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    Lazio-Inter, le pagelle dei biancocelesti: Tavares schiacciato, Pedro non può stragiocare

    Provedel 5 Sei gol da bersaglio umano. Scoraggiato sugli ultimi, alla disperata.
    Marusic 4,5 Nasce da un suo rinvio l’azione dello 0-2 e lascia Dimarco indisturbato. Un punching ball da centrale.
    Gila 6,5 Getta la spugna per giramenti di testa, dopo una mezzora di padronanza. Poi la difesa s’è aperta.
    Gigot (28’ pt) sv Perfido destino. Il tocco di braccio del rigore. Un calcione da Lautaro e una ginocchiata in testa da Dumfries. Una combo che l’ha rintontito. Fuori nell’intervallo. La fotografia della notte.
    Lazzari (1’ st) 5 Ha la responsabilità del quinto gol.
    Patric 5 Rimasto solo, torturato da tutti fino alla fine.
    Nuno Tavares 4 Troppa pochezza. Spappolato da Dumfries. Era partito in tromba, con slalom e tiro. Poi il crollo. Non ha chiuso sul cross dello 0-2 e ancora prima non l’aveva messo in fuorigioco. Schiacciato sul gol.
    Guendouzi 5,5 I soliti chilometri percorsi. Ma ha fatto solo mucchio.
    Rovella 5 Ha trovato la forza di ribellarsi alle marcature, solo questa.
    Isaksen 5 Un tiro rasoterra e il giallo fatto beccare a Bastoni. Poi, quella corrente d’aria, è stata tappata.
    Tchaouna (12’ st) 4,5 Lancia l’Inter al quinto gol.
    Pedro 4 Su Calhanoglu, solo strategia. Dal fallo su Barella è nato l’angolo che poi ha portato l’Inter al rigore. Non può stragiocare.
    Dele-Bashiru (12’ st) 5,5 Ha lottato a partita strafinita.
    Zaccagni 5,5 Uno slalom ubriacante, ma s’è inceppato sul più bello. Unica strabiliante incursione.
    Castrovilli (35’ st) sv
    Noslin 5 Tanto movimento, ma un contributo misero da centravanti. LEGGI TUTTO

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    Inter, forza inarrestabile. E la Lazio frana su se stessa

