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    Toro: sono 15 i punti in più rispetto a un anno fa, ma quanti rimpianti

    TORINO – Archiviato – non senza delusione mista ad amarezza – il pari contro il Sassuolo, per Ivan Juric e il suo staff si aprono due settimane in cui servirà anche lavorare sui numeri di questo Torino. Se, infatti, lo scarto di punti rispetto allo scorso campionato è confortante – 32 contro 17, + 15 – e i risultati utili consecutivi in casa sono lievitati a 8 (6 vittorie e 2 pareggi), a preoccupare sono le rimonte subite.Sullo stesso argomentoTorino-Sassuolo 1-1, il tabellinoSerie A

    10 punti gettati alle ortiche

    Nei cinque pareggi collezionati in questa Serie A, il Torino è sempre andato in vantaggio ed è sempre stato rimontato: prima di ieri era successo contro Lazio, Venezia, Empoli (addirittura da situazione di 2-0, prima dell’espulsione di Singo) e Cagliari, per un totale di 10 punti gettati alle ortiche […]

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    Torino-Sassuolo, le pagelle: molto bene Mandragora, male Milinkovic

    TORINO – Ecco le pagelle del Torino dopo l’1-1 di ieri contro il Sassuolo che ha impedito alla squadra di Juric di ottenere la terza vittoria consecutiva.

    La difesa

    MILINKOVIC SAVIC 5.5 Sempre uno spettacolo vederlo giocare con i piedi, ma – dopo una partita quasi da spettatore – sul gol si muove tardi e avventatamente verso Berardi, sguarnendo l’area piccola e lasciando incustodita la porta a Raspadori.

    ZIMA 6.5 Sveglio e disinvolto. Spesso si sposta in avanti con grande autorevolezza. È un giovane che continua a crescere senza sentire le pressioni. Sulla strada giusta, sicuro, per diventare un giocatore importante. E poi ha ancora un largo margine di miglioramento. Peccato per una bella occasione di testa sprecata.

    BREMER 6.5 Delizioso quando tocca il pallone, roccioso quando deve fermare gli avversari, potente di testa: colpisce una traversa nella ripresa. Che pretendere di più? I tifosi gli hanno anche dedicato un coro, a tratti assordante, nonostante sappiano che il brasiliano è destinato ad andare a giocare altrove, in Champions. Però sta dando tutto, anche di più e la gente lo ha capito. Peccato l’ammonizione che gli farà saltare Udine e peccato, soprattutto, che per la smania di cercare il gol sino alla fine si trasformi quasi in centravanti dimenticandosi di difendere negli ultimi minuti. La sua assenza nel contropiede fatale è grave. Altrimenti sarebbe stato da 8.

    RODRIGUEZ 6 Non riesce a fermare Berardi quando il giocatore del Sassuolo parte nell’azione del pari. Ma non doveva essere lo svizzero a trovarsi ultimo uomo. Però in qualche modo avrebbe dovuto opporsi, a costo di fare un fallo tattico da cartellino. Peccato: aveva disputato una partita ordinata con un pregio grande e grosso: quello di far salire la squadra.

    Sullo stesso argomentoTorino-Sassuolo 1-1: Sanabria non basta, pari beffa all’88’Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, avanti tutta per Naithan Nandez: gli aggiornamenti

    TORINO – La complessità dell’operazione resta, ma ora è pure fattibile visto che questo è un altro Toro rispetto già solo a quello dell’estate passata. Ora il club può pensare a un obiettivo condiviso con la corazzata Inter, pochi mesi sfumato per un soffio. Può ambirci una squadra che, allenata da Juric e autorevolmente rinforzata, potrà presto stabilirsi nelle posizioni che danno accesso all’Europa. Là dove per caratura internazionale Naithan Nandez sta benissimo. Le partite con la Nazionale uruguaiana sono 49, gli anni 26 professionalmente trascorsi tra il Peñarol, il Boca Juniors e il Cagliari. Sì, sarebbe un colpo già a dimensione europea, quello del sudamericano. Il quale in più ha quel paio di caratteristiche che lo rendono ideale, per Juric.Sullo stesso argomentoToro, colpo a sorpresa: assalto a NandezCalciomercato Torino

    Le caratteristiche di Nandez

    Per intensità è tra i centrocampisti più forti in Italia, e pure nel palleggio ha doti importanti. Minimo, salvo eccezioni, è invece l’apporto in quanto a gol. Se però l’obiettivo è un centrocampista eccellente nell’interdizione e molto intelligente nella circolazione di palla, Nandez è l’uomo giusto. Pagato 18 milioni, ne vale circa 20. Somma che solo in parte potrebbe scendere a fronte dell’inserimento di contropartite tecniche. Detto però che per il ruolo di centrali Mazzarri ha già ricevuto Goldaniga e Lovato limitando di molto le chance di passaggio in Sardegna per Izzo, mentre a centrocampo il valore del cartellino di Baselli, che ha il contratto in scadenza a giugno, è pressoché zero.

