissario Arcuri, l’Italia può produrre più di 30 milioni di mascherine al giorno; i posti letto nelle terapie intensive sono quasi raddoppiati; abbiamo imparato a proteggere gli anziani di più e meglio. Ora è importante, è fondamentale che tutti noi ci mettiamo in testa i punti cardine del distanziamento interpersonale, dell’uso delle mascherine, del lavaggio delle mani. Questi sono gli strumenti imprescindibili per convivere con il Covid, sino a quando non ci sarà un vaccino». E qui, Locatelli scandisce ancora più stentoreamente le parole.
    «VACCINIAMOCI TUTTI» – «Quando il vaccino ci sarà, questo Paese dovrà essere permeato da una cultura della sensibilità alle vaccinazioni e non da un rifiuto pregiudiziale delle stesse. Solo con il vaccino potremo raggiungere l’auspicata immunità di gregge ed eradicare anche questa malattia, così come tante altre malattie virali sono state eradicate grazie al vaccino: vaiolo e poliomielite su tutte».
    DOCUMENTI DESECRETATI – In questi giorni si parla molto dei documenti del CT desecretati su richiesta della Fondazione Einaudi. Si discute animatamente sulla tempistica delle mancate chiusure a blocchi, in particolare di Alzano e Nembro, paesi martiri del Covid, prima del confinamento nazionale deciso dal governo. A suo avviso, professore, la procedura seguita è stata quella giusta? «Non entro in troppi dettagli perché c’è un’inchiesta in corso e il lavoro dei magistrati si rispetta sempre. Dico chiaramente che né il Cts né chi era deputato a decidere politicamente hanno sottovalutato nulla e hanno perso giorni preziosi. Lo dico in assoluta serenità. Chiudere tutto il Paese è stata la scelta che ha protetto l’Italia Centrale, Meridionale e Insulare. Se l’ondata epidemica si fosse diffusa in queste aree, sarebbe stata una catastrofe e certamente il sistema sanitario nazionale non avrebbe retto». LEGGI TUTTO

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    Atalanta, il Team manager Moioli si scusa ancora con il tifoso del Napoli

    BERGAMO – Il Team Manager dell’Atalanta Mirco Moioli “ribadisce le proprie scuse per aver assunto, lo scorso 12 luglio, un contegno non conforme. Ci tiene tuttavia a precisare di non aver avuto alcuna finalità discriminatoria e che il proprio contegno ha rappresentato, unicamente, una immediata reazione ad una espressione che ha offeso il suo onore e quello della squadra che ama e per cui è tesserato da oltre 15 anni”. Lo comunica la società lombarda in una nota, specificando che il club “pur non potendo che biasimare quanto accaduto, resta vicina al proprio tesserato di cui in questi anni, al pari di tutto il mondo sportivo, ha potuto apprezzare le doti umane e professionali che non devono essere offuscate da quanto accaduto”. LEGGI TUTTO

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    Gasperini: “Conte può togliere lo scudetto alla Juve”

    BERGAMO – “In questo momento sogno di poter superare il turno e giocare una semifinale però siamo consapevoli della difficoltà con il Psg. Già essere ai quarti per noi è un grande traguardo, lo affrontiamo con la determinazione di esserci arrivati. Poi se andremo avanti penseremo al resto. Loro sono una squadra di grande talento, tra le candidate alla vittoria finale. Molto dipenderà da Mbappè, ma sarà importante come arriveremo noi. Credo che qualche chance la possiamo avere”. Lo ha detto il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ai microfoni di ‘Radio Anch’Io Sport’ su Radio 1 Rai proiettandosi sulla sfida di Champions League con i campioni di Francia. “Faranno la differenza tante cose, la tecnica, la condizione fisica e mentale, giocare con questa continuità di partite è stato qualcosa di anomalo, può aver tolto energie a tanti giocatori – ha evidenziato – Adesso abbiamo un periodo relativamente sufficiente per poter arrivare al meglio a questa gara. Non si sa se sia stato meglio giocare 13-14 partite o riposare così a lungo. Lo vedremo magari già con la Juve, ma questi sono tutti alibi, poi conterà la partita”.
    Ilicic, Gasperini è preoccupato 
    “L’Inter è l’unica che può battere la Juve”
    “Cosa è successo ad Antonio Conte? Non lo so, è difficile dare un giudizio da fuori. Penso abbia fatto un grandissimo lavoro: a fine campionato siamo tutti al limite delle energie, spero che le cose si possano ricomporre perche’ l’Inter è l’unica squadra che in questo momento può togliere la Juve dal trono e il connubio con Conte è il più accreditato”. Questa l’idea di Gasperini sullo sfogo dell’allenatore dell’Inter Antonio Conte a fine campionato. Il tecnico dell’Atalanta ha poi espresso un giudizio anche su Sarri, vincitore dello scudetto con la Juve: “La sua carriera è encomiabile, è partito da categorie inferiori ed è arrivato a vincere lo scudetto, sono le storie che piacciono”. Sul prossimo campionato della Dea l’allenatore è fiducioso: “Dopo due terzi posti ora il sogno scudetto? Faremo di tutto per migliorarci, è chiaro che il calcio italiano regge e spera molto dal punto di vista economico e anche mediatico che le grandi piazze come Napoli, Milano e Roma, che hanno anche risorse superiori, possano risalire. E’ un po’ tutto il nostro sistema che non consente a lungo di rimanere in alto a società come l’Atalanta, ma la squadra è buona – ha aggiunto – Se la società saprà migliorarla potremo essere ancora competitivi”.