    Gasperini e Conte lo hanno sempre pensato, ma ora, purtroppo per loro, ne hanno certezza: per lo scudetto l’Inter non è il terzo incomodo, ma comodamente la prima candidata. Il fragoroso 6-0 dell’Olimpico è la certificazione di una supremazia nata nel tempo. La Lazio era una delle squadre più in forma del campionato, stava volando e così, a testa alta e petto in fuori, ha iniziato la sfida. Anche per questo ha colpito la forza dei campioni d’Italia, capaci di ribaltare alla loro maniera, sfruttando il fisico e i calci piazzati, lo sviluppo di una gara che si stava facendo difficile.Finché la palla è stata in movimento, la Lazio ha messo sotto l’Inter con mezz’ora piena di bel calcio, con un’occasione non capitalizzata da Noslin e con tante buone iniziative nate da Guendouzi e Rovella, rifinite spesso da Isaksen e un po’ meno da Pedro. Nei momenti decisivi è forse mancato un terzo centrocampista alla Lazio, ma il problema per Baroni, e la soluzione per Inzaghi, è stato quando la palla si è fermata. Una punizione, un angolo, un rigore, è stato tutto una conseguenza, dalla punizione è nato l’angolo, dall’angolo il rigore e su quei tre palloni che andavano trattati come il Dio del calcio comanda, c’era il maestro, Hakan Calhanoglu. Il destro che sembra un laser, la potenza che si unisce alla precisione, lo schiaffo sul pallone che quando viene calciato dal turco ha un suono che sembra musica, o almeno è così per le orecchie degli interisti. La Lazio era padrona e in quattro minuti si è fatta svaligiare casa. Di sicuro non l’ha aiutata l’uscita di Gila e non solo perché il suo sostituto Gigot ha commesso il fallo da rigore. Preso il primo gol si è disunita, ha perso forza, concentrazione e attenzione, ha lasciato campo al contropiede dell’Inter (condotto anche questo da Calhanoglu) e Dimarco, sul cross di Dumfries, non ha dato scampo a Provedel. È su quel gol (e poi su quelli successivi) che si è vista la differenza fra una squadra entusiasta del suo momento e un’altra che sa il fatto suo, una squadra che sta rincorrendo ad alta velocità il punto più alto della sua dimensione e un’altra che quel punto lo ha raggiunto da anni e non ha nessuna intenzione di cederlo. Bella e brillante la Lazio per trenta minuti, solida, concreta, cattiva e decisa l’Inter per tutta la partita. Ogni occasione, un gol. La squadra di Baroni ha giocato per la prima mezz’ora la gara che aveva pensato e forse anche quella di Inzaghi l’aveva studiata così, lasciando l’iniziativa ai padroni di casa e difendendosi in dieci nella propria metà campo. Diciamo, un po’ aveva scelto un atteggiamento prudente e un po’ vi era stata costretta dalla velocità della manovra laziale, che recuperava palla in un amen. C’era chi partecipava al gioco (la Lazio) e chi vi assisteva (l’Inter), nella subdola attesa del colpo vincente, o meglio, dei colpi vincenti. Sei in tutto. Tanti, troppi per la Lazio. Quando i campioni d’Italia sentono il profumo della vittoria, quando vedono la partita in discesa, diventano leoni e l’avversario una tenera preda. L’Inter ha straripato nei primi minuti del secondo tempo, ma è stato tutto toppo facile, la Lazio è crollata su se stessa, ha preso il terzo gol dopo sei minuti e il quarto dopo otto, dimenticando di marcare prima Barella e poi Dumfries, come era successo già con Dimarco. È finita lì, con tutte le riflessioni che si faranno a Formello (non si può franare in quel modo, sei gol fanno male, malissimo) e con tutte le certezze che ritornano alla Pinetina (il primo posto è di nuovo a un passo). LEGGI TUTTO

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    Gran Galà del Calcio AIC: le shortlist dei potenziali vincitori

    Votano i colleghi
    Dalle shortlist dei premiati uscirà l’undici ideale della Serie A maschile e femminile, ruolo per ruolo, che comporranno un’ipotetica super squadra dell’anno, senza contare la premiazione del Calciatore e della Calciatrice della stagione 2023-24. A completare il quadro, sarà assegnato il riconoscimento per l’Allenatore dell’Anno, l’Arbitro dell’Anno, la Società dell’Anno e il Miglior Giovane di Serie B. «Questo riconoscimento – ha ricordato il Presidente dell’AIC, Umberto Calcagno – ha un valore particolare, perché da sempre lo differenzia il fatto che sono i calciatori e le calciatrici a votare i propri colleghi, compagni e compagne di spogliatoio o avversari e avversarie sul campo. È il calcio che premia il calcio, celebrato in una serata speciale che anche quest’anno metterà in primo piano la parte più bella del nostro mondo». Parola a Demetrio Albertini, Ceo della DA: «Siamo felici di supportare anche quest’anno l’AIC nell’organizzazione di un evento di grande prestigio come il Gran Galà del Calcio. Insieme abbiamo lavorato per creare una vera e propria festa del calcio, capace di rappresentare tutte le anime di questo mondo: calciatori e calciatrici, allenatori, arbitri e dirigenti che si riuniscono condividendo la gioia di ricevere un premio così ambito».
    I selezionati
    Ecco le shortlist di questa edizione:
    TOP 11 MASCHILEPORTIERI: Di Gregorio, Maignan, SommerDIFENSORI: Bastoni, Bellanova, Bremer, Buongiorno, Calafiori, Dimarco, Dumfries, Theo Hernandez CENTROCAMPISTI: Barella, Çalhanoglu, Dybala, Koopmeiners, Mkhitaryan, Rabiot ATTACCANTI: Gudmundsson, Lautaro Martínez, Leao, Lookman, Thuram, Zirkzee
    TOP 11 FEMMINILEPORTIERI: Ceasar, Durand, SchroffeneggerDIFENSORI: Boattin, Cascarino, Di Guglielmo, Faerge, Lenzini, Linari, Minami, OlivieroCENTROCAMPISTI: Boquete, Caruso, Catena, Giugliano, Greggi, MagullATTACCANTI: Beccari, Cambiaghi, Cantore, Giacinti, Haavi, Janogy, Viens
    ALLENATORE: Gasperini, Inzaghi, MottaARBITRO: Di Bello, Guida, OrsatoSOCIETÀ: Atalanta, Inter, JuventusGIOVANE DI SERIE B: Busio, F. Esposito, Ghilardi
    Le reti più belle
    Sono ancora aperte le votazioni di “Vota il Gol”, il sondaggio che decreterà il gol più bello della stagione 2023-24, al maschile e al femminile. Il riconoscimento sarà determinato dalle preferenze dei tifosi, chiamati a scegliere sul sito del Gran Galà del Calcio AIC tra una rosa di 10 reti del campionato maschile e 10 del campionato femminile, tutti selezionati dall’autorevole redazione sportiva della Rivista Undici. Con oltre 20 mila voti complessivi sin qui raccolti, i gol più votati delle due categorie sono quelli di Malinovskyi, Politano e Thuram al maschile; Cantore, Linari e Picchi al femminile. Le votazioni chiuderanno alle 23.59 di domenica 24 novembre. Possibile votare i gol maschili al link: https://bit.ly/cs-vota-il-gol-maschile-2024. Possibile votare i gol femminili al link: https://bit.ly/cs-vota-il-gol-femminile-2024. L’hashtag di riferimento di questa edizione sarà #GGDC24. LEGGI TUTTO

