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    Nicola: “Indipendentemente dal futuro, il Torino resta nel cuore”

    TORINO – Davide Nicola, che a breve si incontrerà con il presidente Urbano Cairo per delineare il suo futuro, esprime i suoi sentimenti al termine stagione di serie A appena conclusa, che lo ha visto centrare la salvezza sulla panchina del Torino: “Indipendentemente da ciò che accadrà, questa esperienza è entrata a far parte del mio cuore, assieme a questi colori meravigliosi ed all’affetto dei nostri fantastici tifosi. Sempre Forza Toro”. L’allenatore piemontese, inoltre, aggiunge: “Il gran lavoro svolto da tutti noi deve lasciarci soddisfatti perché ci ha consentito di raggiungere qualcosa di importante e di non scontato e quando le cose volgono in un certo modo, bisogna mettersi a lavorare duramente. Sappiamo quanto è stato complicato, ciononostante abbiamo vissuto quattro mesi importanti fatti di emozioni”.  LEGGI TUTTO

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    Torino, la replica di Cairo: “Ve lo dico io chi è Ciro Immobile”

    TORINO – Intorno alla mezzanotte di ieri, attraverso un post su Instagram, Ciro Immobile ha attaccato pesantemente il presidente del Torino, Urbano Cairo. Il giocatore della Lazio – al termine della partita finita 0-0 a Roma che ha consentito al club granata di salvarsi – lo ha accusato di un’aggressione verbale subita nello spogliatoio, usando toni particolarmente aspri. Poco dopo è arriva la replica del diretto interessato, sia sotto il profilo dell’attaccante, sia sul proprio profilo ufficiale sui social: “Ciro Immobile mi ha attaccato dal suo profilo Instagram dopo la partita con la Lazio. Ho risposto al suo post e pubblico il testo anche qui. Ciro Immobile mi accusa di averlo affrontato a fine gara e sostiene che tutti sanno chi è Ciro Immobile. Ebbene…: anch’io so chi è Ciro Immobile”.
    Cairo replica a Immobile
    Il post di Cairo prosegue: “Un calciatore che è venuto al Torino dopo un campionato deludente al Genoa per rilanciarsi. Ventura gli ha dato fiducia e lui ha fatto bene al Toro. Io pensavo che rimanesse volentieri almeno un altro anno e lui, Ciro Immobile, invece ha fatto il diavolo a quattro per andare al Borussia Dortmund. Ha avuto un’altra stagione deludente e il Borussia lo ha prestato al Siviglia. Anche lì, Ciro Immobile, non è andato bene e allora mi ha telefonato e mi ha chiesto per favore di tornare al Toro. Io, che gli ero affezionato, l’ho accontentato. Ha fatto un girone di ritorno non molto brillante, ma io che, ci tenevo molto a lui, lo avrei voluto riscattare comunque. Ma lui, Ciro Immobile, questa volta non mi ha chiamato personalmente, ma mi ha fatto dire dal suo procuratore, che per motivi personali non poteva restare a Torino. E allora non l’ho riscattato perché ho capito chi è Ciro Immobile…”. LEGGI TUTTO

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    Torino, sollievo Cairo: “Troppa sofferenza. Belotti e Nicola? Ci parlerò”

