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    Galliani: “Io non abbandono il Monza”

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    Berardi: ecco perché faccio gol da una vita

    La punta del Sassuolo, autore di una splendida rete contro l’Inter, timbra il cartellino dei marcatori da 11 anni di fila. Come lui, oggi in A, solo Zapata e Vecino. Ma c’è chi ha fatto meglio. E non è un attaccante…

    Alla Juve converrebbe davvero riprovarci già a gennaio per Mimmo Berardi. Metterebbe in casa uno che, con il gol segnato mercoledì 27 settembre, un sinistro a girare convergendo da destra verso il centro, ha già infilato otto volte la porta dell’Inter. Otto in 16 partite: nessuno dei giocatori in attività ha fatto meglio. Quando incrocia Milano, l’attaccante del Sassuolo vede rosso: al Milan ne ha fatti 11 in 19 gare di campionato. Al primo di ottobre, in 11 stagioni giocate in A, dalla prima nel 2013-14, ha segnato 117 gol: nello stesso periodo, solo Ciro Immobile (che nel nostro campionato, dopo le esperienze all’estero, è però tornato a gennaio 2016) e Gonzalo Higuain (in A fino al 2020) hanno fatto meglio (ma l’argentino potrebbe essere superato in questa stagione dallo stesso Berardi), firmando il tabellino dei marcatori rispettivamente in 191 e 125 occasioni. Non ci giureremmo, ma che uno con i numeri di Berardi non abbia mai giocato in Champions, è un caso più unico che raro.  LEGGI TUTTO

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    Provedel, il portiere goleador: “Da piccolo facevo l’attaccante”

    Nel settimanale in edicola oggi l’intervista al portiere della Lazio dopo la storica rete all’Atletico Madrid. E poi il Festival dello Sport e le statistiche di Berardi

    Ha segnato un gol decisivo al suo debutto in Champions League. E già questo basterebbe per lasciare un (piccolo) segno nella storia di questa competizione. Ma se di professione fai il portiere allora il segno lo lasci – e bello grosso – nella storia del calcio. E’ quello che è successo a Ivan Provedel, estremo difensore della Lazio, autore dell’incredibile gol del pareggio al 95’ del match contro l’Atletico Madrid. Tanto basta a Sportweek per dedicargli la copertina del numero in uscita sabato (come sempre allegato alla Gazzetta dello Sport al prezzo complessivo di 2.20 euro). “Da ragazzino giocavo attaccante, ma ho sempre sognato di fare il portiere. Il passato da centravanti mi ha lasciato un certo istinto. Senza quello, un gol all’Atletico Madrid non lo avrei mai fatto”. Provedel non ci ha parlato solo della sua impresa ma anche dei suoi colleghi di ruolo (“Donnarumma è un fenomeno, ma il più forte di sempre è Buffon. E oggi il mio preferito è Alisson. Mi piacerebbe conoscere un mito come Zoff”) e della sua vita privata: “Mio figlio ha 2 anni e già si mette in mezzo alla porticina che abbiamo in casa. Ma non so se augurargli di fare il mio ruolo: hai sempre i riflettori puntati”.

    altro—  Sportweek di questa settimana dedica molto spazio anche al Festival dello Sport, che dal 12 al 15 ottobre invaderà la città di Trento con un’edizione ricca di eventi, incontri e campioni. Una kermesse che va oltre il racconto di imprese leggendarie in tante discipline e guarda anche al futuro, a quello che sarà il calcio e al nuovo tracciato del Giro 2024. A Trento ci saranno, tra gli altri, 5 Palloni d’oro (Baggio, Rummenigge, Papin, Ronaldinho e Shevchenko), la regina dello sport italiano Sofia Goggia, due recordman della grande atletica come Fiasconaro e Powell e tantissimi libri: a tutti loro Sportweek dedica approfondimenti e servizi. Ma questa settimana siamo andati anche a spulciare tra i numeri della Serie A e abbiamo scoperto che Domenico Berardi, autore di uno splendido gol contro l’Inter, timbra il cartellino dei marcatori in campionato da ben 11 anni di fila. Come lui, oggi in A, solo Zapata e Vecino. E c’è un solo calciatore che ha fatto addirittura meglio, e non è un attaccante. Per scoprire il suo nome non vi resta che leggere Sportweek… LEGGI TUTTO

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    Dal gol alla F1, Provedel si racconta: “Con l’Atletico si è visto il mio passato da attaccante”

    L’eroe della sfida dell’Olimpico contro i Colchoneros svela il suo passato, i suoi interessi e la genesi di quella rete leggendaria: “Sapevo esattamene dove sarebbe arrivato quel cross…”

