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    Bremer in palestra: tra Juve e Mondiale, ecco quando il brasiliano tornerà

    TORINO – Non serve uno scienziato per capire quanto Gleison Bremer servirebbe a una Juventus che lentamente si sta riprendendo dallo choc. Non ne è ancora uscita completamente, ma le premesse di squadra sembrano buone, al netto delle disavventure riscontrate in un’infermeria come quella bianconera, in cui non è mai possibile chiudere le porte perché sono tutti risorti da un ko. Tra le situazioni da monitorare c’è quella di Leonardo Bonucci, che contro l’Empoli ha preso una botta e anche se il capitano non sembra stia vivendo un gran momento di forma, la sua assenza a Lisbona potrebbe pesare parecchio. Al Da Luz non ci sarà neanche Bremer: la lesione del bicipite femorale della coscia sinistra resta un problema, al pari della difficoltà di recuperare in tempo per Juve-Inter del 6 novembre.

    Tempo al tempo

    L’ultimo segnale social del brasiliano, ad ogni modo, suscita curiosità e accresce l’ottimismo del popolo juventino. Si nota l’ex Toro al lavoro a piedi nudi in palestra, s’intravvede la carica del giocatore e quell’immagine della clessidra fa capire che il difensore non conta le ore, però (magari) i giorni sì. Hai visto mai che Bremer per il derby d’Italia ce la possa fare?
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    Qatar 2022: quanti infortunati. Chi non ci sarà e chi spera ancora

    TORINO – Quando manca praticamente un mese all’inizio del Mondiale, gli infortuni sono il peggior incubo per i giocatori in odore di convocazione e pure per i loro ct: ci sono già diversi protagonisti che salteranno la kermesse per problemi fisici, mentre molti altri sono ancora in dubbio e lottano in ogni modo per mantenere viva, accesa, la fiammella di speranza di essere presenti in Qatar. Scopriamo insieme chi si è già arreso e chi invece spera ancora.

    Sicuri assenti

    N’Golo Kanté (Francia): il pilastro del centrocampo del Chelsea non parteciperà ai Mondiali dopo aver subito un intervento chirurgico per risolvere un infortunio al tendine del ginocchio della gamba destra.

    Diogo Jota (Portogallo): l’attaccante del Liverpool è stato portato via in barella durante il match contro il Manchester City in Premier League e, sebbene non siano stati rivelati con esattezza i dettagli esatti del suo problema, Jurgen Klopp, l’allenatore dei Reds, ha confermato che non si riprenderà in tempo per la Coppa del Mondo. Il prestigioso quotidiano portoghese A Bola nelle ultime ore ha anticipato che il recupero della punta richiederà più di un mese.

    Georginio Wijnaldum (Olanda): il centrocampista olandese della Roma non potrà aggiungere un’altra Coppa del Mondo al suo palmares a causa della frattura alla tibia della gamba destra in allenamento a metà agosto.

    Reece James (Inghilterra): il terzino destro del Chelsea ha subito uno stiramento ai legamenti nel corso del duello contro il Milan in Champions League. Starà fuori due mesi.

    Joao Rojas (Ecuador): l’attaccante del Rayados de Monterrey ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro: il ct della Tricolor Gustavo Alfaro perde un elemento di sicura affidabilità.

    Tarik Tissoudali (Marocco): uomo chiave nel Gent e pure in Nazionale (ha trascinato il Marocco con una doppietta nell’ultima gara delle qualificazioni africane) ha riportato a fine luglio uno strappo al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Nemmeno un miracolo lo porterà in Qatar.

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    Kaio Jorge al traguardo degli otto mesi. Juve, la strategia

    TORINO – Otto mesi di lavoro sul fisico di Kaio Jorge ed ecco il risultato. Lo posta il fisioterapista personale Amil Henrique. Un risultato eccellente di potenziamento del ragazzo ex Santos che ha 20 anni e sta recuperando dall’operazione al ginocchio del 24 febbraio dopo la rottura del tendine rotuleo accusata con la Juventus U23. I tempi della riabilitazione completa erano stimati sugli otto mesi ed eccoci appunto al traguardo.
    Kaio Jorge al lavoro
    Con pazienza e dedizione. In attesa di rivederlo correre sul campo, dal Brasile si mettono in fila per poterlo chiedere in prestito alla Juventus, Flamengo davanti a tutti. Col club bianconero, il ragazzo dovrà decidere quale sarà l’opzione migliore per tornare competitivo. Magari potrebbe anche essere aggregato alla Next Gen. Oppure appunto tornare in Patria. LEGGI TUTTO

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    Copa Sudamericana: ops, l'Independiente del Valle l'ha fatto ancora!

