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    Toro, Belotti e i falli subiti: meno solo di Neymar e Messi

    TORINO – E, adesso, provate a prenderlo. Adesso che Andrea Belotti è tornato a respirare a pieni polmoni il profumo dell’erba appena tagliata, lasciandosi alle spalle gli infortuni e mettendo in disparte le magagne contrattuali. Adesso che ha rimesso piede sul rettangolo verde nel finale di gara con il Venezia trovando subito la via del gol, in seconda battuta sbarrata solo da una cervellotica chiamata arbitrale. E adesso che ha ritrovato una maglia da titolare nel derby, segnando questa volta per davvero la rete valsa un punto, dal retrogusto persino di rimpianto. Già: adesso provate a prenderlo. Compito mica banale per i difensori della Serie A, che non a caso da anni tartassano il Gallo a suon di falli. Al punto che il numero 9 granata è il primatista di irregolarità subite in campionato nell’ultimo lustro, ma è anche uno dei più abbattuti su scala internazionale. Dove, secondo le statistiche di One Football, occupa il terzo gradino del podio nella speciale graduatoria. Dal 2016 a oggi, infatti, Belotti ha subito la bellezza di 747 falli, almeno conteggiando quelli realmente sanzionati dagli arbitri a fronte di botte e sportellate assortite regolarmente incassate.Sullo stesso argomentoSettantasei Toro Club a Belotti: “Resta!”Calciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Rincorsa Sanabria: dribblare Belotti per il vincere il Toro

    TORINO – Riavvicinare Belotti nelle gerarchie di Juric e restare nel Toro da protagonista: queste le tappe dell’attuale percorso granata di Sanabria. Che non sarà un bomber da 15 reti a stagione, ma che indubbiamente è un centravanti che sa difendere palla e toccarla con tecnica superiore alla media. “Fa giocare bene la squadra”, il coro degli allenatori che hanno lavorato con il paraguaiano. Di ciò è ad esempio convinto Davide Nicola, fresco di chiamata sulla panchina della Salernitana al posto di un altro ex tecnico granata qual è Colantuono. E’ stato proprio il tecnico di Luserna San Giovanni, protagonista di una soffertissima salvezza nella passata stagione, a caldeggiare nel gennaio 2021 l’acquisto dal Betis della punta.Sullo stesso argomentoToro, il valore della rosa è decollato: merito di JuricTorino

    É arrivato insieme a Mandragora

    Arrivato assieme a Mandragora, altro colpo rivelatosi decisivo per mantenere la categoria e ora risorsa fondamentale del Toro affidato a Juric. Quello che dopo un paio di stagioni di maturazione sarà chiamato a giocarsela per le coppe europee. Un palcoscenico sul quale Sanabria punta a salire da attaccante del Torino. Possibilmente con indosso la maglia da titolare, o comunque da alternativa di lusso al centravanti di riferimento […]

    Sullo stesso argomentoToro, tre colpi per dare a Juric una squadra da coppeCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, Belotti tenta il sorpasso in vista del derby

    TORINO – La rincorsa del Gallo. Chi vive dall’interno la realtà del Filadelfia racconta una storia più che restituire una fotografia dell’attualità, parlando di Andrea Belotti. […] Una rincorsa, appunto. Perché prima del Venezia (13 febbraio), il Gallo aveva giocato l’ultima gara il 28 novembre a Roma. Là dove si era infortunato rinunciando poi a ben nove giornate di campionato. Normale, quindi, che il tecnico e lo staff sanitario procedano con la massima cautela, in vista del pieno reintegro del numero 9. Che lotta strenuamente, ma che è anche consapevole del fatto che salvo un soprasso all’ultima curva il favorito per scendere in campo dall’inizio è ora come ora Sanabria. Un altro che comunque è apparso assai stanco, considerato l’impiego senza sosta sia in granata che con il Paraguay, da inizio annata. Si va insomma verso una staffetta tra i due, ma ancora non è scritta l’ultima parola sul titolare al centro dell’attacco.Guarda la galleryTevez, Pirlo, Cuadrado, Dybala, Ronaldo, Bonucci: Juve-Torino allo Stadium LEGGI TUTTO

