Bielsa, prima Brasile e poi l’Argentina: ‘El Loco’ fa impazzire l’Uruguay
“Tutti i migliori sono matti”. Prendiamo in prestito questa frase tratta dal film ‘Alice in Wonderland’ per parlare dell’Uruguay, anzi più precisamente di Marcelo Bielsa. No, nessuno è diventato matto e nemmeno ci permetteremmo mai di dirlo, ma ‘El Loco’ o ‘Il Pazzo’ è l’iconico soprannome con cui ci si riferisce proprio al tecnico rosarino. Un allenatore fuori dagli schemi, legato a idee quasi ‘scientifiche’ per sviluppare il suo gioco. Cresciuto nel mito di Menotti e Bilardo tanto da arrivare a gestire un’edicola per leggere dai quotidiani per leggere di loro. Bravo a lavorare coi giovani, a farli crescere e a iniziare nuovi cicli. Chiedere alla Celeste perché da quando siede sulla panchina della nazionale l’eclettico allenatore ha riportato entuasiamo e risultati. Basti pensare alle ultime due partite contro Brasile e Argentina.
Bielsa, la ‘sana pazzia’ del suo Uruguay
Ha perso con l’Ecuador e poi ha vinto contro Argentina – dove non sono mancati momenti di tensione – e Brasile: qui è racchiuso tutto il mondo di Bielsa. Si parlava di pazzia, beh in questi risultati c’è stato tutto questo. La Celeste è riuscita a domare prima la Selecao (2 a 0) e nell’ultimo match anche i Campioni del Mondo (2-0 alla Bombonera con le reti di Araujo e Nunez). Lui argentino di nascita, di Rosario per la precisione, è riuscito ad essere profeta in patria domando la Seleccion senza permettere loro di poter essere pericolosi. A giugno è ripartito con un nuovo ciclo: la firma con l’Uruguay e l’inizio di una nuova storia. Intanto lui ha cominciato a scriverla e nella notte, per lui più speciale, ha trovato un risultato importante. Ha battuto l’Argentina nella casa del Boca e ha ritrovato un risultato che alla Celeste mancava da ben 36 anni. Epoche diverse, lì era la semifinale di Copa America e nella Seleccion in camp spiccava un certo Maradona. Era il 1987, ma da quel momento in poi l’Uruguay non è mai riuscito a gioire negli scontri diretti. Una sfida molto sentita, forse perché è quella più disputata nel Sud America (194 i precedenti) e per questo al triplice fischio è scattato l’entusiasmo nel Paese. Il nuovo corso è ripartito con il piede sull’acceleratore e nelle qualificazioni ai prossimi Mondiali del 2026 si è portato al secondo posto, dietro proprio la nazionale di Scaloni. LEGGI TUTTO