    Questa è la storia di un ragazzo che giocava a calcio, ma non era contento. Faceva l’attaccante, segnava tanti gol, ma sul suo volto c’era sempre un velo di malinconia. Apparentemente incomprensibile e invece comprensibilissimo. Sì, perché quel ragazzo, sin da piccolo, sognava sì di giocare a calcio, ma come portiere. All’inizio di ogni stagione chiedeva al tecnico di turno di utilizzarlo tra i pali invece che da centravanti. La risposta era sempre la stessa: un sorrisetto, una pacca sulla spalla e il solito «lascia stare, ci servi come attaccante». Ma a lui fare gol non interessava, lui i gol voleva evitarli, il suo sguardo veniva puntualmente rapito dai guantoni dei portieri avversari. Impossibile ignorarli, resistere al loro richiamo. LEGGI TUTTO

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    Juve, perché verrà fatto l’aumento di capitale? E a cosa serve?

    Il cda, approvando i conti 2022-23 (-124 milioni), ha anche definito le linee guida di una nuova ricapitalizzazione. Un passaggio obbligato, che si inserisce in un piano con vista sul 2027

    Altri 200 milioni. In tutto faranno 900 nell’arco di 4 anni. Dopo le manovre di fine 2019 (300 milioni) e di fine 2021 (400), il cda della Juventus ha definito le linee guida di un nuovo aumento di capitale, che l’assemblea degli azionisti del 23 novembre è chiamata ad approvare, assieme al bilancio 2022-23 in perdita di 123,7 milioni (-239 nel 2021-22). Dopo le iniezioni precedenti, concepite per alimentare la grandeur europea e per fronteggiare l’emergenza Covid, questa ricapitalizzazione si è resa necessaria a causa dei danni prodotti dalle vicende giudiziarie (la Consob ha aperto un nuovo procedimento sulla coda delle precedenti manovre) e dagli investimenti sbagliati. 

    motivi—  La penalizzazione in A e l’esclusione dalle coppe hanno avuto effetti negativi diretti per 115 milioni (più i 10 di multa dell’Uefa) di cui l’80% in questa stagione. Senza la Champions, l’esercizio 2023-24 rischia di chiudere con una perdita ancora più alta, nonostante le massicce azioni di risparmio sui costi. E visto che il patrimonio netto, al 30 giugno 2023, era già sceso a 42 milioni e che il primo trimestre al 30 settembre 2023 chiuderà con una perdita superiore al terzo del capitale sociale, l’apporto di equity è stato, in pratica, obbligato. Non a caso, l’a.d. Maurizio Scanavino dice: “L’aumento di capitale arriva in un momento molto importante perché la non partecipazione alle coppe poteva mettere in difficoltà la società, che poteva non avere le adeguate risorse per il futuro. In questo modo, invece, possiamo progettare con serenità e allo stesso tempo con decisione il futuro prossimo della Juventus”. Nessun altro club, in Italia, può vantare un azionista di maggioranza con la disponibilità e la volontà di Exor (utile di 2,2 miliardi nella semestrale). La cassaforte guidata dall’a.d. John Elkann ha già dato la disponibilità a sottoscrivere la quota di sua competenza (63,8%) e ad anticipare i 128 milioni con versamenti in conto futuro aumento di capitale. Nei due precedenti aumenti di capitale, Exor aveva sborsato 446 milioni ma i restanti 254 erano arrivati dai soci di minoranza, segno della fiducia di tifosi, piccoli investitori e fondi . E se quest’ennesima ricapitalizzazione, come spiega Scanavino, “è la conferma dell’impegno e del legame, ormai centenario, che la famiglia Agnelli ha con la Juventus”, la strada maestra resta la disciplina di bilancio. Il piano aggiornato, con scadenza nel 2027, ha come obiettivi il ritorno al top sportivo, la visibilità del brand, l’equilibrio economico-finanziario e la “significativa e strutturale” riduzione dell’indebitamento finanziario netto, che al 30 giugno 2023 era di 340 milioni. 

    binomio—  Il progetto ribadito dall’a.d. di “coniugare sostenibilità e competitività” non è affare semplice. Il ritorno in Champions è fondamentale per i conti, tuttavia le “risorse importanti” di cui parla Scanavino devono essere maneggiate con cura. Sul mercato ci si muoverà sul solco delle ultime sessioni: investimenti sostenibili, opportunità da cogliere e valorizzazione dei talenti della prima squadra, della Next Gen e in prestito. Sarà fondamentale la gestione del player trading da parte del d.s. Giuntoli. Con la variante Pogba. “Sono molto dispiaciuto umanamente – dice Scanavino – attendiamo di sapere come il giocatore e il suo management decideranno di proseguire questo percorso”. Ballano almeno 10 milioni a stagione. LEGGI TUTTO