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    Capello gioca il derby: “Vlahovic come Ibra. Belotti, risorgi”

    Fabio Capello ha vinto molto in campo, da giocatore, e ha vinto ancora di più in panchina, come allenatore di alcuni dei club più blasonati d’Italia e d’Europa. […]. Diventa sfizioso, dunque, provare ad anticipare il derby della Mole con chi conosce a fondo l’ambiente bianconero, ma si colloca per lo più sopra le parti. Al punto da ricordare: «Il gol decisivo che feci nel 1971? No, guardi. Per me il derby della Mole è un’altra immagine. É il gol tecnicamente più bello che ho fatto nella mia carriera, spettacolare: stop, controllo, giravolta e rete. A pochi minuti dalla fine. Ma poco dopo, subimmo gol e perdemmo il derby (30 marzo 1975, finì 3-2; ndr). Gioie e dolori… Ma è proprio questo il bello di una stracittadina».

    E questa volta, signor Capello, che derby può venir fuori?

    «Il Toro ha ormai in mente un tipo di gioco e l’ha assimilato perfettamente: interpreterà la partita aggredendo l’avversario, saltandogli addosso, giocando in verticale. La Juve con Vlahovic è diversa da prima: occupa bene il campo e quando riuscirà a liberarsi della pressione dei giocatori del Toro sarà molto, molto pericolosa».

    Vlahovic ha cambiato proprio tutto.

     «Sì, perché mancava un uomo che, ogni qualvolta la squadra entrava in possesso di palla cercasse la profondità. Ronaldo la cercava, ma partendo da lontano. Non era il punto cetrale. Invece adesso con Vlahovic c’è la possibilità sia per Morata di arrivare dall’esterno, sia per Dybala di portar via degli uomini».

    Vlahovic ha detto di avere Ibrahimovic come modello calcistico. Lei ha forgiato il giovane Ibra, imprimendo una svolta alla sua carriera. Al neobianconero cosa consiglierebbe?

     «É giovane, ha forza fisica, velocità, intuito… Gli consiglierei di lavorare ancora e sempre sulla tecncia: in base a quello che ancora gli manca o che può ancora essere migliorato. E’ esattamente quello che feci fare a Ibrahimovic».

    Guarda la galleryJuve, Vlahovic e Zakaria si scaldano per il primo derby in bianconero

    Morata, Vlahovic, Dybala: è un tridente su cui puntare?

     «Sì, perché Morata aiuta e Dybala ha dimostrato di poter avere l’approccio giusto. Se fanno sempre così, possono giocare contro tutti con quel tridente lì perché è un tridente che corre, si sacrifica, si aiuta. Il calcio di adesso è così: innanzitutto devi correre e aiutarti, poi se nella corsa e nell’aiuto c’è la qualità, questo fa la differenza».

    Chiellini per quanto ci stupirà ancora?

    «Pensi che pur giocando all’80 per cento del potenziale fisico che aveva, è il miglior difensore italiano… Anche Mancini spera che sia a posto! E lo speriamo noi come italiani».

    Da capitan Chiellini a capitan Belotti.

    «Belotti a me piace, è un giocatore importante. Farebbe bene anche alla Nazionale tanto per essere chiari. Però dopo quelle grandi offerte che ha avuto, e poi è rimasto al Toro, si è un po’ perso».

     In questi casi è meglio restare dove si è o rimettersi in gioco altrove?

    «Ah, in questi casi bisogna avere la forza della Goggia. Volere, volere, volere e dimostrare. Dire: voglio tornare quello di prima».

    Tutta l’intervista sull’edizione di Tuttosport

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    Toro, senza Belotti non si può