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    Juve, nuovi servizi per i fan con disabilità: tutte le novità

    La stagione sportiva 2024/2025 è iniziata con alcune novità per la community di tifosi con disabilità. Juventus ha infatti implementato due nuovi servizi, confermando l’impegno del Club nel percorso verso una sempre maggiore inclusività e accessibilità.
    Traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS)
    Dalla prima partita di questa Stagione, il Club ha avviato la traduzione simultanea in LIS di tutte le conferenze stampa pre-gara della prima squadra maschile, degli inni Juventus e dei messaggi di servizio comunicati dallo speaker durante i match casalinghi all’Allianz Stadium (disponibili sui maxischermi dello stadio). La traduzione delle conferenze stampa è disponibile sul sito Juventus.com ed è accessibile agli utenti registrati. L’attivazione di questo servizio è il risultato del dialogo e dell’interazione con la community sorda bianconera.
    Servizio di Audiodescrizione

    La seconda novità di questa stagione partirà in occasione del match di domenica 6 ottobre! Per i fan con disabilità visiva, durante ogni partita casalinga della prima squadra maschile, Juventus fornirà il nuovo servizio di audiodescrizione dedicato. Un commentatore specializzato offrirà una narrazione dettagliata che, unita al suono digitale in alta definizione e all’atmosfera dello stadio, creerà un’esperienza unica e immersiva. Questo servizio è stato valutato e testato con successo in occasione delle ultime due partite di campionato della scorsa stagione, grazie alla collaborazione con una rappresentanza di tifosi non vedenti. Per usufruirne, sarà sufficiente disporre di uno smartphone o di un dispositivo con accesso a internet e connettersi alla piattaforma dedicata tramite il link o il QR code da richiedere al Fan Service Juventus al numero: 0114530486. LEGGI TUTTO

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    Juve, festa Primavera: tris al Cesena, Magnanelli sorride

    Juve Primavera-Cesena, rivivi la diretta

    95′ – Termina qui, dopo cinque minuti di recupero!La Juve trova la prima vittoria in campionato. 

    90′ – GOL JUVENTUS!Grosso serve il pallone a Di Biase sul filo del fuorigioco, la prima occasione dell’attaccante coglie il palo ma il pallone gli torna tra i piedi e cala il tris. 

    87′ – Doppio cambio per la Juventus!Dentro Lontani e Grosso, fuori Ripani e Crapisto. 

