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    Vanoli: “Il Toro è magia e storia. Sogno di finire la carriera allenando l’Italia”

    “Il Toro rappresenta la storia del nostro mondo calcistico, io sono veramente orgoglioso di poterla rappresentare, è una responsabilità veramente importante. Essere qui vuol dire questo”.
    Ad accoglierlo è l’eredità lasciata dall’ex allenatore Juric. Per Vanoli, però, non c’è nessun problema, anzi: “Non sono abituato a confrontarmi ai miei colleghi. Sicuramente, come ho detto, ho trovato una cultura del lavoro molto importante. Ora i giocatori devono capire velocemente quelle che sono le mie idee, che possono essere diverse da allenatore ad allenatore”.
    Tra bel calcio e l’esordio in Serie A, nessun timore: “Noi dobbiamo cercare la pressione, se vogliamo migliorarla. Chi ha la mentalità giusta, la pressione la va a cercare. È il bello di voler alzare l’asticella, per me fa parte di una mentalità vincente. Voglio ricercare la perfezione, il dettaglio, qualche cosa in più che ti porta ad arrivare a un obiettivo forte. È un processo di step. Grazie alla grande esperienza di gavetta che ho avuto, sono riuscito a imparare queste cose”.
    “Il calcio per me è una grossa passione. A volte mi vergogno un po’ del mio atteggiamento in campo – aggiunge l’allenatore -, perché la passione mi porta ad andare oltre, ma voglio che il mio giocatore sia un appassionato. Voglio che il mio giocatore capisca il perché di quello che chiedo. Mi piacciono le responsabilità forti e le sfide”.
    Zapata capitano, il tempo e la pazienza
    Dopo la battuta del presidente Cairo su Zapata capitano, Vanoli ufficializza l’investitura del colombiano: “Sì, sarà lui il mio capitano. Di certo sono contento che i tifosi appoggino questo, anche se io non mi baso sui sondaggi. L’ho scelto perchè rappresenta i valori di questo club, ha l’esperienza giusta e anche per lui è arrivato il momento di responsabilizzarsi. Penso abbia tutte le qualità per rappresentare al meglio il club e i compagni. Con questo non dimentichiamoci che all’interno di uno spogliatoio ci possono essere anche altri leader. Però Duvan si è meritato questa fascia”.
    Ma c’è ancora bisogno di tempo e pazienza: “È un progetto iniziato da 15 giorni, sicuramente oggi sul campo insisto sulle mie idee. Mi riferisco anche al fatto di capire cosa fare quando si ha il pallone tra i piedi. Una cosa che secondo me è importante per far capire ai giocatori che certe volte pensano di fare delle cose giuste, e invece non le fanno. La tecnologia bisogna sfruttarla, chiedo scusa ai tifosi per averli fatti aspettare, ma penso che oggi questo processo per me sia molto importante”.
    Sul rapporto con la tifoseria e gli obiettivi di calciomercato: “Ringrazio i tifosi per come mi hanno accolto, è stato fantastico. Il Filadelfia è la storia, è un onore allenarci lì e so cosa vuol dire. Per quanto riguarda il calciomercato, con la società parlo di caratteristiche e di profili. Poi sono in una società evoluta e aggiornata, il direttore ha dei profili che valuta avendo presenti quelle caratteristiche. Parliamo di questi profili insieme e poi è chiaro che se tra questi c’è qualcuno che conosco, indico la preferenza”. Per Schuurs c’è ancora da attendere: “Ho detto a Perr di andare un po’ in vacanza. E’ un ragazzo giovane e con quello che sta passando deve riposare un po’, sono anche una persona e guardo anche a questo. Deve staccare e stare vicino ai suoi. Quando rientrerà, decideremo quale sarà il suo percorso”.
    Il Grande Torino, Superga e il sogno Italia
    Una delle prime tappe di Vanoli è stata Superga: “Io sono stato un ex giocatore. Quando ho iniziato a fare questo lavoro, tutti mi parlavano del Grande Torino e di questo posto così magico. Quando vado a lavorare in un club, voglio capirne la storia, quindi la prima cosa che ho chiesto era quella di andare, insieme al mio staff, a capire cosa voleva dire Superga. Devo dire che, quando sono arrivato in quel posto, mi ha trasferito una sensazione incredibile, con la fortuna di avere anche un addetto stampa che mi ha raccontato per filo e per segno tanti aneddoti”. 
    Una carriera che raggiunge il suo apice proprio con il Toro, con un solo sogno: “I tanti anni di gavetta che ho fatto mi hanno aiutato tanto, e quando scelgo un collaboratore, so benissimo cosa serve e posso insegnargli quale errore non fare. Il mio sogno? Finire il percorso in Nazionale. Avendo fatto otto anni nelle nazionali ho conosciuto i migliori giovani in Italia; il mio desiderio sarebbe quello di chiudere il cerchio in Nazionale. Nel mio percorso, ho conosciuto allenatori e direttori importanti che mi hanno fatto capire l’importanza della maniacalità”.
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    Toro, Cairo fa pagare anche Vagnati?