    TORINO – Non serve scomodare Davide contro Golia per capire la portata dell’impresa compiuta, poche ore fa, dall’Independiente del Valle, laureatosi bicampione della Copa Sudamericana dopo il trionfo sul San Paolo allo Stadio Mario Alberto Kempes di Córdoba, Argentina. Per rendersi conto di quanto realizzato basta dare un’occhiata a come erano, fino a stanotte, le bacheche delle due contendenti: un trofeo internazionale per gli ecuadoriani, 12 per il Tricolor, una delle grandi del Brasile. Ma non solo: 92 anni di storia per i paulisti, 64 per il Matagigantes, l’ammazzagrandi. E mai soprannome fu più azzeccato: agli scalpi di Boca Juniors, River Plate e Flamengo si è aggiunto quello della banda di Rogério Ceni.
    PRETATTICA VINCENTE La domanda ricorrente della vigilia riguardava le condizioni della coscia di Lautaro Díaz, col giocatore in dubbio fino all’ultimo e miracolosamente recuperato a pochi minuti dal fischio d’inizio. La prima chance è per l’Independiente del Valle e proprio con l’argentino: tiraccio sul primo palo e Felipe Alves costretto a smanacciare in angolo. Al 13′ l’avviso diventa un pugnale conficcato nel petto del Tricolor: uscita pressapochista della difesa brasiliana, palla recuperata dall’indivaolato Faravelli, assist modello caramella per Díaz, che controlla di destro e in diagonale porta avanti gli ecuadoriani.
    DOMINIO COSTANTE Il vantaggio dell’Independiente del Valle non scuote più di tanto né cambia l’attitudine del San Paolo: gli uomini di Rogério Ceni appaiono svagati, distratti, poco concreti, con Patrick unica eccezione. Proprio da un’iniziativa di Patrick nasce la macro chance per il pari brasiliano, ma Jonathan Calleri spara fuori da buonissima posizione al 28′. Nella ripresa il San Paolo carica a testa bassa: prima Rodrigo Néstor si fa bloccare il tiro a colpo sicuro da Moisés Ramírez, poi Calleri, totalmente smarcato, la mette a lato di testa. La legge del calcio è universale e il LatinoAmérica non fa eccezione: gol sbagliato, gol subito. Al 22′ l’asse magico del primo gol dell’Independiente del Valle concede un clamoroso bis, ma a parti invertite: l’assist è di Lautaro Díaz, il 2-0 è griffato da Lorenzo Faravelli. Aveva ragione Martín Anselmi, il tecnico degli ecuadoriani: «Il Matagigantes è diventato grande». Sì, il gigante ora è l’Independiente del Valle.
    SAN PAOLO-INDEPENDIENTE DEL VALLE 0-2
    MARCATORI: pt 13′ Díaz; st 22′ Faravelli
    SAN PAOLO (4-4-2): Felipe Alves; Igor Vinicus, Diego Costa, Leo, Reinaldo; Alisson (30′ st Galoppo), Pablo Maia, Rodrigo Néstor (30′ st Igor Gomes), Patrick (30′ st Eder); Luciano, Calleri. All. Rogério Ceni
    INDEPENDIENTE DEL VALLE (5-3-2): Ramírez; Chavez (50′ st Caicedo), Segovia Vega, Schunke, Carbajal, Fernandez; Faravelli (50′ st L. Ortiz), Pellerano, Angulo (35′ st Gaibor); Díaz (28′ st J. Ortiz), Sornoza (34′ st Ayovì). All. Anselmi
    ARBITRO: Wilmar Roldán (Colombia)
    NOTE: espulsi al 48′ st Calleri per doppia ammonizione, al 51′ Diego Costa per comportamento non regolamentare. Ammoniti: Carbajal, Reinaldo, Schunke, Calleri, Pellerano, Diego Costa. Calci d’angolo: 6-3 per il San Paolo. Recupero tempo: pt 3′; st 8′ LEGGI TUTTO

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    Finale Copa Sudamericana: l'Independiente del Valle per una nuova clamorosa impresa