    “Ilicic? Spero di averlo per la prossima stagione”
    “E’ circondato da tanto affetto, sono quelle situazioni che possono capitare quando meno te lo aspetti, probabilmente a chiunque. Per questo speriamo ne esca e torni a essere il giocatore che era prima”. Sono le parole del tecnico a proposito delle condizioni di Josip Ilicic. Un rientro “per la Champions è difficile, il giocatore è fermo da parecchio tempo. Sarebbe già bello averlo per la prossima stagione – ha proseguito l’allenatore piemontese – La sua assenza ci ha tolto molto, un po’ per la qualità del giocatore un po’ perché in organico non abbiamo una alternativa simile come ruolo. Però ci siamo adattati bene tra Malinovskyi, Pasalic e l’entrata molto spesso determinante di Muriel. E’ chiaro che quando viene a mancare un giocatore di questo valore qualche difficoltà c’è, ma in questo momento giocando partite secche è più facile sopperire che non durante un campionato intero”.
    Gasperini: “Difficile colmare il gap con Inter e Juve”
    “Gollini è recuperabile”
    Il portiere dell’Atalanta Pierluigi Gollini, uscito per infortunio nel match dell’ultima giornata di campionato contro l’Inter, “sembra recuperabile” per la sfida di Champions League con il Psg: “Ha subito una forte contusione al ginocchio in uno scontro con Gosens, domani vedremo meglio”. Infine sulla possibilità di giocare la prossima Champions nello stadio dell’Atalanta: “La società sta facendo di tutto per rendere lo stadio di Bergamo accettato dall’Uefa. Si sta muovendo in questa direzione ed è probabile che l’Atalanta giochi la prossima Champions a Bergamo”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, Gasperini: “Dopo l'Inter inizieremo a pensare al Psg”

    BERGAMO – L’Atalanta domani contro l’Inter si gioca in secondo posto in classifica, e il tecnico bergamasco Gian Piero Gasperini analizza il momento in conferenza stampa: “È stato un campionato molto difficile, soprattutto per i calciatori. Siamo arrivati all’ultima gara, tutti abbiamo voglia di finire il torneo. Alla ripresa Roma e Napoli erano relativamente vicine. Il nostro obiettivo era arrivare in Champions, Lazio e Inter erano molto distanti: la squadra è riuscita a fare una serie di vittorie sin da subito e staccare le inseguitrici. Ora abbiamo l’opportunità di finire in bellezza”. La gara contro la squadra di Conte precederà il big match di Champions contro il Psg: “Sono due sfide molto importanti, ci teniamo a far bene in Europa. L’ultima partita può essere una preparazione in vista delle prossime gare”. Sull’assenza di pubblico: “È stato un peccato per tutti quanti, per noi in particolare. Avremmo potuto avere un bel seguito sia in casa che in trasferta, ci sarebbe stato un entusiasmo incredibile come è stato fino a marzo. È il dispiacere più grande, mi auguro che ci possano essere le condizioni per far tornare la gente allo stadio. Il calcio senza pubblico perde troppo”.

    “Voto ai miei? È difficile non dare il massimo dei voti. Abbiamo fatto tanti risultati e tanti record, ma nel calcio non puoi guardare indietro. Dobbiamo concentrarci per fare una bella partita contro l’Inter, che è indubbiamente forte. Riuscire ad arrivare davanti sarebbe un risultato prestigioso. Della mia squadra mi ha stupito la continuità e la testa di tutti quanti i giocatori. Siamo stati fortunati e molto professionali a non avere infortuni. Questo è principalmente merito di come si sono preparati, abbiamo giocato tante partite con un numero di minuti più o meno uguale per tutti. Le 5 sostituzioni, che all’inizio non mi piacevano, sono state di grande aiuto e ci hanno permesso di essere in una buona condizione. Psg? C’è tempo, ci penseremo da domani sera. Chiudiamo il campionato, poi ci prenderemo un paio di giorni di riposo e poi inizieremo a preparare la partita col Paris Saint-Germain”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, Gasperini è preoccupato: “Difficilmente recupereremo Ilicic”

    PARMA – “Stiamo viaggiando alla giornata, ma più passano i giorni e più si fa difficile”. Dopo la vittoria in rimonta in casa del Parma Gasperini è preoccupato da Josip Ilicic: al momento il suo impiego contro il Paris Saint-Germain appare improbabile: “Siamo stati molti mesi senza Zapata, ora nel momento decisivo della stagione c’è quest’altra assenza – ha ammesso a Sky il tecnico dell’Atalanta -. Ma la squadra sta sopportando bene, nonostante non ci sia un altro giocatore con le sue caratteristiche, ma ci stiamo adattando cercando altri equilibri con Gomez, Pasalic e Malinovskyi. Senza Zapata li avevamo trovati, ora un po’ meno, ma sopperiamo con altre qualità”. Un’assenza che pesa come quella di Mbappé per il PSG: “Per noi Ilicic è fondamentale, fino a marzo era devastante in campionato e coppa, era la sua stagione. È come la Juve senza Dybala o Lazio senza Immobile e l’Inter senza Lukaku” ha concluso Gasperini.
    PARMA-ATALANTA 1-2: LA CRONACA LEGGI TUTTO