    TORINO – Così come Belotti si è aggrappato gioiosamente al pallone che aveva appena stampato di testa nella porta di Lezzerini, correndo verso il centrocampo illuso di poter ripartire alla caccia di una miracolosa e a quel punto ancora possibile vittoria, il Toro si aggrappa disperatamente a Belotti. Sperando che l’esito di quell’aggrapparsi non sia lo stesso: fregatura con sconfitta (decisa dal tremebondo arbitro Giua) contro il Venezia, ineluttabilità della sconfitta (quasi certificata dalle statistiche nell’era Cairo) contro la Juve. Non che la presenza del Gallo, venerdì prossimo, garantisca un risultato positivo per i granata: buona parte di quelle statistiche umilianti (20 vittorie bianconere negli ultimi 25 confronti; un solo successo per il Toro, quasi 7 anni fa, e Belotti ancora non c’era) si sono aggiornate con lui in campo, segnante o meno. Ma di sicuro, dopo avere (ri)ammirato il piglio del capitano nei 19 minuti più grottesco recupero che lo hanno visto in campo l’altra sera, pensare che una squadra in difficoltà come quella di Juric possa farne a meno proprio nel derby sembra, ora come ora, un assurdo. […]Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Scioccante il gol annullato a Belotti”Torino

    Belotti ha rianimanto il pubblico

    […] Quando il Gallo ha preso il posto di Sanabria, anzi appena ha iniziato il riscaldamento, il pubblico che sembrava essersi spento si è di colpo rianimato. E la squadra, malgrado la manovra fosse a quel punto improvvisata, si è scossa. Vero che venerdì si giocherà allo Stadium, e quindi l’incidenza del tifo granata sarà ai minimi termini, però questo fattore emozionale non va trascurato. Anche, se non soprattutto, nei muscoli e nelle vene di Belotti. Che avrà pure maturato la decisione di andarsene, da svincolato, per poter coltivare qualche ambizione altrove, ma che di sicuro non ha mai smesso di incarnare l’essenza svilita del sentire e giocare granata. Nessuno come e quanto lui, in questi 6 anni di creste e delusioni; meno che mai in società laddove anzi si annidano le ragioni del suo malessere motivazionale, del suo rifiuto di rinnovare il contratto in scadenza, della sua mancanza di fiducia nelle flebili rassicurazioni di Cairo e sodali. Il tutto al netto di un’offerta di rinnovo talmente ricca (oltre 3 milioni a stagione, più bonus) da far venire qualche dubbio sulla sua effettiva consistenza, visto che mai è stata confermata a parole da nessuno, se non da indiscrezioni di provenienza magari affidabile ma di genesi sicuramente incerta. Indiscrezioni che del resto fanno il paio con quelle che vorrebbero Belotti assai risentito con la dirigenza del Torino, e forse non solo con quella. Non saranno certo sfuggiti, al Gallo, i commenti fortemente criti ci nei suoi riguardi espressi e scritti (sui social) da molti tifosi sensibili alla ragion di stato e di bilancio.

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    Guarda la galleryTorino, Belotti segna ma Giua annulla: la posizione di Pobega LEGGI TUTTO

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    Toro, Mancini e l'assist per Belotti e Juric

    TORINO – Roberto Mancini non lascia per strada i suoi eroi agli Europei. Per lui il gruppo è fondamentale, amicizia, stima e rispetto arrivano prima di ogni altra cosa sia nei momenti belli sia, soprattutto, in quelli più difficili. E’ il suo modo di intendere il calcio. E si sa che Andrea Belotti, in questi ultimi mesi, non se la è passata bene per via di un infortunio muscolare che lo ha tenuto ai margini: il capitano del Torino, infatti, è fuori dallo scorso 28 novembre, dopo aver rimediato una lesione di secondo grado al bicipite femorale della coscia destra nel match dell’Olimpico di Roma contro i giallorossi. E dopo terapie e lavoro personalizzato, l’attaccante potrebbe tornare tra i convocati in vista del match con il Venezia di sabato prossimo ed essere poi a disposizione (probabilmente ancora dalla panchina) per il derby con la Juventus in programma venerdì 18 febbraio: dopo il buio sta rivedendo la luce.Sullo stesso argomentoToro, è tornato Belotti! Dopo 2 mesi e mezzo presente col VeneziaTorino

    Mancini e l’incoraggiamento a Belotti

    In tutto questo periodo il commissario tecnico e i suoi collaboratori hanno mantenuto i contatti con il Gallo seguendo passo dopo passo la sua rieducazione senza fargli mancare parole di incoraggiamento. Le ultime sono arrivate qualche giorno fa. Intanto il Gallo si è riaggregato al gruppo per svolgere un’intera seduta d’allenamento, forzando il lavoro e partecipando anche a una mini-partitella. Uno stretto collaboratore del ct, a nome ovviamente di Mancini e di tutto lo staff azzurro, lo ha rasserenato sul futuro in Nazionale, spronandolo a far bene in granata. Senza nulla togliere al lavoro psicologico che sta facendo Juric, il contenuto della chiamata “federale” è pressapoco vicina a un invito: «Caro Andrea, forza, stai tranquillo, ti teniamo sempre in considerazione. Adesso pensa a fare bene con il tuo Toro, dacci dentro e ci vedremo presto». Magari per le qualificazioni mondiali di marzo contro Macedonia e, se vinciamo, Portogallo (o Turchia): ma questo, ovviamente, dipenderà dalla condizione che il giocatore riuscirà a raggiungere nel prossimo mese. Ricordiamo che la partita con la Macedonia è in programma per il 24 marzo. C’è tempo, ma non troppo..

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    Toro, è tornato Belotti! Dopo 2 mesi e mezzo presente col Venezia

    TORINO – Era un altro anno, ma soprattutto era un altro Toro non ancora rifinito dagli arrivi invernali che, nel ruolo di centravanti, hanno portato in dote a Juric l’ex milanista Pellegri. […] Era appunto un altro anno, ma soprattutto un altro Toro. Che invece ieri ha ritrovato il Gallo, finalmente recuperato dopo 71 giorni di stop per svolgere i primi lavori assieme ai compagni. Ha dovuto attendere quasi due mesi e mezzo, ma adesso è tornato a correre sul prato del Fila traguardando il rientro in campo in una prova ufficiale. Difficilmente già nella sfida di sabato in casa contro il Venezia: una sua presenza in panchina avrebbe comunque un effetto positivo, ma alla bisogna non è da escludere che Juric possa decidere di buttarlo nella mischia fin dall’incrocio con i veneti. […]Sullo stesso argomentoTorino, primi lavori in gruppo per BelottiTorino

    Le ultime presenze del Gallo

    […] Belotti che è stato visto in campo l’ultima volta (il 28 novembre appunto) contro la Roma fino al minuto 79’, quello in cui era dovuto uscire per un ko muscolare: i successivi esami avrebbero evidenziato una lesione al bicipite femorale della coscia destra. Un infortunio grave che lo aveva tolto dai giochi dopo un inizio di campionato difficoltoso. Figlio anche di un precedente guaio fisico che aveva riguardato il tendine del perone. […] In attesa di suonare la decima, Belotti continua poi a sfogliare la margherita in attesa di strappare il petalo giusto. Quello sul quale sarà indicata la squadra nella quale continuare la carriera, raggiunti – il 20 dicembre scorso – i 28 anni d’età.

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    Sullo stesso argomentoToro, finali allucinanti. Juric, fai qualcosa!Torino LEGGI TUTTO

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    Torino, Vagnati su Belotti: “Le speranze che rimanga devono esserci”

    TORINO – “Le speranze che rimanga devono sempre esserci: ha fatto la storia qui, anche lui prima di lasciare il club dovrà pensarci più di una volta”. Sono queste le parole del direttore tecnico del Torino, Davide Vagnati, per parlare dei dubbi sul futuro di Andrea Belotti, ormai in scadenza di contratto con i granata. “La cosa più importante è che rientri, forse dalla prossima settimana sarà parzialmente in gruppo – ha spiegato il dirigente granata – e poi vedremo che cosa ci aspetterà”.
    Vagnati: “I nuovi acquisti hanno il fuoco dentro”
    Vagnati è intervenuto durante la presentazione di Pellegri, Ricci e Seck, i nuovi volti arrivati durante la finestra invernale di mercato: “Abbiamo preso una strada ma adesso dobbiamo proseguire – ha spiegato – Fare proclami è inopportuno: non dimentico le due stagioni di sofferenze dalle quali arriviamo, parlare di obiettivi è sbagliato. I nuovi acquisti? Sono giovani e avranno bisogno di ambientarsi, ma ho percepito subito che hanno il fuoco dentro ed è proprio ciò che ci serviva”.
    Guarda la galleryTorino, la concentrazione di Demba Seck e Pellegri in allenamento LEGGI TUTTO