    TORINO – L’ammazzagrandi, l’incubo dei top club del continente stasera può entrare nella storia. Dalla porta principale. Sì, perché alle 22 italiane, allo stadio Mario Alberto Kempes di Córdoba, Argentina, va in scena la finale di Copa Sudamericana: l’Independiente del Valle cerca una nuova clamorosa impresa contro il San Paolo, favorito. Il tecnico degli ecuadoriani, l’argentino Martín Anselmi, non si nasconde: «Ci chiamano ammazza giganti. Ebbene la musica è cambiata. L’Independiente del Valle è una grande: ora tocca ai brasiliani calarsi nei panni del giant killer». Sì, perché la finale vinta nel 2019 contro il Colón ha rappresentato la prova provata del ??fatto che, quando le cose sono fatte bene dal punto di vista istituzionale e societario, i risultati sportivi arrivano da soli. Ancora in ballo su tutti i fronti possibili (LigaPro, Copa Ecuador e Copa Sudamericana) El Tornado de Sangolquí stasera può tornare prepotentemente sotto i riflettori.
    TUTTO O NIENTE Come ormai da 3 anni la Copa Sudamericana si assegnerà al termine della finale unica con, in caso di parità al 90′, supplementari e rigori. Anselmi ha un problemone davanti: l’infortunio di Lautaro Díaz. Il bomber 24enne ha avuto problemi alla coscia durante l’ultimo match di campionato, sabato scorso contro il Macará ed è in dubbio. Non averlo toglierebbe agli ecuadoriani un’arma micidiale: Díaz sta attraversando un ottimo periodo di forma e sta segnando a raffica, soprattutto in Copa Sudamericana dove ha realizzato 4 reti in 5 partite e tutti dai quarti di finale in poi. Ci sarà? Non ci sarà? Alla vigilia lo staff tecnico ecuadoriano ha mantenuto al riguardo una segretezza degna del Kgb, probabilmente per generare incertezza nel rivale e complicare le scelte del tecnico paulista Rogério Ceni. Di sicuro nelle ultime ore Díaz non s’è allenato col gruppo limitandosi a corricchiare… «Ci sarà: quello che non sappiamo è se potrà giocare 20, 30 o 90 minuti. In questi giorni abbiamo portato con noi uno specialista argentino per lavorare sui suoi muscoli, cercando di averlo a disposizione per la finale», ha detto Andrés Larriva, direttore generale del club. Nel caso in cui l’ex attaccante dell’Estudiantes de La Plata dovesse alzare bandiera bianca sono due le opzioni per sostituirlo: Jonathan Bauman o Jaime Ayoví. Ha meno problemi il San Paolo: Rogério Ceni non ha voluto confermare ufficialmente il suo starting eleven, gli 11 che cominceranno il match, lasciando un dubbio su chi agirà come esterno destro di difesa: Rafinha o Igor Vinicius.
    Estadio Mario Alberto Kempes, Córdoba, Argentina, ore 22, diretta Dazn.
    SAN PAOLO (4-4-2): Jandrei; Rafinha, Diego, Léo, Reinaldo; Alisson, Rodrigo Néstor, Pablo Maia, Patrick; Calleri, Luciano. All. Rogerio Ceni.
    INDEPENDIENTE DEL VALLE (4-4-2): Ramírez; Carabajal, Shunke, Segovia; Fernández, Angulo, Pellerano, Faravelli, Chávez; Júnior Sornoza, Díaz.? All. Anselmi
    ARBITRO: Wilmar Roldán (Colombia).
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    Il Brasile di Danilo travolge la Tunisia 5-1: Bremer in panchina, razzismo sugli spalti

    PARIGI (Francia) – Con Danilo in campo dal 1′, Ibanez subentrato nella ripresa e Bremer per 90′ in panchina, il Brasile stravince 5-1 l’amichevole con la Tunisia disputata al Parco dei Principi di Parigi. A fare notizia, però, più che il risultato ottenuto dalla Seleçao grazie alla doppietta di Raphinha e ai gol di Richarlison, Neymar su rigore e l’ex Fiorentina Pedro, è stato quanto accaduto prima del calcio d’inizio e in occasione della seconda rete della nazionale verdeoro. Nel primo caso il Brasile, oggi in maglia azzurra, è sceso in campo trasportando e poi posando con uno striscione contro il razzismo con la scritta “senza i nostri giocatori negri, non avremmo le stelle sulla nostra maglia”. Ma poi, durante il match, il pubblico presente sugli spalti dell’impianto parigino, in maggioranza composto da tifosi tunisini, al 19′ ha lanciato una banana verso Richarlison, che in quel momento stava festeggiando con i propri compagni la rete del nuovo vantaggio, dopo il momentaneo pari di Taibi. Subito su di lui sono ‘piovuti’ degli oggetti fra i quali, appunto, una banana. L’attaccante ha avuto un moto di sdegno ma poi si è riunito ai compagni. Il match di Parigi è stato anche brevemente interrotto a causa dei laser puntati contro i giocatori del ct Tite e lo speaker dello stadio ha dovuto rivolgere un appello affinché tali comportamenti cessassero. La scorsa settimana, la nazionale brasiliana aveva difeso un altro dei suoi attaccanti, Vinicius Junior, fatto oggetto di cori razzisti durante il derby di Madrid fra Real e Atletico. La giustizia penale spagnola aveva aperto un’indagine.
    Da McKennie e Rincon a Vidal e Bentancur: tutte le amichevoli
    All’Uzbekistan non è bastato il vantaggio firmato dal romanista Shomurodov al 25′, sconfitto 2-1 in rimonta dal Costa Rica, la Corea del Sud del napoletano Kim, ammonito dopo 20′, batte invece di misura il Camerun di N’Koulou e Hongla grazie alla rete di Son, forte esterno in forza al Tottenham di Conte. Il Giappone delle vecchie conoscenze della Serie A Nagatomo e Yoshida non va oltre lo 0-0 con l’Ecuador, il vecchio obiettivo della Lazio Azmoun regala all’Iran un pari di lusso con il Senegal di Koulibaly, il Venezuela di Rincon travolge 4-0 gli Emirati Arabi Uniti, l’Uruguay di Caceres, Bentancur e Suarez si impone 2-0 contro il Canada, il Cile di Medel, Vidal (in gol) e Sanchez viene fermato sul 2-2 dal Qatar Paese ospitante dei prossimi Mondiali, mentre la Costa d’Avorio di Fofana e Kessie supera 3-1 la Guinea. Tutto facile per l’Egitto che, senza Salah, rifila tre reti alla Liberia, Afena-Gyan assiste dalla panchina al successo dei compagni del Ghana per 1-0 contro il Nicaragua, mentre McKennie (76′) e Dest (90′) prendono parte al deludente 0-0 degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita. La Nigeria di Ola Aina e Lookman cade 2-1 con l’Algeria di Bennacer, termina a reti bianche, infine, la sfida tra il Marocco di Hakimi, Amrabat e Sabiri (in campo nella ripresa) e il Paraguay.