    ROMA – “Negli ultimi due anni ho sofferto troppo”. Queste le prime parole di Urbano Cairo dopo il pareggio (anche questo soffertissimo) nel recupero sul campo della Lazio che ha garantito al suo Torino la salvezza con un turno di anticipo, rendendo ininfluente lo scontro diretto con il Benevento ora già retrocesso. “Chiaramente la squadra era un po’ spaventata, sulle gambe – dice nel post partita il presidente granata – e la Lazio ha dato tutto com’era giusto. È una grande formazione che ha onorato il campionato e le faccio i complimenti”.
    Stagione tormentata
    Al triplice fischio finale un urlo liberatorio per Cairo e tutta la squadra: “È stata una stagione particolare in cui siamo partiti male, poi ci eravamo ripresi, finché il Covid ha fermato otto titolari e questo ha causato dei problemi – ha aggiunto il numero uno del Toro .- Con il Milan si voleva fare una grande prestazioni ed i giocatori erano sovraccarichi. Andati sotto di due reti ci siamo molto esposti al loro grande contropiede. Quella sera ho passato il mio tempo a rincuorare i giocatori e con lo Spezia le scorie di quel 7-0 c’erano ancora”.
    Testa già al futuro
    Festeggiata la salvezza, il presidente dovrà però subito concentrarsi sul futuro per evitare di soffrire anche nella prossima stagione: “Due anni fa eravamo settimi davanti alla Lazio, però la squadra di adesso non è molto distante da quella. Ora dobbiamo lavorare bene per fare gli interventi che servono – è il proposito di Cairo – perché gli ultimi due campionati mi hanno fatto troppo soffrire. Nicola ed il suo staff hanno fatto una grande lavoro, purtroppo venivamo da un girone d’andata pessimo. Se lui e Belotti resteranno? “Parlerò con entrambi, voglio capire Belotti cosa vuole fare e anche con l’allenatore ci vedremo a breve”. LEGGI TUTTO

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    Cairo nei guai: Rcs perde il lodo arbitrale con Blackstone

    MILANO – Brutte notizie per il presidente del Torino Urbano Cairo, in qualità di azionista di maggioranza di Rcs Media Group. Il lodo arbitrale in corso a Milano ha rigettato tutte le richieste di Rcs nei confronti del fondo statunitense Blackstone, che non dovrà versare alcun indennizzo (stimato in circa 80 milioni) al gruppo editoriale in relazione alla vendita nel 2013 dell’immobile di via Solferino, sede storica del Corriere della Sera. Cairo, una volta acquisito il controllo di Rcs, aveva infatti contestato il prezzo di vendita dell’immobile fissato a 120 milioni, chiedendo l’annullamento dell’atto.
    Rcs rischia per una causa a New York
    Nel frattempo, però, il fondo statunitense aveva stipulato un accordo nel 2018 con Allianz per vendergli a sua volta l’immobile a 250 milioni di euro, operazione bloccata dal contenzioso perso oggi da Cairo. Il presidente del Torino si trova nei guai perché Rcs era talmente convinta di vincere la disputa legale che, l’anno scorso, aveva sostenuto che non sussistevano “i presupposti per l’iscrizione di fondi rischi” a bilancio. Adesso però il gruppo editoriale di Cairo deve fronteggiare una causa giudiziaria a New York che potrebbe costargli fino a 600 milioni di euro: il procedimento, promosso da Blackstone negli Stati Uniti, era stato fermato in attesa del lodo arbitrale chiuso oggi a Milano e quindi potrà ripartire. LEGGI TUTTO

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    Torino, il dissenso incombe sul Giro d'Italia

    TORINO – Mentre, ad appena cinque anni e due mesi dall’aggiudicazione dell’ormai leggendario bando Robaldo a favore del club granata, il Comune e il Torino Fc discutono su chi debba pagare per impiantare alcuni alberi – in modo da poter avviare i lavori per realizzare l’onirico centro sportivo in zona Mirafiori possibilmente entro il quarto millennio – continuano a germogliare qua e là i semi del dissenso verso la società calcistica di Urbano Cairo e le sue politiche gestionali in sedici anni di controversa reggenza. Verrebbe quasi da dire che chi semina vento raccoglie tempesta, ma sarebbe una metafora troppo forte. Se l’immagine del vento può essere giustificata, richiamando quello mosso da troppe promesse disattese o quello che si porta via le parole, il concetto di tempesta è obiettivamente esagerato. Troppo divisa, la tifoseria granata: non tanto nell’avversione verso Cairo presidente e proprietario del Toro – lì sono ormai quasi tutti d’accordo: per trovare un fan del fu papa Urbano adesso bisogna impegnarsi – ma nelle modalità, nei canali, nei luoghi, nei tempi e negli obiettivi verso cui convogliare la protesta.

    Toro, il malcontento dei tifosi

    Troppo complicato, poi, contestare in maniera efficace, visibile e udibile in un’epoca di pandemia, laddove i divieti (sacrosanti, sia chiaro) di assembramenti si sono aggiunti a tutta una serie di limitazioni pregresse alla possibilità di contestare in luogo pubblico, sia lo stadio o la strada. Non è un caso – anzi, è quasi una necessità, o quantomeno una deriva fisiologica – che il malcontento popolare ormai si esprima quasi esclusivamente attraverso i social network, laddove chiunque può scrivere e diffondere sostanzialmente quel che gli pare, dal divano di casa o dall’ufficio, godendosi magari il proprio quarto d’ora di celebrità da masaniello. Inevitabile, così, che si mischi tutto e il contrario di tutto, con conseguente presa di distanza – almeno nella piazza granata – da parte dei tifosi che fino a qualche anno fa erano deputati, sul piano organizzativo e operativo, a convogliare messaggi e malumori. Detto ciò, oggi spresenta un’occasione alternativa. E inedita. 

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    Toro, per Belotti il rinnovo non può più attendere

    TORINO – Partiamo dai numeri, che raramente mentono e sono molto significativi: 104 gol realizzati in maglia granata tra campionato e coppe (adesso insegue il 7º posto di Graziani, a quota 122 nella speciale classifica dei cannonieri granata di tutti i tempi); 91 reti con la maglia del Toro in campionato. Sabato sera ha segnato all’Udinese per la terza partita consecutiva (già 7 i centri contro i friulani, uno dei suoibersagli preferiti), interrompendo un digiuno di oltre due mesi e regalando finalmente una vittoria al Toro in questo campionato firmata da un suo gol, per quanto su rigore. Naturalmente stiamo parlando di Andrea Belotti, il Capitano, l’uomo che tiene sempre e comunque su i granata e che, da quando indossa questa maglia, ha raggiunto la doppia cifra in ogni stagione. Ci sarebbe da essere contenti per il presente e per il futuro se non ci fosse un grande e grosso, preoccupante, punto interrogativo.Guarda la galleryTorino, Belotti torna al gol: vittoria in casa dell’Udinese
    Rinnovo Belotti, non c’è ottimismo
    Tra un anno, precisamente ll 30 giugno del 2022, il suo contratto con il Toro arriverà alla conclusione e sino ad oggi non c’è stato nessun segnale di ottimismo affinché venga prolungato, malgrado qualche timida promessa di Cairo e rassicurazione da parte di Vagnati. Senza il Gallo il Toro perderebbe non solo un giocatore importante ma anche carisma e prestigio. Lo stesso Roberto Cravero, ex capitano granata in tempi migliori di questi, attuale commentatore Dazn, alla fine di Udinese-Torino da lui seguita ha detto quello che pensa tutto il popolo granata. «Venderlo sarebbe un segno di debolezza, di ambizioni ridimensionate. Il presidente Cairo se vuole costruire un Toro competitivo non può prescindere dalla conferma del Gallo». E qui riemergono perplessità e timori. Il giocatore, punto fermo anche della Nazionale di Roberto Mancini, ha come unico palcoscenico internazionale garantito l’Europeo della prossima estate. Già parecchi club gli hanno messo gli occhi addosso, sia in Italia sia in Europa: Milan (secondo radio mercato più avanti degli altri), Roma e Napoli. Poi Chelsea ed Everton e in Spagna l’Atletico Madrid di Simeone […]
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    Cairo, la protesta dei tifosi fino a Milano: “Ridateci il Toro”

    MILANO – Grazie al successo per 1-0 sul campo del Cagliari il Torino è tornato momentaneamente a respirare uscendo dalla zona retrocessione, non rifiata invece la contestazione dei tifosi granata verso il presidente Urbano Cairo. Recentemente un gruppo di tifosi del Torino chiamato “Resistenti Granata” ha avuto un’ingegnosa idea per portare avanti le proteste verso il presidente. Infatti è stato noleggiato un furgone pubblicitario a Milano che da oggi fino a venerdì girerà per la città, transitando proprio nei luoghi dove il presidente usa lavorare e frequentare, con un messaggio molto chiaro: “Vogliamo tornare a sognare: ridateci il Toro!” seguito dall’hashtag “restituiscici il Toro”. LEGGI TUTTO