    Sullo stesso argomentoSampdoria-Torino, le pagelle: Singo il migliore, male MilinkovicTorino

    Cairo dovrà sborsare non poco per acquistarlo

    Insomma, Cairo deve sicuramente prevedere una spesa ingente, su Nandez. Che potrebbe però valere come rinforzo per questa e pure la prossima stagione. Dopo le perplessità sollevate dall’operazione Fares, chiudere Nandez metterebbe tutti d’accordo. E darebbe nerbo a un reparto che la situazione contrattuale di Pobega rendono possibile orfano del triestino, per il 2022-23 […]

    Guarda la galleryPer il Torino c’è Fares: visite mediche e firma LEGGI TUTTO

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    Toro, Belotti sta per tornare ma non ha il posto garantito

    TORINO – Altre buone notizie per i tifosi granata, oltre al bel gioco, i risultati della squadra e una classifica che comincia a diventare molto ambiziosa. Andrea Belotti in settimana comincerà a lavorare in maniera “importante” con il gruppo e se tutto procederà per il meglio dovrebbe tornare disponibile per la sfida del 6 febbraio in Friuli contro l’Udinese. E con il Gallo in piena forma, come nei momenti più belli, agguantare l’Europa non sarebbe più un sogno (rafforzato dagli ultimi risultati) ma qualcosa di molto più realistico. Perché il capitano granata nella sua lunga militanza granata (questa è la sua settima stagione) ha sempre fatto la differenza e nei momenti difficili ha evitato che il Toro precipitasse in Serie B.Sullo stesso argomentoTorino, Cairo: “Belotti? Abbiamo fatto il possibile, lui ha altre idee”Calciomercato Torino

    É quasi certo che lascerà la squadra a parametro zero

    Con i gol, la corsa e il cuore: quante volte lo abbiamo visto inseguire l’avversario o difendere come uno stopper qualunque davanti al proprio portiere? Tutto questo con una certezza, come ha tristemente (per i tifosi) annunciato Cairo. A fine campionato il giocatore se ne andrà a parametro zero. Lascerà il Toro per cominciare una nuova avventura fatta di garanzie (lotta per lo scudetto e Champions) e non di promesse non mantenute. Il presidente ha anche aggiunto che per trattenerlo ha fatto di tutto e che non può più andare oltre […]

    Guarda la galleryIl Torino vince ancora. Le incornate di Singo e Praet stendono la Samp LEGGI TUTTO

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    Torino, Cairo dopo il 4-0 alla Fiorentina: “Squillo importante contro una grande”

    TORINO – Il presidente del Torino Urbano Cairo, dopo il successo dei granata per 4-0 contro la Fiorentina, ha lasciato lo stadio Olimpico Grande Torino commentando con soddisfazione il match: “Dobbiamo rimanere con i piedi per terra, ma abbiamo fatto uno squillo importante contro un grande squadra”, ha affermato il numero uno del Toro. “Tutta la squadra ha fatto una bella partita – prosegue – e sono davvero contento: Bremer ha fatto una gara pazzesca, Brekalo una grande doppietta, Gemello un bellissimo esordio”. E  infine una chiosa sul mercato: “Per ora non ne parliamo, se avremo opportunità le coglieremo”. Guarda la galleryTorino da urlo. Poker contro la Fiorentina LEGGI TUTTO

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    Toro, la via per Pobega è il mercato di gennaio: ora tocca a Cairo

    TORINO – Che spettacolo, Tommaso Pobega. Segna di nuovo ma soprattutto si conferma guerriero del centrocampo e padrone del Torino. Il ragazzo è l’uomo in più, inutile nascondersi dietro le solite frasi di circostanza. Non solo per le quattro reti realizzate in questo campionato ma per il suo modo di stare in campo, trascinare i compagni, lottare e non mollare mai. Gioca con lo spirito Toro, quello vero e del passato, che i tifosi non hanno dimenticato. E per questo adorano il giocatore. Il problema è che si sta perdendo tempo e, come spesso accade quando non si prendono iniziative, si rischia di buttare a mare tutto il lavoro e perdere un giocatore importantissimo, forse uno dei pochi per cui varrebbe fare un sacrificio economico. Le frasi di Cairo dell’altro giorno sanno tanto di resa. «Pobega. Sta facendo bene con noi». E questo lo vediamo tutti. Ma poi è arrivata la “chicca”: «Di lui con il Milan parleremo alla fine, vedremo…». Vediamo cosa? […]Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Sofferenza nella ripresa, ma va bene vincere così”Torino

    Cairo, ora tocca a te

    […] Ma procediamo con ordine perché l’argomento Pobega merita alcune considerazioni. La prima, sotto gli occhi di tutti, è che il Toro lo ha preso in prestito senza nessun diritto di riscatto. E’ questo è un grave errore. Ma come si fa accettare una situazione del genere? Prendere un giovane, valorizzarlo per poi riconsegnarlo al Milan, la società che ne detiene il cartellino. Detto questo, andiamo avanti. Approfondendo il discorso ci sarebbero le possibilità per legarlo al Toro. Pobega, tanto per cominciare, sta bene al Toro. Lui e la sua famiglia adorano Torino e il giocatore sente sua la maglia granata che, tra l’altro, gli ha permesso di conquistare la fiducia di Mancini e raggiungere la Nazionale. Sì, lui vuole restare al Toro. Ed è chiaro che con il desiderio del giocatore tutto può diventare più facile se c’è la volontà di provarci. Come? Con i soldi, con un investimento forte. […]. E allora se ora, non a giugno, Cairo e Vagnati proponessero una cifra consistente per il giocatore si potrebbe aprire una trattativa e su questa procedere. Perché è in questo periodo che si costruiscono i grandi affari e, sicuramente, Pobega lo è. Speriamo, per il bene granata, che qualcosa si muova. Perché con il suo immobilismo il Toro a fine stagione rischia di perdere Belotti, Bremer e Pobega. E che Toro sarebbe?