    85′ – Nisci impegna Veliaj, pallone in angolo.Non impeccabile il portiere del Cesena che si lascia sfuggire la sfera. 

    82′ – Altro cambio per il Cesena!Dentro Gningue per Tampieri.

    76′ – Cambio anche nel Cesena.Dentro Cavaliere e fuori Abbondanza. Entrano anche Pitti per Perini e Domeniconi per Mattioli. 

    75′ – Tre cambi per la Juve di Magnanelli!Dentro Ventre, Di Biase e Keutgen. Ed escono Pugno, Pagnucco e Florea. 

    73′ – GOL JUVENTUS!Ngana coglie impreparato Veliaj con un tiro dalla distanza, sulla respinta corta il più leto è Pugno che in scivolata è bravo a depositare in rete. 

    71′ – Tampieri va al tiro su punizione, pallone alto. 

    66′ – Cooling break!

    62′ – La Juve spinge!Pagnucco in area perde il tempo e il suo tiro viene deviato dalla difesa del Cesena. Ottima occasione creata da Nisci sulla detra. Azione da esterno a esterno per i padroni di casa. 

    59′ – MIRACOLO DI ZELEZNY!Wade ci prova con un tiro potente, ma il portiere della Juve si tuffa e devia in angolo. 

    55′ – Cambio per il Cesena!Dentro Wade e fuori Tosku. 

    50′ – OCCASIONE JUVE!Pugno tutto solo si fa ipnotizzare da Veliaj. 

    48′ – Ammonito Ronchetti, il centrocampista ferma con le cattive Florea.

    46′ – Iniziata la ripresa.

    INTERVALLO

    45+3′ – Termina la prima frazione con la Juve avanti.

    45′ – Tre i minuti di recupero.

    43′ – GOL JUVENTUS!Florea fa un capolavoro sulla destra, salta dtre avversari ed entra in area poi serve un pallone perfetto a Pugno che non può far altro di mettere in rete.

    40′ – Castorri inventa per Tosku che sbaglia una ghiotta occasione.Gol che sarebbe comunque stato annullato per fuorigioco dell’attaccante del Cesena

    38′ – Miracolo di Veliaj!Il portiere del Cesena vola sulla conclusione di Ripani e mette in angolo.

    37′ – Alza i giri del motore la Juventus!Montero scarica per Ripani, il centrocampista colpisce di prima intenzione col mancino e pallone che sfiora il palo dalla parte opposta. 

    35′ – Pagnucco ci prova dal limite, pallone alto. 

    30′ – OCCASIONE JUVE!La prima vera palla pericolosa: Pagnucco crossa al centro per Pugno, l’attaccante di testa impegna Veliaj che devia sul palo. 

    28′ – Occasione Cesena!Perini lavora un bel pallone sulla destra e mette dentro per Ronchetti che va al tiro a botta sicura, pallone deviato in corner. 

    22′ – La Juve prova a farsi vedere in avanti!I bianconeri si conquistano due calci d’angolo ma non riescono a impensierire il Cesena.

    19′ – Pressing dei romagnoli!Perini prova il tiro dalla distanza, tiro deviato da Bassino in angolo.

    17′ – Fatica la Juventus di Magnanelli, mentre spinge forte il Cesena.Mattioli va al cross, Tosku di testa non trova la porta.

    15′ – Ancora il Cesena!Tampieri prova il tiro da fuori, pallone fuori. 

    12′ – OCCASIONE CESENA!Castorri va al cross, Dolce sfiora e dietro di lui Perini non trova la porta di pochissimo.

    10′ – Gestisce il possesso palla Juve in mezzo al campo. 

    7′ – Tampieri svetta più alto di tutti di tesa, Zelezny para. 

    6′ – Pericoloso il Cesena sulla destra!Tosku va al cross, bravo Martinez a liberare in angolo.

    1′ – Iniziato il match a Vinovo.  LEGGI TUTTO

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    E se il campionato iniziasse oggi? Le venti formazioni di Serie A

    Le formazioni delle squadre di Serie A
    ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi, Djimsiti, Hien, Kolasinac, Zappacosta, De Roon, Koopmeiners, Ruggeri, Lookman, ZANIOLO, Scamacca. All.Gasperini (confermato)
    BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski, Posch, Lucumi, Beukema, MIRANDA, Aebischer, Freuler, Orsolini, Ferguson, Ndoye, DALLINGA. All.Italiano (nuovo)
    CAGLIARI (3-1-4-2): Scuffet, Wieteska, Mina, LUPERTO, Prati, ZORTEA, Makoumbou, Deiola, Augello, Lapadula, Luvumbo. All. Nicola (nuovo)
    COMO (4-2-3-1): REINA, Iovine, DOSSENA, Goldaniga, MORENO, Braunoder, Bellemo, Strefezza, Cutrone, Da Cunha, BELOTTI. All. Fabregas (confermato)
    EMPOLI (4-2-3-1): Perisan, Stojanovic, Ismajili, Walukiewicz, Pezzella, Grassi, Fazzini, Gyasi, HENDERSON, Shpendi, Caputo. All. D’Aversa (nuovo)
    FIORENTINA (3-4-2-1): Terracciano, Martinez Quarta, PONGRACIC, Ranieri, Dodo, Mandragora, Bianco, Biraghi, Gonzalez, Beltran, KEAN. All. Palladino (nuovo)
    GENOA (3-1-4-2): Leali, De Winter, Vogliacco, Vasquez, Thorsby, ZANOLI, Frendrup, Malinovskyi, Martin, Gudmundsson, Retegui. All.Gilardino (confermato)
    INTER (3-1-4-2): Sommer, Pavard, Acerbi, Bastoni, Calhanoglu, Dumfries, Barella, Mkhitaryan, Dimarco, Lautaro, Turam. All.Inzaghi (confermato)
    JUVENTUS (4-3-2-1): DI GREGORIO, Gatti, Danilo, Bremer, Cambiaso, DOUGLAS LUIZ, Locatelli, THURAM, Miretti, Yildiz, Vlahovic. All.Thiago Motta (nuovo)
    LAZIO (4-2-3-1): Provedel, Marusic, Romagnoli, Gila, NUNO TAVARES, Guendozi, Rovella, TCHAOUNA, NOSLIN, Zaccagni, Castellanos. All.Baroni (nuovo)
    LECCE (4-3-3): Falcone, Gendrey, Baschirotto, GASPAR, Gallo, Kaba, Ramadani, Oudin, Pierotti, Krstovic, Dorgu. All.Gotti (confermato)
    MILAN (4-2-3-1): Maignan, Calabria, Tomori, Thiaw, Hernandez, Bennacer, Reijnders, Pulisic, Loftus-Cheek, Leao, MORATA. All.Fonseca (nuovo)
    MONZA (3-4-2-1): Sorrentino, Carboni, Izzo, Pablo Marì, Birindelli, Bondo, Gagliardini, Kyriakopoulos, Pessina, Caprari, Djuric. All.Nesta (nuovo)
    NAPOLI (3-4-2-1): Meret, RAFA MARIN, Rrahmani, BUONGIORNO, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, SPINAZZOLA, Politano, Kvaratskhelia, Osimhen. All.Conte (nuovo)
    PARMA (4-2-3-1): SUZUKI, Del Prato, Circati, Osorio, VALERI, Estevez, Bernabè, Man, Hernani, Mihaila, Bonny. All.Pecchia (confermato)
    ROMA (4-3-3): Svilar, Celik, Mancini, Ndicka, Angelino, LE FÈE, Parede, Pellegrini, Dybala, Abraham, ElShaarawy. All.De Rossi (confermato)
    TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic, COCO, Schuurs, Masina, Bellanova, Vlasic, Ricci, Gineitis, Lazaro, ADAMS, Zapata. All. Vanoli (nuovo)
    UDINESE (4-2-3-1): Okoye, Perez, Bijol, Kristensen, Kamara, Zarraga, Lovric, Ebosele, Samardzic, Thauvin, Lucca. All. Runjiaic (nuovo)
    VENEZIA (3-4-3): Joronen, Altare, Sverko, Busio, Jajalo, Candela, Zampano, ORISTANIO, Pohjanpalo, Gytkjaer. All. Di Francesco (nuovo)
    VERONA (4-2-3-1): Montipò, Tchatchoua, Magnani, Dawidowicz, FRESE, Duda, Serdar, Suslov, HARROUI, Lazovic, MOSQUERA. All. Zanetti (nuovo)
    Gioca a FANTACUP! Parte il nuovo gioco di Tuttosport, in palio premi da urlo! LEGGI TUTTO