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    Bremer conquista il Brasile: dalla Tour Eiffel alla Juventus promosso

    TORINO – (e.e.) «Ho realizzato un sogno». Così il ragazzone di Bahia dopo aver debuttato con la maglia del Brasile nel 3-0 al Ghana a Le Havre (i gol: Marquinhos al 9′, Richarlison al 28′ e al 40′ su assist di Neymar). Un esordio nella ripresa che ha convinto anche i critici dall’altra parte dell’oceano. Bremer lì lo hanno visto giocare davvero poco, praticamente è cresciuto e diventato difensore con i fiocchi, il migliore della scorsa Serie A, grazie al Torino che lo ha preso da sconosciuto fino a farlo diventare una stella di prima grandezza. La Juventus ha tirato fuori ben 41 milioni più bonus per sostituire Matthijs De Ligt e Bremer cerca di trovare equilibrio tra crisi di risultati in bianconero e gioia per far parte della Seleça. Il ct Tite può portarlo in Qatar per davvero.Guarda la galleryDa Paredes a Danilo, da Milik a Di Maria fino a Vlahovic: la Juventus-Nazionale
    CHE DIFESA? L’ex granata ha preso il posto di Thiago Silva nella difesa a 4 in stile Juve: col Brasile si spinge di più, il baricentro si alza e lui può andare in pressione, come preferisce giocare, in una linea formata da Militao, Bremer appunto, Marquinhos e Telles. Militao terzino destro è una novità. Ma quando Telles si alza, diventa una barriera a tre. Dove Bremer si trova a meraviglia. Intanto, per festeggiare e in attesa della prossima amichevole con la Tunisia, eccolo a Parigi – il Brasile giocherà martedì al Parco dei Principi, stadio del Psg di Neymar e Marquinhos – con la moglie Deborah Claudino (che gli consentirà di prendere il passaporto italiano) e la piccola di casa. Foto ricordo, anche questa da sogno. Come il debutto nella Seleçao.
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    Bremer: «Felicissimo per l'esordio nel Brasile». Stile Juve, ma vincente

    TORINO – (e.e.) Il Brasile batte 3-0 il Ghana a Le Havre (Marquinhos al 9′, Richarlison al 28′ e al 40′ su assist di Neymar) e Bremer fa il suo esordio in maglia verdeoro nella ripresa. Così, svanisce ufficialmente l’opzione Italia (sta prendendo la doppia cittadinanza grazie alla moglie Deborah Claudino). E adesso per il centrale della Juventus l’obiettivo è confermarsi nella lista di Tite e andare al Mondiale in Qatar. L’ex granata ha preso il posto di Thiago Silva giocando il secondo tempo. Difesa a 4 in stile Juve, ma vincente. «Felicissimo per l’esordio, rappresentando la nostra nazione», scrive Bremer su Instagram. E’ il sogno che si realizza dopo la gavetta, l’approdo in Italia, la crescita nel Toro e il passaggio boom in estate alla Juventus (41 milioni più bonus). Dove i problemi non mancano, però lui è una certezza, al di là del modulo. Certo col Brasile si spinge di più, il baricentro si alza e lui può andare in pressione, come preferisce giocare, in una linea formata da Militao, Bremer appunto, Marquinhos e Telles. La novità è il madridista Militao terzino destro. Ma quando Telles si alza, diventa una barriera a tre. Guarda la galleryDa Paredes a Danilo, da Milik a Di Maria fino a Vlahovic: la Juventus-NazionaleIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO