Condotto da Diletta Leotta, Day Off racconta una giornata fuori dal campo in compagnia di un calciatore della Serie A TIM. Un nuovo format, che porta lo spettatore a conoscere i giocatori sotto una luce più personale, tra confidenze e racconti, hobby e passioni, ma senza mai parlare di calcio, anzi con l’obbligo di non farlo; se si trasgredisce, arrivano le simpatiche ma spinose penitenze del barattolo di “Day Off”. Il protagonista a dare inizio alla prima puntata, disponibile da oggi su DAZN, è Federico Bernardeschi, centrocampista di Juventus e Nazionale Italiana, che racconta la sua passione per l’arte, la musica e la cucina e i momenti che hanno marcato la sua vita: tutti gli ingredienti per imparare a staccare dal calcio e ricaricarsi. Di seguito alcuni estrapolati della prima puntata di Day Off con Federico Bernardeschi:
Day off
“Le due regole di Day Off – non si parla di calcio e niente cellulari – mi piacciono molto. È essenziale staccare per ricaricarsi. Ho impiegato anni per trovare il giusto equilibrio, ma adesso riesco a gestirmi bene”.
Family
“Nella vita ho scoperto col tempo che ho sempre dato meno peso alle cose materiali e più peso agli affetti umani. Stare con tutte donne in casa è la cosa più bella del mondo. Le donne sono molto più avanti di noi uomini. Si sta bene: sono sempre coccolato e amato. Quando sono off, adesso che sono orgogliosamente padre, cerco di dedicare più tempo alle mie due figlie, Deva e Lena. Con il nostro lavoro siamo poco a casa. Cerco di dar loro tutto l’amore del mondo, ovviamente facendo anche qualche sbaglio. Ma è naturale e in realtà è anche una parte bella dell’essere genitori. Non siamo esseri perfetti: loro devono imparare ad amare anche le imperfezioni degli altri, come noi ameremo le loro”.
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Il segreto: la liquirizia
“Mi avete portato una cosa per cui impazzisco: la liquirizia! Non potete immaginare quanta ne ho mangiata da bambino! È una passione trasmessami da mamma Paola. Purtroppo, crescendo e diventando un calciatore professionista, ho potuto permettermela sempre di meno… ma dai una, nel giorno di Day Off, me la posso concedere. Se devo concedermi un altro sfizio…punto sulla pasta, in particolare la mia preferita è la cacio e pepe. Sono anche bravo a cucinarla. Nel periodo del lockdown sono diventato abile in cucina”.
Una visione bianconera e le belle sofferenze
“Avevo 8 anni e facevo un sogno ricorrente. Andavo quattro volte a settimana avanti e indietro da Carrara agli allenamenti (a Empoli, per un totale di 230 km andata e ritorno, ndr), la sera arrivavo stanco a casa. Sognavo spesso questo tunnel e in fondo c’era una luce bianca pazzesca, ho sempre immaginato che quello fosse il punto in cui dovevo arrivare per ripagare sia me sia la mia famiglia di tutti i sacrifici fatti. Arrivando alla Juve, in bianconero, il sogno si è realizzato. Il mio percorso è stato pieno di tante avversità. Ognuno ha il suo, a me il mio piace tantissimo. Anche le sofferenze, bellissime. Non rinnego niente. Dalle sofferenze ho sempre imparato qualcosa di bellissimo. Ad esempio a 16 anni mi hanno fermato per il cuore, mi dissero che non potevo più giocare a calcio. È stato pazzesco, son dovuto stare in casa senza fare attività fisica di nessun tipo per 6 mesi. In quel periodo mi sono avvicinato moltissimo alla fede, pregavo tanto. Però non stavo bene, anche i miei amici me lo facevano notare. Ma quella sofferenza mi ha fatto capire quanto io amassi davvero il calcio, quanto io amavo davvero questa passione. Certe cose si capiscono quando ce le tolgono. Allora lì mi sono promesso di fare tutto quello che era in mio potere per arrivare a essere un calciatore professionista. Ci credevo tanto che sarei riuscito ad arrivare in alto. Noi carraresi siamo tosti di carattere, sarà il marmo? Ahh e ne andiamo molto fieri”.
I momenti difficili
“Ho passato molti momenti difficili anche qui alla Juve, ma non rimpiango assolutamente niente. Anzi, questi momenti mi sono serviti tantissimo perché mi hanno fatto veramente crescere. La mia carriera è sempre stata un salire, ma per forza di cose nella vita c’è un momento che vai giù. È normale che ci siano anche momenti di flessione, in quei momenti lì bisogna farsi delle domande, riflettere su dove si è sbagliato e dove hanno sbagliato anche gli altri, che cosa si può migliorare in noi stessi e fare ancora di più per poi risalire. Poi, quando risali, è 100 volte più bello”.
Qatar 2022
“A marzo dobbiamo fare il nostro lavoro, abbiamo bisogno di tutti gli italiani come è stato quest’estate. Al Mondiale dobbiamo assolutamente andarci”.
2021, l’anno dell’equilibrio
“Ora credo di essere risalito, con l’Europeo ho chiuso un cerchio del mio viaggio. Il 2021 è stato un anno meraviglioso: ho vinto due trofei con la Juve, ho vinto l’Europeo, è nata mia figlia, abbiamo comprato casa e ci siamo sposati. Non ho nulla di cui lamentarmi. Elencando queste cinque cose può sembrare un anno pazzesco, ma in realtà anche in questo anno ci sono stati tanti momenti difficili. Per questo io amo i momenti difficili. Penso che il 2021 sia stato l’anno dell’equilibrio per me”.
I viaggi
“Il viaggio della mia vita spero che sarà quello di domani. Secondo me i viaggi ti lasciano sempre qualcosa da portarti dentro. Ho avuto la fortuna di fare tantissimi viaggi nella mia vita, quello preferito è il safari perché lì riesci a capire quanto tu sia piccolo rispetto alla natura. Ti accorgi come funzioni il mondo, poi l’Africa è veramente meravigliosa. A me e Veronica piacciono molto i viaggi wild”.
Il rinnovo con la Juve
“Ci sono tutte le intenzioni del mondo, siamo aperti al dialogo. Il mio agente si vedrà con la Juve, l’intenzione c’è, poi ovviamente le cose si fanno in due: è come un matrimonio. C’è una tradizione in squadra per cui chi rinnova paga la cena a tutta la squadra. Se così sarà, sarò ben felice di farlo”.
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