La carriera di Micah Richards se non fosse stato per i numerosi infortuni che lo hanno costretto ad abbandonare presto il calcio giocato poteva andare diversamente. Classe ’88, l’ex terzino inglese si è ritarato nel 2019, a 31 anni, ma non disputava una partita ufficiale dal 2016 a causa dei tanti problemi al ginocchio. Una volta dato l’addio definitivo al campo, Richards (che in Italia ha vestito per una stagione la maglia della Fiorentina) come tanti suoi colleghi ha iniziato a lavare in tv, tra ospitate varie. Ma passare da stipendi milionari a compensi “umani” non è stato facile, come ha raccontato a TheAthletic in un’intervista riportata dal DailyMail: “Con il primo stipendio ho comprato una Ferrari”.
Il salto dalle giovanili alla prima squadra
Non è il primo né sarà l’ultimo ex calciatore ad ammettere che chi vive in quel mondo si trova dentro una bolla. Stipendi stellari e stili di vita inarrivabili. E poi bisogna fare i conti con la realtà. Ma cosa ha dichiarato Richards? “Immaginate di guadagnare 500 sterline a settimana e passare prima a 5mila e poi addirittura a 50mila. Poi arrivano i bonus, i soldi per le presenze, un bonus alla firma che ti spalmano sul contratto…”, racconta l’ex terzino riferendosi al salto dalle giovanili in prima squadra (che per lui è stato con il Manchester City, dove in totale ha militato dal 2001 al 2014). “Mi ricordo quando mi è arrivato uno stipendio da 250mila sterline per un mese, ero al centro sportivo, ho visto la mia busta paga e la prima cosa che ho pensato è stata ‘wow, come è possibile?’. Cosa fareste al posto mio? Io lo so che cosa ho fatto, sono andato subito a comprarmi una Ferrari. Avevo già una Range Rover e una Aston Martin, ma ho pensato fosse il momento di comprarmi una Ferrari. Prima una F430 e poi una 458 Speciale”. Le auto di un certo livello, insomma, sono dei veri e propri status symbol: in questo caso la Ferrari come metafora del calciatore che ce l’ha fatta.
La competizione tra compagni
Dopo le auto è la volta delle case: “E poi ho cominciato a cercare una casa, ne ho comprata una da 3 milioni, con sette stanze da letto. Il posto dove vivevo andava già bene, ma quando sei un calciatore funziona così – dice Richards in riferimento alla competitività tra compagni – si fa sempre a gara per chi ha la miglior casa o la miglior macchina, quindi vuoi sempre di più”. E poi accadono degli episodi che provano a farti ragionare, come dei campanelli d’allarme: “In America ho speso circa 150mila dollari in champagne in una serata, volevamo la bottiglia più grande che avessero e costava 100mila dollari, più tutte le mance che abbiamo dato. E quello è il momento in cui ho cambiato modo di vedere le cose. Dovevo rimanere un mese negli USA, ma sono tornato dopo tre settimane, pensando che non avrei potuto continuare a vivere così. Sarei rimasto senza soldi”.
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