    TORINO – Nel 2025 saranno 20 anni di presidenza Cairo. Il tempo passa e le nostre formazioni stanno per invadere l’Europa con 5 squadre in Champions e a scalare tante altre in Europa e Conference League. E in mezzo a questa “abbuffata” di pass continentali il Toro resta a guardare e si accontenta della parte sinistra della classifica. Anche in questo campionato, a meno di clamorosi colpi di scena, la formazione di Juric starà fuori dai giochi nonostante il club, soprattutto nell’ultimo periodo, abbia investito e soprattutto tenuto tutti i suoi big alla faccia delle numerose offerte che sono pervenute.
    I nomi per il post Juric: Italiano in pole
    La scelta del tecnico, che in un primo momento sembrava quella giusta, non si è rivelata azzeccata. E pensare che per portarlo a Torino (dal Verona) sono stati spesi in tutto (al lordo dei tre anni di contratto) quasi 12 milioni (2 netti, 4 al lordo a stagione). Ecco perché il rapporto tra il tecnico croato (in scadenza) a giugno è arrivato ai titoli di coda con Italiano nel mirino. Si cerca un tecnico di spessore e quello della Fiorentina è in pole. A seguire Palladino e Gilardino. Sullo sfondo Vanoli e Donisi. L’unica certezza è che sulla panchina del Torino del prossimo anno ci sarà un allenatore nuovo. 
    Le scommesse perse di Vagnati 
    Detto questo ci sono stati tante altre situazioni che non tornano. Tanti, troppi giocatori acquistati sono costati tanto e hanno reso poco. Alcuni spariti addirittura dal radar del nostro calcio. E qui entra in scena il direttore Davide Vagnati e i suoi collaboratori. Possibile che tra le tante scommesse non ne sia stata vinta una? Tutto è cominciato con Warming che adesso è finito al Brann in Norvegia. E poi tanti altri: 4,5 milioni spesi per Ilkhan, Gojak (ricordate?), Zima, Gravillon, Bayeye, Radonjic, ultimamente Haveri, Popa, Soppy. E nel mercato invernale, sia pure in prestito, sono approdati giocatori come Lovato e Okereke che facevano le riserve a Salerno e Cremona.
    Elementi che torneranno al mittente ma, comunque, sono stati pagati per il prestito. Il solo Masina, forse, verrà riscattato per un milione. E in questo contesto vanno ricordati anche gli investimenti fatti per Ilic (16 milioni) e i riscatti di Vlasic (9 milioni) e Lazaro (4 milioni), giocatori che non hanno inciso, giocatori che ha espressamente chiesto Juric per portare il Toro in alto. Giusto anche dire che nella gestione Vagnati sono stati presi Schuurs e Ricci, due che sono cresciuti molto e che hanno mercato (l’olandese tornerà ad averlo appena avrà recuperato dal grave infortunio). 
    L’ipotesi di una rivoluzione dirigenziale
    Ecco, allora, che Cairo sta analizzando anche il settore dirigenziale. Davide Vagnati, al suo arrivo a Torino, ha portato con se tutti i suoi uomini di fiducia: dal segretario al responsabile del settore giovanile passando dagli osservatori. Si è circondato di persone con cui ha avuto a che fare in passato e di cui si fida ciecamente ma i risultati non sono stati soddisfacenti. Il direttore dell’area tecnica è sotto contratto sino al 2025 e di conseguenza gli verrà concesso ancora un anno per dimostrare la sua competenza: tuttavia entra anche lui nel mirino del numero uno del club.
    Al termine della stagione, quindi, ci sarà il cambio dell’allenatore e dell’intero staff tecnico a non è escluso, se le cose dovessero andare in futuro in maniera così nefasta, che tra qualche mese cominci anche una rivoluzione dirigenziale. Adesso testa al Bologna. Venerdì sera, allo stadio Grande Torino, la squadra di Juric avrà l’ultimissima possibilità di mantenere una piccola speranza europea, ma proprio piccola a patto che venga battuta la formazione di Thiago Motta lanciatissima verso un posto Champions. Solo la matematica dà un piccolo aiuto al Torino e di questi tempi ci si aggrappa anche a questa.  LEGGI TUTTO