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    Chi è Lamine Yamal da Rocafonda: il fenomeno del quartiere operaio tra rabbia e… Rabiot

    Partiamo dalle generalità perché sta diventando sempre più famoso e non è più il caso di continuare a chiamarlo in maniera sbagliata: Lamine Yamal Nasraoui Ebana. I primi due sono il nome composto (come potrebbe essere Luis Enrique o Gian Piero), il terzo il cognome del padre e il quarto, com’è buona abitudine in Spagna, quello della madre. Per tutti, però, è soltanto Lamine Yamal che, nel suo circolo più intimo, diventa Lamine e basta. Sabato prossimo, alla vigilia della finale dell’Europeo di Germania, il crack del Barcellona non sarà a casa per festeggiare il suo diciassettesimo compleanno.
    Le origini di Yamal
    Sarà la prima volta che lo passa lontano da papà Mounir e mamma Sheila (oggi divorziati) e, soprattutto, dalla cara nonna Fatima e in un posto diverso da Rocafonda che, parafrasando gli Ska-P, è il barrio obrero (quartiere operaio) di Mataró, grosso centro industriale a 25 minuti a nord di Barcellona. Ed è proprio al posto che continua a considerare casa che Lamine Yamal dedica i suoi gol più importanti, ricorrendo all’oramai famoso gesto del “304”, le ultime tre cifre (le prime, 08, due sono uguali per tutta la provincia di Barcellona) del codice postale di quello che i militanti di Vox amano definire, con la classe che li contraddistingue, un «letamaio multiculturale». Ed è proprio per aver tirato uova e uno schiaffo a un militante del partito di estrema destra spagnolo che Mounir Nasroui è stato costretto a pagare una multa di 546 euro dopo essere stato condannato per lesioni e danni: «Quello che fanno e dicono non è giusto, siamo nel XXI secolo. Gli pagherò gli occhiali, ma se l’ho fatto è perché avevo le mie ragioni», ha assicurato l’anno scorso il papà di Lamine.
    I valori della Masia
    Un quartiere povero e difficile dove le politiche, siano esse di destra o di sinistra, hanno fallito completamente, quello dov’è cresciuto – molto più in fretta dei propri coetanei di centro città – il piccolo Lamine Yamal che, ancora oggi, ogni volta che torna a casa è seguito per strada da uno stuolo di bambini a cui basta rimanergli vicino per sognare il riscatto: se lui ce l’ha fatta, potrei riuscirci anche io. E non necessariamente nel mondo del pallone. Basta avere un passione e seguirla fino in fondo, proprio come ha fatto Lamine che a sette anni si è trasferito alla Masia, dove vive ancora oggi e lo farà fino al raggiungimento dei 18 anni. Perché se c’è una cosa che il Barcellona non ha perso, malgrado le poche gioie sportive degli ultimi anni, sono proprio i valori della propria cantera. E poco importa se, a differenza di quasi tutti gli altri inquilini della Masia, il crack blaugrana potrebbe permettersi il più lussuoso degli appartamenti: le regole sono regole e, come lui, anche Pedri e Gavi, gli ultimi due Golden Boy made in Barça, le hanno rispettate fino in fondo. Trofeo che difficilmente sfuggirà di mano al fenomeno di Rocafonda che, martedì sera, ha annichilito un altro fenomeno diventato simbolo del quartiere in cui è nato e cresciuto: ci riferiamo, naturalmente, a Kylian Mbappé, anche lui storia del Golden Boy, e la sua Bondy.
    La finale con la Spagna ed i saluti a Rabiot
    A Rocafonda la metà delle famiglie vive sotto la soglia della povertà e compra il pane arabo da zio Abdul che, ogni mattina, da 30 anni alza la saracinesca alle otto in punto. Suo figlio, Mohamed (per gli amici Moha), oltre a essere cugino di Lamine ne è anche l’autista personale. È lui ad accompagnarlo alla Masia e, nei giorni liberi, ad andarlo a prendere per riportarlo a casa: «Ricordo ancora che l’ultima fase finale di un Europeo l’ho vista in un centro commerciale con i miei amici e oggi, invece, faccio parte della nazionale maggiore», ci ha tenuto a sottolineare la stella della Roja, subito dopo aver messo in ginocchio la Francia con il suo splendido gol. Una rete con una dedica speciale per un volto noto della Serie A, Adrien Rabiot che, alla vigilia dell’incontro, aveva pensato che fosse una buona idea provocarlo, ignaro, probabilmente, di quanto fosse grande la sua personalità: «Se vuole arrivare in finale dovrà fare molte più cose di quello che ha fatto sinora». Ed è stato proprio il centrocampista bianconero a gustarsi, suo malgrado, da pochi centimetri la genesi dell’opera d’arte dello spagnolo che, prima di battere Mike Maignan con uno straordinario tiro a giro, lo ha mandato fuori tempo con una finta: «Parla ora», il messaggio recapitato allo juventino in mondovisione subito dopo la fine dell’incontro.
    La benedizione di Messi
    E, del resto, uno che prima di debuttare con la primavera aveva già esordito con la prima squadra e che prima di segnare con il Barcellona lo aveva già fatto con la sua nazionale non può davvero temere lo scontro dialettico. Men che meno se sei cresciuto a Rocafonda e ne vai, giustamente, fiero: «Quando ho segnato il gol ho cercato di pensare alla squadra, che è la cosa più importante, e non ho dato importanza alle cose esterne. Dico sempre che il tempo mette tutti al loro posto». Parola di Lamine Yamal, il prossimo numero 10 del Barcellona e, questa volta sì, degno erede di un certo Lionel Messi, uno che dopo aver portato a casa il Golden Boy ha anche vinto sette Palloni d’Oro. Un primato difficile da battere anche per lui che di record ne supera uno a partita. A meno che non riesca a vincerli entrambi nello stesso anno. Difficile, ma non impossibile. Domenica sera ne sapremo di più. LEGGI TUTTO

