Da non crederci: l’entourage di Brekalo, in testa il padre, avrebbe lavorato su più tavoli in particolare in questi ultimi giorni (il condizionale è d’obbligo, in attesa di conferme nero su bianco), per cercare di influenzare negativamente il Torino, di indurre Cairo a non esercitare il diritto di riscatto del jolly croato. Un colpo di scena a tutto tondo, mentre emerge un altro retroscena: una sorta di ultimatum lanciato dal club granata al Leicester, quanto al rinnovo del prestito di Praet.
Accuse tedesche
La bufera Brekalo è esplosa nella serata di ieri, quando è diventata di pubblico dominio sulle piattaforme web un’indiscrezione pubblicata online da Kicker, media tedesco. Indiscrezione ispirata dalla dirigenza del Wolfsburg, proprietaria del cartellino del trequartista? Dubbio legittimo, anche molto… realistico, plausibile, dati i pessimi rapporti tra il giocatore, suo padre e i vertici del club tedesco. Lo scoop di Kicker, in sostanza: «Brekalo non vuole restare in una squadra che si piazza al decimo posto e lo ha detto senza mezzi termini ai responsabili del club granata in questo fine settimana». Di conseguenza «il Torino si asterrà dall’esercitare l’opzione di acquisto». Cioè quel diritto di riscatto (con la deadline, con la scadenza nel cuore della notte appena trascorsa) decisamente molto oneroso, tanto più per un Torino che arriva da 4 bilanci di fila in rosso (perdite complessive per 83 milioni, di cui 38 soltanto nell’ultimo anno solare): l’accordo raggiunto nella scorsa estate prevedeva infatti il versamento rateizzato di 11 milioni da parte del Torino (soldi da girare appunto al Wolfsburg, che vanta un contratto con Brekalo in scadenza già nel 2023).
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Costi alti: 11+4 milioni
Una montagna di denaro cui aggiungere, oltretutto, un ingaggio anch’esso decisamente pesante per una società che ora vorrebbe mandare a regime nuovi tetti salariali ben più bassi: 2 milioni di euro netti a stagione a salire più bonus, che diventano 4 con le tasse a carico del club granata. Il tutto per 4 anni, sino al 2026, come da contratto “preventivo” depositato come da normative sempre un anno fa: un contratto già firmato da tutte le parti e destinato a entrare in vigore, ovviamente, solo in caso di acquisto a titolo definitivo del trequartista croato.
Quel cambio di agente
Morale: capite bene che, a queste condizioni, con questa ben poca chiarezza espressa da Brekalo e da chi ne cura gli interessi sino al voltafaccia degli ultimi giorni, persino delle ultime ore, diventa difficile (eufemismo) pensare che Cairo ieri sera fosse desideroso di aprire il portafoglio e di esporsi così pesantemente per comprare un giocatore tanto inaffidabile (altro eufemismo). Brekalo, seguito negli interessi dal padre sin dagli inizi della sua carriera, aveva manco a dirlo cambiato agente poche settimane fa, a sorpresa, affidandosi a un procuratore molto influente sul panorama europeo, Andy Bara. E anche questo cambio d’orizzonte (eufemismo numero 3) sarebbe stato ispirato dal padre di Josip.
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