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    Cairo, euforia Torino: “Champions? Godiamoci il viaggio. E sul mercato…”

    Cairo, obiettivi e mercato del Torino
    Urbano Cairo ha parlato della vittoria sul Napoli: “Abbiamo chiuso bene il girone d’andata e con un buon punteggio pur lasciando per strada punti per motivi non dipesi solo da noi ma decisioni arbitrali avverse. Dopo l’Inter abbiamo fatto ottime partite ottenendo vittorie e prestazioni importanti. Ora pensiamo alla gara di sabato perché il Genoa gioca bene e non prende tanti gol”. Sulla posizione in classifica e un possibile pensiero Champions il presidente ha risposto così: “The fun is in the journey, godiamoci il viaggio. Ci siamo goduti l’andata, ora godiamoci il ritorno. Poi a fine viaggio vediamo dove saremo…”. Dal campionato al mercato: “In estate abbiamo fatto investimenti importanti. Il nostro bilancio è in perdita ma ci tenevamo a dare al mister qualcosa in più coi nuovi acquisti. Oggi, posso dire, che abbiamo una squadra che funziona”. Sulle polemiche del Var: “Per me quello del disegnatore è un compito difficile, soprattutto in questo momento di transizione”. E sul Decreto Crescita: “In Francia ce l’hanno e con gli extracomunitari praticamente liberi, ma nonostante questo la Nazionale di Deschamps ha vinto il Mondiale e l’anno dopo è arrivata in finale. Il tema è un altro: dobbiamo organizzarci per farsì di riportare in alto il calcio italiano. Non capisco perché lo si voglia penalizzare, visto il business e la liquidità che porta. Poi noi investiamo sugli italiani…”. Poi annuncia anche la possibilità di seguire la strada intrapresa dalla Juve nel 2018: “Anche io sto pensando all’Under 23. Se hai la tua squadra, ti fai crescere i tuoi talenti in casa senza dover pagare altri club”. In chiusura due parole sul futuro di Buongiorno: “Ha un contratto fino al 2027 con il Torino”.  LEGGI TUTTO

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    Toro fuori dalla Coppa Italia, Cairo furioso con Forneau: “Uno scandalo”

    Cairo sul rigore non concesso a Seck: “Fiducia in Juric”
    Alcuni episodi, su tutti il rigore prima concesso e poi revocato dal VAR per un fallo ai danni di Monterisi su Seck, nel primo tempo supplementare ha scatenato l’ira del presidente del Toro che ha sbottato: “Il rigore? Ma allora devi buttarti! Veramente uno scandalo, una cosa incredibile, peggio di così non si può. Il gol subito non era valido, il rigore c’era. C’è fallo su Gineitis, lo dice Cesari. Sono episodi devastanti, non c’è dubbio. Non c’è storia, a parte il fatto che loro hanno fatto un tiro in porta in tutta la partita o forse due. Fiducia in Juric? Ma ci mancherebbe altro”. LEGGI TUTTO

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    Cairo e il ko nel derby con la Juve: “Molto deluso. Juric? Fiducia totale”

    È ancora tanta la delusione in casa Torino dopo la sconfitta patita nel derby dell’Allianz Stadium contro la Juventus. I granata sono usciti sconfitti per 2-0, ma a lasciare l’amaro in bocca è stata soprattutto la prestazione dei ragazzi di Ivan Juric. Un malcontento che non ha nascosto Urbaino Cairo, presidente del Torino, due giorni dopo il ko, ribadendo comunque la fiducia nei confronti del proprio tecnico.
    Cairo: “Deluso, ma ho fiducia in Juric”
    Così il presidente granata a margine della presentazione della partenza del Giro d’Italia: “La partita non ci è piaciuta, è stato brutto perdere così: era una sfida alla portata, sono stato molto molto dispiaciuto e deluso. Il primo tempo è stato di studio, senza grandi occasioni, ma si poteva fare qualcosa in più. Tante sconfitte con la Juve? Non è che gli ultimi 30 anni si siano vinte tante partite, i successi sono più precedenti…”. Fiducia in Juric? Cairo chiarisce: “È totale”. Ma il patron del Toro, seppur sorridendo, chiosa così: “Quello che non riesco a fare con Juric è che non ascolta la mia formazione, l’ho fatto con il Giro che passa vicino a casa mia, a Masio”. LEGGI TUTTO