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    Guarda la galleryTorino, Juric batte il “suo” Verona 1-0: decide Pobega LEGGI TUTTO

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    Juric, ora riscattati! Devi essere migliore di Cairo

    TORINO – Tu quoque, Juric. Sarà che la cairite è contagiosa, una sorta di variante alessandrina che da troppi anni rende la pandemia granata non debellabile. Sarà che abbiamo sopravvalutato la capacità del tecnico croato di cogliere del tutto la criticità ormai cronica di questa fase storica per un club un tempo glorioso. Sarà che in questi giorni, dopo le ultime tensioni interne, il presidente può aver trovato i sistemi per convincere l’allenatore a darsi una regolata e rispettare come tutti l’allineamento societario alla filosofia del patron (vedi le parole sul mercato di gennaio – “faremo poco o niente, tanto non serve, quello che volevo fare io ce l’avevo in testa ad agosto” – rimarcate dai media presidenziali come sintomi di realismo e concretezza).Guarda la galleryTorino, addio Coppa Italia: Sampdoria avanti con Quagliarella e Verre

    Cosa pensa di fare Juric?

    O sarà magari che il tecnico, costretto a fare buon viso a cattivo gioco, pensi davvero di inviare dei messaggi più o meno subliminali al suo datore di lavoro, schierando cioè: giocatori impresentabili, o comunque inadeguati tecnicamente o fisicamente, o comunque da tempo ai margini al punto da aver proprio staccato la spina che li collegava al contesto Toro, o comunque in un ruolo improbabile (vedi Rincon difensore centrale, quando avevi almeno Zima, in assenza dell’infortunato Bremer). Forse così conta davvero di convincere Cairo a fare quello che mai ha fatto in 16 anni di reggenza; reggenza impreziosita da ben due settimi posti in campionato, un ottavo di finale (perso) in Europa League, due o tre quarti in Coppa Italia e un paio di trofei con la Primavera il cui artefice (l’ex ds Bava) ha mandato via imputandogli di tenere rapporti troppo empatici e cordiali con l’ambiente granata. Ammazza oh, che palmares, per uno che si era insediato parlando di Pulici e di Champions […]

    Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Abbiamo giocato al di sotto del nostro potenziale”Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, riserve poche o inutili: Cairo lo capirà mai?

    TORINO – Tra le varie, palesi note dolenti emerse a Marassi nel sedicesimo di finale che ha visto la qualificazione della Samp ai danni dei granata una si staglia sopra le altre: non esiste un Toro2, anzi Juric tanto ha da lavorare per strutturare il Toro. Il lusso di una seconda squadra non è per questo club, e non potrebbe essere altrimenti, considerato il lavoro impostato, ma non concluso, sul mercato in estate. Periodo nel quale, pur in ritardo e con le inevitabili complicazioni di natura tattica e fisica che ne sono scaturite, qualcosa di positivo pure è stato fatto. L’arrivo di Brekalo, Praet e Pjaca che potranno restare in granata anche dopo questa stagione è valido dal punto di vista tecnico e strategico, quello di Pobega che rientrerà al Milan ha invece unicamente riverberi – fin qui abbaglianti riverberi – sul lato tecnico.Guarda la galleryTorino, addio Coppa Italia: Sampdoria avanti con Quagliarella e Verre

    Izzo va al Cagliari?

    Il problema, emerso lampante nella notte di Genova, è che la lunga fila di giocatori scontenti, semi scontenti, non mentalizzati con l’ambiente, a fine corsa eccetera eccetera più o meno tale è rimasta. Scontato, stando così le cose, che al momento di affidarsi a chi gioca meno, cioè a chi non è più ferocemente dedito alla causa, si abbiano risultati come quello maturato giovedì sera. In difesa si è ad esempio rivisto Izzo – meno di dieci mitembre alla prova di Coppa -: ebbene il centrale non ha avuto colpe specifiche legate ai gol subiti, però è normale fosse appannato, senza le giuste distanze dai compagni. A gennaio dovrebbe lasciare la compagnia e l’augurio, perché il giocatore nei primi tempi in granata ha dimostrato sia dedizione alla maglia che notevoli qualità, è che possa ritrovare lo smalto perso nelle ultime annate (dovrebbe essere Cagliari, la piazza nella quale cercherà di riproporsi ad alti livelli) […]

    Sullo stesso argomentoTorino, l’equilibrio nel turnover che Juric non ha avutoTorino LEGGI TUTTO