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    Rabiot, le condizioni: la Juve non rischia. Se si pensa a giugno…

    TORINO – A Lecce mancherà anche Adrien Rabiot. Una scelta precauzionale di Massimiliano Allegri, che ha preferito lasciare il centrocampista francese, alle prese con un affaticamento al polpaccio, a Torino a curarsi ed evitargli la trasferta in Puglia. “Meglio non rischiare perché è un muscolo delicato” la preoccupazione del tecnico di perdere per più tempo il giocatore. I muscoli del polpaccio sono molto resistenti ma nello stesso tempo anche fragili e se si continua a sollecitarli, senza fermarsi quando fanno male, il pericolo è quello di uno stop per parecchi mesi.

    Rabiot, l’infortunio e l’obiettivo per il recupero

    Ipotesi che Allegri non vuole neppure prendere in considerazione perché Cavallo Pazzo – che già ha saltato il Frosinone in Coppa Italia per un sovraccarico al flessore della coscia destra – è un tassello fondamentale del centrocampo bianconero e, a due settimane dallo scontro scudetto con l’Inter a San Siro, la priorità è quella di avere Rabiot recuperato per il derby d’Italia. Niente Lecce, dunque, si valuterà in settimana se convocarlo contro l’Empoli (sabato alle 18 allo Stadium): dipenderà ovviamente dai progressi di Rabiot che l’estate scorsa aveva sofferto di una lesione al polpaccio, patita durante il ritiro con la Francia, costringendolo a saltare le due sfide di giugno valide per le qualificazioni all’Europeo. Proprio quell’infortunio gli impedì anche a luglio di partecipare alla tournée della Juventus negli Stati Uniti: lo staff medico decise che proseguisse il lavoro personalizzato alla Continassa per il completo recupero. LEGGI TUTTO