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    Cairo: “Io contestato? Il 75% dei tifosi del Toro è dalla mia parte”

    “Sto lavorando per migliorare, ho tenuto tutti, non ho mai voluto vendere Buongiorno, rinunciando a 25 milioni. Poi ho comprato Zapata, Tameze, Bellanova. Dedico al Torino almeno il 20% del mio tempo”. Lo ha detto Urbano Cairo, presidente del Torino durante la presentazione del Torino Club Parlamento presso la Sala Nassiriya del Senato. “I tifosi mi contestano ma il 75% di loro è con me”, ha poi aggiunto riferendosi alle contestazioni della passata stagione.
    Cairo: “Juric? Particolare, ma un grande mister”
    “Juric? È particolare, ma un grande mister. Lo supporto e qualche volta lo sopporto”, ha aggiunto con il sorriso. Parlando poi dell’iniziativa a cui ha partecipato: “È bellissima. Inoltre 18 anni da presidente non sono pochi. Il 2 settembre 2005 il Toro era fallito, mentre negli ultimi 12 anni abbiamo fatto buone cose, non possiamo paragonarci chiaramente al grande Torino, ma cerchiamo di fare il meglio e quest’anno spero che ci possiamo migliorare visto che veniamo da una squadra che si conosce già”. LEGGI TUTTO

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    Juric, il cuore e la sensibilità del Toro: che festa con la Maratona!

    TORINO – «Ho capito perché Buongiorno ha deciso di rimanere con noi». Questa è soltanto una delle frasi attraverso le quali Ivan Juric ha salutato i 700 e più tifosi granata presenti alla Festa della Maratona (su Tuttosport in edicola il 17 settembre il resoconto completo di una giornata straordinaria per i cuori Toro). Il tecnico granata, assieme al vice Matteo Paro – ci sono anche gli ex granata Natalino Fossati e Stefano Sorrentino -, ha fortemente voluto partecipare a un evento che una volta di più ha dato testimonianza della sensibilità di una tifoseria peculiare. Juric ha anche premiato i bambini del Toro che hanno vinto il quadrangolare completato dai Pulcini di Rivoli, Bacigalupo e Lucento. I proventi dell’evento sono destinati a Casa Ugi, l’unione dei genitori italiani che si spendono contro il tumore che colpisce i più piccoli. LEGGI TUTTO

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    Toro: adesso tocca a Juric

    TORINO – Ivan Juric ha usato parole prudenti e rigorose nella prima conferenza stampa post mercato. Bene ha fatto, perché di sicuro non appartiene al suo pragmatico carattere lasciarsi andare ad affermazioni avventate o buone soltanto per incendiare gli animi dei tifosi. Ma una certezza c’è: il tecnico ha tra le mani un Toro più forte rispetto alla passata stagione, quando la squadra granata concluse al decimo posto. Non ci si lasci condizionare dalla pessima prestazione di una settimana fa in casa del Milan: le mancate cessioni di Schuurs e Buongiorno (la seconda per volontà della bandiera granata) rendono la difesa una delle migliori del campionato, la coppia di centrocampo formata da Ricci (altro giocatore richiestissimo e però rimasto) e Ilic è garanzia di solidità e fosforo e là davanti la coppia Zapata-Sanabria può fare male a tutti. Certo, sarà necessario un po’ di tempo, perché il colombiano deve trovare la condizione migliore e il paraguaiano è fermo per un guaio muscolare. Ma i ragionamenti vanno fatti in prospettiva e seguendo la logica dei progressi, quelli che quasi ogni calciatore ha mostrato nelle formazioni allenate da Juric. Sappiamo che Zapata rappresenta una scommessa per via dei tanti infortuni delle ultime due stagioni: però le basi per un salto di qualità sono state gettate. Il destino del Toro, adesso, è solo nelle (buone) mani del tecnico. LEGGI TUTTO